Un weekend a Valencia

Sempre più apprezzata dai nostri viaggiatori, la capitale della “Comunidad”!

Ponte dell’8 Dicembre 2009. Voglia di viaggiare. I giorni però sono pochi, solo 3.
Quindi destinazione vicina. Dove? VALENCIA.
Catia si dà subito da fare, ricerca di voli su internet. Ryanair.
Si parte da Pisa il 5-12 alle 12,10. Arrivo in meno di due ore nella capitale della Comunidad Valenciana.D’accordo che quelle sono le ore più calde della giornata, ma qui è davvero primavera con un cielo azzurro senza nuvole. Lasciamo il freddo piovigginoso dell’Italia e in neanche due ore ci ritroviamo in tutto un altro clima.
All’aeroporto acquistiamo subito la Valencia Tourist Card, una tessera magnetica a scelta da 24, 48 o 72 ore dal costo rispettivamente di 10, 16 o 20 €. Quella da tre giorni per noi è l’ideale e ti consente di viaggiare gratuitamente su tutti i mezzi pubblici, di entrare gratuitamente in alcuni musei e di beneficiare di uno sconto su altri. Assolutamente da fare.
All’interno dell’aeroporto prendiamo la metropolitana che in circa 15 minuti arriva al centro della città.
Un dipendente dell’aeroporto ci ha però erroneamente indicato di scendere una fermata in anticipo rispetto al nostro albergo. Va be’, vorrà dire che faremo due passi a piedi (sarà solo un piccolo antipasto delle mega scarpinate che faremo in questi tre giorni).
La scenetta è però quasi comica, noi due vestiti invernali, con i trolley a seguito, la gente in camicia che ci guarda… di sbieco. Venti minuti di camminata sotto il sole, qualche benedizione a quel dipendente dell’aeroporto è arrivata di sicuro.
Siamo nel Paseo de Alameda, un lungo-fiume, anzi un lungo-ex fiume visto che il Turia non esiste più, che taglia in due la città e prende vari nomi durante il suo tragitto lungo qualche chilometro.
E’ una zona molto bella, ariosa, moderna, costellata di giardini e fontane e molto molto tranquilla., oggi è sabato, d’accordo, ma ci sono veramente pochissime auto in giro, non siamo abituati a queste visioni.
Che facciamo? Sono le 3 del pomeriggio, troviamo un chiosco con tavolini all’aperto e gente che mangia placidamente all’ombra di alberi di arancio. Ci fermiamo e decidiamo di proiettarci subito nella realtà valenciana: paella per due! Una al pesce e una alle verdure. Veramente ottime!
Ci rimettiamo in marcia e ci rechiamo all’hotel, il Melià Valencia Palace, un cinque stelle molto bello ma dalla spesa contenuta (95 € la doppia al giorno). Hotel da consigliare: per chi ci volesse andare la fermata della metro più vicina (neanche 5 minuti a piedi) è Aragon e non Alameda!
Verso le 17 ci rimettiamo subito in marcia, direzione centro storico, metro uscita Xativa, l’uscita è in corrispondenza della piazza della stazione ferroviaria che sorge proprio accanto alla Plaza de Toros.
Qui è pieno di gente e la città è già addobbata per il Natale, è ancora giorno ma con le luci della sera sarà tutto uno spettacolo.
Una prima impressione è quella dell’ordine e della pulizia per le strade, per terra è difficile trovare cicche o cartacce e perfino le stazioni della metropolitana sono dei piccoli “salottini”.
Percorriamo a piedi Plaza Ayuntamiento, la piazza del Municipio il quale è allocato in uno splendido palazzo di inizio ‘900, poi, dopo Calle San Vicente Martir, colma di negozi per la gioia delle signore, ci ritroviamo in Plaza Santa Catalina con la Cattedrale e il Miguelete, il campanile ottagonale alto 51 metri risalente a fine ‘300, al termine dei suoi 207 gradini si ha una bellissima vista a 360° della città fino al mare.
La Cattedrale è stata costruita tra il 1262 e il 1429, ha tre portali su tre piazze diverse, uno in stile romanico, uno gotico e uno barocco. Al suo interno in questi giorni sorge un suggestivo presepe a dimensioni reali.
Poi arriviamo in Plaza de la Virgen, bellissima piazza tutta pavimentata in marmo e con una splendida fontana al centro.
Questo è il centro storico di Valencia, con un’infinità di viuzze stracolme di ristoranti e localini.
Un’altra caratteristica è che evidentemente in Spagna non vige ancora la legge antifumo quindi si vede gente fumare indisturbata all’interno dei locali pubblici e, altra curiosità, è che dappertutto troviamo gruppetti di signore dalla mezza età in su beatamente a sedere nei locali a farsi una birra o anche nei fast food, una cartolina davvero molto simpatica.
A cena siamo alla Sardineria un ristorante proprio sotto il Miguelete. Mangiamo polpo alla gallega (lessato, tagliato fine ma non a carpaccio, con olio e una spruzzata di peperoncino), tapas agli champignon con roquefort, camembert fritto con marmellata e julienne di cipolla in agrodolce, patatas bravas consigliate per chi non ha relazioni con il pubblico, sono fritte e letteralmente tuffate in salsa d’aglio e per finire tarta de calabaza (zucca), il tutto a 22 € a testa, senza caffè perché il cameriere, riconosciutici come italiani, ce lo ha onestamente sconsigliato. Ristorante da consigliare!
Dopo cena ci facciamo un’ultima passeggiata in Calle Caballeros, la via della movida valenciana, sono le 22 e il movimento inizia ora, ora è veramente pieno di gente dappertutto per le strade, chi sorseggia un drink chi mangia nei tavolini fuori, e siamo a Dicembre!
Come primo giorno per noi è già abbastanza. Esausti ce ne ritorniamo in albergo.

La mattina dopo ci svegliamo di buon ora. Anche oggi è una splendida giornata di sole.
Ho scoperto che in Spagna oggi 6 dicembre è doppiamente festa, oltre a essere domenica è Festa nazionale, giorno della Costituzione.
Oggi è il giorno dell’Oceanografico. Prendiamo un autobus che ci scarica nelle vicinanze della Città delle Arti e delle Scienze.
E’ un quartiere nuovo di Valencia, costruito pochi anni fa dal celebre architetto Santiago Calatrava nella zona vicina al mare.
E’ difficile descriverlo in poche parole, è tutto avveniristico, maestoso, ci sono il museo vero e proprio, poi l’Hemisferic, l’Occhio com’è definitivo dai valenciani per la sua forma che ricorda un occhio socchiuso, talmente grande che si vede dall’aereo quando si arriva in cui vengono proiettati filmati e contiene anche un planetario, e poi l’Oceanografico che chiamarlo acquario è assolutamente riduttivo.
Per girare tutto l’insieme non sarebbe sufficiente un’intera giornata, quindi per la nostra ristrettezza di tempi decidiamo di dedicarci solo a quest’ultimo, proponendoci di visitare il resto, chissà nell’occasione di un’altra visita a Valencia.
L’Oceanografico è davvero uno spettacolo, riproduce i più svariati ambienti marini, tunnel in cui si è accerchiati da pesci, il delfinario, un’enorme voliera con uccelli di ogni specie, dai fenicotteri agli ibis, insomma un’esperienza unica, da non perdere.
E tutto questo ti fa dimenticare in fretta l’ora e mezzo di fila per entrare, penso che oggi mezza popolazione di Valencia aveva deciso di venire qui!
Usciamo che è già metà pomeriggio e ci rechiamo nella zona portuale.
Valencia è il porto che ha ospitato nel 2007 la Coppa America di vela e infatti sorgono ancora gli enormi hangar dei concorrenti, notiamo Luna Rossa, Alinghi, Oracle, Shosholooza, Desafio, il team spagnolo.
Da lì iniziano le spiagge, Playa de las Arenas e Playa Malvarrosa. Sono estesissime, viene la curiosità di pensare quello che può diventare questa zona nei mesi estivi, un caos incredibile. Per di più, il Paseo Maritimo cioè il lungomare ha una sequenza continua e ininterrotta di ristorantini sul mare con dietro gli alberghi.
La sera a cena ce ne torniamo in centro e scegliamo tra i tantissimi ristorantini in zona Calle Caballeros, la Tapeta una tipica bettola (ma non in senso negativo) con tovaglie a quadrettoni, sedie in paglia, molto molto informale. E’ proprio quello che cercavamo, un tipico ristorantino spagnolo, mangiamo calamari con zucchine a la plancha, jamon serrano, lo squisito prosciutto spagnolo, patatas bravas (ebbene sì, siamo recidivi) accompagnati da un buon rosso, Crianza Roja, 20 € a testa.

Anche lunedì, l’ultimo giorno, ci svegliamo con una splendida giornata di sole.
Abbiamo una giornata quasi completa a disposizione visto che l’aereo parte alle 22.
Gambe in spalla e si riparte. L’uscita metro Aragon non è solo la nostra uscita ma anche quella del mitico stadio Mestalla, la “tana” del Valencia,doverose le foto fatte all’esterno di uno stadio collocato nel bel mezzo della città.
Ci rechiamo poi al Mercato Centrale, altra fermata obbligatoria per chi viene a Valencia. Oltre a essere un mercato vero e proprio con i più disparati tipi di generi alimentari è una bellissima costruzione Art Noveau risalente al 1928, un susseguirsi di cupole, vetrate, ceramiche in un’area di ben 8000 mq.
Dirimpettaia al Mercato c’è la Lonja de la Seda, che però oggi, lunedì, è chiusa.
E’ un capolavoro gotico del XV secolo, l’edificio della Borsa della Seta con una maestosa sala a forma di croce con colonne di pietra alte 16 metri, un torrione e un giardino riparato. Peccato non esserci potuti entrare.
Visto che fino ad ora avevamo camminato poco, si fa per dire, andiamo a vedere anche le Torres de Quart, un altro buon chilometro a piedi. La metro infatti non passa sotto il centro storico ma viaggia ai bordi, di conseguenza occorrono piedi e scarpe buone.
Ricordano vagamente il Castel Nuovo di Napoli, fanno parte di quella che era la cinta di mura a protezione della città e recano tuttora i segni dei cannoni sparati dall’esercito di Napoleone durante la guerra d’indipendenza nei primi dell’800.
Dato che ci è piaciuto molto, torniamo per pranzo nella zona marittima, esattamente sul lungomare per mangiare davanti al Mediterraneo un ultimo piatto di paella.
Il pomeriggio lo passiamo in zona Colon, un altro quartiere centrale pieno di vita, di luci e colori.
In sintesi è stata una bellissima vacanza.
Valencia si è dimostrata una città nel contempo moderna ma a misura d’uomo, piena di storia, di vita e di cose da vedere.
La Spagna non si smentisce mai, è un paese che io sento come più vicino di tutti gli altri ai miei gusti per quanto riguarda il clima, il modo di vita, il cibo, perfino gli orari e ora posso dire che anche Valencia, come Madrid, Barcellona e Siviglia (la mia preferita) è una città assolutamente da visitare… magari con un po’ più di tempo a disposizione.

2 commenti in “Un weekend a Valencia
  1. Avatar commento
    maxtiri
    15/03/2010 15:22

    Ciao Valya ...e grazie. Sì nel lungomare ci siamo fermati a mangiare proprio la paella. Purtroppo non ricordo il nome del ristorante ma penso di potermi sbilanciare nel dire che più o meno uno vale l'altro. Sono tantissimi e tutti espongono il menù all'esterno. Max

  2. Avatar commento
    valya
    15/03/2010 13:22

    ciao, bel diario! e che fortuna le giornate di sole e caldo a dicembre! vi chiedo una info: al paseo maritimo avete mangiato da qualche parte? perchè tutti dicono di mangiare lì la paella... grazie

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