Timone di coda, alettoni ed elevatori sono le superfici di comando principali ma per comporrre un velivolo servono molti altri pezzi, alcuni dei quali sono, spesso non proprio correttamente, sulla bocca di tante persone sedute in attesa di decollare.

In assoluto credo che il termine più malamente utilizzato sia l'inglese flap.
Chissà quante volte sarà capitato di maledire la ragazza (perchè di solito è una ragazza!) al check-in che vi ha assegnato un posto finestrino... sull'ala! La certezza di godersi il panorama dall'alto con il naso attaccato all'oblò sfuma una volta seduti e costretti a vedere un grigio triangolo di alluminio... Se vi dovesse capitare ancora approfittate per guardare cosa succede all'ala durante le varie fasi del volo: vi sorprenderà come cambia e si trasforma da atterraggio, a fase si crociera fino all'atterraggio e, fra le altre cose, non potrete non vedere i famigerati flap. Primo punto: i flap non sono la stessa cosa degli elevatori anche se sono simili; anche loro non sono altro che pannelli mobili posti all'estremità dell'ala, anche loro si alzano e si abbassano ma prima di tutto sono posizionati verso la radice dell'ala (vicino alla fusoliera per intenderci) ed hanno una funzione ben diversa: servono a cambiare la forma dell'ala generando portanza anche a velocità relativamente basse.
Vi ricordate l'esperimento della mano fuori dal finestrino nel primo articolo di questa rubrica?
Anche in quel caso era piuttosto sensibile il fatto che a seconda dell'inclinazione della mano la forza che l'aria creava era maggiore o minore. Lo stesso è per l'ala degli aerei: a seconda della geometria del profilo alare (cioè a seconda della "forma di una fettina d'ala") cambia, a partità di velocità, la portanza generata; in particolare se vogliamo generare molta portanza con poca velocità, avremo bisogno di un'ala più "grande e panciuta".
Rovescio della medaglia: un'ala così fatta crea anche molta resistenza (come la mano perpendicolare al suolo) quindi si va più piano o comunque si consuma di più. La combinazione di questi due aspetti genera la struttura odierna dei flap: si cambia la struttura dell'ala solo quando serve facendo uscire dal loro alloggiamento (e a vederlo sembra di vedere un robot nei cartoni animati che si trasforma!) queste superfici. E quando serve? In decollo quando per forza di cose la velocità è bassa ma serve molta portanza ed in atterraggio (ancora di più!) quando si vuole generare la maggior portanza con la minor velocità possibile. Provate a guardare l'ala la prossima volta e vi accorgerete quanto cambia da una fase di volo all'altra!