Praticamente pronto!
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Praticamente pronto!
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g7) 11/9 Okaukuejo - Opuwo km 430
Ultima mezza giornata di Etosha, partiamo verso ovest per attraversarlo tutto ed uscire dal Galton Gate. Ci fermiamo ad una prima pozza ed è subito leone ! Un leone e due leonesse.
La pozza era uno spettacolo anche prima di accorgersi che c'erano i leoni accovacciati in lontananza per il numero impressionante di animali di ogni specie (saranno stati 400-500). A dir la verità se non ce li indicava la guida noi, tutti presi da quel ben di Dio in primo piano, non li avevamo nemmeno visti.
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Tutto era in apparenza tranquillo ma è bastato che il leone si alzasse perché ci fosse il fuggi-fuggi.
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Fatto il vuoto intorno alla pozza il leone con le due leonesse hanno bevuto in perfetta solitudine.
Bisogna però dire che gli altri animali non sono scappati via, si sono semplicemente messi a quella che ogni specie riteneva essere una distanza di sicurezza; andati via i leoni, sono tutti ritornati ad abbeverarsi tranquillamente.
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Salutati i leoni siamo passati ad un'altra pozza strapiena di animali
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e, dopo aver salutato un branco di elefanti abbiamo, iniziato il trasferimento verso l'uscita ovest del Parco.
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In questa parte del parco il paesaggio cambia perché lo sconfinato piattume lascia il posto alle prime colline che, andando ancor più ad ovest una volta usciti dal parco diventano montagne: la strada che fino ad adesso era per lo più dritta e piatta diviene un saliscendi con molte curve. Nella zona vi sono poche pozze e quasi tutte secche ragion per cui è poco frequentata dagli animali e, quindi, dai turisti ; la nostra guida ci assicura che in aprile-maggio, quando è tutta verde e piena d'acqua, e' paesaggisticamente bellissima.
Questo è il regno delle zebre montagna che si distinguono per le strisce più orizzontali e più larghe sulle cosce e perché la zebratura arriva fino allo zoccolo.
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Poco prima dell'una usciamo dal parco ma prima di dirigerci verso Opuwo facciamo una deviazione su sterrato per andare a pranzo al Hobatere Lodge attraversando una bellissima vallata ed arrivando ad un'oasi di pace.
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Tornati sulla strada principale andiamo ad Opuwo capoluogo del Koakoland, una regione vastissima e poco frequentata dal turismo; la sua densità di popolazione è di un abitante ogni 2 km quadrati e se si considera che una metà degli abitanti vive a Opuwo .....
I pochi gruppi di case che vediamo sono povere baracche in lamiera
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ed anche Opuwo, che può considerarsi una cittadina, e' prevalentemente una "bidonville"; un posto oggettivamente brutto e caotico.
Particolarmente folcloristico, però, e' osservare la gente per strada: la guida ci dice che non amano essere fotografati oppure vogliono soldi per farlo; non ci va bene né urtare la loro suscettibilità né pagarli e, quindi, ci rassegniamo, sebbene con una punta di rammarico, a non fotografare ; terremo le loro immagini negli occhi.
Herero con le donne vestite con gli abiti tradizionali coloratissimi e l'immancabile cappello (è la foto di una foto, giusto per farvi immaginare l'effetto cromatico che fa un gruppetto di 3 o 4 donne herero)
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donne himba che camminano anche in città a seno nudo e come unico indumento un corto gonnellino di pelle; qui era un po' freddo e si riparavano anche con un foulard.
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Il Country Lodge e' praticamente l'unico Lodge della città ad un paio di chilometri dal centro, su una collina con bella vista sui monti verso ovest.
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g 12/9 Opuwo - Epupa Falls A/R km
Torniamo nel centro di Opuwo dove incontriamo Michael che ci farà da guida locale (obbligatoria) per la visita di un villaggio Himba. L'appuntamento è davanti ad un animato e pittoresco centro commerciale dove Michael ha comprato i doni da portare al villaggio: farina, riso ed altri generi alimentari.
Appena usciti da Opuwo in direzione nord-ovest la strada diviene subito sterrata e dopo pochi chilometri svoltiamo su una pista sabbiosa tra boschetti radi di mopame, attraversando fiumiciattoli secchi. Qua e là compaiono i tetti conici di paglia di villaggi himba
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la pista si biforca e si biforca ancora; difficile orientarsi in questo dedalo di piste tutte uguali ma alla fine riusciamo a trovare al villaggio da visitare.
Ci fermiamo davanti all'ingresso (i villaggi sono racchiusi all'interno di una staccionata) e le nostre guide entrano a chiedere il permesso di visita al capo villaggio; in realtà il capo villaggio e' assente perché sta partecipando ad un funerale con una delle mogli (gli Himba sono poligami) e ci ricevono due delle mogli; il ciuffetto nero sopra la testa significa che si tratta di una donna sposata (anche se non sempre lo mettono)
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La società Himba e' di tipo matriarcale anche se il capo villaggio e' un uomo; i figli portano il nome della madre e ogni donna ha una propria capanna. La prima moglie viene scelta dai genitori, le successive sono scelte dall'uomo ma la prima moglie deve dare il suo consenso (dal momento che poi devono convivere sembra essere una usanza saggia )
Le donne che vestono solamente un gonnellino si cospargono la pelle con una miscela di polvere di ocra e burro fuso che da' loro il caratteristico colore rossastro. Caratteristica e' l'acconciatura dei capelli: usano, infatti, una sorta di extension di lana di capra anch'esse spalmate di ocra eccetto che per la parte finale.
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Gli Himba vivono di bestiame e gli uomini passano la giornata fuori dal villaggio portando le mucche al pascolo; quando non c'è più erba vicino al villaggio si spostano e rimangono assenti anche per mesi; ecco, quindi, che la vita del villaggio e' in mano alle donne che, con i figli più giovani, si occupano anche di andare a prendere l'acqua e di star dietro ad agnelli, capre, galline.
La struttura del villaggio conferma che la cosa più importante per un Himba sono le bestie: al centro e' posto infatti il recinto per gli animali e le capanne sono disposte tutte intorno.
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Vi sono capanne per il giorno e per la notte. Le prime sono fatte di rami staccati l'uno dall'altro in modo che passi l'aria; la copertura e' piatta e serve da ripostiglio.
Le seconde sono circolari, costruite in argilla e letame con tetto conico in paglia, aventi come unica apertura la porta di ingresso. Questa è chiusa con un lucchetto la cui chiave e' tenuta dalla donna che la porta sempre con se' appesa ad uno dei vari ornamenti che indossa: ogni cosa indossata ed ogni acconciatura ha un preciso significato.
L'acqua scarseggia e la priorità è abbeverare il bestiame, se necessario le donne non si lavano e si puliscono con cenere mescolata ad un qualcosa che non ricordo.
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Ogni acconciatura ha un significato: ad esempio, la treccina sulla testa di questa bambina significa che è entrata nella pubertà.
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Non ci si stancherebbe mai di scattare foto.
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Guardate l'eleganza di portamento di questa ragazza (senza bisogno di tacco 12 )
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La visita si conclude con un mercatino improvvisato in cui ogni donna vende i propri manufatti; povere cose che acquistiamo molto volentieri per compensarle delle emozioni che ci hanno regalato.
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