Mi hai provocato, eh, ed io lo faccio molto volentieri.
Premetto che adoro andare per mare tanto quanto detesto viaggiare in aereo. Mi sento perfettamente a mio agio sui traghetti lenti, vetusti, che hanno una lunga storia da raccontare, che sono autentici, sanno di Grecia e offrono un contatto diretto col mare, non sui veloci ma impersonali catamarani che incutono un senso di oppressione. E’ scontato il fatto che chi non ha molto tempo a disposizione opti per il trasporto più rapido possibile per non sottrarre nemmeno un minuto all’ isola agognata. Per fortuna io e N. possiamo disporre di un periodo sufficientemente lungo per la vacanza ellenica per cui, nel nostro slow travel, la traversata via mare rappresenta ogni volta un’esperienza affascinante. Dopo essere andata su e giù per traghetti per ben sedici anni, posso affermare che, finora, siamo incappati in condizioni di mare avverse solo in un’occasione. Fortuna non da poco, eh!
Ma veniamo a quest’ultima Odissea vissuta con la Prevelis, “vecchia signora”, più di 30 anni di vita, sottoposta guarda caso proprio martedì 10 giugno ad un lifting straordinario che ha scombussolato non poco i miei programmi. Alla fine, però, tutto si è aggiustato: abbiamo anticipato la partenza al 6 giugno con un filino d'ansia perché si trattava dell'ultimo viaggio della "signora" prima dell'intervento di manutenzione, non vi sono strati problemi e ci ho guadagnato pure quattro giorni nella straordinaria isola di Scarpanto.
La rotta del venerdì è lunghissima, un vero tour dell’Egeo. La nave fa scalo, nell’ordine, a Milos, Santorini, Anafi, Heraklion, Sitia, Kassos per approdare infine a Karpathos: 25 ore di mare se tutto va bene, più di 27 nel nostro caso per i ritardi accumulati nelle interminabili operazioni di scarico e carico merci nei porti di Milos e Santorini.
Mi aspettavo che la rumorosa Prevelis fosse semi-vuota, invece c’era parecchia gente, soprattutto numerosi giovani sbarcati poi a Milos e a Santorini. L’atmosfera era spensierata ed allegra, in particolare sul ponte, dove è allestito un piccolo bar-ristorante che distribuiva generosi piatti di gyrospita e boccali di mythos alla spina.
C’è da dire che questo tipo di viaggio facilita la conoscenza tra i passeggeri, conversare è un modo piacevole per far passare il tempo… Insomma, non mi sono annoiata alternando la lettura al gioco delle carte, alle chiacchiere sparse qua e là, al godimento di un tramonto infuocato sull’acqua,
all’emozione suscitata dal riconoscimento di alcuni ristorantini testati sul lungomare di Adamas, a Milos, allo spettacolo d’incomparabile bellezza delle mille luci accese alla caldera di Santorini. Qua la Prevelis ha sostato più di un’ora (erano le 4:40) dandomi l’opportunità di sognare ad occhi aperti.
In effetti ho trascorso una notte insonne anche se le poltrone tipo aereo nell’ampio spazio riservato erano accettabili. Non è possibile dormire perché ad ogni fermata (e sono taaante!) parte la musichetta d’occasione e una voce suadente femminile avverte in più lingue, tramite altoparlante, dell’avvicinamento al porto tal dei tali.
Quando poi è comparsa Creta, ho provato un tuffo al cuore. Mi sono piazzata su una seggiolina in posizione panoramica, respirando il profumo penetrante del mare, aguzzando la vista per imprimere negli occhi quei luoghi bellissimi visitati parecchi anni fa.
Dopo quattro ore il profilo di Creta si è allontanato…allora ho cominciato ad accusare la stanchezza per il lungo viaggio e mi sono sentita frastornata per il sottofondo rumoroso dei motori. Ma mi sono rianimata quando la sagoma di Kassos, isola aspra e all’apparenza inospitale, si è avvicinata. Al porto ho inviato un sms a Leandro per avvertirlo del ritardo.
Le ultime due ore di navigazione sono state godibilissime perché Karpathos era lì, ci veniva incontro anche se mooolto lentamente e la curiosità di scoprire la meta della nuova avventura era incontenibile.
Alle 21:20 la “crociera” è terminata, Karpathos e Leandro ci hanno accolto a braccia aperte.
Rifarei questo lungo viaggio per mare? Oddio, se fosse possibile renderlo leggermente più easy, come è stato nel ritorno, chiaramente preferirei, ma se non avessi alternative, per Scarpanto, l’isola che mi ha catturato l’anima, sarei pronta ad affrontare una nuova “crociera”.