Myria, con il tuo racconto e le tue foto mi stai facendo venire una voglia matta di montagna; figuriamoci quando arriveranno le belle giornate .
L'anno prossimo devo assolutamente trovare il tempo per una settimana sulle Dolomiti l
E arriviamo a venerdì 4 settembre. Caspita, non abbiamo più visto il sole da martedì, la faccenda comincia a innervosirmi.
Usciamo prestino con l’intenzione di andare a Braies per affrontare almeno in parte il sentiero N.1 che s’innalza al Rifugio Biella partendo da nord, ma strada facendo cambio idea perché – anche oggi?! – le nubi mi insospettiscono non poco. Ergo… al bivio in Val di Braies prendiamo di nuovo la diramazione a sinistra per Ponticello. Ma oggi andiamo oltre, dopo aver pagato un pedaggio di 8 euro: sono le 9,40 quindi possiamo proseguire oltre la sbarra che preclude il passaggio ai mezzi privati dalle 10,00 alle 16,00. Per chi volesse posteggiare l’auto è in funzione nei mesi estivi un servizio di bus-navetta a 4 euro, cadenzati ogni mezzora. 5 km di strada stretta per raggiungere il parcheggio di Prato Piazza a 1979 metri.
Zaino in spalla e via per una escursione che so essere molto gratificante. Conosco la zona che trovo bellissima, paragonabile all’Alpe di Siusi – che per me rimane il must – uno scenario da cartolina, un vero gioiello naturalistico. Ci incamminiamo per la comoda strada forestale N. 37 che conduce al Rifugio Vallandro.
Nebbia in dissolvimento e nubi basse giocano a nascondino con le aspre pareti rocciose della imponente Croda Rossa di Ampezzo che si eleva a ovest, velano e scoprono più volte le cime offrendo agli appassionati di fotografia degli scorci unici, creando un’atmosfera rarefatta che ha qualcosa di magico.
Lascio spazio alle immagini.
Siamo ormai in vista del Rifugio Vallandro (2.040 m) e dell’ex forte austro-ungarico che lo precede, oggetto di recenti interventi di manutenzione.
Il panorama è di tutto rispetto, ma noi intendiamo salire più in alto, alla cima del Monte Specie o StrudelKopf. Io preferisco il nome tedesco, più invitante e mangereccio.
Sulla sinistra del Rifugio si snoda dolcemente il comodo sentiero N.34 in direzione del Picco di Vallandro, che dopo poco gira a destra verso la sommità dello Strudelkopf. Quasi tutti gli escursionisti salgono da questo lato, ma noi no! Troppa gente, troppo facile il sentiero… Ci sentiamo gagliardi e decidiamo di effettuare l’ascensione arrampicandoci tra alti cembri per un sentierino secondario, una scorciatoia, che nel primo tratto si impenna ripidamente dietro il rifugio offrendo belle vedute sui verdissimi pascoli dell’altipiano e sui monti circostanti.
Più in alto la traccia ci porta per prati e conduce con facilità alla forcella del Monte Specie (2200 m) dove si ricollega all’ affollata ’autostrada’ N.34. Ci arriviamo tranquillamente in quaranta minuti. Dalla sella si vede ormai vicina la croce del Monte Specie a 2307 m. Va ricordato che Prato Piazza durante la Prima Guerra Mondiale fu una zona molto contesa e la croce sul Monte Specie è stata eretta dai combattenti della Val Pusteria in memoria dei commilitoni caduti. Sulla morbida insellatura sono rimasti i ruderi di una casermetta.
Il sentiero prosegue elementare e dopo una salita un po’ più accentuata conquistiamo la cima, ci sbafiamo meritatamente lo strudel.
Vento feroce, freddo pungente che toglie il respiro, ma vista superlativa che fa scordare di avere naso e mani di ghiaccio. Io, comunque, mi infilo i guanti che questa volta non ho scordato.
Che meraviglia! La cima di questo monte, sebbene non molto alto e assai facile da raggiungere, gode di una posizione privilegiata che consente una magnifica vista a 360° davvero mozzafiato: la Croda Rossa, la Croda del Becco, il Picco di Vallandro, le Tre Cime di Lavaredo, il gruppo dei Cadini, il Monte Cristallo, le Tofane, la Marmolada… Peccato che oggi le vette siano incappucciate, ma il fascino è immutato.
Assaporiamo lo splendido panorama resistendo al freddo intenso, poi ci incamminiamo per riprendere la via del ritorno anche perché nubacce minacciose hanno preso il sopravvento ancora una volta. Scopro con emozione un pendio ingentilito da edelweiss.
Un ultimo sguardo alle fantastiche Tre Cime di Lavaredo e via di buon passo.