31 maggio 2012 - Quinto giorno

Dopo aver fatto un po' di spesa ed il pieno di benzina ad Adamas decidiamo di ispezionare la costa Nord, non tanto per fare spiaggia, dato che noi prediligiamo gli arenili deserti ed appartati, ma per i valori paesaggistici.
In effetti la costa settentrionale, forse perchè più vicina ai centri abitati, è già frequentata da qualche bagnante.
Ma andiamo con ordine.

Iniziamo con Firopotamos, che è molto bella, ancora semideserta;



il cafenio è ancora chiuso e rinunciamo a venire alla sera a fare uno spuntino. Ci sono 4 barchette nel porticciolo.



La lunetta di spiaggia con tamerici è vuota, presidiata solo dalla bandiera biancoceleste.



Bisogna dire che è un borgo veramente fotogenico, anche se già con qualche decina di persone sembrerebbe affollato.

Proseguiamo verso l'estremità nord-ovest dell'isola (quella dove mi pare di ricordare che Bea fosse stata messa in fuga da uno sciame di vespe...) e tanto per cambiare percorriamo una strada di cava senza che nessuno ci dica nulla. Arriviamo alla spiaggia di Nerodhafni, che è ciottolosa e abbastanza inospitale, probabilmente in regresso,



ma con un panorama splendido sulle isolette Akradia, mentre a nord si vedono Sifnos e Serifos; i fondali sembrano molto belli.



Il mare è da ovest e mosso, perciò non faccio nemmeno un'estemporanea nuotata.
Poco più a nord, subito a est di capo Lakida, c'è un'altra spiaggia ciottolosa con splendida vista sui faraglioni di capo Kambanes e fondali limpidissimi.



Credo che quassù non venga quasi mai nessuno.

Torniamo poi indietro e scendiamo a Mandrakia ed ai suoi sirmata, le rimesse per le barche con calata in acqua.



Alcuni sono ancora usati come tali; altri sono stati trasformati in studio per i turisti. Il posteggio è totalmente vuoto ed il borgo è deserto. Mi chiedo se qualcuno degli abitanti originari viva ancora qui fisso. Sulla spiaggia di Tourkothalassa non c'è nessuno.



E' un altro piccolo tesoro!

Da Mandrakia cerchiamo di andare direttamente a Sarakiniko e ci imbattiamo in un campicello dove come spaventapasseri hanno usato un manichino femminile ....in bikini.




Non riusciamo a risalire al di là di un piccolo canalone perchè la strada è stata erosa dalle acque primaverili (evidentemente anche a Milo piove!...) e mia moglie mi esorta a non danneggiare la povera Suzuky...
Facciamo perciò il giro dalla strada principale.
Al posteggio (enorme, evidentemente in stagione ci sono masse di gente) di Sarakiniko ci sono due macchine. I relativi turisti occupano la spiaggetta al fondo del fiordo. La strada che prosegue verso il promontorio è chiusa da una catena.
Facciamo due passi, poi ci spostiamo un po' più ad est, alla scogliera del relitto. Non c'è nessuno.

Che devo dire.
Sarakiniko è un posto unico nel suo genere con quelle rocce candide;



l'acqua è limpidissima; ma lo trovo un po' troppo lunare.



Non mi ispira come posto balneabile: forse è il fatto delle scogliere chi non sembrano scogliere, ma non sono nemmeno spiagge.



Non so.
Bellissimo, ma proseguiamo.

Scendiamo anche a Mitakas, che è veramente bella. Sull'istmo staziona un camper con targa greca, le spiagge alla base dell'istmo sono deserte.

Ecco!
Qui la casa sulla caletta di Mitikas mi piacerebbe comprarmela! Quella sì!




Col tavolino e la sdraio sulla terrazza bordo mare e l'imbarcadero!
Bella!

Sono ormai le 10 passate e decidiamo di trovarci una spiaggia. Memore della recensione positiva di Rosamb andiamo alla ricerca di Kastanas, sulla costa est. La troviamo facilmente e... la eleggiamo a seconda migliore spiaggia dell'isola.



E' raggiungibile abbastanza facilmente con una buona carta. All'inizio della strada c'è perfino un microscopico cartello indicatore.
Solo un consiglio: chi non ha un fuoristrada eviti di percorrere gli ultimi 50 metri di discesa prima del mare, perchè potrebbe non riuscire a risalire.
E' una spiaggia di ghiaietta fine e piccoli ciottoli fantasticamente multicolori.



Incredibile! Nella parte bagnata dalla risacca i colori sono ancora più vividi.



Dalle 13 in avanti si crea un po' di ombra sotto la scogliera. Scogli e faraglioni molto scenograficici la delimitano a nord. Non c'è ovviamente nessuno. E' un posto molto caldo. Mettiamo il piatto con le verdure stufate forniteci da Avra a scaldare su un pietrone e dopo un'ora sembrano ... uscite da un microonde. Pranzo caldo!

Nuotando nei dintorni raccomando di dirigersi a nord, dove, doppiato il primo promontorio si trova un'altra spiaggetta e poi un bellissimo arco naturale. Fondali medii.

Ma la sorpresa la abbiamo nel pomeriggio, quando il sole si abbassa un po'.
Eravamo lì - diciamo in meditazione - quando mi accorgo che l'aria è diventata più limpida e all'orizzonte si vedono altre isole. Dopo qualche riflessione concludo che la più vicina è Folegandros. Quasi sovrapposta con essa c'è Sikinos.
Sforzando lo sguardo a sinistra di Kitinos si intravede un'altra lontanissima dorsale che sfuma nella foschia. Non può essere che Ios. Santorini invece non si vede.

Ad un certo punto decidiamo di cambiare e ci trasferiamo ad Aghia Kiriaki. Purtroppo nel frattempo la macchina fotografica si è scaricata.
Comunque Aghia Kiriaki non ci fa una grande impressione; sembra un cantiere, case in costruzione, lidi in allestimento, spiaggia bella, per carità ma con una decina di persone (una folla!... ). Vorremmo andare all'adiacente Psaravoulada, ma a bordo mare non si riesce a passare. Risalendo la collina nemmeno, perchè si arriva ad un cancello (peraltro aperto) di quello che sembra essere un lussuosissimo e nuovo resort a nome Ktema Psaravuolada. Vediamo un sentiero che dalla cappella di Aghios Ghiorghios (o più precisamente dall'impluvio successivo) scende verso il mare, ma ormai si è fatto tardi, quella zona sta andando in ombra e siamo un po' stanchi. Ce ne torniamo a casa a riposarci.

Alla sera decidiamo di concederci l'unica cena di pesce, da **** a Paleochori. Hanno appena aperto. C'è un'unica altra coppia di turisti e ... tutta la patriarcale famiglia dei proprietari. Per quattro persone non fanno la cosidetta "cucina vulcanica", ossia con cottura nelle sabbie bollenti per vulcanesimo secondario, ma i calamari ripieni sono comunque notevoli.