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Risultati da 11 a 20 di 3575

Discussione: Siamo messi male... Che fare?

  1. #11
    Senior Member L'avatar di BEA
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    Per quanto mi riguarda, seguo alcune piccole regole.
    Evito di acquistare la roba inutile, in particolar modo tutto quanto viene venduto con riviste, giornali, promozioni, vendite speciali (compri 3 prodotti ti regaliamo la borsa termica per creme solari o simili)
    Non per fare protezionismo, ma tutti quei prodotti cinesi da mercatino, che usi una volta e poi finiscono in pattumiera (perchè inutili o non più funzionanti) e tutte le "plasticate", li evito come il diavolo: ma vi rendete conto di quanta fogna ci propinano? tutto che va ad aumentare le tonnellate di rifiuti che non riusciamo a smaltire.
    Mi piace comprare i regali quando sono in viaggio, così da regalare cose quanto meno insolite, se non proprio azzeccate. Tanto, azzeccare un regalo, è un'utopia. E così supporto un po' l'economia di paesi che hanno bisogno più di noi. Spendere 20 euro per una candela natalizia alla Rinascente (per dire un posto a caso), mi sembra un insulto alla povertà.
    Riciclo tutta la carta che posso, e quando qualche scocciatore mi manda 8 pagine di fax per promuovere qualche servizio non richiesto, lo chiamo e gli chiedo di evitare di farmi sprecare alberi e una porzione di foresta amazzonica. Per non parlare di quelli che mi spediscono i cd-rom! Se insistono, posso arrivare agli insulti!
    Sono piccolissime cose, e non mi illudo di fare granchè, però se tutti avessimo tante piccole accortezze, qualche risultato tangibile si potrebbe anche vedere.

  2. #12
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    Bea ha ragione!
    Da due giorni nella mia zona hanno tolto i bidoni della spazzatura e siamo costretti a fare 5 raccolte differenziate e a portare i bidoncini personali sulla strada nei giorni previsti.
    Ok che è uno sbattimento, ma sapete quanto ho accumulato di "nonriciclabile"? UNA MISERIA: 10 cm di roba sul fondo del sacchetto. Contro: 1 sacco di carta, 1 sacco di organico, 1/2 sacco di plastica e 1/2 sacco di vetro. IN DUE GIORNI!

    ragazzi, mi vergongo un po' di quanta roba ho buttato via in questi anni!

  3. #13
    Senior Member L'avatar di BEA
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    A monza, come diceva Frisino, sono anni che dobbiamo dividere tutto. A livello condominiale abbiamo bidoni per carta, plastica, umido e secco: il resto va nelle campane di raccolta per la strada.
    Certo, il primo anno c'è stato un scandalo quando si è scoperto che noi separavamo tutto, i camion passavano per le varie tipologie di rifiuti ma poi... tutto finiva nella stessa discarica

  4. #14
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  5. #15
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    Un'altra porzioncina di sangue marcio. Era qualche giorno che mancava...

    IL RAPPORTO SULLE FRODI E SOFISTICAZIONI ALIMENTARI IN ITALIA

    Cattive notizie per il Belpaese: nel regno della buona cucina dilaga l’inquietudine e spesso la paura. Questo il risultato più rilevante dell’indagine di “Salute&Gusto” (realizzata per il Movimento Difesa del Cittadino dall’Ires) sulla percezione del rischio alimentare da parte del consumatore, da cui risulta che ansia e preoccupazione sono le emozioni più sentite dagli italiani a tavola.
    Prodotti chimici, Ogm, ormoni e coloranti, ma anche i sistemi di allevamento, di conservazione e trasporto dei prodotti alimentari costituiscono i principali motivi di preoccupazione nel piatto.
    Ansie insensate e illogiche? Sicuramente la gran parte delle produzioni italiane è sicura, controllata e di alta qualità, e per questo il nostro patrimonio agroalimentare è conosciuto e apprezzato nel mondo. Eppure questo non ci mette al riparo dalle azioni di imprenditori truffaldini quando non dalla vera e propria criminalità organizzata, così come dimostrano i risultati delle indagini svolte dagli organismi preposti al controllo negli ultimi due anni: è infatti pari a 101.655.295 euro il valore delle merci sequestrate dai Carabinieri per la Sanità (NAS) durante le 37.969 ispezioni effettuate nel corso del 2004 solo nel settore alimentare, il 21% in più del 2003 (quando era pari a 83.500.738 euro).
    Nell’ultimo anno sono state 4.474 le infrazioni penali accertate e ben 20.856 quelle amministrative contestate, 925 le strutture chiuse per motivi di salute pubblica e 360 quelle sequestrate.
    Abuso della denominazione protetta da parte di prodotti comuni e uso illecito della denominazione da parte di prodotti non certificati dagli organismi di controllo sono invece le irregolarità più diffuse tra quelle scoperte dall’Ispettorato Centrale Repressioni Frodi (ICRF) del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali nelle 24.846 ispezioni effettuate nel 2004, che hanno portato a 442 sequestri per un valore totale di 9,91 milioni di euro, il 62,4% in più rispetto a quanto rilevato nel 2003 (6.105.162,94).
    Questi e molti altri sono i dati contenuti in “TRUFFE A TAVOLA 2005, II° RAPPORTO SULLE FRODI NELLE FILIERE AGROALIMENTARI”, realizzato nell’ambito del progetto “Salute&Gusto” del Movimento Difesa del Cittadino in collaborazione con Legambiente e con il contributo finanziario del Ministero delle Attività Produttive - presentato oggi a Roma nel corso di una conferenza stampa che ha visto la partecipazione di Antonio Longo, presidente del Movimento Difesa del Cittadino, Francesco Ferrante, direttore generale Legambiente, Luca Ramacci, magistrato, Elena Battaglini ricercatrice dell’Ires, e del Generale dei Carabinieri per la Sanità (NAS) Emilio Borghini.

    Tra i casi più eclatanti di frodi e irregolarità pericolose per la salute spiccano alcuni eventi particolarmente disgustosi e grotteschi registrati nel 2004, come quello del pensionato trentino goloso di confetti che si è però ritrovato a succhiare un molare in porcellana (ovviamente non suo) trovato nella confezione, o quello della signora di Bologna intenta a preparare un risotto con un carciofo “speciale”, che ha preso fuoco a contatto con il coltello a causa di un trattamento con fitofarmaci troppo ricchi di azoto.
    Grave e purtroppo non isolata, la scoperta, da parte dei vigili urbani in uno stabilimento di Pomezia (RM) destinato alla preparazione dei cibi per i bambini delle scuole: blatte, insetti ed escrementi di topi infestavano tutti gli ambienti e gli alimenti conservati.

    Sono stati chiusi o sequestrati quasi 500 tra ristoranti, pizzerie e tavole calde per tutela della salute pubblica o gravi irregolarità. E anche in un ristorante prestigioso come il Savini di Milano, i NAS hanno trovato due chili di salmone affumicato e un chilo di pancetta scaduti da quasi un mese ed hanno sequestrato 40 chili di alimenti, conservati in ambienti sporchi e con muri scrostati.

    Latte avariato e stabilizzato con acqua ossigenata e sale è stato trovato in un’azienda del bresciano che commercializzava il prodotto in tutto il Nord Italia, mentre in Campania, già colpita da un’epidemia di epatite A, sono stati immessi nel mercato cozze e mitili allevati in acque contaminate da scarichi fognari.
    Carni d’allevamento dopate con sostanze pericolose sono state scoperte nel bolognese: i NAS sequestrano su tutto il territorio nazionale l’800% in più di carne sospetta rispetto al 2003.

    Vino a base di fertilizzante e zucchero, proveniente dalla Puglia è stato scoperto a Cuneo, mentre in Campania sono state sequestrate centinai di migliaia di bottiglie di falsa “Falanghina”.

    In Veneto e in Sardegna, grazie all’intervento dei Nas, sono stati scongiurati cenoni natalizi a base di molluschi guasti.
    Preoccupante anche il caso dei formaggi prodotti con farina di latte destinata all’alimentazione degli animali, in allevamenti dove sono stati riscontrati animali colpiti da brucellosi e tubercolosi.

    Aumentano sempre più i casi di alimenti importati da paesi extra UE e immessi in commercio sotto falso nome come il novellame di pesce cinese venduto come “bianchetto” nostrano e, soprattutto, manipolati in modo illecito, come i diversi quintali di pompelmi provenienti dal Sud Africa trattati in superficie con prodotti tossici scoperti a Catania o le trenta tonnellate di prodotti alimentari provenienti dalla Cina (polli, datteri di mare, squali, gamberetti e altri prodotti ittici), sequestrati nel porto di Napoli dalla Guardia di finanza, o ancora i trecento chilogrammi di tonno “fresco” provenienti dall’Indonesia, sequestrati a La Spezia, con livelli di istamina dieci volte superiori a quelli consentiti.

    E infine lo scorso anno è riesploso il caso del Sudan 1, vietato dall'Unione europea perchè ritenuto cancerogeno e dannoso per la salute, trovato nella produzione del ketchup della Kraft e un po' in tutta Italia.

    “Il rapporto di quest’anno registra fenomeni in preoccupante crescita, come l’importazione clandestina di prodotti alimentari di cui ignoriamo provenienza e metodi di coltivazione, allevamento e trattamento. - ha dichiarato Antonio Longo presidente del Movimento Difesa del Cittadino - La nostra rete di sportelli “Salute&Gusto” ha visto crescere sempre più le richieste di informazione su problemi inquietanti come gli OGM, i pesticidi, le carni e la frutta di cui non si sa nulla. Soprattutto le famiglie con bambini vogliono essere rassicurate sulla genuinità dei prodotti, manifestano inquietudine e chiedono una estensione della tracciabilità a tutti i prodotti e un rafforzamento di controlli e prevenzione”.

    “I risultati delle indagini presentati oggi confermano l’alto livello di attenzione da parte degli enti preposti al controllo verso questo delicato settore. - ha dichiarato il direttore generale di Legambiente Francesco Ferrante - Con la sua grande espansione, l’agroalimentare attira evidentemente gli appetiti della criminalità che cerca di lucrare anche sulla salute delle persone che però, nel frattempo, sono diventate più attente ed esigenti, premiando, di fatto, quei prodotti di cui riconoscono la provenienza (possibilmente locale, tradizionale, di filiera corta), e la cura nella preparazione. Perché la qualità di un cibo è legata imprescindibilmente alla qualità dell’ambiente nel quale nasce e alla professionalità di chi alleva e produce. Un patrimonio tutto made in Italy da salvaguardare e valorizzare anche per combattere i rischi a tavola”.
    Acqua e bibite, Alimenti dietetici, Carni e allevamenti, Conserve alimentari, Farine, pane e pasta, Latte e derivati, Mangimi e prodotti zootecnici, Olii e grassi, Prodotti ittici, Ristorazione, Salumi e insaccati, Vini e alcolici, Zuccheri e sofisticanti.

  6. #16
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    LA VIRTUAL GIRLFRIEND: VERO CHE NE SENTIVATE LA MANCANZA?

    Da ECPLANET:

    Un po' fidanzate un po' Tamagochi

    In principio fu il Tamagochi, mostriciattolino di origini giapponesi, racchiuso in scatoline di plastica e alimentato a batterie. Ci si poteva occupare di lui, una volta acquistato; ma guai a non dargli da mangiare con regolarità, guai a trascurare il suo bisogno d'affetto: in poco tempo avrebbe finito col fare una brutta fine (nel sacco dei rifiuti !), lasciando il suo fallimentare tutore solo, con un senso di colpa da due minuti e mezzo.
    Mettiamo che quel giochino sia davvero educativo.
    Mettiamo che davvero sviluppi il senso di responsabilità in chi ci gioca. Ecco. Partendo da queste ipotesi, la novità della quale vi vogliamo riferire può essere definita “positiva”. La fervida fantasia delle menti attive nel mercato del ludico ne ha partorita un'altra: sta per presentare al mondo (o almeno a quella parte di mondo che spende) la Virtual Girlfriend. Ragazza virtuale.

    Lei vive nei telefonini e comunica con noi tramite sms. Ma non è così semplice: prima di amare (... ?!), è necessario trovare la donna giusta. Già, è necessario trovare la Virtual Girlfriend che più ci piace tra una serie di ragazze in pixel. Poi potrà partire la fase della conquista (la fase più bella, si dice; chissà se è così anche con le Virtual Girlfriend). Si dovrà essere dolci ma non troppo, comprensivi tantissimo, generosi e disponibili ma senza soffocare. Insomma, si dovrà cercare di dare il meglio di sé. Ma non sappiamo se sarà necessario essere anche fedeli alla nostra SMS-Lady; di certo, lo dicono i produttori, di sesso lei non parla e tantomeno ne vuole fare...

    Comunque tutte le risposte giungeranno dalla Artificial Life, azienda statunitense attiva ad Hong Kong, che si è occupata della realizzazione del nuovo gioco.
    Per ora se ne parla poco. Ma quando sarà un po' più famoso, ci diranno che è un passatempo utile, educativo. Ci diranno che così i ragazzi possono fare pratica e capire quali esigenze ha una donna.
    Ci diranno anche che uscirà, proprio per le donne, l'equivalente maschile della Virtual Girlfriend.
    Ce ne diranno parecchie di cose, quando questa novità si diffonderà. Speriamo solo che il Tamagochi non si offenda e che non faccia per ripicca i suoi bisognini in giro ! Ma tant’è, semmai pulisce la Virtual Girlfriend...

  7. #17
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    Da La Stampa:


    IN SPIAGGIA



    Paraggi, com’è chic
    il mini ombrellone


    Proprio in quel centinaio di metri dove, nello spazio di una curva, Santa Margherita si trasforma in Portofino, si nasconde, protetta da due dirupi ricchi di vegetazione mediterranea, la spiaggia di Paraggi. È una mezzaluna di sabbia fine che degrada nel mare con un fondale basso e sabbioso abbastanza inconsueto nel panorama roccioso del Levante ligure. Spicchio di paradiso preferito a Portofino per la sua dimora da Anna Bonomi Bolchini («castello» ormai diventato villa Berlusconi), Paraggi è un gioiellino. Ma i gioielli costano. E lo spazio di fatto limitato, con quattro stabilimenti balneari dilatati anche su palafitte e una striscia di libero accesso alla battigia, rende ancora più esclusivo questo angolino di Liguria. Persino l’accesso è difficile: la strada di Portofino è sì una balconata sospesa sul mare, ma è anche un incubo automobilistico con rallentamenti, code, blocchi, sensi di marcia alternati. Il posteggio a monte della «corniche», di fronte al lungomare pedonale che costeggia i bagni, è preso d’assalto, fino al veloce esaurimento degli spazi, sia di giorno, per la spiaggia, sia di notte, perché sul mare di Paraggi si affaccia il «Carillon», il ristorante-discoteca chic degli Anni 70 meta serale di genovesi e, soprattutto nel weekend, di milanesi. Il parking, appunto: sei ore di sosta, tempo sufficiente per una mezza giornata al mare, si pagano 14 euro. Il primo stabilimento balneare che si incontra è uno dei due più antichi: i Bagni Bosetti. L’ingresso costa 20 euro e dà diritto all’uso dello spogliatoio e al lettino sotto l’ombrellone. La sosta all’angolo bar per un caffè si paga 1 euro e 20. Si scende in spiaggia, quattro file per un’ottantina di ombrelloni. Hanno proporzioni inconsuete e a un’occhiata più attenta ci si rende conto che l’ampiezza è ridotta rispetto allo «standard». Non solo, ma anche così rimpiccioliti non potrebbero stare allineati, tutti aperti. Quindi sono conficcati nella sabbia a livelli alterni, uno più alto e uno più basso, con uno skyline a zigzag, per ottimizzare l’incastro. La superficie libera tra una coppia di lettini e l’altra è invece ridotta e ci si può infilare solo «di profilo», perché il varco è per l’ampiezza di una gamba.



    Ma dove arriveremo??
    «Mantenetevi folli e comportatevi come persone normali»

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  8. #18
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    Citazione Originariamente Scritto da poochie76
    Ma dove arriveremo??
    Povera Paraggi!
    Se ricordo quando ci andavamo a fine anni sessanta, a piedi (se andava bene in autostop) da Santa Margherita (3+3 km) e in spiaggia eravamo quattro gatti...


  9. #19
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    Da Il Corriere della Sera:


    Maschio o femmina? Nel Regno Unito
    lo decideranno i genitori (forse)


    Aperte le consultazioni per consentire la scelta del sesso della prole per «bilanciare» le famiglie

    LONDRA - Presto i genitori britannici potrebbero essere messi nella condizione di scegliere il sesso dei propri figli attraverso la fecondazione assistita. La condizione è che raccolga i necessari consensi tra i sudditi della Regina una modifica alla legge sulla materia appena proposta dal Governo.
    Si tratterebbe della prima modifica alla «Feritlity law» dalla sua promulgazione, nel 1990. La variazione all'attuale regolamentazione avrebbe lo scopo di consentire alla famiglie un miglior bilanciamento nel sesso dei figli. Insomma le coppie chi hanno troppe femmine o troppi maschi dovrebbe avere il diritto di «riequlibrare» il peso percentuale dei due sessi nella propria discendenza.

    PROPOSTA GIA' BOCCIATA - In realtà la possibilità di liberalizzare la scelta del sesso era già stata respinta in Gran Bretagna due anni fa, quando la Human and Embryology Authority (HFEA) aveva dato parere contrario dopo aver raccolto l'80 per cento di dissensi in un sondaggio.
    Così, fino ad oggi, i cittadini britannici hanno facoltà di scegliere il sesso del nascituro solo per prevenire malattie genetiche come la distrofia muscolare o l'emofilia, che si trasmettono solo ai figli maschi.
    A dispetto di questa recente bocciatura, il titolare del dicastero della salute Caroline Flint ha però deciso di riproporre la questione dopo una relazione del Common Science and Technology Committee, che ha bollato il divieto come privo di fondamento.

    IL QUESTIONARIO - Ora gli inglesi avranno tempo fino al 25 Novembre per far consocer la loro opinione, rispondendo a un questionario attraverso cui il Governo vuole capire anche la loro posizione su una serie di problemi «accessori» alla eventuale modifica di legge, tra cui, per esempio, il destino degli embrioni scartati nel processo di selezione, il numero minimo di figli dello stesso sesso che una coppia deve avere per poter esercitare il diritto in questione e altre questioni di carattere legale.

    ESPERTI PERPLESSI - In ogni caso la decisione di riaprire la possibilità di scegliere il sesso dei figli per ragioni non mediche ha rinfocolato molte polemiche. Molti esperti d'oltremanica hanno già sollevato l'ombra di unaa probabile preferenza per i figli maschi e hanno sottolineato il rischio di una sempre maggiore difficoltà, in prospettiva, a prevenire la selezione di specifici caratteri genetici, in particolare quelli legati all'aspetto e alle facoltà intellettuali non appena la tecnologia la renderà possibile.
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  10. #20
    Senior Member L'avatar di poochie76
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    Da La Stampa

    APERTA UN’INCHIESTA DOPO GLI ESPOSTI DELLE ASSOCIAZIONI CONSUMATORI
    Sotto accusa i deodoranti


    TORINO - Altro che odore di chiuso, come recitava molti anni fa lo spot televisivo che pubblicizzava un deodorante per interni. Se i sospetti di un nutrito gruppo di associazioni di consumatori europei verranno confermate dalle indagini della magistratura, allora si potrà parlare apertamente di puzza di benzene, formaldeide e altre sostanze nocive per la salute. Il fascicolo è nelle mani del procuratore aggiunto di Torino Raffaele Guariniello, che nelle scorse settimane ha mandato i carabinieri del Nas a far incetta di spray, gel, candele profumate e diffusori elettrici nei centri commerciali della zona. Scopo dell’operazione è verificare un terribile sospetto, già sollevato nel dicembre dello scorso anno dall’analisi di un laboratorio belga: molti deodoranti per ambiente, quelli che promettono di «eliminare i cattivi odori» e di «purificare l’aria di casa», conterrebbero sostanze irritanti, allergizzanti, tossiche e persino cancerogene. A denunciare questa possibile fonte di inquinamento domestico è stata un’indagine condotta dal Beuc, un «cartello» che riunisce buona parte delle organizzazioni di consumatori di Francia, Spagna, Portogallo, Italia e Belgio, ripresa in Italia dal settimanale «Il Salvagente». Lo scorso gennaio Guariniello ha ricevuto un esposto del Codacons e dopo alcuni mesi di accertamenti preliminari, nelle scorse settimane ha dato il via ai campionamenti del Nas in negozi e supermercati. Nel mirino dei militari, per ora, sono finiti soltanto i prodotti che secondo i ricercatori belgi conterrebbero sostanze che lo Iarc, l’Istituto mondiale per la ricerca sul cancro, classifica apertamente come cancerogene: benzene e formaldeide. I campioni prelevati tra gli scaffali dei principali centri commerciali di Torino e provincia verranno adesso analizzati da un laboratorio torinese, al quale il magistrato ha affidato una consulenza tecnica. I ricercatori dovranno stabilire se i deodoranti contengano in effetti le sostanze nocive e specificarne la quantità. Per il momento il fascicolo è aperto contro ignoti per «frode in commercio», perché sulle etichette dei prodotti non è indicata la presenza di tali composti chimici. Sono interessati i principali marchi in commercio: Glade, Grey, Air Wick, Ambi Pur, Auchan e Compagnia delle Indie.
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