Eccoci al 4° giorno di vacanza. Dopo una notte ristoratrice a Sur (la prima delle due che passeremo in questa città) siamo pronti per un'altra elettrizzante giornata.
In programma ci sarebbe il Wadi Tiwi, molto vicino e simile al Wadi Shab fatto il giorno prima, ma al momento della sua stesura, durante l'estate, ci avevo messo un punto interrogativo, visto che nella zona di Sur c'erano altre cose da vedere e che bisognava tornare indietro per 40 km per la strada fatta il giorno precedente.
Ma il Wadi Shab c'è piaciuto così tanto che non vedevamo l'ora di fare il bis.
L'escursione del Wadi Tiwi si differenzia da quella del Wadi Shab innanzitutto perché si risale la valle in auto per una decina di km, poi perché il tratto da risalire a piedi è più wild e meno battuto dai turisti. In fase di preparazione della vacanza ho raccolto più informazioni possibili su questa escursione, anche perché le indicazioni che trovavo erano contrastanti e non riuscivo a capire dove si partiva, come mai per fare 1 km ci si metteva due ore e dove fosse la cascata sotto il paese, che molte persone raggiungevano in 10 minuti (però alcuni dicevano che serviva una corda per scendere e salire). Poi, dopo un fitto scambio di mail con un gentilissimo omanita escursionista, che ha un blog, tutto si è chiarito a pochi giorni dalla partenza.
Si parte dall'hotel ma ci fermiamo subito per una foto in cui lo sky-line della cittadina sembra sospeso in aria (quella in basso è la grande laguna)
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La strada che risale il Wadi Tiwi è lunga 9 km, in gran parte asfaltata o cementata, ma anche con tratti di sterrato. Il tracciato è a tratti ardito, stretto e con pendenze proibitive, con attraversamento di un paio di villaggi (anche con passaggi molto stretti) in una scenario montano grandioso.
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Poco prima dell'ultimo paese (Mibam), dove la strada termina, incontriamo alcuni abitanti del posto
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Il tratti più bello del canyon termina a sinistra del paese (vedi terz'ultima foto), dove c'è quel palmeto in ombra. La maggior parte della gente (locali e turisti) arriva in auto fino al paese e poi scendono nel canyon, superando qualche salto di roccia non proprio facile. Raggiunto il fondo del canyon, con le pozze e le cascate, scendono un po' per le altre pozze, per poi tornare indietro. Noi invece partiremo 1 km più a valle e risaliremo il wadi, fino raggiungere le cascate. Questa scelta si è rivelata azzeccatissima e la consiglio per chi vuole fare il Wadi Tiwi (c'è molta più soddisfazione).
La stradina che scende verso il fondo del torrente ed un villaggio sperduto presenta pendenze a tratti assurde (chissà in inverno quando nevica come fanno ) e termina nel parcheggio del villaggio
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Questo è il primo tratto di wadi che ci aspetta...
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...che all'inizio si percorre abbastanza agevolmente, con una traccia di sentiero che passa vicino alle prime belle pozze d'acqua
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Poi però inizia un lungo tratto con grossi sassi sul fondo e le tracce del sentiero ovviamente spariscono. Dobbiamo passare in mezzo ai sassi e spesso anche sopra i sassi, cercando di intuire il passaggio migliore (talvolta anche l'unico passaggio fattibile con una certa facilità). Questa "ricerca" si rivela in fondo divertente, anche se a volte impegnativa (in più di un'occasione dobbiamo tornare sui nostri passi)
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Finalmente troviamo le prime pozze d'acqua dove entrare e rinfrescarci
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Poco più avanti però ci sono di nuovo dei passaggi obbligati non proprio agevoli...
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Ma ormai siamo arrivati nella zona delle "piscine naturali" che si susseguono e qui inizia il vero divertimento, fra tantissime libellule (come nel Wadi Shab)
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Questo è il punto dove il tratto più stretto del Wadi Tiwi finisce e dove bisogna risalire (sulla paretina di sinistra, dopo essere scesi di nuovo in acqua).
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Ma uno alla volta saliamo senza grosse difficoltà, aiutati anche da una corda che una guida aveva lasciato per il suo gruppo che era appena sceso.
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Ma una volta superata questo primo salto di roccia scopriamo che c'è ancora un ultimo incantevole angolino del wadi, con la sua cascatella (stupendo l'idromassaggio sulle spalle)
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Superato un secondo salto di roccia è possibile vedere dall'alto l'ultimo tratto del budello appena percorso
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e subito dopo inizia il sentiero fra le palme e i banani che porta al soprastante villaggio di Mibam
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Ora ci aspetta il rientro, seguendo la strada, al parcheggio dove avevamo lasciato l'auto, quasi 2 km sotto un sole implacabile, prima in su e poi in giù...
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Ultima modifica di Zebulon; 01-12-2017 alle 10:19:46
Infine scendiamo lungo i 9 km che ci riportano sulla costa. In mezzo ad un villaggio, con le strade molto strette, ci troviamo imbottigliati per più di mezz'ora perché i tanti fuoristrada che, come noi, stanno scendendo, sono bloccati da un mezzo in salita che per qualche motivo non riesce a tornare indietro
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Tornati a Sur, dopo aver mangiato un boccone da Zaki Chicken, andiamo a vedere il cantiere navale dove costruiscono i Dhow, le tipiche barche omanite
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e poco dopo il tramonto saliamo sulla Old Watch Tower (che si trova proprio sopra il nostro hotel) per goderci il bel panorama.
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Poi torniamo in hotel, mangiamo datteri e beviamo caffè omanita nella lobby (ottimo abbinamento fra il dolce dei datteri e l'amaro/speziato del caffè)
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...doccia, cena al New Sur Restaurant e passeggiata lungo la Corniche, con bella vista sulla moschea più importante della città.
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Ultima modifica di Zebulon; 01-12-2017 alle 01:44:09
Un vero spettacolo il Wadi Tiwi. Vedo che avevate (saggiamente) gli zainetti stagni da canyoning. Lo avete percorso tutto con le scarpine da mare o le avete alternate con calzature da escursionismo?
Hai usato una fotocamera impermeabile o una normale (magari protetta con sacchetti di plastica)?
Che spettacolare escursione, anche difficile!! Complimenti!
… Ci vorrebbe ...un amore, qualcuno… lui saprebbe inventarla una strada … una strada clemente e bella… una strada da qui al mare (A. Baricco)
Mariarosaria
Il mio sito http://www.porticandonuovo.eu/
Nel primo tratto abbiamo calzato scarpe da trekking, poi quando abbiamo capito che iniziava la parte del canyon con tante pozze/piscine abbiamo tirato fuori le scarpine da mare/scoglio e calzato solo quelle. Tengono bene anche nei tratti fuori dall'acqua, stando ovviamente attenti nei punti più viscidi (sui sassi bagnati hanno una discreta aderenza). Anche il salto di roccia con la corda lo abbiamo affrontato con le scarpine da scoglio.
Le sacche stagne sono fondamentali in questi casi, metti dentro tutto e vai tranquillo. Io ne avevo una da 20 litri ed era giusta giusta (quindi consiglio non meno di 20 litri). Per sicurezza alcune cose le ho messe in sacchetti di plastica trasparenti (per lo smartphone ho usato la custodia impermeabile con grado di protezione IPX8 che era in dotazione con la sacca stagna, comprata prima di partire). In realtà se ci si limita a farla galleggiare non sono necessari ulteriori accorgimenti. Nel Wadi Shab ad un certo punto, però, l'ho inavvertitamente immersa un paio di volte per pochi secondi e in effetti qualcosa si è bagnato dentro.
No, niente fotocamera impermeabile. Aspettavo solo qualche masso che mi permettesse di uscire dall'acqua o di appoggiare la sacca per estrarre la fotocamera. Una foto e via.
Bella escursione, bravi Impegnativa ma, penso, di grande soddisfazione. Questa, però, non me la segno perché tanto mia moglie non la frebbe mai !
Continuo il foto-racconto...
Siamo arrivati a domenica 5 novembre, quando lasciamo Sur e la costa dell'Oman e ci dirigiamo all'interno. Prima destinazione il Wadi Bani Khalid, a 127 km da Sur. Poi andremo a Al Wasil all'appuntamento con la guida che ci accompagnerà nel deserto del Wahiba Sands per il pernottamento in un camp prenotato da tempo.
Nella cartina seguente: 1-Sur, 2-Wadi Bani Khalid, 3-Wahiba Sands
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Dunque salutiamo la bella cittadina di Sur
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e percorriamo la comoda strada che ci porterà, verso Sud-Est, ad attraversare Al Kamil e poi a piegare verso Nord-Ovest, passando a fianco ad un infinito cantiere per la costruzione di una nuova strada parallela a quella esistente (troveremo altri cantieri simili nei giorni seguenti, come se la strada vecchia, larga e comoda, non andasse bene...mah...). I poveri operai sono coperti per ripararsi dal sole e dai 34-35°C, non oso immaginare le loro condizioni in estate, quando la temperatura è quasi sempre sopra i 45°C
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Dopo 45 km da Al Kamil abbandoniamo la strada principale e seguiamo una strada che ci porta a valicare un passo a 900 m di quota
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per poi scendere rapidamente in una valle, nel terzo wadi di questa vacanza, il Wadi Bani Khalid.
A differenza del Wadi Shab e del Wadi Tiwi, fatti nei due giorni precedenti, questo è molto più soft, molto meno impegnativo. Direi che è adatto alle famiglie e a chi vuole farsi un bagno comodo. Incontriamo prima una grande "piscina", con un baretto/ristorante vicino, dove però non c'è molta gente che fa il bagno
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La maggior parte della gente, soprattutto turisti, va a nuotare nel "budello" che inizia subito il ponticello che porta al bar. Se non si entra nel "budello" direttamente dalla piscina, bisogna andare a piedi per 200-300 m sulla destra e poi scendere. Non sarà avventuroso come i due wadi già fatti ma vi assicuro che è piacevolissimo anche questo, anche perché la roccia è bianchissima e sembra quasi di stare in un parco acquatico
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Le due ore che potevamo trascorrere qui passano velocemente ed è già ora di ripartire, non prima però di aver mangiato qualcosa al bar
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Percorriamo a ritroso la strada fatta all'arrivo e torniamo sulla strada principale; alle 14.50 ci aspetta a Al Wasil la guida "beduina"
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Arriviamo, con un po' di anticipo ad Al Wasil e sul luogo dell'incontro notiamo che sono molti i fuoristrada che stanno aspettando la stessa nostra guida. Dopo aver fatto l'appello e dopo che un operaio di una vicina officina ci ha sgonfiato un po' le gomme (per procedere meglio sulla sabbia del deserto) possiamo partire, tutti in fila
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Dopo 12 km arriviamo al Nomadic Desert Camp, uno dei tanti camp che ospita il Wahiba Sands. Me l'ero fatto consigliare dal mio contatto omanita, a cui avevo chiesto qualcosa di tipico e semplice, non troppo turistico (ce ne sono anche con la piscina, pensa te...).
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Dopo il check-in ci sistemiamo nelle nostre capanne, che non sono niente male
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Poi ripartiamo tutti con i nostri mezzi per andare a vedere il tramonto sulle dune e a bere il caffè omanita all'imbrunire, fatto sul posto
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Tornati all'accampamento e quasi ora di cena. Dopo aver mangiato, la serata prosegue ovviamente con uno spettacolo musicale, peraltro discreto e piacevole (alla fine quasi tutti in piedi a ballare al ritmo della musica arabo/omanita di due suonatori)
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Ok, tutto molto turistico e "prevedibile", ma è il prezzo da pagare per vivere una notte nel deserto nel modo tradizionale beduino. Comunque noi, finita la serata musicale ed approfittando di una bellissima luna piena, decidiamo di andare a piedi in cima alla duna più alta poco fuori l'accampamento: magia pura! Il chiaro della luna, la sabbia fredda, il totale silenzio, ci hanno letteralmente stregati. Alla fine torniamo nelle nostre capanne, quasi infreddoliti e desiderosi di infilarci sotto il piumino.
Ultima modifica di Zebulon; 05-12-2017 alle 01:22:39