Wow che bello! Peccato per il tempo, però si capisce lo stesso dai colori dell'acqua che col sole dev'essere uno spettacolo. Siamo decisamente d'accordo con Zuppalatte, continualo perchè è bellissimo!
Wow che bello! Peccato per il tempo, però si capisce lo stesso dai colori dell'acqua che col sole dev'essere uno spettacolo. Siamo decisamente d'accordo con Zuppalatte, continualo perchè è bellissimo!
Grazie per i complimenti, sono molto graditi
Il secondo giorno è quello del trasferimento sull’isoletta e alle 9 abbiamo appuntamento al Cyber Cafè di Sara, la ragazza di origine spagnola che, assieme a Pepe, dominicano, gestisce la Casa Rural all’Isla Saona. Stamattina c’è un bel sole ma verso Ovest un grosso temporale minaccia di arrivare ed il mare, inizialmente quasi calmo, comincia a diventare sempre più mosso.
Dopo una frettolosa colazione…
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...prepariamo la roba, attraversiamo di corsa Bayahibe con i nostri trolleys...
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…e arriviamo in orario al Cyber Cafè (pensavo fosse una specie di Internet cafè, con un paio di pc per poter navigare nel web a pagamento, invece è una stanza/magazzino con un pc solo per i gestori). Il fratello di Pepe mi dice che non sanno se riescono a partir,e perche il mare si sta ingrossando. Dopo una telefonata con “el capitano” (colui che guida la barca), comunica, a noi e ad una coppia che sta aspettando per trasferirsi una notte sull’isola (lei italiana, lui olandese), che bisogna aspettare un po’ per vedere come evolve il tempo. Poco dopo, per fortuna, ci dice che si po’ andare e che si parte alle 9.45. Io ne approfitto per scattare qualche foto in giro
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Ad un certo punto, alcuni pullman, arrivati quasi contemporaneamente nel vicino piazzale, scaricano qualche centinaia di turisti, che subito si muovono, con un flusso quasi ininterrotto, verso la zona dell'imbarco per la gita giornaliera a Saona. Succede così 365 giorni all'anno...E per fortuna che ormai siamo in bassa stagione!
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Verso le 10 ci viene presentato il “capitano” che ci conduce al luogo dell’imbarco. A questo punto ho la conferma che non esiste un servizio di trasporto pubblico verso l’Isola di Saona (letteralmente trascurata , per non dire abbandonata, dallo Stato). I gestori dell’alloggio hanno una convenzione con un marinaio locale che, se ci sono ospiti, parte con la sua barca verso le ore 9 e poi torna a metà pomeriggio, riportando a Bayahibe gli ospiti che hanno concluso la mini vacanza. La barca, già… la barca…quale sarà? Mentre aspettiamo il capitano, che si allontana 5 minuti, proviamo ad indovinare quale potrebbe essere, fra le tante ormeggiate su quella parte di porticciolo…Nemmeno il tempo di scherzare sulla barchetta più vicina a noi, che arriva il capitano e ci invita a salire… proprio a bordo di quella!
Qualcuno la guarda un po' perplesso…
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...ma come dargli torto?
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Dopo che il capitano ci ha assicurato che la barca è sicura (vedendoci un pochino scettici), iniziano le operazioni di imbarco…
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…e poco dopo finalmente si parte! Oltre a noi quattro, ci sono altri due abitanti dell’isola che approfittano del passaggio
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Il viaggio inizia subito con il motore al massimo e onde alte più di 1 m, per cui il su è giù è notevole, in certe casi letteralmente si vola e gli spruzzi sono frequenti ed abbondanti (arriveremo a destinazione piuttosto bagnati). Dopo circa mezz’ora, come da richiesta del sottoscritto, arriviamo alla famosa “piscina natural” un’ampia zona di mare non lontana dalla costa, riparata dal moto ondoso e con fondale sabbioso di circa 1 m di profondità. Il risultato è questo…
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Qui fanno tappa tutte le escursioni turistiche che vanno all’Isla Saona (generalmente al ritorno), la gente scende in acqua con un bicchiere in mano (Coca, Rum o Cuba Libre), balla con musica ad alto volume e magari prende in mano per una foto le bellissime stelle di mare giganti che si trovano sul fondale (così pian piano ce ne sono sempre meno, come mi riferisce il nostro “capitano”).
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Poco dopo sia attraversa un tratto di mare dalla tonalità diversa da quello della piscina natural ma bellissimo
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e poi si comincia a costeggiare l’isola di Saona e scorgiamo, in zona Catuano, le prime spiagge attrezzate che sono in attesa delle tante barche piene dei turisti “giornalieri” (molti italiani).
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Costeggiando il lato Sud dell’isola troviamo di nuovo il mare mosso e si ricominciamo con il suo e giù (la ragazza italiana davanti a me mi confesserà all’arrivo di essere stata quasi sul punto di vomitare, pur non avendo mai sofferto il mar di mare). Dopo un’ora di navigazione arriviamo a destinazione, approdando davanti al villaggio di Mano Juan
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Il capitano, ovviamente, è l’ultimo a scendere dalla barca
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… Ci vorrebbe ...un amore, qualcuno… lui saprebbe inventarla una strada … una strada clemente e bella… una strada da qui al mare (A. Baricco)
Mariarosaria
Il mio sito http://www.porticandonuovo.eu/
Finalmente, dopo la prenotazione fatta all'inizio di agosto ed alcuni mesi di preparazione, metto piede sull'Isla Saona
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Un paio di addetti ci accompagnano subito all'alloggio, portandoci i trolley.
Ecco dove alloggeremo per 5 giorni:
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Entriamo nella nostra camera vista-mare, sistemiamo un po' di cose e poi ci facciamo un primo giro per la zona del villaggio vicino alla spiaggia, quella un po' più turistica. Per pranzo proviamo ad andare nell'unico ristorantino di Mano Juan e scopriamo che è gestito da un sardo e dalla sua moglie dominicana, Patricia, che parla un buonissimo italiano con un chiaro accento sardo (hanno vissuto in Sardegna per 10 anni, poi l'anno scorso, dopo una vacanza sull'isola, hanno aperto questo locale)
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Nel pomeriggio si spaparazziamo sotto una palma della spiaggia del paese
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Poi doccia e, quando ormai è buio, ci avvisano che la cena è pronta (avevo scelto la mezza pensione).
Si mangia a 100 m dall'alloggio, davanti ad una casetta adibita a cucina, su tavoli sotto le palme
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Alle 21 finiamo di mangiare e passiamo un'oretta a chiacchierare, sulla veranda della Casa Rural, con un ragazzo francese, alla sua seconda e ultima notte sull'isola.
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E infine andiamo a nanna, "cullati"dalle onde del mare (che però risulteranno, per tutta la vacanza, un po' troppo rumorose, visto che le camere non hanno finestre, solo zanzariere e rudimentali persiane di legno). Noi due, il ragazzo francese e una donna tedesca (tutti ospiti della Casa Rural) siamo gli unici 4 turisti sull'Isla Saona e questo ci fa sentire dei privilegiati (nelle successive due notti saremo addirittura solo in due)
… Ci vorrebbe ...un amore, qualcuno… lui saprebbe inventarla una strada … una strada clemente e bella… una strada da qui al mare (A. Baricco)
Mariarosaria
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Continuo il mio foto racconto...
Ovviamente non vi racconterò la nostre giornate giorno per giorno, anche perché sono risultate tutte molto simili. Sull'isola non c'è un granché da fare, se non farsi un giro per il villaggio, andare a vedere la vicina Laguna de los Flamencos e passare una o due giornate alla famosa spiaggia Canto de la Playa (che si trova a oltre 5 km). Per il resto tanto relax, sole (era quasi verticale e picchiava duro) e rumore delle onde, senza tv e senza social media.
Cominciamo con l'alloggio...Decisamente spartano, ma decoroso e tutto sommato pulito.
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In bagno l'acqua era salata (non come quella del mare) e fredda. Per lavarci i denti usavamo l'acqua in bottiglia.
La corrente veniva staccata tutte le sere verso le 22 e tornava verso le 8 del mattino; anche durante il giorno c'erano dei blackout. Ma si consideri che tutto il paese non ha acqua potabile e la corrente viene prodotta con pannelli fotovoltaici o con gruppi elettrogeni.
Mangiare era un piacere, all'aperto, sotto le palme, davanti al mare. Il cibo era buono e saporito, con la cuoca (che cucinava solo per i pochi ospiti dell'alloggio) che variava sempre ogni giorno (si mangiava quello che portavano, senza possibilità di scelta). Colazione con succhi di frutta tropicale ogni giorno diversi, tanto ananas, qualche pezzo di pane, un po' di marmellata e spesso le buonissime uova strapazzate con le verdure (caffè solo a richiesta, niente latte).
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La tranquillità sulla spiaggia antistante era sovrana, anche quando arrivavano (verso le 11, ogni giorno) la barche dei turisti giornalieri, che attraccavano 200 m più a Est, dove "los turistas" mangiavano, prendevano il sole e si facevano il bagno, senza quasi mai arrivare davanti alla nostra Casa Rural. Era davvero rilassante distendersi sui nostri artigianali sdraio o sulle amache
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Poi quando l'ultima barca dei turisti se ne andava, verso le 16, si tornava nella tranquillità più assoluta e ci pareva quasi di far parte di Mano Juan. Dopo il tramonto si attendeva il segnale che la cena era pronta, una spruzzata di repellente su braccia e caviglie per i mosquitoes e la giornata era quasi finita.
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Bellissima la foto con le palme al tramonto, infonde proprio tranquillità assoluta!
Grazie!
E pensare che di tramonti carini ne abbiamo visti solo un paio, il tempo non è stato sempre bello, molta variabilità, alcuni temporali e solo due giornate soleggiate dal mattino alla sera. Non c'è dubbio che il sole splendente e garantito che abbiamo nel Mediterraneo in estate, nei Caraibi se lo sognano...
Oggi parlo del villaggio che ci ha ospitato, Mano Juan.
Come vi dicevo è trascurato dallo Stato, non hanno acqua potabile, non hanno un servizio di smaltimento rifiuti e non hanno un servizio pubblico di trasporto su barca per il collegamento con Bayahibe. E' un tipico villaggio di pescatori, la gente vive in gran parte in casette decisamente trasandate o addirittura in baracche.
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La loro comunque è una povertà dignitosa e la sensazione è che non ci tengono più di tanto all'aspetto della casa, l'importante è avere un tetto, un letto dove dormire e poter mangiare qualcosa ogni giorno. Ci sono tanti giovani (ho letto che il 30% dei 260 abitanti ha meno di 18 anni) e tutti si vestono più che decentemente.
Gli abitanti di Mano Juan accettano serenamente questa loro condizione e mi pare non si lamentino più di tanto con le istituzioni. Non li biasimerei se guardassero di traverso il turista o se impedissero, con la forza, il flusso di turisti giornaliero, che si intrufola ogni giorno fra le loro casette, facendo foto, visto che gli unici che ci guadagnano (e molto) sono le agenzie che organizzano le escursioni.
I bambini sono simpaticissimi e alcuni si mettono anche in posa
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Fa un certo ché vedere i bambini che girano tenendo in mano e bevendo da un sacchettino di plastica trasparente, con dentro acqua fresca (comprata all'emporio per 4 pesos-8 centesimi di euro). Per loro immagino che l'acqua fresca sia un lusso, un po' come avere un gelato in mano (si intravede nella seconda foto, nella mano sinistra della bambina che mi saluta con il pollice all'insù).
A proposito del rapporto con il turista...per i ragazzi è naturale chiedere ad un loro coetaneo-straniero di aggregarsi a loro per una partita di pallone, dove i pali delle porte erano le scarpe (e mio figlio non si è fatto certo pregare)
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Il posto di polizia
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La scuola, appena fuori dal villaggio (per i primi 8 anni)
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La chiesa
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La parrucchiera-estetista
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La "discoteca"
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Il colmado (l'emporio)
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Il bar
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C'è anche qualche casa "di lusso", quasi tutte chiuse (evidentemente comprata e sistemata da qualche cittadino de La Romana, che viene qui a passare qualche weekend o le vacanze)
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Ecco, Mano Juan è questo...e probabilmente tanto altro (che sarebbe stato bello conoscere)
Ultima modifica di Zebulon; 15-05-2017 alle 23:11:37
Tema di oggi: il turismo giornaliero a Mano Juan.
Tutti i giorni, tutto l'anno (salvo quelle poche giornate con tempo molto brutto o con mare agitato) arrivano, in tarda mattinata, 4-5 imbarcazioni che portano i turisti delle escursioni giornaliere. Alcune delle agenzie sono gestite da italiani e quasi tutte hanno una "succursale" nel villaggio
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Solo alcune delle tante escursioni provenienti da Bayahibe prevedono la sosta a Mano Juan.
Prima si visita il villaggio "vero"...
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...poi quattro passi nella via dello shopping
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Infine pranzo sotto le palme e un'oretta di relax sulla spiaggia.
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Ultima modifica di Zebulon; 20-05-2017 alle 19:35:02
Ma tutta questa gente che va e viene ogni giorno non turba la tranquillità della comunità che a Mano Juan ci vive? Ok, probabilmente i turisti comprano souvenirs e fanno "girare l'economia", però dalle tue foto sembra che queste gite siano solo ed esclusivamente organizzate a beneficio del turista stesso e dei pochi che sull'isola hanno il negozio di souvenirs