Come da consuetudine ormai consolidata da dieci anni, il CAI di Arenzano ha messo in calendario una settimana escursionistica a settembre in una zona del meridione d'Italia.
Sempre con l'appoggio in loco di naturaliterweb, un operatore di turismo sostenibile attivo in Calabria, Sicilia, Isole e Campania, per questo 2014 la scelta è caduta sul Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano.
Partiamo con una breve connotazione dell'area, per la quale copio-incollo dal programma messo a punto da naturaliterweb:
Il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, secondo parco in Italia per dimensioni, si estende dalla costa tirrenica fino ai piedi dell'Appennino campano - lucano, comprendendo le cime degli Alburni, del Cervati e del Gelbison, nonché i contrafforti costieri del M. Bulgheria e del M. Stella.
L’istituzione dell’Ente Parco risale al 1991 e si estende su una superficie di 178.172 ettari. Per i valori ambientali e culturali che ancora oggi conserva è stato inserito,unico Parco in Italia, nella lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Il Parco del Cilento e del Vallo di Diano è infatti un’opera combinata della Natura e dell'Uomo, essendo il risultato di eventi storici, sociali, economici, artistici e spirituali, e raggiungendo la sua "forma" attuale in associazione e risposta al suo ambiente naturale. È, oggi, un paesaggio vivente che, pur mantenendo un ruolo attivo nella società contemporanea, conserva i caratteri tradizionali che lo hanno generato nell'organizzazione del territorio, nella trama dei percorsi, nella struttura delle coltivazioni e nel sistema degli insediamenti.
Tra le maggiori emergenze naturali del Parco del Cilento, il Monte Cervati con i suoi 1.898 metri, il più alto della Campania. Per questo "primato", geografico, e naturalmente a maggior ragione per i suoi aspetti naturalistici, paesaggistici e forestali, il Cervati, insieme con la zona del Monte Sacro o Gelbison che domina Vallo della Lucania, esteso a comprendere anche la stupenda, prossima regione degli Alburni, del Monte Stella e del Bulgheria, rappresenta un sistema morfologico davvero unico.
La fascia costiera, caratterizzata da due Parchi Marini, quello degli Infreschi e di Santa Maria di Castellabate, ha un aspetto tipicamente mediterraneo, con un succedersi di insenature, piccole spiagge sabbiose, pareti precipiti e promontori dominati da antiche torri di guardia a difesa dei nuclei urbani interni.
Di particolare interesse naturalistico e scientifico è l'avifauna. E' accertata la presenza dell'aquila reale, della rarissima coturnice e del raro gracchio corallino, specie caratteristica dell'alta montagna e in diminuzione ovunque. Sono presenti e nidificanti il picchio verde, il picchio rosso maggiore e il rarissimo picchio nero. Interessante e la presenza dello sparviere, rapace tipico degli ecosistemi forestali.Tra i mammiferi sono presenti il cinghiale, la martora,il tasso, la volpe e il raro lupo che rappresentano solo il più visibile effetto di un nuovo e ricco equilibrio ecologico.
Altrettanto importante dal punto di vista fitogeografico è il patrimonio floristico vegetazionale del parco. Le circa tremila specie botaniche presenti si associano in un mosaico di paesaggi vegetali che vanno dalla ricchissima e variegata macchia mediterranea alle pinete costiere di Pino d’ Aleppo; dalle leccete ai boschi misti di latifoglie dell'area collinare e pedemontana. Ed ancora più in alto estesi e vetusti boschi di faggio a volte misti a relitti di Abete bianco e Betulla, che trapassano nei tipici pascoli montani appenninici. Le entità più significative sono la Primula palinuri e la Genista cilentina, endemismi puntiformi del Parco. Ad esse si accompagnano numerose e rare entità che caratterizzano i vari habitat presenti in tutto il territorio.
Dal punto di vista dei Beni Culturali il Parco apporta una testimonianza eccezionale sulle tradizioni culturali e la civiltà delle antiche genti mediterranee, attraverso il sistema dei percorsi, degli insediamenti, dei santuari ancora esistenti e delle vestigia archeologiche intatte. E’ un esempio eminente della civiltà urbana fin dalle sue prime manifestazioni conserva intatte le strutture e le architetture illustranti il periodo della prima colonizzazione greca in Italia, con la particolarità di esaltare l'incontro della Magna Grecia con le Culture Appenniniche e Mediterranee.
Esso costituisce inoltre un esempio eccezionalmente rappresentativo della cultura medioevale nel sistema degli insediamenti umani e dei modi di utilizzazione dello spazio, cultura stratificatasi su sistemi di percorsi e organizzazione territoriale risalenti alla più alta antichità e alla preistoria, e conservatasi fino ai nostri giorni preservando contemporaneamente i segni straordinari delle originarie e millenarie matrici culturali.
Alle sette del 30 agosto siamo in 29 a scendere alla stazione di Agropoli dopo un viaggio in treno cuccetta da Genova. Con la consueta puntualità ed efficienza degli amici di naturaliterweb, il pullman riservato ci carica per il transfer di circa un'ora a Santa Maria di Castellabate, dove faremo base per tre notti in un bel resort affacciato sul mare. Abbondante colazione con squisiti cornetti, presa di possesso delle camere e giornata in buona parte dedicata al mare che, pur non essendo quello delle mie amate Isole Greche, è comunque di tutto rispetto.
Alle 16,30 ci rechiamo con il pullman a Castellabate, situato su un colle a circa 300 metri di quota. Il paese, assurto a notorietà in ambito nazionale con il film del 2010 "Benvenuti al Sud" interpretato da Claudio Bisio, Alessandro Siani e Angela Finocchiaro, fa parte dell'associazione dei borghi più belli d'Italia e merita una visita per il tessuto urbano ricco di emergenze architettoniche e scorci caratteristici.
Immancabile è la suggestiva piazzetta panoramica sulla quale nella finzione cinematografica si affaccia l'ufficio postale (che nella realtà non esiste, essendovi ubicato il frequentatissimo bar gelateria "La piazzetta" con tavolini all'aperto)
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Sulla destra, la casa di cui Bisio spacca il vetro della finestra giocando a pallone
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Dalla terrazza panoramica si ha un esteso panorama sulla sottostante Santa Maria e la sua lunga spiaggia sabbiosa
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