Non posso che sottoscrivere in toto. Uluru E' l'Australia e uno può averla anche girata tutta (e non è poca cosa) ma, rinunciando al monolito, avrà rinunciato alla sua vera essenza. E' un luogo che trasmette davvero vibrazioni indescrivibili. Dal mio viaggio del 1998 l'ho predicato fino alla nausea, non solo su CSS ma in mille occasioni. Così come, per comprendere la cosmogonia aborigena, raccomando la lettura di "Le vie dei canti" di Bruce Chatwin.
Quest'ultima notizia taglia la testa al topo e probabilmente è giusto così. Del resto la questione è stata sempre controversa fra fautori del "salire sì" e del "salire no", entrambi rispettabili. Quello che respingo è l'integralismo, che oggi imperversa sui social riguardo tante tematiche (un esempio per tutti carnivori vs vegani). Quando ci andammo noi (eravamo in tre), ci documentammo in anticipo, anche se le fonti erano più limitate di oggi. Fra queste, apprendemmo che esiste il trattato (non ricordo di quale anno) fra governo australiano e aborigeni con il quale si concesse a questi ultimi (sono l'etnia Anangu) la gestione di tutta l'area di Yulara. In cambio gli aborigeni permisero la salita a Uluru esclusivamente lungo un unico itinerario (contrassegnato da tacche bianche sul terreno lungo il versante meno ripido), fatti salvi gli altri versanti e alcune zone lungo il perimetro ritenute di particolare sacralità.La salita sulla sommità del monolito è attraente ma vi abbiamo rinunciato e, dopo 2 mesi, non ho ancora realizzato se l'abbiamo fatto per rispettare la volontà degli aborigeni (che chiedono di rispettare la montagna, per loro sacra, evitando di scalarla) oppure perché la mia anca e il ginocchio di L. chiedevano pietà ! Dal 2019 il dubbio amletico "salgo o non salgo" non sussisterà più perché gli aborigeni hanno ottenuto che la scalata non sia più possibile.
In conformità a tale trattato, noi scegliemmo di salire. Quando fu pubblicato il resoconto su CSS (era febbraio 2001, gli albori del sito essendo nato nell'ottobre 2000), ottenni parecchi apprezzamenti ma anche qualche critica: ne ricordo una particolarmente feroce che suonava più o meno "dovreste vergognarvi, sarebbe come entrare in una chiesa e salire in piedi sull'altare". Gli risposi, con forzata cortesia, che non avevamo commesso alcuno sgarro essendoci attenuti ai citati accordi fra aborigeni e governo: pur essendone ignaro, il tipo rincarò la dose e passò ad insulti pesanti, al che lo mandai bellamente a quel paese. Già 16 anni fa i leoni da tastiera impazzavano...