Errori, grandi e madornali, ne sono stati commessi a valangate da tutte le parti. Però il debito non l'ha creato la Germania o le banche (che ci hanno sì lucrato) ma i governi greci che si sono via via succeduti, taroccando anche i bilanci (non dimentichiamo questo particolare così come nessun controllore ha controllato). Nel 2010 erano già state richieste riforme che poi nessuno ha fatto. In un'economia fragile (lo stiamo vedendo in questi giorni a banche chiuse come corre la contabilità del rapporto debito/pil) non si possono perdere cinque anni. Sul taglio del debito bisogna dire anche che le circostanze di origine e di contesto erano nettamente diverse. Oggi i trattati non lo consentono (e quindi bisognerebbe cambiarli) e forse pochi sarebbero contenti di sapere che gli euro che ciascuno di noi ha versato in virtù di alcuni provvedimenti tributari, nati anche per sostenere i due piani di aiuto, non rientrerebbero se non in parte. Si può arrivare allo stesso risultato pratico e senza ambiare i trattati, estendendo il periodo di grazia in maniera sostanziosa. La Lagarde ha pensato a 30 anni ed io dico a 50. Tenuto conto che il debito greco pagava tassi a due cifre, fatevi un po' di conti cosa voglia dire anche 30 anni senza interessi ed il debito è tagliato. Ma a condizione che quel flusso di cassa venga dirottato altrove (attrazione investimenti, ricerca, internazionalizzazione) e non - ad esempio - creando altri posti pubblici, altrimenti siamo daccapo.
Ecco perché siamo in una crisi di fiducia politica che speriamo stanotte possa mettere la sua prima pietra di ricostruzione