Più che un intervento vero e proprio, vorrei prendere spunto dalle scene di delirio viste oggi e ieri in un aeroporto del Nord Italia, come molti, sommerso di neve.
Non voglio stare a recriminare (sembra invece sia lo sport preferito dalla stampa in questi giorni!) sulle vere o presunte colpe di chi è incaricato di pulire velivoli e piazzali per renderli agibili e di conseguenza evitare ritardi o cancellazioni; voglio invece fare un po' chiarezza sulle quello che succede in queste situazioni a livello tecnico e, dall'altra parte della barricata, per i passeggeri.
Il processo è semplice e molto simile a quello "automobilistico": nevica, la pista così come il piazzale di sosta degli aeromobili e le taxiway si riempiono di neve e magari di ghiaccio rendendo il tutto viscido, scivoloso ed in generale non sicuro soprattutto quando si tratta di atterraggio e decollo. Gli aerei non hanno le catene come le macchine ma, a seconda delle condizioni in cui sono chiamati ad operare, possono montare gomme più o meno adatte a condizioni di freddo e neve; ho sperimentato personalmente un atterraggio (e successivo decollo) all'aeroporto di Rovaniemi (sulla pista da cui parte anche Babbo Natale con slitta e renne) con -16°, ghiaccio e neve ovunque e oltre ad essere ancora qui per raccontarlo posso garantire che non c'è stato il minimo scivolamento o il minimo pericolo. Perchè da noi allora con un po' di neve tutto si blocca?!
Onestamente quanti di voi, magari a Roma, sapendo che su 365 giorni l'anno 1 o 2 potrebbe nevicare e comunque il giorno dopo a forza di traffico, sale e spazzaneve le strade sono praticamente agibili, comprano gomme da neve? ovviamente per tutte le auto che possiedono? e quanti fra questi le montano ogni volta che il meteo prevede ci sia la possibilità di una nevicata? Certamente ci sarà qualcuno, ma riproponendo in chiave aziendale (in termini di costi e ricavi in somma) la questione per una compagnia con un centinaio di velivoli (vuol dire a spanne qualcosa come 600-700 gomme!) la cosa diventa completamente antieconomica (non impossibile, basterebbe triplicare i costi dei biglietti... evito commenti in merito!) se non in nazioni dove il gelo la fada padrone per 6 mesi l'anno!
La sicurezza prima di tutto.
Questo è e deve essere l'imperativo per ogni compagnia aerea e per ogni aeroporto.
Ok, allora se non ci sono i presupposti per volare senza rischio (accettabile) e non è possibile abbassare questo rischio, semplicemente non si vola. Come si migliorano le cose allora? A differenza degli automobilisti che salgono semplicemente in auto senza curarsi di pulire il mezzo dalla neve, in modo particolare per prevenire la formazione di ghiaccio, prima del decollo il velivolo viene spruzzato di un liquido particolare che ne previene la formazione. Operazione comune ma che richiede tempo (deve essere fatta entro 10 minuti circa dal decollo!) e che rallenta le procedure di partenza contribuendo a congestionare gli aeroporti.
Neve + Operazioni congestionate + aumento del rischio = ritardi (se va bene) e/o cancellazioni (più facile)
E chi ci rimette? Il passeggero.
Ma ci rimette davvero? Davvero quelle persone che oggi ho visto nella hall dell'aeroporto imprecare contro chi li stava aiutando al meglio a gestire la situazione ci "rimettono"?
Vorrei semplicemente che quella folla sbraitante ed imprecante che si accalca rossa in volto con la vena giugulare gonfia per lo sforzo nel gridare e far sentire il proprio disappunto contro chi non ha alcuna colpa si fermassero un attimo, si calmassero e si ponessero una semplice domanda: "davvero voglio rischiare la mia vita e quella di un altro centinaio di persone per partire ad ogni costo quando posso farlo magari domani perdendo un giorno di vacanza?" Certo, ci sono i disagi (credo sia la parola più utilizzata da 48 ore a questa parte!), ma io sinceramente preferisco quelli ad un fuoripista in atterraggio (se va bene) o al trovarmi a qualche centinaio di metri da terra con l'aereo che a causa del ghiaccio non riesce più a stare in volo. In quei casi l'unica possibilità è tornare a terra. In qualche modo...