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... una rubrica sul volo... perchè?!



yberf
19-01-2009, 11:02:04
Anche se un libro o un bel film permettono di viaggiare con la fantasia, senza muoversi dalla poltrona davanti al caminetto o dal divano, per il Viaggiatore che ha voglia di scoprire in prima persona il Mondo, viaggiare è sinonimo di spostarsi; ed oggi più che mai i modi in cui questa passione e questo desiderio si possono concretizzare sono numerosi e diversi fra loro: dal coast to coast in auto al giro della Sardegna in moto, dalla scoperta delle pianure kenyane in mongolfiera a quella delle capitali europee in treno, dal trekking sulle Alpi alle passeggiate in dromedario per il deserto egiziano, dal dorso di elefante nei safari indiani alle motoslitte in Lapponia o alla biciletta per scoprire la Danimarca e la barca a vela per cogliere il meglio delle Polinesia Francese.
Un posto speciale in questo panorama è però rivestito da un mezzo di trasporto ormai comune ma che suscita ancora, nonostante tutto la sua popolarità, un misto di fascino, paura a volte, timore reverenziale ed ammirazione: l'aeroplano.
Chi non ha preso un aereo?! Con l'avvento delle compagnie low cost, l'abbassarsi dei costi grazie alla tecnologia (ed al marketing!), il mondo si è fatto molto più piccolo di quanto non fosse solo cinquant'anni fa!
Piccolo o grande, jet o ad elica, con le ali in alto o in basso, in una qualsiasi sua possibile configurazione è e sta sempre più diventando comune a tutti coloro che si spostano per lavoro o per piacere, ma nonostante questo, le leggende metropolitane e le "false certezze" che riguardano questa macchina ed il mondo che gli gira attorno proliferano, alimentate anche dalla sua stessa popolarità.
L'idea alla base di questo nuovo spazio di Ci Sono Stato è proprio quella di cercare di fare un po' di chiarezza su aspetti tecnici e pratici che, da un lato possono aiutare a capire meglio come in realtà vanno le cose, dall'altro possono essere d'aiuto per comprendere la causa (e forse anche le soluzioni!) a quelle situazioni che a volte accadono e che possono rendere il viaggio meno facile del previsto!

sangiopanza
19-01-2009, 11:11:43
Bravo furbo! Io! Prima ho scritto, manifestando la mia curiosità sul topic apposito. Poi mi sono accorto di questo!
Tuttavia stavolta ci sta una piccola critica: perchè non tutto sullo stesso topic?

reietto
19-01-2009, 23:16:09
Perchè... ogni volta che partiamo mia moglie controlla che abbiano chiuso bene il portellone, che abbiano fatto il "pieno". E poi...ma come fa a volare una macchina d'acciaio così pesante ecc. Ha paura, e forse questa sezione del forum può servire anche a questo. A rassicurare chi ha paura perchè magari ignora il funzionamento di questa affascinante macchina che ci permette di arrivare nei posti più lontani e realizzare i ns sogni di viaggiatori.

yberf
21-01-2009, 18:17:46
... lo scopo della prima parte di questi interventi mira anche a qeullo: sapere cosa c'è dietro, come funziona e perchè si fanno certe cose aiuta anche ad avere meno timore del mezzo e del meccanismo in cui è incluso.
Il passo successivo sarà chiacchierare un po' delle curiosità, degli aspetti meno noti (per tanti almeno) e magari poterli utilizzare a proprio vantaggio nei viaggi! :)

Rosamb
27-09-2010, 13:00:53
Chissà quante volte vi sarà successo... un finale un po' turbolento, il velivolo si scuote e scarta a destra e a sinistra senza alcun apparente controllo, i motori che aumentano bruscamente di potenza per poi repentinamente diminuire.
Poi ecco la terra che si avvicina: il velivolo addolcisce la sua discesa per galleggiare per quello che sembra un tempo infinito, e infine l'atterraggio più morbido che abbiate mai visto... a questo punto, molte volte, scatta spontaneo un applauso da parte dei passeggeri/pubblico, in parte liberatorio, in parte di sincero apprezzamento dell'abilità del pilota.

Ma come definiamo noi piloti un buon atterraggio? Vi passo la definizione che mi fu data anni fa da un mio istruttore americano: "A good landing is any landing you can walk away from" (Un buon atterraggio è qualsiasi atterraggio dal quale puoi uscire sulle tue gambe).

La realtà sta un po' nel mezzo: sulla pista di atterraggio, nel punto in cui il sentiero strumentale interseca la pista stessa, vi sono due grandi barre bianche che indicano il punto di toccata ideale: riferite a questo punto sono calcolate le prestazioni di atterraggio del velivolo sul quale vi trovate; se il manuale di volo dice che a tal peso vi servono tot metri di pista per fermare il velivolo, è da questo punto che questa distanza viene calcolata.

Allora molto della "delicatezza" dell'atterraggio dipende da quanta pista davanti abbiamo a disposizione per fermare il velivolo: in pratica, la bontà dell'atterraggio è in qualche modo inversamente proporzionale alla lunghezza della pista. Per fare un esempio, difficile sentire qualcuno applaudire dopo un atterraggio a Lampedusa: la pista è corta e non ci si può permettere di "cincischiare" per fare un atterraggio morbido correndo il rischio di dover frenare eccessivamente per evitare di uscire a fondo pista. Il velivolo viene "sbatacchiato" a terra il prima possibile per potere sfruttare tutta la pista rimanente per fermarsi.

Un altro fattore di cui tener conto è la presenza di acqua sulla pista. Un atterraggio su una pista bagnata dalla pioggia presenta il pericolo del fenomeno di aquaplaning. In pratica, le ruote del velivolo possono slittare su una sottilissima pellicola di acqua che ne provoca il bloccaggio durante la frenata, e conseguente rischio di scoppio, oppure degrada enormemente la capacità frenante del velivolo e ne rende problematico il controllo direzionale.

Allora, non abbiate fretta di giudicare la bontà di un pilota in base ai suoi atterraggi: chiedetevi prima quanta pista vi sia rimasta davanti per fermarvi in sicurezza ed apprezzate un bel touch down deciso nel punto esatto in cui si suppone che un velivolo debba toccare terra.

Un'ultima nota: a Mykonos ho fatto un atterraggio veramente duro (un po' troppo anche a fronte delle ragioni di cui sopra)... beh, mi hanno applaudito lo stesso, ma per la prima volta ho percepito una vena ironica in quell'applauso. Allora ho fatto il mio annuncio standard dopo un atterraggio particolarmente pesante: "Signori e signore, abbiamo colpito l'isola di Mykonos e ho il piacere di comunicarvi che, per fortuna, non l'abbiamo affondata".

silviaf26
27-09-2010, 13:56:07
"A good landing is any landing you can walk away from".
:?D?:

Rosamb
27-09-2010, 14:00:08
Uè,
non è farina del mio sacco...ho fatto un semplice copia e incolla da qui:
http://www.manualedivolo.it/index.php?o ... &Itemid=76 (http://www.manualedivolo.it/index.php?option=com_content&view=article&id=715:applausi-a-bordo&catid=47:costume&Itemid=76)

Sailing
27-09-2010, 14:26:36
"Signori e signore, abbiamo colpito l'isola di Mykonos e ho il piacere di comunicarvi che, per fortuna, non l'abbiamo affondata".

E questa è farina del tuo sacco? Se lo è, complimenti!!

silviaf26
27-09-2010, 15:32:01
ed io che già pensavo che ci avessi tenuto nascosta la tua professione segreta :027: :006:
comunque le battute mi hanno fatto ridere!
:?D?:

CGF
27-09-2010, 20:10:06
la battuta precedente (anche una sana verità) prosegue..
Un "buon" atterraggio è quando puoi scendere dall'aereo con le tue gambe.
Un "grande" atterraggio è quando l'aereo si può usare ancora.

cmq oggi è troppo rischioso fare atterraggi non strumentali, sono quelli che ti parano il c*** se qualcosa dovesse andare storto, spesso si applaude un computer e non il pilota.
Palermo è rimasto chiuso nel week-end perché l'airbus windJet ha centrato un'antenna ILS (Instrument landing system) (http://it.wikipedia.org/wiki/Instrument_landing_system).... un volo corto come un Bologna-Roma o Roma-Palermo, praticamente metà del tempo di volo è dedicato all'avvicinamento e conclusione del volo stesso. Poco dopo il decollo senti già dire.. "abbiamo iniziato la discesa verso..."

e trovarsi un steward come qesto? :047:
http://il.youtube.com/watch?v=x_o_xn-q5Zk

reietto
28-09-2010, 13:51:39
Troppo divertente ricordo che ne parlammo nel 3d "curiosità dalla rete" :027: :002: :047: