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Semplici parole come compagne del tuo ultimo viaggio.



trottola
03-04-2005, 11:43:46
Sono anni che non entro in una chiesa (se non per turismo).
Sono ovviamente cristiana perchè ho ricevuto i sacramenti, ma la religione cattolica proprio non fa per me, non la sento mia.
Me ne sono lentamente distaccata fin da bambina, quindi vi sta parlando una laica.

Negli ultimi giorni ho seguito con crescente apprensione l'avvicinarsi della fine, ho provato momenti di profonda commozione mentre vedevo le immagini di questo grande 84enne che prende il microfono in Piazza San Pietro ma che non riesce a parlare.
Poi, ieri sera alle 21:37, stavo guidando ed è arrivata la notizia alla radio.
Mi ha colta impreparata.

Non è morto un religioso, ma un uomo, come tanti altri che vivono sulla Terra e che hanno dato un contributo all'umanità, con la loro vita ed il loro lavoro.
Ho sempre ammirato lo spostarsi di questo discendente di Pietro, di terra in terra, per dire ai suoi discepoli che lui c'era.

E' stato una presenza tangibile per chi non ha niente, per chi patisce la fame, per chi vive da tutta la vita in una situazione di conflitto.
Poteva tranquillamente restare a Roma seduto comodamente in poltrona a farsi gli affari suoi, ma si è alzato ed è andato in mezzo alla gente.

Un Papa "moderno", aperto al dialogo con figure pesanti per il mondo, come Fidel. Impensabile fino a quel momento, un incontro del genere.
Un Papa PRESENTE in ogni aspetto della vita del mondo, aperto al dialogo con tutte le religioni e le correnti di pensiero.
Non dimenticherò mai il viaggio in Israele ed in Palestina.
Il Muro del Pianto, a Gerusalemme ed il suo sincero trasporto mentre infilava il bigliettino fra le pietre.
Questa è STORIA.
Karol tu ci hai regalato la STORIA. Hai contribuito a fare la STORIA.

In questo ultimo viaggio, che ti accompagnino queste mie parole.
Sono vere e sono per te.

Hands - JEWEL

we are god's eyes
god's hands
we are reflections of god

(Qualsiasi DIO e qualsiasi ENTITA' presente dentro ognuno di noi).

http://www.fondazioneitalianelmondo.com/IL%20NOTIZIARIO/papa7_small.jpg
http://www.sapere.it/tc/img/Storia/Wojtyla/incontrism.jpg

liz
04-04-2005, 13:26:43
Nessun Commento..l'articDall'attacco ad Alessio II all'intervista al maestro di sci
del Papa: una tre giorni televisiva che non ha precedenti
Un weekend a reti "unificate"
e Vespa sequestrò il video
Rivoluzionati tutti i canoni mediatici:
saltati gli spot perfino sulle reti Mediaset
di ANTONIO DIPOLLINA


Bruno Vespa
LO HA fermato un solo uomo - Silvio Berlusconi - protagonista del Porta a porta di giovedì sera. Di fronte al suo magistero, Bruno Vespa si è fermato e non ha interrotto la trasmissione pre-elettorale per annunciare su Raiuno che il Papa era prossimo a varcare la soglia. Ma dalla mattina dopo, non ce n'è stato più per nessuno. Vespa ha occupato la rete in pianta stabile, non l'ha mollata mai, ieri sera era ancora lì e forse alla fine ci sarà voluta la forza pubblica per farlo uscire. Ha iniziato venerdì mattina, da piazza San Pietro, commuovendosi in diretta. Poi si è trasferito in studio e ha gestito una maratona, anzi tre o quattro almeno, che resteranno memorabili.

Un solo momento, in cui ha rischiato grossissimo. Sabato sera, Vespa è lì - ovviamente - sono le 21.52 e lui legge in diretta l'Ansa che parla del drammatico aggravarsi delle condizioni del Santo Padre. Vespa legge e manda una breve pubblicità. Due minuti dopo l'Ansa batte la scomparsa del Pontefice, miracolosamente la linea è appena tornata in studio e Vespa non subisce l'onta di farsi battere platealmente da Sposini al Tg5, che comunque lo precede di qualche secondo.

Da lì in avanti, ma anche prima, ma anche dopo, nessuno ha avuto l'impressione che della tempesta mediatica, del coverage totale e iperpapale che ci ha avvolto per tre giorni, Vespa non sia stato pressoché l'unico protagonista. Nei toni, soprattutto. Gigione, istrionico (a cui la scena dà la giusta dimensione), goloso nel raccontare gli aneddoti più divertenti del pontificato: rivolgendosi al pubblico con un ammiccare totale, è chiaro che si sente l'unico tramite mediatico tra il Pontefice e il pubblico dei semplici davanti alla tv. E adesso che il Papa non c'è più...

Fino alla domenica, che vede il risveglio di milioni di italiani pronti ad accendere la tv e a trovarsi su sette-reti-su-sette la messa celebrativa da San Pietro. Vespa è a riposarsi, forse, ma è come se pensasse che tra poco gliela farà vedere lui. Sul primo pomeriggio riprende lo studio e va avanti, con rare pause, fino a notte. Nel pomeriggio dilaga: dà dell'ipocrita ad Alessio II, patriarca russo che ha appena espresso al mondo cordoglio per la morte del Papa. E si lancia in un'intemerata contro quelli del premio Nobel, che non lo hanno conferito a Wojtyla, e soprattutto contro le donne votanti che non glielo avrebbero assegnato con un gesto di ripicca tipicamente femminile. Accanto a lui, gli dà manforte Massimo Giletti, l'atmosfera è di grande intensità. A sera annuncia: "Abbiamo qui con noi il direttore della stazione di sci di Campofelice.
Cosa si prova a sciare con il Papa?". Un gigante, potrebbe andare avanti per settimane, e forse lo farà.

Il Vespa dilagante su Raiuno non ha reso esattamente felici i colleghi della redazione del Tg1: sabato sera quando si è deciso a mollare la linea a quello che in teoria dovrebbe essere l'organo di informazione, c'era Sassoli livido a raccogliere il testimone e ad addentrarsi nella notte fonda (analoga rimostranza da quelli del tg de La7 nei confronti di Lerner, sabato sera). Ma è chiaro che la tre giorni che ha fatto saltare per aria qualunque convenzione televisiva (perfino la pubblicità su Mediaset!) rimarrà come un unicum assoluto nella storia mediatica del paese.

Saltati tutti i programmi di intrattenimento, saltato lo sport (perfino il Gran Premio di Formula1, invisibile anche a cercare sui canali più impensabili del satellite: poco male, perché per un Gp che vede Schumacher uscire dopo dieci giri e Barrichello arrivare dignitoso avrebbe chiesto l'oscuramento anche Montezemolo). Oscurata la consultazione elettorale, e da oggi pomeriggio (con Vespa? Certo) partirà la gara dei perdenti a ridimensionare il risultato di un'elezione così strana.

Wojtyla ovunque, quello con le scritte in caratteri gotici dopo la sua morte sul canale americano FoxNews, quello delle dirette permanenti della Cnn da San Pietro - ormai familiare il volto del corrispondente Jim Bittermann - o delle analoghe dirette con i caratteri arabi di Al Jazeera e la speranza che quella voce che commentava non dicesse cose sbagliate. Quello giovane, quello viaggiante, quello finale e solitario, quello in salute e in viaggio coi capelli al vento che dava dei punti a qualunque divo del cinema, quello dei segni della malattia e quello abbracciato al Cristo durante la via Crucis, e si vede il Cristo e non lui.

Tutto, dappertutto, troppo. A sera le reti Mediaset interrompono i loro programmi sul Papa alle 21.37 per mandare in onda due minuti celebrativi sul Papa. Tanto che, con tutto il rispetto per le centinaia di colleghi impegnati, anche e soprattutto quelli delle dirette chilometriche con il volto sfinito dalla fatica (non vale per Vespa, sempre freschissimo), alla fine succedeva sempre più spesso di girare su Mtv per leggere sullo space board lo scorrere dei messaggi sms dei giovani (o si suppone che fossero loro) spediti col telefonino. "Peccato ke te ne 6 andato", "6 stato il nonno di tutti noi", "Ora va, ma resta a guardarci, tvttb", "Grazie per ciò che hai fatto, Miky79".

(4 aprile 2005olo parla da solo..