AlexanderFreud
06-12-2004, 18:33:32
Per la Grecia ci si può prendere il traghetto da Brindisi... Così ho dovuto risalire l'Italia per 450 km per poi portarmi con la nave ad una latitudine prossima a quella dove soggiaccio abitualmente. (Considerate che sia Reggio che Atene 'posano' sul 38° parallelo) Per chi vada: ricordarsi di posporre l’orario del proprio orologio di un’ora.
Era il Luglio 1999, ed arrivati a Patrasso (Patra in greco) ci siam diritti verso Atene (guidava mio padre, io, pur portando la macchina nel vialetto di casa, non ero patentato). Prima volta in Grecia, quindi incompetenti nelle abitudini alimentari elleniche: il caffè da loro si prende freddo, col ghiaccio (è squisito) l'espresso non conviene al portafoglio comprarlo, idem per i gelati che vengono dall'Italia.
Giunti in Attica ci siam fermati in un paesino (Lagonissi) con alberghi dai modici prezzi.
Atene è una metropoli di oltre 3 milioni di abitanti (nel complesso, compreso il Pireo), ed ha una certa somiglianza con Napoli o Palermo per quanto riguarda la pulizia non proprio certosina delle strade e delle piazze. Ma attorno alla grande città c’è un ambiente tipico del Mediterraneo: la macchia pre-desertica e la steppa, paesaggio presente anche in Sardegna, Turchia e Tunisia, per quel che ho visto io.
Non mi soffermo a parlare delle opere artistico-architettoniche non avendone la competenza. Comunque se all'ingresso di alcuni 'parchi archeologici' mostrate loro una tessera del Touring Club Italiano, non sapendo essi cosa sia, vi faranno accedere gratis!
Sotto l'Acropoli c'è la Plaka, quartiere caratteristico con pavimentazione in pietra e negozietti in cui si possono fare veri affari.
Dopo aver visitato anche il capo Sounio(punta sud estrema dell’Attica) siamo andati al Pireo (città portuale di Atene) e ci siamo imbarcati per Mikonos, isola molto ventosa dell’arcipelago delle Cicladi. Pur avendo pochi abitanti è più grande ad esempio dell’isola d’Ischia, e si deve girarla in auto. Il paese che da il nome all’isola è composto da casette cubiche bianche con legni verniciati di blu, e le strade sono in pietra con gli estremi verniciati di bianco.
Interessanti sono il monastero ortodosso di Ano Mera (unico paesino interno), i mulini a vento, ed, ovviamente, le decine di spiagge dove si può praticare tranquillamente il nudismo.
L’isola è famosa anche per i gatti, per i pellicani Petros I (un vecchio esemplare solitario e un po’ scorbutico nei confronti dell’uomo) e Petros II (un giovane dal piumaggio liscio e lucente) i quali sono sfamati dai ristoranti dell’isola. In seguito ho scoperto che era un luogo prediletto dalle persone omosessuali, non so il motivo, ed in effetti ne avevo visti diversi in alcuni locali.
Sicuramente da visitare è la vicina isola di Delos, patrimonio archeologico di epoche greca e romana, (e abitata da molti rettili timorosi).
Ritornati al Pireo abbiamo preso la strada per il Peloponneso, fermandoci sopra il famoso canale di Corinto.
In Argolide abbiamo visitato l’immenso ed acusticamente perfetto teatro di Epidauro (mi ricordo di una guida tedesca che faceva notare come, lasciando cadere una monetina al centro della scena, se ne sentisse il tintinnio fino ai gradini più alti), il sito archeologico di Micene (con la famosa ‘porta dei leoni’), due cittadine, Nafplio e Argos, ed altri siti di minore importanza. Tornando poi a Patrasso, 15 giorni dopo l’arrivo.
Per quanto riguarda la cucina greca: è ottima. Per quel poco che ho gustato io posso dire che il piatto migliore è la Mussaka, simile alla parmigiana ma con patate e carne; delizioso il pesce, la salsa di yogurt e cetrioli (detta così sembrerebbe una schifezza, ma non lo è affatto), la pitta con il giros (noto come ‘kebaq’ in altri paesi orientali).
Effettivamente quello che più mi ha entusiasmato della Grecia è stata la cucina, al contrario di quello che ho potuto ‘ricevere’ dalla Francia o dalla Germania…
Era il Luglio 1999, ed arrivati a Patrasso (Patra in greco) ci siam diritti verso Atene (guidava mio padre, io, pur portando la macchina nel vialetto di casa, non ero patentato). Prima volta in Grecia, quindi incompetenti nelle abitudini alimentari elleniche: il caffè da loro si prende freddo, col ghiaccio (è squisito) l'espresso non conviene al portafoglio comprarlo, idem per i gelati che vengono dall'Italia.
Giunti in Attica ci siam fermati in un paesino (Lagonissi) con alberghi dai modici prezzi.
Atene è una metropoli di oltre 3 milioni di abitanti (nel complesso, compreso il Pireo), ed ha una certa somiglianza con Napoli o Palermo per quanto riguarda la pulizia non proprio certosina delle strade e delle piazze. Ma attorno alla grande città c’è un ambiente tipico del Mediterraneo: la macchia pre-desertica e la steppa, paesaggio presente anche in Sardegna, Turchia e Tunisia, per quel che ho visto io.
Non mi soffermo a parlare delle opere artistico-architettoniche non avendone la competenza. Comunque se all'ingresso di alcuni 'parchi archeologici' mostrate loro una tessera del Touring Club Italiano, non sapendo essi cosa sia, vi faranno accedere gratis!
Sotto l'Acropoli c'è la Plaka, quartiere caratteristico con pavimentazione in pietra e negozietti in cui si possono fare veri affari.
Dopo aver visitato anche il capo Sounio(punta sud estrema dell’Attica) siamo andati al Pireo (città portuale di Atene) e ci siamo imbarcati per Mikonos, isola molto ventosa dell’arcipelago delle Cicladi. Pur avendo pochi abitanti è più grande ad esempio dell’isola d’Ischia, e si deve girarla in auto. Il paese che da il nome all’isola è composto da casette cubiche bianche con legni verniciati di blu, e le strade sono in pietra con gli estremi verniciati di bianco.
Interessanti sono il monastero ortodosso di Ano Mera (unico paesino interno), i mulini a vento, ed, ovviamente, le decine di spiagge dove si può praticare tranquillamente il nudismo.
L’isola è famosa anche per i gatti, per i pellicani Petros I (un vecchio esemplare solitario e un po’ scorbutico nei confronti dell’uomo) e Petros II (un giovane dal piumaggio liscio e lucente) i quali sono sfamati dai ristoranti dell’isola. In seguito ho scoperto che era un luogo prediletto dalle persone omosessuali, non so il motivo, ed in effetti ne avevo visti diversi in alcuni locali.
Sicuramente da visitare è la vicina isola di Delos, patrimonio archeologico di epoche greca e romana, (e abitata da molti rettili timorosi).
Ritornati al Pireo abbiamo preso la strada per il Peloponneso, fermandoci sopra il famoso canale di Corinto.
In Argolide abbiamo visitato l’immenso ed acusticamente perfetto teatro di Epidauro (mi ricordo di una guida tedesca che faceva notare come, lasciando cadere una monetina al centro della scena, se ne sentisse il tintinnio fino ai gradini più alti), il sito archeologico di Micene (con la famosa ‘porta dei leoni’), due cittadine, Nafplio e Argos, ed altri siti di minore importanza. Tornando poi a Patrasso, 15 giorni dopo l’arrivo.
Per quanto riguarda la cucina greca: è ottima. Per quel poco che ho gustato io posso dire che il piatto migliore è la Mussaka, simile alla parmigiana ma con patate e carne; delizioso il pesce, la salsa di yogurt e cetrioli (detta così sembrerebbe una schifezza, ma non lo è affatto), la pitta con il giros (noto come ‘kebaq’ in altri paesi orientali).
Effettivamente quello che più mi ha entusiasmato della Grecia è stata la cucina, al contrario di quello che ho potuto ‘ricevere’ dalla Francia o dalla Germania…