Il Giro del Mondo - Parte quinta: America Settentrionale

U.S.A. e Canada, il sogno americano!

Il diario di viaggio riprende dal termine della Quarta Parte. Dopo l'Asia e l'Oceania, si approda nel continente nordamericano, con la permanenza di Gaetano in Stati Uniti e Canada.Arrivo a Los Angeles il primo d’agosto e soggiorno in un ostello nella zona di Hollywood; qui rimango solo un paio di giorni. Infatti nell’attesa dei due carissimi amici italiani Massy e Gio’, non voglio passare troppo tempo in questa zona abbastanza turistica, poiché posso visitarla con Giovanni (Gio’) e Massimo (Massy) una volta giunti dall’Italia. Inoltre voglio andare alla festa che si svolge a Santa Barbara.
L’ostello è piuttosto pulito ed organizzato e c’è anche una piacevole atmosfera. Tre le altre persone, conosco Vincenzo, un ragazzo che vive qui da circa nove mesi e lavora come cameriere in un ristorante italiano. Nei giorni di soggiorno scambiamo idee, parliamo davanti a diverse birre ed inoltre mi dà alcune dritte su come comportarmi e muovermi qui a Los Angeles.
Hollywood, da quel poco che posso vedere, si presenta molto commerciale con molti negozi, attrazioni e con molte persone concentrate sul famoso viale, Sunset Boulevard, delle celebrità; dove tutti scattano foto a gogo!
Dopo il primo giorno trascorso principalmente a raccogliere informazioni sulla macchina che dovremo noleggiare, mi sposto a Santa Barbara. Essa si presenta come una bella città sulla costa ed è piena di vita. Nell’ostello dove alloggio noto subito che l’atmosfera generale è molto più fredda rispetto a molti altri dove sono stato precedentemente. Le persone ridono di meno, se la tirano di più, sembrano molto più superficiali. Trascorro 4 giorni molto belli perché ogni giorno c’è un evento diverso: parate con costumi tipici dell’epoca delle immigrazioni, soprattutto dal Messico, parate di cavalli e cowboys, concerti, balli (flamenco, salsa, ecc), mercatini vari, cucina tipica, e tanto ancora. La prima sera esco da solo e vado ad ascoltare musica dal vivo allo stage principale; il tutto molto bello, ma si fa sentire il fatto di essere solo. La sera dopo va decisamente meglio, poiché all’ostello (durante il giorno) conosco due ragazze di Milano e quindi usciamo insieme; andiamo a ballare. Il giorno dopo ripartono.
Passo quindi tutto il tempo (tutti i giorni) così, in spiaggia di giorno e fuori di sera, alla festa o nei locali. L’ostello organizza tra l’altro una serata in spiaggia con carne alla griglia. Qui ho modo di conoscere e parlare con diverse persone e tra queste conosco anche una simpatica coppia danese, la quale mi dà un passaggio a Los Angeles dove sono anch’essi diretti. Questo avviene il 7 agosto 2000.
Vado all’ostello dove lascio i bagagli, mi lavo e mi cambio per andare all’aeroporto. Una volta giunto all’aeroporto, nell’attesa dei miei amici, vedo molte scene di abbracci, saluti ed anche qualche lacrima. Questo mi fa pensare e, conoscendo Giovanni e Massimo, so che hanno deciso di venire in California soprattutto per incontrarmi e questo mi lusinga; mi commuovo leggermente a tale pensiero.
Ma invece quando li vedo arrivare non faccio altro che ridere. Questo perché durante i vari contatti telefonici e via e-mail avevamo parlato di vacanza abbastanza spartana e all’insegna dei tanti parchi nazionali. Dalla grande porta degli arrivi escono e si presentano molto eleganti ed entrambi con un trolley, anch’esso tirato con eleganza e stile. Sono proprio due italiani che giungono dal paese della moda, non si smentiscono neanche in vacanza.
Malgrado siano molti stanchi del viaggio e del fuso orario, ci abbracciamo ed iniziamo subito a parlare delle nostre vite e vicissitudini varie. Con il metrò, raggiungiamo l’ostello dove chiaramente avevo prenotato anche per loro. Sul metrò un tipo di colore nota le scarpe di Giovanni e dice: “Ehi man, I like your shoes” – “Ehi tipo, mi piacciono le tue scarpe”.
Siamo proprio in America e con Giovanni e Massimo ho la sensazione che tutto ciò che vediamo o ci capita è come se l’avessimo già visto in TV (attraverso films o documentari), con l’unica differenza che nei film tutto è un po’ esagerato.
Una volta arrivati all’ostello gli presento Vincenzo, con il quale fanno subito amicizia al sorso di una birra. In serata usciamo insieme a diversi ragazzi dell’ostello e andiamo in locale a bere; i miei due cari amici conoscono due ragazze francesi, Celine e Christine. Io rientro all’ostello mentre loro rimangono in compagnia delle due fanciulle. Il giorno dopo andiamo a ritirare l’auto a noleggio, nel primo pomeriggio c’incontriamo con le due ragazze e con loro andiamo in giro a visitare Hollywood.
Dopo il piacevole pomeriggio ci salutiamo, si scambiano gli indirizzi e-mail, e partiamo in direzione di Las Vegas (è l’8 agosto), ma con l’intenzione di visitare molto velocemente questi posti divorati dal turismo di massa e dedicare buona parte dei loro venti giorni di vacanza a zone meno visitate e quindi più vere, come ad esempio l’Idaho e l’Oregon.
Il sole è appena tramontato sul deserto circostante e in lontananza s’intravede un'enorme fonte di luce, è Las Vegas (Nevada).
Giungiamo a Las Vegas verso mezzanotte e mentre cerchiamo l’ostello abbiamo modo di goderci lo spettacolo di luci, edifici, casinò e limousine che danno vita ad una delle città più note e ricche al mondo.
Finalmente troviamo l’ostello, facciamo il check in e, mentre Massimo fa la doccia, io e Giovanni andiamo in uno di quei grossi supermercati aperti 24 ore a fare un po’ di spesa, quasi tutto cibo in scatola o a lunga conservazione per via dei lunghi spostamenti.

9 Agosto
Ripartiamo dal Nevada verso l’Arizona per visitare il Grand Canyon, il quale si presenta con tutta la sua maestosità e grandezza. Da qui di nuovo in viaggio in direzione del Bryce Canyon nello Utah. Esso è decisamente meno esteso di quello precedente, ma offre delle tonalità di arancione e di rosso che sono uniche ed incredibili. Le formazioni rocciose, così luminose e piene di riflessi, la fanno da padrone mentre decidiamo di percorrere alcuni dei tanti sentieri e passaggi nel loro interno.
Ci spostiamo poi verso Lake Powell dove non siamo molto fortunati con gli alloggi; infatti molti di loro sono chiusi o pieni. Decidiamo quindi di dormire in un motel che ci costa troppo, 80$ in tre. Dopo esserci lavati e cambiati andiamo nell’unico locale dove si può bere, ballare e ascoltare della musica. All’entrata di questo posto, chiamato Saloon, incontriamo tre ragazze italiane molto simpatiche (Paola, Laura e Cristina) che però decidono di andarsi a cambiare poiché non si sentivano a loro agio; un po’ troppo eleganti per quel tipo di locale.
Noi pensiamo che queste non sarebbero più tornate, ma invece ci sbagliamo e quando arrivano vengono subito a stare e passare la serata con noi. Ci divertiamo giocando a biliardo, a calcetto, ballando al ritmo della musica di un gruppo. Al termine della serata ci scambiamo gli indirizzi e poi tutti a nanna.

10 Agosto
Ci alziamo di buon'ora e ci dirigiamo verso Salt Lake City (varie soste lungo la strada). Le distanze sono enormi, a volte il viaggio sembra non finire mai, e questo rende la vacanza veramente pesante. Malgrado ciò ci sono anche degli aspetti positivi, come essere totalmente indipendenti. Le ore passate in auto sono tante, la musica che ci accompagna in questi giorni è quella di Ben Harper ed è incredibile come riusciamo a parlare in modo molto profondo delle nostre vite, dei nostri errori, dei nostri sogni, dei nostri progetti e dei nostri amori. Non dimenticherò mai queste lunghe chiacchierate che ci fanno riflettere e ci fanno conoscere ancora di più profondamente.
Giungiamo a Salt Lake City verso sera, qui per via di poca fortuna con gli alloggi e per via della stanchezza, ci rassegniamo all’idea di dormire in macchina. Prima però ci accomodiamo fuori da un negozio di alimentari e aproffittiamo di un tavolo con panche per i clienti. Un po’ di pane, scatolette di tonno, fagioli, bibite e un po’ di frutta rappresentano la nostra cena. Subito dopo andiamo a far visita ad un grosso benzinaio, oltre che zona di sosta di molti camionisti. Qui usufruiamo dei servizi e quindi ci diamo proprio una bella rinfrescata generale. Non molto lontano dall’area di servizio parcheggiamo e proviamo a dormire. Dico proviamo perché per via del caldo, abbassiamo un po’ i finestrini ma le zanzare non ci danno pace. Siamo così costretti a spostarci in una zona più centrale e precisamente nel parcheggio di un McDonald’s, dove finalmente chiudiamo gli occhi.

11 Agosto
Ci svegliamo con il traffico del prime ore del mattino. Appena scesi dalla macchina facciamo esercizi di streching poiché abbiamo dormito male e abbiamo tutte le ossa rotte. Andiamo a fare colazione al McDonald’s, poi in un supermercato a comprare soprattutto un po’ di frutta ed infine ripartiamo in direzione di Boise. Durante il viaggio, tra le varie vicissitudini, c’è da sottolineare il fatto che molte volte siamo costretti ad abbassare i finestrini, per via delle scatolette di fagioli consumati la sera prima; risate!
Il viaggio continua nell’Idaho con una bellissima sosta a Twin Falls (Cascate Gemelle). Per visitarle, lasciamo l’autostrada e seguiamo le indicazioni che ci segnalano la loro vicinanza, ma siamo un po’ perplessi perché il paesaggio è assolutamente pianeggiante e non vediamo alcun corso d’acqua. Pensiamo quindi di aver sbagliato poiché noi veniamo da un paese dove è piuttosto normale associare le cascate ad un paesaggio collinare o montano. Improvvisamente ci accorgiamo di essere sopra un ponte che attraversa un enorme canyon, di una maestosità e bellezza che ci lascia a bocca aperta. Sul fondo di questa meraviglia naturale scorre un fiume, il quale prosegue formando un impressionante salto d’acqua e due cascate. Queste sono originate da una formazione rocciosa che, posta prima del salto, divide il corso del fiume in due, generando due cascate molto simili tra loro e quindi per questo chiamate Cascate Gemelle.
Ci godiamo lo spettacolo e ci rilassiamo nel piccolo parco non molto lontano dal salto d’acqua. Prima di riprendere il nostro viaggio facciamo anche un giro in una parte della città dove acquistiamo delle guide ed un cd.
Riprendiamo il nostro “cammino” e verso il tardo pomeriggio giungiamo finalmente a Boise. Non riusciamo a trovare un Tourist Information per farci indicare alloggi abbastanza economici. Alla fine dopo aver chiesto ad alcuni passanti, troviamo un motel che ci vende una stanza con due letti matrimoniali e bagno per 50 dollari. Siamo soddisfatti della camera che tutto sommato è pulita e ben tenuta. Ci riposiamo un po’ e dopo esserci lavati e cambiati andiamo in centro. E’ venerdì sera e si nota che c’è aria di festa e divertimento nei vari locali e ristoranti. Si respira un'euforia particolare, soprattutto quando vediamo passare dei pick up con la gente seduta dietro (alcuni bevono) e la musica ad alto volume, proprio come in molti film americani.
Sono molti i locali e non sappiamo quale scegliere per passare la serata. Tiriamo la monetina e lasciamo scegliere alla sorte. Una volta dentro non perdiamo tempo, andiamo subito a ballare e nel giro di poco tempo la pista si riempie di gente. Tra questa anche diverse ragazze ed alcune si avvicinano ballando, lanciandoci degli sguardi maliziosi facendoci anche delle domande. In particolare Massimo viene avvicinato da una bella ragazza bionda che sembra lanciare dei messaggi intriganti.
Dopo alcuni minuti lasciamo la pista per dare spazio ad una band locale, che suona musica rock. Io, Massy e Gio’ andiamo quindi al bancone a bere una birra; chiacchieriamo un po’ e facciamo quattro risate prima di dividerci per andare a conoscere qualche ragazza. Io, a differenza dei miei amici, vado su nel piano superiore dove noto ad un tavolo le stesse ragazze che pochi minuti prima erano giù in pista con noi. Mi avvicino, le saluto ed esse m’invitano a sedermi con loro. Iniziamo così a conoscerci meglio e a scoprire di più delle rispettive vite. Dopo alcuni minuti, è abbastanza evidente che un certo feeling con una delle ragazze e per via della musica molto alta, poiché posizionati davanti alle casse, invito tale ragazza a spostarci ad un altro tavolino. La bella conversazione continua e nel frattempo Gio’ e Massy vengono ad avvisarmi che sarebbero tornati al motel, perché molto stanchi per via del lungo viaggio. Io rimango, lì saluto dicendogli che avrei eventualmente preso un taxi più tardi.
Renika ed io continuiamo così la piacevole conversazione. Lei ha 24 anni, ha due bimbi ed ha appena divorziato. Mi racconta dell’intenso amore che prova per i suoi figli, mi dice che in quei luoghi un po’ lontani dalle grosse città che offrono sempre di più, succede spesso che i ragazzi si sposino presto e che le ragazze, volontariamente o non, rimangano incinte. Mi racconta inoltre della sua vita in ospedale e dei suoi compiti d’infermiera.
Mentre piacevolmente ascolto Renika, la sua amica Misty si avvicina al tavolo e le racconta che aveva baciato uno e che un altro più di una volta si è fatto avanti per baciarla, le dice inoltre di aver visto il cugino di suo marito e che quest’ultimo avrebbe potuto riportare se l’avesse vista “con le mani nel sacco”; e dopo se ne va. Io e Renika sorridiamo a quanto appena appreso ed inoltre, ironicamente, le chiedo se c’era un suo cugino nel locale. “No!!” risponde lei “ma perché me lo chiedi?”, “era solo per sapere, nell’ipotesi che ti dessi un bacio; sai se ci fosse un tuo cugino che poi va a raccontare…” “non rischio nulla e non c’è nessun mio cugino in questo locale!” E quindi ci baciamo.

12 Agosto
Alla mattina verso le sei ci alziamo, perché come accordato alla sera dobbiamo proseguire. Gentilmente Massy e Giò mi dicono che possiamo restare un altro giorno se l’avessi voluto. Io a malincuore dico di no perché questi erano i patti, cioè partire anche se avessimo conosciuto una ragazza. Saluto, probabilmente per sempre, Renika.
Durante il viaggio ed i prossimi giorni non faccio altro che pensare a lei, e con i miei amici quella sosta Boise rimane motivo di conversazione nelle lunghe ore di guida.
Lasciamo Boise e nel primo pomeriggio raggiungiamo Bend nello stato dell’Oregon.
I paesaggi sono molto belli e più ed anche l’ostello, dove facciamo il check-in verso le quattro del pomeriggio, è nuovo e veramente pulito.
Facciamo il bucato, andare a comprare tutto il necessario per farci un bella cenetta in santa pace. Cuciniamo gli spaghetti alla carbonara accompagnati con del buon vino ed un secondo con dell’insalata. Prima di uscire alla sera, chiediamo al gestore dell’ostello di indicarci dei pub dove poter andare a bere, poiché era sabato sera. Gentilmente ci indica su di una mappa locale i tre posti principali dove andare; ci fa anche sorridere in quanto ci assicura che con il nostro accento e look straniero possiamo facilmente e sicuramente conoscere delle ragazze. Usciamo, andiamo in un paio dei locali, ci divertiamo ma non abbiamo vita facile come invece il bravo uomo ci aveva assicurato. L’atmosfera è abbastanza fredda e quindi rincasiamo presto.

13 Agosto
Alla mattina mentre facciamo il check out e ci accingiamo a partire, notiamo che anche tre ragazze francesi stanno facendo lo stesso. Sulla strada verso Eugene ci fermiamo a visitare vari luoghi d’interesse turistico come formazioni rocciose, città antiche, ecc… Ad uno di questi stop rincontriamo le ragazzi francesi e così facciamo subito amicizia e passiamo insieme tutto il pomeriggio. C’e’ una bella intesa e passiamo ore piacevoli, andiamo a vedere un lago, un ruscello, una cascata e andiamo tutti insieme in un centro con una piscina termale all’aperto. Ci divertiamo di nuovo tanto, come dei bambini e qui ho modo di parlare e conoscere meglio Fabienne, una delle tre. Lei è fidanzata da circa tre anni, lavora nel mondo del cinema e vorrebbe diventare una regista a tutti gli effetti. Mi svela anche che uno dei suoi sogni è proprio quello di fare un film in giro per il mondo o più film in vari parti del mondo. Con il passare del tempo le conversazioni si fanno sempre più interessanti ed anche un po’ intime, gli sguardi porterebbero ad altre tentazioni ma sono fermo nella mia posizione poiché so del suo ragazzo.
Lasciamo il centro e andiamo a mangiare un panino ed ammirare il tramonto in riva ad un lago non molto lontano. Alla sera tardi arriviamo a Eugene e giusto in tempo troviamo l’ostello e riusciamo a fare il check in prima che chiudano. Salutiamo e ringraziamo le ragazze che invece vanno a dormire in una casa privata; infatti una delle tre ragazze studia a Eugene e quindi le altre sono qui per trovarla e in vacanza allo tempo stesso.
Malgrado siamo stanchi dell’intensa giornata, ci cambiamo e ci rechiamo in centro per una birra. Andiamo in un piccolo locale, molto suggestivo, particolare e con musica dal vivo. Purtroppo la stanchezza ed il fatto che non ci sia molta gente con cui socializzare ci spinge a tornare e ad andare a letto a dormire.

14 Agosto
Dopo aver fatto colazione e un po' di spesa chiamiamo di nuovo le ragazze per vedere se vogliono passare delle ore insieme a noi. C’incontriamo ed esse ci conducono in un bellissimo parco appena fuori dalla città, stendiamo delle coperte e ci sediamo per un pic nic. Parliamo, ridiamo, mangiamo, il tutto immersi nella piacevole natura circostante. Alla fine del pomeriggio ci salutiamo definitivamente, poiché l’indomani proseguiamo con il nostro viaggio. Alla sera usciamo e andiamo in una discoteca dove c’è molta gente ed anche tante belle ragazze, ma non resistiamo a lungo per via della musica Hip Pop. Purtroppo non è il nostro genere, quindi ci annoiamo e ce ne andiamo.

15 Agosto
Ripartiamo quindi in direzione della California, guidando e facendo delle soste lungo la bellissima costa dell’Oregon. L’Oregon in sé è caratterizzato da stupendi paesaggi ricchi di vegetazione, con molti laghi e fiumi. Dopo tanta strada le soste si allungano e tutto è gustato con più tranquillità. Ci fermiamo per alcuni giorni nel Redwood National Park, un ostello che si affaccia sull’oceano ed è ad un passo da un parco di sequoie, alberi enormi e secolari.
Il piccolo parco, 235 km quadrati, nel nord-ovest della California è stato istituito nel 1968 per proteggere questo tipo di alberi. Queste sequoie riescono a vivere lungo la costa californiana grazie alle persistenti nebbie estive che mantengono l’ambiente adeguatamente umido. Possono anche raggiungere i 120 metri di altezza e vivere fino a 2000 anni. La sequoia più alta che è stata trovata in questo parco è alta circa 93m, ha circa 1500 anni, una circonferenza di circa 21 m, ed il diametro di circa 7 metri. Decidiamo di seguire un trek (sentiero) all’interno di questo parco, dove mi rendo conto cosa s’intende per silenzio.
Andiamo a visitare questo parco con due ragazze danesi conosciute all’ostello. Lungo il percorso parliamo ed ammiriamo questi enormi alberi secolari, scattiamo alcune foto qua e là, a volte entriamo nelle parti concave delle sequoie, ma non vediamo gli animali. Mi colpisce e, con molta intensità e riflessione, vivo il silenzio e la pace quasi assoluti tra questi alberi maestosi; siamo veramente lontani dai suoni e rumori della civiltà. Al termine del trek siamo nel bel mezzo di una enorme spiaggia sull’oceano. Facciamo uno spuntino, beviamo, ci rilassiamo al sole e dopo circa un’ora ritorniamo alla macchina percorrendo un percorso diverso dal primo.
Tornati all’ostello, cuciniamo e socializziamo con gli altri viaggiatori.

16 Agosto
Il giorno dopo, passiamo una giornata molto tranquilla e rilassante dormendo fino a tardi, andiamo a controllare la posta elettronica e poi in spiaggia per il resto del tempo.

17 Agosto
Alla mattina, riposati e soddisfatti da questa sosta, ripartiamo in compagnia delle due danesi, infatti ci chiedono un passaggio alla volta di San Francisco, essa ci accoglie con il suo famoso ponte sospeso che domina la baia di San Francisco. Il ponte si chiama Golden Gate ed è il terzo ponte sospeso al mondo per lunghezza, ad una sola campata. E’ lungo 2700 metri e ogni settimana venticinque imbianchini utilizzano due tonnellate di minio per mantenerne costante il colore arancione, perché la vernice viene fortemente corrosa dalla salsedine.
Una volta raggiunto un primo ostello, siamo costretti ad andare in un altro perché non c’è posto. Dopo aver telefonato e su loro indicazione andiamo e facciamo il check in nel nuovo alloggio. Esso non è dei migliori, ma durante il week-end bisogna accontentarsi, perché tutti gli alberghi sono pieni. Siamo a San Francisco ed il gestore non si smentisce, è omosessuale e non perde tempo a fare un apprezzamento nei confronti di Giovanni. Massimo ed io ci tratteniamo dal sorridere. Una volta in camera, ci laviamo, ci rilassiamo e più tardi scendiamo in cucina per cucinarci qualcosina. Qui conosciamo due ragazze italiane, Laura e Paola, e Shana una ragazza di origini indiane. Le invitiamo tutte ad uscire ma solo Shana esce con noi perché le altre due sono ancora troppo giovani per entrare nei locali americani (età minima 21).
Raggiungiamo la zona vicino all’oceano con molti locali, ristoranti, posti dove si mangia il pesce e si affolla di gente che passeggia anche tra i vari negozi aperti. Entriamo quindi in un bar dove seduti ad un tavolo chiacchieriamo e sorseggiamo i nostri drink; ancora una serata serena.
Una volta rientrati, Giovanni e Massimo vanno a letto perché molto stanchi mentre io rimango a parlare con Shana. Dopo la mezzanotte non si può restare in cucina, soprattutto a parlare, e quindi con poca voglia di andare a dormire ci sediamo in cima all’edificio. Qui parliamo un po' delle nostre vite, mi dice che vive a Portland (Oregon) con il suo ragazzo e che lavora nel campo della biochimica, per una società di ricerca. In questo periodo si sta occupando delle problematiche legate agli occhi e all’utilizzo delle lenti a contatto. Una lunga chiacchierata sotto il cielo stellato estivo e poi a dormire.

18 Agosto
Al mattino, io ed i miei due amici, prima dell’ora del check out, andiamo a cercare un altro ostello che sia più pulito ed economico del nostro ($25). Io ne visito tre o quattro, ma purtroppo sono tutti cari o pieni. Giovanni e Massimo su consiglio delle due ragazze italiane, trovano posto e prenotano in un altro ostello più pulito e a $17 a notte.
Dopo aver fatto il check out ci accordiamo con Shana di andare in giro per la città insieme. Ci dirigiamo verso il quartiere latino-americano, ma una volta giunti nella zona a lei indicatale, ci accorgiamo che non c’è traccia di quello che cerchiamo. Chiediamo e ci viene detto che si trova in un altra zona della città. A questo punto Giovanni e Massimo, con una scusa banale dicono che preferiscono andare a visitare China Town e ci lasciano soli. Camminiamo per diversi chilometri, troviamo e visitiamo il quartiere latino-americano con la famosa Missione Dolores. Poi ci sdraiamo in un parco con molta gente che gioca, prende il sole, si rilassa e così via. Stiamo proprio bene lì sdraiati sull’erba a chiacchierare senza grosse preoccupazioni. Ed è proprio qui che Shana capisce che quella pace in noi avrebbe condotto a possibili tentazioni. Mi confida quindi, di essere sposata e di aver tolto l’anello perché il suo matrimonio è un po' in crisi. Infatti, mi spiega che si trova a San Francisco da sola per staccare un po' la spina dalla sua vita e per riflettere sul da farsi; poiché lei vorrebbe divorziare.
Rientriamo poi nei rispettivi ostelli, accordandoci per la serata. Mi ritrovo con i ragazzi all’ostello e dopo esserci lavati e parlato dei rispettivi pomeriggi, cuciniamo, ceniamo e andiamo a prendere Shana. Ritorniamo ancora tutti insieme nel quartiere latino americano entrando e bevendo in un paio di locali; Giovanni e Massimo in questi giorni di vacanza se la cavano alla grande ed hanno modo di praticare il loro inglese imparato in Italia.
Accompagniamo Shana all’ostello, usciamo dalla macchina per salutarla ma quando arriva il mio turno mi chiede se voglio rimanere un po’ con lei. Accetto e saluto Massy e Giò.
Ci sediamo di nuovo sul tetto dell’edificio e non facciamo altro che parlare di tutto un po’, è bello perché la serata è tiepida ed il cielo è un manto stellato. Verso le due del mattino ci salutiamo, lei mi dice di andare a trovarla a Portland nel proseguimento del mio viaggio, ma le accenno che non sarebbe stata una buona idea; lei avrebbe dovuto infatti mentire al marito se mi avesse ospitato. Mentre mi accompagna alla porta, il gestore dell’ostello ci vede e rimprovera Shana per aver ospitato, anche se per poche ore, un estraneo. Dispiaciuto del rimprovero, la saluto. E’ domenica sera e lei sarebbe partita il giorno dopo.

Resto in compagnia di Giò e Massy fino a mercoledì sera 21 Agosto, quando prendo l’autobus per arrivare il giorno dopo a Seattle. Con Giò e Massy non facciamo altro che andare in giro per la città e visitare quello che ci capita. Conosciamo molte altre persone, soprattutto in cucina che rappresenta sempre il punto più importante negli ostelli per socializzare e scambiarsi delle dritte.
Sapevo che a San Francisco c’è la più alta percentuale di omosessuali al mondo, ma resto sorpreso nel vedere che in questa ricca e famosa città degli Stati Uniti esiste anche un gran numero di emarginati che vivono sui marciapiedi. Molti sono gli incontri con altri turisti, anche italiani. Non mancano quindi spaghettate in compagnia. Viviamo la spumeggiante atmosfera della città in mountain bike, a piedi e con i mezzi, mescolandoci agli altri turisti, molti dei quali sono italiani. Affascinante è la sosta in un locale, “Vesuvio Bar” frequentato da Jack Kerouac, protagonista della generazione dei Beats e autore del famoso libro “On the road”.
San Francisco è una città costruita su circa 43 colline, la popolazione è eterogenea e spesso anticonformista. Questa è proprio la sensazione che si ha quando si cammina per la città, che negli anni sessanta fu la terra d’elezione degli hippies e della “beat generation” che si ribellava al sistema di vita americano convenzionale. Inoltre qui a San Francisco vive la più numerosa comunità gay degli USA (il 40/45% dei celibi è omosessuale), si ha un’idea chiara di questo anche durante il giorno, ma soprattutto di sera nell’attraversare certi quartieri, o nel frequentare alcuni locali.
Rimango anche molto sorpreso nel vedere tantissimi senzatetto in una città che è ricca di risorse e di opportunità. Osservare fenomeni sociali di questo tipo in un paese che si trova ai vertici del mondo, mi lascia perplesso e stupito!
Tutto sommato la città è molto più viva e colorata di Los Angeles, più piacevole non solo per via delle sue attrazioni turistiche, ma anche per molti altri motivi: ad esempio ci sono tre università, quindi molti studenti, vari parchi, la baia con la sua intensa vita lavorativa ma soprattutto con la bellissima atmosfera che si respira al calar del sole. La “cable car”, il tram che domina alcune delle strade e colline della città.

Mercoledì sera saluto i miei due cari amici, infatti per me è giunto il tempo di continuare il mio viaggio verso il Canada e poi verso New York, da dove devo prendere l’ultimo volo per completare il mio giro del mondo. Li ringrazio moltissimo per tutte quelle ore trascorse insieme e devo notare, senza aver litigato. Sono contento e riempie di gioia sapere di avere degli amici ancora veri a distanza di anni. Loro avrebbero poi proseguito verso Los Angeles dove non solo devono riconsegnare l’auto noleggiata ma devono anche salire sull’aereo che li riporta in Italia.
Sono felice del viaggio fatto in compagnia di Giovanni e Massimo, con i quali condivido momenti indimenticabili, ma purtroppo le nostre strade si dividono, perché essi devono tornare in Italia, mentre io proseguo verso la mia prossima meta: il Canada.

22 Agosto
Il giovedì arrivo a Seattle dove mi fermo solo un giorno per poi giungere in Canada e precisamente a Vancouver.

28 Agosto
Mi trovo a Vancouver da un paio di giorni, in un ostello ben organizzato, attrezzatissimo e pieno di bella gente (anzi non è più il 28 d’Agosto poiché è mezzanotte e mezzo). Non mi accorgo dell’orario perché sono seduto tranquillo nella sala lavanderia ed aspetto che i miei panni siano asciutti. La giornata di oggi...
Oggi non faccio un granché, sbrigo alcune faccende nella mattinata, mi accordo con Katia (giovane ragazza tedesca) per andare al Museo di Antropologia, questa sera, lei nel pomeriggio va al planetario e in un altro museo che non m’interessa. Quindi nel pomeriggio prenoto il tour per giovedí, di tre giorni; compro il biglietto dell’autobus per la prima parte del viaggio in Canada. Il biglietto ha come destinazione Banff, tra Vancouver e Banff ho scelto di fermarmi a Kelowna ed a Nelson. La giornata scorre così tra telefonate, decidere quale tour, cosa fare, dove andare, insomma tutto ciò che riguarda il programmare un viaggio. Chiamo anche la mammina e poi il fratellino con il quale si parla del più e del meno. Alle 16 riesco finalmente a fare la spesa e a mangiare qualcosa; infatti è da stamattina a colazione che non tocco cibo. E` veramente da stupidi, ma a volte quando la mente è così occupata, vince sullo stomaco.
Mi chiudo anche nella piccola aula di lettura dell’ostello, per registrare e raccontare le settimane passate con Giovanni e Massimo. Non avevo il walkman rottosi alle Isole Tonga e che compro nuovamente qui a Vancouver. I luoghi, i sentimenti, le esperienze vissute insieme; sicuramente tante e spero di non aver tralasciato nulla. Anche se molte sono le frasi, le battute, le chiacchierate fatte in macchina .
Una volta tornato con la spesa, mi trovo nella lobby con Katia, altre persone e la guida volontaria che ci conduce al museo d’Antropologia. “UBC Museum of Anthropology”, sembra che abbia la migliore collezione di totem al mondo. All’esterno del museo, nel Totem Park, vi è una ricostruzione di abitazioni e totem degli Indiani che vivevano lungo le coste.
Karen, la guida, ci spiega e ci racconta dei totem, le sculture e la vita delle prime popolazioni di queste terre. Quelle che noi volgarmente chiamiamo Indiani. E' interessante conoscere la storia, le abitudini di un altro popolo, anche se alla fine un museo è sempre un luogo che ti stanca. Come gruppo ci troviamo bene, mentre torniamo si ride e si scherza; decidiamo anche di cucinare tutti insieme. Cuciniamo della pasta, portata da Katia, io preparo gli ingredienti per il sugo, mentre gli altri due ragazzi, uno tedesco ed uno colombiano, ci aiutano in cucina; si mangia, si chiacchiera e poi si va a letto.

30 Agosto
Ciao a tutti di nuovo, oggi è mercoledì 30 Agosto. E per me, questo è l’ultimo giorno qui a Vancouver, poiché domani mattina mi alzerò presto e andrò sull’isola di Vancouver (Vancouver Island). Un tour di tre giorni, tre giorni di campeggio. Tornerò poi sabato per prendere l’autobus e spostarmi a Kelowna.
La giornata di oggi è andata bene. Ancora una volta posso constatare che facendo questo tipo di vita è facile incontrare gente nuova, è così semplice dialogare con le persone e quello che ti può capitare il giorno dopo è sempre imprevedibile.
Esco nella mattinata, con il pensiero di sbrigare alcune “faccende” e poi nel pomeriggio visitare la parte antica della città, Gastown. Vedere quindi negozietti, ristorantini, ecc... Giungo in biblioteca verso le 9.15, ma è ancora un po' presto poiché l’apertura è alle dieci.
Nell’attesa decido quindi di prendere un caffè; qui mi succede un aneddoto particolare e buffo. Mi accorgo che quasi tutti sono impegnati nel leggere o scrivere. C’è chi legge un libro, chi prende appunti, chi ripassa o studia la lezione; io sono l’unico senza avere niente di fronte a me, se non la mia tazzina di caffè. Proprio mentre questo pensiero si intensifica, la ragazza cinese del tavolo affianco mi offre due inserzioni del suo giornale. Come se fosse stata una regola quella di leggere mentre si gusta il caffè. Ad ogni modo, bevo il caffè, leggo l’articolo dove si discute delle Olimpiadi del 2008.
Non sono ancora iniziate le olimpiadi di Sydney e già si parla del 2008 dove la Cina sembra essere una della favorite, dopo aver perso il “diritto” contro la città australiana. Lascio il piccolo bar e vado in biblioteca. Qui la mia giornata cambia completamente. Infatti mentre sono in fila e aspetto il mio turno per usare uno dei computer, la ragazza dietro di me mi rivolge alcune domande. In seguito ne nasce una piacevole conversazione che ci porta a trascorrere la giornata insieme.
Scopriamo infatti che entrambi abbiamo intenzione di visitare Gastown nel pomeriggio, inoltre Natalia, così si chiama questa ragazza messicana, è a conoscenza di un tour gratuito che inizia alle 13.30.
Con Natalia andiamo in un “Café” (bar) per organizzare e decidere cosa fare nella giornata. Parliamo inoltre un po' di noi e del fatto che io parto per Vancouver Island e al rientro da questo tour inizierò il mio viaggio per attraversare il Canada. Mi confida che le piacerebbe viaggiare ma ha un po' di paura perché non lo hai mai fatto prima.
Le spiego che non c’è motivo di averne perché può benissimo scegliere un tour e farlo con un gruppo di altri ragazzi e ragazze come lei ed essere perciò al sicuro. Oppure nel caso le ispirassi fiducia può venire con me. Poiché, a mio avviso, è stupido vivere in una città per tre mesi se non c’è un motivo di studio o di lavoro. L’idea di viaggiare con me la interessa, ma non sembra possibile, perché ha già pagato il mese d’affitto alla famiglia che la ospita. Andiamo ugualmente al mio ostello per discutere e mostrarle dove può comprare il mio stesso biglietto nel caso decida di venire con me per circa una settimana.
Raggiungiamo poi Gastown, ci ritroviamo con le altre persone e la guida del Tour. Iniziamo il giro che spiega sopratutto la storia degli antichi edifici, dopo un po' decidiamo di lasciare il gruppo poiché il tutto si rivela pesante e noioso, ci rompiamo!
Troviamo un piccolo parco dove sedere, lei può mangiare il sandwich e la mela portati da casa; abbiamo ancora occasione di parlare di noi e quindi di conoscerci meglio. In questo frangente è buffo constatare come è possibile incontrare una persona che si trova esattamente nella stessa condizione in cui mi trovavo io quattro anni fa.
Lascia il Messico perché non è felice con la sua vita lavorativa, poiché le promettono delle posizioni, che non sono mantenute. Scopre che ci sono altre colleghe che pur svolgendo lo stesso lavoro guadagnano di più; inoltre l’anno prima si lascia con il fidanzato dopo otto anni. Quindi lascia il paese per un po' di tempo e riflettere sulla sua vita; se studiare, se viaggiare, se sposarsi ecc. Posso quindi darle tante informazioni, opinioni poiché mi sono trovato anch’io nella stessa situazione. Il fatto di sentirsi soli, lontani da casa, la prima esperienza all’estero, proprio come è successo a me in Australia. E' incredibile come incontri persone sul tuo cammino che hanno qualcosa in comune con la tua vita o con il tuo modo di vivere.
Un bel pomeriggio passato insieme. Nel parlare confesso di aver accettato il suo invito a trascorrere la giornata con lei perché è anche una ragazza carina e da bravo italiano non potevo rifiutare. L’accompagno poi alla fermata dell’autobus, poiché deve essere a casa per l’ora di cena; mi chiede di chiamarla alla sera per uscire a bere qualcosa.
Torno all’ostello, mangio qualcosa, faccio la doccia e vado a letto per riposarmi un po'. Verso le otto vado giù nella lobby dell’ostello, qui incontro Katia e il ragazzo tedesco che avevo conosciuto nella serata del museo. Mi invitano ad andare con loro per vedere il tramonto. Vorrei rifiutare, poiché devo uscire in serata; ma alla fine accetto. E' mia intenzione fare in fretta e tornare al più presto per chiamare Natalia prima che sia troppo tardi. Così faccio, dopo aver visto il tramonto saluto e torno “a casa” correndo. Telefono verso le 9, ma mi viene detto che è uscita da circa dieci minuti. Sono arrabbiato con me stesso perché ancora una volta penso prima agli altri, non voglio fare l’asociale, ma in compenso perdo l’occasione di uscire e passare una bella serata con Natalia. In collera con me stesso, decido così di andare fuori a fare una bella e lunga camminata riflessiva. Quando torno all’ostello rivedo Katia ed il ragazzo tedesco che saluto, poiché il giorno dopo parto.
Spero che il tour sia bello ed interessante, che mi dia tanta nuova energia e voglia di vivere.

1 Settembre
Ciao a tutti di nuovo, è il primo settembre, sono sull’autobus ed è il mio secondo giorno del tour qui sull’isola. Vi vado a raccontare ciò che è accaduto ieri.
La mattina del 31 Agosto mi alzo molto presto, circa 5.30 del mattino, vado in cucina a fare colazione e lascio l’ostello verso le 6. Cammino fino a George St, dove prendo l’autobus 257 per raggiungere Horseshoe Bay, qui arrivo verso le 7.15 e il traghetto parte alle 8.30. Nell’attesa bevo un caffè ed ascolto della musica con il mio compagno di viaggio walkman.
Sul traghetto telefono a Natalia per dirle che la sera prima l’avevo chiamata. Lei tra l’altro mi dice che viaggerà con me per circa una settimana. Accetta quindi la mia proposta, anche se per pochi giorni; comprerà il biglietto e m’incontrerà sabato pomeriggio al mio rientro dall’isola. Si prende anche l’incarico di prenotare l’ostello a Nelson, prima tappa del nostro viaggio. Mi fa tanto piacere che decida di venire con me fino a Banff. Spero di passare dei momenti felici e di vedere luoghi meravigliosi; voglio che vada tutto bene e vivere ore indimenticabili, in modo particolare per lei, dato che è la sua prima esperienza di viaggio.
Prendo il traghetto ed una volta sbarcato a Nanaimo, m’incontro con la guida e gli altri ragazzi del tour. Il gruppo è composto da tre ragazze svizzere, una coppia irlandese, un ragazzo inglese ed un ragazzo di Singapore. I nomi: Andrea, Costanza, Julie, Brian, Steven, Miriam, Edmund e la nostra guida ed autista Sheila.
Il gruppo è abbastanza affiatato, si ride e si scherza; il tour è carino ma niente di eccezionale e sinceramente mi aspettavo di più. Infatti se considero quello di tre giorni in Australia (nel 1997) è stato certamente molto più bello ed interessante.
Il primo giorno Sheila ci spiega cosa avremmo visto, fatto, dove avremmo piazzato le tende e come ci saremmo organizzati. Inoltre visitiamo alcuni parchi lungo la strada, ci fermiamo vicino ad un fiume dove, per la prima volta in vita mia, vedo i famosi salmoni che risalgono la corrente per deporre le uova.
Qui imparo molto sui salmoni. Essi risalgono il fiume per deporre le uova, durante questo periodo non solo il colore della pelle cambia ed assume delle tonalità rossastre, ma consumano talmente tante energie che dopo aver deposto le uova muiono. In alcuni casi anche prima, in altri rimangono intrappolati nelle acque molto basse del fiume quindi facile preda per gli orsi. E' particolarmente interessante apprendere che i salmoni nati dalle uova deposte, vanno nell’oceano o nel lago, vivono per circa sette anni e poi tornano esattamente nel punto in cui sono venuti alla luce per deporre a loro volta le uova. A quanto pare riescono a capire, a riconoscere il luogo dove sono nati e quindi a dare continuità al ciclo vitale della specie.
Vediamo, oltre ai parchi, fiumi, laghi, anche delle incisioni sulla roccia che, secondo alcuni studiosi, dovrebbero risalire all’età delle prime popolazioni (indiani).
Arriviamo al campeggio, piazziamo le tende e prepariamo la cena; pasta con il sugo a base di verdure e carne.
Dopo cena, di corsa, raggiungiamo la spiaggia lunga 11,5 Km per vedere il tramonto; accendiamo il fuoco, scaldiamo dell’acqua per fare della cioccolata, alla quale aggiungiamo della crema al whisky. E' bello sedere attorno al fuoco a chiacchierare e bere della cioccolata calda. Finisco anche per mostrare alcuni passi di salsa.
Ci divertiamo, un’altra bella serata! Torniamo alle tende e dopo esserci lavati i denti, tutti a nanna. Due tende, quattro + quattro, e Sheila nell’autobus.
Io dormo con Julie, Brian e Costanza; nell’altra naturalmente Steven, Miriam, Andrea ed Edmunt.

Sheila ci sveglia verso le otto, come previsto, facciamo colazione a base di cereali, frutta, succo, tè o caffè. Iniziamo così un altra giornata all’insegna di parchi, con la descrizione d’alcuni alberi e piante da parte di Sheila. Ci fermiamo poi in una spiaggia dove vi è un centro d’informazione sull’ambiente naturale ed animale di questa parte dell’isola e del Canada, un ristorante e un bar con vista sull’oceano.
Qui assistiamo ad una proiezione di un filmato sulle balene. Questo documentario è così ben fatto, ben descritto, con delle riprese formidabili che mi lascia senza parole. E' sicuramente il più bel filmato su questi magnifici cetacei che abbia mai visto. Giochiamo poi a pallavolo sulla spiaggia prima di spostarci a Tofino.

02 Settembre
Continuo la registrazione che ho interrotto ieri. Infatti, ero qui nell’angolino dell’autobus, come lo sono adesso, e Julie è venuta a rompere le palle.
Non mi va di parlare/registrare quando ci sono altre persone vicino a me. Come dicevo, il gruppo giunto a Tofino, non potendo fare il “whale watching” (56 dollari) poiché non avvistano balene da alcuni giorni, decide di fare un giro con uno idrovolante. Sono tutti felici e soddisfatti perché per un volo di mezz’ora, circa 28 dollari a testa, non solo vedono l’isola dall’alto ma hanno anche la fortuna di vedere alcune orche.
Sheila ed io andiamo in un ostello e controlliamo la nostra posta elettronica. Sulla via di ritorno verso il campeggio io e gli altri scendiamo un po' prima al fine di fare una camminata in un parco, sulla spiaggia e quindi raggiungere Sheila più tardi al campeggio.
Sulla spiaggia vediamo tanta legna e stupidamente abbiamo la brillante idea di raccoglierne un po' per la sera. Purtroppo non ci rendiamo conto di quanto siamo lontani dal nostro solito “spot” per la sera. Trasportiamo così la legna per alcuni km. Steven che sceglie un grosso tronco lo getta a terra perché stremato.
Alla sera, dopo la nostra cena (fried chicken) ripetiamo ciò che abbiamo fatto la sera prima. Raggiungiamo la spiaggia ma sorpresa, ci sono due uomini al nostro posto e usano parte della legna raccolta. L’argomento della conversazione questa volta è diverso e si parla sopratutto di religioni come ad esempio del buddismo e di storie legate ai fantasmi, anche personali.
Steven ci racconta di un fatto a lui accaduto. E' una casetta, sul retro della casa principale di dove vive una sua amica. Mentre guardano la Tv lui inizia a sentire grida; l’insieme di urla via via si fa sempre più vicino finché non arriva vicino alla parete. Tutto intorno a lui inizia a tremare, lui è terrorizzato, come si suol dire in questi casi se la “fa sotto di brutto”. Sarebbe stato lo stesso anche per me. All’inizio la ragazza è tranquilla e Steven sorpreso le domanda: “Cos’è questo rumore?” “cosa sono queste urla?” “ma le riesci a sentire?” Poiché è così intenso, Steven si meraviglia che lei non senta o non prova nulla. Davanti a tutte queste domande, lei dice “oh, it is happening again” - “sta succedendo di nuovo”. Ma quando questo urlare diventa insopportabile, anche lei inizia a tremare e “propone” di uscire e di correre... ”just go, go... Let’s go out of here” e corrono così nella casa principale. Qui i genitori di lei e suo fratello dormono, non sentono nulla. In seguito a questa esperienza, Steven domanda alla ragazza se c’è stato qualche defunto o qualche episodio particolare nella sua famiglia e perché avesse pronunciato quella frase: “Oh it is happening again!” Purtroppo lei non ne vuole mai parlare. Steven si porta ancora dentro il dubbio di cosa sia veramente accaduto quella sera.

Conclusione: il tour è bellino, ma niente di straordinario; la guida mi delude un po', soprattutto perché stamattina avremmo dovuto alzarci presto e andare vicino ad un fiume, al fine di vedere qualche orso a caccia di salmoni. Ma Sheila si è addormentata, inoltre tutte le volte sembra che ci “sbattiamo” più noi che abbiamo pagato, che non lei che è la guida. Personalmente non lo consiglio ad altri viaggiatori.
L’aspetto positivo è che s’incontrano personaggi nuovi con una loro storia ed una loro vita. Il pulmino è troppo “ganzo” per via della forma e per i due tavolini che ci sono all’interno.
Ora andiamo a vedere una cascata e qui c’incontriamo con altri ragazzi che continueranno il tour per altri due giorni (con Sheila), mentre io, Brian, Steven e Miriam torniamo con l’altro autista, infatti abbiamo pagato per il tour di tre giorni e non di cinque. Ci incontriamo in un parco, tutti insieme gustiamo il pranzo, ancora una volta a base di panini. Facciamo anche una breve camminata nel parco e lungo i bordi di una bellissima cascata, prima che i due pulmini con i rispettivi gruppi prendano direzioni opposte. Costanza, Andrea, Julie ed Edmunt ci salutano, continuano con Sheila ed il nuovo gruppo appena incontrato. Io e gli altri (Steven, Miriam e Brian) con il nuovo autista ci dirigiamo verso Nanaimo e Victoria. Lungo la via di ritorno facciamo sosta in un luogo veramente turistico, con giostre, mercatino e negozietti; una vera e propria “cazzata”.
Brian ed Io prendiamo il traghetto per tornare a Vancouver città, mentre sono a bordo chiamo Natalia per accordarci su dove incontrarci.
Steven e Miriam tornano a Victoria. Non vedo l’ora di rivedere Natalia e di viaggiare per alcuni giorni con un’altra persona, una ragazza... sono onesto, questo é tutto per ora!

La sesta parte, che è anche l'ultima, di questo Giro del Mondo, verterà ancora sul Canada e sugli Stati Uniti. Sarà pubblicata prossimamente, sempre su Ci Sono Stato!

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