L’ "altro" Egitto

Deserto e oasi, lontano dalla calca del turismo organizzato

24 Marzo 2003: io e mia moglie Lucy partiamo dall'Italia in piena guerra con diversi dubbi se fare o rinviare il viaggio, però come si vede la decisione è stata la migliore!
A un viaggio non si rinuncia!Arriviamo al Cairo e ci aspetta una bufera di sabbia; dopo più di un'ora di traffico caotico arriviamo all'albergo che si trova ai piedi delle piramidi di Giza, comincia a piovere, l'inizio di questo viaggio non è dei migliori.

Il mattino dopo Michel ci attende nella hall e fuori c'è la nostra jeep che ci aspetta.
Carichiamo gli zaini e partiamo verso El Fayum; la bufera di sabbia non accenna a diminuire, anzi è sempre più forte per cui la sosta alle cascate nel deserto è velocissima, non si vede niente e la sabbia ci entra in ogni parte, decidiamo di modificare il programma di viaggio che prevedeva il pernottamento nel campo nell'area fossile lì vicino e ci dirigiamo verso Baharia.
Percorriamo più di 300 km. in mezzo alla bufera di sabbia; l'unica sosta per i bisogni fisiologici la facciamo a metà strada in un "autogrill" molto spartano, anzi di più!
All'arrivo a Baharia il vento si calma e il nostro morale si risolleva un po'; qui iniziamo a capire come potrà essere il nostro viaggio, la vita dell'oasi è tranquilla, è ormai sera e i contadini si fermano nelle fonti calde a togliersi il sudore e la sabbia.
Dopo una cena nel lodge che ci ospita andiamo a letto per riposare perché è stato veramente faticoso il viaggio fino a qui.

All'alba del terzo giorno non voglio perdermi il risveglio dell'oasi, così ancor prima di fare colazione vago tra le viuzze della vecchia città alla ricerca di angoli e situazioni interessanti: come la sera prima la vita si svolge intorno alle fonti con via vai di gente a prendere acqua ed altra a farsi un bel bagno ristoratore.
Ritorno al lodge dove mi aspettano per fare la colazione. Iniziamo con la visita alla città: qui si trova un piccolo museo con le mummie dorate. Dopo averlo visitato ci dirigiamo al sito del ritrovamento, bellissime tombe ancora affrescate; fortunatamente, dato il poco flusso di turisti in questi luoghi, ancora con i colori vivaci come all'origine.
Nelle vicinanze visitiamo altri siti archeologici tra cui il tempio dedicato ad Alessandro Magno.
Dopo aver comprato un po' di vettovaglie che ci serviranno per la cena ci spostiamo verso il deserto, dove pernotteremo. Iniziamo a montare le tende e il nostro autista Hamdi inizia a prepararci la cena, che consumiamo in compagnia dei nostri compagni di viaggio e poi dopo aver goduto di una stellata magnifica tutti a letto: ci aspettano altri chilometri di deserto.

E' già giovedì: ripartiamo di buon’ora dopo una colazione al sacco alla volta di Farafra. Dopo vari chilometri di pista nel deserto nero arriviamo ad una fantastica duna alta più di 80 metri, ma il bello deve ancora arrivare perchè dopo altri chilometri di deserto arriviamo al bellissimo e fantastico deserto bianco. Sembra di entrare in un sogno, la sabbia qui e là lascia il posto a sculture di calcare che il vento ha modellato; il panorama è fantastico, ci fermiamo a pranzare (al sacco) e sostiamo per più di tre ore girando tra queste sculture che prendono le forme più svariate. Prima di lasciare questo luogo fantastico Hamdi ci prepara un tè, bevuto questo risaliamo in jeep e come al solito con il sottofondo di musica orientale ad alto volume ci dirigiamo verso Farafra.
Arriviamo a Farafra e un bagno ristoratore nelle acque calde non ce lo toglie nessuno: è veramente fantastico stare immersi in quest'acqua calda e farsi fare un idromassaggio dal tubo d'alimentazione.

Il mattino seguente, dopo una visita di Farafra (purtroppo la città vecchia è tutta crollata) e una visita ad un artista locale, ci dirigiamo verso Dakla: ci aspettano più di 400 chilometri. La strada è poco interessante: si vede solo sabbia sui quatto lati ma senza dune. Solamente verso sera, quando ormai abbiamo raggiunto Dakla, il paesaggio diventa più interessante: qui andiamo a visitare anche un tempio ed una necropoli. Come ormai consuetudine, dopo ogni visita ci aspetta il tè offerto dai guardiani, forse come riconoscenza in quanto unici visitatori della giornata.
Arrivati al lodge, troviamo una bella sorpresa: piscina con acqua termale, mega bagno rilassante per stimolare l'appetito, la cucina egiziana non è poi cosi male!

Il mattino seguente ritorniamo sui nostri passi per visitare il villaggio di Mut, cittadella medioevale araba, molto interessante e unica ancora intatta nelle oasi egiziane. Girando tra i vicoli del villaggio incontriamo una fabbrica di vasi, un forno, un fabbro ed altro ancora: forse oggi è la giornata più interessante dal punto di vista etnico in quanto abbiamo avuto la possibilità di assaporare con calma la vita del villaggio.
Dopo aver consumato il pranzo a Dakla nel pomeriggio ripartiamo alla volta di Kharga.
Arrivati a Kharga (la città più grande incontrata nel tour), visitiamo un bel museo archeologico, successivamente andiamo a visitare il sito archeologico dove ci sono diverse e antiche chiese copte.
Prima di portarci all'hotel, Michel ci porta a visitare una moschea ed una chiesa copta, luoghi di culto delle due maggiori religioni egiziane.

Purtroppo è arrivato anche l'ultima tappa del tour: ci dirigiamo sempre più a sud fino a raggiungere l'oasi di Paris, dove andiamo a visitare il tempio di Dush, un bellissimo tempio in mezzo al deserto: gli scavi sono eseguiti solo in parte e durante la passeggiata si cammina sui tetti delle case ancora sepolte.
Al sud il caldo comincia a farsi sentire per cui prima di ripartire alla volta di Luxor, meta finale del viaggio, come al solito pausa refrigerante con i custodi: tè e partita a domino.
Ripartiamo e dopo altri 250 km di deserto raggiungiamo Luxor: da qui domani ripartiremo alla volta dell'Italia.

Con noi abbiamo riportato un bellissimo ricordo di luoghi fantastici e di un popolo molto ospitale che, nonostante la guerra in corso, non ci ha fatto pensare di essere degli occidentali in un paese islamico, ma soprattutto il ricordo di due compagni di viaggio Michel e Hamdi che ci hanno fatto conoscere questa bellissima parte d'Egitto fortunatamente ancora al di fuori delle più gettonate mete turistiche.

6 commenti in “L’ “altro” Egitto
  1. Avatar commento
    dado
    04/12/2005 23:44

    Ho letto con interesse queste note poichè prossimamente mi recherò a fare un tour in Egitto volevo saperne qualcosa di più. belli i commenti che ti aprono nuove idee.Grazie a tutti i commentatori.

  2. Avatar commento
    maria
    08/03/2004 12:45

    cerco qualcuno che sia andato in egitto in un eden village

  3. Avatar commento
    Marzio
    21/10/2003 07:59

    Trovo pure io che questa sia un'altra faccia dell'Egitto, probabilmente quella più vicina alla realtà. D'accordo anche con Geagles: infatti Sharm non è Egitto.... o meglio lo è geograficamente ma è un posto costruito per le vacanze di relax, con strutture simili in tutto il mondo, su un mare che (bisogna dirlo) è comunque molto bello. Ma andare a Sharm e poi dire 'sono stato in Egitto'... beh, via.... non è proprio la stessa cosa!!

  4. Avatar commento
    gio e gabri
    21/10/2003 07:59

    Scusate, il commento e' uscito anonimo !

  5. Avatar commento
    geagles
    21/10/2003 07:59

    Sono tornata ieri sera dall'Egitto dove ho visitato con mio marito, oltre al Cairo, le tombe dei faraoni e i templi fino ad Abu Simbel. Siamo rimasti entusiasti e mentalmente progettavamo il prossimo viaggio proprio nelle zone che avete descritto. Grazie, mi sara' tutto molto utile! Ma come si fa a continuare ad andare solo a Sharm come fanno molti? Mah!

  6. Avatar commento
    mark
    21/10/2003 07:59

    Gran bel viaggio, complimenti! Le mete poco battute sono senz'altro quelle che preferisco ed ho apprezzato molto il vostro itinerario ed il resoconto. Quante belle cose ci sono da vedere per chi tiene gli occhi bene aperti! :-)

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