Il Nord della Spagna, non solo Cammino di Santiago

Un bel viaggio in un’area della penisola iberica meno battuta dal turismo ma non per questo meno affascinante

L'idea di attraversare il nord della Spagna mi girava in testa da un po', avevo assaggiato la terra Basca capitando qualche anno fa a San Sebastian e mi era piaciuta molto, così mi ero promessa di proseguire e approfondire prima o poi.
Del resto della zona non conoscevo molto così mi sono messa a studiare e a fare qualche ricerca e da lì sono stata completamente risucchiata dai racconti di questa terra di pellegrinaggio, dalla gente che da secoli percorre a piedi il "Camino".
Così ho iniziato a "rimuginare". Premetto che non sono stata mossa da sentimenti religiosi ma piuttosto spirituali ma anche scientifici e antropologici (esagerata!!), ho pensato che in qualsiasi cosa si creda o non si creda, questo percorso deve avere qualcosa in se, deve dire qualcosa, deve rivelare o comunque aiutare le persone a trovare qualcosa dentro. Io c'ho provato e non lo so ancora se ci sono riuscita, ho voluto fare una ricerca sul campo.
E incuriosita mi son detta: "Ma mi fai vedere dove va tutta questa gente e perchè!"
Detto questo, questo non è un racconto sul “Cammino di Santiago” bensì un compromesso, con il mio compagno di viaggio, che si è tramutato in una sorta di “variante nord” del Cammino con un po' di mare in più… e che mare! Sì perchè qui il mare ha un colore stupendo!
Per studiare la questione ho richiesto materiale (prezioso) sul sito www.spain.info che direttamente da P.zza di Spagna, Roma mi hanno spedito mappe e guide a volontà sulle diverse regioni, poi ho comprato la Lonely Spagna del nord, che è servita per alcuni percorsi di più altri meno, alcuni per niente!
Ah! Dimenticavo, viaggio rigorosamente in auto dall'Italia, squadra che vince non si cambia, questa volta però puntiamo parecchio in alto, vanno fatti 1250 km solo per arrivare al punto di partenza del nostro viaggio, che attraverserà appunto Paesi Baschi, Cantabria, Asturie e Galizia per altri buoni 800 km. Per la cronaca, al rientro, il contachilometri contava 6042 km percorsi.
ll viaggio è stato diviso in due tappe: Paesi Baschi-Cantabria con base in campeggio in Cantabria a Noja, vicino a Santoña http://www.playajoyel.com e poi Asturie e Galizia un po' più itinerante.Partenza mercoledì 29 agosto 2012 intorno alle 13, prima tappa Arles periferia dove arriviamo intorno all'ora di cena e ci fermiamo in hotel low cost della catena Premiere Classe, che va bene essere low cost ma cavolo questo faceva proprio schifo, chiunque ci dovesse passare lo eviti a pièpari! In quel momento ho pensato che eravamo partiti col piede sbagliato, menomale che strutture così non ne abbiamo più trovate.
Devo comunque aggiungere che spesso ho scelto Premiere Classe durante i miei spostamenti in Francia e quasi mai sono rimasta delusa.

Partenza la mattina seguente presto intorno alle 6, l'idea sarebbe quella di arrivare a Noja nel primo pomeriggio per poter montare con una certa calma la tenda e sistemare il tutto. Intanto fuori piove molto forte e la pioggia ci lascerà solo dopo Bilbao. Ci fermiamo a pranzare lungo l'autopista subito dopo il confine e via di bocadillo con atun y pimiento, leggero da viaggio direi! Però buonissimo!
Arriviamo a Noja e magicamente non piove più, sono valsi a qualcosa tutti i miei scongiuri a Santiago perchè chi fa campeggio lo sa, ma anche chi non lo fa, che montare una tenda sotto la pioggia è una delle cose più odiose al mondo e dopo il Premiere Classe anche il montaggio della tenda sotto il diluvio non mi ci voleva proprio! Il campeggio è meglio di come mi pareva dal sito, molto grande, ben organizzato, pulito, c'è ancora gente ma non è affollato, con accesso diretto alla spiaggia, sì ci piace!
Devo togliere la modalità francais e mettere quella espanol, ma soprattutto adattarmi al ritmo iberico, molto, molto slow... per dire che quando noi andavamo a dormire la gente cenava! Siamo gli unici italiani del campeggio e ci fanno compagnia una coppia di anziani tedeschi old style con una roulotte ingiallita con gli adesivi che è tutta un programma, poi diversi olandesi e qualche inglese (da Plymouth c'è la BrittanyFerries che porta diretti a Santander) ma il turismo della zona ed in generale di tutto il nord è principalmente spagnolo. Si prende confidenza con il posto, mi studio il vicinato, metto quello lì quello là ora che ho perlustrato tutto e tutti mi posso rilassare, mi lascio portare dal ritmo camping che sommato a quello spagnolo trasformeranno i giorni in Cantabria in qualcosa che più lento non si può! Forse qualcosa sulla tabella di marcia èé saltato… però mi sono riposata! Dal 30 agosto al 6 settembre staremo in campeggio, abbiamo definito in linea di massima una serie di posti che ci interessa visitare decidendo giorno-giorno e regalandoci anche un po' di mare.

31 agosto. La giornata non promette bene, ci mettiamo in macchina e andiamo verso est, passiamo prima da Laredo, un porto peschereccio su una bella baia con una lunga spiaggia a mezzaluna, facciamo due passi, poi inizia a piovere, passiamo poi da Orinon e poi arriviamo fino a Castro Urdiales, che purtroppo non riusciremo ad aprrezzare gran che, faccio qualche foto ma poi il tempo peggiora. Torniamo verso il campeggio per pranzo e studiamo la situazione, poi, come capiterà spesso, il tempo cambierà totalmente e così decidiamo di passare il resto della giornata alla spiaggia del campeggio, Playa de Ris. Verso le 18 decidiamo di fare un giro e scavalchiamo il promontorio verso ovest e arriviamo a Playa la Arena a pochi km.

1 settembre. Pranzo al sacco, oggi ci aspettano un po' di km, andremo a San Vicente de la Barquera, Comillas e Santillana de Mar, tre posti molto carini, fiori all'occhiello della regione. In mattina arriviamo a San Vicente, prima però vogliamo andare a vedere la spiaggia vicina chiamata a seconda delle guide Playa de San Vicente o Playa de Gerra, una bellissima e lunghissima spiaggia, non resistiamo, ci regaliamo un po' di spiaggia, non fa caldissimo ma il posto merita una sosta così rimaniamo fino all'ora di pranzo. E' ora di continuare il giro, andiamo in centro a San Vicente, parcheggiamo vicino al molo in un parcheggio a pagamento e ci avviamo verso le vie principali.
Di San Vicente sono molto particolari le foto in inverno, essendo molto vicino ai Picos, dal mare ci sono delle bellissime foto con le vette innevate alle spalle del paese, è comunque un porticciolo molto carino con una ria, un estuario di un piccolo fiume soggetto all'azione della marea, che crea spesso dei paesaggi molto particolari e delle zone semi-paludose habitat di numerose specie di uccelli. Ripartiamo da San Vicente direzione Comillas. Comillas è una signorile cittadina, sede dell'Università Pontificia, con dei palazzi davvero particolari. E' anche una stazione balneare molto nota con un centro storico ben tenuto con case a graticcio. La struttura più nota della città è senza dubbio El Capricio di Antoni Gaudì, una villa di un noto marchese che negli anni 80 dell'800 ne commissionò la costruzione. A me non è piaciuta gran che ( http://www.elcaprichodegaudi.com ). Abbiamo poi visitato il palazzo Sobrellano, un palazzo in stile neo-gotico che si erge su una collina, peccato che per la visita guidata si dovesse aspettare un'ora e mezzo. Dopo Comillas ci aspetta Santillana de Mar circa 17km a est. Santillana è un bel borgo medievale perfettamente conservato, tappa del Camino de Santiago del Norte, deve la sua notorietà anche alla vicinanze ai siti archeologici delle grotte di Altamira. Oltre alla Plaza Mayor piazza centrale con il palazzo del Parador nacional de Gil Blas, ci sono tante case e palazzi ma il bello sta proprio nel passeggiare e perdersi (direi impossibile!) tra le vie.Per fare una pausa un bicchierino di Sidro e una fetta di Quesada, un dolce molto buono che sa di latte e di formaggio, molto simile ad un flan, di cui non ho capito la provenienza visto che ogni città ne rivendica la tipicità. In Galizia lo ritroveremo, chiamato Flan de queso.

2 settembre. Domenica mattina e non c'è nessuno in giro, fa ancora freschino per andare in spiaggia così decidiamo di fare un giro. Andiamo a Santona, un porto peschereccio e stazione balneare, ex regina indiscussa dell'industria ittica conserviera, delle tante fabbriche oggi rimane in piedi la famosa “Consorcio”. Santona fa parte della Reserva Natural de las Marismas de Santoña, Victoria y Yocil, una delle zone umide meglio conservate della Spagna, ricca di flora e fauna palustre, luogo di sosta e rifugio di migliaia di uccelli migratori. Il posto è davvero molto bello ma non sono riuscita a fotografare altro che gabbiani. La giornata poi continua con un po' di mare e relax.

3 settembre. Oggi andiamo a Santander, prima di arrivare però decidiamo di passare da una famosa e bella spiaggia che si trova sull'altro lato della Baia di Santander, Playa de Somo. C'è una luce particolare e tante nuvole che passano, c'è anche un pellegrino che ha fatto una deviazione.
In tarda mattinata arriviamo a Santander e cerchiamo di districarci nel traffico, lasciamo l'auto vicino al porto e proseguiamo a piedi verso il centro. Santander è una città molto viva e moderna, sede di università, porto turistico e tappa del Camino del norte. Facciamo un giro in centro partendo dai Jardines de Pereda, proprio sull'altro lato della strada il palazzo del Banco de Santander, poi torniamo indietro verso la Cattedrale de la Asuncion, che è formata da due chiese gotiche una sopra l'altra, ma riusciamo ad entrare solo in una, quella superiore è chiusa durante le ore del pranzo. Ci addentriamo nelle strade interne, passiamo prima dalla Plaza Porticada poi arriviamo al mercato coperto, quello più antico e ritrutturato ma oggi destinato a negozi e ristoranti. Pranziamo da Vuelta y Vuelta, un posticino di fronte al mercato coperto (quello vero) dove fanno dei pinchos buonissimi! Ritorniamo verso il porto dove si trova il Palacete del Embarcadero, ma non è poi questa entusiasmante palazzina stile balneare inglese che tanto si legge sulle guide, poi passeggiamo fino al puerto chico. Riprendiamo l'auto per andare in zona Sardinero e Casinò, con una puntatina allo stadio del Racing, così per curiosità, si trova poco distante.
La Playa del Sardinero è una spiaggia urbana, affollatissima anche di settembre e proprio di fronte il Casino ed il Gran Hotel. Ci prendiamo un caffè e ripartiamo per la visita della Peninsula de la Magdalena, una lingua di scogliera dominata dal Palazzo della Magdalena, già residenza reale e oggi sede universitaria, noto per la sua architettura inusuale. Facciamo il giro del promontorio con il trenino turistico, costa veramente una sciocchezza, così evitiamo una scarpinata sotto il sole e ammiriamo le belle baie riparate e facciamo un giro intorno al palazzo. Il trenino ci lascia poi dopo circa 15 minuti, in prossimità di alcune vasche, sul lato ovest della penisola così incuriositi anche dalla folla vediamo che si tratta di una sorta di zoo all'aperto con pinguini, leoni marini e foche.
Dopo aver fatto alcune foto ritorniamo verso l'auto e ci regaliamo un po' di shopping prima di lasciare Santander.
Santander può essere un posto carino da visitare, abbinando chiaramente la visita ad altri luoghi della Cantabria e/o Paesi Baschi, anche per la comodità con cui è servita dalla compagnia aerea Ryanair.

4 settembre. Piove, ormai abbiamo organizzato di andare a Bilbao per visitare il Museo Guggenheim, prima però vogliamo passare da Guernica, famosa cittadina dell'opera di Pablo Picasso e dal paesino di Mundaka. Arriviamo a Guernica, in realtà non ha molto per cui fermarsi, è comunque un forte simbolo dell'oppressione, della dittatura e dello strazio che la guerra provoca. Guernica rappresentò un obiettivo preciso di annientamento della forza, delle tradizioni e della libertà del popolo basco, tanto odiato da Franco. Ci sono un paio di piccoli musei della storia e della cultura basca, decidiamo di non fermarci e di proseguire verso la costa.
Arriviamo a Mundaka, la pioggia ci da tregua e ci fare una passeggiata tra un mercatino, la chiesa e il porticciolo. E veramente un piccolo centro, noto solo agli appassionati di surf come uno dei posti con le migliori onde d'Europa. Ma come si vedrà dalle foto, quella mattina c'era calma piatta.
Arriviamo intorno all'ora di pranzo a Bilbao, dopo essere passati dal centro di Bermeo e aver scollinato tra i verdissimi boschi baschi. Continua a piovere di brutto, forse è anche per quello che non riusciamo a cogliere gran che della città. Ex area industriale, grazie ad amministratori illuminati si è avviata al nuovo millennio con una nuova immagine e nuove prospettive e il Guggenheim è un, se non il, simbolo di questa rinascita che l'ha proiettata con un ruolo di primo piano nel panorama dell'arte Europea.
Arriviamo in auto in zona Av. Abandoibarra, dove parcheggiamo sotto ad un ultramoderno centro commerciale, poi a due passi il bellissimo Museo Guggenheim. Come si trova scritto su molte guide, il Guggenheim è forse più famoso per le avveniristiche linee architettoniche che per le opere che ospita, sicuramente un luogo interessante da visitare con una collezione temporanea e permanente. L'ingresso è di 8 euro con audioguida con nessuna fila alla biglietteria (non avevamo prenotato ne acquistato online i biglietti). Dopo la visita facciamo qualche foto dai ponti sul fiume Nerviòn.

5 settembre. Ultimo giorno di campeggio ci regaliamo un po' di mare e torniamo a Playa de Somo nei pressi di Santander poi bisogna iniziare a preparare per smontare e rimpacchettare tutto, direzione Asturias!

6 settembre. Sveglia presto per smontaggio tenda e per dare un senso a tutto quel caos da rimettere in auto, poi partenza per Llanes. Lungo la strada tantissimi cartelli che ci ricordano che stiamo facendo la strada “giusta”. Le Asturie ci regalano panorami più selvaggi, coste a picco sul mare, baie tra alte insenature, montagne vicinissime al mare, villaggi rustici, gente orgogliosa... e cibo buonissimo! Purtroppo decidiamo di non dedicare così tanto tempo alla regione in cui staremo solo un giorno per visitare Llanes, Cudillero e qualche spiaggia e baia lungo la costa. Arriviamo a Llanes intorno all'ora di pranzo, abbiamo percorso circa 130 km da Noja e qui facciamo la conoscienza di questo piccolo porto, cittadina molto viva e piena di gente, un tempo dedita alla pesca delle balene. La cittadina ha un centro storico medievale ed è oggi un affollato centro balneare a due passi dai Picos de Europa. Iniziamo a visitarla dalla passeggiata sulla costa alta ad ovest del centro (Paseo de San Pedro) dove lasciamo l'auto, c'è un sole splendente ed un vento molto forte, la costa così selvaggia sembra ancora più bella, arriviamo fino al Mirador de San Pedro. Scendiamo poi alla Playa de Sablòn, una spiaggetta urbana, affollatissima dove decidiamo di fermarci e pranzare (al sacco) su una panchina all'ombra.
Ci avviamo poi verso il centro storico, è in fase di organizzazione una festa religiosa e stanno addobbando le strade, facciamo un giro per le vie e poi ci avviamo verso il porto, dove all'estremità del molo sono posti i Los Cubos de la Memoria, dei cubi colorati frangiflutti, opera del pittore Ibarrola. Torniamo verso il centro e percorriamo le vie animate da locali di frutti di mare e sidrerie, prodotti tipici della zona poi ci avviamo all'auto per riprendere il giro.
Lungo la costa ci fermiamo a Playa de San Antolìn e Playa de Aguilar, 3 km prima di Cudillero. Arriviamo poi all'hotel prenotato per la notte Hotel Alvaro (35 euro/notte), poco fuori Cudillero, e da qui ci accorgeremo che le persone inizieranno a parlare solo spagnolo, magari lentamente, ma niente più inglese. Per la sera abbiamo previsto la visita e la cena a Cudillero, posto veramente caratteristico e difficilmente accessibile. Un piccolo centro colorato incastonato in una insenatura dove si arriva con una strada di una pendenza assurda tra le case. Il posto è veramente gettonato dal turismo, e non si trovano facilmente sistemazioni in centro. Non ci resta che fare due passi sul porto pescherecchio e un giro della piazzetta sul porto contornata da ristoranti. Quale scegliere? Mi ispira quello ed entriamo, tavolo all'aperto grazie! Una cosa è sicura stasera parillada de mariscos e vino blanco delle Rias Baixas. Una delle più belle mangiate di crostacei e frutti di mare.
Rientriamo in hotel molto soddisfatti, dopo aver fatto acquisti in un negozietto locale un paio di bottiglie di sidro e qualche dolcetto tipico delle Asturie, molto buoni.

7 settembre. La Galizia ci aspetta. La Galizia è un territorio di confine che nei secoli ha avuto a che fare con invasioni di vari popoli del nord Europa dopo la colonizazione Romana, oggi se ne vedono ancora le tracce, anche nella lingua. Il Gallego
è una lingua più simile al Portoghese che al Castigliano e a tratti incomprensibile, oggi riconosciuta ufficialmente insegnata anche nelle scuole, la si trova su insegne e cartelli, sempre in doppia lingua. Prima tappa di questa bella regione, che ci ospiterà per una settimana, è Praia As Catedrais, un tratto sabbioso di quasi 2 km con archi rocciosi che sembrano creazioni dall'aspetto gotico, particolarmente belle da vedere con la bassa marea..che noi non troveremo! E' abbastanza presto ed il tempo incerto, non troviamo nessuno e ci godiamo il panorama. Riprendiamo la strada e ci fermiamo a Foz a fare colazione sul lungomare. Da qui parte il giro delle Rias Altas, costa nord della Galizia, nota per i panorami mozzafiato, scogliere, baie, piccoli porti, dove si può non incontrare nessuno per diversi chilometri.
Iniziamo il percorso sulle Rias Altas con una prima sosta a Viveiro, laborioso porticciolo, poi superata la penisola Estaca de Bares, il punto più a nord della Spagna, cerchiamo Praia de Picon e percorriamo i viottoli sulla Costa de Loiba.
Poi arriviamo a Cabo Ortegal, uno dei punti più belli della costa. Ero armata anche di binocolo per vedere balene e delfini come segnalava la guida, ma niente da fare.
Terminiamo il giro passando da Cedeira e fermandoci a pranzo a Praia Pantìn, molto bella e poco affollata e ci regaliamo qualche ora di sole.
Infine cerchiamo l'hotel Marcial che abbiamo prenotato per stasera a Naròn, fuori Ferrol, zona del tutto poco degna di nota ma per una notte va più che bene ed il prezzo è veramente basso 30 euro la doppia. Andiamo a cena a Ferrol.

8 settembre. La Coruna prima parte. La Coruna è una città giovane, in continuo movimento, vivace, commerciale, culturale e vibrante. La sua posizione a portata di “nuovo mondo” l'ha sempre posta al centro di grandi traffici e spesso sotto assedio Britannico. Sede della Inditex, seconda industria tessile a livello mondiale, è la città più ricca della regione. Arriviamo di buon ora e decidiamo prima di andare a vedere la Torre di Hercules. Il faro è ben conservato e c'è una gran fila per visitarlo, facciamo anche un giro nei dintorni. La torre si trova nella penisola verso nord ovest. Dopo ci spostiamo in centro, in realtà è tutto abbastanza vicino, e decidiamo di lasciare l'auto in un parcheggio sotterraneo all'altezza dell'ufficio postale sulla Avenida da Marina, passando davanti al cinquecentesco Castillo de San Antòn, sede del museo archeologico.
Ci avviamo a piedi verso la città vecchia, ricca di piazzette, chiese e vicoli, passando da Calle Real fino a Plaza de Maria Pita, eroina della difesa de La Coruna dall’Armata Inglese di Francis Drake. La piazza è orlata da portici e ristoranti dove si può gustare, a tutte le ore del giorno una razione di pulpo gallego. Altri punti di interesse della città, Iglesia de Santiago, Plaza de Humor tappezzata di caricature di personaggi famosi e il Xardin de San Carlos. Lungo la darsena si possono ammirare le famose galerias galiziane (i balconi con vetrate) per le quali La Coruna viene chiamate anche “La città del vetro”. Riprendiamo l'auto e ci spostiamo in zona Stadio Riazor dove compriamo qualche souvenir della squadra del deportivo e facciamo qualche foto alla lunghissima e affollatissima spiaggia cittadina, Playa de Riazor. Lasciamo La Coruna, con l’intenzione di tornare poi l’ultimo giorno, adesso direzione Costa da Morte.
Nei prossimi tre giorni visiteremo la Costa da Morte, zona tra Caiòn e Muros, che il nome deve all’alto numero di naufragi, anche recenti come quello della petroliera Prestige, di nebbie, mare in tempesta, insenature, calette e baie tanto belle quanto pericolose. Ci sono numerose storie su marinai e navi, leggende di lanterne e navi pirata, c’è chi dice che questa sia la zona più bella della Galizia, di sicuro la più tenebrosa.
Come base ho scelto Camarinas, piccolo porticciolo, con un paio di hotel e qualche ristorante, noto in zona per la produzione di merletti. Alloggeremo 3 notti presso l’hotel O Parranda (40 euro/notte con colazione).
Questa zona è molto isolata, le strade sono poche e per andare da un posto ad un altro si deve andare nell’interno per prendere una strada a grande scorrimento, mentre l’autostrada corre da La Coruna fino a Vigo da nord a sud senza ramificarsi sulla costa. Non siamo lontani da grandi città come Santiago de Compostela o la Coruna ma qui la vita scorre lenta, come una volta, un ritmo molto rilassante.
Arriviamo a Camarinas nel pomeriggio e facciamo un giro del porticciolo, poi con molta calma ci dedichiamo all’organizzione dei giorni successivi. Per queste sere scegliamo il ristorante Hotel-ristorante Puerto Arnela, che non apre, come tutti gli altri, prima delle ore 21.

9 settembre. La mattina dopo la dedichiamo alla visita della costa tra Camarinas e Camelle, questo tratto di costa, per molti il più bello, è solo in piccola parte asfaltato ed in alcuni punti pericoloso se si trova un mezzo in senso contrario. Il primo posto dove ci fermiamo è Cabo Vilàn, il cui faro è posto a 125 metri di altezza, a segnalare uno dei punti più pericolosi della costa, è un sito naturalistico d’importanza nazionale.
Continuiamo poi la strada verso nord all' Area de Trece, una spiaggia di sabbia bianca, di difficile accesso e per questo molto isolata, e al Cemiterio dos Ingleses. Come già detto la Costa da Morte ha visto molti naufragi nei secoli, quello che più commosse fu quello dell'incrociatore della Marina Britannica “Serpent” che partito da Plymouth diretto in Sierra Leone alle ore 23 del 10 novembre 1890 si schiantò sulle rocce davanti all'Area de Trece dove morirono 172 persone e si salvarono solo tre membri dell'equipaggio. Terminiamo il giro della costa con Praia de Traba, bellissima spiaggia bianca, dopo Camelle, spazzata dal vento all'interno di un'area faunistica protetta. Arrivati qui, visto che il tempo non ci permette di godere molto del mare e della spiaggia dobbiamo decidere cosa fare, così decidiamo di dedicare il resto della giornata alla visita di Santiago de Compostela. Circa un'ora e siamo a Santiago, c'è un po' di traffico, ci dirigiamo verso i parcheggi intorno alla parte vecchia della città e siamo fortunati a due passi dalla centralissima Rua do Franco.
Santiago ha veramente un gran fascino, finalmente arrivati alla meta del viaggio di molti, si vedono in giro viaggiatori, pellegrini di ogni età e da ogni paese, c'è una bella atmosfera. Passiamo dall'affollata Rua do Franco e andiamo subito in Praza do Obradoiro per vedere la maestosa e bellissima cattedrale di Santiago. Si arriva nella piazza e si fa un giro tutto intorno, è bello e curioso vedere tutti i pellegrini arrivati da ogni dove che si abbandonano a terra stanchi, la piazza infatti e “ricoperta” di persone sedute a terra, armate di bastoni, bici, zaini. Dopo il giro della piazza fino al bel Parador dos Reis Catolicos proviamo ad entrare. Si deve fare un po' fila già dalla sfarzosa scala esterna, ci sono dei lavoro in corso e si avvicina l'ora della messa del mediodia, quindi tutti si affrettano per visitare l'interno. Come l'esterno, è un'accozzaglia di stili e molto carica dal punto di vista decorativo. Non mi dilungo su tutte le informazioni che si possono trovare dettagliatissime su libri di arte e architettura e guide, rimango molto colpita dalla cattedrale, davvero imponente e bellissima. Continuiamo il giro da Praza das Praterias e Praza da Quintana poi Praza de Fonseca e Rua da Raina, molto carina con i portici con le botteghe. La città vecchia è veramente un gioiellino. Pranziamo in uno dei tanti ristoranti in Rua do Franco, poi un altro giro e un ultimo saluto alla cattedrale.

10 settembre. Oggi è in programma un giro della parte sud della Costa da Morte, partiamo da Cabo Tourinan. La strada per arrivare a questo piccolo faro è lunghissima persa tra i boschi e dei piccoli paesini e non lo so se alla fine paga l'attesa. E' un mirador davvero molto pubblicizzato, molto ventoso e perso sulla costa ma non è che sia così suggestivo.
Dopo ci spostiamo verso Cabo Fisterra, tappa finale del viaggio dei pellegrini che arrivano fino a questo capo spazzato dal vento e avvolto nella nebbia per bruciare i vestiti con cui hanno compiuto il cammino, sulle rocce sotto al faro. Un tempo rappresentava l'estremità ovest d'Europa, in realtà ne rimane la nomina ma il punto più occidentale si trova 5 km più a nord, Cabo de la Nave.
Puntiamo poi ancora a sud verso Praia de Carnota, una bellissima mezzaluna di spiaggia bianca, dove il mare è spesso mosso. Una delle mie preferite di tutto il viaggio. Torniamo più tardi verso Camarinas, per l'ultima sera in zona, passando da Muxia, ma la pioggia ci permette di vedere ben poco del piccolo porticciolo.

11 settembre. Oggi ci spostiamo nella zona delle Rias Baixas, zona molto turistica nota per i locali, il mare più calmo e caldo, che deve le particolari condizioni alla conformazione frastagliata della costa, infatti la strada litoranea percorre circa 250 km per coprire una distanza che in linea d'aria sarebbe solo di 72 km! La zona vanta molti graziosi villaggi e porticcioli, spiagge e un numero di strutture ricettive che non ha pari in tutta la Galizia. Unico rammarico che ho è quello di non aver potuto visitare le Ilas Cies, belle isole incontaminate a 45 minuti di nave da Vigo, ma il tempo non è stato clemente ed abbiamo scelto di lasciar perdere la visita.
Primo posto dove ci fermiamo è Praia A Lanzada, una spiaggia lunga 2,5 km avvolta nella nebbia sull'istmo che collega O Grove alla terraferma. Piove a dirotto e la spiaggia è deserta, anche i gestori del bar decidono di chiudere ed andarsene, ma per capire quanto sia gettonata in estate basta vedere la grandezza del parcheggio, immenso!
Ripartiamo per il centro di O Grove, movimentato centro turistico noto per i crostacei e le specialità che si possono assaggiare nei suoi ristoranti. Il piccolo porto ospita numerosi battelli che fanno fare escursioni della Ria de Arousa e le isolette del Parque Nacional de Las Islas Atlanticas de Galicia.
Lasciamo O Grove e andiamo a cercare l'hotel prenotato per la sera, poco fuori Sanxenxo, Hotel Acquamaris (35 euro/notte con colazione), poi andiamo a vedere il famoso paesino di Combarro.
Combarro, sulla sponda settentrionale della Ria de Pontevedra, è un villaggio da cartolina, ha un centro medievale e numerosi ristorantini sul porticciolo. Come si capisce qui si è invitati ad altro tipo di turismo, mangiare e bere sono gli imperativi, e niente da dire sui cibi e sui vini, davvero ottimi! Siamo ben lontani dalle escursioni e le scarpinate per raggiungere i fari della costa nord della Galizia.
Concludiamo la nostra veloce visita delle Rias Baixas con Sanxenxo, soprannominata la Marbella della Galizia, deserta quasi sei mesi l'anno, nota come stazione balneare in stile mediterraneo. Visto il gran movimento decidiamo di fermarci qui per la cena in uno dei ristoranti del lungomare e... veniamo scambaiti per Portoghesi! Il mio spagnolo sa di Portoghese, buono a sapersi!

12 settembre. Ripartiamo verso nord per 145 km, la maniera più snella infatti per riprendere l'autostrada direzione Francia è tornare verso La Coruna, e quindi oggi ce la prendiamo con calma prenotiamo un hotel in periferia de La Coruna, Apart Residencial Portazgo (37 euro/notte) e dedichiamo la giornata agli ultimi acquisti, altre foto e un altro giro del centro de La Coruna che ci è piaciuta davvero molto.

13 settembre. Partenza intorno alle 7 direzione Biarritz, Francia, in modo da spezzare in due la strada del ritorno e dedicare qualche ora alla città e al suo lungomare.
Così direzione Leòn, poi Burgos... e qui mi mangio le mani ma dobbiamo tirare dritto, ormai questa volta è andata così, altra “carne al fuoco” non poteva essere messa, sarebbe diventato un vero tour de force! Poi Vitoria-Gasteiz, capitale della regione basca e via verso il confine. Salutiamo la Spagna, ci mancherà già da subito quando cercheremo un hotel per la notte, troveremo solo l' Etap Biarrtz-Anglet a 56 euro a notte, non molto lo so, ma in Spagna si dormiva e mangiava spendendo decisamente meno!
Non è una gran giornata, decidiamo di passare il pomeriggio a Biarritz, lasciamo la macchina nel parcheggio coperto sotto il casinò e andiamo verso l'affollatissima spiaggia. Nonostante il vento e la pioggia a momenti, c'è un sacco di gente in giro. Biarritz è sempre carina, forse quando il mare è in burrasca anche di più! Una passeggiata, un po' di foto, un gelato e gli ultimi momenti di viaggio.
Ci siamo lasciati circa 1240 km da percorrere quindi partenza intorno alle 6 per riuscire a non trovare troppo casino nei dintorni di Toulouse, ma non andrà così bene, ed in serata rientro a casa.

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