Un Natale da svizzeri

Un week-end in una Zurigo scintillante di luci e di negozi, scorcio di un’Europa nuova che guarda al futuro

 

 

Da non perdere

Forse perché la voglia di rivivere la magia dei mercatini di Natale ha preso il sopravvento sul ricordo di un paio di ritorni dal ponte dell’Immacolata di qualche anno fa sull’autostrada del Brennero, quest’anno riprendo coraggio e rimetto il naso fuori di casa al 7 dicembre.
No, non vado certo in Alto Adige o nella vicina Innsbruck, ormai presi d’assalto dai gitanti scaricati dai pullman di agenzie turistiche, oratori, pensionati, cral aziendali, circoli Acli, praticamente ogni non c’è un’associazione del centro-nord Italia che non organizzi a dicembre la famigerata “Gita ai mercatini di Natale”, con il risultato, ovviamente, di disintegrarne l’atmosfera.

Ci provo dall’altra parte, nella più vicina ma meno abbordabile Svizzera. Destinazione Zurigo, di cui ho già “visitato” l’aeroporto in più di un’occasione, ma mai il centro storico; universalmente riconosciuta come una delle città più vivaci d’Europa, in internet viene descritta praticamente come immersa in una nuvola di profumo di cannella, con dolci musiche in ogni cortile.
Anticipo che non è proprio così: Zurigo è decisamente una bella città, all’avanguardia, culturalmente viva e ricca come mai mi era capitato di vedere, però il famoso mercato di Natale all’interno della stazione è abbastanza deludente e non regge il passo né con le lussuose decorazioni della città, né con i mercati che si trovano nelle cittadine della provincia, come quello di Einsiedeln che abbiamo visitato.
Ma vado con ordine.
Il viaggio di andata diventa purtroppo molto più lungo del previsto: dalle tre ore e mezza previste da Google passiamo a quasi sei ore, sia per la nevicata che incontriamo, sia per le code infinite che troviamo in entrata a Zurigo; le cito perché non è la prima volta che mi capita, in Svizzera, di trovarmi in ingorghi apocalittici intorno alle città e non riesco a capacitarmi del perché, considerata la concreta efficienza che contraddistingue ogni altro aspetto del Paese.
La serata, però, è magica sotto una neve fittissima; ci fermiamo in un paesino nella periferia della città, per cenare a base di fonduta (il primo dei must irrinunciabili) in un ristorante tutto in vecchio legno, che secondo noi è comparso per magia solo per quella sera sotto la nevicata, per poi scomparire di nuovo per chissà quanto tempo ancora.
Alloggiamo all’Ibis Budget Hotel di Zurich City West, in Technoparkstrasse, struttura pulita ma decisamente essenziale, con camere che sono minuscoli loculi in cui il terzo letto incombe in modo inquietante sopra il matrimoniale; ma è una accettabile volendo contenere i costi ed ha il pregio di essere non troppo distante dal centro storico, che si può raggiungere a piedi con una passeggiata di una ventina di minuti.
In verità, si potrebbero usare i mezzi pubblici, visto che la città è famosa per l’efficientissimo sistema di trasporto in superficie e in effetti mai mi era capitato di vedere tram così numerosi e così moderni; però ho sempre l’impressione che i trasporti (metropolitane a parte) di ogni città siano quella cosa tanto elementare per gli abitanti quanto inavvicinabile per i turisti, e poi per un week-end preferisco passeggiare.
Il centro storico si sviluppa sulle rive del fiume Limmat ed è di dimensioni abbastanza contenute, tanto da essere agevolmente visitato a piedi, magari tenendo come punto di riferimento la stazione centrale, la Hauptbahnhof; l’esterno appare come un elegante palazzo ben inserito nel centro cittadino, mentre l’interno è pulito e molto frequentato, manco a dirlo, lontanissimo dall’ambiente degradato delle nostre stazioni.
La visita del centro include alcuni punti fermi, quali la chiesa di Fraumunster, totalmente spogliata dalle decorazioni come vuole la dottrina protestante, ma arricchita dalle splendide vetrate di Chagall, la Grossmunster, che domina l’altra riva del fiume con i suoi due imponenti campanili, e la frequentatissima Niederdorfstrasse.; al riguardo, mi piace evidenziare come valga assolutamente la pena di deviare i propri passi dalla strada più affollata per addentrarsi nell’antico quartiere adiacente di Niederdorf, lasciandosi alle spalle il rumore della gente per ritrovare il silenzio di vicoli, ristorantini intimi e negozi curiosi.
La Zurigo del passeggio e dell’opulenza trova la sua celebrazione in Bahnhofstrasse, una delle strade dello shopping più famose e ricche d’Europa; raramente si incontra una tale serie di vetrine delle più note marche della moda e del lusso, evidentemente inavvicinabili ma ugualmente piacevoli da ammirare. Nel periodo natalizio, alle vetrine si aggiungono le bellissime luminarie e una tappa irrinunciabile diventa il negozio Franz Carl Weber, vero paradiso dei giocattoli che a Natale si accende in un’atmosfera scintillante.
Da Bahnhofstrasse salgono le caratteristiche e antiche vie, come Augustinerstrasse, dove tra le vecchie case trovano posto negozi e ristoranti; da lì si arriva al suggestivo Lindenhof, un raccolto giardino posto un poco più alto rispetto al resto della città e da cui si gode di una vista impareggiabile del fiume e dei tetti del centro, con i campanili delle due grandi chiese che li sovrastano.
Ma, soprattutto, in Werdmühleplatz, accanto a Bahnhofstrasse, si trova l’attrazione nataliazia più famosa: il Singing Christmas Tree, un grande palco a forma di albero di Natale sui cui “rami” trovano posto i cantori dei cori cittadini che, nel primo pomeriggio e alle 17,30 nei fine settimana, si esibiscono con canti natalizi a beneficio della piccola folla che si raduna nella piazza.
L’atmosfera è di grande suggestione e il calore si diffonde sia per i canti a cui la gente partecipa, sia per il gluhwein acquistato nel vicino piccolo mercato di Natale.
Il Singing Christmas Tree è unico e caratterizza il Natale di Zurigo in modo del tutto singolare, davvero un caldo ricordo…
Lo Zurcher Christkindlmarkt è il mercato di maggiori dimensioni in città e occupa il grande spazio d’accesso alla stazione; le bancarelle sono numerose ma, ahimè, ci è sembrato che manchi di magia, non ‘è musica, non c’è profumo di Natale, poche le bancarelle scintillanti di ninnoli e luci. D’altro canto, davvero incredibile è il grande albero che domina maestoso il mercato: interamente addobbato con migliaia di gioielli Swarovski, è una vera esplosione di luce da cui non si riescono a staccare gli occhi…

Cambiando totalmente prospettiva, una menzione la merita il quartiere Zurich West (dove tra l’altro è situato il nostro albergo). Si tratta di un bell’esempio di riconversione di un quartiere prettamente industriale in zona all’avanguardia in cui si concentrano locali, teatri e cultura in genere, in un insieme che sa tanto di Europa viva e moderna; il connubio tra modernità e creatività è felicemente riscontrabile in una struttura che mi ha molto positivamente impressionato, lo Schiffbau, un grande capannone industriale, ex-cantiere navale, dove oggi si trovano un teatro, un ristorante e un jazz club.
Nota all’opposto per un altro quartiere, quello che circonda Langstrasse. Sulle guide è citato come il quartiere etnico della città, colorato e affascinante; sarà per l’orario sbagliato in cui ci siamo transitati, ma l’ho trovato grigio e abbastanza inutile, tanto che l’intenzione di tornarci per cena è venuta meno.
A proposito di cena, va detto che ogni locale, economico (per quanto a Zurigo se ne possa trovare uno) o di alto livello, alla sera è affollato ed è veramente, ma veramente, difficile trovare posto. Consigliatissima la prenotazione, peraltro resa più facile dal fatto che la maggior parte di negozianti e ristoratori si arrangia con l’italiano, un po’, presumo, per la massiccia presenza di immigrati e un po’ per accogliere l’altrettanto numerosa truppa di turisti italiani che affollano Zurigo, quanto meno nel periodo natalizio..

Lasciata la capitale svizzera della finanza e del glamour, dedichiamo una mezza giornata alla cittadina di Einsiedeln, posta su dolci montagne un’oretta di macchina a sud-est.
Tutt’altro mondo: atmosfera da Natale di una volta, neve abbondante, fondisti che scivolano nel silenzio, le campane del monastero che risuonano festose.
Einsiedeln è celebre per l’imponente monastero del XVIII secolo che, leggo, è uno dei più importanti esempi del barocco europeo. Il sito è luogo di pellegrinaggio fin dal medioevo, grazie alla statua della Madonna Nera degli Eremiti (la statua di oggi risale al 1400 circa, mentre la precedente è andata distrutta in un incendio); la chiesa è veramente grandiosa e la ricchezza degli interni lascia letteralmente senza parole.
Sulla piazzetta antistante, giusto dall’inizio della scalinata della chiesa, sono disseminate le casette del Einsiedler Weihnachtmarkt, che prosegue lungo la via principale della cittadina.
Il mercatino è davvero suggestivo e ricco di atmosfera; abbondano bratwurst, gluhwein e liquorini di ogni tipo, che probabilmente contribuiscono all’allegria della piccola folla che passeggia.
Qui sì, ci sentiamo invogliati a qualche acquisto, nonostante l’impietoso franco svizzero (e per fortuna hanno bloccato il cambio…) e in questo angolo di Svizzera calorosa ed accogliente lasciamo un pezzettino di cuore.

 

 

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