Gli splendori della Lapponia Finlandese

Una settimana di immersione nella stupenda natura della terra dei Saami

Proseguendo l’esplorazione del nord Europa, quest’anno ci siamo recati nella Lapponia Finlandese, regione per la quale ho trovato significative discordanze tra una guida e l’altra. Dopo aver costatato l’ampiezza dello spazio dedicato alla Terra dei Saami, ho acquistato la guida della Routard, dalla quale ho attinto molte informazioni sull’aspetto naturalistico del Paese.
Spesso per noi Italiani, la Finlandia non è che una terra di passaggio nel viaggio verso Capo Nord, percorsa generalmente nel viaggio di ritorno. Nella tradizionale vacanza sportiva che ogni anno mi concedo a luglio con le mie figlie (mentre mia moglie deve lavorare…) si è preso spunto dal villaggio di Babbo Natale. Avevo chiesto alle mie figlie se preferivano le Cicladi o la Lapponia e, sebbene lo scorso anno fossimo andati alle Ebridi Esterne, hanno voluto tornare in una regione fresca, certamente attirate (come me) dalla bellezza della natura e, perché no, anche dalle prevedibili assenze di traffico, parcheggio e microcriminalità: quando si va in vacanza cerchiamo anche la tranquillità.
Dopo aver letto con attenzione la guida e navigato su internet, si è scelto l’itinerario e quindi provveduto alla prenotazione dei voli, della macchina da noleggiare e degli ostelli, il tutto nel mese di marzo. Questo ha consentito un bel risparmio per l’aereo e la certezza di trovare sempre da dormire, soprattutto in tre casi dove le strutture erano piene.
Avendo una settimana a disposizione, si è deciso di dedicare quasi tutto il tempo alla Lapponia, raggiungendo Rovaniemi in aereo, facendo scalo a Helsinki dove al ritorno abbiamo anche pernottato.
Qualche dettaglio sui costi. Abbiamo speso complessivamente 2345 euro in tre persone, di cui 812 di aereo, 440 tra noleggio e benzina (per un totale di 1500 chilometri), 605 per gli ostelli e 230 per l’alimentazione. Il resto è stato speso per gite, visite a musei, souvenirs ed altro. Abbiamo sempre cenato cucinandoci in ostello mentre per i pranzi ci siamo sempre arrangiati mangiando al sacco, non lesinando mai sulla qualità. Lasciata Rovaniemi, non abbiamo mai visto ristoranti, ce ne saranno? Probabilmente quelli degli alberghi.Lunedì 4 luglio
Partiamo dall’Aeroporto di Fiumicino lunedì 4 luglio con la compagnia Finnair, e le date sia della partenza che del ritorno sono state scelte tenendo conto delle sensibili differenze dei costi rispetto ad esempio al fine settimana. A bordo è divertente osservare, attraverso dei minischermi, sia il decollo che l’atterraggio tramite una telecamera situata presso la cabina di pilotaggio. Sappiamo pure che fuori la temperatura è meno 55!
Sull’Airbus 320 ci vengono offerti dei quotidiani, un paio di tramezzini e da bere, per noi abituati alle compagnie low cost una piccola sorpresa. Atterriamo dopo tre ore di volo.
Mentre il nostro bagaglio viene trasbordato sul secondo velivolo, raggiungiamo una cupa Helsinki, cielo coperto, clima afoso e minaccioso di pioggia. Qualche scena poco simpatica alla stazione, l’esosità di una bottiglietta d’acqua e la carenza di attrazioni ci spingono a tornare per tempo all’aeroporto dove scopriamo piuttosto amaramente la carenza di prodotti alimentari, entrambi i bar sono davvero poco forniti.
Ci imbarchiamo a bordo di un Embraer 190 per Rovaniemi, città che ci accoglie dopo un’ora di volo con un tempo splendido. Rapidamente ci vengono consegnati i bagagli e la macchina che abbiamo noleggiato, una Seat Ibiza rossa. All’interno del nastro trasportatore dei bagagli sono stati sistemati diversi peluches di fauna lappone, compresa la slitta volante di Babbo Natale.
Pernottiamo all’ostello, la cui reception è presso un vicino hotel. La struttura è buona, stanza tripla con bagno, davvero minuta la cucina, anche se la utilizzo solo per scaldarmi il caffè al mattino. Purtroppo, a causa della cattiva organizzazione dell’aeroporto di Helsinki, le ragazze avvertono un po’ di fame, ma questo contrattempo non si verificherà più durante il viaggio.

Martedì 5 luglio
Con un cielo ancora terso, lasciamo l’ostello e ci dirigiamo verso il Villaggio di Babbo Natale, proprio all’altezza del Circolo Polare Artico. Il posto è stato così bistrattato da guide ed amici che lo hanno visitato, che non rimaniamo delusi, anche perché sia l’ingresso che il parcheggio sono gratuiti, ed il negozio dei souvenirs propone qualcosa di interessante non ai prezzi scandalosi che ci avevano preannunciato.
Lasciata Rovaniemi ci dirigiamo leggermente verso sud per raggiungere l’ostello di Luusua. Una volta fuori della città, iniziamo a scoprire la bellezza delle strade lapponi, tutte fiancheggiate da alberi (il panorama è quindi limitato) e fortunatamente poco trafficate, con rare stazioni di servizio. Decidiamo di fermarci al primo supermercato per fare un po’ di spesa, ne incontriamo uno non molto grande, ma sarà praticamente l’unico insieme ad uno molto piccolino più avanti.
Abbiamo qualche difficoltà a trovare l’ostello, poiché non si trova proprio a Luusua, ma più a nord, verso Kemjiärvi. Lo riesco a sapere scendendo dalla macchina ed andando a bussare in una casa sulla strada…
Dopo aver parcheggiato, arriva la prima piacevolissima sorpresa del viaggio. Sebbene avessimo prenotato una semplice casetta “cabin” da quattro posti, ci viene assegnato un mini appartamento. Avendo pagato per quattro (per poter essere tutti insieme) il gestore vuole essere gentile con chi arriva da così lontano. La nostra dimora è costituita da due stanze di cui una con televisore, spaziosa cucina e bagno con sauna! In aggiunta, quando troviamo una delle due barche a remi libera, la possiamo prendere e farci un giro sul lago…
Dopo le difficoltà della sera precedente, ci regaliamo un bel pranzetto e decidiamo di rimanere sul posto, passeggiando sulle rive del lago e navigando con la barca, alternandoci ai remi. Un gruppo di Svizzeri che soggiorna in camper riesce anche a pescare qualcosa. Siamo davvero nel cuore della Finlandia che mi ero immaginato, foreste, laghi e tranquillità… ci sono purtroppo anche molte zanzare, al punto che il nostro appartamento è ben sigillato, l’unica apertura non a rischio è una stretta finestra in cucina con zanzariera.
Tornati a riva siamo catturati dalla presenza di un campetto in erba di calcio, con due porte due metri per cinque dove non resistiamo a tirare qualche calcio al pallone. Il gestore ci racconta poco dopo che lo scorsa estate un gruppo di Italiani ha voluto provare l’ebbrezza di giocarvi a mezzanotte.
Un simpatico husky è alloggiato in un’ampia gabbia vicina al nostro rifugio dove rientriamo per una ritemprante sauna ed una rilassante cenetta. Passeggiamo ancora per l’ampia area occupata dal nostro ostello, più esattamente un campeggio dotato di bungalow, ma non vi si trovano tende (sarebbe fastidiosissimo con tutti quegli insetti) ma solo camper ed una roulotte. Un cartello segnala che siamo proprio all’altezza del Circolo Polare Artico.

Mercoledì 6 luglio
Non sarebbe corretto dire “dopo una bella notte” ci prepariamo una bella colazione poiché per tutta la settimana che abbiamo trascorso in Lapponia il sole non è mai tramontato, anche se solo un paio di volte le nuvole ci permetteranno di vederlo a mezzanotte.
Iniziamo il lungo giro che ci porta a vedere il Parco Nazionale di Oulanka, nella regione centro orientale della Finlandia. Nella fase di progettazione del viaggio, avevo inizialmente pensato di dormire nell’ostello di Kuusamo, certamente più comodo per raggiungere questo parco, solo che non era più in esercizio. Erano state anche accantonate le possibilità di arrivare in aereo proprio a Kuusamo e di rientrare non da Rovaniemi ma da Ivalo, gli orari non erano convenienti.
Incontriamo il primo supermercato a Posio dopo oltre 120 chilometri, e capiamo che quando se ne incontra uno non conviene aspettare il successivo, ammesso che ve ne sia un altro sulla strada, stesso discorso vale per i benzinai. Arriviamo a Juuma, base di partenza per la prima escursione nel Parco Nazionale di Oulanka, caratterizzato dal Sentiero dell’Orso, un percorso di un’ottantina di chilometri, che è comunque percorribile anche parzialmente. Nell’ultimo tratto di strada incontriamo delle renne con cuccioli. La guida ci ha ammonito di non disturbarle. Troviamo facilmente parcheggio, carichiamo gli zainetti con cibo, acqua e tutto quello che potrebbe servirci, soprattutto i cappelli con retina che protegge il viso. Grazie alla facilità del percorso, scopriremo che sono inutili i bastoncini.
Acquistiamo una cartina a due euro (piuttosto cara) ma si rivelerà utile, approfittiamo della presenza dei servizi igienici per sistemarci al meglio, rendendoci solo successivamente conto che stiamo utilizzando quelli del campeggio, una toilette per i maschi, una per le donne, una doccia per gli uomini, una per le donne, un piccola parte di prato dove non entrano nemmeno 10 equipaggi, nessuna recinzione! Il tempo è bello e fa caldo, ma a causa della massiccia presenza di zanzare e simili, conviene indossare una maglietta a maniche lunghe.
Quasi all’inizio la prima piccola avventura, si deve transitare su un ponte-passerella che pur essendo certamente sicuro, dondola un bel po’ cosicché la mia figlia più grande esita e non poco. Sotto di noi transita un gommone di sportivi che praticano il rafting.
Notiamo alcune caratteristiche che saranno comuni agli altri sentieri che percorreremo, vale a dire un’ottima segnaletica e la presenza di passerelle di legno che rendono sia comodo il percorso, visto che il terreno è spesso acquitrinoso, sia permettono di non di danneggiare l’ambiente. Vi è una buona affluenza di persone sul Sentiero dell’Orso, alcune delle quali lo stanno percorrendo se non per intero, quantomeno per più di un giorno. Una famiglia composta dai due genitori e due figli sui 4-5 anni, procede con tanto di zaini sulle spalle corredati di tende e materassini. Il paesaggio è molto interessante, prima sosta dopo millecinquecento metri in prossimità di un mulino sopra le rapide Myllykoski. Poco distante si trova un altro ponte passerella da cui si gode una bellissima vista sulla zona circostante.
Le ragazze, infastidite dal caldo e soprattutto dai tafani, si fermano, io proseguo raggiungendo le rapide di Aallokkoloski e la cascata di Jirävä, una decina di metri di dislivello. Per il pranzo ci sediamo comodamente su uno dei tavoli di legno situati in prossimità del mulino (all’interno del quale sarebbe anche possibile sistemarsi in caso di pioggia). Poco dopo arriva un gruppo di giovani tedeschi che si esercita (con un istruttore del luogo) ad imparare a spaccare la legna con delle accette. Io mi tolgo due piccoli sfizi, mi bevo il caffè che mi sono preparato al mattino e che ho messo in un comodissimo contenitore stagno e poi mi sciacquo con la freschissima acqua del torrente…
La seconda escursione nel parco inizia dal centro informazioni di Kiutaköngäs, dove ci procuriamo finalmente un ottimo spray contro zanzare ed altri fastidi volanti. Nella strada sterrata che percorriamo per raggiungerlo, incontriamo diverse renne, anche queste con prole.
Sarà che non avvertiamo più il fastidio degli insetti, sarà che la temperatura si è abbassata, ma questa breve passeggiata di un paio di chilometri e mezzo tra andata e ritorno, ci piace molto, anche perché alle cascate di Kiutaköngäs assistiamo allo spettacolo dei salmoni che risalgono la corrente. Potremmo vedere anche l’inizio di un canyon, ma ci accontentiamo di queste due belle passeggiate. Ovviamente alcuni escursionisti nel leggere questa descrizione potrebbero storcere il naso, siamo venuti in Finlandia per vedere e fare un po’ di tutto, senza stress fisici e mentali. Così rientriamo tranquillamente in ostello dove ci attendono una bella sauna ed un’allegra cenetta. Ci addormentiamo stanchi e soddisfatti.

Giovedì 7 luglio
Come tutte le mattine, mi alzo intorno alle sette (anche perché devo prendere delle medicine) e sistemo un po’ di cose, come la colazione per tutti. Salutiamo il gestore, lo ringraziamo e iniziamo a salire. Piccola sosta a Kemijärvi per provviste e carburante, poi ci si dirige verso il Parco Nazionale Pyhä-Luosto dove, come prassi, ci rivolgiamo al centro informazioni per avere indicazioni sul sentiero che abbiamo prescelto e quindi ci attrezziamo al meglio, soprattutto con lo spray che si dimostra efficace.
Dopo una prima parte poco interessante, si entra nel bosco che percorriamo sino ad una scalinata in legno di 199 gradini che ci fa scendere nella gola Isokuru, anche questa ben percorribile grazie alle solite tavole in legno. Lungo il percorso vi sono stagni, grotte, una bella passeggiata dove non incontriamo nessuno se non durante il ritorno. Le passerelle si interrompono poco prima di una pietraia. La meta dell’escursione è la cascata Pyhänkaste che alimenta un laghetto che nel passato era il luogo di battesimo delle popolazioni Saami. A questo punto possiamo scegliere, salire 400 gradini per una vista non eccezionale oppure iniziare il ritorno, corredato comunque dalla risalita dei 199…
Ci spostiamo verso quello che la guida indica un anfiteatro ma, essendo ormai ora di pranzo, risolviamo prima la questione alimentare seduti su alcune panche all’ombra con un bel venticello. Aittakuru non è che una grande buca a forma di cono ricoperta di pietra all’interno della quale vi sono buoni effetti acustici, più bella la strada per raggiungerla che il posto in se stesso.
Risaliti in macchina, continuiamo il viaggio verso nord. Breve sosta a Sodankilä per visitare la piccola chiesa di legno risparmiata dai nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale, prima di raggiungere Ivalo che, con i suoi quasi diecimila abitanti, sembra una città. Sulla strada vediamo moltissime indicazioni relative alle sistemazioni alberghiere, ma non quella che ci interessa in quanto è aperta da troppo poco tempo. Mi rivolgo ad un negozio la cui commessa non conosce l’indirizzo ma, con grande gentilezza chiama lei stessa e mi passa la signora dell’ostello che mi spiega molto chiaramente la strada. Dobbiamo percorrere circa quattro chilometri in campagna, ma alla fine siamo più che ricompensati. Eccoci arrivati alla Guesthouse Husky che, pur essendo inserita nella lista degli ostelli, è un elegante chalet di legno ubicato in un allevamento (oltre 100) cani Husky di diverse specie. Le ragazze sono alloggiate in una stanza doppia con bagno corredato da un meraviglioso box doccia, a me viene data una doppia uso singola, entrambe molto bene arredate anche con la tv. Nello stesso piano un comodo angolo cottura, ma ora ci interessano i cani. Le mie figlie impazziscono nel vedere i due recinti in cui sono raccolti una decina di cuccioli di tre mesi particolarmente desiderosi di coccole. Ce li fanno prendere in braccio, sono affettuosissimi, ben diversi dagli adulti sistemati dall’altra parte della casa. Quando ci avviciniamo ai grandi si scatena un autentico putiferio. Ci viene spiegato che appartengono a differenti specie e sono impiegati sia per delle gare che per il trasporto di slitte in inverno.
Mentre preparo la cena, le ragazze hanno la possibilità (unica per tutto il viaggio) di accedere ad internet e salutare i loro amici con facebook. Prima di coricarci, passeggiamo di nuovo tra i simpatici quadrupedi, alcuni dei quali sono proprio esuberanti, mentre altri sembrano voler attendere un po’ di silenzio per riposare.

Venerdì 8 luglio
I cani ci hanno lasciato riposare senza problemi. Al mattino ci viene offerta una colazione con tanto di spiegazione sui vari prodotti lapponi, in particolare sui frutti di bosco ed il pane. Il figlio dei proprietari, che avrà intorno ai sette anni, si dimostra già molto esperto, ci apre una gabbia e permette nuovamente alle mie figlie sia di prendere in braccio i cuccioli, che al termine di aiutarlo a rimetterli tutti al loro posto.
Proseguiamo nel nostro viaggio superando il villaggio di Inari, dove torneremo un paio di volte, arrivando sino a Kaamanen dove si trova l’ostello più settentrionale della Finlandia. Si tratta di un’area simile ad un campeggio in cui sono sistemati diversi tipi di alloggio, dalle casette con i soli letti a castello ed un tavolo, sino a strutture più complesse. A noi, pur avendo prenotato la soluzione più semplice ed economica, ci viene assegnato un bungalow dotato di bagno ed angolo cottura. È piuttosto buio, l’illuminazione interna, nonostante il periodo, risulta scarsa, ma soprattutto molto caldo! Per fortuna vi è la solita finestrella per il ricambio dell’aria.
Nel pomeriggio, sotto un cielo un poco nuvoloso, ci rechiamo ad Inari dove visitiamo il Museo Lappone, chiamato Siida, dal nome del villaggio base del popolo dei Saami. Vi incontriamo anche una famiglia italiana di Rimini. Apprezziamo soprattutto una sala con molti riferimenti storici, il villaggio dei pescatori all’esterno ed un video di circa un quarto d’ora sulle aurore boreali. Ci informiamo inoltre sulle attività che potremo svolgere domani prima di rientrare all’ostello a Kaamanen, nel cui piccolo bar qualcuno alza un pochino il gomito, ma senza arrecare alcun fastidio. Nessuno di loro si permette poi di guidare. A proposito di alcool, quasi tutte le sere ho assaggiato una lattina di birra di tipo “III”. In Finlandia la “I” è analcolica, la “II” non viene più prodotta, la “III” è la normale, la “IV” costa il doppio, è di maggior gradazione alcolica e si può acquistare solo in particolari negozi insieme ai superalcolici in particolari negozi, come nel Regno Unito. Essendo il limite ammesso per guidare praticamente zero, ho sempre rimesso le mani sul volante la mattina successiva. Il cielo è sereno, metto la sveglia a mezzanotte meno cinque, ma il cielo è ancora coperto, niente sole di mezzanotte.

Sabato 9 luglio
C’è un bel sole ed un cielo terso, 27 gradi, una giornata estiva per noi, figuriamoci per loro, quando arriviamo ad Inari. Anche se non è economica, 47 euro per tutti e tre, prenoto una gita di quasi tre ore in battello sull’omonimo lago che parte alle tredici. All’ufficio del turismo apprendo che non è possibile praticare del rafting, ma si può noleggiare una canoa per due ore con soli 10 euro e noi abbiamo sufficiente tempo prima dell’imbarco.
Raggiungiamo il campeggio che affitta le canoe, indossiamo i giubbetti di salvataggio e ci viene dato una specie di dragon boat e tre remi. Si parte e la presenza della corrente ci costringe a diversi cambi di direzione. Dopo circa quaranta minuti di navigazione, a causa di un movimento brusco di mia figlia, spaventata da un tafano, fa un movimento brusco, l’imbarcazione si rovescia, cadiamo in acqua completamente vestiti e con noi il mio borsello con molti documenti, telefonino e fotocamera. Purtroppo non si riesce a rovesciare e svuotare il natante. Grazie all’aiuto di un motoscafo raggiungiamo la riva, rimettiamo il battello in condizioni di navigare, ma mi rendo conto che il mio passaporto e la carta di credito sono fuoriusciti dal borsello ed affondati. Proviamo anche a recuperarli ma, insieme ad un remo, sono andati persi. Il disappunto è notevole, ma non ci perdiamo d’animo. Rientrati alla base paghiamo per il remo smarrito e accendo il riscaldamento della macchina a palla, così in poco tempo i pantaloni delle mie figlie sono indossabili, anche perché al sole siamo ben sopra i trenta gradi. Il bancomat funziona ancora, il telefonino resusciterà il giorno dopo, le foto fatte finora sono tutte salve perché avevo cambiato la scheda la sera prima. Telefono a casa e faccio bloccare la carta di credito. Poco dopo mia moglie mi dice che con la fotocopia del passaporto e due foto, potrò ottenere presso l’Ambasciata Italiana di Helsinki un permesso per rientrare in Italia.
Nonostante la mini disavventura capitataci, affrontiamo con sufficiente serenità la gita in battello sul lago Inari, all’inizio le ragazze non vorrebbero portare nulla da mangiare con loro, così provvedo io a riempire lo zaino.
Poco dopo essere salpati ci sistemiamo su comodi sedili ed assistiamo alla processione di quasi tutti i passeggeri che si scolano al costo non indifferente di cinque euro e mezzo una lattina di birra da mezzo litro. Al termine tutti educatamente depositano i contenitori esausti nel secchio dove si lasciano tutti “vuoti” con cauzione.
Durante la navigazione un altoparlante racconta la storia del lago, sia fisica che politica in Finlandese, in Inglese e Tedesco. I più insicuri possono anche leggere il testo su alcune brochures plastificate.
Dopo quasi un’ora di navigazione, durante la quale abbiamo pranzato, sbarchiamo sull’isoletta di Ukko, dal profilo triangolare. Al pari del lago formato dalla cascata Pyhänkaste al parco Pyhä-Luosto, anche questo era un luogo sacro nel passato. La sosta è di un quarto d’ora scarso, sufficiente per vederla e rivederla tutta per quanto è piccola, ma trattandosi dell’unica fermata, non è moltissimo!
Risaliamo a bordo e riparte la processione di tutti gli uomini per la seconda birra, quindi ognuno di loro oltre a pagare 22 euro per la gita, ne ha aggiunti 11 per le due birre…
Tornati a terra, rientramo all’ostello dove brilla ancora il sole e le ragazze vedono molti lemming (piccoli roditori) che corrono sul prato.
Il cielo si mantiene sereno, verso le dieci e mezza una famiglia si fa un breve bagno nel fiume, io vorrei ma l’acqua è davvero fredda e ho mangiato da poco più di un’ora, per cui rinuncio e mi accontento di vedere e fotografare, finalmente, il sole di mezzanotte.

Domenica 10 luglio
Le uova sono bianche, per cui ne dimentico una soda nel frigorifero. Arrivati ad Ivalo, parte la ricerca della stazione di polizia. Non avendo la benché minima idea di dove si possa trovare ed essendo il locale ufficio turistico aperto dal lunedì al venerdì dalle 10 alle 16 (ridicolo, la gente che arriva la sera a chi può chiedere informazioni?), decido di andare all’ospedale, unica struttura pubblica indicata… lì certamente lo sapranno, ma abbiamo ancora una volta un pizzico di fortuna unita all’audacia, avvisto una macchina della polizia e faccio chiari segni, brevemente mi accompagnano alla loro stazione (vicinissima) dove in meno di venti minuti viene redatto il verbale di denuncia di smarrimento.
Il cielo ancora azzurro mi induce a più di una sosta per ammirare e fotografare alcuni splendidi laghetti (ne sono censiti oltre 180 mila in tutta la Finlandia) nonché altre renne.
Raggiungiamo Tankavaara per visitare il Parco Nazionale Uhro Kaleva Kekkonen, in memoria di un ex grande presidente finlandese. Rimango perplesso quando noto che pur essendo le dieci di domenica mattina in alta stagione, non vi è nessuno al parcheggio: avremo sbagliato posto? No, vi sono dei cartelli con la piantina del parco. Poco dopo arriva un piccolo camper, ma gli occupanti non visiteranno il parco.
Dopo aver preparato gli zaini nei quali non vorrei mettere l’impermeabile quale peso inutile, ci dirigiamo ancora una volta al centro informazioni, bellissimo, ben allestito e bene organizzato (come sempre…) per avere consigli sull’itinerario nonché per usufruire tradizionalmente all’inizio della passeggiata dei servizi igienici. Le ragazze scovano un piccolino topolino che gironzola nei pressi dell’entrata, preoccupate che qualcun altro lo scovi…
Sono proposti quattro percorsi, ognuno indicato con un diverso colore, noi optiamo per il più lungo, sei chilometri, ma non ci entusiasma. La natura è certamente bella, però anche qui non si incontrano animali. Inoltre la vista dal belvedere non è come la guida ce lo aveva fatto immaginare. Con il sole ci sarebbe stato probabilmente offerto un diverso spettacolo.
Durante la seconda parte dell’escursione inizia a piovere, ringrazio mia figlia Luisa che mi aveva esortato a portare l’impermeabile mentre lei, giudiziosa, tira fuori l’ombrellino.
Pranziamo un poco di nascosto senza fare rumore su un tavolo del centro informazioni, al termine puliamo tutto e continuiamo la discesa verso sud.
Arriviamo abbastanza presto al bellissimo ostello di Visatupa in località Raudanioki. Il gestore ci accoglie con un Buongiorno immaginando che siamo proprio gli Italiani che prenotarono a marzo.
La struttura mi ricorda quella di Seyðisfjörður in Islanda, un fabbricato ad un solo piano, un corridoio con stanze a destra e a sinistra, una stanza cucina e soprattutto una grande ed accogliente sala comune che, oltre ad essere utilizzata per la cena, le ragazze apprezzano per vedere una trasmissione televisiva in inglese, per giocare con un vecchio flipper di legno e con il Lego, nonché per allenarsi su una cyclette.
Diverse sono le attrattive dell’ostello. La più interessante è la stalla dove vengono munte le mucche, la maggior parte delle quali durante il giorno ozia beatamente nella zona loro riservata. Troviamo un bersaglio per i darts e ci esercitiamo anche nel tiro a segno. Dopodiché cominciamo l’esplorazione del parco in cui è ospitato l’ostello, giungendo sino alla riva del laghetto, dove ci attende una barca a remi. Salpiamo, ancora una volta immersi a trecentosessanta gradi nella natura della Lapponia. Siamo sempre molto attrezzati contro le zanzare, cappello con rete, maniche lunghe e spray sono ormai nella norma.
Terminata la mini crociera, veniamo informati che la sauna è pronta, ospitata in riva al lago in un classico fabbricato di legno color rosso. Vi è dapprima un locale spogliatoio, poi una saletta intermedia provvista di doccia, quindi la sauna vera e propria a legna, con una finestrella vista lago. Mia figlia è proprio contenta! Terminati i primi dieci minuti, non voglio perdere l’occasione di percorrere una decina di metri di pontile e, con una scaletta, immergermi nel lago. Sono pochi secondi, sufficienti ai soliti insetti di lasciarmi un paio di ricordi, ma fanno parte del paesaggio. Segue la seconda fase, quindi doccia e pronti per la cena.
Mentre le ragazze guardano un po’ di televisione, io sfoglio un paio di riviste del National Geographic, una delle quali parla dell’Etna. È stata proprio una bella giornata, e l’atmosfera di questo ostello in cui mi sento proprio a casa fornisce il suo contributo. Gioco con mia figlia Giorgia a dama che approfitta di una mia distrazione per sconfiggermi, gli anni passano, a quasi cinquantaquattro anni mi diverto ancora a fare le vacanze da giovincello ma la testa non è più quella di una volta.

Lunedì 11 luglio
Siamo ormai entrati anche con la testa nella mentalità del ritorno, puntiamo subito a Rovaniemi dove mi dicono che per imbarcarmi sul volo per Helsinki saranno sufficienti denuncia e fotocopia del passaporto smarrito. Dedichiamo gran parte della giornata alla visita del Museo Arktikum. Dopo aver visto quelli di Tromsø, questo è meno interessante, ci stimola una proiezione sul soffitto che si apprezza in una sala buia stando straiati su alcune poltrone sistemate all’uopo. Una sala è tenuta a temperatura sotto lo zero ed alla fine si assiste ad un filmato sulle aurore boreali, più interessante di quello proiettato nel museo Siida di Ivalo.
All’aeroporto riconsegniamo la nostra Ibiza, ci imbarchiamo senza difficoltà, senza file al check-in. Ad Helsinki incontriamo qualche problemino, come il prendere il tram nella direzione sbagliata, in compenso scendiamo alla stazione giusta. L’ostello Akadamika è un tipo casermone di città che ci ricorda tanto quello di Parigi Leo Lagrange, ottima accoglienza, sistemazione in una dependance, stanza con bagno ed angolo cottura praticamente senza stoviglie a parte un piatto, tre forchette ed un bicchiere… per fortuna ho con me un pentolino con cui ci scaldiamo delle minestrine che mangiamo utilizzando alcuni bicchieri di carta dell’aereo che Giorgia ha tenuto con grande saggezza. Ma, come avrete capito, non ci scoraggia nulla, e soprattutto le ragazze sono d’accordo di alzarsi alle sette per poter fare la sauna e tuffarsi nella piscinetta.

Martedì 12 luglio
Ore 7 sveglia, le ragazze si preparano per andare in un'altra dependance, al locale sauna-piscina, non facilissimo da trovare, ubicato in un sotterraneo. Piove un pochino e le accompagno. Per noi è possibile accedervi dalle sette alle otto e trenta per le femmine, quindi per un’altra ora e mezza per noi maschietti. La sauna è piuttosto ampia, la piscina davvero mini, undici metri e mezzo per meno di quattro, profonda due e mezzo, la temperatura dell’acqua non è elevata, anzi! Le vado a prendere all’uscita e ne approfitto pure io, tanto l’ambasciata apre alle dieci e sappiamo come arrivarci. Il tempo di una breve sauna e di una decina di vasche mentre le ragazze si preparano.
Lasciamo i bagagli all’ostello, ci dirigiamo ad una stazione dei trasporti, due ragazzi del servizio ci indicano il percorso più semplice per giungere alla nostra meta, vale a dire l’ufficio consolare dell’Ambasciata Italiana di Helsinki, il cui personale, gentilissimo, in meno di mezz’ora, con le due foto mi prepara un documento per il rimpatrio. Durante le operazioni viene giù il diluvio, ma quando usciamo già si è calmato. Troviamo il battello che con il biglietto giornaliero ci porta all’isola di Suomenlinna, più esattamente un gruppetto di quattro isolotti, antico avamposto difensivo della capitale. È certamente la cosa più bella che vediamo di Helsinki, un antico piccolo villaggio militare molto ben conservato, lo apprezziamo nonostante il cielo sia coperto, con il sole deve essere un luogo ideale per passeggiare.
Ci siamo, inizia l’ultima fase, recupero dei bagagli, trasferimento all’aeroporto su un autobus che si riempie sino all’inverosimile, rapido check-in, imbarco. Il volo dura tre ore, rese meno noiose dalla proiezione di una trasmissione di divertenti sketchs candid camera. Mia moglie ci attende a Fiumicino.

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