Berlino nella suggestione del Natale

Quattro giorni nella metropoli tedesca per immergersi nelle atmosfere dell’Avvento

Siamo quasi tutti italiani a bordo del volo Easyjet delle 08.55 dalla Malpensa. Quasi tutti diretti a Berlino per il ponte dell’Immacolata: non mi meraviglierei se al ritorno dovessi incontrare le facce allegre ed un po’ assonnate che vedo ora. Alla fine, 4 giorni a Berlino sono l’ideale per staccare dal lavoro spendendo solo un giorno di ferie e per prepararsi alle vacanze natalizie. E sono l’ideale per avere un buon approccio a quella che viene definita come la meta del momento per i giovani e per le persone mature: Berlino assomma in sè il fascino di una vecchia città con angoli risalenti all’Ottocento ad una più architettonicamente moderna e futuristica. Ed ho la vaga impressione che quel Muro (ora fortunatamente caduto) sebbene sia stato un dramma per i quasi 30 anni della sua vita, ora ne sia un po’ la sua fortuna visto che poi alla fine, oltre a visitare i musei e i castelli, si viene anche per ritrovarne le tracce. Comunque Berlino, come meta turistica, ha tutte le carte in regola: i suoi due aeroporti funzionano alla grande e parecchie compagnie aeree, soprattutto low cost, operano da molti scali italiani, permettendo così di ammortizzare le spese e di prenotare biglietti anche a prezzi stracciati. Io, per esempio, ho acquistato il Malpensa/Berlino Schonefeld per il ponte in Maggio, pagandolo a persona 126€ (coppia con una valigia da stiva) ma nei periodi di bassa stagione si possono trovare offerte veramente allettanti. E poi i prezzi degli alloggi non sono cari: navigando sui vari siti famosi (booking, venere o expedia) l’offerta per gli alberghi è varia e aperta a quasiasi prezzo. Personalmente ho prenotato su venere.com un alberghetto pratico e centrale, il Villa Amadeus, un 2 stelle situato sulla Potsdamer Strasse, a qualche chilometro dalla famosa piazza: per 3 notti in doppia con colazione ho pagato 210€ ossia 35€ a persona per notte. E’ una cifra che per le mie tasche posso permettermi. C’è anche di meno come c’è anche di più e nella bassa stagione anche alcuni alberghi a 3 e più stelle fanno buone offerte. Comunque il viaggio aereo dura giusto l’ora e 40 minuti dichiarati dal pilota in fase di volo e all’atterraggio troviamo una giornata tersa e un freddo polare: meglio così, è preferibile a quella pioggerellina antipatica. I bagagli sono celermente ritirati, ora c’è da raggiungere l’albergo. Uscendo dall’aeroporto, sulla sinistra, per chi vuol viaggiare con la ferrovia, c’è un percorso semicoperto che conduce fino al sottopasso della stazione. Qui ci sono le macchinette per l’acquisto dei biglietti, fattibile sia con la moneta (danno il resto) che con le carte. Il biglietto costa 2.80€ sola andata per qualsiasi mezzo e dura 2 ore mentre il giornaliero per viaggiare in tutta Berlino compreso l’aeroporto costa 6.50€ ed è valido fino alle 3 di notte, qualunque ora lo si timbra. E si deve timbrare perché i controlli sono improvvisi e fatti in borghese. Sostituto del biglietto è la Berlin Card, da 48 o 72 ore: la prima costa 16.50€ per la zona AB e 18.50€ per la zona ABC (che comprende gli aeroporti e Potsdam); la seconda 22€ per la zona AB e 25€ per la zona ABC. La Card va timbrata ed ha validità fino all’ora segnata (se si timbra alle 10 di venerdì scadrà alla 10 di domenica o del lunedì per le 72 ore) ed ovviamente offre una serie di agevolazioni come sconti in alcuni musei e in determinati negozi. La nostra scelta è quella di comprare i daily ABC per oggi e l’ultimo giorno mentre per gli altri due centrali prenderemo la Berlin Card AB così da restar coperti anche con i musei, per un totale di 29.50€. In stazione però troviamo un intoppo. C’è da premettere che siamo partiti con delle informazioni del sito dell’aeroporto che illustrano come sia possibile raggiungere la città sia con la ferrovia che con l’autobus. La ferrovia utilizza le linee S9 e S45 della S-Bahn nonché la R7 e la R14 della D-Bahn mentre i bus X7 e 171 portano alla fermata U7 Rudow e l’SFX1 a Sudkreuz. Tutto vero ma girano ancora mappe sbagliate dei trasporti perché sono cambiati dei tragitti: la S9, che conduceva a Spandau via Ostkreuz/Alexanderplatz/Hauptbanhof, ora arriva a Blankenburg andando per Ostkreuz/Schonhauser Alle (leggermente più periferiche come fermate); la S46 non opera (non capiamo se in questi giorni o per sempre) ed è stato sostituito dal bus; l’Airport Express (le linee R7 eR14) che dovrebbe fermare ad Alexanderplatz e alla Hauptbanhof termina invece alla Ostbanhof, che non è servita da linee metro. La crisi la risolviamo prendendo l’Airport Express fino al capolinea di Ostbanhof, poi una S-Bahn per Alexanderplatz ed infine la U2 per Bulowstrasse, trascinandoci dietro l’unica valigia che ci siamo portati: la celerità dei collegamenti ci permette di essere in albergo dopo poco più di 1 ora dal nostro arrivo quindi è appena pomeriggio iniziato che decidiamo di effettuare un primo giro. Non lontano dall’albergo passa ad intervalli cadenzati l’M48 che porta in pochi minuti alla Potsdamer Platz, il grande spazio a ridosso del muro ora sede di avveniristici complessi architettonici come il Sony Center. Quest’ultimo è un’enorme piazza coperta occupata da un mercato natalizio e su cui si aprono molti negozi, ristoranti e cinema. Dal centro della cupola scende un cono di luci blu a forma d’albero di natale. Poco fuori, sulla piazza, trova posto un altro mercatino natalizio con un lungo scivolo per gli slittini e una serie di rivendite di leccornie calde, con gente a far fila per l’acquisto: ci uniamo anche noi e compriamo due bratwursts e una frikadelle (una polpetta morbida di carne) messi ognuno in un panino caldo. Due belle birre completano il pranzo e paghiamo appena 12€. Se si guarda il pavimento della piazza si nota una linea continua di mattoni: indica quello che era il percorso del Muro quando divideva la città in due. In piazza ne restano tre pezzi, coperti da graffiti, e che si prestano alle foto dei turisti. Prendiamo la U2 e scendiamo a Wittembergplatz proprio davanti l’enorme edificio della Kaufhaus des Westerns o KaDeWe, il più conosciuto (e caro) grande magazzino della città o di quello che era in Berlino Ovest. Le vetrine sono addobbate con manichini e tessuti colorati mentre nella hall principale un enorme albero svetta alto e un manichino viola tutto bardato a festa accoglie i clienti. Manichino? No, no, è proprio un vecchietto in carne ed ossa! Comunque il piano terra pullula di turisti e tedeschi in piena frenesia dell’acquisto: mi sa che qui non è come in Italia, gli acquisti vanno a pieno regime e la gente affolla i reparti. Un breve giro e torniamo sulla Tauentzienstrasse passando davanti la scultura “Berlin”, una catena spezzata circondata da luci e figure colorate. Inizia qui il mercatino natalizio con i suoi stands colorati e l’odore di cibo che si spande nell’aria. La Kaiser-Wilherm-Gedachtniskirche è attorniata dal mercato e dalle giostre per i bambini e svetta alta con il suo tetto sventrato e i nuovi edifici, detti dai berlinesi “il portacipria e il rossetto” per la loro forma. Entriamo nel Gedenkhalle o Memoriale alla base per ammirare il mosaico degli Hohenzollern, la croce di Coventry (fatta con i chiodi della Cattedrale inglese distrutta dalle bombe), e il Gesù uscito miracolosamente sano dal bombardamento che invece ha distrutto la chiesa. Ritorniamo sulla Kurfursterdamm per passeggiare sulla via più elegante di Berlino: ricorda un po’ gli Champs Elysée ma devo dire che perde il paragone. In un negozio “Berlin” acquistiamo le Cards così siamo coperti per i prossimi due giorni sia con i trasporti che con i musei. Rientrati in albergo e concessa qualche ora al riposo, ci prepariamo per la cena che decidiamo, dopo aver consultato i nostri appunti, di consumare alla Kartofelhaus n°1 sulla Karl-Liebknecht-Strasse 9 in Alexanderplatz, proprio di fronte la Marien Kirche: l’atmosfera è simil-tedesca e il cameriere molto simpatico e socievole (dopo la nostra mancia lo diventerà di più). Bisogna farsi dare il menù in inglese/spagnolo e regolarsi su ciò che conviene mangiare: c’è scelta con la carne, i wursts cucinati alla brace o al forno, il pollo, gli spiedini, le famose e squisite polpette berliner, alcune zuppe e soprattutto tante patate (buonissima quella servita in un alluminio a forma di cigno con una salsa alle erbe). Non descrivo ciò che abbiamo ordinato ma la spesa è stata comunque sui 20€ max a sera a persona per un ricco piatto, birra e acqua. All’uscita pioviggina ma con tutto quello che abbiamo degustato urge un po’ di movimento e allora affrontiamo le goccioline che scendono e facciamo una passeggiata serale sull’Unter den Linden fino alla Porta di Brandeburgo. Scendiamo poi per la Eberstrasse seguendo la riga di mattoni del muro fino alla Potsdamer platz da cui prendiamo la U2 e ritorniamo in albergo. Stanchezza, umidità e freddo hanno il sopravvento e a mezzanotte siamo già con i piumoni tirati al collo. E’ ancora coperto il cielo al risveglio e pioviggina lentamente. La buona colazione dell’albergo viene servita in una sala riscaldata e, dopo l’imbacuccamento con sciarpa, guanti, ombrello e cappellino di lana, dedichiamo la giornata intera ad una visita più localizzata ed approfondita. Con la U2 riscendiamo a Potsdamer Platz e risaliamo la Eberstrasse ma dal lato destro, giusto per ammirare l’Holokaust Demkal, il memoriale eretto alle vittime del tremendo evento storico: una selva di blocchi di granito di varia altezza posti su un terreno scosceso domina il vasto slargo. Arriviamo al Reichstag, il Parlamento tedesco, ma la lunga fila poco scoraggiata dalla pioggerellina ci fa desistere nella visita e torniamo indietro di qualche metro per trovarci al cospetto del simbolo di Berlino, la Brandeburg Tor o Porta di Brandeburgo, l’unica sopravvissuta delle porta d’accesso alla città. Sormontata da un’auriga, questa porta ha trascorso secoli come testimone degli eventi che hanno interessato Berlino e la Germania. Ciò che fa restar basiti è che con il Reichstag, quasi dirimpettaio e da cui è diviso da pochi metri di cammino, fino a 20 anni fa c’era il Muro a dividerli: la Porta a Berlino Est; il Reichstag a Berlino Ovest. Apprezziamo comunque l’elegante figura del monumento, lo sottopassiamo e sbuchiamo nella Pariser Platz, addobbata con un albero di Natale alto e pieno di palle colorate. Da questa piazza inizia l’Unter den Linden, il lungo vialone ricco di eleganti e nobili palazzi e che percorriamo sempre sotto una leggera pioggerellina che non accenna a smettere. Arriviamo sulla Bebelplatz, passando davanti il lussuoso Hotel Adlon e la severa figura dell’Ambasciata di Russia. Ci accoglie alla nostra sinistra la Statua di Federico il Grande di Prussia situata proprio davanti l’Humboldt Universitat e di fronte a noi si erge la Staatoper Unter den Linden, l’Opera di Stato. Alle spalle di questa, con una particolare forma a tazza capovolta, trova sede la St-Hedwig-Kathedrale (Cattedrale di S.ta Edvige) di cui però dobbiamo scartare la visita in quanto c’è la funzione religiosa in corso. Nel centro della piazza, sul pavimento, si apre una stanza sotterranea la cui visione è consentita da un vetro. Questa stanza mostra una serie di scaffali vuoti ed indica il luogo dove furono bruciati, nel 1936, i libri di autori non ritenuti in linea con l’ideologia nazista. Lasciamo il percorso centrale e ci rechiamo con una breve passeggiata alla Gendarmenmarkt, la piazza definita più bella di Berlino: le due chiese simili (una serie di piccoli particolari le diversificano) si fronteggiano elegantemente e tra di loro ora trova sede un altro mercato di Natale, forse l’unico che dura fino a Capodanno. La prima che incontriamo è la Franzisches Dom, (la Cattedrale Francese). Separata dalla Konzerthaus (Casa dei concerti), il bel palazzo dal porticato neoclassico e sormontato da una auriga, vede all’opposto la Deutsches Dom o Cattedrale Tedesca. Le distinzioni tra le due, dalla cupola identica, stanno nel frontone d’ingresso (diversa la scena) e nel culto: la prima è cattolica; la seconda protestante. Ritorniamo sull’Unter den Linden e passiamo davanti la piccola Neue Wache, un memoriale dedicato alle vittime di tutte le dittature, per poi fermarci ad ammirare il bel frontone barocco della Zeughaus, oggi sede del Museo di Storia della Germania. Attraversiamo lo Schloss Platz in cui la presenza di un cantiere indica che il Palast der Republik è stato finalmente demolito (era pieno d’amianto) e da lontano ammiriamo le guglie rosse della Friedrichswerdesche Kirche, ora museo e sede di mostre permanenti. Davanti a noi si para la mole statuaria del Berliner Dom o Duomo di Berlino, la barocca chiesa semidistrutta dalle bombe ed ora perfettamente ricostruita. Dal lato opposto il colonnato neoclassico dell’Altes Museum o Museo Antico invita alla visita ma preferiamo raggiungere il Pergamon Museum, affrontando una fila di quasi due ore per potervi accedere. All’interno, dopo aver ritirato l’audioguida compresa nel prezzo, accediamo alle varie sale in cui sono conservati pregiati reperti dell’arte ellenistica, classica del vicino e medio Oriente nonché islamica. La sala principale contiene l’Altare di Pergamo con tutti i suoi fregi e le sue statue mentre in un percorso determinato si possono ammirare la ricostruzione della Porta del Mercato di Mileto, la coloratissima Porta Ishtar di Babilonia, i leoni alati del palazzo giordano di Mshatta, la Camera di Aleppo ed alcuni notevoli mirhab antichi. Statue di dei greci o latini e reperti armeni o persiani completano la collezione. Riteniamo il Pergamon uno dei più interessanti musei da noi visitati. Usciti dalla visita che è pomeriggio inoltrato e quasi buio, prendiamo la metro per scendere poi a Kochstrasse e visitare la garitta del Checkpoint Charlie, il luogo di passaggio tra le due Berlino durante il muro. A dir vero il posto ha perso l’aria di un luogo triste e controllato: la garitta è palesemente finta; il soldato che si presta alle foto non è di etnia vichinga né russa (e vuol essere pagato!); l’albero di Natale illumina con le sue luci la strada e mancano il filo spinato e i sacchetti che delimitavano il varco. Facciamo un giro davanti le vetrine della Haus am Checkpoint Charlie, il museo con le mirabilia dedicate al muro, alla sua storia e ai tentativi di varcarlo, spesso andati a vuoto e finiti tragicamente. Proseguiamo poi lungo la Friedrichstrasse verso sud e svoltiamo per un passaggio pedonale apposito sbucando proprio di fronte al Judisches Museum, riconoscibile per la presenza di una menorah illuminata, il candelabro simbolo dell’Ebraismo: con la Berlin Card il biglietto costa la metà, 3.50€. La visita inizia scendendo una scalinata che conduce ad un livello sotterraneo in cui sono in mostra ricordi di persone e famiglie che hanno subìto l’Olocausto. Poi si sale su un’altra scalinata fino ad un piano alto (livello 2) da cui inizia il vero e proprio Museo, la cui linea conduttoria parte dalla nascita e dalla storia dell’Ebraismo nei secoli fino ai nostri giorni passando per la diaspora, i ghetti del Medio Evo e l’Olocausto. Il tutto è accompagnato da immagini, giochi, suoni, alcuni video e oggetti e durante il percorso è facile perdere l’orientamento. Dal livello 2 si scende al piano sottostante dove il museo continua. A parte l’emozione che suscitano le testimonianze e lo sgomento su come gli Ebrei sono sempre stati vittime di feroci repressioni nel tempo, facile è farsi prendere dall’angoscia e dal senso di smarrimento nella visita. Confesso che però l’ultimo tratto è stato fatto velocemente, a causa di una tremenda stanchezza piombataci addosso.
Ritorniamo quindi in albergo e, dopo cena, rientriamo in albergo a causa di una insistente pioggia che ferma un’eventuale passeggiata al Nikolaiviertel. Ed infatti proprio questo quartiere con la vicina Alexanderplatz sono la meta principale da visitare in un nuovo giorno finalmente pieno di sole. Prendiamo la metro fino a Gleisdreieck e poi cambiamo con la U1 che ci lascia a Schlesisches Tor, all’ingresso del OberbaumBrucke, il ponte più scenografico della città: le sue due torri neogotice rosse svettano sul fiume Sprea. Posto al confine con la zona Est, il ponte era chiuso ai pedoni e al traffico e dall’altra parte c’era un varco d’accesso. Il muro che partiva da qui oggi è uno dei pochi tratti rimasti a disposizione dei turisti ed è stato trasformato in una bellissima galleria di graffiti: molti artisti famosi e non hanno disegnato lungo il muro dipinti relativi alla libertà e alla storia del Muro. Il posto è conosciuto come East Side Gallery. Percorriamo i quasi due chilometri ammirando graffiti celebri come il famoso bacio tra Breznev e Honecher o quello della Trabant che sfonda il Muro ma tutti sono degni di nota e di ammirazione. Dopo la visita riprendiamo la S-bahn a Ostbanhof per Alexanderplatz e all’uscita della stazione ci troviamo subito davanti il moderno orologio che indica le ore nel mondo. Anche nella piazza trova sede un mercato natalizio ma noi gli voltiamo le spalle e ci rechiamo lungo la Grunerstrasse, dove ammiriamo alla nostra sinistra l’austera figura dello Stadtgericht o Corte di Giustizia e l’elegante Stadthaus dall’alta torre neogotica. Sulla nostra destra invece c’è la mole della Rote Rathaus, l’enorme edificio sede del Municipio il cui ingresso principale si apre su una enorme piazza occupata, anche qui, da un grande mercato natalizio, tra i più belli che abbiamo visitato: gli stands di artigianato e gastronomici si estendono tra il Municipio, la Fernsehturm o Torre della Televisione e la Marien Kirche. Ci aggiriamo quindi tra bancarelle, giostre e stands e su tutto svettano alte sia la ruota panoramica posta vicino il Neptunbrunnen o Fontana di Nettuno che la Torre della Televisione, detta anche “lo stuzzicadenti” per la sua particolare forma: salire sulla piattaforma posta a più di 200 metri è un “must” per i viaggiatori ma data la lunga fila, ci rinunciamo. Non rinunciamo però ad entrare nella Marien Kirche, una delle poche chiese non distrutte dai bombardamenti: all’ingresso, protetto da vetri, c’è un bel affresco gotico chiamato “Danza della Morte” mentre l’interno si presenta ricco di capolavori del Medioevo, come il pulpito e l’altare maggiore.
Dalla chiesa ritorniamo leggermente a ritroso e ci inoltriamo nel Nikolaiviertel, il più caratteristico quartiere di Berlino, pieno di locali e ristoranti tutti concentrati intorno alla Nikolai kirche, antica chiesa ora adibita a museo e che con le sue guglie sovrasta i bei palazzi (tutti ricostruzione di originali) e la Statua di San Giorgio e il drago, sul lungosprea, da cui si godono belle vedute sull’isola dirimpettaia e sul Duomo. Una passeggiata di una decina di minuti ci porta alla stazione della S-Bahn di Hackescher Markt, nella cui piazza antistante ci sono una serie di ristoranti citati in molte guide e forum, tra cui appunto Rocco. Attraversiamo la Rosenthaler strasse ed entriamo nel primo dei cortili dell’ Hackesche Hofe, la serie di cortili ristrutturati ognuno in maniera diversa e comunicanti tra loro in cui si aprono locali, ristoranti, librerie e negozi d’abbigliamento. Le piazzette sono addobbate con ninnoli natalizi e alcune facciate sono decorate con colorati disegni geometrici. Ne usciamo dalla parte opposta e raggiungiamo la Oranienburger strasse. Siamo nel pieno del vecchio quartiere ebraico, distrutto dai bombardamenti ed ora luogo considerato di tendenza. Molti i locali e i negozi per i giovani ma anche molta storia: la Neue Synagoge è tutto ciò che testimonia le devastazioni della guerra. Di fronte, il Postfuhramt, le antiche scuderie della posta oggi sede della Posta centrale. Da qui, essendo pomeriggio inoltrato, prendiamo la S-bahn per scendere a Unter den Linden e attendiamo pochissimi minuti per poi salire sul famoso n° 100, l’autobus a due piani che percorre praticamente il lungo viale fino allo Zoologischer Garten passando per il Tiergarten e i monumenti principali: transitiamo infatti davanti la Porta di Brandeburgo, il Reichstag, il Bundeskanzieramt (complesso amministrativo che comprende anche la Cancelleria), il Carillon, la Haus der Kulturen der Welt dalla struttura particolare tale da essere soprannominata “l’ostrica gravida” (ed in effetti assomiglia molto a questa forma) e lo Schloss Bellevue, sede del Presidente della Repubblica. Scendiamo proprio subito dopo allo Grosser Stern, il grande emiciclo in cui convergono grandi viali e nel cui centro si erge solitaria e maestosa la Siegessaule o Colonna della Vittoria, l’alto monumento sulla cui cima, raggiungibile con una lunga scalinata, svetta su tutto l’enorme parco la bellissima Vittoria Alata. Prima di affrontare il sottopassaggio che porta ai piedi della colonna, ci fermiamo ad ammirare il complesso scultoreo dedicato al Generale Bismarck e poi guardiamo la Strasse de 17 Juni, l’enorma viale che finisce alla porta di Brandeburgo e che ospita i partecipanti al Capodanno berlinese. Il sottopassaggio si rivela un cunicolo sporco e buio e con sollievo sbuchiamo davanti la base adorna di fregi dedicati a una serie di famose battaglie. Data l’ora, ammiriamo la colonna solo dal basso poi reimbocchiamo il cunicolo, da cui celermente usciamo, e raggiungiamo lo Schloss Belvedere per una foto di rito. Dalla fermata omonima riprendiamo il n° 100 e ritorniamo indietro scendendo al Reichstag. Da lontano sembra che la fila per l’accesso non sia lunga ma comunque bisogna sempre aspettare al di fuori prima di entrare nell’interno. Ne approfittiamo dell’attesa per leggere la storia sul Parlamento: costruito alla fine del 1800, fu distrutto da un incendio nel 1936, episodio che portò la dittatura nazista in Germania. Alla fine della guerra fu deciso di ricostruirlo ma la divisione della città ne alterò la destinazione. Con la riunificazione, la ricostruzione è potuta avvenire e quel che si è ottenuto è stata opera di Norman Foster, uno dei nomi più celebri nel campo dell’architettura. Nel frattempo la fila avanza a gruppetti, il sole inizia a scendere, il cielo si colora di rosso e le prime luci si accendono sui palazzi mentre il freddo diventa pungente. Insomma, dopo un’ora e mezza, alle prime luci della sera, accediamo ai controlli del piano terra. Certe volte l’efficienza tedesca lascia perplessi: al Pergamon, per esempio, una fila lunga per scoprire che funzionano solo 2 casse; al Reichstag invece un solo metal detector per controllare tutte le persone in fila. Ecco il perché delle lunghe attese. Comunque affrontiamo il controllo di rito e saliamo sul tetto con un capiente e veloce ascensore, che ci lascia davanti il banco delle audioguide, totalmente gratis: ognuno ne possiede una in cui ci viene raccontata la storia del Reichstag, la composizione del Parlamento, le fasi che hanno contraddistinto la ricostruzione nonché le tecnologie utilizzate per la cupola e per l’interno. Se infatti l’esterno si presenta come un bel palazzo barocco fine 800, l’interno è totalmente moderno: una sala consiliare ampia ed acustica con in migliori comfort e un tetto tecnologico e scenograficamente accattivante sono gli aspetti salienti del palazzo. Lasciamo alla visita i commenti descritti dalle audioguide e le tecnologie utilizzate altrimenti anticiparle non sarebbe corretto per chi vuole visitare questo bellissimo luogo di potere. Berlino comunque si presenta tutta illuminata e i monumenti più famosi sono visibili nell’ampio panorama di 360° che si apre ai nostri occhi: dietro abbiamo la tecnologica cupola illuminata mentre davanti la città si offre alla nostra visione. Dopo la visita ritorniamo in albergo per un breve riposo ed una doccia riscaldante e poi ci rechiamo al solito ristorante per la cena (ci aggiungiamo anche una buonissima kartofensuppe per avere qualcosa di caldo da degustare). Un breve giro per il Nikolaiviertel di sera giusto in aiuto alla digestione e poi a letto, dato il freddo imperante. Sebbene però al mattino il freddo è calato, il cielo si presenta coperto in questo ultimo giorno di visita a Berlino. Dopo la colazione, lasciamo la valigia in albergo e prendiamo la U2 fino a Sophie-Charlotte-Platz per poi imboccare la Schloss strasse che ci porta davanti l’ingresso dello Schloss Charlottenburg, il palazzo reale estivo dei re di Prussia: circondato da un bellissimo e ampio parco, il palazzo in stile barocco è una delle visite imperdibili a Berlino ma noi, causa poco tempo a disposizione, dobbiamo solo visitarlo dall’esterno e con una breve passeggiata nel parco (www.spsg.de). Prendiamo l’M45 appena fuori il palazzo per scendere poi al capolinea di Zoologischer Garten e raggiungere il mercatino natalizio ai piedi della Kaiser-Wllhem-Gedanchtniskirche per un po’ di shopping dal sapore tedesco: gironzolando tra le bancarelle e nei negozi adiacenti ne usciamo con alcuni acquisti come addobbi natalizi, scatole di cioccolata, ninnoli di vetro e legno nonché alcune buste di wursts comprate al KaDeWe. E’ ora di recarci all’aeroporto nello stesso modo dell’andata solo che al nostro arrivo troviamo una bella sorpresa: il volo è ritardato di quasi 5 ore: dalle 18.35 si partirà alla 23.05. Le stesse facce dell’andata che rivediamo ora non hanno però la medesima espressione di felicità della partenza.

Un commento in “Berlino nella suggestione del Natale
  1. Avatar commento
    BLeECcysaID
    28/02/2013 20:31

    Prima ho scritto il cemmonto per farvi notare gli errori commessi da chi ha scritto a cazzo questo articolo eliminato il mio cemmonto e8 stato corretta la presenza della porta thunderbolt Avete perf2 dimenticato di correggere la risoluzione del display del 13 pollici!!!!!NON 1400 900MA 1440 900Svegliaaaa!

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