Mure a dritta, virata di prua: rotta verso le Isole d’Oro!

Prima esperienza in barca a vela in un contesto di tutto rispetto: l’arcipelago di Hyères

Se non avessi scovato per puro caso un banner pubblicitario, mai avrei immaginato di trascorrere il Ponte del 2 Giugno in barca, a vela per di più. Invece, nel corso di una delle mie navigazioni serali - solo virtuali, allora - mi sono imbattuta nella promozione di una mini crociera alla scoperta dell’arcipelago di Hyères, che già conoscevamo avendo visitato Porquerolles, forse l’isola più nota, cinque anni fa. E così, valutati i costi e la fattibilità in termini di tempo e convinto il fidanzato, prendo il telefono e prenoto per la nostra prima esperienza in barca a vela.Per quanto riguarda l’abbigliamento, vestiti medio-leggeri (polo, camicie, t-shirt, pantaloni di cotone, jeans, bermuda, pullover di cotone o lana leggera), costumi, telo mare, calze, scarpe (da vela/ginnastica o con la suola antiscivolo), cappellino, giacca a vento/cerata leggera (almeno il sopra). Gli indumenti di cotone o di lana sono da preferire a quelli sintetici. Se non già disponibili in barca, lenzuola e asciugamani. Il tutto contenuto in sacche morbide e mai in valigie rigide.
Sul fronte medicinali: analgesici, soluzioni reidratanti, repellenti per insetti, antistaminici locali, cerotti, garze, bende, soluzione disinfettante, collirio decongestionante. Non ne abbiamo avuto bisogno, ma all’occorrenza la barca prevedeva una cassetta generale di pronto soccorso.
Assolutamente da non dimenticare: crema/filtro solare, occhiali da sole.
Gli apparecchi elettrici funzionanti a 220V, come asciugacapelli o caricabatteria per cellulari, possono essere utilizzati solo durante l’ormeggio in porti attrezzati. In barca, infatti, le prese sono da 12V, quindi per i cellulari servono i caricabatteria che si usano in macchina.Venerdì 30 maggio 2008
In tarda serata arriviamo a Port Pin Rolland (Saint Mandrier sur Mer), punto di partenza della nostra avventura, dove ci aspettano le tre barche che compongono la nostra flottiglia. In realtà, durante il viaggio ci troveremo raramente tutte insieme, fatta eccezione per le soste in porto.
L’itinerario di massima del nostro viaggio prevede lo spostamento all’isola di Port-Cros durante la giornata di sabato, il passaggio a Porquerolles la domenica e il rientro a Port Pin Rolland nel pomeriggio di lunedì.

Sabato 31 maggio 2008
Sveglia di buon’ora, colazione al bar del porto e primi accordi con i nostri compagni di viaggio e con l’equipaggio per delineare il programma della giornata. Per prima cosa, predisponiamo una cassa comune per far fronte alle spese che sosterremo durante il viaggio: cambusa, attracco nei porti, carburante e pulizia finale della barca. A seguire, si decide chi spedire al supermercato per i rifornimenti che ci dovranno bastare per i prossimi tre giorni.
La giornata dal punto di vista meteorologico non si prospetta delle migliori, con un cielo grigio e immobile che, infatti, incomberà su di noi per quasi tutto il giorno.
Alle 11.30, si parte! Prime manovre per lasciare il porto, con una certa apprensione da parte di chi, come noi, è alle prime armi. La giornata è principalmente dedicata alla navigazione a motore, purtroppo, a causa della scarsità di vento.
Nel tardo pomeriggio facciamo il nostro ingresso al porto dell’Isola di PORT-CROS, un vero gioiellino. Il colpo d'occhio è davvero suggestivo, con quella manciata di casette che si affacciano sul molo punteggiato di barche colorate, più o meno grandi, e il forte che domina tutto dall’alto.
Il Parco Nazionale di Port-Cros, primo parco nazionale marino in Europa, esiste dal 1963 e si estende su 700 ettari di superficie terrestre, con gli isolotti di Bagaud, Rascas e della Gabinière, e 1300 ettari in mare. Dal 2001 rappresenta l’unico sito francese iscritto nella lista delle ASPIM (Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea), le aree di grande pregio naturalistico che svolgono una funzione di primaria importanza per la salvaguardia delle specie e degli habitat mediterranei.
Avendo già visto Porquerolles alcuni anni fa, Port-Cros è stato sicuramente il luogo che ci ha colpito di più.
Com’è prevedibile, la vita a Port-Cros ruota attorno al porticciolo, che al calar del sole diventa ancora più affascinante. Una serie di ristorantini offre la possibilità di rifocillarsi e di rilassarsi, ce n’è per tutti i gusti (e per tutte le tasche).

Domenica 1 giugno 2008
Al nostro risveglio troviamo la sorpresa di un timido sole e, cosa più importante, c’è vento, il che fa ben sperare per il proseguimento del nostro viaggio.
Una volta in mare aperto, riusciamo a percorrere un tratto a vela, la parte sicuramente più emozionante del viaggio: azioni come cazzare la randa, lascare il fiocco, usare il winch, non scottarsi con le scotte e fare i nodi ai parabordi cominciano a significare qualcosa!
Il vantaggio principale di arrivare a Porquerolles con un mezzo proprio, e non con i traghetti di linea che la collegano quotidianamente alla terraferma, è di poterla costeggiare a proprio piacimento, passando in rassegna le baie e le calanche che si aprono lungo il suo perimetro. Ed è proprio in una piccola baia che, prima di dirigerci verso il porto, gettiamo l’ancora e festeggiamo l’arrivo del sole con un buon piatto di pasta al pesto.
PORQUEROLLES è rimasta bella come ce la ricordavamo e ci è parso che a distanza di cinque anni non sia cambiata molto, per fortuna. E’ il punto più meridionale di tutto il litorale provenzale e, con i suoi 7 km di lunghezza e i 3 km di larghezza, è la più grande delle Isole d’Oro.
Purtroppo non siamo arrivati in tempo per il noleggio della bici, il mezzo migliore per girarla in lungo e in largo, così in due ore di passeggiata siamo tornati alla famosa Plage d'Argent e poi abbiamo percorso un sentiero che, addentrandosi nella lussureggiante vegetazione che caratterizza Porquerolles, ci ha condotti alla Calanque du Brégançonnet, deserta a quell’ora.
Sicuramente giugno è un buon periodo per visitare l’isola, i turisti che circolano per il piccolo Village non sono molti in confronto a quelli che lo popolano in piena estate. Di sera, poi, quando i traghetti che fanno la spola finiscono le loro corse, Porquerolles si svuota, eccezion fatta per i bar e i ristoranti, punto di ritrovo di chi è rimasto.

Lunedì 2 giugno 2008
Ultimo giorno di vacanza, purtroppo. Dopo la colazione e dopo aver sbrigato le formalità al porto, lasciamo Porquerolles alla volta del nostro punto di partenza, Pin Rolland.
Per farlo, costeggeremo la penisola di Giens e la rada di Hyères, passando in rassegna la piccola e selvaggia ÎLE DU GRAND RIBAUD e concedendoci un paio d’ore di relax al largo della tranquilla ÎLE LONGUE, che abbiamo notato essere frequentata dagli amanti del trekking. A farci compagnia, solo un paio di gabbiani, che sembrano ben abituati alle imbarcazioni e vengono a cercare il cibo senza timore, e una moltitudine di meduse, l’unica cosa che riesce a placare la voglia di fare un bagno in queste acque calme e cristalline.
Alle 16 in punto ormeggiamo alla banchina di Port Pin Rolland e, a malincuore, torniamo tutti con i piedi per terra, in ogni senso!La nostra barca
Si trattava di una barca a vela Harmony 42, lunga poco meno di 13 metri, con tre cabine, due bagni con doccia, la dinette trasformabile (2 posti letto), la cucina. L’equipaggiamento comprendeva salpa ancora elettrico, frigorifero, caricabatteria, timone a ruota, pilota automatico, doccetta esterna, GPS, ecoscandaglio, speedmeter, VHF (apparato ricetrasmittente), radio stereo, lettore cd, tender con motore fuoribordo, tendalino, tutta l’attrezzatura da cucina e, ovviamente, le opportune dotazioni di sicurezza.
Vita di bordo
Di tutta l’esperienza, la vita di bordo - dalla condivisione degli spazi, alla necessità di collaborare attivamente in ogni singola attività per assicurare un minimo di mantenimento della barca - è uno degli aspetti che mi sono piaciuti di più. Lo spirito di adattamento è senz’altro una componente fondamentale, soprattutto in caso di coabitazione con persone che non si conoscono, come nel nostro caso. Non posso negare di essere stati alquanto fortunati, visto che ci siamo ritrovati in barca con persone gioviali e alla mano, e comunque le giornate trascorse insieme sono state talmente poche da arginare qualsiasi “effetto collaterale” da convivenza forzata!

Un commento in “Mure a dritta, virata di prua: rotta verso le Isole d’Oro!
  1. Avatar commento
    rJyoUrDBweTAQmCWYa
    19/03/2012 08:06

    Cara Michel,lo yoga ti puf2 aiutare molto sia sraaccte la spina sia a trovare nuover risorse e risposte alla tua vita lavorativa.E' vero ci sono diveri tipi di yoga, alcuni pif9 vicini allo yoga pif9 antico e tradizionale, altri moderni e pif9 specifici o personalizzati.Nell'apprendimento poi pratico dipende molto anche dall'insegnante e dalla scuola o luogo dove vai ad imparare e praticare. Su questo ti invierf2 una risposta email privata.a presto,Guido

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