Sri Lanka e Maldive - Parte seconda

Un mese tra colori, suoni, profumi dell’Oriente – 2

Il resoconto di viaggio si riallaccia all'articolo "Sri Lanka e Maldive - Parte prima", già pubblicato su questo sito.Diario di viaggio

Mercoledì 24 dicembre
Dopo l’ennesima delusione presso gli uffici della Srilanka Airlines, partiamo!
Dopo qualche metro l’autista si ferma, scende dalla macchina, attraversa la strada si inginocchia davanti ad un piccolo tempio e prega. Sarà un brutto segno? Poi iniziamo il bnostro viaggio attraverso le colline. È un po’ nuvolo ma non possiamo lamentarci.
Il ristorante oggi però lo scelgo io dalla mia Lonely Planet. A Dickoya, e faccio bene perché è bellissimo. L’Upper Glenclairn è un palazzo degli inizi del '900, con vetrate e giardino terrazzato. Ha un panorama splendido sui laghi ed è pieno di fiori. In più abbiamo anche mangiato benissimo e speso praticamente niente.
Dopo pranzo proseguiamo e giungiamo a Dalhoise. Lì ho prenotato alla Green House. Due camere per 4 dollari l’una. Si fanno 200 metri a piedi con gli zaini in spalla poiché la Green House si trova in cima a tutto il resto, con terrazze a “palafitta” e un’ultima scaletta ripida ripida piena di fiori e piante… così ci alleniamo per questa notte! Siamo qui perché stanotte facciamo la scalata all’Adam’s Peak!
L’autista dopo una discussione con la proprietaria perché non gli dava da dormire se ne va. Pare che qui in Srilanka tutti abbiano dei posti letto gratis per gli autisti che accompagnano i turisti) ma la signora del Green House aveva affittato anche il divanetto dell’ingresso per la notte, sicché… Prendiamo possesso delle nostre camere semplici ma carine, la signora ci offre un the, ci godiamo un po’ il panorama, poi facciamo un giretto in paese.
Stanno arrivando tanti fedeli, alcuni con coperte, altri armati di pesantissimi berretti di lana, altri con zaini e sacchi a pelo, turisti pochissimi. Alcuni fedeli si stanno bagnando nel torrente. È il rito, si purificano prima del pellegrinaggio. È così bello. Si cominciano anche a sentir dei suoni. I suoni di Sri Lanka.
Facciamo un giro per le bancarelle separatamente uomini e donne: dobbiamo comprare qualche regalino per Natale da scambiarci reciprocamente domani sera ma… Abbiamo scelto proprio il posto giusto! Qui ci sono solo bancarelle per la gente del posto. Cuffiette, bamboline, giovini per bambini, bigiotteria. Carlotta ed io recuperiamo una collanina per Matteo ed un laccetto di cotone lavorato a uncinetto che si può adattare a reggi-occhiali per Giampaolo. Anche volendo non si può fare di meglio.
Si ritorna alla rest house per cena. E lì sorpresa! Mentre ceniamo arriva la figlia della proprietaria vestita da Babbo Natale con regali per tutti… troppo bello! La proprietaria deve essere veramente una persona in gamba. È la Donna Marketing di Dalhoise…
La cena per la maggior parte dei componenti della nostra famiglia (ad esclusione della sottoscritta) è immangiabile per quanto è piccante e speziata. Giampaolo butta giù qualcosa e ai bambini facciamo fare delle uova. La signora si preoccupa, non era buona? No no... - ti dispiace anche in questi casi, non sai che dire perché il piccante per loro è come il parmigiano per noi… se manca sulla pastasciutta non è così buona!
Verso le 10,30 andiamo a letto.

Giovedì 25 dicembre
Sveglia alle 1,30! Alle 2 si parte. Alla fine partiamo alle 2,15 perché c’è anche lo spuntino che ci ha preparato la signora della pensione, the caldo e biscottini!
Ci avviamo per il sentiero, e cammina cammina… cosa da ridere ogni tanto mi arrivano SMS… In effetti è la vigilia di Natale ed in Italia ed in Ungheria - dove abitiamo - sono le 9 di sera. Fanno gli auguri e noi da quasi un'ora stiamo faticando. Ma la fatica maggiore sopraggiunge dopo la prima ora e mezza. Cose da non crederci, ad un certo punto sembra che non ce la fai più. Poi ti guardi intorno in mezzo a tutta questa folla di pellegrini, bambini, vecchi, persone malate… loro ce la fanno, a fatica ma ce la fanno. Allora vai avanti. Ogni tanto ti fermi in una delle innumerevoli sale da the, bevi un the, ti riposi. Poi dopo un po’ smetti anche di bere il the perché ti scappa pipì e le toilette sulla strada scarseggiano…
Alle 4,30 un cinghiale a tutta velocità a momenti travolge me e Carlotta! E questo solleva l’ilarità di molti. Alle 4,45 crediamo di non farcela più! La scalinata è sempre più ripida ed i gradini sempre più alti! Non parliamo nemmeno più fra noi. Solo Carlotta ha ancora la forza di correre…e canta pure! Ad un certo punto incontriamo una coppia di Italiani… BUON NATALE! Chiedo loro se sanno quanto c’è ancora. Mi guardano increduli, poi lei dice: se ci fossimo già stati sicuramente non ci avreste incontrato qui… Alle cinque e qualcosa giungiamo alla parte della scalinata dove ci sono le ringhiere! Che bello! Vi confesso che da lì in poi io sono salita a forza di braccia (le gambe non le sentivo più).
Alle 5,45 arriviamo in cima all’Adam’s Peak (2200 metri)! L’orma di Adamo o del Buddha o di chi per esso è rigorosamente coperta da tessuti, sete cuscini. Quindi non si vede. Ci fanno dare un’offerta e fanno inginocchiare anche a noi sull’orma. Va beh, preghierina… I suoni non sono molto affascinanti quassù. C’è questa voce all’altoparlante che comunica un sacco di cose incomprensibili, che copre i canti e le preghiere.
Dopo un breve giro intorno al santuario (non c’è molto da vedere), ci dirigiamo su per una scala laterale che conduce ad una piccola terrazza. Vogliamo ammirare l’alba. Carlotta, che ha fatto tutto il percorso saltellando senza nessun problema, proprio nel momento in cui il sole sta per fare capolino urge di una visita alla toilette… così, in mezzo alla folla pressata ci facciamo strada a fatica per cercare le toilette che stanno (ovviamente) dal lato opposto del santuario. Torniamo di corsa giusto per filmare il sorgere del sole! Dopo il sorgere del sole tutti si spostano dall’altro lato della montagna da dove si può ammirare l’ombra della montagna stessa proiettata sulle nubi basse. Avevo letto qualcosa sulla Lonely Planet in merito alle farfalle che vanno sul Picco di Adamo a morire ma non immaginavo che fossero cosi’ tante, belle colorate.
Si fanno un po’ di diapositive. Poi si comincia a scendere! E se per salire ci abbiamo messo 3 ore e mezza per scendere ne impieghiamo più di 4 (Io e Matteo quasi cinque)… Arriviamo anche a guardare con invidia quelli che salgono…Le ginocchia non reggono. Beh, passerà.
Arrivati alla Green House la signora ci propone un bagno caldo alle erbe che noi accettiamo subito…
Prima andiamo io e Carlotta. In una stanza da bagno alquanto rurale, con anche qualche ragnetto alle pareti, ci accoglie una grande tinozza in ferro con acqua bollente e foglie ed erbacce varie che galleggiano al suo interno.
Io e Carlotta (dopo aver introdotto abbondante acqua fredda all’interno al fine di evitare ustioni) ci immergiamo. È piacevole e ci stiamo una buona mezz’ora. Poi torniamo in camera e diciamo a Giampaolo e Matteo che possono andare. Diciamo loro che c’è una bellissima vasca in marmo che li aspetta. Loro si avviano tutti contenti e noi ridiamo.
Alle 12,30 arriva il nostro autista e stiamo per andarcene quando la signora della Green House ci porta la colazione! Dice che è compresa nel prezzo pertanto dobbiamo mangiarla…
Facciamo colazione decidendo a questo punto di saltare il pranzo, anche perché stasera ci aspetta un mega cenone natalizio in albergo a Nuwara Eliya!
Dopo un meraviglioso percorso attraverso le piantagioni di the e le montagne, arriviamo a Nuwara Eliya all’Hotel St.Andrews dovutamente prenotato con largo anticipo via Internet. Entriamo zoppicando nelle belle sale stile coloniale. È molto bello, classico ed elegante. Questa sera ci voleva proprio.
Alla sera cenone con scambio di miseri regalini (ma il pensiero è quello che conta) poi un paio di bicchierini di Arrak al piano bar dell’hotel. Faccio una suonatina al pianoforte anch’io, ma suscito esclusivamente l’interesse del pianista (che forse mi è grato perché si riposa!). Poi, sempre zoppicando andiamo a nanna. In camera c’è qualche segno di battaglia, ma Matteo e Carlotta ormai dormono profondamente.

Venerdì 26 dicembre
Ci svegliamo con dei dolori pazzeschi alle gambe. L’Adam’s Peak si fa sentire…
Ore 8 colazione (buffet gigantesco…). Io mi prendo un sacco di… qualcosa che credevo olive e che invece purtroppo si rivelano dei frutti incredibilmente acidi. Poi partiamo per Ella. In serata dobbiamo essere a Tissamaharama. Passiamo a visitare una fabbrica di the (la Pedro Estate) dove ci fanno fare un bel giro guidato. Sempre zoppicando ci arrangiamo alla bell’e meglio su e giù per varie scale e scalette. Compriamo anche il the!
Facciamo un po’ di diapositive alle donne che raccolgono il the nelle piantagioni di montagna. Che bei colori. Guadagnano solo 50 dollari al mese ma sono però tutti molto decorosi. E questa è l’Asia. Ed è anche quello che mi piace dell’Asia.
Sul tragitto ci fermiamo per una breve visita al tempio rupestre di Dowa. Giampaolo si lamenta, ancora scale… Ad Ella (che se non sei un appassionato di trekking di montagna a parte il panorama stupendo non c’è molto da vedere) ci fermiamo a pranzo in un ristorantino scelto dalla Lonely Planet. Un po’ difficile da trovare. Con il nostro autista che non capisce perché ci ostiniamo ad andare in un posto anziché un altro. Ma la scelta anche stavolta si rivela buona! Ottima vista sui monti. Proprietari gentilissimi. Si mangia bene e si spende poco.
Dopo pranzo ripartiamo. Tappa d’obbligo alle famose cascate di Ella. Oggi c’è folklore, anche per loro è festa, le scuole sono chiuse e sono tutti in gita. Fanno il bagno, cantano, ridono, c’è anche un’orchestrina improvvisata da un gruppo di ragazzi, in verità leggermente ubriachi ma simpatici.
Si riparte per Tissamaharama. Il viaggio è ancora lungo. Alle 17 si arriva a Tissamaharama. Dopo aver scaricato i bagagli, preso possesso delle camere (trattando il prezzo relativamente all’uso dell’aria condizionata o meno…), pagato il nostro autista, saliamo al volo su un tre-ruote per dare un’occhiata ai dintorni prima del tramonto.
Giro sul lungo fiume. Stupendo. Tre o quattro foto al tempio di Sandagiri con i riflessi del tramonto stagliati sugli imponenti muri bianchi, una filmatina ai bagnanti nei canali e nella cisterna (lago) di Tissa Wewa. Due passi sotto gli alberi pullulanti di pipistrelli. E poi ritorno in albergo. Lite con i bambini per la scelta della stanza poi a cena.
Prendiamo accordi per il safari di domani al parco di Yala ma facciamo presto: è lo stesso proprietario che organizza ed andremo con il suo fuoristrada! A questo punto ci accordiamo pure su una deviazione finale della gita cosicché possiamo passare dal villaggio di Kataragama alle 18 in tempo per l’ora della preghiera). Poi si cena! Fumatina di sigaro, bevutina di arrak e lunga chiacchierata con i proprietari, il sig. Tissa e famiglia. È molto piacevole stare qui. Direi che si comportano in modo molto simile a quello con cui noi trattiamo i clienti del nostro agriturismo. Complimenti!

Sabato 27 dicembre
Sveglia alle 4,30. Alle 5 partenza per il safari al Parco di Yala. Il tempo è bello come sempre (quest’anno siamo stati molto fortunati). Dopo un’ora di viaggio entriamo al parco. Paghiamo gli ingressi (salatissimi!), poi ripartiamo con tanto di “guida” affidataci dalla direzione del Parco, munita di manuale da bird watching. Alle 6 e trenta avvistiamo già il primo elefante. Difficile da non vedersi… praticamente ci sbarra la strada. E’ oltretutto uno dei pochissimi elefanti in Sri Lanka con le zanne!
È l’alba. Alle 7,20 “salta” la frizione del nostro Discovery. Ma il nostro autista è bravissimo per cui proseguirà per tutto il giorno senza! Verso metà mattina avvistiamo pure un leopardo… da eco le grida della Guida del Parco “Siete proprio fortunati, siete proprio fotrunati!”
Poi abbiamo visto cervi pomellati, coccodrilli ed oltre alle miriadi di specie di uccelli, moltissimi bufali, coccodrilli, varani e scimmie.
Il parco di Yala è molto bello. C’è steppa, giungla, foresta, laghi, paludi, montagnole rocciose, canali e spiagge! Spiagge. Ecco per l’appunto alle 11,30 arriviamo su una spiaggia dove ci dicono che fino alle 15 non si riparte. Sarebbe inutile, ci spiegano, perché c’è troppo caldo e gli animali durante questo lasso di tempo si rintanano nella foresta. Alle 12 abbiamo già finito i panini e le birre. Di acqua ce ne resta poca… Ci annoiamo. Se avessimo capito bene che dovevamo fermarci così a lungo o ci saremmo portati l’attrezzatura da spiaggia (a parte che il mare qui è orribile) oppure avremmo scelto il safari di mezza giornata. È che il prezzo più o meno è identico. Allora avevamo pensato tanto vale… ma…
Dormiamo un po’. Passeggiamo un altro po’, poi convinciamo il nostro autista a partire un po’ prima… Li sorprendiamo mentre stanno studiando dalla nostra guida i nomi degli animali selvatici del parco in lingua italiana!
Nel pomeriggio avvistiamo molti meno animali che non durante la mattina. A parte uno splendido elefante (anch’esso con zanne).
Alle 16,30 iniziamo a dirigerci fuori dal Parco, questa volta verso nord. Scarichiamo la “Guida del Parco” e non gli diamo nemmeno la mancia, in effetti il nostro autista ci aveva detto che se lo aspettano sempre… pazienza. Siccome l'autista oltretutto ne sapeva almeno dieci volte di più della guida, si decide fra noi che la mancia la daremo a lui (se non altro per la fatica che ha fatto a guidare senza frizione tutto il giorno!).
Alle 17,30 si arriva a Kataragama. La prima cosa che ci colpisce sono i negozi che espongono la frutta. Decorazioni bellissime. E man mano che ci addentriamo nel centro della cittadina queste bancarelle si infittiscono fino ad essere una attaccata all’altra. Centinaia di bancarelle che espongono frutta così ben disposta… uno spettacolo! Il nostro autista ci spiega che sono vassoi preparati per le offerte al tempio. Ci dirigiamo verso la zona sacra, attraversiamo un ponticello sopra un torrente nel quale bambini donne e famiglie intere si bagnano. Alle 18 sono già in coda decine di fedeli con vassoi stracolmi di frutta, in attesa dell’apertura delle porte del tempio. Nel giardino del tempio maggiore c’è l’angolo per la “rottura” delle noci di cocco. Incontriamo anche gli austriaci che avevamo conosciuto al Queen di Kandy. Poi rientriamo in albergo. Cenetta ricostituente e nanna!

Domenica 28 dicembre
Tre-ruote per la stazione dei bus e poi direzione Tangalla! Il bus è strapieno ahi ahi ahi! E’ domenica! Ci fanno pagare anche il posto per gli zaini, pochi centesimi di euro comunque.
Certo che l’esperienza non è come la precedente (da Anuradhapura a Pollonaruwa). L’autista, appena fuori città, incomincia a correre come un pazzo… sorpassa in curva, frena, accelera, suona il clacson come un forsennato. L’autobus barcolla, ondeggia, salta pure! La mia famiglia tutta zitta. Avverto il peso dei loro sguardi di disapprovazione per la scelta dell’autobus come mezzo di trasporto. Quindi taccio anch’io. D’altronde come puoi prevedere? L’altro viaggio era andato liscio come l’olio. Dopo un’oretta arriviamo alla cittadina di Amabanatota, e il bus che fa? Si ferma per un quarto d’ora perché è in anticipo! Incredibile… e perché allora ha corso così tanto?
Arriviamo dopo un'altra oretta “sprint” a Tangalla ed aspettiamo per cinque minuti il tre-ruote che doveva venirci a prendere dalla pensione che ieri sera il sig. Tissa ha prenotato per noi. Ma non viene nessuno, quindi prendiamo un tre-ruote a caso. Arriviamo alla Fisher King di proprietà di un tedesco in pensione (che cucina alla srilankese) ed un parente del sig. Tissa. Ci fanno vedere le nostre camere con bagno e A/C ma buie buie e poi sul retro… Io ne adocchio altre due, belle, grandi, con spaziose vetrate sul mare, senza bagno privato, ma che importa? I bagni comuni sono lì fuori a 2 metri e pulitissimi.
Costano anche meno (4.5 usd al posto di 6) quindi si risparmia pure!
Posiamo i bagagli e mentre aspetto che la truppa si sistemi corro in spiaggia! Ah, che bello il mare, in effetti un po’ mosso… Anzi se devo guardare bene mossissimo! Va beh, non può essere sempre tutto perfetto… Nel contempo il bel tempo non ci ha mai abbandonato in questa vacanza.
Quando arriva il resto della famiglia in spiaggia raccogliamo un po’ di conchiglie e poi decidiamo di fare un giretto. Prendiamo un tre-ruote (che novità!). Andiamo a vedere la baia posta ad ovest del paese. In centro c’è anche un mercato dove facciamo un breve giro ma non compriamo niente. Poi ci facciamo portare al ristorante il “Cactus” sulla spiaggia, all’estremo sud di Tangalla oltre il promontorio. C’è solo un signore, che fa tutto: cucina, serve, prende le ordinazioni. Eccellente! Colossale mangiata di gamberi, calamari e varie. C’era pure il vinello. Spesa esigua. Oltre a ciò la baia dove sorge il ristorante è anche riparata dalle onde e si può fare il bagno!
Finiamo la giornata sulla spiaggia gongolandoci al sole! Conosciamo verso sera una svizzera che è lì da tre mesi. Beh, in effetti se si calcolano i prezzi e una persona fa un lavoro che glielo permette (scrittori, traduttori, giornalisti, disoccupati…) sicuramente spende meno che restando a casa!
Alla sera ceniamo in albergo anche perché siamo pigri pigri! Si mangia bene. Lì facciamo conoscenza con una coppia di australiani che stanno facendo il giro del mondo: 8 mesi, pensa che meraviglia. Dopo cena loro vanno a vedere le tartarughe che depongono le uova, noi le abbiamo già viste due anni fa in Costa Rica quindi soprassediamo. I bambini poi già dormono. Durante la notte siamo costretti a svegliare i proprietari (e meno male che si sono svegliati) perché andando in bagno ci si è chiusa la porta con le chiavi dentro! Ha ha!

Lunedì 29 dicembre
Dopo colazione partiamo per Mirissa. Ci dispiace lasciare Tangalla ma in teoria fra tre giorni saremo già sull’aereo! Al telefono la SriLanka Airlines non ci dà nessuna notizia e quindi nel dubbio siamo obbligati ad accelerare le tappe. Peccato!
Lungo la strada facciamo due soste: la prima al “Camino di Ho-o-maniya”, una formazione rocciosa sulla costa dove l’acqua del mare viene spinta dalle onde con forza all’interno di un incavo alto 23 metri con conseguente fuoriuscita di spruzzi altissimi!
La seconda tappa è al tempio di Wewurukannala, un complesso di tempi dove oltre alla statua del Buddha seduto fra le più alte dello Sri Lanka, c’è un tempio a decori tipo fumetti che raffigura ogni tipo di torture e punizioni inflitte ai peccatori. Veramente impressionante, tanto che Giampaolo ed io usciamo. Stranamente i nostri figli lo guardano tutto ed escono pure ridendo… Si vede che noi ci immedesimiamo troppo…
Mezzo di spostamento scelto questa mattina (35/40km.)… indovinate un po’? TRE-RUOTEEEEE!!!!!
A Mirissa abbiamo qualche difficoltà a trovare posto. L’albergo dove finalmente troviamo disponibilità è così così e anche sufficientemente sporco, ma la spiaggia è stupenda! Ci sono anche moltissimi Italiani, in pratica sono quasi i primi che vediamo (a parte alle Maldive) ma la maggior parte di loro non soggiorna lì: fanno parte di gite organizzate da Hikkaduwa, pensa un po’…
Riposo e mangiate colossali di pesce. Mare, spiaggia, aperitivo sul promontorio. Coca Cola calda (niente alcolici) o acqua (calda anch’essa), hanno appena aperto il locale (anzi ufficialmente lo aprono domattina) quindi non hanno ancora il frigorifero! Auguri!
Cena in albergo dove facciamo amicizia con una coppia di Bologna e dopo cena andiamo a bere qualcosa insieme in uno dei tanti bar sulla spiaggia (Matteo e Carlotta inclusi che brontolano per la “mediocrità” della disco music).

Martedì 30 dicembre
A colazione facciamo amicizia con una coppia di Rimini che si sta recando anche lei a Unawatuna! Tutti senza prenotazione. Perfetto! Ne vedremo delle belle dato che siamo alla vigilia di S.Silvestro! Ci salutiamo dandoci appuntamento da qualche parte sulla spiaggia nel pomeriggio, ma ci ritroveremo molto prima!
Paghiamo il conto e dopo una mezz’ora abbondante di tre-ruote (ormai nostro indiscutibile mezzo di trasporto) arriviamo ad Unawatuna. Ieri avevo già fatto diverse telefonate per riservare delle camere, ma tutti o dicevano pieno o dicevano per una notte no, ho pensato meglio andare di persona! Ma la situazione non si è rivelata delle migliori. Con la mia brava Lonely Planet alla mano comincio a perlustrare le rest house; entro dove mi capita: la prima pensione piena, la seconda anche, la terza e la quarta pure!
Il nostra autista ad un certo punto ci dice "vi porto io da un conoscente". Squallore di posto, ad almeno 200 metri dal mare. Eh no! Gli ultimi due giorni li faccio sul mareeee! Dopo un’ora avanti indietro, offerte più o meno convenienti (in sostanza ho visto l’80%) degli alberghi di Unawatuna, troviamo una (1) camera libera al hotel Unawatuna Resort (4****) ma solo per una notte! Il prezzo per tutta la famiglia è di 90 dollari compresa colazione e cena a buffet (70/72 euro, dato l’ambiente una scemata!), però solo per una notte. E domani?
Quindi proseguiamo nella ricerca ed andiamo verso est. Troviamo posto nell’ultimo orribile albergo della baia (no, in effetti l’albergo era carino ed in una posizione fantastica, erano le camere penose) che pretendeva 25 us dollars a camera solo per dormire, bambini no sconto, quindi in 4 persone: 50 dollari a notte per delle camere che definirei oscene! Lì incontriamo quelli di Rimini che girano anche loro da più di un’ora. Loro prendono la stanza lì. Ci dicono che ne hanno viste di peggio! Noi torniamo di corsa all’hotel Unawatuna sperando che la camera ci sia ancora! C’è! E domani? Domani, mi dicono, se vi va bene vi diamo 2 camere doppie in una dependance sul retro. Forse le camere che riservano normalmente agli autisti? Costo 33 usd per camera doppia con colazione e cena, nonché l’utilizzo di tutti i servizi dell’albergo, piscina, campi da tennis, bar, lettini in spiaggia, asciugamani, beh… Il massimo! Accettiamo.
Depositiamo i bagagli in camera e facciamo l’ennesima telefonata alla Srilanka Airlines dove come al solito non ci danno buone notizie sulla lista d’attesa del 4 Gennaio. Ci toccherà partire la notte di Capodanno, sigh! Faccio l’ultimo tentativo e chiedo qual è il primo volo disponibile. Mi rispondono il 7! Il 7? E’ fantastico. Ci precipitiamo in taxi a Galle mentre i bambini sono in piscina e dopo due ore e mezza di attesa usciamo con i nostri biglietti cambiati Volo per l’8! Decidiamo di stare ad Unawatuna fino al 3.
La spiaggia è molto bella, il mare anche, l’albergo è molto ben tenuto ed il servizio è ottimo. Ci sono anche degli italiani e Matteo e Carlotta hanno già fatto amicizia con altri ragazzini. Pranziamo all’albergo poi ci mettiamo a prendere il sole in spiaggia. Il mare è limpidissimo ed abbastanza calmo. All’estremità ovest della spiaggia poi è un “olio”. Ci sono anche i pesci colorati! Perlustriamo tutta la spiaggia per vedere cosa offre e scoviamo (proprio vicino al nostro albergo un ristorantino piccolo piccolo ma che promette molto molto bene. Domani proveremo.
Nel pomeriggio facciamo un giro in catamarano. Ma immaginatevi un catamarano autentico! Costruito con tronchi di legno originali! Verso sera incontriamo i ragazzi di Rimini e ci facciamo due chiacchiere di fronte ad un aperitivo in uno dei tanti bar sulla spiaggia. Cena in albergo con un buffet veramente eccezionale! Prenotiamo (va prenotato!) lo spumante per il cenone di domani sera e… ma sì, anche una bottiglia di vino (bando alle spese). E’ l’ultimo dell’anno e dobbiamo festeggiare. Poi andiamo a nanna.

Mercoledì 31 dicembre
Dopo colazione ci fanno vedere le camere. Un po’ squallidine, un po’ buie, ma pulitissime e con grandi bagni. Ci trasferiscono loro tutti i bagagli mentre noi ce ne stiamo in spiaggia. Nel nostro albergo c’è un Progetto Internazionale per la Protezione delle Tartarughine. Quando depongono le uova il luogo viene recintato e protetto e quando si schiudono le tengono qualche giorno in piccole vasche di acqua salata e poi le aiutano a raggiungere il mare senza essere divorate dai gabbiani o volatili vari! E giusto stasera alle 18 ci sarà questo avvenimento! Ci danno un volantino dove chiedono la collaborazione di tutti. E noi ci saremo.
Si va a pranzo nel ristorantino avvistato il giorno prima (il primo verso Ovest dopo l’Hotel) e lì ci si scatena con gamberi, astici, seppie… Il servizio è lentissimo, ma da domani adotteremo un trucco! Si va alle 12 si ordina, si beve l’aperitivo sdraiati al sole (hanno anche loro i lettini a disposizione dei clienti) e quando è pronto si mangia. Matteo e Carlotta sono rimasti in albergo dicendo che mangiavano due pizze. Ma ad un certo punto arrivano e ci divorano metà gamberoni! Sob!
Giampaolo dopo pranzo va in camera assalito da un terribile male all’orecchio. Io mi siedo con Matteo e due ragazzini italiani con cui ha fatto amicizia e scherziamo un po’ assieme! Ridiamo molto (ogni tanto è bello tornare bambini!). Le femmine invece sono in piscina.
Ore 18. Armati di telecamere, macchine fotografiche digitali e no ci rechiamo sulla spiaggia per assistere all’entrata in mare delle tartarughine. Caspita, sono centinaia e contemporaneamente poco più in là ci sono anche quelle che stanno nascendo, vengono aiutate ad uscire dai gusci e poi messe nelle vasche. Che carine. Nel frattempo un tizio mi convince a mettermi un pitone al collo (sicuramente oggi devo aver bevuto troppo per pre-festeggiare la fine dell’anno!), ma Giampaolo non mi filma! Giustamente ci sono le tartarughine, Ma siccome un’altra occasione così (mi riferisco al serpente intorno al mio collo) sicuramente non ricapiterà, lo imploro “Giampaolo filmami, filmami, veloceeee!”
Persino Carlotta accarezza il serpente (incredibile la fiducia che riescono ad incutere le mamme!).
Finito lo show (ho dovuto anche pagare!), ritorniamo alle tartarughine, ci sono le onde ed alcune tornano a riva, bisogna rimetterle in acqua e stare attenti ai gabbiani!
Dopo una bella doccia ci mettiamo gli abiti piu’ “eleganti” che ci siamo portati, sempre relativamente ai formati da zaino, e andiamo a cena. Musica, spettacoli, hanno organizzato proprio bene. Il buffet è ottimo, sparso ad isole fra il ristorante, la spiaggia ed il giardino. Alla fine non mangiamo molto ma beviamo parecchio. Tanto che Giampaolo ed io dopo la mezzanotte facciamo un bel bagno in mare! Tutti bagnati ci rimettiamo i vestiti (poverini) ed andiamo a fare gli auguri al proprietario del ristorantino il quale ci mette un tavolinetto in spiaggia con candelina e ci dà da bere a credito (avevamo lasciato tutto in camera). Pagheremo domattina. Recuperiamo i nostri figli e all’alba delle 3 andiamo a dormire.

Giovedì 1 gennaio 2004
Sveglia con comodo, colazione. Giampaolo ha sempre più male all’orecchio.
Andiamo a pagare i cognac che abbiamo preso ieri sera a credito ed il proprietario del ristorantino ci guarda e ride molto. Chissà perché? Giornata di riposo ed abbronzatura. Il tempo è sempre splendido.
Per oggi abbiamo ordinato l’aragosta! Nella speranza che chi mangia l’aragosta il primo dell’anno….
(NDR: speranza purtroppo ad oggi non confermatasi…)
Rincontro quello del pitone e fuggo. Domani è l’ultimo giorno, decidiamo di andare a Galle! Ci siamo stati solo per gli uffici della Srilanka e non abbiamo assolutamente visto il quartiere vecchio.
Al pomeriggio facciamo un giretto per il paese e troviamo anche un enorme negozio di antiquariato e cose vecchie. Ci sono cose stupende ma ahimè le cose che ci piacciono sono fuori “dimensione”.

Venerdì 2 gennaio
Dopo colazione partiamo per Galle. Matteo e Carlotta si rifiutano di venire. Li capisco, ormai hanno formato un gruppetto di 6-7 ragazzini tutti italiani e della loro età. Pace, andiamo noi. Giriamo il centro storico per un paio d’ore, poi ci installiamo sulla terrazza di un ristorante ma dopo qualche minuto ci rendiamo conto che non è nulla di speciale, il servizio è pessimo ed è pure caro per cui ce ne andiamo di corsa, prendiamo un tre ruote al volo e torniamo al nostro ristorantino sulla spiaggia! E viaa! Altra mangiata. Giampaolo ha sempre male alle orecchie. Stamattina gli hanno procurato degli antibiotici, speriamo gli passi! Domani partenza per Hikkaduwa. E le ultime tre notti le faremo in un all inclusive a Beruwela per finire in bellezza!

Sabato 3 gennaio
Si parte presto per Hikkaduwa, sempre a treruote! Ad Hikkaduwa le piccole pensioni e guest house sono tutte piene. Optiamo per un albergo senza infamia e senza lode, tanto è per due notti.
Dopo aver depositato i bagagli in camera ci avviamo alla spiaggia e lì scopriamo una realtà completamente diversa dalle precedenti. Gli alberghi e le guest house sono tutte recintate, alcune addirittura con filo spinato! Lettini sulla spiaggia niente! Ristorantini romantici nessuno. Che squallore. Il mare comunque ripaga, dato che la barriera corallina (che peraltro stanno distruggendo) è lì a due passi ed è pieno di pesci colorati che si possono ammirare anche stando in piedi nell’acqua. Andiamo a fare snokelling ma è stressante perché decine e decine di motoscafi che portano in escursione i turisti ti passano a destra e a sinistra creando onde e facendo un rumore incredibile. E poi, povera barriera corallina…
Facciamo due passi per la lunghissima spiaggia. È assurdo, sembra che la spiaggia non appartenga al villaggio. C’è pochissima gente eppure le pensioni sono tutte piene. I villeggianti sono tutti all’interno delle recinzioni, ciascuno nel suo albergo. I lettini non si possono portare fuori, roba da matti! Non troviamo niente di carino per pranzare quindi decidiamo di stare in albergo ma il menù è deprimente. Al pomeriggio Giampaolo ed io facciamo un’altra lunga passeggiata sulla spiaggia ed avvistiamo un ristorantino a gestione familiare su palafitta. Niente male: stasera mangiamo lì. E mangiamo benone! Tanto che ordiniamo l’aragosta per domani sera.

Domenica 4 gennaio
Mattinata in spiaggia ma dopo pranzo decidiamo di fare un’escursione sul lago. In catamarano (sempre di quelli autentici) visitiamo le sponde del lago, i coccodrilli, i varani e varie specie di uccelli. Ci fermiamo a visitare un tempio sulla costa. C’è anche la scuola! Quello posto sull’isolotto al centro del lago invece è un luogo di ritiro spirituale. Non si può nemmeno attraccare!
Verso sera prendiamo un tre ruote per Ambalangoda, località famosa per gli intagliatori di maschere. Il posto citato dalla Lonely Planet è ormai chiuso. Meglio, perché appariva un po’ troppo turistico. Il nostro taxista ci porta allora presso una famiglia, dove troviamo cose bellissime ed a prezzi stracciati! Acquistiamo gli ultimi regali, chiacchieriamo un po’ con i proprietari. Una bambina è tutta felice di sapere che siamo di Milano perché il suo papà lavora lì, da anni. Ci da anche una sua fotografia.
Rientriamo carichi di maschere (dove le metteremo? domani prendiamo il treno!). Di corsa andiamo al nostro ristorantino (l’aragosta ci attende!) e decidiamo di portare loro in omaggio quello che non ci servirà più,.. anche perché non abbiamo più spazio: gli asciugamani da spiaggia e i vestiti di Matteo e Carlotta, almeno quelli che sicuramente un altr’anno a loro saranno piccoli. Li regaleremo a quella famiglia (ho visto che hanno diversi bambini!). Cena da favola. Poi si va a nanna.

Lunedì 5 gennaio
Alle otto e trenta ci rechiamo alla stazione di Hikkaduwa. Treno per Beruwela. Un’ora in piedi fra scossoni e saltelli, al solito. Questo treno però è pieno di turisti! Matteo ed io ci facciamo un sacco di risate perché gli srilankesi vicino a noi continuano a mangiare! Evidentemente fanno colazione. Arriviamo al nostro hotel 4 stelle con un tre ruote, tutti malvestiti e con zaini in spalla, ci guardano stranamente… Alle 11 prendiamo già possesso della camera. Molto bella, elegantissima. Ci mettono dei bei braccialetti colorati ai polsi e l’albergo è nostro!
Si va in spiaggia. Anche qui tutto è chiuso e recintato. In più ci sono anche le guardie all’altezza dei cancelli aperti sul mare. I lettini sono rigorosamente posati sull’erba all’interno della recinzione e come finale - con grande delusione - scopriamo che il mare è orribile. Direi come a Negombo anche se almeno lì era tutto sviluppato sulla spiaggia.
Che tristezza… Ma perché non siamo rimasti ad Unawatuna? E’ chiaro poi che se sapevamo prima del cambiamento del volo potevamo anche farci tre o quattro giorni in più anche a Tangalla e a Mirissa. Quelli si che erano posti al mare!
Comunque ormai siamo qui. Godiamoci l’all inclusive e zitti!
I bambini stanno tutto il giorno in piscina. Noi passeggiamo un po’ sulla spiaggia ma è veramente deludente, fangosa, uno schifo! Il mare per di più è mosso e sporco!
La cucina in compenso è eccellente. Si beve anche il vino, ed è tutto compreso nel prezzo, cosa vuoi di più dalla vita? il Mareeeee! Pazienza. Serata in discoteca.

Martedì/Mercoledì 6-7 gennaio
Gli ultimi due giorni li abbiamo passati dormendo, mangiando, bevendo e facendo il bagno in piscina No! c’è stato anche il corso di Yoga! Davanti alla spiaggia (all’altezza dei guardiani e strettamente sotto controllo) svariati venditori e venditrici di souvenir e parei esponevano la loro merce tutti i giorni. Non era chiaro se erano loro quelli emarginati al di fuori dell’hotel o se eravamo noi dei “turisti in gabbia”! Ieri sera abbiamo visto anche il temporale!
Qui abbiamo fatto amicizia con una coppia: lui di Sri Lanka e lei italiana - vivono in Belgio! Molto simpatici. Così abbiamo anche passato piacevolmente un paio di pomeriggi.
Stamattina ci siamo svegliati e dopo colazione abbiamo appreso che oggi non si devono alcolici (carino, tu stai in un all inclusive e non puoi bere nulla!) perché è giorno di poya (preghiera) quindi divieto assoluto di servire alcolici in tutta la nazione, capita una volta al mese. A noi ovviamente capita proprio qui e proprio l’ultimo giorno. Pazienza. Dopo il tramonto però cominciano ad uscire le prime birrette etc. Spendo le ultime rupie per acquistare dei parei in spiaggia e poi regalo alle signore altri vestitini dei nostri figli. Cena superba. Ballatine in discoteca e… buona notte a tutti: stanotte il taxi è alle 2,30!

Giovedì 8 gennaio
Arriviamo all’aeroporto di Colombo alle 4,45! Orario perfetto: due ore esatte alla partenza!
Procedure di check-in veloci ed imbarco puntuale. 6,45 si decolla. Dopo questo splendido mese di vacanze ci resta solo l’amarezza di aver sprecato gli ultimi giorni in posti che non ne valevano la pena.
Dopo un giretto panoramico per Parigi per ammazzare le cinque ore di attesa in aeroporto ripartiamo per Budapest alla 18,50 Arrivo a Budapest alle 21, meno male che c’è il nostro amico Gabor che ci è venuto a prendere. Altri 150 km. in macchina e finalmente a nanna! Domattina c’è la scuola per i nostri figli ed il ritorno alla routine per noi.

Un commento in “Sri Lanka e Maldive – Parte seconda
  1. Avatar commento
    hfsdbajen ypalxmtk
    25/02/2008 13:11

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