Bellezze di Spagna

Madrid, Toledo e Palma di Maiorca

9 - 24 Agosto 2005
La meta delle nostre ferie quest’anno è stata scelta in modo rapido e all’unisono: perché non coniugare una bella città con un luogo dal mare favoloso?
Detto, fatto: andiamo prima a Madrid e poi ci trasferiamo a Palma di Maiorca, non senza prima aver visitato la splendida Toledo.
Dopo una breve consultazione fra varie agenzie on line, ne troviamo una ottima che, ad un prezzo veramente contenuto, ci permette di trascorrere 16 giorni tra le due città senza dover sborsare cifre folli.
Quindi, prenotato il tour, ci siamo imbarcati su un volo Iberia da Milano per Madrid ma troviamo la prima nota stonata: a bordo non servono più bevande se non a pagamento! Ecco perché il prezzo del volo è economico.
Comunque un paio d’ore senza cibo si può fare ed atterriamo felicemente ed in orario nella capitale spagnola.

Itinerario

MADRID
Per nostre esigenze, cerchiamo sempre di alloggiare in studios o monolocali e, sempre con una rapida ricerca via Internet, abbiamo scovato un aparthotel al centro di Madrid comodo e molto economico: l’Hotel Tribunal, situato sulla calle Fuencarral proprio di fronte il Museo Municipal (v. links)
Con la rapidissima nuova metropolitana ci spostiamo dall’aeroporto al centro e già dopo un’ora dal nostro arrivo stiamo in albergo a prepararci per affrontare il nostro primo giorno.
Madrid ci ha molto sorpreso: ci aspettavamo caldo, disordine e trascuratezza invece è stato l’opposto.
Si inizia in genere a visitarla da Plaza Mayor, elegante con la Casa de la Panaderia e la Statua Equestre di Filippo III al centro.
Dalla Plaza in breve ci spostiamo alla Puerta del Sol, che troviamo ingombra di impalcature e cartelloni pubblicitari. Qui s’apre la facciata principale dell’Antigua Casa de Correos con il suo famoso orologio che, a mezzanotte di ogni Capodanno, batte dodici rintocchi: tradizione vuole che ad ogni rintocco vada mangiato un chicco d’uva per aver fortuna.
Davanti l’Antigua Casa si trova lo 0 chilometrico di Spagna, il punto da cui vengono calcolate le distanze stradali mentre all’opposto si trova il simbolo di Madrid, cioè l’orso che mangia i corbezzoli (madrono, da cui forse l’etimologia) e, al centro della piazza, la Statua equestre di Carlo III.
Inoltrandoci per il centro incontriamo il Mercado de San Miguel, situato in una struttura di ferro dell’800 e poi la barocca Collegiata de San Isidro, dedicata al patrono ed ex cattedrale della città: al suo interno statue e dipinti di notevole fattura.
Altre chiese importanti sono: il Monasterio Real de la Encarnaçion, abitato da monache, dall’imponente ingresso e con una ricca sala delle reliquie; San Francisco el Grande, dalla maestosa cupola e con un interno ricco di statue e infine la Basilica Pontificia de San Miguel, barocca con elementi moderni, sulla cui porta spiccano le statue di due bambini martiri a cui era dedicata la precedente chiesa.
Si prosegue poi per le strade e calles fino alla più tranquilla Plaza de la Villa, adorna di giardinetti e dova si trovano l’Ayuntamiento (il Municipio) e la Casa de Cisneros in stile plateresco: al centro la Statua di don Alvaro de Bazan, condottiero spagnolo.
Il Monasterio de la Descalzas Reale è il più insigne monumento religioso di Madrid, poiché l’unico fondato da un reale, la principessa Juana (la guida ce l’ha ripetuto un migliaio di volte), sorella di Filippo II, che trasformò un palazzo civile in uno religioso.
Qui si rinchiudevano nobili e dame di sangue reale e l’interno è ricco di cappelle, paramenti e c’è perfino un presepe napoletano.
Per la visita occorre presentarsi minimo qualche oretta prima, poiché fanno entrare a gruppi di 30 persone: se si capita di Mercoledì, l’ingresso è libero per i cittadini appartenenti alla Comunità Europea (conviene informarsi presso ogni museo o monumento).
La Madrid Borbonica parte dalla Plaza de Cibeles, con la Fuente omonima e il particolare Palacio de Comunicaçiones, dall’aspetto di una torta nunziale con le guglie slanciate e bianche.
All’opposto, il Banco de Espana, in stile rinascimentale veneziano e l’inizio della Gran Via, una delle arterie principali, con gli artistici tetti dei palazzi che vi si affacciano e, nelle vicinanze, la Puerta de Alcalà, neoclassico arco trionfale.
Dalla Piazza si dipartono lunghi viali, chiamati Paseos dove lungo gli alberati marciapiedi si trovano fontane e giochi d’acqua ed infatti, proseguendo lungo il Paseo del Prado, si incontra anche la Fuente de Neptuno e, in una stradina adiacente, la Eglesia y Convento de las Trinitarias, contenente la tomba di Cervantes.
Il Paseo prende il nome dal Prado, uno dei musei più celebri al mondo, la cui facciata neoclassica si erge a metà strada ed è adorna delle alte Statue del Velasquez, del Goya e di Murillo, famosi pittori spagnoli di cui il museo contiene le raccolte.
A poca distanza troviamo l’ingresso al bellissimo e colorato Real Jardin Botanico, ricco di piante esotiche e di fiori da tutto il mondo.
Alle spalle del Prado si trova la Eglesia de San Jeronimo el Real, considerata la chiesa reale di Madrid (qui si sono sposati alcuni reali e molti nobili) e, di fronte, il Cason del Buen Retiro, sede staccata del Prado e attualmente in ristrutturazione e con davanti la Statua della regina Maria Cristina di Borbone.
In pochi minuti di cammino si raggiunge l’ingresso al Parque del Retiro, il vasto giardino pubblico al centro della città, ricco di colorati e geometrici giardini all’italiana: all’interno, il grande lago lambisce i piedi del Monumiento de Alfonso XII, dalla scenografica posizione.
Percorrendo i sentieri ombrosi e le aiuole fiorite, si possono trovare piccoli gioielli architettonici come il particolare Palacio Velasquez, dallo stile mudejar e utilizzato come centro di mostre temporanee, e il Palacio de Cristal, in ristrutturazione, ai margini di un lago.
Tra i vari giardini spicca la Rosaleda, un angolo del parco coltivato a roseti e abbellito da vasche, fontane e giochi d’acqua, tra cui la Fuente dell’Angel Caido .
Fuori dal Parco, nei pressi, vale una visita il neoclassico Ministerio de Agricoltura, ricco di colonne e statue di bronzo o marmo.
Per recarsi a Palazzo Reale bisogna passare prima davanti la Eglesia del Sacramento, costruita dall’Ordine Cavalleresco dei Cavaleri di Malta, poi davanti il Palacio Ambrantes, sede ora dell’Istituto Italiano di Cultura, e infine alla neogotica Catedral de la Almudena, costruita nel XIX secolo, la cui particolarità sta nelle cupole e guglie blu e nell’aver la facciata simile a quelle del vicino Palazzo Reale: nelle vicinanze ci sono i resti (tenuti maluccio, per la verità) delle vecchie mura arabe.
E’ questa la zona dove è stata costruita la prima fortezza e le prime case della città quando fu fondata.
Il Palazzo Reale sorge infatti sull’area di una vecchia fortezza, distrutta agli inizi del ‘700 da un furioso incendio e il re Filippo V ne decise quindi la ricostruzione sul modello dei palazzi francesi anche se furono poi i figli ad abitarlo per primi.
L’enorme blocco di granito e calcare è opera di architetti italiani e mescola barocco, neoclassico e rococò, quest’ultimo soprattutto negli interni.
Davanti la facciata si apre la Plaza de Armas da cui si accede al sontuoso interno e la facciata è decorata di lineari colonne, un orologio e due campane antiche. La visita prevede l’attraversamento di ricche sale e sontuosi saloni. Ricordarsi anche che qui il Mercoledì è gratis per i cittadini della Comunità Europea e conviene venirci in questo giorno perché il prezzo normale è un po’ più alto rispetto algi altri monumenti.
Tramite lo scalone in marmo di Toledo, adorno di una Statua di Carlo III e di pregiati affreschi sul soffitto, si entra al Salon de Columnas, utilizzanto come sala di banchetti nelle cerimonie di stato.
Successiva è la Sala de Porcelana, i cui muri sono rivestiti di porcellane bianche e verdi con disegni di ghirlande e cherubini e poi, tramite altre sale e saloni sfarzosamente arredati, si giunge alla Sala de Comida, pregevolissimo salone in stile rococò adorno di decorazioni dorate, arazzi fiamminghi, lampadari di cristallo, vasi cinesi e una enorme tavola imbandita con argenteria finemente lavorata: purtroppo l’impossibilità di utilizzare il flash ha impedito foto molto più nitide.
Nelle sale adiacenti sono esposti vasellame e manufatti in oro o argento nonché alcuni strumenti preziosi come un violino di Stradivari e una chitarra dal legno finemente lavorato.
L’ultima sala è la Capilla Real, semplice e austera nel suo stile neoclassico, con all’ingresso la statua di Isabella la Cattolica, regina di Castiglia (fu lei a finanziare il viaggio di Colombo e a cacciare i Mori dalla Spagna).
Attraversato il cortile interno, si ritorna sulla vasta piazza per accedere alla Real Armeria, voluta da Filippo II per la sua vasta collezione di paramenti militari: al suo freddo interno (aria condizionata al massimo) si ammirano armi, cavalcature e armature spagnole o di altri eserciti.
Prima di uscire, uno sguardo ad un ritratto degli attuali reali di Spagna, Re Juan Carlos e la Reina Sofia.
Adiacente un lato del Palazzo ci sono i Giardini di Sabatini, tipicamente italiani, da cui si possono godere scorci del Palazzo nella sua maestosità: da aggiungere che la famiglia Reale però non abita qui ma vi risiede solo in caso di cerimonie ufficiali.
Sul lato del Palazzo rivolto alla città si apre la bella Plaza de Oriente, con la Statua di Filippo IV al centro e dei curati giardini all’italiana: in questa piazza si erge anche il Teatro Real, tempio della lirica spagnolo, voluto da Ferdinando VII nel ‘700 e da poco ristrutturato e, in semicerchio, ci sono pregiati e nobili palazzi.
Con una breve passeggiata si raggiunge il Campo del Moro, altro vasto spazio verde adiacente al Palazzo Reale da cui si può accedere ai Giardini dei Palazzo Reale e alle splendide vedute su di esso.
Il Templo di Debod è un antico tempio donato alla Spagna dall’Egitto a riconoscenza per l’aiuto dato alla salvaguardia dei tesori egiziani e sorge in un bel parco con un’ampio panorama sulla parte ovest di Madrid.
Percorrendo dal tempio un sottopassaggio si giunge alla Plaza de Espana, una delle più animate. Qui si ergono le moli dell’Edificio Espana, simbolo del regime franchista, e della Torre di Madrid, entrambe costruite in calcestruzzo.
Al centro della piazza, sotto un anonimo obelisco, le Statue di Don Chisciotte e Sancho Panza sulle loro cavalcature attirano frotte di turisti.
Il nostro albergo è situato vicinissimo a due posti molto particolari: di fronte al Museo Municipal, dalla particolarissima e maestosa barocca porta d’ingresso, e a pochi passi dalla Gran Via, la strada di Madrid più animata e trafficata dove, tra i tanti palazzi di vari stili e tendenze architettoniche, spicca l’elegante Edificio Grassy, sormontato da un colonnato a due piani in stile neoclassico.
Camminando tra le calli e le vie però si notano ancora scorci intatti della vecchia Madrid, come un trompe-l’oeil o una taverna adorna di colorati azulejos raffiguranti scene di vita di un tempo passato mentre nelle trafficat e vie principali, negozi grandi e piccoli delle marche più famose si alternano a teatri vari e a ristoranti tipici.
Madrid mostra il suo fascino anche di sera, quando i suoi monumenti e i palazzi più belli sono illuminati e per le strade una folla eterogenea di turisti e spagnoli cammina a tutte le ore, accalcandosi nei posti più famosi: nella Plaza Mayor, alla Puerta del Sol, lungo la Gran Via e nelle adiacenze.
Spiccano molti i palazzi illuminati, fra cui il Teatro Alcalà, dalla facciata a colonne rialzate, e il Palacio Metropolis.
Plaza de Cibeles risulta la più fotografata di sera tra tutti i luoghi di Madrid ma è comprensibile, visto il bellissimo effetto scenografico che si ottiene con l’illuminazione dei palazzi e della fontana.
E per finire, visto che a Madrid siamo venuti per apprezzare la “movida”, completiamo il nostro giro in uno dei quartieri più “in” e trasgressivi del momento: la Chueca.

TOLEDO
Dista da Madrid un’ora d’autobus ed è una delle più belle città spagnole.
Rimasta praticamente intatta nel corso dei secoli, conserva insigni monumenti testimoni del crogiolo di culture (ebrea, araba e cristiana) che qui convissero pacificamente durante il Medioevo.
Per giungere in maniera comoda basta andare alla stazione sud degli autobus (Metro: Mendez Alvaro) e recarsi all’ultimo piano: da qui partono varie compagnie che, ogni mezz’ora, collegano le due città con comodi autobus (ricordiamo che sul biglietto c’è riportato il numero di posto su cui sedersi e quindi di non fare all’italiana “il posto me lo scelgo”).
Si arriva davanti le antiche mura per accedere al centro dalla Puerta Antigua de la Bisangra, su cui è collocato lo stemma della città e distinta in due parti da un cortile interno: superata la Porta e lasciata la moresca Iglesia de Santiago de Arrabal, si sale un’erta via panoramica, si passa sotto la Puerta del Sol, in stile mudejar, e si finisce nella trafficata Plaza de Zocodover, la principale di Toledo.
Alle spalle della piazza sorge l’Alcazar, la fortezza che fu residenza reale per secoli: in questo posto i romani costruirono una prima roccaforte e poi, col tempo, fu eretto questo maestoso palazzo, distrutto varie volte da incendie saccheggi ma sempre fedelmente ricostruito. Come al solito, ora purtroppo è in ristrutturazione (ospiterà il Museo dell’Esercito) e quindi non è visitabile.
Dal belvedere circostante si gode uno splendido panorama sulla sottostante valle del Tago, fiume che lambisce la città.
Percorrendo calli e stradine dal sapore medioevale e la zona commerciale ricca di negozi turistici e non, si arriva alla Plaza de l’Ayuntamiento, dove si trovano l’omonimo Palazzo, in stile rinascimentale e con due torri barocche ornamentali, e il Palacio Arzobiscopal, dallo stile austero e in perfetta sintonia con i palazzi circostanti, essendo rinascimentale anche lui: gli alberi dei giardini adiacenti ci permettono di riposare e riparare dalla calura che imperversa.
Ma il vero tesoro di Toledo è la Cattedrale, sede del primate di Spagna e una delle più belle e importanti al mondo.
All’esterno è un’imponente costruzione in puro stile gotico francese ma all’interno prevalgono il mudejar e il plateresco, benché vi sia un’abbondanza di vari stili.
Non essendo fotografabile, si può dire solo che l’interno si compone di uno splendido Coro, di un dossale d’altare magnificamente scolpito, di un ostensorio dal valore incommensurabile, di una Sagrestia piena di splendidi quadri di El Greco, Velasquez e di Raffaello, di un vasto chiostro e del Transparente, una particolare pala d’altare in marmo, diaspro e bronzo.
Continuando la visita, si può sostare al complesso architettonico dell’Hospital de Santa Cruz, con l’annesso museo e il convento vero e proprio. Il favoloso frontespizio principale permette l’accesso ad un atrio che da su un pregiato chiostro su due piani circondato da un porticato in stile mudejar: nel museo sono custodite opere di El Greco, pittore che visse e lavorò a Toledo.
Non lontano, circondata da alberi d’olivo, si trova la Sinagoga del Transito, ora museo, con un esterno molto semplice che contrasta con un interno ricco di stucchi ed iscrizioni ebree.
L’adiacente Casa de el Greco, con dipinti del maestro, risulta purtroppo essere chiusa.
Leggermente lontano dal centro si trova il maestoso e solitario Monasterio de San Juan de los Reyes, eretto per contenere le spoglie dei reali ma mai utilizzato al suddesco scopo: sulla parete esterna spiccano le catene che tennero prigionieri i cristiani nelle guerre contro i Mori.
Dalla parte opposta della plaza omonima si trova la Puerta del Cambron, di origine visigota ma rimaneggiata durante il Rinascimento: siamo giunti così dalla parte opposta al nostro ingresso.
Sulla strada del ritorno al capolinea dell’autobus, effettuiamo una sosta all’Ermita del Cristo de la Luz, antica moschea araba dalle forme romanicheggianti ed uno dei più antichi monumenti toledani.
Ovvio che suggeriamo di rintagliarsi uno spazio fra le visite al fine di camminare tra le stradine della città, nei cui negozi sempre aperti si vendono statuine sacre, dolci locali e le famose lame che hanno reso celebre Toledo.

PALMA DI MAIORCA
Ci trasferiamo, dopo questo primo soggiorno, a Palma di Maiorca per continuare la nostra vacanza e i nostri giri ma anche per approfittare del bel mare e del sole caldo che ci accompagna da giorni: un’ora di volo e siamo alla meta.
Palma è adagiata in un ampio golfo e una lunga passeggiata, detta Paseo Maretimo, lambisce le rive e il porto turistico, dove sono attraccate enormi navi da crociera e lussuosi yachts: dal nostro residence godiamo infatti di una bella veduta sul porto.
Andando verso il centro si passa davanti il Consulado del Mar, sede del Governo regionale, e alla Llotja, l’antica borsa mallorchina, massima espressione del gotico mediterraneo ed ora adibito a centro di mostre.
Il Palacio de l’Almudeina ci accoglie con le sue finestre arabeggianti e i suoi interni gotici: è in effetti una ex cittadella fortificata ed ora residenza della famiglia reale e non tutte le stanze sono visitabili.
Una frequentata piazzetta contraddistinta da una semplice croce di ferro divide il palazzo dalla maestosa Catedral de Palma, di stile gotico e caratterizzata dalle sue facciate in stili diversi: la sua mole è visibile dal mare e la sua posizione la rende uno dei luoghi sacri più particolari al mondo.
L’interno, purtroppo non fotografabile, è ricco di cappelle ed è stato restaurato da Gaudì e particolari sono i grandi rosoni.
Inoltrandoci nel centro, si trova subito il Palacio de la Fundacio March, in stile modernista con gli adiacenti giardini, l’Ayuntamiento, con la facciata baroco locale e il tetto sporgente e, tra stradine piene di negozi dalle grandi e note firme, si arriva alla Plaza Mayor, circondata da uniformi palazzi.
Il centro risulta abbastanza piccolo e concentrato e quindi si può facilmente girare e visitare in una giornata.
Tre chiese però spiccano particolarmente nel giro e sono: la barocca Iglesia de Montesion, costruita dai Gesuiti; la Iglesia y Claustro de San Francisco, dalla facciata plateresca e dal chiostro gotico, e la Iglesia de Santa Eulalia, la più antica di Palma e in stile gotico.
La parte più antica riserva la visita ai resti dei vecchi Banos Arabes, unica reminiscenza della cultura moresca nell’isola: la struttura è leggermente fatiscente ma le sale interne si sono discretamente conservate.
Per riposarsi e godere del fresco a Palma non fanno difetto i giardini, visto che ce ne sono tanti e ricchi di verde e giuochi di fontane.
Noleggiata una comoda auto (una Renault Megane 1500 avuta al prezzo di una economica: è la terza volta che ci capita), ci concediamo la visita dell’isola e dei posti che non possiamo facilmente raggiungere.
Uno di questi è il Castell de Bellver, posto su una collina che sovrasta la città e da cui si gode uno splendido panorama sulla città e sui dintorni: è stata la prima residenza della famiglia reale spagnola nel passato ma poi è stata adibita a carcere ed ultimamente è un’attrazione turistica.
Raggiungiamo pio il centro dell’isola e il solitario Santuari de Cura, di origine medioevale, posto su una collinetta: si visitano qui la Chiesetta e la Scuola di Grammatica del XVI secolo.
Un altro giro ci ha portato a visitare le montagne che sorgono alle spalle di Palma.
Prima tappa il paesino di Valdemossa, arroccato su una collina: qui si può visitare la Cartuja (dove soggiornò e lavorò Chopin), convento dal bel chiostro e da una antica farmacia ed è molto delizioso camminare per le stradine del paese.
Costeggiando con una strada la costa nord, arriviamo a Soller, vivace cittadina distesa in una valle: particolare è la Iglesia Paroquial, in stile modernista, che si erge sulla piazzetta movimentata e piena di bar.
Complice un tempo molto nuvoloso (che durerà solo un giorno), abbiamo fatto un giro dell’isola per visitare alcune interessanti cittadine ma Pollença ci è impossibile visitarla per la scrosciante pioggia e ad Alcudia riusciamo a vedere solo le trecentesche Mura che la contengono e poi dobbiamo rinunciare.
Visto che all’aperto non si può stare, qual miglior cosa di andar al coperto sottoterra? Così ci fermiamo alle Cuevas del Drach, importanti e grandi grotte che si trovano sull’isola.
Per accedervi bisogna rispettare l’orario d’ingresso previsto ad ogni ora e scritto sul biglietto, quindi si possono anche aspettare alcune ore prima di poterle visitare: dipende da quanta gente c’è prima.
Però, una volta entrati, stalattiti e stalagmiti dalle mille forme ci accompagnano nella visita: un sentiero digrada verso le viscere della terra offrendo scorci di grotte e laghetti finchè termina ai piedi del lago sotterraneo più grande del mondo: qui, in un anfiteatro appositamente costruito, assistiamo ad uno spettacolo di musica classica e luci e poi attraversiamo il lago in barca.
E’ scontato che non dimentichiamo anche il mare, pulito e trasparente, e le famose spiagge: abbiamo visitato e fatto il bagno a Port Soller, dalla spiaggia candida e circondata da montagne (raggiungibile con un simpatico tram da Palma) e siamo stati alla lontana Platja de Muro, lunga spiaggia alle cui spalle si aprono una pineta e distese di dune (qui conviene aver l’auto, visto che è dall’altra parte dell’isola).
Ma per noi la più bella di tutte le spiagge resta Es Trench, dalla sabbia fine, dal mare limpido e trasparente e dalle dune retrostanti che la fanno assomigliare ad una spiaggia africana: facilmente raggiungibile con un mezzo motorizzato (comodi per girar l’isola anche gli scooter, viste le non grandi distanze), si estende per chilometri alternando lidi a tratti totalmente liberi (anche di costumi).
La spiaggia che però abbiamo più frequentato è stata quella di Ses Illetas, dal sapore caraibico con i suoi ombrelloni fatti di canna e il mare di varie tonalità d’azzurro: qui ci siamo riposati, relaxati ma soprattutto abbronzati.
La si raggiunge facilmente con l’autobus 3, il cui capolinea è sulla scalinata che conduce alla spiaggia.
Le serate a Palma sono condite da grandi camminate, enormi gelati e gustosi drinks nei tanti locali del Paseo Maretimo e sortite nei vari locali del divertimento: il Pacha è uno di questi, anche se ovviamente pieno di italiani.
Passeggiando invece per il centro, i monumenti illuminati si riflettono sull’acqua: l’Almudeina, la Cattedrale, la Llontja e i giardini sottostanti creano un bellissimo scenario di colori e luci.
Sul Paseo, inoltre, tanti tipici locali e ristorantini che offrono pescado fresco, paella in vari gusti ma soprattutto una squisitissima sangria: occhio al prezzo ma sono quasi tutti abbordabilissimi e consigliamo quelli appena sotto le mura dell’Almudeina, sia per la qualità che per il prezzo e il panorama che offre.
Ebbene si, dopo più di due settimane di visite, gite, escursioni, giornate passate al mare e ad abbronzarsi, ritorniamo alle nostre case e ai nostri doveri lavorativi, portandoci nel cuore questo fantastico viaggio e questi due soggiorni favolosi.
Per l’anno prossimo i progetti ci sono quindi… Tenetevi pronti ad un nuovo resoconto!
Hasta luego da Antonio e Roberto.

Un commento in “Bellezze di Spagna
  1. Avatar commento
    hyvag axgde
    16/08/2007 04:29

    kduvbjm kvnsrb zdkij mfqvwioz chykvu thmejsul xarhluok

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