Senegal: il Paese dei Baobab

Basta una sola settimana per portarsi a casa il “mal d’Africa”!

 

Questa volta avendo pochi soldi e poche ferie a disposizione ci siamo dovute accontentare di una sola settimana e perciò abbiamo deciso di andare sì, in un posto nuovo, ma non troppo lontano, caldo e dove potersi anche rilassare un po’, così abbiamo optato per una semplice settimana di relax al mare con tutto prenotato lasciando perdere il nostro solito “fai da te”.
Essendo già state in quasi tutti i paesi a portata di mano e di portafoglio alla fine la scelta è risultata molto scarsa. In un primo momento eravamo orientate verso le isole di Capo Verde ma poi ce le hanno sconsigliate perché troppo ventilate e fredde in quel periodo e così abbiamo deciso di andare in Senegal e più precisamente al Club Royal Saly di Saly Portudal (nota località balneare sulla Petite Cotè a 7 km. da Mbour e a circa 80 km da Dakar).

Itinerario

Eccoci qua, ore 23.30 in partenza… per fortuna che doveva essere una vacanza di totale relax! Non cominciamo proprio bene…
Siccome la partenza è da Milano (quella da Bologna l’hanno appena sospesa) e il decollo è fissato per le 8.00 con conseguente ritrovo fissato per le 5.30 circa di domani mattina abbiamo deciso di andare in auto e partire stasera in modo da evitare levatacce ed eventuali problemi di nebbia o altro.

18/2/2005
Ore 4.00. In aeroporto molto prima del previsto perchè per fortuna non c’era molta nebbia e quindi non abbiamo avuto grossi problemi.
Non ci resta altro che aspettare l’ora del check in sonnecchiando nelle scomode poltrone della sala gruppi sorseggiando caffè, cioccolata e qualsiasi altra cosa riusciamo a trovare per stare sveglie.
Finalmente arriva l’ora della partenza e il decollo avviene più o meno puntuale.
Dopo circa 5 ore e mezza arriviamo all’aeroporto di Dakar e sbrigate le formalità doganali usciamo e ci uniamo al gruppo di Volando.
La prima cosa che mi ha colpito arrivando in Senegal è stata l'aria fresca e non il caldo umido che uno si immagina pensando all'Africa ma ovviamente bisogna pensare che è inverno anche qua e Dakar è proprio sulla costa atlantica quindi più ventilata e mite. Durante il tragitto in pullman per raggiungere Saly finalmente inizio a rendermi conto che sono in Africa quando usciti dal traffico della città ci ritroviamo in mezzo alla savana in una distesa infinita di baobab. Che spettacolo! Non ne avevo mai visti così tanti!
Dopo un paio di ore di pullman attraverso un paesaggio piuttosto brullo e desolante arriviamo nella piccola cittadina balneare di Saly Portudal. La prima impressione non è delle migliori, forse perché ci aspettavamo qualcosa di diverso, più turistico, più moderno, non so… però in genere non è quello che cerchiamo quindi va bene così anche perché siamo in Africa mica a Riccione!
Saly è poco più di un villaggio con diversi hotel, qualche negozio, un casinò, pub, qualche ristorantino e mucchi di immondizia qua e là. In un angolo fra due strade ci sono capre e asinelli che cercano qualcosa da mangiare fra i rifiuti e i pochi ciuffetti di erba e rovi che ci sono.
Il nostro Hotel, il Royal Saly, è molto bello, nuovo, molto ben tenuto, costituito da diverse costruzioni a due piani seminate in un ampio e bellissimo giardino, molto verde e curatissimo. Le stanze anche sono molto belle e grandissime. Le duplex (dove eravamo noi) sono addirittura su due piani con due letti al piano di sotto e due al piano di sopra, un bagno e due terrazze.
Dopo esserci sistemate diamo un occhiata in giro, vicino a noi c’è la reception e poco oltre il ristorante, il bar e la piscina; dietro si intravede l’anfiteatro dove si fanno gli spettacoli serali e la spiaggia con lettini e ombrelloni e campo da pallavolo.
Il mare è calmissimo, non sembra neanche l’oceano ma l’acqua è gelida!
La spiaggia invece è bella e lunghissima. Si possono fare interminabili passeggiate… è proprio il posto adatto per Cristina che di solito cammina per diverse ore tutti i santi giorni!
Verso sera usciamo dall’hotel e facciamo un giretto per il paese; ovviamente veniamo subito “assalite” da gente del posto che ci vuole vendere qualcosa ma noi siamo stanchissime (in fondo sono quasi due giorni che non dormiamo!) e non siamo proprio in vena di contrattare né tanto meno di conversare in inglese o francese che a mala pena parliamo in condizioni normali!
Vediamo che ci sono alcuni negozietti lungo la strada e a metà circa del paese c’è una specie di mercato con tantissimi negozi tutti di souvenirs e artigianato locale, purtroppo è un po’ tardi e stanno già mettendo via quindi ritorniamo in hotel.
Immediatamente ci rendiamo conto che la temperatura continua a scendere e a cena abbiamo tutte un freddo bestiale. Forse sarà la stanchezza?! Speriamo…
Per ora non ci resta che andare a letto e sperare che domani sia più caldo!

Dal 19 al 25/2/2005
Nei giorni successivi ci rendiamo conto che non era stata la stanchezza a farci sentire il freddo la prima sera ma proprio il clima di quel periodo. Infatti, anche se durante il giorno si stava benissimo, anzi era decisamente caldo, fino alle 10,30-11 del mattino e dopo le 17,30-18 la temperatura era notevolmente più bassa o almeno così sembrava, probabilmente per colpa del forte vento freddo che soffiava dal mare.
L'unica pecca infatti che abbiamo trovato al nostro hotel è stata proprio quella di non avere nemmeno una sala chiusa o perlomeno ben riparata dal vento dove poter trascorrere le serate e cenare tranquillamente senza doverci vestire con tutto quello che avevamo in valigia. Il ristorante e il bar infatti hanno solo il tetto e le pareti su un lato mentre dall'altro lato ci sono solo colonne altissime quindi sono entrambi sempre molto ventilati. La stessa cosa vale per la reception e l'anfiteatro, dove si tengono gli spettacoli, è addirittura senza tetto e alla sera vedere gli spettacoli era una gara dura!
Dopo un paio di giorni di assoluto relax in spiaggia la nostra voglia di conoscere il posto e di vedere un po’ di Africa vera ci ha spinte a prendere parte ad almeno un paio di escursioni che vi racconterò nel capitolo seguente.
I giorni purtroppo sono pochi e passano molto in fretta. L’ultimo giorno mi decido a sacrificare un po’ di tempo per le compere, almeno un ricordino me lo vorrei comprare! La mia intenzione è quella di comprare una giraffa in legno ma quando sento i prezzi cambio idea anche perché non scendono più di tanto nemmeno contrattando e sono veramente esagerati… forse sono abituati a turisti molto più facoltosi di me!
Alla fine decido di acquistare un grande batik con dipinti degli animali africani: la trattativa è lunghissima ed estenuante ma alla fine ce l’ho fatta anche se ho perso praticamente tutto il tempo lì e ora è tardi, gli altri negozi stanno chiudendo e sta facendo buio… va be’, vorrà dire che non comprerò più niente!
La vacanza è proprio finita, anche questa volta a malincuore è arrivato il momento di tornare a casa e pensando che da noi c’è la neve quasi ovunque ci fa sembrare un po’ più caldo anche questa ultima e fresca serata in Senegal.

Da non perdere

ESCURSIONI
La prima che abbiamo fatto è stata un'escursione che prima ci ha portato a visitare un mercato locale molto bello e colorato, poi ci siamo diretti al Lago Rosa dove abbiamo lasciato il pullman e preso delle jeep 4x4 con cui abbiamo percorso il perimetro del lago e le zone circostanti (che freddo sedute dietro nel cassone del pick-up!) fino a raggiungere un piccolo villaggio che abbiamo visitato, la spiaggia deserta e bellissima lambita dalle alte onde dell'oceano e le bianche dune di sabbia dove si conclude la Parigi-Dakar. Abbiamo pranzato in un ristorante vicino al lago e poi abbiamo fatto una piccola sosta per chi voleva provare l'esperienza di fare il bagno nell'acqua salatissima del Lago Rosa.
E' stata una bella escursione ma ancora più bella è stata quella che abbiamo effettuato mercoledì. Siamo partiti dall'hotel su di un camion fuoristrada 6x6 abbiamo attraversato Mbour e il suo mercato e poi ci siamo diretti all'interno fuori pista in mezzo alla savana, ammirando i baobab millenari fra cui uno di 37 metri di circonferenza dentro al quale si poteva anche entrare. Ci siamo fermati di tanto in tanto per visitare qualche capanna dei locali e qualche accampamento dei nomadi, lasciando loro un po' di cibo e sapone che avevamo acquistato precedentemente.
Qui ho potuto scattare delle bellissime foto a bellissimi bimbi di tutte età, da alcuni di pochi mesi attaccati alla schiena della mamma ad altri più grandicelli ma comunque bellissimi, poi abbiamo visitato una scuola dove ho lasciato uno zaino pieno di blocchi da scrivere, penne, gessetti, evidenziatori e anche una puntatrice portati da casa. Infine ci siamo diretti sul delta del Saloum dove abbiamo fatto un breve giro in barca. Dopo il pranzo abbiamo percorso ancora per un po' la savana, ammirato i termitai giganti, altri villaggi e infine la giornata si è conclusa passando per Joal-Fadiouth con una sosta al porto per vedere il rientro dei pescatori al tramonto.
Come ho già detto è stata un'escursione molto bella che ci ha permesso di vedere un po' del vero volto del Senegal e dei suoi abitanti. Il loro modo di vivere, la loro povertà e la loro cultura, i bellissimi volti e i sorrisi dei tanti bambini che abbiamo incontrato sono le cose che ci porteremo per sempre nei nostri cuori. Anche questa volta il mal d'Africa anche se in maniera più lieve del solito si è fatto sentire, perciò spero davvero di tornarvi presto.
CIAO AFRICA, ALLA PROSSIMA AVVENTURA.

 

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