L'Etiopia, esperienza di viaggio ma anche umana

L’Africa “non turistica” che punta dritto al cuore

Erano anni che desideravo andare a trovare zia Antonietta, suora missionaria comboniana che vive da oltre 25 anni in Etiopia nelle varie missioni.
Così il desiderio si è trasformato in realtà, insieme con la mia compagna Katia e una coppia d’amici trentini Giorgio ed Ivana, decidiamo per il viaggio nelle missioni e per la valle dell’Omo.

Notizie patiche
La zia c’informa del tenore di vita e relativi costi nella regione del Sidamo che non è una zona turistica, a maggiore ragione e anche molto bella. Il cambio di 1 euro = 10,5 birr, 1US$ = 8,6 birr; 1 birr = 200 vecchie lire.
Pertanto, stipendio di un maestro 400 birr il mese; cuoca 250; benzinaio 300; operaio 5 birr il giorno; muratore bravo 20/30 birr il giorno; 5 birr x 10 papaya; 8 birr un secchio di pomodori; 10 birr 3 angurie (buone), 1 gallina = 8 birr; 4 uova 1 birr; 1 gallo 15 birr; mucca gravida 700 birr; vitello 320 birr; toro 1000 birr; pecora 60 birr; caffe kg. 5birr.
Un litro di gasolio costa 2,72 birr, il pieno è di 57 litri, la jeep consuma per circa 8 km un litro.
Il tè locale si chiama sciai, 2 chiodi di garofano, un pizzico di cannella; il caffè si chiama bunna.
Gli abitanti del Sidamo si chiamano Sidama, iniziano a contare le ore dall’alba dalle 6 del mattino, quindi alle h. 7 am sono le h. 1 am.
Le piccole piogge sono durante i mesi di maggio e giugno, mentre le grandi piogge sono durante luglio, agosto e settembre.
Sono 10 giorni e 7 anni dietro di noi, quindi il 23 dicembre 2003 nostro è il loro 13 dicembre.1996.

Alcune indicazioni sanitarie
Vaccinazioni fatte: febbre gialla (una puntura vale per 10 anni), antitifica, vaccino epatite A e B, profilassi contro la malaria (Lariam è un po’ pesante, da poco mutuabile c’è il malarone meno pesante del Lariam, copre al 50 %); ci sono sempre tante zanzare pertanto usare Autan forte, per le tante mosche invece bisogna avere tanta pazienza.
Noi non abbiamo mai avuto alcun problema durante il viaggio né di salute né di incidenti.Venerdì 19 dicembre 2003
Partiamo da Linate per Roma e poi per Addis Abeba (5h 30) con Ethiopia Airlines
Il visto lo facciamo all’arrivo, al costo di 315 Birr (circa 30 euro): c’è un ufficio all’interno dell’aeroporto, si consegna il passaporto e successivamente si va a pagare in un altro sportello la tassa, poi si ritira il passaporto con il visto e non è più necessario fare il controllo dei documenti; il visto fatto in Italia costava il doppio.
Al nostro arrivo la zia è felicissima, andiamo presso la sua missione e conosciamo tutte le altre suore Angela, Bianca, Adelina, donne in gamba da definirsi sante per quello che stanno facendo.

Sabato 20 dicembre.
La temperatura ad Addis Abeba è calda come la nostra estate durante il giorno mentre la sera è primaverile. La zia con la scusa della nostra visita è riuscita a prendersi qualche giorno di ferie, meno male perché dopo averci raccontato la sua giornata lavorativa, ci conferma e costateremo di persona che non esiste il giorno di riposo domenicale.

Domenica 21 dicembre
Andiamo a visitare la città e il museo dove soggiorna la piccola Lucy.

Lunedì 22 dicembre
Addis Abeba. Giornata di spesa per le provviste per la zia e per il nostro tour presso negozio Al Bambis, ci sono molti prodotti Italiani d’importazione, costano meno portati dall’Italia (un panettone 14 euro)
P.S. noi dall’Italia oltre a due panettoni avevamo portato per la zia salame, prosciutti, parmigiano, speck, mortadella, zampone, polenta, parmigiano, gorgonzola e golia, lì non li avrebbe mai comprati in Etiopia perché non se li può permettere (non abbiamo avuto alcun problema alla dogana)
Partiamo per la missione della zia a Fullasa alle 13.
Arriviamo ad Awasa dopo 268 km alle ore 18, dopo 15 km a Moroccio sempre con strada asfaltata e poi con strada sterrata per 12 km a Fullasa alle ore 18,45 (totale 294 km., circa 6 ore di viaggio senza soste). Veniamo accolti alla missione con Suor Olga e Luciana e 11 ragazze che la zia sta preparando al matrimonio. Consegniamo alla zia le offerte ricevute da parenti ed amici dall’Italia oltre a due valigie piene di vestiti e regalie varie, ne farà sicuramente buon uso.
N.B. Si possono portare in aereo fino a 40 kg. per persona, ma bisogna comunicarlo alla compagnia aerea prima di partire al fine di non pagare inutili penali.
Fullasa è un piccolo paese, quando passeggiamo per il villaggio Giorgio ed io veniamo chiamati Abba (padre) e le donne sister, perché non hanno mai visto alcun turista all’infuori dei Missionari. Qui la temperatura è certamente più fresca che Addis Abeba, perché siamo a circa 2000 m. La gente del villaggio è molto povera, hanno bisogno di tutto, vivono nelle capanne con gli animali (mucche) per paura che gli siano rubati (quei fortunati che li hanno), non hanno né acqua né corrente elettrica.

Martedì 23 dicembre
Sveglia ore 7 con la zia e padre Gianni (nato a Verona e da oltre 40 anni vive in Etiopia, ha costruito gli alloggi dei missionari le chiese delle varie missioni sparse nel Sidamo, una persona veramente in gamba). Andiamo a Wondo Genet per una doccia presso le terme calde. Partiamo alle 8,30; alle 11 dopo 50 km siamo a ad Awasa, bivio per Wondo Genet e arriviamo dopo 14 km di strada sterrata. Doccia alle terme calde il tutto animato dalla presenza di una scolaresca di bambini, in gita.
Pranziamo al ristorante 10/15 birr per piatto; hotel costo 140 birr per camera per 2 persone. Rientro a Fullasa nella serata .

Mercoledì 24 dicembre.
Alle 8,15 partiamo da Fullasa per Teticcia. Dopo 70 km (90 minuti) arriviamo ad Aletawando per sosta thè etiopico presso l'hotel Zereabruck. Arriviamo a Teticcia alle ore 12, altezza 2600 m., dista 100 km da Fullasa. Proseguiamo poi per le cascate di La ghisa con matrimonio locale.
Alle 13 ripartiamo e dopo 4 km sulla strada del ritorno al paese Oroncia c’è un cartello bianco con scritte nere della chiesa Evangelica Bensa Aribegana sulla destra e dopo 4 km si arriva alle cascate di Oncio; foto presso campo di frumento con bambina e zia. Dopo ci fermiamo prima di Bona lungo la strada presso la chiesa per pic-nic con pane salame e marmellata. Ripartendo lungo la strada sosta presso Mutano Mushano (fabbro) a comprare le punte di lance (5 birr) come souvenir.
Sulla strada del ritorno ci fermiamo alla missione di Teticcia dove la zia ha vissuto per due anni, ci fermiamo alla fontana realizzata con offerte, arriviamo a Fullasa alle 19,30.
Essendo la vigilia di Natale salutiamo le dieci ragazze che la zia prepara al matrimonio, con un piccolo presente e loro felici ricambiano con balli e canti .

Giovedì 25 dicembre
Buon Natale, anche se loro lo festeggiano il 7 gennaio 2004. Usciamo dalla missione facendo una passeggiata. Lunedì e giovedì è giorno di mercato ad Irba che dista circa 3 chilometri. E’ in programma la costruzione del salone parrocchiale per le riunioni entro il 2004. I padri Comboniani vivono a 50 metri dalle suore, dentro la cinta della missione c’è la chiesa, scuole e campetto di calcio. Nel pomeriggio andiamo al mercato e telefoniamo in Italia (47 birr il minuto).Telefono 00251-09-190205. Cena di Natale con padri.

Venerdì 26 dicembre
A Fullasa non c’è acqua essendo una zona vulcanica, viene raccolta quella solo durante la stagione delle piogge, dobbiamo sprecarla il meno possibile. La zia e i missionari bevono l’acqua piovana “filtrata e bollita” (ma non sempre riescono a purificarla a tal modo da non portare malattie). Per noi ci siamo portati l’acqua comprata a Addis Abeba, in ogni modo anche ad Awasa si puo’ trovare di tutto.
Molti sono i pagani che vivono nel Sidamo, adorano pietre falliche e piante, pregano bagnandole, chiedendo figli, presso un cespuglio o bosco, posti sacri dove sacrificano galline, capre, dove i bambini non possono entrare ed assistere a questi rituali.
Alla banca di Awasa cambiamo i soldi per il nostro tour nella valle dell’Omo 1 US $ = 8,6201; 1 euro = 10,69 birr.
Salutiamo la zia; da Awasa con una jeep Nissan 4 ruote motrici, con tutta l’attrezzatura, tende, fune, materassini, n.4 taniche di benzina da 25 lt. ed il nostro autista Michel.
Alle 12 partiamo, alle 13,30 sosta a Dila dopo 83 km. Pranzo a Get Smart, 40 birr in 5 persone (4 Euro) una Coca o acqua costa 2 birr.
Alle 14,30 ripartiamo e alle 17 arriviamo a Agra Marim: finisce Sidamo ed inizia l’Oromo, (ciao in Oromo si dice nagatibelula), strada piacevole costeggiata da termitai, arriviamo a Yabello alle 19 dopo 280 km.
Cerchiamo una sistemazione per la notte, ma presso il villaggio di Yabelo non è il massimo e così decidiamo di accamparci con le nostre tende per 20 birr a tenda, presso la stazione di benzina Mobil con piccolo hotel (pieno) per la la notte, ma disponibile per lanotte successiva al costo di 100 birr (con docce calde). Cena con spaghetti e birra (St.Gorge locale buona) 51 birr (in 5) alle 22 tolgono la corrente, tutti a in tenda a dormire.

Sabato 27 dicembre
Yabello - El Sod - Yabello (market), vulcano e pozzi cantanti
H 7 dopo 60 km verso il Kenia dopo l’unico villaggio lungo la strada e dopo altri 22 km lasciamo la strada asfaltata per strada sterrata (12 km.) e dopo 104 km da Yabelo arriviamo alle 8,30 ad El-Sod chiamato casa del sale, cratere di un vulcano. Paghiamo 50 birr per persona e 50 birr per vettura, più una mancia alla guida di 100 birr da dividere per 20 persone,(con un gruppo di italiani di avventure).
Bello il panorama, con gli asini che portano il sale raccolto dai Borana che si immergono nel lago salato per raccogliere il sale (una melma nera). E’ meglio arrivare di mattino presto perché tra discesa, sosta e risalita (300 metri di dislivello) ci vogliono circa due ore, ed il sole in tarda mattinata è caldo.
Ripartiamo alle 11,30 e sulla strada del ritorno ci sono dei ragazzi che ci indicano dove sono i pozzi cantanti di Dublock, paghiamo 30 birr a testa sempre insieme con un gruppo di italiani. I pozzi cantanti sono così chiamati perché le persone in fila indiana estraggono l’acqua passandosi i secchi d’acqua cantando, per abbeverare le numerose mandrie della zona a turno.
Ore 14, arriviamo a Yabelo al nostro hotel, visita al villaggio per shopping, è l’ultimo posto per comprare pane prima della valle dell’Omo. sosta ai villaggi dei Borana. Si continua poi per Konso. On Edget hotel.

Domenica 28 dicembre
Yabello - Konso - Turmi, 278 km., 12 ore
L’alba è alle 6,30, il tramonto alle 18,30
Alle 6 sveglia, ci facciamo un tè, marmellata e biscotti con la nostra attrezzatura da campo. Alle 7 partiamo, dopo 66 km. alle 8.45 primo villaggio Oromo. Alle 9.50 sosta a Konso dopo 102 km per un tè. Le donne sono vestite con gonna arricciata con balza colorata, mentre gli uomini con pantaloncini colorati; i Konso sono famosi per i loro lavori di agricoltura a terrazzamento. H 10.30 si prosegue, posto di blocco dopo 165 km, chiedono la tangente con la scusa che non era riportato nel nostro permesso di viaggio con scritto i nostri nomi il numero di giorni che durava il nostro viaggio. Arriviamo a Weito dopo 170 km alle 14,15, fa caldo 40°, pranzo; incontriamo i primi Hamer (è una bella razza).
Ripartiamo alle 15 e dopo 50 km sosta al villaggio di Arbore con foto.
Arriviamo a Turmi alle 17 dopo 278 km da Yabelo, nel campo tendato vicino al fiume in secca, ma con una fontana a mano dove i ragazzi hamer portano secchi d’acqua in un grosso bidone di benzina posto sopra una pianta, dove facciamo la doccia. Il campeggio è gestito da locali, costo per tenda 15 birr, guardiano 30 birr. Non c’è corrente.

Lunedì 29 dicembre
Turma, giorno di mercato degli Hamer; facciamo un giro con il nostro autista in jeep presso la chiesa ortodossa del villaggio, vediamo e fotografiamo i primi Hamer (2 birr a foto), rientriamo in campeggio e ripartiamo a piedi verso il villaggio per circa tre chilometri, così strada facendo incontriamo i locali che si recano al villaggio per il mercato con i loro prodotti da vendere o con l’intenzione di barattare qualcosa. Katia compra una borsetta (zucca). Arriviamo al mercato ed è veramente bello vedere tanti Hamer, insieme in un mercato, non per i turisti, ma per loro. Chi vende la pelle di capra, chi un pomodoro….
Ritorniamo verso le 15 e con il nostro autista andiamo a vedere la cerimonia del salto del toro; il villaggio Hamer dista 17 km dal campeggio, dentro la boscaglia c’è tanta gente (turisti). Paghiamo l’ingresso 40 birr, e aspettiamo il salto del toro, ma non è come ci aspettavamo: ragazze/donne iniziano a farsi frustare con verghe di legno, tale usanza c’è sempre stata ci raccontano, infatti tutte le donne anziane hanno la schiena piena di cicatrici, causate da frustate che con la ferita aperta la fanno infettare affinché gli rimanga una cicatrice in rilievo. Questa cerimonia, ci diceva una guida, non l’aveva mai vista così cruenta e pensiamo che a causa di noi turisti ora la facciano per raccogliere più soldi. Fosse una cerimonia loro, posso capire la loro tradizione, ma noi pagare per assistere ad un tale spettacolo ci mettiamo in discussione, pertanto consiglio a chi deve andare da quelle parti di valutare se pagare per assistere a tale “cerimonia".
Prosegue fino al tramonto, è una carneficina; abbandoniamo il posto sul letto di un fiumicciatolo secco per andare sopra una collina del villaggio dove sono radunati i tori, tenuti per le corna dai parenti del ragazzo, che con un salto sale sopra la schiena di un primo dei circa dieci tori affiancati l’un con l’altro: tale impresa se compiuta gli dà diritto di entrare nella comunità come adulto, nel caso non ci fosse riuscito avrebbe dovuto abbandonare il villaggio.

Martedì 30 dicembre
Turmi - Omorate - Rift Valley / Murle, 140 km.
Partenza alle 7,45 e dopo 70 km (1h30’) arriviamo a Omorate (poco particolare); per entrare nel villaggio ci ritirano il passaporto, facciamo un giro nel villaggio che è situato sul fiume Omo, ripartiamo ed attraversiamo la savana vedendo le gazzelle di Grant, il segretario (un grosso uccello) e arriviamo al campeggio di Rift Valley Safaris alle 13,30 situato sul fiume Omo, bello, per ogni persona costa 8 US$, in tenda; un lodge costa 150US$, ci sono docce e la corrente c’è dal tramonto fino alle 22 (con generatore). E’ bene arrivare presto come abbiamo fatto noi, perché se c’è molta gente non ti fanno entrare.
Nel pomeriggio andiamo a vedere un villaggio della tribu’ dei Karo (usano dipingersi il corpo) simili ai Hamer, presso il villaggio di Kolcho con bella vista sul fiume Omo, a 4 chilometri dal campeggio.Possibile escursione al lago Turkama.
La visita al villaggio Omorate è poco interessante.

Mercoledì 31 dicembre
Murle Mago Park, 80.km.
Sveglia ore 5,30 partenza alle 7; dopo 75 km e 4 ore di strada polverosa e piena di buche, meno male che non ha piovuto di recente, arriviamo alle 11 al Mago Park, campeggiamo vicino al fiume e ad un pozzo manuale.
La sera due gocce di pioggia ci spaventano per il problema dell’impossibilità di arrivare a vedere i Mursi, se le strade sono bagnate è impossibile arrivarci; falso allarme, smette subito.

Giovedì 1 gennaio 2004
Margo Park - Jinka, 90 km.
H 8 dopo diverse trattative partiamo per la visita al Mago Park, paghiamo 70 birr a testa, 50 birr la vettura. Visitiamo un villaggio dei Mursi, 2 birr a foto, a donne e uomini, dove le donne usano portare piattelli di argilla nel labbro inferiore senza i canini; gli uomini con diverse cicatrici che indicano il numero di nemici o animali selvatici uccisi; arriviamo a Jinka alle 14 dopo 90 km. presso l'hotel Goh, 60 birr la camera con bagno. Pranzo con spaghetti e ‘ngera. Facciamo un giro nel paese con mercato diviso in base alla merce.

Venerdì 2 gennaio
Jinka - Arba Minch, 335 km.
Partenza alle 7. Dopo 38 km arriviamo alle 8,20 a Key Afer, a Weyto h 9,30 dopo km 76 km., alle 11,45 dopo 145 km. a Konso; sosta per tè 30’. Passiamo per il paese di Michael dove vive una sorella e la moglie, ci invitano per il pranzo. Ripartiamo ed arriviamo dopo 235 km. ad Arba Minch, inizia la strada asfaltata.
Ci sistemiamo presso un hotel, nel centro del paese, camera con bagno 40 birr a notte per 2 notti. Andiamo all'hotel Bekele Mola, con bellissima vista sui laghi Chamo ed Abaya ed il parco del Netch Sar, dove ci godiamo il tramonto e cena.

Sabato 3 gennaio
Arba Minch – Chencha - Arba Minch
Partenza per Chencha, giorno di mercato e visita delle strane abitazioni, coltivazioni del falso banano da cui estraggono il kotcho, loro pane tradizionale (sapore pessimo, ma unico alimento per molti Etiopi). I Dorze sono famosi per i lavori di tessitura.
Acquistiamo 4 brocche (50 birr); la zia afferma che costavano 10 birr, va bene così, torniamo alle ore 13. Ci organizziamo per andare sul lago Chamo per vedere gli ippopotami, ma il barcaiolo ci tira il pacco perché preferisce portare anziché noi 4 un altro gruppo di 15 persone, guadagnando di più; noi ritorneremo l’indomani mattina, costo del giro in barca è di 350 birr, con un altro marinaio.

Domenica 4 gennaio
Arba Minch – Awasa, 6 ore, 280 km più Fullasa
H 8,30 Gita sul lago bello, con coccodrilli lunghi 5 metri e vediamo famiglia di ippopotami.
Partiamo da Arba alle 11; alle ore 13 sosta di 30’ per pranzo a Sodo; dopo 160 km da Arba c’è una sede di Medici senza frontiere.
Arriviamo a Shashemene alle 16.45 dopo 237 km., proseguiamo per Awasa e ci arriviamo dopo 15 minuti al ristorante hotel da Pinna, tel. 251-6-202411, camere 156 birr la doppia; ottima la spremuta di mango, 3 birr, cena con portate 13 birr. Dopo la cena alle 20 arriviamo a Fullasa alla missione dalla zia, mentre giocava a carte con le sue sorelle, con un giorno d’anticipo rispetto al nostro programma.
Con il ns. autista abbiamo percorso 1850 km. di cui 1200 sterrati e 650 asfaltati
Con la jeep della zia circa 1000 km. di cui 600 asfaltati e 400 sterrati.

Lunedì 5 gennaio
Salutiamo la nostra guida e lo saldiamo con la mancia, noi ci fermiamo con la zia per i preparativi del presepio e per festeggiare il loro Natale che si tiene il 7 gennaio. Giro al mercato e rientro con la capra che la zia non vuole…

Martedì 6 gennaio
Messa di Natale con oltre 2000 persone; le offerte consistevano in 6 capre, 2 pecore, 1 vitello, 21 galline, 221 candele più 70 birr.

Mercoledì 7 gennaio
Andiamo alla Missione di Dongora, dove la zia è stata per un po’ di tempo.

Giovedì 8 gennaio
Fullasa - Addis Abeba, 280 km.
Il nostro rientro ad Addis Abeba lo facciamo in compagnia di Dawi, un bambino di circa 8 anni che dovrà essere operato al labbro leporino, non era mai uscito dal villaggio (abbiamo visto la foto dopo l’intervento ed era andato tutto bene).

Venerdì 9 gennaio
Addis Abeba

Sabato 10 gennaio
Sosta al negozio Haile Selassie Alemayehu, tel. 12 9503, dove acquistiamo a prezzi fissi oggetti di artigianato locale, visita della città, incluso panorama stupendo.

Domenica 11 gennaio
20 US $ tassa d’imbarco per lasciare l’Etiopia.

È stato un viaggio stupendo, ci torneremo per visitare il nord dove, ci sono le famose chiese copte e paesaggi naturali favolosi.
Purtroppo dobbiamo partire, abbiamo tanti bei ricordi, conosciuto delle persone fantastiche, lasciamo un Paese bellissimo, ma ancora con troppa povertà.
Siamo ritornati a casa, ma il viaggio sta continuando dentro di noi…
Un particolare saluto alla cara zia Antonietta che ci ha fatto conoscere l’Etiopia e una parte del suo popolo. Un ringraziamento particolare a Suor Angela, Suor Bianca e Padre Gianni, oltre alla nostra carissima zia.Le missioni comboniane in Etiopia sono 11 (7 nel Sidamo): Fullasa, Tullo, Dongora, Awasa, Meticcia, Killenso, Haro, Wato, Shafinna, Mandura, Getema e la casa madre ad Addis Abeba per un totale di 50 padri e 50 sorelle.
In Eritrea sono: Asmara, Haikota e Deacamere.

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