In moto fino a Capo Nord

Una delle mete più ambite da ogni motociclista

Una sola ragione per essere lì - Arrivare a Capo Nord non è un traguardo ma una conquista perché sai già, ancor prima di partire, che non sarà facile … anzi! E quando cominci a percorrere le prime gallerie, ad attraversare i primi ponti, senti subito che qualcosa dentro di te sta cambiando, e neppure gli inevitabili incidenti di percorso mettono in dubbio la volontà di arrivarci, ma preghi... preghi che la moto non ti tradisca, che sul ponte non ci sia troppo vento, che le gallerie finiscano presto e soprattutto che non ci siano infiltrazioni (!). E alla fine ti rendi conto che la giornata è trascorsa con piccole angosce che solo quanto hai visto è riuscito a cancellare e ti addormenti solo perché sei sfinito dalle centinaia di chilometri percorsi, ti svegli a qualsiasi ora e c’è ancora la luce, e ti alzi la mattina con schiena, braccia e ginocchia che ti chiedono solamente di rimetterti in sella, e sei già pronto a ricominciare un’altra giornata che segnerà per sempre la tua vita, perché sognare, pensare, ridere, piangere… questo è Capo Nord, perché non hai nessun motivo per andarci, ma una sola ragione per essere lì.ATTRAVERSO L'EUROPA
La partenza - Indubbiamente Capo Nord è la meta di ogni motociclista, e per noi quest’anno è il sogno diventato realtà, anche se il viaggio è iniziato molto tempo prima della effettiva partenza, con la raccolta di informazioni e dati da internet perché non si può affrontare una simile impresa senza aver studiato a tavolino luoghi da visitare e strade da percorrere. E così partiamo da Noventa di Piave, giovedì 9 luglio, con 22 gradi di temperatura, la moto super carica e noi … emozionatissimi.

Dall'Austria alla Germania - Il primo giorno abbiamo attraversato l’Austria e la Germania passando per Cortina, Lienz, i Tauri, Kitzbuhel e Traunstein. Il secondo giorno ci attende una tappa di “trasferimento” poiché l’autostrada, si sa, per noi motociclisti è molto noiosa da percorrere e dovremo fare parecchi chilometri per avvicinarci al “Nord”. Il tempo è variabile e, dopo un primo acquazzone in mattinata, nel pomeriggio inizia una pioggia insistente che ci fa decidere per una fermata anticipata rispetto alla tabella di marcia. Usciamo dall’autostrada e ci fermiamo vicino a Hannover, in una cittadina a noi sconosciuta che ci riserva una gradita sorpresa: Celle. Un centro storico stupendo, case medioevali decorate a traliccio perfettamente conservate, il tutto nella più assoluta solitudine! Sembra un paese fantasma non c’è nessuno, strade e locali (pochi quelli apert) completamente deserte.

Ecco la Danimarca - Il sabato successivo, dopo un’altra lunga tappa di avvicinamento, il paesaggio piatto fino al confine con la Danimarca cambia improvvisamente offrendoci infinite distese di campi di grano e orzo con dei colori fortissimi. Purtroppo fermarsi è pericolosissimo e quindi niente foto. Verso l’imbrunire, dopo svariati acquazzoni, arriviamo a Frederikshavn dove ci imbarcheremo per Goteborg (Svezia) alle tre (notte piena) del 12 luglio. Non paghi della strada fin qui percorsa, decidiamo di andare sulla punta estrema della Danimarca, a Skagen, dove, oltre al faro imponente e alle dune giganti, c’è l’incontro dei due mari, mare del Nord e mar Baltico.

OSLO: SIAMO IN NORVEGIA!
Oslo - La domenica di prima mattina sbarchiamo a Goteborg con una leggera pioggia e proseguiamo verso Oslo. L’autostrada è tranquilla, non c’è molto traffico e il paesaggio comincia a diventare più interessante. Dopo un piccolo inconveniente alla moto, guasto alla pompa della benzina, consegnata al carro attrezzi, ci sistemiamo in albergo. Sono le 17 ma c’è un bel sole, prendiamo la metro e giriamo la città. Forse a causa del nostro particolare stato d’animo, preoccupati per la moto, o forse perché è proprio così, Oslo non ci entusiasma e la sera praticamente abbiamo deciso che quello che avevamo visto in poche ore era sufficiente.

I primi fiordi - E’ lunedì 13 luglio, alle 10.00 ritiriamo la moto con l’assicurazione che è perfetta, lasciamo Oslo e il mare e, sotto una pioggia incessante, arriviamo in montagna. Siamo ad un’altitudine di circa 1.200 metri con la temperatura scesa a 5/6 gradi e… piove. Ai bordi della strada, in alcuni tratti, c’è la neve e le cime dei monti sono tutte ancora innevate. Da Gelio inizia la discesa verso il primo fiordo, Eidfjord, dove prendiamo il primo di una lunga serie di traghetti che ci porterà dall’altro lato del fiordo. Non è tardissimo, ma dopo tanta pioggia decidiamo di fermarci a Voss, 40 km prima di Bergen. Più ci avviciniamo a Capo Nord, ed è ancora a quasi 2.000 km, più si allungano le ore di luce, ma la stanchezza ci fa capire quando è ora di fermarci!

Bergen - Martedì 14 luglio, arriviamo a Bergen con il sole. E’ una cittadina incantevole, coloratissima e vivacissima, specialmente il piccolo mercato sul porto. Molto caratteristiche le costruzioni che vi si affacciano, vecchi magazzini ristrutturati e riadattati a nuove esigenze. Da Bergen, conosciuta oltre che per la sua bellezza anche per essere una città molto piovosa (su tre giorni due sicura pioggia), parte ogni giorno l’Hurtigruten, il postale che in sette giorni raggiunge Kirkeness, all’estremo nord, toccando tutti i porti e le isole che si affacciano sull’Oceano Atlantico. Qui è d’obbligo mangiare, a tutte le ore della mattinata, gamberetti freschi e salmone che vengono proposti, accompagnati dalle insalate, in molte bancarelle del mercato.
Lasciamo Bergen per andare a Gerainger e, a quota 700 metri, il paesaggio è simile alle nostre altissime montagne, con nevai e ghiacciai fin sulla strada. Percorriamo molte gallerie, alcune sembrano interminabili perché di nuda roccia, strette e con poca illuminazione; il paesaggio varia continuamente e, dopo una piacevole discesa, arriviamo a Gerainger, un paesino incantato sull’omonimo stupendo fiordo.

La strada dei Troll - Ci stiamo avvicinando alla strada più conosciuta della Norvegia, la strada dei Troll. Corriamo in mezzo a infinite distese di fragole: è il periodo della raccolta e giovani ricurvi sulle piante si alzano al nostro passaggio e ci salutano. La strada comincia a salire e ci sembra di entrare in una favola. Improvvisamente, i monti si aprono e davanti a noi appare un’ampia vallata e ci ritroviamo a scendere la mitica Trollstigen. Dopo svariate, fantastiche curve e tornanti, si scende di 700 metri, uno spettacolo mozzafiato, e ci assale la voglia di risalire e ridiscendere, come in una giostra! E i troll sono sempre con noi!

Molde - Dopo aver preso l’ennesimo traghetto arriviamo a Molde, rinomata per le sue rose e per il festival jazz che si tiene ogni anno nel mese di luglio. Accompagnati da un caldo sole, giriamo la città fra bancarelle e artisti di strada che suonano a ogni angolo e piazza. In porto è ormeggiata una enorme nave da crociera che ha scaricato una valanga di turisti e molti sono gli italiani. Proseguendo, arriviamo alla famosa Atlantic road, una strada che collega con i suoi ponti ben 17 isole, costruita da prigionieri russi durante la seconda guerra mondiale e sulla quale si abbatterono ben quattro terribili tempeste.

LA MITICA STATALE E6
Trondheim, la vecchia capitale - Si lascia nuovamente la costa e si prosegue verso Trondheim, la vecchia capitale; la pioggia ci perseguita e sostiamo per la notte in un campeggio a Buvika, sulla sponda del fiordo di Trondheim. L’alloggio è una hitte, piccola casetta di legno rigorosamente rosso, con all’interno il minimo indispensabile: un piccolo fornello, un frigorifero e un letto a castello, servizi all’esterno! Giovedì 16 luglio: la salita prosegue e, dopo una sosta nella vecchia capitale dove visitiamo lo splendido duomo e ammiriamo il vecchio porto con le coloratissime costruzioni su entrambi i lati del vecchio ponte, raggiungiamo la mitica E6, la statale che percorre da sud a nord tutta la Norvegia.

Lungo la statale E6 - Il tempo continua a variare molto velocemente e si passa continuamente dal sole alla pioggia, ma sono le nuvole l’elemento predominante. La strada è costeggiata da prati e boschi di un verde intenso che cambia con la luce del sole, mentre incredibili fiori viola macchiano il paesaggio. Entriamo finalmente nel grande Nord; si continua a salire fino a Mo I Rana. Ci fermiamo per la notte a Rossvoll in una hitte sulla sponda di un laghetto e ci godiamo uno spettacolare tramonto. Arriviamo al Circolo Polare Artico, tutto intorno ci sono monti innevati e la temperatura è scesa a 7 gradi. Continuiamo a salire fino a Bodo, pioviggina e dobbiamo aspettare le 15 per poterci imbarcare per le Lofoten, le isole famose per il baccalà. Nell’attesa l’ennesimo panino con wurstel e asciugatura delle tute da pioggia. Il traghetto è puntualissimo e la traversata è tranquilla; in quattro ore arriviamo a Sorvagen, il cielo sempre più cupo.
Le Lofoten si parano davanti a noi come una nera barriera invalicabile! Sembrano grandi scogli che affiorano dall’acqua e puntano dritti al cielo, stranissimi. Affascinati dal paesaggio, incuranti della pioggia, troviamo alloggio molto più tardi, meno male che non fa mai buio! Il giorno dopo, dopo esser tornati a Sorvagen e Reine, facciamo una puntatina a Nusfjord, su consiglio del signor Daniel che ci ha dato ospitalità per la notte, non c’è il sole e tutto sembra grigio. Proseguiamo, esce il sole e d’un tratto il mare cambia improvvisamente, diventa color smeraldo e incredibilmente trasparente mentre, ci fermiamo in una piccola baia con la sabbia bianchissima che sembra borotalco, tanto è fine. Si continua sempre immersi nel grigio con ogni tanto qualche leggera spruzzata di acqua. Ritorniamo sulla terraferma passando su un ponte molto alto e pranziamo al primo ristorante che incontriamo, a base di renna. Siamo nuovamente sulla E6 e poco dopo troviamo un accampamento Sami (per i turisti). Oramai la meta non è più lontanissima, si viaggia costeggiando fiordi, la natura fa a gara per superarsi, uno spettacolo a ogni curva, la nostra andatura rallenta perché aumentano le foto e fortunatamente non piove. Una giornata sempre col mare vicino, passando piccoli paesi di pescatori, sulla strada solo noi e qualche altro raro motociclista, probabilmente già di ritorno. Poco prima di Alta facciamo il nostro primo incontro con le renne, fino a qui avevamo visto solo i cartelli, siamo a 250 km dalla meta! Dopo un “breve” tratto all’interno, su un altopiano, ecco la tundra, non ci sono alberi e, ogni tanto, qualche casupola. Si ridiscende, costeggiamo per un tratto un fiume, qui è famosa la pesca al salmone ed infatti ci sono parecchi pescatori armati di stivaloni nel bel mezzo del fiume.

CAPO NORD, FINALMENTE!
Capo Nord - 20 luglio 2009, lunedì. E’ il grande giorno, ci mettiamo in sella consci del fatto che oggi porteremo a termine la nostra grande impresa. Arrivati a Russenes cominciamo a correre nuovamente a livello del mare. Alle 10 entriamo nel comune di Nordkapp, ci siamo… quasi. Nordkapp si trova sull’isola di Mageroya e per raggiungerla bisogna attraversare un tunnel lungo 6.870 metri, 212 metri sotto il livello del mare. E’ poco illuminato, si scende con una pendenza notevole e poi, sapere di essere a tale profondità mette addosso una strana sensazione. Poi finalmente la salita e si esce… Il tempo è cambiato, arriviamo a Honnisvag, ultimo grande centro abitato. Un timido sole ci fa ben sperare e quando riprendiamo la moto siamo molto eccitati al pensiero che siamo a soli 35 km dal punto più a nord dell’Europa. Lasciato il paese, dopo poche curve, una bufera di vento e pioggia si abbatte su di noi, sembra quasi volerci impedire di salire. Che fare? Ci fermiamo, proseguiamo, rallentiamo… è veramente una situazione pericolosa. Incuranti andiamo, moto piegata per contrapporsi al vento, stringendo i denti e, sperando di non cadere, arriviamo fino all’incrocio per Skarsvag, ultimo centro abitato: mancano all’incirca 10 chilometri, decidiamo di fermarci e cercare un rifugio per la notte. Ci sono delle hitte e, poco dopo di nuovo le renne… Non piove più, anche se la temperatura è vicina allo 0°. Dopo aver scaricato la moto, decidiamo di fare il passo finale. La salita non è impegnativa, solo il forte vento disturba ma oramai nulla può più fermarci ed eccoci, finalmente la tabella che indica “NORDKAPP”!

Ecco il globo! - Lo spettacolo che si offre ai nostri occhi è incredibile, ci avviciniamo alla recinzione di protezione, per ammirare questa natura aspra, il vento è molto forte, ma l’emozione è più grande! Ci avviciniamo al globo” simbolo di Capo Nord e, al nostro turno, le foto di rito.C’è parecchia gente, nessun italiano e solo altre quattro moto. Qui è stata costruita una struttura moderna con all’interno un negozio, bar e museo, dove un’ampia vetrata offre, ai più fortunati, oltre al calore, il sole di mezzanotte. Noi non siamo stati omaggiati di tutto questo, il sole di mezzanotte non l’abbiamo visto a causa delle nubi ma siamo strafelici e abbiamo una gran voglia di urlare, urlare al mondo tutta la felicità che questo strano posto ci ha dato.E’ l’ultimo giorno, il sogno è diventato realtà, possiamo iniziare la lunga discesa verso casa, con nostalgia e commozione!

IL RIENTRO A CASA
Il lungo rientro: Helsinki e Stoccolma - Ripercorriamo la galleria per uscire dall’isola e proseguiamo sempre costeggiando per Lakselv e poi verso l’interno, Karasjok e il confine con la Finlandia. A Karasjok c’è un “villaggio” Sami e poco dopo Teno, il passaggio da Norvegia a Finlandia. Ci attende una strada tutta dossi ma dritta a vista d’occhio. Il paesaggio è cambiato, il verde è più tenue e la vegetazione è rada. Solo nel tratto fra Inari e Ivalo si costeggiano dei bellissimi laghi, troppo pochi in confronto ai 1.700 che si dovevano vedere! Il sole da ieri ci sta accompagnando e comincia anche a fare caldo. Trascorriamo la notte in un campeggio molto carino, sulle rive di un laghetto, le hitte sono strane, oblique ma la cosa più strana sono i servizi!!! Non c’è l’acqua nel wc!!! Solo un secchio con segatura e un mestolo …. Si riparte la mattina successiva con prima sosta della giornata a Napapiri, Circolo Polare Artico e paese di Babbo Natale. Si prosegue lungo strade sempre dritte, senza poter vedere nulla intorno perché è tutto piatto e costeggiato da alberi… e poi ci sono i limiti di velocità da rispettare! Arriviamo a Helsinki, visitiamo questa piccola capitale ben curata e ordinata, il centro e il mercatino sul porto, tutto molto caratteristico. Lasciata la città ci dirigiamo verso Turku-Abo da dove prenderemo la nave per Stoccolma. Dopo l’ennesimo acquazzone che non ci lascerà fino all’imbarco finalmente, parcheggiata la moto, ci sistemiamo nella molto confortevole cabina. La grande nave durante la notte percorre lentamente un canale in mezzo a un’infinità di isole, l’alba ci permette di vedere un paesaggio incantevole. Arriviamo a Stoccolma alle 6 di mattina, naturalmente è deserta. Per tutta la giornata visitiamo la città, prima con il bus e poi a piedi, il centro storico e la strada principale pedonale super affollata di turisti.

Copenaghen - La domenica lasciamo Stoccolma dirigendoci a sud verso Copenaghen, autostrada, la solita noia, fino a quando, verso sera, arriviamo al ponte di Malmo, un’opera gigantesca che poi si trasforma in un tunnel e in breve entriamo in Danimarca. Troviamo sistemazione nell’ostello più grande d’Europa, con i suoi 1.000 posti letto, un palazzo nuovo, noi alloggeremo all’11° piano! Iniziamo subito la visita della città. Il centro è quasi esclusivamente pedonale e quindi passeggiamo con molta tranquillità. Anche il giorno successivo lo dedichiamo a questo splendore di architettura, prima con un giro in battello e poi sempre a piedi per fotografare ogni angolo possibile.

Casa - Siamo giunti a martedì 28 luglio, si carica la moto per iniziare il lungo rientro: attraversiamo tutta la Danimarca da est a ovest percorrendo ponti altissimi come quelli che collegano l’isola di Siaelland all’isola di Fyn (il secondo fra i ponti più grandi al mondo) e fra l’isola di Fyn e la terraferma, poi ancora autostrada, che però ci permette di macinare molti chilometri fino a Wurzburg dove ci fermiamo per la notte. Il mercoledì successivo, con un incredibile sole e dopo aver percorso 9.943 chilometri finalmente… purtroppo… siamo a casa! Questo viaggio ci ha segnato profondamente, ci ha insegnato ad amare anche la pioggia! Non abbiamo visitato molte opere d’arte fatte dall’uomo, ma abbiamo vissuto e apprezzato la grande opera fatta da Madre Natura perché, si sa, non c’è nessun motivo per andare a Capo Nord, ma una sola ragione per essere lì! Ciao Ennio e Carla
Ennio.cester@alice.it

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