Paros, l'isola della luce

Belle spiagge, un interno affascinante, villaggi accoglienti, interessanti eminenze storico-architettoniche: che cosa chiedere di più per trascorrere una settimana su un’isola greca?

Definirei Paros un’isola equilibrata, il che la rende meta da raccomandare ad ogni tipologia di visitatore senza timore di deluderlo.
Nella mia progressiva conoscenza della Grecia insulare, iniziata ahimè troppo tardi, mi sono sempre più convinto che il giudizio su questa o quella isola greca - l’ho più volte sostenuto in altri resoconti e sul forum - debba essere articolato e comprendere tutte le sue caratteristiche: fateci caso, quando si riferisce di un soggiorno su un’isola la prima domanda che ci si sente rivolgere è “come sono le spiagge?” Come se - riduttivamente - valesse l’equazione Grecia=mare, punto. Invece le isole greche non sono solo mare, per quanto quasi ovunque splendido; sono sì il mare, ma anche i villaggi, l’interno, la storia, l’archeologia, l’arte, la spiritualità, la cucina, la gente, la quotidianità, l’atmosfera, insomma quello che Bea definisce “un mix che ti fa stare bene”. Saggia donna, Bea…
Paros, dunque: 186 kmq, circa il doppio di Mykonos e di Santorini, giusto per dare un metro di paragone con le due più popolari fra le Cicladi.
Magari non ha spiagge strepitose come Milos, ma ne ha diverse di tutto rispetto, a cominciare dalla spettacolare Kolimbìthres.
Magari non offre la sfrenata movida di Mykonos, ma Parikià e Nàoussa non sono certo dei mortori, con il vantaggio (a mio parere) dell’assenza di eccessi.
Magari non ha il magnifico interno di Sifnos, ma non mancano le possibilità di bellissime passeggiate, prima fra tutte la Via Bizantina.
Magari non ha villaggi incantevoli quali ad esempio Pyrgos di Santorini, il Kastro di Sifnos o la Chora di Sèrifos, ma non mancano luoghi suggestivi come Lefkes, Kostos, Pròdromos, Màrpissa e - per quanto turisticizzata - la stessa Nàoussa.
Su queste premesse, consiglio vivamente un soggiorno a Paros, meglio se di almeno 5-6 giorni che non avrete difficoltà a riempire di belle esperienze. A me mi è piaciuta tantissimo: l'ho trovata un'isola consona al mio concetto di isola greca, un po' come Leros sulla quale è già presente su Cisonostato il relativo resoconto.
Sono perplesso da commenti scritti a suo tempo nel Forum riguardo l'affollamento, addirittura ricordo di qualcuno che era scappato ad Antìparos per sfuggire al caos di Paros. È evidentemente un fatto di stagionalità: una certa isola ad agosto e la stessa a giugno o settembre sono realtà diversissime. Ma è pur vero che, guardando un po’ oltre la punta del naso, il proprio angolo tranquillo lo si trova sempre, anche nelle isole più affollate.
Anche il fatto di avere girato molto a piedi mi ha aiutato nell'esplorazione capillare e nella scoperta di angoli poco battuti: confermo quindi agli interessati che Paros è un'isola molto adatta al trekking. Credo di avere percorso, in otto giorni, non meno di 40-50 km a piedi: di solito, bus da Parikià fino a un determinato luogo e da lì in avanti... gambe in spalla, quasi sempre con meta finale (ma talvolta pure qualche intermedia) una spiaggia e relativo bagno.
Purtroppo, il tempo molto incerto del bizzarro settembre 2009, se da una parte non mi ha fatto schiattare dal caldo durante le camminate, dall'altra ha un po’ penalizzato il lato balneare e anche quello fotografico.PARIKIÀ
Il capoluogo dell’isola, oltre che strategico in ogni senso, è una cittadina decisamente piacevole. All’asse viario costituito dal lungomare (pedonalizzato dopo le 18) disseminato di taverne e locali di ritrovo, corre parallela una via interna: due direttrici che sono intersecate da una miriade di stradine a costituire un labirinto ricco di continue scoperte e scorci pittoreschi nel quale è bello “perdersi”. Sulla Market Street (Agorà) sopravvive ancora - tenendo duro fra i negozi alla moda e quelli inevitabili di souvenir globalizzati - qualche botteguccia tradizionale, una su tutte quella di Kostas Mourgas: immancabile, un vero salto indietro nel tempo a mercanzie da noi dimenticate da decenni (una fumosa pubblicità del detersivo “Omo” nientemeno)!
Dalla Platìa Mavrogénous, che si estende subito all’interno dell’inconfondibile mulino a vento che caratterizza il molo dei traghetti, bastano pochi minuti per raggiungere la maggiore eminenza storico-architettonica di Paros, vale a dire la chiesa di Ekatontapiliani: il nome significa “dalle cento porte”, il che, anche se non sono proprio cento, rende l’idea della vastità e della complessità di questo edificio di culto che è fra i più importanti della Grecia insulare. Risalente al VI secolo e frutto di una successione di ristrutturazioni e aggiunte di corpi successivi nel corso della storia, richiederebbe un’estesa trattazione che esula dagli scopi di un sito a carattere non specialistico ma prettamente divulgativo qual è Cisonostato. Mi limito quindi a raccomandarne una visita non frettolosa sia dell’esterno che dell’interno: non mancheranno sorprese e particolari sorprendenti.
Adiacente alla chiesa, merita attenzione il Museo Archeologico: se, ovviamente, non può competere con quelli di Atene o di Heràklion a Creta, presenta parecchi oggetti interessanti (in primis una serie di sarcofagi con bassorilievi), con nota di lode per la razionalità del percorso espositivo.
Il mio “luogo magico” di Parikià è stato però, sul punto più alto del piccolo Kastro, la doppia cappella di Àgios Konstantinos e Evangelistrias, purtroppo fortemente degradata, sorta sul sito di un’antecedente basilica paleocristiana e a un più antico tempio di Atena del VI secolo a.C. Come obbedendo a una misteriosa attrazione, mi sono trovato a passarci sovente e a farci una sosta quasi ogni sera: è un luogo quasi fuori del tempo che trasmette inspiegabili suggestioni, né ero il solo ad avvertirle a giudicare da altri “meditatori silenziosi” all’intorno (gatti compresi)…
Nelle vicinanze, l’edificio forse più singolare dell’isola: una massiccia torre veneziana a pianta quadrata sormontata da una minore cilindrica, assemblata utilizzando blocchi e colonne di marmo (il famoso marmo pario, cioè di Paros, apprezzatissimo nell’antichità), cosicchè la facciata ne presenta le sezioni quadre e tonde, con un effetto decisamente scenografico. La tecnica di riutilizzo è peraltro impiegata all’interno di alcune abitazioni attigue, una delle quali ho avuto occasione di vedere grazie alla cortesia di una signora italiana da molti anni residente sull’isola, nella quale spesso mi imbattevo nel mio (e suo?) “luogo magico”.
Riguardo le spiagge, subito a nord del capoluogo si succedono, entrambe a forma di ferro di cavallo, quelle di Livàdia e di Kriòs (la seconda, più distante, collegata con imbarcazioni), lunghe e sabbiose.

NÀOUSSA
Ubicata nella parte nord di Paros, si contende con Parikià il ruolo di centro principale dell’isola ed è indubbiamente altrettanto gradevole. L’abitato si affaccia sull’Òrmos Nàoussis (golfo di Nàoussa) e due moli lo suddividono in tre baie: da ovest la spiaggetta sabbiosa di Pipèri, il porto dal quale partono le imbarcazioni per le spiagge del golfo e il porticciolo dei pescatori. Quest’ultimo, ulteriormente protetto da uno stretto molo che termina in una piccola fortezza veneziana al cui interno sono ancora presenti postazioni di artiglieria, è il fulcro dell’animazione cittadina: direi comprensibilmente, visti la quantità di caratteristiche taverne i cui tavoli colorati occupano ogni spazio possibile, la miriade di barchette variopinte, l’affaccendarsi dei pescatori nelle occupazioni quotidiane, le reti gialle stese al sole, l’immancabile… “bucato” dei polpi appesi ad asciugare che compongono un quadro fortemente pittoresco.
Una camminata di circa un chilometro e mezzo in direzione est porta in successione alle spiagge sabbiose di Agii Anàrgiri e Xifaràs, in due insenature tranquille e ben protette. Più oltre si estende quella di Làngeri che però, data la distanza, è più proficuo raggiungere con le barche in partenza dal porto di Nàoussa.
Dalla medesima banchina salpano quelle per le spiagge sul versante occidentale del golfo: Monastiri e Kolimbìthres. Una buona soluzione che consiglio è sbarcare a Monastiri e percorrere il sentiero panoramico che in poco più di un chilometro porta a Capo Korakàs, estremità settentrionale dell’isola, un promontorio ammantato dalla brughiera e luogo di impagabile isolamento; poi ritorno a Monastiri con sosta bagno nell’insenatura sabbiosa semideserta e ulteriore passeggiata fino a Kolimbìthres. Come accennato, è questa la spiaggia più spettacolare di Paros: si tratta di una serie di spiaggette di sabbia fine delimitate da formazioni di massi dalle forme curiose, che ricordano un po’ La Maddalena in Sardegna o la Costa di Granito Rosa in Bretagna. Oltre che indugiare in appagantissimi bagni, si apprezza l’infinità di scorci e giochi di luci e ombre creati in questo luogo in cui la geologia ha dato davvero il meglio di sé!

LA VIA BIZANTINA
Visto il meteo alterno che ha improntato il mio soggiorno, ho approfittato di una giornata fresca per un magnifico trekking di circa un’ora e mezza, tutto in discesa e quindi alla portata di chiunque. Partito con il bus da Parikià, si tocca il villaggio di Kostos dalla suggestiva platìa fino a raggiungere Léfkes, il maggiore fra i paesi dell’entroterra che merita una visita per la posizione dominante su un colle e l’intrico di stradine tortuose su più livelli impreziosite da fitte fioriture e di tanto in tanto da improvvise piazzette.
Seguendo evidenti indicazioni presso un kafenìon, si lascia l’abitato innestandosi in breve in quella che era l’antica Via Bizantina, un tracciato che presenta parecchi tratti ben conservati del lastricato originario. Lo scenario è apertissimo e affascinante, con il mare della costa orientale lontano ma già visibile, i muretti a secco, i fichidindia, i terrazzamenti degli olivi e delle vigne con i profumi della vegetazione che ricordano il maquis della Corsica. Si procede fino a Pròdromos, Màrmara e Màrpissa, tre villaggi uno più bello dell'altro che meritano una visita per apprezzare l'architettura cicladica allo stato dell'arte.
Meta della camminata è la spiaggia di Molos, che - a parte un bel Meltemi che si è alzato - è molto bella: circa un km di sabbia fine, tante piante di tamerici a contorno, che fanno ottimamente le veci dei famigerati ombrelloni, digradante e adattissima ai bambini. Oggi però la balneazione è impossibile, onde lunghe, vento e mare agitato. Consultando la mappa, scopro al di là del promontorio di Capo Kratzi una discesa che porta a Vigla Beach, una bella distesa sabbiosa protetta da un'alta falesia a strapiombo di argilla che gli abitanti usano per bagni di fango. Grazie a una schiarita sempre più ampia, bagno memorabile e interminabile!

ALIKÌ E DINTORNI
Lasciato il capoluogo in direzione sud, la strada supera le deviazioni per le spiagge di Paràsporos e Agìa Irini, lascia a destra il bivio per Poùnda - porticciolo d’imbarco per Antìparos - e dopo un tratto all’interno raggiunge Alikì. Questa località della costa meridionale, che si affaccia su una spiaggia sabbiosa ad arco di circa 200 metri, è un paesotto che può essere adatto per chi - ad esempio famiglie - prediliga un luogo di soggiorno più tranquillo rispetto a Parikià e Nàoussa. Per una balneazione soddisfacente conviene però proseguire per un paio di chilometri - costeggiando prima la lunga distesa ghiaiosa di Votsalàkia e poi diverse belle spiaggette senza nome - fino alla spiaggia di Fàrangas, una delle più belle dell’isola: la si raggiunge con uno sterrato in discesa di 150 metri che si stacca dalla carrozzabile, ma come alternativa al tratto attrezzato sulla sinistra consiglio di portarsi sulla destra dove in pochi minuti si toccano tre successive meravigliose spiaggette via via meno affollate fino all’ultima che è del tutto deserta!

LA COSTA SUD-ORIENTALE DA PÌSO LIVÀDI A DRIÒS
Pìso Livàdi, raggiungibile in breve dalla già citata Màrpissa, può essere considerato il terzo polo di soggiorno di Paros dopo Parikià e Nàoussa. E’ però un luogo artificioso, nel senso che si è sviluppato solo negli ultimi trent’anni a soli scopi di turismo estivo con edifici moderni e anonimi: la lunga spiaggia di ghiaia e sabbia di Logaràs contornata da alte tamerici, che si sviluppa a sud dell’abitato, è però oggettivamente bella (per quanto inevitabilmente affollata).
Proseguendo verso sud, si raggiungono in breve due spiagge fra le più gettonate: riguardo Poùnda, mi è sufficiente quanto riferito sulla guida Dumont - 5000 posti su 150 metri di arenile, prediletta da chi ama la musica a tutto volume - per girare alla larga, mentre Chrissi Aktì (Golden Beach) è una distesa di un chilometro di sabbia finissima considerata il paradiso dei surfisti delle Cicladi.
Driòs è un tranquillo villaggio, reso gradevole dalla quantità di vegetazione (caso raro per le Cicladi) favorita da diverse sorgenti nella zona. La spiaggia, sabbiosa e piuttosto stretta, è contornata da una piacevole passeggiata rialzata di alcuni metri resa vivace da una sfilata di taverne. All’estremità dell’arenile una curiosa particolarità è costituita da una lastronata rocciosa solcata da una quindicina di scanalature praticate nel IV secolo a.C. affinché le barche tirate in secco per lavori rimanessero stabili.Seguendo il consiglio di alcuni utenti del Forum, mi sono orientato sulla casa di Anna Platànou a Parikià (vedi sito nei links). Raccomandatissima. Situata una decina di minuti a piedi in direzione sud dal molo dei traghetti in posizione tranquilla, dispone di vari tipi di sistemazione: dalla camera al monolocale all’appartamento fino all’abitazione indipendente. Per una camera matrimoniale uso singola, con servizi, terrazzino, aria condizionata, frigorifero, bollitore, transfer da/per il porto ho speso 30 euro al giorno.Come già fatto presente in altri miei resoconti, nel mangiare io sono molto poco greco. Infatti non mangio formaggi né tollero alcun tipo di derivati del latte; aggiungendo che detesto le melanzane e i cetrioli, i miei pasti escludono eminenze della cucina ellenica quali ad esempio moussaka, insalata greca e tzatziki.
Mi oriento quindi sui piatti di pesce e, meno di frequente, di carne con predilezione per la cottura alla griglia.
Ecco una selezione dei locali in cui ho pranzato/cenato, tutti con un corretto rapporto fra qualità e prezzo
** A PARIKIÀ:
* Zorbas, praticamente di fronte al mulino del porto e molto frequentato da viaggiatori in attesa dei traghetti: ciò non inficia però, come spesso accade in tali posizioni, la qualità (non eccelsa ma apprezzabile, con menzione per l’ottima pita e i souvlaki) e il servizio efficiente e cordiale. Vi ho consumato una cena e il pranzo dell’ultimo giorno.
* Trata, vicino all'antico cimitero, nella parte est dell'abitato: ci ho cenato tre volte, il che già la dice lunga. Molto familiare, prezzi contenuti, piatti con un tocco di originalità. Pesce fresco fornito da amici pescatori, ottime le polpettine di zucchine e la "soùma", la grappa locale. La paffutissima gatta di casa veniva sempre ad accovacciarsi sulla sedia vicina alla mia. Vicino c'è pure l’Ephesus, del quale ho buoni feedback, che però non ho testato.
* Argonauta. Abbinato all'omonimo hotel sulla Platìa Mavrogènous. Passabile ma asettico e un po' triste (c'ero solo io).
* Hibiscus. E' uno dei tanti simili allineati sul lungomare. Ci ho consumato due buone colazioni e una cena accettabile.
* Egomio, all’inizio della strada che costeggia la spiaggia di Livadi. Non memorabile, porzioni un po’ scarse.
** A KOLIMBITHRES:
* Taverna Anemòs, in un piacevole giardino - in parte con pergolato - con bella vista sulla spiaggia. Fra il discreto e il buono.
** AD ALIKÌ:
* Astakomakaronades: non ci vuole una gran conoscenza del greco per capire che significa maccheronata all'aragosta. Incuriosito e attirato dalla simpatica insegna, ho derogato dalla mia abitudine di non mangiare pasta all'estero: devo dire buoni, spaghetti abbondanti, al dente e con molta polpa di astice.TRASPORTI LOCALI TERRESTRI
Oltre che la possibilità di noleggiare scooter, quad o auto, Paros offre un servizio di autobus capillare su quasi tutta l’isola, articolato su cinque linee principali:
1. Da Parikià a Driòs passando per Marathi, Kostos, Léfkes, Pròdromos, Màrmara, Màrpissa, Piso Livadi, Logaràs, Poùnda Beach, Golden Beach e viceversa: una dozzina di corse al giorno per ciascuna direzione.
2. Da Parikià a Naoussa e viceversa: una ventina di corse al giorno per ciascuna direzione.
3. Da Parikià ad Alikì e viceversa: dieci corse al giorno per ciascuna direzione.
4. Da Parikià a Poùnda: una quindicina di corse al giorno per ciascuna direzione.
5. Da Nàoussa a Driòs passando per Pròdromos, Màrpissa, Piso Livadi, Logaras, Pounda Beach, Golden Beach e viceversa.
Inoltre, tre corse al giorno uniscono Nàoussa con Ampelas e sette Nàoussa con la spiaggia di Santa Maria.
ATTENZIONE - Poùnda e Poùnda Beach sono due posti differenti: la prima è sulla costa occidentale, attracco del battello per Antìparos; la seconda è una spiaggia alla moda sulla costa orientale.

TRASPORTI LOCALI ACQUATICI
Regolari servizi di battellini partono dal molo di Parikià (poche decine di metri a nord dall’attracco dei traghetti) per la spiaggia di Kriòs all’estremità della baia, mentre dal molo di Naoussa quelli per le spiagge di Kolimbithres, Monastiri e Làngeri.

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