Il mare da favola della Sardegna

La nostra isola non teme il confronto con le più decantate mete esotiche

Partenza da Genova sulla Moby Wonder, destinazione Puntaldia, Olbia. Si balla un pochino ed io sto gia pensando al Titanic, ma arriviamo sani e salvi nonostante su 6 bagni ne funzionasse uno solo con relativa coda chilometrica (e tentazione di prendere gli inservienti per il collo). Risolto l'inconveniente pipì si sbarca ed il clima è gia di vacanza: radio a palla e via, verso Puntaldia!

Itinerario

Dopo avere smarrito la strada 3/4 volte (per noi il Tom Tom è un optional ed i vigili non ci sono stati d'aiuto, anzi!) riusciamo ad arrivare al residence, un posto carinissimo (e pulitissimo) proprio sul mare, una piccola Porto Cervo con tanto di piazzetta con negozi e ristoranti oltre al porticciolo ed il campo da golf a ridosso del mare.
Sistemiamo i bagagli e via, pronte per il primo tuffo! Esploriamo la spiaggia del villaggio e scopro che è la parte terminale della Cinta di San Teodoro, con la stessa acqua cristallina e la stessa sabbia bianca, divisa dalla stessa solo dall'imbocco dello stagno (chiamarlo stagno è riduttivo, è un posto incantevole con acqua trasparente, sabbia bianca e una marea di conchiglie di tutte le dimensioni, inoltre, se va di fortuna, vi si incontrano anche uccelli di specie protetta); passiamo il pomeriggio li e la sera crolliamo, reduci del viaggio in traghetto.
Il giorno dopo torniamo alla spiaggia del villaggio, essendo domenica non vogliamo trovare il casino dei "weekendisti", ma il lunedi inizia il giro delle spiaggie, ed andiamo a Cala Brandinchi. A parte il costo esagerato del parcheggio (10 euro tutto il gg) è un incanto, non per niente è chiamata Tahiti! Un consiglio: non fermatevi subito appena arrivate ma camminate un po' verso destra, la spiaggia verso il fondo è semideserta e ci sono calette incantevoli. Quel giorno soffiava un maestrale tremendo ma per fortuna si riusciva a stare in spiaggia, cosa non possibile il giorno dopo, a Capo Coda Cavallo.
La custode del parcheggio gentilmente ci ha informato che chi era sceso in spiaggia se n'era rapidamente andato a causa dell'intensità del vento, cosi decidiamo di tornare verso il residence dopo qualche foto dal punto panoramico.
Il bello della Sardegna è che se da una parte c'è troppo vento basta andare in una spiaggia orientata diversamente che il problema si risolve. Detto fatto, andiamo sulla cinta, splendida come al solito. La sera ci buttiamo tra le bancarelle di San Teodoro, con sosta all'ambra day per un mirto Mojito da levare il fiato, OTTIMO! Il locale è mezzo vuoto, io lo ricordavo stracolmo di ragazzi nel 2005 ad agosto... proprio vero che le ferie a luglio sono un’altra cosa!
Il giorno dopo ritentiamo di andare a Coda Cavallo, con alterna fortuna: giornata stupenda, posto bellissimo e si riesce a stare in spiaggia ma l'ombrellone non si riesce ad aprire, cosi la sottoscritta rimedia un'ustione da paura.
La sera invece programmiamo di andare a Porto Rotondo, nostra meta dell'anno passato. Sempre bella e sempre esclusiva, è un piacere vedere i negozietti di classe e arramipcarsi per le scalette del centro. Un po' meno un piacere spendere 3 euro per un gelato da due gusti che a Genova lo paghiamo 1,50.
Il giorno dopo ci aspetta l'escursione a Cala Luna e Grotte del fico (aperte recentemente) cosi sulla motonave ho potuto godere di ombra ed aria condizionata per placare il bruciore della mia schiena. Rischiamo di perdere la motonave perchè la caletta di Siniscola è veramente male indicata, cosi grazie all'organizzazione dello staff della motonave veniamo recuperate e scortate al porto, e la barca parte, con i simpatici scherzi del capitano che ci ha fatto credere di essere imbarcati per la gita a Tavolara per una mezzora buona, poi, dopo 1000 lamentele da parte di tutti ci ha informati che era una burla... simpatico!
Visitiamo per prime le grotte, dopo avere costeggiato il golfo di Orosei ed aver scoperto che proprio in quelle spiagge, e più precisamente a Capo Comino, è stato girato il film "Travolti da un insolito destino nell'azzurro mare d'agosto". E io che credevo fossero ai Caraibi!
Alle grotte del fico scopriamo che la zona era popolata in passato dalla foca monaca, che usava parte di quella grotta come "sala parto". Queste grotte sono aperte da pochi anni, a differenza delle grotte del bue marino che sono ormai stra-visitate, solo che molte parti sono accessibili a speleologi professionisti, in quanto prevedono scalate difficili.
Consiglio a chi voglia visitare queste grotte di mettere in borsa una maglia a maniche lunghe, perchè l'escursione, di circa un'ora, prevede discese in punti freddi.
Usciti dalle grotte si riparte verso Cala Mariolu o "ispuligi de nie": la spiaggia più bella che io abbia mai visto. Accessibile solo dal mare, ha un arenile formato da sassolini piccoli, tondi e bianchissimi (da qui il nome Ispuligi de nie, ovvero pulci di neve, come era stata battezzata dai pastori sardi) ed un acqua cosi trasparente e con tante variazioni di colore che non credevo ai miei occhi.
Mi tuffo subito, faccio le foto di rito e dopo due ore di sosta si riparte per cala Sisine, costeggiando la splendida Cala Goloridtzè ed il suo pennone. Ci è impossibile sbarcare li perchè il traffico è interdetto ai natanti a motore sopra una certa dimensione... peccato!
Dopo avere visto Cala Mariolu questa spiaggia ci pare normale, quindi ne approfittiamo per il sonnellino dopo pranzo, quando si riparte per Cala Luna, ultima tappa della gita. Bella bellissima e stupenda, sopratutto per le rocce che la circondano, che ricordano, per l'appunto, un paesaggio lunare.
Risaliamo sulla barca e torniamo verso Siniscola, costeggiando di nuovo e fermandoci per una sosta alle "Piscine di Venere" dove non scendiamo per il bagno ma ammiriamo un'acqua verde smeraldo.
La sera decidiamo di fare le signore e di regalarci una cena di pesce degna della splendida giornata passata, cosi ci accomodiamo al ristorante in piazzetta con l'intento di mangiare quel chiletto di cozze, ma le avevano finite, cosi ripiego su un buon piatto di taglierini all'astice e degli ottimi gamberoni al mirto ma la voglia di cozze è tanta, cosi, dopo il giro serale a San Teodoro ci fermiamo alla "metropizzeria" e dopo uno spuntino con 40 cm di pizza ci mangiamo le tanto agognate cozze.
Il penultimo giorno arriva, ed andiamo a Cala Ghirgolu, proprio davanti a Tavolara, spiaggia non bellissima ma in cui la quiete regna sovrana e dove si possono ammirare dei bei fondali con la maschera, nonostante l'acqua ghiacciata, quindi se non siete appassionati di snorkeling non ve la consiglio se non per raccogliere un quintale di conchiglie.
L'ultimo giorno ci vogliamo trattare bene ed andiamo ai "giardini di Brandichi" uno stabilimento balneare sulla spiaggia di Cala Brandichi, dove con 10 euro al giorno ti danno telo mare, una bevanda, lettino ed ombrellone in paglia tipo Hawaii.
Dobbiamo aspettare le 10 di sera per il traghetto e restiamo ad oziare li, credendo di avere un posto per farci una doccia ed evitare di fare il viaggio con il salino addosso, invece tutta la spiaggia è senz'acqua e ci dobbiamo tenere il salino.
Arriviamo ad Olbia e ci mettiamo in coda per il traghetto, che arriva con un'ora di ritardo, ritardo che recupera tranquillamente nella notte, che ho affrontato avvolta nel mio sacco a pelo e con gli occhiali da sole addosso (ma perchè non abbassano un po' le luci di notte?).
Arriviamo a Genova e la troviamo sotto una coltre di nuvole... la vacanza è proprio finita!

Un commento in “Il mare da favola della Sardegna
  1. Avatar commento
    davide
    02/03/2010 12:35

    ciao Simona, posso sapere come si kiama il residence? Grazie Davide

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