Racconto di viaggio… racconto d’amore

Londra, come un grande innamoramento!

Siete mai stati innamorati? Penso che tutti o quasi possono rispondere facilmente sì! Ma l’innamoramento di cui vi scrivo non è verso un lui o una lei, un “he” o una “she”… piuttosto è per una “it”. Perché questo riferimento english? Perché a catturarmi il cuore ci ha pensato una città, conosciuta quasi per caso 11 anni fa: London. In questi anni l’ho già visitata per ben sei volte, per periodi variabili, mai superiori ai 15 giorni, ma comunque sufficienti a far sì che il sentirne parlare, il leggere di lei, il vedere servizi e film in essa ambientati mi fanno sentire peggio che di ritorno da una “Costa crociere”… penso a Londra e mi commuovo, mi spuntano le lacrime, ho i brividi! Tutti noi, abitanti del “villaggio globale terra” siamo stati coinvolti e sconvolti dall’11 settembre, ma, a livello personale, mi ha colpito di più il 7 luglio 2005 perché tutto quello che si vedeva in tv mi riportava a una città che sento un po’ mia, in quelle stazioni metro sono stata anch’io, così come spesso ho preso quella linea del bus rosso…
Quando, di ritorno dal mio primo viaggio a Londra nel 1996, mia zia mi ha chiesto cosa ci fosse di così speciale, non riuscivo e non riesco ancora a spiegarglielo con le parole, bisognerebbe visitarla, anche perché se dicevo “i parchi”, molti ce ne sono in altre città; i “musei” sono dappertutto, i “negozi” e lo shopping, sono anche a Roma e li frequento spesso, le chiese, idem come sopra, i teatri, lo zoo, i ristoranti, i palazzi d’epoca… forse per far capire a chi non c’è stato l’essenza di questa meravigliosa città basta una parola: Emozioni. Eh sì, l’emozione che ti prende nel quartiere del West End, nel vedere i tanti teatri con i vari musical, alcuni dei quali ti riportano all’adolescenza, come “Fame” e soprattutto “Dirty Dancing”, da me visto il 14 luglio scorso e consigliato caldamente a tutti, ma soprattutto a chi conosce a memoria le battute del film! Il delirio collettivo che ha coinvolto tutto The Aldwich theatre quando Johnny ha fatto volare Babe non si riesce a raccontare, fa parte di una di quelle “foto” che uno fa stare per sempre nella propria memoria… sentire “Time of my life”? si ripensa al primo amore, ai 17 anni, a quanto si è cresciuti, quanto si è cambiati, ma anche quanto è rimasto di quell’adolescente e di quei sogni… questa è solo una delle ultime tessere che compongono il mosaico del mio amore per Londra e pensate che non ho mai seriamente studiato l’inglese, eppure non mi sono mai persa, né in metro, né sui bus, né per le strade, me la sono sempre cavata, magari sbagliando pronuncia quando chiedevo “Dov’è Leicester square” invece di “Lester” o “Virgin Megastore” invece di “Vergin”… comunque per amare e apprezzare Londra è bastato anche il mio inglese di sopravvivenza legato alle canzoni dei Duran Duran, Robbie e dei Beatles e un corso in biblioteca “semi-serio” che mi ha regalato più amici e risate che competenze…

Dopo questa premessa sentimentale, devo spiegare un antefatto che riguarda le ultime vacanze di Natale.
Insieme a mia madre avevamo deciso di non partire per un viaggio e rimanere a casa per poter risparmiare e eventualmente effettuare un viaggio in America (New York) la prossima estate. Mio padre spesso ci ha chiesto come mai quest’anno rimanevamo a casa per capodanno (lui non ci segue nei nostri viaggi, è un tipo sedentario)… avendolo chiesto più volte, mamma ed io ci siamo organizzate. Inizialmente lei preferiva andare a Bruxelles e Bruges, mentre io avevo voglia di vedere Monaco di Baviera innevata e con l’atmosfera natalizia, ma per la settima volta… la nostra destinazione è stata ancora Londra. Quando mio cugino Andrea l’ha saputo mi ha detto che andavo a vedere “quei due o tre vicoletti che ancora mi mancavano!”.
Eccovi un condensato di 4 giorni in giro per Londra, attesi spasmodicamente dal mese di luglio…

Itinerario

2/01/08
Come potete notare quest’anno il capodanno lo abbiamo festeggiato in Italia e siamo partite il 2 per una sorta di compromesso in famiglia… Partenza da Ciampino la mattina presto con destinazione Stansted, con la Ryan Air. Lì abbiamo preso il bus della National Express, leggermente più costoso della Terravision, ma più comodo come orari per il ritorno del 6 gennaio. Arrivo a Victoria Coach station e già respiravo l’aria di casa mia… sì, perché ricordo a memoria i nomi delle vie, il centro commerciale che ti porta fin quasi alla stazione di Victoria, il pub Shakespeare che è proprio davanti la stazione, i due teatri… c’è da commuoversi! Prima di tutto, con il bagaglio al seguito, siamo andate a chiedere informazioni per prendere il bus per Windsor il giorno dopo e sotto la Colonnade ci hanno detto che il giorno dopo potevamo prendere il bus della Green Line pagando direttamente in loco. Dopo breve sosta al Subway per due panini, altra breve sosta al chioschetto che fa i Bagel americani da riempire come si vuole. Poi siamo andate con la metro district line fino a Olympia, cambiando a Earl’s Court. Lì una famiglia romana che alloggiava all’Hilton Olympia ci ha dato informazioni sulla via del nostro hotel. L’hotel che abbiamo trovato non è in una zona centrale, ma vicino a Holland Park, in una zona carina, ben collegata anche con i bus rossi al centro, il 9 ci portava fino a Trafalgar e Aldwich, il C1 portava fino a Victoria station, poi c’era la metro che però abbiamo preso poco perché un po’ isolata. Siccome ci siamo mosse tardi per cercare un alloggio, dato che questo viaggio è stato un po’ a sorpresa, ci siamo accontentate e l’unico problema è stato la distanza dal centro. L’hotel, Holland Court, ha camere piccole, ma accoglienti, con bagno in camera completo di doccia e nella stanza c’era di tutto: televisore, frigo, teiera, tavola da stiro con ferro, phon, l’unica cosa che mi ha fatto rimpiangere Nepi è stato il letto ad una piazza e mezza da dividersi in due, ma non è stato un grosso problema, perché in hotel siamo state davvero lo stretto necessario e la sera eravamo talmente stanche che crollavamo! Dopo aver dato una sistemata al bagaglio abbiamo preso il bus 9 fino a Aldwich e il tragitto mi è piaciuto molto perché si passa per tutta High Street Kensington, si vede Kensigton Palace, il Royal Albert Hall, Harrods, Sloane street, si passa davanti al Parlamento, a Trafalgar, allo Strand… insomma tutti luoghi che tengo nel mio cuore e nella mia memoria… Arrivati davanti al teatro di Aldwich provo subito a trovare 2 biglietti per Dirty Dancing… eh, sì perché vederlo a luglio mi ha fatto provare così gusto che ho voluto fare il bis. Siccome è sold out fino al 2009, l’unico modo è cercare qualche posto direttamente al botteghino e per miracolo ho trovato 2 posti in decima fila per la sera del 3 gennaio… evviva! Tornate verso Victoria Station abbiamo mangiato, dopo un lungo peregrinare per pub che non avevano posto, a “Spaghetti house” dove il cameriere italiano ci ha serviti velocemente un piatto di spaghetti per mamma e una caesar salad per me. Subito dopo ci siamo andate a vedere il primo musical che avevamo in cartellone: Billy Elliot, nel teatro lì vicino, il Victoria Palace. Un consiglio: andateci, anche se non vi ha entusiasmato il film, perché questo spettacolo è molto più completo e le musiche sono di Elton John. L’unico problema è che il posto che avevamo noi era in galleria e tutte e 2 abbiamo sofferto un po’ di vertigini! Dopo lo spettacolo, iniziato alle 19.30 e finito alle 22.30, abbiamo preso un cab fino all’albergo e… buonanotte! Nota: a proposito di emozioni, come primo giorno non sono mancate…

3/01/08
Visto che sia mia mamma sia io amiamo vedere le residenze reali e negli anni abbiamo già visitato Buckingham Palace, Kensington Palace, 2 volte Hampton Court (lo consiglio sia in inverno per vedere come i Tudor festeggiavano il Natale, sia in estate per arrivarci con una crociera fantastica sul Tamigi!)… per questa volta abbiamo deciso di visitare il castello di Windsor dove la regina si è trasferita in pianta quasi stabile. Partenza dalla “Colonade” vicino Victoria Station, bus Green Line delle ore 9.40. Siamo arrivati alle 11.00, proprio sulla via che costeggia il castello e siamo arrivati in tempo per vedere il cambio della guardia, poi acquisto del biglietto per entrare al castello. Costo: 14.20 sterline con audioguida gratis. Abbiamo subito iniziato a fare foto alle parti del castello che non si visitavano, come la torre normanna, poi ci siamo avviati verso l’interno, iniziando la visita dalla Doll’s House della regina Mary (contrariamente a quanto letto sui siti, questa parte della visita è compresa nel prezzo e non c’era molta fila), che io ho veramente adorato, considerando che ne ho una piccola in casa. Poi ho visto una mostra con disegni di Leonardo e la mostra relativa ai 60 anni di matrimonio della regina Elisabetta, con riferimenti ad altri matrimoni reali del passato. Poi visita agli appartamenti di stato (non ho parole per descriverli!) e alla cappella di S. Giorgio, dove c’erano le tombe reali, compresa quella della regina madre. Ci hanno spiegato che principi e principesse vengono invece cremati. Alla fine della visita ho acquistato: una corona della regina che si mette nell’albero di Natale (lì gli alberi erano tutti decorati così), un collare reale per Isotta, il mio golden retriver, il tè nel contenitore di latta fatto per l’anniversario del matrimonio, il libro con 5 anniversari reali. Usciti dal castello siamo andati alla caccia di uno dei pub suggeriti dalle guide e vicinissimo al castello c’è il Drury House, un pub ristorante antichissimo (e si vedeva anche dagli interni in legno e lo stile) dove si è mangiato benissimo ad un prezzo abbastanza contenuto: 1 piatto di roastbeef e pie con verdure al vapore e una pie pork con contorni. Dopo, giro per Windsor, abbiamo visto la Guidhall dove lo scorso anno si sono sposati Carlo e Camilla, poi siamo andati a piedi a Eton, oltrepassando il Tamigi. Prima sosta in un negozio di antiques che vendeva arredi e suppellettili per le case delle bambole, tutto fatto a mano e io ho fatto incetta di utensili per la cucina e addobbi di Natale. Poi a piedi siamo arrivati al college di Eton, frequentato da William e Harry. Siccome pioveva, abbiamo fatto in fretta 2 foto poi siamo tornate indietro per andare a prendere il bus delle 16.30 (prima però abbiamo visto negozi e centri commerciali) che ci ha portato a Londra alle 18.00. Da Victoria Station siamo andati a fare la spesa al Sainsbury’s (catena di supermercati che io adoro), poi con il bus 11 siamo arrivati a Aldwich per vedere il mio musical preferito. Purtroppo il mio sogno di rivedere Johnny è svanito nel nulla, perché c’era un sostituto, bello, però moro e più basso. All’inizio la delusione è stata tanta, poi mi sono fatta trascinare dalla storia e dalla musica e ho ripreso a sognare. Ho avuto anche la faccia tosta di andare al botteghino e col mio inglese maccheronico chiedere perché non c’era l’attore della scorsa estate e un ragazzo gentilmente e in un italiano stentato mi ha risposto che stava male…

4/01/08
Nota: siccome ogni giorno abbiamo fatto la tessera one day ticket zona 1 e 2, oggi prendiamo il bus per il centro più tardi, così paghiamo di meno (5 sterline). Allora, dopo una buona colazione nella sala bar dell’hotel (colazione continentale), siamo andate nel parco Holland Park dove abbiamo visto l’orangerie, il giardino giapponese, molto bello, tanti scoiattoli e due pavoni su un albero. La cosa che mi è piaciuta di più sono stati i tanti cani impegnati nella loro passeggiata e in particolare Boomer, un golden di 4 anni che mi ricorda la mia Isi! Col n. 9 solito giro turistico fino a Trafalgar Square dove abbiamo visitato la National Portrait Gallery. Devo aprire una parentesi: essendo la mia settima volta a Londra ho già visitato i musei e le gallerie più rinomati e battuti dai turisti: ho visitato 2 volte il British, 2 volte la National Gallery, 2-3 volte il Natural History Museum, 1 volta lo Science Museum, 1 volta Victoria e Albert Museum, 1 volta il Museum of London, la Tate Modern… ora era il momento della Portrait, scelta per 2 motivi: volevo vedere la mostra temporanea e a pagamento della Pop Art (bella, con opere di Warhol e tanti altri, con Marylin, le pin up, Elvis… prezzo 10 sterline a testa) e soprattutto volevo pranzare al ristorante panoramico all’ultimo piano, scoperto grazie al film Closer (nella scena in cui si incontrano di nuovo, per firmare le carte del divorzio Clive Owen e Julia Roberts). Prima abbiamo visitato tutta la galleria e, a parte la Pop Art, ho gradito tutta la parte relativa all’arte più vicina a noi (splendidi i ritratti fatti da Warhol alla regina Elisabetta) e la sala con le foto della principessa Diana, poi con l’ascensore siamo andate al ristorante e l’atmosfera mi è piaciuta tantissimo. Ognuno di noi ha scelto due piatti principali: mamma ha preso una chicken caesar salad e del salmone con verdure e patate, io un piatto con del maccarello e una pie con merluzzo e crema di spinaci. I piatti erano molto scenografici e di ottima qualità, il prezzo tutto sommato abbordabile, 20 sterline a testa, ma compreso nel prezzo c’è un panorama mozzafiato sulla Londra classica: si vede la piazza, la colonna di Nelson, la casa del parlamento, il Big Ben… e poi ti immaginavi Clive…!
Dopo pranzo e dopo l’acquisto di qualche gadget della pop art ci siamo dirette a piedi a Leicester square (una delle mie piazze preferite, con tutta quella confusione, le luci, i giochi, le impronte delle mani degli attori, i cinema…) per vedere se al botteghino di TKTS c’erano dei biglietti a metà prezzo per il musical Mamma Mia. Eh sì perché abbiamo pensato che essendo in 2, libere da qualsiasi condizionamento (negli altri viaggi è capitato che i nostri compagni di viaggio non ci facessero andare a teatro!), potevamo vedere il terzo musical in tre giorni… e così è stato, solo che siamo poi andati direttamente al botteghino del teatro (vicino alla piazza) perché quelli a metà prezzo non c’erano. Senza pretendere posti in prima fila abbiamo speso 37.50 sterline, sempre però in platea. Da lì a piedi fino a Piccadilly dove abbiamo preso la metro per Liverpool station: da lì abbiamo preso il bus 242 per arrivare al Geffrye Museum, in una splendida dimora che ospitava prima un ospedale: è un museo degli interni, dell’arredamento delle case, dal 1600 a oggi e in questo periodo c’è un allestimento che riguarda il Natale nel passato e nel presente. Tutto veramente molto affascinante, specialmente si vedono anche i cambiamenti sociologici, con il Natale di oggi che si festeggia, da parte delle giovani coppie, “senza bambini, non ancora” (NKNY: no kids, no yet). Dopo aver visitato questo museo così particolare (tra l’altro l’entrata è libera) siamo andati col 242 fino a Saint Paul, perché avevo saputo che lì vicino c’era una cosa per me importante da visitare. Vi spiego: prima di metterci in viaggio ho fatto un giro su internet per vedere le location dei vari film che fanno pare della mia videoteca e ho scoperto che in una delle scene iniziali di Closer Jude Law porta la Portman nel Postman’s Park, il parco dei postini, che si trova vicino al palazzo delle poste, in King Edward Street. Non lo avevo mai sentito nominare prima, anche perché non credo che sia nei circuiti turistici (lo dice anche Jude Law nel film). L’ho trovato abbastanza facilmente, ma anche se erano solo le 16.30 era già buio e il guardiano stava per chiudere i cancelli così mi sono dovuta affrettare ad uscire e ho strappato a mamma la promessa che saremmo tornate l’indomani mattina. Abbiamo preso il 9 per tornare in hotel a riposarci prima di vedere il musical, che tanto iniziava tardi, alle 20.30. Dopo un’oretta di riposo di nuovo sul 9 fino a Piccadilly e da lì a piedi fino al teatro. Lo spettacolo mi è piaciuto tantissimo, perché le canzoni degli Abba, che comunque da ragazzina a volte sentivo, erano abbinate all’atmosfera di un’isola greca… un’altra delle mie mete preferite! Verso le 23.15 abbiamo preso un taxi fino all’hotel e a nanna soddisfatte.

5/01/08
Ultimo giorno in giro per la mia città del cuore… era nelle mie intenzioni far vedere a mamma sia il mercato di Camden Town sia il London Zoo (io avevo già visitato entrambi nel 1998) ma c’è stato un cambiamento di programma anche perché alle 10.30 dovevamo incontrare il marito di una signora italiana che una mia amica che lavora a scuola con me conosce: io dovevo portargli un pensierino, l’appuntamento era alla cattedrale di S. Paul, così dopo andavo di nuovo al parco dei postini! Prima di tutto, però, abbiamo fatto spesa al supermercato Waitrose, facendo incetta di cheddar, garlic bread, fudge, marshallows, tutto ciò di mangiareccio che anche a Nepi mi ricorda l’Inghilterra… Poi con la metro da Olympia siamo andati fino a S. Paul, cambiando due metro e arrivando un po’ in ritardo: abbiamo telefonato all’amica di Carla che ci ha detto che Ian, suo marito, era lì con le 2 bimbe e ci aspettava… non conoscendolo, l’unico indizio era che portava il passeggino e un cappottino marrone. Mi sono messa sulla scalinata della chiesa e dall’alto l’ho individuato subito. Ci siamo scambiati i saluti, abbiamo parlato un po’ e lui, pensando forse che io comprendessi l’inglese alla perfezione, parlava a tremila e raccontava che la piazza Paternoster square era nuova, tutto era stato bombardato dai tedeschi e tutto ora lì è moderno… abbiamo fatto 2 foto insieme, poi lui ci ha voluto accompagnare al Postman’s Park e da lì è andato al Museum of London per prendere un regalino per Carlotta, la bimba di Carla, mia ex-alunna. Nel frattempo mamma ed io ci siamo attardate nel parco e io ho fatto 15/20 foto alla tettoia e soprattutto alle mattonelle con i nomi delle persone comuni che sono morte compiendo gesti eroici e salvando la vita ad altri. Mi ha colpito il fatto che ci fosse davvero la mattonella di Alice Ayres, che viene citata nel film Closer. Ian è tornato con una maglia per Carlotta e mi ha dato qualche indicazione sulla chiesa di Saint Bartholomew che volevo visitare: tra l’altro mi ha detto, in inglese, “sai che ci hanno girato ‘Four wedding and a funeral’?”. Chissà perché io conoscevo quella chiesa, secondo lui? Comunque ci siamo salutati dandoci appuntamento in Italia e abbiamo proseguito la via, svoltando a Little Britain siamo finiti su una piazza e la chiesa non la trovavo. Vedo una bellissima casa a graticcio, mi fermo a guardarla e vedo che nasconde l’entrata ad un vialetto e in fondo c’è la chiesa che cercavo! Pensate un po’ che fortuna: l’ho trovata aperta, ma solo perché c’era un matrimonio tra due giapponesi. Ho aspettato che facessero le foto della cerimonia, poi, dopo averli salutati, siamo entrati a visitare la chiesa: si paga 4 sterline, ma si può fotografare tutto, il fonte battesimale tra i più antichi di Inghilterra, la tomba del fondatore, la navata, il quadro della Madonna di Roldan, la bandiera antica dell’aeronautica inglese… tutto molto bello e pieno di atmosfera. Usciti da lì abbiamo visto da lontano il mercato coperto di Smithfields poi con un bus che è partito solo per noi di nuovo a S. Paul dove abbiamo preso l’underground fino a Holborn. Da lì sono voluta andare a vedere i Lincoln Inn’s Fields, comunque niente di che, un giardino grande in mezzo ad una piazza! Lì vicino abbiano visto il negozio più antico di Londra, di cui parla Dickens in una sua opera. Da Holborn metro fino a Covent Garden, dove si respira la solita aria allegra, giro nel mercato coperto, compere nel negozio “Built a bear” dove ho preso un completino di Batman e la maglia del Manchester United per la mia scimmietta Rudy e dove il commesso mi ha chiesto se l’orestto l’avevo a casa… che imbarazzo! Nota: per chi non è stato mai in questi negozi, disseminati un po’ in tutto il mondo, tranne che in Italia, sappiate che nel Natale 2006 da Hamley’s ho preso una scimmietta che ho battezzato Rudy e c’è tutta una procedura: bisogna lavarla, asciugarla, la imbottiscono e ci mettono un cuore, ti fanno fare dei riti, stampi poi il certificato di nascita e compri via via dei vestitini e accessori. In un anno gli ho già comprato due completi jeans, un gilet, una camicia, gli occhiali da sole e mia sorella da New York gli ha comprato il completo degli Yankees… però in genere a comprare si vedono bambini e non donne di 37 anni! Dopo questo shopping e una visita al Jubilee Market (lì volevo comprare dei quadri tridimensionali con le magliette dei giocatori più famosi o con le immagini e le chitarre degli artisti più famosi, ma costavano troppo!) siamo andati al White Lion, ma il pub era pieno, così abbiamo provato al Lamb e Flag, uno dei pub più antichi di Londra. Incredibilmente lì c’era posto, siamo andate di sopra e abbiamo preso: agnello, jacket potato e salsicce del Cumberland con contorni di verdure al vapore e patate fritte, porzioni veramente abbondanti! Dopo questa pausa rigeneratrice altra metro fino a Green Park, siamo scesi vicino al Ritz e abbiamo attraversato il parco perché il nostro obiettivo era andare, per l’ennesima volta, a fare una capatina a Saint James park, in assoluto il mio parco preferito a Londra. Occhiatina e foto al palazzo della regina e poi passeggiata nel parco in compagnia di germani reali e scoiattoli. Dopo una puntata ai negozietti vicino a Trafalgar per portare qualche gift a parenti e amici abbiamo preso il bus 13 fino a Oxford Circus. Lì capatina al grande magazzino J. Lewis poi passeggiata per Regent Street, magnificamente illuminata con decorazioni chiamate Unit. Siamo entrati da Hamley’s per comprare un peluche di Peter Rabbit a mia sorella e poi fino a Piccadilly per dare l’ultimo saluto alla piazza e a Eros, poi sul bus fino all’hotel. Purtroppo era giunta l’ora di prepararsi per il ritorno. Del giorno 6 c’è poco da raccontare perché siamo partiti la mattina prestissimo per Stansted e alle 12.00 circa eravamo già a Roma, sigh! Spero comunque di andare ancora a Londra perché mi manca ancora qualche angoletto da visitare: la Oxo Tower e il suo ristorante, la London Eye, una partita del Chelsea… altri musical e tanto altro ancora!

Da non perdere

10 posti da vedere
- Piccadilly Circus e le strade che da lì si diramano
- Regent Street e il negozio di giocattoli Hamley’s
- Leicester square e i suoi cinema, dove spesso ci sono prime mondiali
- tutti i parchi, ma in particolare S. James e il giardino delle rose a Regent’s park
- le vie dello shopping, da King’s road a Hight Street Kensigton fino a Knightbridge e una puntatina ai magazzini Harrods (soprattutto alle food hall)
- tutti i musei e in particolare il British, la National Gallery e la Tate Modern
- i vari palazzi reali, ma soprattutto Buckingham e Hampton Court
- l’area di Covent Garden e il mercato coperto
- i mercati, soprattutto Portobello e Camden Town
- la torre di Londra e il Tower Bridge

10 consigli
- fate foto e video ai vari panorami, senza dimenticare i grattacieli di Canary Wharf e “Gerkin”, “cetriolino”, per me il più bello!
- andate almeno una volta in un ristorante panoramico, ne vale la pena, scegliete tra quello della Tate Modern, quello della National Portrait o quello della Oxo Tower
- preferite i bus alla metro, da prendere solo se avete fretta, perché con i bus potete vedere i tesori della città; almeno una volta prendete i vecchi n. 9 o 15 a 2 piani con il fattorino che vi fa pagare il biglietto e non si riparte finché non si è tutti seduti (si chiamano routemaster)
- oziate e passeggiate per i parchi: a S. James e Hyde Park potete vedere anatre e scoiattoli, a Kensington Gardens ci sono fontane, il monumento a Peter Pan e il memoriale a Diana. Fate una puntatina anche un po’ fuori verso Richmond park e visitate i Kew Gardens, orto botanico della città con una serra vittoriana
- per i negozi e per il vero stile inglese preferite vie più d’èlite come Piccadilly Street, Regent Street, Old Bond Street, da vedere anche la Piccadilly e la Burlington Arcade.
- dovete vedere almeno un musical, scegliendo secondo il vostro gusto, dai classici come il Fantasma dell’opera e Cats al Re Leone e Mary Poppins, fino ai miei preferiti: Fame, Rent, We will rock You, Billy Elliot, Mamma Mia e soprattutto Dirty Dancing. Per alcuni vi consiglio di prendere i biglietti a metà prezzo al TKTS che si trova a Leicester Square (andare di mattina)
- approfittate dei saldi di Harrods, ma solo per prendere qualcosa da mangiare come caramelle o pudding o le borse tipiche, se ne dovete fare tante, prendete quelle difettate, costano molto meno!
- per il tè io adoro la catena Whittard of Chelsea, ha teiere e tazze di ogni foggia, io ho comprata una teiera con disegni relativi al giardinaggio e una tazza con Winnie Pooh.
- visitate con calma i vari musei e nelle pause non mangiate nei fast food ma preferite i pub, e mangiate cucina british!
- concedetevi una minicrociera dal Westminster Pier fino a Greenwich, passando per i dock, fino ad arrivare sulla collinetta e fare la classica foto a cavallo del meridiano. Se andate in estate ancora più bella è la crociera dal pier di Richmond fino a Hampton Court, dove vedrete splendide ville immerse nella campagna inglese e aspetterete l’apertura delle varie chiuse sul fiume.

Da evitare:
visite a cattedrali e chiese: fatelo solo se fortemente motivati, preferite comunque Westminster Abbey a Saint Paul, perché le chiese sono costose (ingresso a Westminster: 10 sterline)
evitate di prendere i treni per escursioni fuori Londra, sono efficienti, ben tenuti e veloci, ma costosissimi. Preferite le compagnie di bus come la National Express o la Green Line
per mangiare preferite bagel o sandwich alle grandi catene o mangiate in un pub
evitate di comprare chincaglierie in negozi per turisti e preferite qualcosa di più particolare come le Antiques, i negozi dove vendono Teddy Bear, Peter Rabbit… acquistate i bigliettini di auguri da Clintons Card
per prendere un biglietto a metà prezzo per un musical andate solo nei botteghini autorizzati TKTS, uno a Leicester Square, uno a Canary Wharf. Se risultano sold out, andate direttamente in teatro.

Per chi vuole immergersi nella realtà inglese consiglio la visione di film ambientati a Londra e di stilare una personale classifica di canzoni che potranno fare da colonna sonora al viaggio e ai ricordi indimenticabili che ne deriveranno… i miei film preferiti sono: Notting Hill, Love Actually, Bridget Jones, 4 matrimoni e un funerale e Closer. La mia canzone preferita, diventata suoneria del telefonino: She, di Elvis Costello, presente nella colonna sonora di Notting Hill.

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