Villa Hanbury, trionfo di colori e profumi

Uno splendido giardino botanico all’estremità occidentale della Liguria

Lo spunto della gita (perché di gita si tratta in quanto sono stata via un giorno soltanto) è stato il dover restituire alla Biblioteca del Polo universitario di Imperia un libro di Economia preso a prestito da mia figlia che frequenta l’Università. Avevo deciso di restituirlo personalmente per impossibilità della ragazza.
Era già da tempo che volevo visitare i Giardini Hanbury in località Mortola, vicino a Ventimiglia e a pochi chilometri dal confine francese ma, per un motivo o per l’altro, non c’ero mai stata.
Questa volta, con la scusa del libro e preso un giorno di ferie, ce l’ho fatta e… è stata veramente una splendida giornata, sia dal punto di vista climatico (cielo azzurro e temperatura da primavera inoltrata), che sotto l’aspetto delle intense emozioni che mi ha regalato.
Da non perdere
Parto da Genova Piazza Principe con il treno delle 7,44 di venerdì 12 gennaio 2007 sotto un cielo grigio che sembrava promettere nulla di buono. Passata Savona mi lascio la cappa di grigio alle spalle e continuo il viaggio sotto un cielo azzurro ed un sole, ancora timido, che si sta lentamente alzando da est.
Arrivo ad Imperia alle 9,15, sbrigo “la pratica” della restituzione libro e mi ritrovo in stazione giusto in tempo per riprendere il treno diretto a Ventimiglia che raggiungo alle 11,35: prendo il bus per Ponte San Luigi delle 12,05 ed in 15 minuti mi deposita proprio davanti all’ingresso dei Giardini Botanici.

Biglietto euro 7,50. Chiedo alla signorina della reception in quanto tempo si riesce a visitare il complesso e la risposta è: un paio d’ore. Di ore là dentro ne ho passate quattro e mezza e se la chiusura non fosse stata alle 17,00 e luce permettendo ci sarei rimasta ancora un’oretta.
Premetto che il complesso dei Giardini Botanici Hanbury occupa tutto il promontorio di Capo Mortola e si estende su una superficie di circa 18 ettari dalla strada provinciale al mare: sì, proprio al mare, dove si trova un’area pic-nic molto curata all’ombra di pini marittimi e altre piante nonché un piccolo punto di ristoro (caffè, bevande, panini, ecc.).
I Giardini Hanbury sono stati fortemente voluti dalla famiglia di Thomas Hanbury che verso la fine del 1870, una volta acquistata la parte di terreno proteso sul Capo Mortola, iniziò la coltivazione di piante provenienti da tutto il mondo che si sono acclimatate con facilità su quella terra vista la felice esposizione molto soleggiata e protetta dalle montagne retrostanti.
Dopo la morte del capostipite l’opera è stata portata avanti dal figlio e dalla nuora fino al 1960 quando il complesso, comprendente la splendida Villa padronale, fu venduto allo Stato italiano e, infine, nel 1987 la gestione è stata affidata all’Università degli Studi di Genova.

Nell’opuscolo informativo che viene consegnato all’ingresso vi è disegnato il percorso consigliato della discesa sino al mare e del ritorno all’ingresso, sulla strada provinciale.
Circa la metà della superficie dei Giardini sono occupati da specie spontanee (tanta macchia mediterranea e pini d’Aleppo) e l’altra metà da flora esotica.
Non sto ad elencare tutti i nomi scientifici delle piante e fiori che si trovano durante il percorso anche perché sono ampiamente descritte nell’opuscolo informativo, ma mi limito a segnalarvi ciò che mi ha maggiormente colpita in quattro ore e mezza di girovagare in questo “Giardino delle Meraviglie” per la vista e per l’olfatto in una giornata che, proprio perché infrasettimanale, è stata assolutamente senza folla (ho contato sì e no circa una ventina di visitatori) e con un clima da primavera inoltrata nonostante fossimo a metà gennaio (“colpa” di questo anomalissimo inverno):
** tantissime varietà di cactacee provenienti dai vari deserti del Globo (Messico, Cile, Arizona), ho visto dei saguari altissimi che sembrava di essere in Nuovo Messico, alte piante di Yucca dalle fronde rigogliose, diverse specie di agavi: alcuni esemplari veramente grandi, altri piccolissimi, alcuni “a frusta” particolari e bellissimi;
** tantissime varietà di palme;
** il gruppo delle aloe originarie dell’Africa e Penisola Arabica le cui proprietà terapeutiche sono ampiamente reclamizzate nelle erboristerie e profumerie;
** la Foresta australiana con alti alberi di eucalipto e altre piante originarie del Nuovo Mondo;
** la foresta dei banani;
** poco oltre, un folto gruppo di Strelitzie dai fiori stranissimi e particolari (ricordano un po’ le criniere dei pappagalli Ara) e che penso molti di voi avranno visto nei negozi dei fioristi più riforniti.

Spettacolare è poi la residenza degli Hanbury, il cui colore rosa risalta nel verde del parco che l’avvolge: nel piazzale antistante il portone d’ingresso c’è una particolarissima campana giapponese di bronzo proveniente da un tempio buddista completamente incisa con tantissime scritte in lingua; bellissimo inoltre è il mosaico a sfondo dorato sotto il portico di ingresso della Villa che raffigura Marco Polo.
Sublime infine per gli occhi, ma soprattutto per l’olfatto, il Giardino dei Profumi, sempre adiacente alla residenza, che già prima di accedervi, sprigiona il profumo, ora delicato, ora intenso, delle piante profumate che vi sono coltivate: soprattutto aranci, gelsomini, lavanda, caprifogli, rosmarino, salvia, timo, maggiorana.
Nella parte sottostante la Villa, in fondo ad una scalinata, si erge un Mausoleo moresco (bellissimo, ci si sente per un momento nei giardini dell’Alhambra di Granada) che è un piccolo tempio in stile orientaleggiante dove sono sepolti Thomas Hanbury e la moglie.

Nella parte dei Giardini oltre il ponte sulla Strada Romana (e quindi la parte che si trova a valle del complesso) si percorre il viale degli ulivi, tra cui alcuni secolari, ai lati del quale si trova una collezione di numerose varietà di agrumi: c’è un albero carico di frutti tipo cedro grossissimi (alcuni delle dimensioni di un pallone da calcio) e poi tante varietà di mandarini, limoni, pompelmi, clementine: non vi dico i profumi… inebrianti!
Si arriva infine al mare dove la vista spazia da Capo di Sant’Ampelio in Liguria (il punto più meridionale) e, in lontananza ma ben visibile, il promontorio di Cap Martin in Francia.
Adiacente alla spiaggia di pietre e rocce dalla quale è separato da una cancellata, si trova, come ho già detto, un punto di ristoro con un bel pergolato da cui, anche in questa stagione, penzolano fiori gialli di una pianta del Madagascar che fiorisce fino ad aprile.
Non sto poi a raccontare delle nuvole gialle - letteralmente nuvole - di mimose fiorite che qua e là spuntano tra il verde, delle varie specie che compongono il giardino giapponese, del tunnel dei fiori e frutti della passione, insomma un insieme magico, fatto di forme, colori, profumi, che idealmente ci trasportano in Paesi lontani, un incredibile concentrato di sofisticati adattamenti all’ambiente, molto distanti in natura ed ospitati qui in breve spazio per l’ammirazione e lo studio non solo di chi vuole approfondire i pregi e la conoscenza del mondo vegetale ma anche di chi, per mezza giornata, vuole chiudersi alle spalle una porta invisibile che lo allontana dai rumori, dallo stress, dallo smog, dal logorio della vita moderna (come diceva uno slogan di un po’ di anni fa).

Concludo il mio racconto consigliando caldamente a tutti i lettori del sito di mettere nel calendario delle prossime gite/vacanze una visita a questi Giardini, magari come prima tappa di un viaggio nella vicina Costa Azzurra, altrettanto “fiorita” e interessante ma… questa è un’altra storia.
Ciao a tutti.
Linda

2 commenti in “Villa Hanbury, trionfo di colori e profumi
  1. Avatar commento
    Roger
    26/04/2008 01:52

    Sottoscrivo le entusiastiche parole di Linda. I giardini sono un luogo magnifico, ne vale veramente la pena.

  2. Avatar commento
    npgfqwx msfbge
    24/08/2007 03:15

    tmha irfzmuqy vwen ahbvzegyx xkogb bawyhn mpytahg

Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento, contattaci per ottenere il tuo account

© 2024 Ci Sono Stato. All RIGHTS RESERVED. | Privacy Policy | Cookie Policy