Insolita ma affascinante: L’Aquila

Vale davvero la pena saperne di più sul capoluogo dell’Abruzzo!

Nel nostro Paese esistono molte mete, al di fuori di quelle stranote e frequentatissime, che restano escluse dagli itinerari consueti, se non le si mette appositamente in programma. L’Aquila rientra tra queste.
Posizionata com’è tra le montagne, al centro dell’Appennino, non viene toccata dal grande traffico di trasferimento da Nord a Sud e solo sfiorata da quello vacanziero che da Roma si dirige verso l’Adriatico. Ed è un vero peccato che questa città sia poco conosciuta dagli italiani. E forse l’apprezzano di più gli stranieri, dato che ho avuto la netta impressione di aver incontrato più turisti di altre nazionalità che italiani. L’avevo già vista molti anni fa e mi aveva fatto una buona impressione, per cui era da qualche tempo che tentavo, nei miei trasferimenti verso le vacanze al Sud, di programmare una sosta per rivederla e farla così vedere a mia moglie, che allora non era ancora con me. Ma, fino ad ora, ogni volta il programma era saltato.

Dove alloggiare

Tramite internet avevo prenotato un B&B, “Passaggio a nord Ovest”, a Coppito, confinante con la città, all’ingresso dell'abitato, poco dopo la chiesetta del paese, che ci dà subito un assaggio dell’architettura sacra abruzzese, con chiese dalla facciata semplice e priva di cuspide. Il B&B mette a disposizione una doppia ed una singola al primo piano, con bagno in comune nel corridoio, ed al secondo una doppia con altri due letti in mansarda (ognuno con bagno indipendente, se non ho capito male). Al pianterreno la sala colazione, un soggiorno con tv e la cucina, che è anche lasciata a disposizione se ci si volesse cucinare qualcosa anche ai pasti principali. Prezzo, per la singola e la doppia al primo piano, 80 Euro. E’ a disposizione un parcheggio privato scoperto, chiuso da cancello di notte. Con tutte le strutture di cui dicevo sopra, è bene prenotarsi, tenendo presente che a Coppito ci sono altri due B&B.

In cucina

Fattasi, dopo la visita alla città, l’ora di cena, e chiedendo indicazioni, siamo entrati per cenare in un locale sito in Corso Vittorio Emanuele 81, “L’insalata ricca” che fa parte di una catena che ha numerosi locali a Roma, mentre fuori la capitale c’è solo questo de L’Aquila. Come dice il nome, ampia scelta di insalate, come pure potete mangiare bruschette varie. Ma se preferite un pranzo normale, potrete fare anche questo tipo di scelta. Prezzo: 3 coperti, 1 bruschetta mista (costituita da 4 mezze bruschette a vari gusti che potete scegliere voi), 2 insalate greche, 1 birra alla spina media e 2 piccole a 29,20 euro.
Come sempre, o quasi, succede, locali più caratteristici li abbiamo visti solo dopo che avevamo già cenato. Per cui, se volete solo un’insalata (di bruschette ne ho mangiate di migliori) va bene, ma se volete qualcosa di più tipico, cercate qualcos’altro. Però vale la pena entrare comunque in questo locale, perché le prime due sale, quelle invernali, sono stupendamente decorate in stile Belle Epoque.

Itinerario

Quest’anno finalmente non ci sono stati ostacoli, così, trovandosi grosso modo a metà strada verso la mia meta balneare (il Salento), pur con una deviazione, sono riuscito a prevedere un pernottamento in un B&B di Coppito, nei pressi del capoluogo.
Già arrivarci è uno spettacolo, se venite dalla costa adriatica e percorrete la Teramo - L’Aquila. Vi avvicinerete al massiccio del Gran Sasso che incombe sopra di voi con la sua imponenza, tanto che mi ha ricordato, anche se alla lontana, l’impressione che ho avuto avvicinandomi al Monte Bianco dal lato italiano. Finchè non vi infilerete nel tunnel che lo attraversa per 13 km, con la stranezza che circa a metà c’è una uscita. Che voi non potrete prendere, in quanto riservata agli scienziati ed ai tecnici che lavorano nel laboratorio di fisica nucleare, scavato nel ventre della montagna, dato che lì sotto gli esperimenti sono meno influenzati da condizionamenti esterni. All’uscita del tunnel, non mancano molti chilometri a L’Aquila.
Usciti a L’Aquila Ovest, ci siamo subito diretti a Coppito, che, pur essendo un piccolo centro, trovandosi a solo 5 km dalla città, ospita le maggiori strutture come l’ospedale, alcune facoltà universitarie, la Scuola della Guardia di Finanza e la sede italiana di una grossa multinazionale farmaceutica.
Si dice che L’Aquila sia nata quando Federico II autorizzò l’urbanizzazione intorno ai 99 castelli che sorgevano nella zona e che l’origine del nome sia dovuta al fatto che la pianta originale rispecchi la disposizione delle stelle nella costellazione dell’aquila, appunto. Altre fonti dicono invece che sia un riferimento all’acqua di cui abbondava. Infatti ai 99 castelli corrispondevano 99 fontane. Ed il numero 99 si ripete nel numero dei quartieri, e quindi delle piazze e delle chiese. Infine 99 sono i tocchi che ad una certa ora del giorno emette l’orologio della torre di Palazzo Margherita. Ed un’altra leggenda, ma basata su reali corrispondenze, afferma che Federico II voleva farne una nuova capitale spirituale, in quanto sono molte le coincidenze con Gerusalemme.
La nostra visita inizia proprio dalla fontana delle 99 cannelle. Localizzata nella parte bassa della città, nei pressi della stazione ferroviaria, vi si accede da una porta nelle antiche mura, appena superata la quale si aprono una suggestiva piazzetta con la graziosa chiesetta di San Vito, e questo spiazzo trapezoidale, leggermente sotto il livello stradale, contornato su tre lati da un muro ornato a scacchi, su cui sono scolpiti dei mascheroni, da ciascuno dei quali emerge la cannella che butta acqua in continuazione.
Dopo aver ammirato questa originale costruzione, si può salire verso la collina che accoglie il centro storico, e forse, se siete in macchina, posteggiare sul lungo, piacevole viale che conduce alla Basilica di Santa Maria di Collemaggio, dove il parcheggio, al contrario del resto della città, è gratuito, con il centro urbano facilmente raggiungibile con una breve passeggiata.
E qui godrete di una piacevole prospettiva, con il viale chiuso in fondo dalla straordinaria quinta della Basilica di Santa Maria di Collemaggio. Da lontano vi apparirà nelle sue forme semplici e pulite, preceduta da un ampio prato, spesso vivacizzato da bambini e ragazzi che giocano su questo splendido sfondo. Ma avvicinandovi, vi accorgerete che la semplicità è apparente, perché i riquadri colorati della facciata, la complessità delle sculture dei portoni, lo splendido rosone, vi faranno meravigliare per il gusto degli artisti che hanno realizzato tutto ciò, facendo convivere due aspetti, semplicità e complessità, in un solo monumento. Ed una volta entrati vi sentirete fortunati nel visitarla oggi, e non prima del 1972. Sì perché allora avreste visto un interno barocco, che le smanie di fine ‘600 - inizio ‘700, avevano imposto ad un gran numero di chiese in tutta Italia. Per fortuna in questo caso l’interno è stato riportato alle forme originali, semplici e slanciate, e sicuramente più spirituali ed adatte ad un luogo del genere. E grazie al restauro sono stati recuperati affreschi votivi dei sec.XV e XVI. Ma questa chiesa è anche famosa per accogliere le reliquie di Celestino V, colui “che fece il gran rifiuto”, l’unico Papa, ricordato da Dante, che si dimise. Infatti fu eletto e si fece incoronare proprio qui, e non a Roma, in quanto proprio qui aveva trascorso la sua vita da eremita prima di essere eletto. Ma probabilmente le sue abitudini da solitario mal gli fecero sopportare la compagnia e le imposizioni della corte papale che lo circondava. Pertanto rinunciò alla sua carica, e tornò alla vita precedente, sostituito da Bonifacio VIII.
Ed ora, da qui, potete tornare verso il centro, passando per la Villa Comunale e percorrendo prima viale Francesco Crispi e successivamente Corso Federico II, vie che fino a Piazza Duomo presentano un interesse relativo. Naturalmente sono le stradine laterali quelle che presentano l’interesse più alto e le sorprese di angoli inattesi e chiese interessanti. Se avete poco tempo, come me (un pomeriggio e neanche completo non permette una visita approfondita, ma un’idea generale abbastanza precisa, questo sì) il suggerimento è quello di girare in una qualsiasi delle stradine laterali e girare a caso, magari con una cartina in mano, giusto per sapere dove vi troviate. Qui vi dirò il giro fatto da noi.
Dunque, percorrendo il Corso, siamo arrivati nella spaziosa Piazza del Duomo e da qui siamo discesi verso destra, percorrendo la via Cimino, bella strada che a metà circa si trasforma in una scalinata, affiancata da case antiche e dove si aprono vicoli dai nomi strani, come lo “Sdrucciolo dei poeti” o lo “Sdrucciolo dei ciuchi”. Nello spiazzo finale la Porta Bazzano apre un varco nelle mura. Ma non l’abbiamo attraversato ed abbiamo risalito, verso sinistra, la via Fortebraccio, un tempo abitata dagli ebrei de L’Aquila, che si apre alla fine nella scenografica scalinata in cima alla quale svetta la Chiesa di San Bernardino, eretta nel ‘400, dalla pulita facciata rinascimentale del 1540. All’interno, il soffitto, una pala in terracotta di Andrea della Robbia ed il mausoleo di San Bernardino sono le cose da non perdere.
Uscendo, a destra vi ritroverete ai quattro cantoni, dove di nuovo girerete a destra, per attraversare la parte del Corso (V.Emanuele) sicuramente più interessante e movimentata. Alla fine sbucherete nel Parco del Castello, il quale ultimo ospita il Museo Nazionale che è ottimamente conservato. Se poi, tornando solo pochi passi indietro, girerete per via Garibaldi, potrete raggiungere la chiesa di San Silvestro e quindi, infilandovi in un vicolo proprio di fronte, affiancherete altre due importanti chiese in tipico stile abruzzese; prima San Pietro di Coppito e poi San Domenico. Infine l’interessante via Sassa vi riporterà in Piazza Duomo.
Un giro di massima si può considerare così concluso, ma L’Aquila merita almeno una giornata intera, per aggirarsi nei numerosi vicoli e visitando l’interno di qualche chiesa in più.

Non posso tacere della stupenda strada che abbiamo percorso l’indomani, per prendere l’autostrada L’Aquila - Roma. Poco meno di sessanta chilometri di un fondo valle tra i 600 e gli 800 metri di altezza, verde, tranquillo, bucolico direi, con le alte cime dei Monti della Laga sullo sfondo ed affiancata di tanto in tanto da paesi che molto probabilmente avrebbero meritato una sosta, come Capestrano e Civitaretenga.

Un commento in “Insolita ma affascinante: L’Aquila
  1. Avatar commento
    bfngh sdhnmxu
    19/08/2007 13:16

    lcrbaejx rzwtmn nhfdue xmlh gupiexqj lmvatyszk qxhvl

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