Le bellezze di Normandia e Bretagna

Due settimane fra natura, cultura e storia

Questo è il resoconto di una vacanza di due settimane nel nord della Francia, lungo la costa atlantica tra Normandia e Bretagna. L’area da visitare è molto vasta, quindi decidiamo di sperimentare la soluzione delle chambres d’hotes, la versione francese dei bed and breakfast, prenotando di volta in volta nel luogo di arrivo della giornata. Come prima esperienza il giudizio è sicuramente positivo, l’offerta è molto buona, i prezzi contenuti e l’ospitalità ottima. Per organizzare il viaggio ci siamo avvalsi delle esperienze di altri viaggiatori che hanno pubblicato i loro diari su Ci Sono Stato.
di alcune riviste di turismo e dell’immancabile guida verde del Touring club Italia.Sabato 14 Agosto 2004
Giornata di puro trasferimento. Partenza da Montecchio E. ore 08:00, direzione Monte Bianco (pedaggio 29.30€). Passato il traforo, breve sosta per ammirare il ghiacciaio dal lato Francese, molto più spettacolare rispetto al versante italiano. Il viaggio prosegue passando nei pressi di Ginevra, Lione e Parigi, dove arriviamo in serata. Mancano ancora poco più di 200 km prima di arrivare a Rouen, prima tappa della nostra vacanza, per cui decidiamo di fare tappa per la notte.
Oltrepassata la sterminata periferia di Parigi usciamo dall’autostrada nei pressi di Poissy, dove troviamo una camera in un hotel della catena Ibis. Dopo aver cenato nell’unico ristorante aperto in città, breve passeggiata per ammirare esternamente la prima chiesa in stile gotico, stile che andrà per la maggiore nella regione che ci apprestiamo a visitare.

Domenica 15 Agosto 2004
Dopo colazione ci rimettiamo in viaggio in direzione di Rouen. La giornata è coperta e a tratti piovosa. Arriviamo in città verso le 10, parcheggiamo lungo il fiume e ci dirigiamo verso la cattedrale, pare che sia da poco terminata un’ approfondita opera di restauro e ripulitura, attorno al rosone della facciata si notano ancora alcune impalcature. E’ in corso la messa, quindi decidiamo di visitare il resto della città e tornare in seguito per visitare internamente la cattedrale. Passeggiando per le viuzze della città tra case a graticcio visibilmente incurvate dal passare del tempo, arriviamo alla chiesa di Saint Maclou, anch’essa in fase di restauro. Nelle vicinanze si trova anche Aître Saint-Maclou, antico ossario medioevale, oggi interessante per le incisioni macabre intagliate nelle travi di legno delle case. Rouen è anche famosa per essere stata la città dove fu imprigionata e condannata Giovanna d’Arco. Ci dirigiamo a visitare la prigione dove venne segregata e dove visse durante il suo processo, che la vide condannata al rogo nella piazza del mercato. La prigione si trova nell’ unica torre rimasta dell’antico castello. Purtroppo l’orario di visita non ci è favorevole e troviamo chiuso. Tornando verso il centro passiamo per la piazza del vecchio mercato dove oggi sorge una chiesa in stile moderno dedicata alla santa. Uscendo dalla piazza in direzione della cattedrale si oltrepassa un volto su cui è installato un grande orologio a fasi lunari e zodiaco simbolo della città.
Prima di lasciare Rouen visitiamo internamente la cattedrale che raccoglie una mostra di fotografie delle distruzioni subite dalla città durante i bombardamenti del 1944.
Terminata la visita a Rouen ci dirigiamo verso l’abbazia diroccata di Jumieges, un tempo importante e ricco centro religioso, poi decaduto fino ad essere utilizzato come cava di pietra per costruire le case dei villaggi circostanti. Fortunatamente passò sotto la protezione statale alla fine dell’800 e oggi è classificato monumento nazionale. Sono visitabili i resti della chiesa, degli alloggi e l’immenso giardino.
Ci spostiamo ad Etretat, famosa località costiera nota per le sue splendide falesie. E’ quasi sera e cerchiamo un alloggio per la notte. Dopo alcuni tentativi a vuoto riusciamo a trovare una camera in una stupenda fattoria da poco ristrutturata. Dopo esserci sistemati, ci dirigiamo verso il centro della città dove ammiriamo la prima bassa marea della vacanza. La nostra passeggiata sul fondale marino, viene però bruscamente interrotto da un temporale. Per la cena ci affidiamo ad un piccolo ristorante in centro dove assaggiamo le galletas tipico piatto normanno composto di una sottile sfoglia di grano saraceno guarnito a scelta. Dopo cena, durante il rientro al nostro alloggio nel bel mezzo di una temporale con lampi e fulmini, vediamo le luci intermittenti di un faro, finalmente ne troviamo le indicazioni e lo inseriamo già nella lista delle visite per il giorno seguente.

Lunedì 16 agosto 2004
Dopo un'ottima e abbondante colazione, in una giornata nuvolosa e con un forte vento, ci dirigiamo verso Etretat per visitare le famose falesie. Ci arrampichiamo lungo il sentiero, che partendo dal centro del paese sale sulla cima della scogliera. Il sentiero costeggia un golf club che ha realizzato una delle buche proprio alla sommità della falesia. Seguendo il percorso si gode un ottima viste sull’intera baia, mentre, una volta raggiunta la sommità, si può ammirare sul versante opposto della falesia, l’arco Magno, il più grande arco naturale della zona. Purtroppo la giornata volge al brutto e dopo la pioggia della notte il terreno risulta molto scivoloso e a tratti pericoloso.
Decidiamo di ritornare in centro per salire sulla falesia al lato opposto della baia. Su di essa si trova il Santuario del Saluto, piccola chiesetta in sasso, dedicata ai pescatori che uscivano in mare per le lunghe e pericolose battute di pesca. Una volta raggiunta la sommità, questa volta attraverso una ripida scalinata, si ammira la scogliera che prosegue per diversi chilometri in direzione di Fecamp. Il vento è davvero micidiale, lasciamo Etretat alla volta del faro individuato la sera precedente. L’accesso al faro non è consentito, possiamo però vedere i primi buncher del vallo atlantico, costruiti sulla scogliera a controllo del braccio di mare tra Etretat e il porto di Le Havre.
Il viaggio prosegue per quest’ultima città, grande porto commerciale, che sorge sul delta della Senna. La baia è attraversata da un grande ponte ad arcata unica, Ponte di Normandia. L’attraversamento è a pagamento ed è consentito anche al traffico pedonale e ciclistico, sulle apposite vie, per permettere di ammirare la spettacolare vista che si gode dalla sommità. Sulla sponda opposta della Senna si trova la cittadina di Honfleur, piccolo porto turistico molto caratteristico. Degna di nota la particolare chiesa realizzata in legno e le strette viuzze lastricate del borgo antico.
La giornata volge al termine, ci dirigiamo verso Trouville-sur-Mer per cercare un alloggio, la cosa non risulta molto facile, dopo varie peripezie troviamo una camera in una piccola casa sperduta nella campagna nei pressi di Auberville. Sistemati i bagagli, torniamo verso Trouville-sur-Mer per realizzare qualche foto della bassa marea al tramonto. In questa zona particolarmente pianeggiante, la bassa marea è veramente impressionante. Si ritira di diverse centinaia di metri e monta ad una velocità notevole mentre i residenti si affrettano a raccogliere vongole e altri molluschi. Per la cena ci affidiamo ad un bar ristorante lungo la strada che, con un prezzo accettabile, ci propone una soddisfacente entrecote.

Martedì 17 agosto 2004
Lasciato il nostro alloggio partiamo alla volta di Caen che dista poco più di 40km. Entrati in città troviamo parcheggio nei pressi del porto canale. Prima visita della giornata è l’abbazia des Dames fatta costruire su di una collina al margine est della città dalla regina Matilde, da qui il nome Dame. Costruita in stile romanico, vi sono state applicate vetrate moderne non particolarmente belle, mentre la volta a ogiva è in stile gotico. Scendendo dalla collina ci dirigiamo verso il centro della città per visitare quello che resta del castello. All’interno delle mura, nello spazio lasciato libero dalle antiche costruzioni distrutte nel tempo, è stato realizzato il museo di arte moderna, che però non visitiamo. Dalla sommità dei bastioni si gode un buon panorama della città. Passeggiando per la via centrale, arriviamo fino all’abbazia des Hom, fatta costruire sul lato ovest della città dal Re Guglielmo il conquistatore nello stesso periodo dell’abbazia des Dames e per questo chiamata des Hom. A lato della chiesa sorgeva il monastero ora adibito ad uffici pubblici. Il complesso non risulta particolarmente interessante, vale pero la pena di una visita esterna.
Ripercorriamo a ritroso il nostro itinerario e ci fermiamo a visitare la chiesa di Saint Pierre, costruita giusto in fronte al castello. All’interno è allestita una mostra fotografica tematica, delle distruzioni subite da Caen durante i bombardamenti che precedettero lo sbarco alleato del 6 Giugno 44. Altra tappa quasi obbligata di Caen, è il Memorial (Ingresso + guida 15€), grande museo costruito appena fuori dalla città e che, attraverso documenti e filmati, ripercorre tutta la storia europea dalla fine della prima guerra mondiale fino ai giorni nostri. Personalmente sono rimasto un po’ deluso, dato che non eravamo dotati di un audio guida, le didascalie erano solamente in francese, per cui risulta piuttosto complicato decifrare i documenti esposti, gran parte dei quali interessano solamente i Francesi. Il Memorial, è stato la prima tappa del percorso che ci porterà nei prossimi giorni a visitare i punti più importanti dell’operazione Overlord, della quale è stato recentemente ricordato il 60° anniversario.
Uscendo da Caen, proseguiamo in direzione Nord lungo il fiume Orne. Raggiungiamo Bénouville, luogo di lancio della brigata aviotrasportata inglese Pegasus. La cittadina è nota per essere stato, il primo luogo del territorio Francese liberato dagli alleati la notte del 5 giugno 1944. Il luogo fu di notevole interesse strategico a causa del ponte, oggi rinominato Pegasus bridge, ponte mobile ancora oggi funzionante. La giornata volge al termine ed è ora di cercare un alloggio per la notte. Ci dirigiamo nell’entroterra, in direzione Bayeux, dopo varie peripezie e molte richieste a vuoto riusciamo a trovare un B&B vicino al cimitero americano a Colleville-sur-Mer. Per la cena ci affidiamo ad un ristorante a Port-en-Bessin, che, nonostante il temporale in corso, ci ospita in una piccola veranda all’aperto, buona la cena anche se un po’ umida.

Mercoledì 18 agosto 2004
Dopo un'ottima colazione, preparata dalla padrona di casa, ci dirigiamo verso il cimitero americano a Colleville-sur-Mer. Fortunatamente il temporale della sera precedente è terminato ma le nuvole restano minacciose e la temperatura rimane piuttosto bassa. Il Cimitero reso famoso dal film “Salvate il soldato Ryan”, si trova sulla collina subito dietro la spiaggia di Omaha Beach, uno dei due luoghi di sbarco del contingente americano, dove i combattimenti furono più sanguinosi. L’area occupata dal cimitero è stata donata al governo americano e da esso gestita, attraverso uno speciale ministero appositamente istituito. Lo scopo di questo ministero è la cura e la gestione di tutti i siti commemorativi americani sparsi nel mondo.
Risalendo la costa, in direzione di Port-en-Bessin, raggiungiamo la batteria costiera di Longues, nei pressi dell’omonimo paese. La batteria è composta da quattro buncher, in tre dei quali sono ancora presenti i cannoni; dalla direzione tiro posta alla sommità della scogliera, da diverse fortificazioni sotterranee oggi non più visibili. I cannoni furono catturati praticamente intatti a causa dei bombardamenti precedenti lo sbarco, che distrussero il quarto bunker e interruppero le linee di comunicazione. Di conseguenza i pochi colpi esplosi furono sparati a caso. Dalla sommità della scogliera si vede in lontananza quello che resta del porto artificiale di Arromanches, costruito dagli Inglesi per poter sbarcare i rifornimenti una volta consolidata la testa di ponte.
Arrivati in centro ad Arromanches, notiamo che a causa della marea i resti del porto non sono visibili, la tabella delle maree segnala la bassa per le ore 19, decidiamo di proseguire con il nostro programma e ritornare per tale orario. Ci dirigiamo verso Bayeux, prima visitiamo l’imponente cattedrale interessante a causa dell’insolito stile architettonico. Metà cattedrale fu realizzata in stile romanico e mezzo in stile gotico. I gusti e gli stili cambiano col passare dei secoli!. Una delle attrazioni più note di Bayeux è la Tapiseri, un arazzo di 70mt di lunghezza che narra le gesta di Guglielmo il conquistatore. L’arazzo venne ricamato da sua moglie durante i lunghi anni delle battaglie tra francesi e inglesi. L’arazzo è conservato in un museo (ingresso 7.40€) suddiviso in due sale:
La prima contenente riproduzioni dell’arazzo e relative spiegazioni, purtroppo solamente in francese e inglese, funge da anticamera, e una seconda dove è contenuto l’arazzo vero e proprio. L’arazzo, completamente srotolato, protetto in una bacheca di vetro, crea un percorso circolare che, assieme all’audio guida compresa nel prezzo, rappresenta un sistema molto intelligente per gestire i visitatori anche in caso di notevole afflusso. L’audio è uguale in tutte le lingue quindi non si formano rallentamenti e la visita prosegue tranquillamente. Uscendo dalla città, visitiamo uno degli innumerevoli musei dedicati allo sbarco ( ingresso 5.50€). All’interno sono conservati materiali, attrezzature, mezzi e documentazione appartenuti ai due schieramenti.
Le nuvole hanno lasciato il posto al sole ma il vento è aumentato, ci dirigiamo a Port-en-Bessin per vedere la bassa marea nel porto con la buffa scena delle barche lasciate in secca. E’ ora di tornare ad Arromanches dove grazie alla bassa marea sono affiorati alcuni resti del porto artificiale. Le strutture realizzate dagli inglesi non erano altro che cassoni di metallo e cemento realizzate a compartimenti stagni galleggianti, grazie a questa ingegnosa idea il porto risultava adattabili alle grandi variazioni della marea. I vari cassoni vennero collegato tra loro da ponti metallici che arrivavano fino nel centro del paese. Per la cena ci affidiamo ad uno dei numerosi ristoranti situati sul lungomare.

Giovedì 19 agosto 2004
Dopo colazione lasciamo per l’ultima volta il B&B che ci ha ospitato per due notti. Direzione penisola del Cotentin, secondo punto di sbarco americano. Dopo poco più di 10 KM da Colleville-sur-Mer ci fermiamo a visitare Point Hok. Un’alta scogliera su cui era posizionata una batteria costiera Tedesca, ritenuta molto pericolosa e per questo attaccata dai rangers americani che, dovendo scalare l’alta parete, subirono gravi perdite. Purtroppo una volta conquistata la vetta si accorsero che i cannoni non erano altro che riproduzioni in legno. Ancora oggi sulla sommità della scogliera sono visibili i buchi creati dal fitto cannoneggiamento navale che precedette lo sbarco.
Lasciato Point Hok ci fermiamo a Carentan, paese di grande importanza strategica nelle ore successive allo sbarco. Turisticamente parlando, a parte una piccola chiesa romanica non vi sono altre attrattive.
Da Carentan ci spostiamo sulla costa verso Utha Beach, secondo punto di sbarco americano e Km 00 della “Voie de la libertè” che porta idealmente fino a Parigi. Sulla costa, sono stati lasciati i reticolati di filo spinato e uno sbarramento realizzato con cavalli di Frisia. Nei pressi di uno dei varchi creati dagli Americani è stato realizzato un museo (ingresso 3.80€), contenente oltre ad alcuni mezzi, diverse ricostruzioni in scala delle fasi di sbarco.
Lasciata la costa ci dirigiamo nell’interno a Sainte-Mère-Église luogo di lancio della 101° divisione aviotrasportata americana. Nella cittadina tutto ricorda la notte del 5 Giugno 1944, sul campanile della chiesa è ancora appeso un fantoccio a ricordo di uno sfortunato militare, lì rimasto appeso la notte del lancio, le cui gesta sono ricordate all’interno del museo (Ingresso 4€). Il museo costruito a poca distanza dalla piazza principale, realizzato a forma di paracadute e interamente dedicato agli “scrimin eagles”, contiene, oltre a documentazione e materiali anche un aereo e un aliante.
Usciti dal museo ci rechiamo all’ufficio turistico per cercare un alloggio, molto gentilmente ci viene prenotata una camera presso la casa di una signora a pochi chilometri dal centro della città. Risolto il problema alloggio proseguiamo il programma della giornata dirigendoci verso Nord a Pointe de Barfleur dove si trova uno dei fari più alti di Francia e sul quale è possibile salire. L’ingresso costa 2€, salendo una ripida scala a chiocciola di 395 gradini, giungiamo sulla sommità dove soffia un vento incredibile.
A poca distanza dal faro si trova il paese di Gatteville-le-Phare, piccolo porto di pesca. Bella la piccola chiesa e le viuzze del borgo. Torniamo verso sud lungo la costa fino ad Utha Beach. Leggiamo sulla carta, che poco più avanti dovrebbe esserci un oasi naturale che dovrebbe offrire una bella vista della costa. Trovata l’osai, che offre vari punti di osservazione ornitologica, rimaniamo delusi dal panorama tutt’altro che spettacolare.
Torniamo ad Utha Beach; a poca distanza dal museo, visitato in precedenza, notiamo un punto panoramico su una duna, sulla cui sommità è stata ricavata una piazzola da cui si possono individuare i punti di approdo della flotta alleata. Durante il ritorno verso Sainte-Mère-Église, approfittiamo di uno dei tanti ristoranti che incontriamo lungo la strada per la cena.

Venerdì 20 agosto 2004
Lasciamo la nostra simpatica ospite e ci dirigiamo verso uno dei luoghi più famosi di Normandia. Le Mont-Saint-Michel. La distanza da coprire è di circa 120 km che percorsi su strada normale ci impegnano quasi tutta la mattinata. Arrivati nei pressi dell’abbazia, ci occupiamo subito di trovare un alloggio che fortunatamente troviamo velocemente e a poca distanza, nella dependance di una grande fattoria.
Sistemati i bagagli in camera ci dirigiamo verso il parcheggio dell’abbazia, dove arriviamo verso le 11 (Ingresso 4€). Dopo una breve attesa riusciamo ad entrare nelle mura della città, la parte bassa del monte è dedicata alle attività commerciali, nelle piccole viuzze che salgono sui fianchi della rupe sono ammassati negozi di ogni genere, ristoranti e alberghi. Ci dirigiamo subito verso l’abbazia che è situata sulla sommità del monte. Dopo una nuova breve fila entriamo nella sala delle guardie dove si trova la biglietteria ( ingresso 7€) è anche disponibile una audioguida per due persone al prezzo di 4+1.50€. L’audioguida è necessaria, ma particolarmente scomoda a causa dei cavi delle cuffie piuttosto corti, la nostra oltretutto funzionava anche male, l’audio và e viene.
La visita occupa un paio di ore, passando per diverse sale e terrazze da cui si gode una stupenda vista della baia. La bassa marea raggiunge il culmine attorno alle 14.
Terminata la visita al complesso, percorriamo gli spalti, dove veniamo sorpresi da un forte temporale. Fortunatamente ci ripariamo in uno dei bastioni fortificati che proteggevano l’ingresso della città. Nei numerosi negozi si trova di tutto, ne approfittiamo per acquistare le “Palet Bretoni”, ottimi biscotti fatti con il famoso burro salato tipico del nord della Francia. Finito il temporale usciamo dalle mura per fare alcune foto, ma veniamo nuovamente interrotti dalla pioggia. Ci rifugiamo in macchina e ci dirigiamo verso la parte opposta della baia per ammirare il monte da un angolazione diversa. Il tempo è ancora brutto e si è alzato un freddo vento molto fastidioso, la vista sarebbe bella se il tempo non fosse così inclemente. Torniamo verso il monte per cenare, aspettare il tramonto e realizzare qualche foto con il buio. Dopo cena ci portiamo al limite del parcheggio riservato ai camper ma il vento è talmente forte e freddo che dopo poco decidiamo di rinunciare e rientrare in camera.

Sabato 21 agosto 2004
Dopo colazione partiamo per la prima giornata in Bretagna. Prima tappa Cap-Frehel, una bellissima scogliera a picco sull’oceano. Sulla sommità della scogliera sorge un piccolo faro che in alcuni periodi dell’anno è anche visitabile. Grazie alla bella giornata ventosa, ma soleggiata, godiamo di un ottima vista sull’oceano e sulla scogliera.
A poca distanza dal faro si trova Fort la Latte, un bel castello costruito su di uno sperone roccioso a strapiombo sul mare, facente parte della prima cerchia difensiva di Saint-Malo. La funzione del forte era di avvistare in anticipo eventuali attacchi da parte dei pirati o della flotta inglese durante la guerra dei 100 anni. Per accedere al forte si attraversa un parco da dove, a tratti, attraverso la bassa vegetazione tipica delle coste ventose del nord, si può ammirare il forte realizzato in pietra bianca che crea un piacevole contrasto con il blù dell’oc. Arrivati alla porta principale della costruzione, si entra nella prima cerchia di mura dove è situata la biglietteria (4.10€). Per accedere al corpo centrale, costruito su di un isolotto, si devono attraversare un ponte levatoio e una porta fortificata. All’interno del forte il palazzo principale è privato, quindi non visitabile, mentre sono accessibili gli spalti e il mastio principale, teatro per altro di una piccola rievocazione storica. Lo spettacolo è organizzato dall’associazione che si occupa del restauro e della salvaguardia del luogo. Il punto più scenografico è la cupola del mastio principale, raggiungibile attraverso una ripida scaletta in pietra, ricavata nel tetto. Dalla cima si gode un ottima vista sulla costa: a destra verso Saint-Malo, a sinistra verso Cap-Frehel di cui si scorge in lontananza il faro.
Lasciato Fort la Latte ci dirigiamo verso Saint-Malo. Prima tappa il “Fort de la Cité”, costruito sulla collina alle spalle del porto e utilizzato anche durante la II guerra dai tedeschi per proteggere la città. All’interno del forte non vi è nulla da visitare a parte un piccolo memorial dedicato alla guerra, anche la vista panoramica non è delle migliori.
Scendiamo verso il centro città per visitare Fort National, a causa della sua posizione è raggiungibile solamente con la bassa marea. Raggiunto il forte situato nella baia di fronte alla città (Ingresso 4€), la guida ci porge un opuscolo in Italiano recante una striminzita narrazione delle vicende storiche legate al forte durante la guerra tra Francia e Inghilterra. Molto bello il panorama che si gode della città e della baia.
Terminata la visita al forte facciamo un giro per gli spalti e per il centro della città, visita un po’ superficiale a causa dello scarso tempo a nostra disposizione. Nel tornare verso Le Mont-Saint-Michel, dove abbiamo ancora l’alloggio, percorriamo la strada costiera e ci fermiamo in vari punti panoramici sulle scogliere della costa atlantica. Ci fermiamo a visitare uno strano luogo presso Rothéneuf, si tratta di una scogliera interamente scolpita da un frate, che nel corso degli ultimi 25 anni della sua vita vi ha impresso scene tratte dal vangelo (ingresso 2.5€). Per la cena ci affidiamo ad uno dei ristoranti situati lungo la strada che porta all’abbazia.

Domenica 22 agosto 2004
Lasciamo per l’ultima volta l’alloggio nei pressi di Le Mont-Saint-Michel per percorrere un pezzo della costa bretone, la giornata servirà soprattutto come trasferimento. Attorno alle 13.00 ci fermiamo a Saint-Brieuc per pranzare e per una breve visita alla Cathédrale Saint-Étienne. A pranzo assaggio il famoso sidro, succo di mela fermentato con un sapore molto acido, non mi è piaciuto molto.
Lasciato Saint-Brieuc seguendo la costa, raggiungiamo l’Abbazia di Beauport, un antico centro monastico molto importante attorno all’anno 1000, poi lentamente abbandonato. Oggi dopo varie opere di restauro e consolidamento, in una prima ala è stato ricavato un piccolo museo e la biglietteria, mentre la chiesa e i dormitori sono diroccati e senza tetto. I curatori del luogo hanno anche cercato di ripristinare l’antica piantagione di mele, contenente varie specie che venivano usate dai monaci per la produzione di sidro.
Lasciata l’abbazia cominciamo a cercare un alloggio che troviamo abbastanza agevolmente in un elegante casa. Ci viene affittata una grande camera con sala da thè e bagno. Sistemati i bagagli ci dirigiamo verso Pointe-de-l'Arcouest da dove si ha una bella vista sulle isole di Brehat e da dove partono anche i traghetti per raggiungerle. Dopo una breve passeggiata ceniamo e rientriamo in camera per riposare.

Lunedì 23 agosto 2004
La giornata prevede la visita alla costa di granito rosa. Lasciata la casa dopo colazione ci dirigiamo verso Tréguier per visitare la cattedrale e il chiostro in stile gotico, in questa zona cominciano i tipici campanili bretoni molto alti, affusolato e pieni di aperture decorative (ingresso 4.5€).
Proseguiamo verso la costa. Ogni accesso al mare è un punto panoramico ricco di scogli e scorci suggestivi. Il tempo è nuvoloso e con un forte vento freddo che rende il paesaggio ancora più affascinante. Ci dirigiamo verso Ploumanach, uno dei punti più famosi della costa bretone con la sua scogliera di granito rosa e il bel faro costruito ai primi dell’’800. Fortunatamente le nuvole che ci avevano accompagnato fino a questo momento, si sono aperte, lasciando spazio ad un bel sole che riscalda un ambiente reso gelido dall’immancabile vento. La costa si estende per diversi chilometri con scorci naturali veramente stupendi.
Lasciamo la costa nel primo pomeriggio e ci dedichiamo alla ricerca di un alloggio. La ricerca risulta particolarmente complicata dato che le camere in affitto sono veramente poche e difficili da trovare, riusciamo nell’impresa nei pressi di Plouézoch avvistando un piccolo cartello giallo con la scritta B&B. Veniamo ospitati a casa di due anziani signori che destinano 3 camere della loro abitazione ai turisti.
Sistemati i bagagli ci dirigiamo verso Morlaix dove, nel piccolo centro, sono ancora visibili alcune case tipiche della regione dette a “lanterna”, così chiamate a causa della particolare forma delle pareti, ricoperte di piccole tegole di pietra o legno e spesso molto colorate. Interessante anche la piccola chiesa con il suo aguzzo campanile in stile gotico bretone. Data l’ora tarda approfittiamo di uno dei ristoranti del centro per cenare poi rientriamo verso il nostro alloggio.

Martedì 24 agosto 2004
Mattinata piovosa, la giornata prevede la visita ai famosi complessi parrocchiali. Si tratta di strutture elaborate nel corso degli anni, composte da diverse statue posizionate attorno ad una croce di pietra, erette nel sagrato delle chiese ritraenti scene tratte dal vangelo.
St.Thegonnec è un piccolo paese a qualche chilometro da Morlaix. La sua chiesa costruita nel centro del paese ha nel sagrato un complesso parrocchiale molto elaborato e di ottima fattura. Nel resto del paese non vi è molto altro di interessante da visitare. Ci spostiamo a Guimiliau, un altro complesso parrocchiale, probabilmente uno dei più grandi, composto da più di 200 statue. La chiesa come quella di St. Thegonnec è molto bassa, interno in legno intagliato, dipinto con volta a botte.
La giornata è ancora brutta e piovosa, rinunciamo a visitare Brest che non ci pare troppo interessante, oltretutto per visitare l’arsenale della marina bisogna avere la cittadinanza francese. Ci portiamo verso Pointe-du-Raz, uno dei punti più famosi della Bretagna con i suoi innumerevoli fari. La giornata è molto scura e soffia un fortissimo vento gelido, fortunatamente ha smesso di piovere. Il parcheggio è separato dalla scogliera da una prateria, a causa del forte vento che la spazza incessantemente è ricoperta da bassi cespugli. Il tragitto può essere percorso tramite la strada pedonale o utilizzare una carrozza trainata da cavalli. Il percorso è abbastanza protetto dal vento ma una volta arrivati in prossimità della scogliera il vento è veramente forte e freddo. Sulla sommità della scogliera sorge una statua dedicata alla Madonna protettrice dei navigatori. Scendiamo lungo la scogliera fino al punto estremo, da dove, si possono vedere due fari costruiti su due piccoli isolotti nel mezzo dello stretto, spesso investiti da forti mareggiate. Al largo si intravede Île de Sein, un'altra isola su cui sono costruiti diversi fari necessari ad avvisare le imbarcazioni dei numerosi scogli che si trovano nello stretto.

Mercoledì 25 agosto 2004
Prima tappa della giornata, il faro di Eckmuhl a Saint-Guénolé. Si tratta di uno dei più alti fari di Bretagna. Sfortunatamente troviamo chiuso a causa del mal tempo dei giorni passati e del forte vento che ancora soffia. Lasciamo la costa per dirigerci nell’entroterra fino a raggiungere Quimper famosa soprattutto per le ceramiche dipinte a mano. Degni di nota sono il bel centro storico e la cattedrale, che purtroppo troviamo impalcata e in fase di restauro.
Terminata la visita alla città e agli spacci di ceramica, molto bella ma anche estremamente costosa, ci dirigiamo verso Concarneau. Cittadina abbastanza grossa in riva all’oceano, interessante la cittadella realizzata su di un isolotto a poca distanza dalla riva ad essa collegata da un ponte. Grazie ad un efficiente sistema di bus navetta gratuiti, è possibile parcheggiare lontano dal centro e dalla confusione per poi farsi comodamente trasportare fin davanti all’ingresso della cittadella. All’interno delle mura si trovano diversi negozi e ristoranti. Passeggiando per le strette viuzze, si incontrano, in prossimità dei punti di maggiore interesse, tabelle esplicative della funzione e della storia del luogo. Da non perdere la passeggiata sugli spalti che con 0.80€ permette di godere della vista sul porto da un lato e sulla città dall’altro.
Lasciata la cittadella ci allontaniamo anche da Concarneau senza ulteriori visite a causa della pioggia. Il viaggio prosegue lungo la costa per visitare alcuni siti che la nostra carta segna come panoramici. Percorrendo la D1, passando per il paese di Tregunc, arriviamo nei pressi di Trevignon, dove, su di una scogliera, è stato costruito un piccolo faro da cui si gode una buona vista sulla costa e sull’oceano. Proseguiamo in direzione di Port Manech, piccolo paese costruito alla confluenza di due stretti golfi. Sulla sommità del capo è stato costruito un faro raggiungibile con un bel sentiero che, partendo dal porto del paese, permette di girare attorno alla scogliera.
Lasciamo la costa e ci dirigiamo verso Pont-Aven, famoso per essere stato frequentato da molti pittori e per questo vi si trovano diverse gallerie d’arte. Il paese è interamente percorso da canali artificiali, che in passato servivano diversi mulini ad acqua per la lavorazione delle granaglie. Dato l’orario ne approfittiamo per cenare prima di tornare verso l’alloggio precedentemente prenotato presso una famiglia vicino a Tregunc.

Giovedì 26 agosto 2004
La giornata prevede la visita della penisola del Quiberon. Dopo aver visto alcune cartoline però, decidiamo di fare una deviazione nell’entroterra a Le Faouet, per visitare la chiesa dedicata a Santa Barbara. Costruita nel mezzo di una foresta, la chiesa è piuttosto piccola, ma molto caratteristica. Eretta in un avvallamento a ridosso di una parete rocciosa che ne occulta la vista, è insolitamente realizzata con una profondità molto inferiore alla larghezza. Il luogo molto famoso nell’’800, è stato ritratto anche da un famoso pittore.
Lasciata la chiesa, ci dirigiamo nel paese di Le Faouet per visitare il mercato coperto, struttura sostenuta da possenti colonne, utilizzata in passato come ricovero per gli animali durante il mercato del bestiame. Appena fuori il centro abitato si trova una altra chiesa in classico stile bretone con gli alti campanili aguzzi e un affresco interno di fattura medioevale.
Torniamo a fare rotta per la costa in direzione di Carnac, il sito megalitico più grande del mondo. Purtroppo l’accesso è vietato a causa del numero sempre crescente di turisti che metterebbe a rischio la stabilità dei menhir. La visita è possibile solamente dalla recinzione esterna, da dove si può ugualmente ammirare l’allineamento delle grosse pietre.
Lasciato Carnac ci dirigiamo nella penisola del Quiberon, una stretta lingua di terra che si estende per alcuni chilometri nel mezzo dell’oceano. L’attrazione del luogo è soprattutto paesaggistica, non vi è nulla da visitare, se non un memorial all’interno della fortezza dell’esercito francese, ancor oggi base operativa, che ne consente l’accesso solamente all’area monumentale. L’area ricorda i fatti risalenti alla seconda guerra mondiale quando in questo luogo vennero uccisi diversi patrioti francesi.
Nell’area della penisola l’offerta di camere è veramente scarsa per non dire inesistente dobbiamo per tanto prenotare un alloggio in un hotel. Sistemati i bagagli ne approfittiamo per visitare la Côte Sauvage, interessante soprattutto nella parte Ovest verso il mare aperto, un alta scogliera sormontata da una bellissima strada panoramica dove è anche possibile trovare innumerevoli piazzole per camper. Per la cena ci fermiamo nel centro di Quiberon, cittadina balneare che in certi tratti ricorda le città della costa romagnola.

Venerdì 27 agosto 2004
Lasciamo l’hotel dopo colazione per spostarci verso Locmariaquer, altro importante sito megalitico. La zona è protetta per la presenza di una tomba contenente graffiti, detta “la table du mercant” e il “Menhir brisè” un alto menir caduto e rotto in quattro parti già conosciuto all’era dei romani. L’accesso al sito comprende oltre alla visita dell’area anche la visita al piccolo museo, contenente soprattutto fotografie e rilevamenti delle opere di ricerca e restauro svolte negli anni.
Terminata la visita ci dirigiamo a Sainte-Anne-d'Aurey per visitare la basilica dedicata appunto a S.Anna. La Basilica è piuttosto grande e in uno stile baroccheggiante, costruita all’interno di una grande area verde dove trovano posto diverse altre strutture dedicate ai ritiri spirituali e al ricovero dei pellegrini. All’interno del parco è anche stato costruito un mausoleo con la tomba dedicata al milite ignoto di tutte le guerre. Nella cittadina è anche possibile visitare un museo inerente la produzione del sidro, mentre nella maggior parte dei negozi trovano posto souvenir religiosi.
Come ultima tappa del nostro viaggio visitiamo Vannes, città ancora in parte cinta da mura e con degli interessanti lavatoi medioevali, costruiti lungo uno dei canali che forniva acqua alla città. Da visitare il centro città, con le sue splendide case a lanterna dipinte di vari colori e la Cathédrale Saint-Pierre stretta tra le case in una piccola via del centro.
Purtroppo la pioggia ci costringe ancora una volta a terminare la giornata anzitempo, ne approfittiamo per acquistare una selezione di prodotti tipici: le “Palet bretoni” ottimi biscotti realizzati con il burro salato, una piccola varietà di vini tra cui “le Muscadet” vino bianco tipico della zona ottimo con il pesce. Per la notte avevamo in precedenza prenotato, presso l’agenzia turistica di Vannes, una camera presso una signora alcuni chilometri verso la costa.

Sabato 28 agosto 2004
Tappa di trasferimento per rientrare in Italia. Decidiamo di prenderla con calma e attraversare la Francia senza preoccuparci troppo di utilizzare autostrade. Costeggiamo la valle della Loira passando per Angers, Tours, Clermont-Ferrand fino ad arrivare a Lione. Troviamo alloggio per la notte in un albergo di una delle innumerevoli catene presenti in Francia.

Domenica 29 agosto 2004
Ultimo giorno e ultimi chilometri da percorrere per rientrare a casa, torniamo ad attraversare il Monte Bianco (pedaggio 29.30€) e rientriamo a Montecchio E. a metà pomeriggio.

2 commenti in “Le bellezze di Normandia e Bretagna
  1. Avatar commento
    Piero Giorgianni
    29/07/2009 17:06

    vorrei visitare questa regione ma ho a dispozione solo 5 giorni; pertanto vorrei un viaggio piu ridotto focalizzando i migliori posti da vedere

  2. Avatar commento
    rossana
    01/03/2007 20:37

    mi è venuta voglia di andare...deve essere stato poetico!

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