I dintorni di Vicenza, tra mete di grande fascino

Monte Berico, le Ville del Palladio, Maròstica, Bassano: esempi delle bellezze della provincia veneta per invogliare alla scoperta

Ero già stato a Vicenza, anche se le prime volte risalgono a ormai 35 anni fa.
Avendo svolto nove mesi di servizio militare a Portogruaro, di tanto in tanto - in qualità di graduato - mi capitava di essere inviato in piccole missioni giornaliere proprio a Vicenza, dove aveva sede il Comando della Terza Brigata Missili, da cui il mio Battaglione dipendeva. Rammento che sbrigavo l'impegno (la consegna di documenti) in pochi minuti e potevo dedicare il resto della giornata a girare in città. A quell'epoca - ma soprattutto a quell'età - non ero particolarmene interessato a turismo, arte, cultura e il solo aspetto che apprezzavo era godere qualche ora svincolato dalla monotona vita di caserma; però trovavo Vicenza molto gradevole per una ben percepibile atmosfera positiva e me ne rimase un ottimo ricordo.
Dopo un vuoto di alcuni decenni, la città rientrò nella mia vita in seguito all'incontro con Gabriele Poli e al "gemellaggio" tra i suoi progetti di "Magie delle Ande" e Ci Sono Stato. Ma devo la conoscenza più approfondita all'ospitalità e alla disponibilità di Sangiopanza, che mi ha guidato per Vicenza e nei dintorni in tre giornate di fine giugno 2005 (ahimé insolitamente torride) veramente piacevoli e ricche di spunti interessanti.
Il suo istruttivo resoconto sul capoluogo, nel quale da anni vive dopo avere girato mezza Italia, è già stato apprezzato su queste pagine (vedi Links), quindi mi limiterò a riferire dei dintorni, in particolare di quattro siti davvero significativi che ho visitato.Al Santuario di Monte Berico - ubicato a sud del centro cittadino - con il piazzale antistante che offre un vastissimo panorama, si accede imboccando dai pressi della stazione ferroviaria il lungo viale X Giugno affiancato per 700 metri da un elegante portico con cappelle.
Gli altri tre luoghi di visita sono tutti ubicati a nord del capoluogo e i rispettivi percorsi hanno in comune il tratto fino a Dueville, raggiunta via autostrada o seguendo la statale n. 248.
Prendendo, poco oltre Dueville, il bivio per Breganze sulla sinistra, si raggiunge la Villa Godi Malinverni. Verso destra, invece, si segue integralmente la statale 248 fino a raggiungere Maròstica e poco oltre Bassano del Grappa, situate rispettivamente a 28 e 35 km. da Vicenza.IL SANTUARIO DI MONTE BERICO
Come accadde per tanti luoghi culto della Cristianità, l'edificazione della Chiesa è legata a un fatto miracoloso. In questo caso, bisogna risalire agli anni tra il 1425 e il 1428, cioè un evento che periodicamente funestava tutta l'Europa: la peste.
Proprio su Monte Berico si manifestò un intervento divino con due apparizioni della Vergine, il 7 marzo 1426 e il 1° agosto 1428, ad una contadina, Vincenza Pasini: ella riferì la richiesta della Madonna, che prometteva la fine della pestilenza, se in quel luogo fosse stata costruita una chiesa a lei dedicata. Ciò avvenne in pochissimi mesi, cosicché il tempio - per il momento molto semplice, a vano unico - fu ultimato nel 1430.
Seguirono ampliamenti, di cui il principale quello seicentesco, con l'affiancamento al vano rettangolare del tempio gotico di un edificio a pianta quadrata con cupola centrale.
Tra le opere d'arte custodite all'interno, la statua quattrocentesca della Madonna della Misericordia, la Cena di San Gregorio Magno dipinta da Paolo Veronese nel 1572 per il refettorio dei Frati, il Battesimo del Cristo di Alessadro Maganza del 1591, più una grande quantità di ex-voto di gusto popolare a ricordo di eventi miracolosi attribuiti alla Madonna.

LA VILLA GODI MALINVERNI
E' ubicata nel comune di Lugo di Vicenza, a 25 chilometri dal capoluogo.
Si tratta della prima Villa realizzata nel 1542 da Andrea Palladio, l'architetto che più di ogni altro ha improntato l'urbanistica della provincia vicentina (e non solo). Situata su un colle che domina la Val d'Astico, è un complesso di grande equilibrio tra l'ambientazione esterna e il corpo di fabbrica. L'edificio è circondato da giardini all'inglese arricchiti da statue, mentre sul retro si estende un vasto parco con alberi secolari, laghetti e oltre un chilometro di viali.
La Villa, sviluppata su tre piani, comprende nove ampi saloni affrescati e arredati con mobili originali del XVII e XVIII secolo, tutti differenti e contraddistinti da nomi evocativi, quali ad esempio "Sala dell'Olimpo", "Sala dei Trionfi", "Sala delle Muse e dei Poeti", "Sala di Venere", oltre a una loggia che regala un bellissimo panorama sulla vallata; inoltre, i locali della vita quotidiana, ivi compreso il "cucinone" cinquecentesco, considerato uno tra i più rappresentativi dell'epoca.
Di grande interesse è l'ala della Villa adibita a Museo dei Fossili, che annovera 352 differenti specie di piante della zona e un pezzo assolutamente unico: un fossile di foglia di palma estratto nel 1863 dal letto del torrente Chiavon considerato, con i suoi nove metri, il più lungo esistente al mondo.
La Villa è oggi adibita a congressi, manifestazioni, convegni, cerimonie; è tuttavia visitabile da marzo a novembre nei giorni di martedì, sabato e domenica con orari variabili tra le 14 e le 19. Informarsi al telefono 0445.860561.
Nel nostro caso si è trattato di un colpo di fortuna: non essendo giorno di visita, la Villa era stata aperta su prenotazione per una comitiva di Francesi che stavano uscendo proprio al momento del nostro arrivo, ma la custode ci ha consentito di entrare, con la sola raccomandazione di chiudere il cancello al termine della visita. Un ottimo esempio di disponibilità che mi piace riferire.

MARÒSTICA
Prima tappa d'obbligo della visita non può essere che la Piazza Castello, al cui centro spicca la scacchiera su cui si disputa la partita in costumi quattrocenteschi. La storia è nota: nel 1454 i nobili Rinaldo d'Angarano e Vieri da Vallonara si innamorarono entrambi di Lionora, figlia di Taddeo Parisio castellano di Maròstica e si sfidarono a duello. Ma Taddeo vietò lo scontro d'armi decretando che avrebbe ottenuto la mano della figlia il contendente che avesse vinto una partita al "nobile gioco" degli scacchi. A ricordo dell'episodio, nel secondo fine settimana di ogni anno pari si svolge la partita con figure viventi, in un coloratissimo contorno di oltre 550 personaggi in costume dell'epoca.
Piazza Castello è anche l'ideale punto di avvio della visita: su di essa domina il cosiddetto "Castello da basso", un quadrilatero di circa 40 metri di lato, con merlature e loggiati su un suggestivo cortile interno con pozzo. Passato attraverso ripetuti adattamenti e manomissioni, è oggi sede del Municipio, con le sale del piano terra spesso adibite a spazio espositivo.
Una cerchia di mura collega l'edificio alla Rocca (o "Castello superiore") sul monte Pausolino, a 256 metri di quota rispetto ai 102 della Piazza inferiore; la Rocca fu edificata come fortezza difensiva all'epoca della dominazione scaligera, verso al fine del Trecento. Dopo un'alternanza di ristrutturazioni e lunghi periodi di degrado, oggi è parzialmente riconvertita a ristorante, con un vasto panorama sull'area dei Colli Berici.
Una passeggiata lungo le stradine che si diramano da Piazza Castello, magari completata con un giro lungo i due chilometri della cerchia di mura, è vivamente raccomandata per una serie di scorci caratteristici e per la suggestione trasmessa dal prevalente uso di laterizi in cotto nelle porte cittadine, nei torrioni e nei palazzi nobiliari.
Tra gli eventi - periodici od occasionali - oltre all'arcinota Partita a Scacchi, la città offre nel corso dell'anno un fitto calendario di iniziative, tra cui spiccano la Sagra delle ciliegie nell'ultima domenica di maggio, le tre settimane di "Maròstica in Jazz" a cavallo tra giugno e luglio, gli spettacoli all'aperto di "Maròstica Estate" nell'ultima settimana di luglio. Per il dettaglio, si consulti il sito Maròsticaeventi.it citato nel links.

BASSANO DEL GRAPPA
Bassano è una delle cittadine più piacevoli della provincia vicentina, oggi un bel mix tra tradizioni, arte, storia e cultura con una imprenditorialità di prim'ordine. Girando con calma per le sue strade, si possono individuare testimonianze medievali (in particolare la cinta muraria) e architetture del periodo veneziano di grande rilievo.
Prima attrattiva fra tutte è il Ponte Vecchio, familiarmente anche definito Ponte degli Alpini per la presenza, appunto, del Museo degli Alpini sull'estremità ovest e per la nota canzone che, con quei versi "Sul Ponte di Bassano noi ci darem la mano", simboleggiò in un certo senso la fine della Grande Guerra che tanto duramente aveva coinvolto la città e tutta la zona del Monte Grappa. Il Ponte è considerato il vero simbolo di Bassano, lungo 64 metri e largo 8, coperto da una tettoia che poggia su due file di 19 colonne. La struttura fu più volte rinnovata, restando però sostanzialmente fedele al progetto originario di Andrea Palladio del 1569.
Il principale spazio di aggregazione è la piacevole Piazza della Libertà, dominata dalla facciata neoclassica della chiesa di San Giovanni Battista, del XIV secolo ma rifatta nel settecento, dalla Loggia del Comune con il grande orologio e dal Palazzo municipale.
Da citare anche la Chiesa di Santa Maria delle Grazie, la Pinacoteca con belle opere di Jacopo, Francesco e Leandro da Bassano, il Castello Superiore e il Duomo, che - nella parte più elevata dell'abitato - costituiscono il nucleo originario della città.
Ma Bassano significa anche - come detto - eccellente imprenditorialità, con l'industria della ceramica e mobiliera, nonché buoni sapori e produzioni tipiche di qualità elevata: basti citare, ad esempio, gli asparagi bianchi ma soprattutto la Grappa, con marchi quali Nardini e Poli che non hanno bisogno di presentazione.
Un'impronta "golosa" che fa da degno corollario ad un itinerario già splendido!"Sul ponte di Bassano", una canzone simbolo!
Sul ponte di Bassano
là ci darem la mano, là ci darem la mano
ed un bacin d'amor, ed un bacin d'amor, ed un bacin d'amor.
Per un bacin d'amore
successe tanti guai, non lo credevo mai
doverti abbandonar, doverti abbandonar, doverti abbandonar.
Doverti abbandonare
volerti tanto bene, è un giro di catene
che m'incatena il cor, che m'incatena il cor, che m'incatena il cor.
Che m'incatena il cuore
che m'incatena il fianco, non posso far di manco
di piangere e sospirar, di piangere e sospirar, di piangere e sospirar

Un commento in “I dintorni di Vicenza, tra mete di grande fascino
  1. Avatar commento
    ueaqrvg thcgenvz
    27/08/2007 12:27

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