Praga e Repubblica Ceca

La magia della “città d’oro” ma anche altre mete di un Paese tutto da scoprire!

In pochi altri casi penso si possa avvertire il senso dei mutamenti intervenuti in una nazione, rivista a distanza di tempo, quanto in quelle del blocco sovietico prima e dopo l'abbattimento del muro di Berlino. Tenendomi alla larga da considerazioni politiche che non ho cognizione né autorità per esporre, in questo resoconto cercherò di evidenziare, alla luce della mia esperienza, le differenze tra la Praga del 1978 (in assoluto il mio primo viaggio all'estero, un gruppo improvvisato di due amici e tre amiche) e quella rivisitata quasi vent'anni dopo.

IL PRIMO VIAGGIO
Dopo una sosta di un giorno a Vienna per una sommaria visita, il treno varcò la frontiera austro-cecoslovacca di Gmund intorno a mezzogiorno del lunedì. Nella lunghissima sosta i poliziotti, educati ma rigorosamente formali, ci fecero compilare un modulo interminabile, con voci che andavano dai dati personali ai motivi circostanziati del viaggio, dalle eventuali pendenze per motivi politici al contenuto dei nostri bagagli, dall'itinerario che intendevamo percorrere alle matricole delle nostre macchine fotografiche. Ci praticarono anche il cambio della valuta da dollari in corone, per un ammontare prefissato di circa quindicimila lire al giorno (come vedremo, ce ne sarebbe stato d'avanzo), raccomandandoci di conservare tutte le ricevute che ci sarebbero state richieste al ritorno insieme con il resto del danaro non speso.
Giunti alla stazione di Praga, il primo passaggio obbligato fu la Cedok, l'Agenzia di stato, vero e proprio Grande Burattinaio che gestiva la permanenza di ogni turista in Cecoslovacchia, alla quale era d'obbligo notificare il proprio arrivo. Un'altra norma prevedeva anche l'assegnazione dell'albergo, ma in realtà (dovevamo avere un'aria perbene!) ci fu concesso di sceglierlo noi, con l'impegno però di darne immediata comunicazione. Ci orientammo così, per i previsti quattro pernottamenti, sul Beranek, uno di quegli enormi hotel di stato di dieci piani (peraltro di ottimo conforto) a un prezzo per noi irrisorio ma inavvicinabile per qualunque medio lavoratore praghese.
In questo viaggio-flashback, funzionale al racconto di quello di vent'anni dopo, non toccherò la parte turistica, ma voglio più che altro evidenziare le atmosfere che in quegli anni pervadevano la città e la sua vita quotidiana.
Non tardammo a renderci conto che il concetto imperante era la corruzione strisciante che improntava ogni ambiente e ogni azione (come dire: "Non si può fare, però…"). Risultò ad esempio che ben di rado venisse arrestato qualcuno dei numerosi cambiavalute clandestini nei portoni e agli angoli delle strade; per quanto ci concerneva, a che pro accaparrarsi danaro a un cambio quasi triplo di quello ufficiale, visto che poi non si sapeva come spenderlo e bisognava comunque far quadrare gli eventuali acquisti alla frontiera d'uscita?
I toni dominanti di Praga, città di straordinario spessore storico, ambientale, culturale e artistico, erano a quei tempi il grigiore e la trascuratezza, che consentivano appena di intravedere i passati fasti dell'Impero soffocati da decenni di mancate manutenzioni: l'intervento più evidente erano gli squarci sui muri delle cannonate della rivoluzione del 1968 rimasti tali e quali. A controbattere, c'era la vitalità della gente, in particolari i giovani, a rendere comunque piacevole il soggiorno.
Ricorderò sempre la piattezza della cucina (un tempo prelibata), con tutti i ristoranti che presentavano lo stesso monotono assortimento (lo avremmo ricordato ironicamente come "menù di stato"), scritto su ciclostilati assolutamente identici. Per quel che mi riguarda, mi arresi subito all'esagerato piccante di tutti i piatti, con l'eccezione di un bollito con patate e del prosciutto affumicato che costituirono il mio nutrimento per cinque giorni, insieme con i dolci (molto buoni ma limitati a quattro-cinque tipi, "di stato" anch'essi).
Ricordo anche i ragazzi che ci avvicinavano disposti a svenarsi per acquistare i nostri jeans; le sale da ballo (non mi sento di chiamarle discoteche), arredate da tavoloni in laminato verdolino in stile "mensa aziendale" in un guazzare di bicchieri di plastica e birra scadente, che chiudevano alle 22; le prostituite dal trucco pesante che tentavano pigri adescamenti con gli occidentali in Václavské Námestí (Piazza Venceslao).
Ricordo lo squallore dei souvenirs ("di stato" anche quelli), limitati alle statuette di San Venceslao in legno, ai quadretti in rame raffiguranti il panorama della città, alle ceramiche dozzinali, alle tristi bamboline in foglia di granoturco e a poche altre cianfrusaglie. E i celebrati cristalli di Boemia? Non ne vedemmo traccia: ci fu detto a mezze parole che si potevano acquistare nei negozi per stranieri dove si accetta solo valuta pregiata, ma anche di questi magazzini non ci fu verso di sapere qualcosa; evidentemente torniamo al già accennato discorso del "Non si sa, però…", dove il "però", concretizzato in una frusciante banconota verde puzzolente di capitalismo yankee, doveva essere la chiave per aprire tutte le porte. Noi ci fermammo al di qua.
Tornammo in Italia con sensazioni contrastanti ma con l'augurio che un cambiamento sostanziale potesse restituire la "Città d'oro" all'antico splendore.
Per fortuna accadde proprio così.

Come spostarsi

A Praga c'è una buona rete urbana e una metropolitana con tre linee e una quarantina di stazioni, limitata al centro ma efficiente (occhio alle scale mobili, velocissime!). Le strade extraurbane sono accettabili, anche se in certe zone lasciano un po' a desiderare per la qualità scadente del manto e per la manutenzione non frequentissima.

In cucina

La cucina privilegia la carne (mäso), sia di manzo (hovezi) che di maiale (veprové), in preparazioni piuttosto saporite. Le zuppe che spesso introducono il pranzo non sono molto fantasiose. I pesci più diffusi sono la carpa (kapr) e la trota (pstruh), seguite dal salmone (losos). Negli ultimi anni la cucina ha smussato certi sapori decisi e si è avvicinata ai gusti internazionali (non mi pronuncio se sia un bene o un male). A pasto si beve in prevalenza birra (pivo, eccellente!); il vino (vino) è consumato di preferenza nelle cantine (vinarna), che sono l'alternativa del dopo cena alle birrerie (pivarna).

Itinerario

Dal precedente viaggio sono cambiate parecchie cose. Innanzitutto non c'è più la Cecoslovacchia ma ci sono la Repubblica Ceca e la Slovacchia. La prima, suddivisa nelle regioni storiche della Boemia e della Moravia, è la meta del viaggio di due settimane che io e Lino abbiamo progettato.
La nostra scelta è stata di raggiungere Praga in treno, utilizzando il servizio diretto notturno da Venezia (non so se esista più), dedicare cinque giorni alla capitale spostandosi con i mezzi pubblici e a piedi, quindi affittare un'auto per un giro di dieci giorni attraverso la Repubblica Ceca.

1° - 5° giorno - PRAGA
Arriviamo a Praga alle otto del mattino. Scesi dal sottopassaggio ci imbattiamo in una piccola folla della quale subito non afferriamo il senso: si tratta di affittacamere, persone cioè che aspettano i treni internazionali per offrire sistemazione agli stranieri in arrivo. Data la difficoltà del linguaggio, tutti portano appeso al collo un cartello che riporta il prezzo richiesto in marchi, la posizione nella città e foto dell'esterno e dell'interno dell'alloggio proposto. Sulle prime rimaniamo perplessi, poi decidiamo per un cauto sondaggio interpellando un individuo che ci ispira una certa fiducia: il caso vuole che Ivan parli un buon inglese e che abbia sposato un'italiana, così accettiamo di farci condurre senza impegno con la sua auto a visionare la casa. Si tratta di un appartamentino tranquillo situato a un quarto d'ora di autobus dal centro e concordiamo quattro pernottamenti al prezzo di circa quindicimila lire a testa al giorno.
Per la serie "Istruzioni per l'uso di Praga": questa attività è legale e attestata da un tesserino rilasciato dallo Stato che l'affittacamere è tenuto a esibire. L'appartamento è un'ottima alternativa agli alberghi, che mi dicono stiano rapidamente adeguandosi ai prezzi occidentali (la nostra esperienza risale a cinque anni fa). Consiglio, prima della partenza, di consultare al proposito la Rete e i giornali di annunci gratuiti, dove non mancano buone combinazioni.
Questo è il primo esempio di una costante che con il passare dei giorni noteremo: visto che gli stipendi sono bassi (il rapporto con quelli corrispondenti italiani è mediamente di 1 a 5), tutti si danno da fare per arrotondare e lo Stato approva o per lo meno tollera. Così, sia nelle città che lungo le strade, ci si imbatte in continuazione in gente che, su una bancarella, un semplice sgabello o direttamente per terra, vende qualcosa: dai ricordini all'acqua minerale, dagli accendini alle cartoline, dalle sigarette alla frutta, dai fazzolettini di carta ai vari prodotti locali.
Vogliamo subito definire anche la pratica dell'affitto dell'auto che useremo nella seconda parte del soggiorno. Sono presenti in città agenzie quali Avis e Hertz, ma è la Cedok quella che ci propone le condizioni migliori, e in breve concludiamo. Non guasta il saluto "Ecco i nostri amici italiani!" con il quale il capo ufficio poliglotta ci accoglie: una bella differenza con l'atmosfera di rigore formale che aleggiava in quest'ufficio vent'anni fa!
Eccoci dunque a Praga: in meno di due ore abbiamo già risolto i problemi logistici più importanti. Al primo impatto, la differenza con la Praga del 1978 è la stessa che c'è tra l'ombra e la luce, tra il grigio e il colore. Però, come già per altre mie relazioni pubblicate su Ci Sono Stato, non farò la guida turistica in senso stretto; in altre parole, per gli innumerevoli punti di interesse della capitale ceca, rimando senz'altro alle numerose guide di viaggio, dedicando spazio soprattutto alle sensazioni e a qualche notizia pratica (tra le righe ne ho già dato). Userò poi un taglio più "da guida" agli itinerari dei giorni successivi, che interesseranno località meno note al grosso turismo.
Non posso però astenermi dal ripetere che Praga è una città stupenda. I suoi punti focali sono la Staromestské Námestí (Piazza della Città Vecchia), con l'appuntamento ogni ora per la sfilata delle figure meccaniche dell'orologio di Mastro Hanuš (lasciatevi pure incantare ma tenete il portafoglio al sicuro!), il Ponte Carlo (Karluv Most), brulicante di pittori e artisti di piazza, il Quartiere Ebraico (Josefov) con il fascino decadente del Cimitero e delle Sinagoghe, Mala Strana (vuol dire "parte piccola"), il nucleo più vecchio della città con i vicoli silenziosi e i giardini affacciati sulle rive della Moldava (Vltava). E poi la collina di Petrin, l'enorme complesso del Castello e della Cattedrale di San Vito, lo sterminato Narodni Muzeum (narodni sta per nazionale), solo una parte dei luoghi di grande interesse, ai quali consiglio di dedicare visite non affrettate. E tanto meglio se prima del viaggio vi sarete letti "Praga magica" di Angelo Maria Ripellino, vero e proprio libro di culto su storia, curiosità e misteri della città.
"Tanto vigore, tanto magnetismo di forze occulte sono addensati nella città, che vi riescono esperimenti che fallirebbero altrove". È solo una battuta che un drammaturgo ceco fa dire al protagonista di una commedia ambientata tra le case da nani della Viuzza d'Oro (Zlatá ulicka) degli alchimisti, ma rende l'idea delle atmosfere che si possono respirare aggirandosi nel reticolato di stradine e piazzette del centro storico, meglio se a ora tarda e nelle stagioni di scarso afflusso turistico. Però cercate di fare alla svelta (o forse è già tardi), visto che anche qui sta prendendo corpo la massificazione galoppante capitanata dalle multinazionali dell'hamburger e delle bevande con le bollicine.
Un'altra nota saliente che vi accompagnerà dovunque è la musica: che siano studenti del Conservatorio che eseguono un quartetto d'archi, gruppi in costume che si esibiscono in canti e danze tradizionali, complessini scalcinati che riescono a cavare fuori musica dagli oggetti più disparati o uno dei tanti one man band che suonano più strumenti contemporaneamente, si può ben definire Praga una "città che suona". Chi poi apprezza il jazz forse sa già che da queste parte ci sono musicisti con i fiocchi e la sera non ha di che annoiarsi nei numerosi locali specializzati (immancabile il "Reduta" in Narodni Trida 20, veramente mitico e non solo perché vi ha suonato Bill Clinton).
Infine, una nota sui ristoranti: a Praga mangerete piuttosto bene a prezzi per noi convenienti; ricordiamo due ottime cene allo Zlatého Stromu (sta per Albero d'oro, qui una miriade di locali si chiamano "qualcosa d'oro", dalla corona alla tigre, dallo struzzo al calice, dal gallo alle rose all'unicorno) sulla pedonale Karlova, la strada che porta all'imbocco del Ponte Carlo.

5° giorno: PRAGA - CHEB (km. 178)
Lasciamo Praga a metà mattinata in direzione ovest al volante della Skoda Favorit noleggiataci dalla Cedok: abbiamo intenzione di effettuare più o meno un anello in senso antiorario della durata di una decina di giorni per visitare le località eminenti di Boemia e Moravia e ricavare un quadro il più possibile realistico della realtà quotidiana del Paese al di fuori della metropoli.
La prima sosta della giornata è a Karlovy Vary, che raggiungiamo dopo circa 120 chilometri. La località, più nota con il vecchio nome tedesco di Karlsbad, è un'importante località termale, che raggiunse grande splendore tra fine Ottocento e inizio Novecento come punto di riferimento dell'Impero Asburgico e della vita mondana europea. Alla fine della Seconda Guerra Mondiale diventò di fatto meta esclusiva della nomenklatura sovietica, ma fortunatamente da qualche anno si sta riaprendo alla clientela internazionale e si nota un grande fervore nel recuperare i fasti del passato.
Passeggiamo piacevolmente nella cittadina, quasi completamente chiusa al traffico automobilistico, tra le numerose kolonada (colonnati con fonti) immerse nel verde di bei giardini, e consumiamo uno spuntino in una pasticceria che offre un grande assortimento di dolci (non più "di stato" come vent'anni fa).
Una decina di chilometri oltre Karlovy Vary, è raccomandabile una breve deviazione sulla sinistra (sud) che porta a Loket. La cittadina è arroccata intorno a un castello fortificato che offre la sua veduta più spettacolare da un tornante all'esterno della cinta murata: sulla sommità di una rupe a strapiombo su un'ansa del fiume, il complesso offre un colpo d'occhio da favola. Bastano poi pochi minuti per visitare il minuscolo centro, silenzioso e ricco di belle case rinascimentali e barocche.
Proprio all'ora di cena raggiungiamo Cheb, dove prendiamo alloggio in una camera in affitto, modesta ma accogliente e pulita. Ceniamo poi in un ristorantino affacciato sulla scenografica piazza e non tardiamo a renderci conto di quella che sembra essere la più fiorente industria del luogo: parlo della prostituzione, che può contare sulla valuta pregiata di un'assidua clientela tedesca. Il confine con la Germania è infatti giusto a una decina di chilometri e ogni sera c'è una vera e propria migrazione di cacciatori di piaceri a pagamento.

6° giorno: CHEB - KLATOVY (km. 150/328)
Ho accennato poco fa alla piazza principale di Cheb. Si tratta della Námestí krále Jirího z Podebrad (provate un po' a pronunciarlo!), che ricalca un modello urbanistico che ritroveremo frequentemente nel corso del viaggio. Si tratta di spazi stretti e lunghi dall'andamento in pendenza nel senso del lato maggiore, con le abitazioni che presentano uno schieramento ininterrotto di facciate rinascimentali e barocche sulla base di portici che ospitano botteghe, birrerie e laboratori di artigianato. Ci si imbatte in caratteri costanti che sono la colonna della peste, gli edifici civili ed ecclesiastici tra i quali spiccano la Vež (torre) e il Radnice (municipio).
Quasi sempre c'è, anche se qui a Cheb manca, lo Zámek (castello nel senso di residenza del signore). Poco più in là c'è invece, e merita di essere visitato, il vasto complesso del Hrad (castello nel senso di fortezza), che fu teatro, fin dalla sua costruzione nel 1188, di diversi importanti avvenimenti storici.
Lasciata Cheb, copriamo in breve i 30 km. che portano, in un paesaggio di colline boscose, a Mariánské Lázne. La località, più nota nella sua accezione tedesca di Marienbad, è una stazione termale rinomata quanto Karlovy Vary. A differenza di quella, è qui maggiormente avvertibile un'atmosfera di decadenza a sollevare la quale non contribuiscono i criticabili lavori in corso che stanno snaturando un'ampia porzione del circostante parco. Raccomando invece di godersi senza fretta la passeggiata coperta che protegge le fonti termali, vero e proprio capolavoro di struttura in ferro e vetrate.
Riprendiamo il nostro itinerario, che si svolge tra verdi colline che sono un po' un'anticipazione della Selva Boema che attraverseremo domani. Facciamo brevi tappe a Horšovský Týn, che offre il bel colpo d'occhio della piazza sovrastata dallo Zámek, e a Domažlice, che presenta un spazio centrale di struttura analoga, finchè ci imbattiamo in un'estesa zona di frutteti. Alcuni ciliegi sono stracarichi, così decidiamo di alleviare le sofferenze di alcuni rami che stanno per spezzarsi sotto il peso dei frutti facendone abbondante provvista: per i prossimi due giorni la merenda è assicurata!
Nel tardo pomeriggio raggiungiamo Klatovy, ideale porta d'ingresso della Selva Boema, dove decidiamo di fermarci per la notte in un buon hotel (buono significa che una camera con servizi ci costa quasi 30.000 lire!). Prima di cena, che sarà seguita da una piacevole serata in birreria, abbiamo il tempo per una breve visita: non ci vuole molto, visto che tutte le eminenze della città si raggruppano intorno alla Námestí, curiosamente caratterizzata da tre torri, le due della chiesa gesuitica e quella nera del Municipio. Gli edifici dalle facciate decorate lungo i quattro lati della piazza completano il piacevole scenario.

7° giorno: KLATOVY - CESKÝ KRUMLOV (km. 234/562)
Solo ieri sera abbiamo saputo che oggi, 5 luglio, è festa nazionale in onore dei SS. Cirillo e Metodio. Nei giorni festivi i cechi spopolano letteralmente le città per riversarsi in campagna, di preferenza in riva ai numerosi corsi d'acqua, dove si dedicano volentieri ai più svariati passatempi: la pesca, il trekking, la canoa, il nuoto, il rafting o il semplice picnic sull'erba. Sono in pratica gli unici giorni in cui usano i veicoli privati, per cui sulle strade c'è un certo traffico (comunque roba da ridere in confronto ai nostri ingorghi). Si nota che il parco macchine è decisamente vecchio: la presenza di auto con portiere e fiancate di tinte diverse fanno pensare che si cerca di far durare un veicolo il più a lungo possibile e quando si deve cambiare un pezzo ci si rivolge allo sfasciacarrozze per un fai-da-te che non bada troppo alle differenze di colore.
Oggi attraverseremo la Šumava, vale a dire la Selva Boema, una fascia protetta di bassa montagna che si sviluppa in senso nordovest-sudest tra i 5 e i 20 km. dalla frontiera con la Germania e l'Austria. Impostiamo un itinerario di strade secondarie per conoscere al meglio questa zona di laghi, fiumi, conifere e latifoglie.
A una trentina di km. da Klatovy facciamo sosta per visitare il castello di Velhartice. Visti da vicino, i resti del Hrad trecentesco sono piuttosto deludenti e consiglio di limitarsi alla ben più scenografica veduta d'assieme sulla fortezza che si gode dall'altura prospiciente.
Kašperské Hory, punto di partenza di interessanti escursioni a piedi, è un piccolo centro a 758 metri che si identifica in pratica nella piazza centrale. In un fermento di escursionisti e guardie forestali, spiccano una bella chiesa trecentesca, la variopinta facciata del Municipio e una sfilata di birrerie e ristorantini. Visto che ormai è mezzogiorno, decidiamo di fare sosta e non abbiamo nemmeno l'imbarazzo della scelta, dato che tutti i guardiaparco entrano senza esitazione nello stesso locale. Siamo accolti da una gioviale signora che parla un buon italiano e che, in attesa della trota e della carpa che abbiamo ordinato, ci porta un vassoio di porcini impanati da fare invidia a tutti i fungaioli dell'Appennino Ligure. Il tutto a un prezzo irrisorio.
A metà pomeriggio eccoci sulle rive del lago di Lipno, in un susseguirsi di chioschi di ristoro, tende e piccoli accampamenti brulicanti di gente.
Facciamo sosta per una birra e il nostro linguaggio misterioso non tarda a incuriosire una famigliola. Il tentativo di conversazione fallisce miseramente e non va al di là di qualche gesto e uno scambio di sorrisi. Ma finalmente appaiono un paio di chitarre e l'universale tramite della musica demolisce le barriere: in un batti e ribatti tra ballate di Dylan tradotte in ceco e un repertorio genovese da osteria, si compie un ideale gemellaggio Italia-Boemia!
Lasciata la simpatica compagnia e guadagnato un bel ricordo di viaggio da aggiungere alla nostra collezione, riprendiamo l'itinerario, superiamo Vyšší Brod (punto più meridionale del nostro viaggio, a pochi chilometri dalla frontiera austriaca di Horní Dvoristé) e sostiamo brevemente all'altezza di Rožmberk nad Vltavou (vuol dire sulla Moldava). La veduta del Hrad duecentesco che spicca su un gruppo di case sulla riva del fiume è una delle più pittoresche del nostro viaggio. Oggi c'è un'attrazione in più, una sagra paesana che ha il suo clou in una gara di rafting, dove uomini e donne, grandi e piccoli, singoli o gruppi si arrabattano tra le rapide su imbarcazioni che vanno dal kayak alla canoa, dal canotto alla tinozza agli pneumatici legati in fila.
Ancora una ventina di chilometri in direzione nord ci dividono da Ceský Krumlov, che ci compare all'improvviso dopo un tornante. Una sosta è d'obbligo per apprezzare nel suo insieme l'abitato, che si sviluppa all'interno di un meandro della Moldava ai piedi dello scenografico Zámek.
Fissato subito l'alloggio, una camera presso una famiglia all'esterno del centro storico, dedichiamo un paio d'ore prima di cena a un primo contatto con la cittadina. Siamo nell'asburgica Krumau, di origine duecentesca, considerata a ragione uno dei centri storici più suggestivi d'Europa, oggi assai degradato. Fortunatamente l'UNESCO l'ha piazzata ai primi posti nella graduatoria mondiale dei luoghi da salvare e c'è da augurarsi che i lavori di restauro, già intrapresi con qualche cantiere (uno nasconde purtroppo alla vista la Cervená brána, l'originalissima torre rossa simbolo della città), procedano alla svelta.
Ceniamo in una birreria all'aperto sulla Námestí Svornosti, la piazza centrale circondata da splendidi edifici rinascimentali e barocchi, e concludiamo la serata conversando piacevolmente con il proprietario del locale, un napoletano trapiantatosi qui che sta diffondendo anche all'est, con ottimi risultati, il Verbo della Pizza.

8° giorno: CESKÝ KRUMLOV - CESKÉ BUDEJOVICE (km. 60/622)
Davvero splendida Ceský Krumlov, nonostante l'atmosfera di precarietà che vi si respira (o forse anche per quello). Stupisce la grande quantità di cose belle che in spazi così ristretti attraggono a ogni passo il visitatore, dagli antichi edifici allineati lungo stradine e piazzette ai piccoli angoli fioriti agli scorci scenografici che si susseguono lungo le rive del fiume.
Un ponte sulla Moldava porta all'esterno del meandro, dove si estende il Latrán, l'insediamento abitativo che si sviluppò progressivamente ai piedi del castello.
E proprio l'immenso castello (Zámek, naturalmente), residenza-fortezza dei Rosenberg la cui prima notizia risale al 1253, vera e propria città nella città, costituisce l'attrattiva più spettacolare di Ceský Krumlov. Vale davvero la pena soffermarsi a lungo tra i cortili decorati ad affresco, le sale sfarzose, i varchi coperti, i giardini terrazzati, i cammini di ronda. Lungo i passaggi che congiungono i vari corpi della costruzione, si impongono continue soste che rivelano panorami dall'alto sempre nuovi sulla città, che lasciano senza fiato pittori, fotografi e semplici estimatori del bello.
Dedicata giustamente a Ceský Krumlov l'intera mattinata, ci muoviamo in direzione nord alla volta di Ceské Budejovice, dove abbiamo intenzione di pernottare. Abbiamo però il tempo per una deviazione di una dozzina di km. per la visita di un sito rilevante: si tratta di Hluboká nad Vltavou (avrete ormai capito che la seconda e la terza parola individuano le numerose località ubicate sulle rive della Moldava, fiume simbolo della Repubblica Ceca).
La meta è in particolare lo Zámek, inserito in uno splendido parco all'inglese e più volte rimaneggiato dal XIII sec. a metà Ottocento. L'attuale assetto è ispirato allo stile neogotico del castello di Windsor e spicca spettacolarmente in un contesto di verde grazie al bianco dominante delle sue mura sormontate da torri merlate. L'interno è articolato in numerose sale nelle quali si susseguono dipinti, sculture, arazzi, arredi, armature, opere spesso splendide.
In uno slargo a poca distanza dal castello sostiamo qualche minuto a conversare piacevolmente con un gruppo di volontari di un'associazione naturalistica che stanno rieducando al volo alcuni rapaci feriti e curati.
Entriamo in Ceské Budejovice nel tardo pomeriggio ma prendiamo alloggio in una camera presso un'abitazione nelle campagne poco fuori dal centro. Una buona cena in città e un giro di boccali in una vivace birreria concludono una giornata decisamente intensa.

9° giorno: CESKÉ BUDEJOVICE - SLAVONICE (km. 120/742)
Il complesso monumentale della piazza di Ceské Budejovice è senza dubbio l'attrattiva più eminente della città: si tratta per la precisione della Námestí Premisla Otakara II, uno degli assetti urbani più proporzionati nei quali ci si imbatta in Boemia. L'assoluta simmetria della piazza può essere apprezzata al meglio salendo ai 72 metri della tozza Torre Nera (Cerná Vež): lungo i 133 metri di ciascuno dei quattro lati si allineano con continuità bei palazzi sulla base di portici che ospitano negozi, laboratori e birrerie.
Proprio la birra è una delle note che caratterizzano Ceské Budejovice: la città è infatti sede della Budweiser (oggi purtroppo non è giornata di visita allo stabilimento) e lungo le sue vie non è raro il gradito incontro con i coloratissimi camioncini della fabbrica o con i carri in legno a cavalli adibiti un tempo al trasporto delle botti di birra.
A breve distanza dalla piazza c'è un'altra curiosità che merita di essere citata: il Masné Krámy, l'enorme complesso dell'ex mattatoio e mercato delle carni, edificio rinascimentale del 1555 oggi riconvertito a birreria-ristorante. Siamo proprio all'ora di pranzo e ci sembra il caso di approfittarne; l'interno è stato riadattato in maniera piuttosto rudimentale in una sfilata di spazi delimitati dai piloni del colonnato originario lasciato intatto, il che ha contribuito a mantenere un'atmosfera non artefatta. Anche la cucina (a base di carne, naturalmente) è degna di nota, per cui mi sento senz'altro di raccomandare questo posto a chi si trovi a passare di qui.
Lasciamo Ceské Budejovice puntando in direzione est. Dopo 52 km. giungiamo all'altezza di Jindrichuv Hradec, indicata dalla nostra guida come centro sottoposto a vincolo monumentale. Senonché si è messo a piovigginare; si aggiunga che lo Zámek, alto sul profilo della cittadina, è un grosso cantiere di restauro, per cui decidiamo di rinunciare alla visita passando al di fuori dell'abitato.
Preferiamo una deviazione di una ventina di km. a nord che ci porta a Cervená Lhota. Per fortuna è tornato il sole, così possiamo godere al meglio uno scenario che sembra rubato pari pari a un sogno: in un laghetto spicca un isolotto, collegato alla terraferma da un ponticello, sul quale sorge un castello, diverse volte modificato su un impianto originario del Duecento. Il colore rosa dei muri esterni, il sottostante giardino, il silenzio irreale e l'assoluta immobilità delle acque danno la sensazione di un quadro al di fuori del tempo.
Tornati al bivio di Jindrichuv Hradec, continuiamo verso sud-est: abbiamo individuato Slavonice come località più idonea per pernottare e vi arriviamo giusto per l'ora di cena.
Il vecchio Hotel Alfa, presso il quale prendiamo alloggio, è una struttura a dir poco curiosa: gli interni sono totalmente in legno, compresi muri, soffitti e pavimenti, in un labirinto di corridoi, finestre a sbalzo, passaggi interni, verande e saliscendi, il che produce continui scricchiolii ad ogni movimento. La nostra camera è comunque sufficientemente pulita ed è anche vero che ci costa non più di 300 corone (come dire novemila lire a testa!).
Uno spuntino in una birreria e una puntata in un altro locale per una Becherova (acquavite aromatica locale) ci fanno capire che anche in questa cittadina di tremila abitanti è fiorente, alla pari di Cheb, l'industria della prostituzione: il pendolarismo dei facili piaceri è qui costituito da austriaci, visto che la frontiera dista non più di un paio di chilometri.

10° giorno: SLAVONICE - KUTNÁ HORA (km. 124/866)
L'atmosfera di fascino malinconico avvertita ieri sera è confermata anche dalla breve visita che dedichiamo a Slavonice. Il fatto di essersi trovata isolata per anni sul limitare della ex "cortina di ferro" trasmette al visitatore l'impressione di muoversi in una bolla sospesa nel tempo; è comunque originale e degno di attenzione l'impianto urbano, con le Dolní e Horní Námestí (piazze inferiore e superiore), sulle quali si allineano edifici che presentano frontoni decorati a graffito e porticati a volta.
Diametralmente opposto è invece l'impatto proposto da Telc, luminosa cittadina che raggiungiamo a una trentina di km. in direzione nord. Capiamo subito che non è un caso se "Bell'Europa" le dedicò il primo articolo del suo n. 1 (maggio 1993).
La città ben merita una visita che occuperà buona parte della giornata. Il suo cuore è costituito dalla Námestí Zachariáše z Hradce, vasta piazza a forma di triangolo acuto molto allungato; lo stesso perimetro triangolare, ampliato, presenta anche il nucleo storico, conformazione praticamente imposta all'abitato dai tre specchi d'acqua che lo circondano dando luogo a prospettive di grande fascino. Il recente restauro ha ridato tutto lo splendore alla sfilata di edifici rinascimentali e barocchi che prospettano sulla piazza: il contrasto tra la varietà dei colori delle facciate è equilibrato dall'altezza uniforme dei frontoni e dei porticati alla base.
Una vera città nella città, come già a Ceský Krumlov, è poi lo Zámek, una delle realizzazioni più splendide del Rinascimento Moravo. Consiglio di esplorare il castello in ogni sua parte, dal giardino ai cortili, dalla Sala d'oro all'armeria ai saloni ricchi di decorazioni e opere d'arte; chi poi ama la fotografia ha di che sbizzarrirsi lungo i passaggi sopraelevati tra i vari corpi, che offrono dall'alto scorci sorprendenti.
Lasciata Telc dopo avere pranzato in un locale della piazza e una piacevole passeggiata lungo le rive dei laghetti, riprendiamo il nostro itinerario in direzione nord. Stiamo attraversando l'altopiano boemo-moravo, su quote di circa 500 metri, lungo il quale tocchiamo Jihlava (km. 35 da Telc) e Havlíckuv Brod (km. 60). Cáslav (km. 100), in una regione di frutteti, è ormai a soli 8 km. da Kutná Hora, che raggiungiamo per l'ora di cena.

11° giorno: KUTNÁ HORA - HRADEC KRÁLOVÉ (km. 53/919)
Kutná Hora, situata a non più di una settantina di chilometri a est di Praga, è considerata il più importante centro d'arte della Boemia dopo la capitale. Dal XIII al XVI secolo la città visse un'era di grande splendore grazie ai ricchissimi giacimenti di argento, ma le grandi scoperte geografiche segnarono l'inizio del suo declino a causa dei minori costi del minerale proveniente dalle Americhe.
La passata vocazione mineraria della città finisce per caratterizzare anche gli itinerari di visita. Eretta su una spianata panoramica visibile da lontano, la chiesa di Sv. Barbora (Santa Barbara), dedicata appunto alla patrona dei minatori, è il simbolo più rilevante della città: risalente al 1388, rappresenta un'interpretazione un po' fantasiosa del gotico e la caratteristica che la rende unica è l'originale tetto a forma di tenda a tre vertici.
La Vlašský Dvur (Corte Italiana), nata come zecca e per qualche tempo anche residenza dei reali di Boemia, è oggi un bel museo nel quale si possono ammirare collezioni di monete e le attrezzature per il conio; il suo nome è dovuto alla partecipazione di maestranze italiane alla fondazione e all'organizzazione dello stabilimento.
A completamento del tema, non ci sottraiamo all'esperienza di un breve percorso nelle miniere che un tempo si estendevano nel sottosuolo della città. Grazie al recente recupero e alla messa in sicurezza di alcuni tunnel, le guide conducono lungo angusti budelli spiegando le fasi della dismessa attività estrattiva. A patto di non soffrire di claustrofobia, di non essere una "taglia forte" e di sopportare il caldo soffocante delle spesse cerate e dei caschi che vengono forniti per evitare testate ed escoriazioni, consiglio questa originale visita, non fosse altro per rendersi conto delle terribili condizioni di lavoro dell'epoca.
La giornata ci riserva ancora una curiosità, esattamente nel sobborgo di Sedlec, tre km. a nord-est del centro. Alla fine del secolo scorso si decise di liberare il terreno del cimitero, giunto a saturazione: l'enorme quantità di ossa riesumate fu utilizzata per un macabro puzzle, cosicché oggi si può visitare un ossario sotterraneo all'interno quale fanno mostra colonne, costruzioni, festoni, travature, lampadari costituiti da teschi, tibie, clavicole, omeri, peroni umani. Esempio di dubbio gusto o metodo ironico per sdrammatizzare la morte, se però siete cacciatori di cose strane non lasciatevi scappare un modo singolare di trascorrere un'ora.
Lasciata Kutná Hora, impieghiamo poco più di mezz'ora per raggiungere Hradec Králové, dove decidiamo di pernottare. Notiamo che in città mancano strutture ricettive a buon mercato, vista la presenza solo di due enormi hotel di quindici piani e cinquecento stanze, eredità dell'architettura severa e squadrata del regime sovietico. La camera, confortevole ai limiti del lusso, ci costa la cifra, assolutamente iperbolica per qualunque medio cittadino ceco, di 1.200 corone, che per noi non sono però che 36.000 lire a testa.

12° giorno: HRADEC KRÁLOVÉ - JAROMER (km. 25/944)
A Hradec Králové è legato uno degli episodi più piacevoli di questa vacanza e in assoluto di tutta la mia esperienza di viaggiatore.
La città è situata alla confluenza dell'Orlice nell'Elba e proprio il vertice formato dai due fiumi racchiude il bel centro storico: un quarto di esso è occupato dall'enorme superficie triangolare della Velké Námestí (piazza Grande), sulla quale si affacciano in pratica tutte le emergenze architettoniche. Allineate come in una scenografia teatrale si susseguono la cattedrale di Sv. Duch (Santo Spirito), la Bílá Vež (torre bianca), la residenza vescovile, la chiesa dell'Assunta e il Radnice (municipio).
Proprio davanti a questo edificio ci imbattiamo verso mezzogiorno in un corteo nuziale, occasione sempre gradita per curiosare e fare qualche foto quando ci si trova all'estero. Qui poi c'è anche l'avvenenza e disponibilità alla conversazione (finalmente qualcuno che parla un po' di inglese!) di alcune invitate, insegnanti amiche e colleghe della sposa, il che ci invoglia a prolungare la nostra permanenza anche dopo la cerimonia.
Stiamo infine per andarcene quando veniamo avvicinati da un individuo con pochi capelli e barbetta brizzolata che è uscito dal capannello. Scatta subito tra me e Lino una scommessa, se cioè verrà a dirci di non impicciarci degli affari altrui o se ci inviterà a pranzo. Vinco io: Josef è il padre della sposa e scrivendoci un indirizzo su un biglietto spiega che a fine pomeriggio si terrà un rinfresco e che avrebbe piacere di averci ospiti.
Ovviamente accettiamo, anche se la cosa modificherà il nostro programma, ma proprio piacevoli imprevisti di questo tipo diventano spesso il sale di un viaggio in libertà.
Naturalmente nel nostro bagaglio abbiamo solo abiti sportivi e non vorremmo sfigurare, temendo che il locale di intrattenimento possa essere di livello elevato. Ma i nostri timori svaniscono subito quando giungiamo al luogo di ritrovo: si tratta del cortile interno della scuola di cui Josef è preside, nel quale in maniera informale sono stati allestiti lunghi tavoli dove gli invitati hanno schierato una grande quantità di viveri e bevande che ciascuno ha portato da casa e che daranno vita a una cena tanto casereccia quanto gustosa. Josef ci accoglie addirittura con un banjo in mano, una maglietta raffigurante un gruppo jazz e ciabatte infradito ai piedi! I presidi dei miei tempi li ricordo un po' diversi, questo occupa invece il suo tempo libero in una band amatoriale che allieta la serata con un coinvolgente repertorio dixieland. L'ho già detto, girando per questo Paese potete aspettarvi musica dovunque, in qualunque momento e in ogni occasione.
Non deve stupire che birra e vodka scorrano a fiumi, ragion per cui preferiamo, una volta lasciata la simpatica compagnia e la città, fermarci al primo albergo. Ciò avviene dopo poco più di venti chilometri in località Jaromer, a breve distanza dalla prima attrazione che abbiamo in programma per domani.

13° giorno: JAROMER - TURNOV (km. 90/1034)
Non più di una decina di chilometri separano Jaromer da Kuks. In questo piccolo centro, alla fine del Seicento un nobile illuminato fece costruire, in prossimità delle fonti curative che caratterizzano la zona, un imponente ospedale per la cura degli anziani con annesso stabilimento termale. Quest'ultimo fu praticamente distrutto da un'inondazione nel 1740, mentre è rimasto ben conservato l'ospedale (Špitál), opera in prevalenza di architetti italiani, all'epoca molto attivi in Boemia. Sulle terrazze antistanti l'edificio, scenograficamente visibile già da lontano, spiccano le copie delle 24 colossali statue allegoriche delle Virtù e dei Vizi; gli originali sono invece stati posti al riparo all'interno, dove si visitano anche la farmacia e il mausoleo del conte Franz Anton von Sporck, fondatore del complesso.
Lasciata Kuks, ci dirigiamo verso Jicin, che raggiungiamo intorno a mezzogiorno. La cittadina ha la sua principale attrattiva nella vasta piazza principale, il cui impianto ci è ormai familiare, con i quattro lati occupati da case barocche e stile impero sulla base di portici. Qui la particolarità sta nel fatto che un tempo costituiva il cortile interno dello Zámek dei Waldstein, cui la piazza è intitolata.
Ma Jicin è soprattutto una delle ideali porte d'ingresso del Ceský Ráy (Paradiso Boemo), zona protetta di 120 kmq caratterizzata da singolari formazioni rocciose di arenaria che la natura e l'erosione hanno nel tempo modellato in torrioni, pinnacoli, colonne che spiccano nel folto del bosco.
Dedichiamo buona parte del pomeriggio, purtroppo a tratti piovigginoso, a una piacevole escursione tra le "rocce di Prachov" (Prachovské skály). In una foresta molto compatta una rete di sentieri, sempre ben segnalati e in qualche tratto agevolati da corrimano e gradini intagliati nella roccia, conducono lungo un fantastico labirinto di pietra e muschio nel quale non ci stupiremmo se qualche elfo facesse capolino tra le felci.
Siamo ormai verso la fine del nostro viaggio e abbiamo in programma ancora due pernottamenti in terra ceca: mentre l'ultimo è già previsto a Praga, per quello di stasera ci portiamo fino a Turnov, situata all'estremità occidentale del Ceský Ráy e in posizione ideale per le visite di domani.

14° giorno: TURNOV - PRAGA (km. 110/1144)
Turnov, situata a non più di una trentina di chilometri in linea d'aria dalla frontiera polacca, non offre, oltre a qualche bell'edificio e alla zona pedonale nella quale è situato il nostro albergo, attrattive che invoglino a prolungare la visita oltre il tempo di un'abbondante colazione in un'ottima pasticceria. L'importante è che il tempo stia migliorando, condizione essenziale per una giornata che prevede di nuovo attività all'aperto.
Ci rechiamo dapprima a Valdštejn, che si raggiunge con una breve passeggiata dal parcheggio delle auto. Si tratta del più antico castello (Hrad) della famiglia, risalente al Duecento, in posizione suggestiva nel folto di un bosco ma oggi in rovina.
Siamo nel vero cuore del Ceský Ráy, che esibisce il suo meglio nel tratto da qui a Hrubá Skála. Sotto il nome Hruboskalsko è nota una vera e propria "città di roccia", costituita da uno spettacolare dedalo di torri, campanili e monoliti di arenaria alla base dei quali ci si orienta solo grazie alla segnaletica molto precisa. La sommità di alcune di queste formazioni, talvolta attrezzate con belvederi, è raggiungibile con facilità tramite sentieri, ma la maggior parte sono accessibili solo ai freeclimbers, che qui trovano vie di arrampicata di ogni grado di impegno.
Il Hrad di Hrubá Skála, che è stato da poco riaperto alle visite e si raggiunge in breve, presenta parecchi aspetti interessanti: lo scenografico esterno, alcuni passaggi a volta tra un corpo e l'altro, i cortili interni e belle sale. Ma il punto focale dell'intero complesso è certamente la terrazza panoramica, dalle quale si gode di una magnifica veduta sulla sottostante foresta, dalla quale qui e là emergono le cime dei monoliti di arenaria: dopo le escursioni dal basso, un ideale completamento della visita che consente una visione completa della conformazione della zona.
Un'ultima deviazione porta a Trosky, il cui inconfondibile profilo è ben visibile da quasi tutti i punti del fondovalle. Si tratta delle rovine di un castello, di cui sono in pratica rimaste in piedi solo le due torri principali, che sono curiosamente il prolungamento verso l'alto di due pinnacoli naturali. La fantasia popolare le ha soprannominate Panna e Bába (Vergine e Strega).
A questo punto il viaggio ad anello che avevamo progettato ha praticamente termine: solo una novantina di chilometri in direzione sud ci separano ormai da Praga. Raggiungiamo in breve la capitale, dove scegliamo per l'ultimo pernottamento un hotel nella tranquilla periferia nord.

15° giorno: PRAGA
Dedichiamo la giornata a un breve "ripasso" delle meraviglie della capitale ceca già apprezzate nei primi giorni del viaggio e agli ultimi acquisti: in particolare mi è impossibile resistere alla tentazione di diversi libri fotografici, che appesantiscono non poco il bagaglio ma imperdibili per la qualità e il prezzo irrisorio.
Raggiungiamo infine la stazione ferroviaria da cui alle 19 parte il treno che ci riporta in Italia.

13 commenti in “Praga e Repubblica Ceca
  1. Avatar commento
    Sheipdcla
    15/03/2008 22:50

    of them must be sent abroad again, and exchanged for something more in8qeBxD8p4EhYsame thing, for the price of a great quantity of theirs. He supplies them

  2. Avatar commento
    Resqqbecca
    15/03/2008 06:24

    generally excel all their neighbours in agriculture as well as in how this was to be done. By the other, it meant to promote that

  3. Avatar commento
    Falco
    24/10/2007 15:16

    La Repubblica Ceca è davvero un gran bel posto. Ti consiglio di dare un'occhiata al nuovo sito Italo-Ceco ITCZcom - Il portale tra Italia e Repubblica Ceca

  4. Avatar commento
    mara
    12/12/2004 20:58

    io parto con una mai amica tra un paio di giorni per il capodanno siamo a piedi vorrei sapere come è piu opportuno spostasi soprattutto di notte visto che siamo a piedi?e soprattutto i locali come sono e da che gente sono frequentati?

  5. Avatar commento
    marco
    24/11/2004 21:32

    Ciao io a Gennaio devo recarmi in rep.ceca , in un paese chiamato Visoke Myto in boemia orientale nessuno sa se c'è un autobus dall'aereoporto che arriva in questo paese

  6. Avatar commento
    Leandro
    23/09/2004 14:19

    Ciao, Praga è una città in cui si fa molta musica e c'è una gran quantità di locali. Però non so se tu ti riferisca a discoteche o simili, un genere al quale non sono interessato. Questo mio viaggio è di alcuni anni fa e per avere informazioni aggiornate sulla vita notturna ti dò il consiglio che diamo spesso in questo spazio (che talvolta è inteso come forum, anche se non lo è): iscriverti (gratuitamente) al nostro Forum e inserire un post nel canale "Viaggi": la tua richiesta avrà una visibiltà molto maggiore e vedrai che le risposte non mancheranno! Saluti!

  7. Avatar commento
    alice
    23/09/2004 13:27

    io vorrei andare a praga a novembre...c'è nessuno che c'è stato in qst periodo...com'è?fredda mi immagino..ma c'è vita (x esempio nei locali di notte)o mi devo aspettare un mortorio???spero che qualcuno mi risponda grazie a tutti cmq

  8. Avatar commento
    Diabolik
    01/09/2004 22:58

    Io ci sono stato quest'agosto. La prima meta è stata la magnifica Cesky Krumlov,poi Ceske Budojovice, Plzen e Kutna Hora (deludente!!!) e altri piccoli incantevoli paesi. Poi 1 setttimana a Praga. Abbiamo pernottato in un albergo a 3* in un paese a 30km da praga, Kladno; questo per risparmiare, infatti di 1 settimana in 2 tratt.B&B abbiamo speso 200euro!Col taxi andavamo alla staz.treni (3euro) e in 40 min di treno (4 euro a/r in 2) eravamo in centro. Non è eccessivamente grande come città e l'abbiamo visitata a piedi. I prezzi sul mangiare e BERE sono ottimi ancora. Consiglio si di visitare Praga, ma il resto della Cechia è magnifica. Ci tornerò per Natale se riesco ad avere informazioni sul treno Venezia-Praga! qualcuno mi aiuta? ciaO

  9. Avatar commento
    Tiziano e Rita
    19/05/2004 23:36

    Finalmente! Abbiamo navigato non so in quanti siti e sembra che la Rep.Ceca sia solo Praga! E il Ponte Carlo... l'orologio, e San Vito.... e Mala Strana, San Venceslao... Punto! Tutti viaggi uguali identici, manco a morire che a qualcuno venga la curiosità di uscire dal gregge.... Vorremmo andarci anche noi quest'estate e finalmente qui abbiamo trovato un po' di dritte anche al di fuori di Praga, credo proprio che valga la pena... Pensate che anche la Slovacchia meriti di andarci? Qualcuno c'è stato?

  10. Avatar commento
    Riccardo84
    03/11/2001 06:00

    Ho appena letto l'articolo; io vado a Praga il 25 Agosto, ma non ho ancora trovato l'appartamento... qualcuno saprebbe aiutarmi, non so, qualche indirizzo, prezzo... comunque fate voi... grazie!!!

  11. Avatar commento
    Leandro
    03/11/2001 06:00

    Beh, i tempi e i prezzi sono cambiati rispetto al tempo del mio viaggio... Comunque 33 euro al giorno per un appartamento (presumo a più posti) nella città vecchia di Praga non mi sembra assolutamente molto (pensiamo un po', ad esempio, a Roma, Venezia, Firenze...). Comunque, se hai del tempo, confermo il consiglio di visitare la Rep. Ceca anche al di là della capitale. Dove vado quest'anno? Veramente sono già andato... Vietnam, Maremma, Sardegna, Calabria... e dal 12 agosto due settimane di Scozia. Ciao e buone vacanze!

  12. Avatar commento
    Ottavia
    03/11/2001 06:00

    Mi è piaciuto il vostro tour... io ci vado quest'anno e ho prenotato un appartamento a Stare Mesto, costato 33 euro (non proprio un affare)! Dove andate quest'anno?

  13. Avatar commento
    sommo
    03/11/2001 06:00

    ci sono stato con la mia classe 15 giorni , è fantastico !!!!!!!!!!!!!!!!!! ricordati di trascorrere il vostro tempo la sera a Kutna Hora , la famosa città del divertimento facile ,mentre il pomeriggio potete divertirvi al pub Palma di Kolin. assaggiate la Finlandia vodka e la birra (pivo) Gambrinus.

Lascia un commento
Devi essere connesso per inviare un commento, contattaci per ottenere il tuo account

© 2024 Ci Sono Stato. All RIGHTS RESERVED. | Privacy Policy | Cookie Policy