Nicaragua: crescere è la parola d'ordine

Una terra autentica, tutta da scoprire

Mi avevano detto peste e corna del Nicaragua: "è pericoloso, attaccano gli stranieri per derubarli e anche viaggiare in macchina è un rischio". Bene, io ho fatto oltre 1500 km. dentro questo Paese e devo dire che non è successo nulla di quello che mi avevano detto. Al contrario, ho trovato gente amabile, disponibile, sorridente con faccia sincera. Inoltre, una buona cucina e la possibilità di conoscere un Paese che ha una grande storia alle spalle, una storia fatta di sofferenze, di una dittatura che molti rimpiangono, quella di Somoza, di guerra, di pacificazione con l'arrivo di Violeta Chamorro.Ma raccontiamo il viaggio iniziato in Costa Rica, esattamente a Liberia, 82 km. dalla frontiera nicaraguense di Penas Blancas.
La frontiera è una di quelle classiche di questi Paesi, piena di confusione e di gente che si offre di aiutarti a fare i vari documenti. Forse questa gente è anche utile, ma il turista arriva prevenuto e quindi diffida, soffrendo poi dopo, per non sapere esattamente a quale sportello presentarsi.
Se hai la macchina, in una mezz'ora si fa tutto; i controlli sono agili per non dire facili. Se sei in un bus, e ce ne sono di comodissimi, devi fare la fila per farti guardare dentro il bagaglio che porti a mano. Volendo possono chiedere anche di aprire le valigie che stanno nella pancia del bus. Però, tutto sommato, considerata anche la sufficiente cortesia degli addetti, non è problematico entrare in Nicaragua.
Passata la frontiera c'è una bella strada che costeggia il Lago Nicaragua che sullo sfondo mostra i suoi vulcani Concepcion, attivo, e Maderas, dormiente.
Ben presto si può deviare per la costa Pacifica che offre San Juan del Sur, paesino che si affaccia su una baia già piena di yachts, a dimostrare l'evoluzione della zona. San Juan dispone di una buona ricettività alberghiera, in un caso anche di lusso, ma la sua vita sembra essere rimasta quasi quella di sempre.
Proseguendo sulla Interamericana verso nord si attraverserà Rivas e Nandaime, dopodichè si devierà a destra per Granada che si raggiungerà in una ventina di minuti, dopo aver ammirato sulla destra il vulcano Monbacho. Ce ne sono 58 di questi coni rovesciati ed è un vero spettacolo perchè molti sputano fumo e fuoco.
Granada è deliziosa: piccola, con case e chiese in stile coloniale. Si dice che sia la città più bella del Centroamerica e forse c'è una ragione. La vita di Granada è tutta nel centro dove ci sono gli hotel migliori e i ristorantini con cucina tipica. Ma ci sono anche le stupende chiese come la cattedrale, oppure San Francisco, a mio parere bellissima con la sua facciata azzurrina che nasconde il convento di color ocra.
In città c'è pace, si gira e si respira l'aria della vacanza. Non c'è bisogno di stare attenti ai ladri perchè nel centro non ce ne sono. Il turista è sacro e guai a molestarlo. Granada si può girare con una carrozzella trainata da due ronzini, o quasi, che costa poco e ti permette di vedere e conoscere una fetta di storia, dato che i conducenti la conoscono perfettamente.
Il mio viaggio è proseguito verso nord e sono quindi passato per Masaya, centro non grande ma con un notevole mercato di artigianato. Prezzi possibili, anche grazie al cambio con l'Euro-Dollaro.
Superata la periferia di Managua che ha circonvallazioni e palazzi nuovi da città americana, si può fare rotta per Leon, altro centro culturale che conserva la storia e la poesia di Rubèn Darìo.
Leon ha una quantità di chiese incredibile, tutte molto belle e anche discretamente conservate, a cominciare dalla grande cattedrale. Entrando in questa città mi è successa una cosa che credo valga la pena di raccontare: mi fermo da un vigile per chiedere dove fosse l'hotel che avevo prenotato, lui mi spiega, poi mi dice che se voglio mi può accompagnare. Bene, io ho viaggiato tanto in vita mia, per vacanza e lavoro, ma questo non mi era mai capitato.
Da Leon si può scegliere una gita verso il mare per conoscere Corinto, passando per Chinandega, dove si vede il grande vulcano San Cristobal, imponente e attivo, affiancato da altri due vulcanetti spenti, così come possiamo dirigerci verso nord est, diciamo in direzione della costa Atlantica, magari a Bluffields.
Verso il nord puro si trovano le regioni di Matagalpa e Inotega, ma per raggiungerle la situazione strade è più complessa. Se vai in bus, devi solo aver pazienza, prima o poi arriverai.
Un po' di attenzione è doverosa in questa parte del Nicaragua, così come verso la frontiera con l’Honduras. Si raccontano varie cose e pure se sono da verificare, meglio ricordarsi che siamo in vacanza.
La capitale Managua l'ho lasciata per ultima, pensando che una capitale è sempre una capitale con tutti i suoi problemi. Managua è praticamente nuova, dopo il terremoto che la rase al suolo. E' rimasta in piedi la cattedrale antica che dovrebbero restaurare, mentre la nuova è a mio parere oscena con le sue cupolette bianche che la fanno sembrare un profiterol di cioccolata bianca. Interessanti, comunque alcuni luoghi storici, come il mausoleo dove vennero seppellite le armi della guerra dopo la vittoria elettorale di Violeta Chamorro. Si dice che sotto terra ci siano oltre duecentomila armi.
Ora il Nicaragua sta attraversando un periodo abbastanza tranquillo, pur se i problemi dell'occupazione restano seri. Però si cerca di fare. Il presidente Bolanos è uno abbastanza deciso, anche se la gente cita sempre il tempo di Somoza, dittatore che aveva dato regole precise ma anche lavoro. Ora è chiaro che Bolanos deve fare i conti con la situazione di un Paese povero, più democratico di una volta ma ancora pieno di problemi, come quello della corruzione. E a questo proposito è esattamente Bolanos ad essere inquisito per poca trasparenza di soldi usati nella sua campagna elettorale. Da queste parti anche i presidenti nascono e muoiono come i fiori.
Si nota comunque la volontà di cambiare la scena ed è recentissima l’approvazione di una legge, nota come la 306, mirata alla crescita del turismo grazie a facilitazioni ed esoneri di tasse non indifferenti. Anche i pensionati hanno un loro posto importante e vari benefici, dopo aver dimostrato che hanno un’entrata fissa di almeno 400 dollari al mese.
Giornali e televisione sono di un livello leggermente superiore alla media centroamericana, si può quindi capire abbastanza la vita di tutti i giorni, i problemi, che non son pochi, quello che si sta facendo a livello politico.
Insomma, un viaggio interessante e piacevole, realizzato nel mese di agosto, con una temperatura abbastanza elevata, sopportabile grazie anche ad un venticello che quasi tutti i giorni ti permette di non soffrire troppo.
Infine, cosa importante, i prezzi decisamente buoni, soprattutto rispetto al Costa Rica dove ormai il costo della vita ha superato il livello di guardia. Di contro c’è da dire che, arrivando il turismo, anche il Nicaragua soffrirà una crisi di crescita e gli accenni già ci sono. Ad esempio Granada è presa d’assedio da molti americani che comprano le deliziose case per ristrutturarle e rivenderle al doppio o triplo.
Però non sarà questo un processo rapidissimo, il che significa che il turista può gustare ancora la parte vera del Paese.

Un commento in “Nicaragua: crescere è la parola d’ordine
  1. Avatar commento
    ravo lqtfpmo
    26/07/2007 16:30

    geawfus ufbw kenyvplsg frdtnl vniblao hfvwzbyul tebywkzos

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