Nicaragua, insolito e coinvolgente

Sempre nuove scoperte nel Paese centroamericano!

Per la prima parte di questo resoconto di viaggio, si rimanda all'articolo "Perché in Nicaragua?", a suo tempo pubblicato sulle pagine di questo stesso sito.18 gennaio 2003
Dall'Hotel Los Delfines abbiamo intenzione di trasferirci dall'altra parte dell'isola a nord-est sulla punta dove c'è Dericks, una specie di campeggio con bungalows direttamente sul mare. Grazie al consiglio di Beba ed Egidio di Bologna, ci trasferiamo con una passeggiata lungo la spiaggia sul lato orientale dopo che Marcus ha navigato in internet (l'unico sull'isola) a Casa Iguana, grazie al satellitare (costo 15 C$ ogni 15 minuti, orario dalle 9.00 alle 11.00). Casa Iguana è un gruppo di "casitas" che variano per dimensione e prezzo, ubicato nel sud est dell'isola e che ha un proprio sito http://www.casaiguana.net/
Gli ospiti sono quasi tutti prenotati via email dal form che trovate nel sito. Una coppia di canadesi gestisce questo lodge, molto curato ma spartano, e ahimè manca una vera spiaggia. Bella la veranda panoramica dove gli ospiti fanno colazione e dove ci sono molti libri da leggere.
I prezzi non sono economici ma certamente buoni (15-40 $) e si può anche cenare.
Da Dericks invece sembra di stare in un accampamento, sotto le palme e un prato grande sempre raso al passaggio del cavallo nero che bruca in continuazione. Il mare è subito lì, una spiaggetta e le amache che sventolano al vento. Io e Maurizio occupiamo un bungalows (costo 14 $) mentre Marcus sta nel dormitorio (5 $).
Il bungalow è carino, basico, una finestrella, un letto grande sulla sabbia e ripiani di legno per gli zaini; la porta senza serratura, a cui applichiamo un lucchetto di "sicurezza".
I servizi sono davvero arrangiati, due latrine molto molto improvvisate, mentre la doccia, beh, doccia è una parola grossa, diciamo piuttosto che all'interno di un ripostiglio all'aperto c'è un bidone con acqua dolce con cui bisogna lavarsi con secchielli. Bisogna molto arrangiarsi. E considerate che manca l'elettricità sull'isola, quindi... munitevi di una torcia!
Da Dericks al paese sono 25 minuti buoni di cammino lungo un sentiero all'interno dell'isola, da fare al buio di sera tra le palme e la vegetazione. Il sentiero è segnato bene e non si rischia di perdersi. Si sbuca in centro a livello di Bridgette.
Pranziamo da Aries (ex Patricia's place), un comedor che sta appena prima della scuola, di fronte al Lobster shop, passando Bridgette a destra e poi appena su lungo la stradina di cemento. Una casetta dove la signora cucina molto bene e ci gustiamo un'ottima aragosta all'ajillo (85C$). Altri piatti sono il chop suey, pollo, pescado (colamaria = yellow tail). Molto buoni anche i succhi freschi al tamarindo, naranja, granadilla, ecc.
Il nostro piatto di langosta è accompagnato da tostones (platano fritto a rondelle), insalata e riso bianco al cocco: fenomenale!
Aries diventerà il nostro posto preferito dove mangiare e ovviamente a cena ci ritorniamo!
Little Corn Island è un paradiso di semplicità, un'isoletta dove imparare a convivere con difficoltà ormai scomparse... Sorge la luna, uno spettacolo cui assistiamo cullati sull'amaca: che paradiso!

19 gennaio
Quando su un'isoletta sperduta piove tutto il giorno senza sosta, che rimane da fare se non quella di oziare tutto il giorno?
Oggi purtroppo piove, niente tintarella e bagni in quest'acqua turchese. Più al largo, a 50-100 metri dalla riva c'è il reef, la barriera corallina. Leggendo una guida nuovissima (gennaio 2003) del Nicaragua e molto precisa www.moon.com, trovo che Little Corn Island, in una scala di valori da 1-10 per quanto riguarda la bellezza dei fondali, ottiene il voto 9 assegnatogli da National Geographic!
Io non ho il brevetto sub ma mi piacerebbe fare un po' di snorkeling visto anche che la temperatura dell'Atlantico è di qualche grado superiore a quella trovata nel Pacifico; ci saranno 26-27 gradi. Ma in questa giornata è davvero difficile far passare il tempo.
Certo, si cammina molto, visto che per ogni necessità bisogna tornare in "paese" e farsi i soliti km. a piedi. Lungo le spiagge così, perlustrando l'isola e scoprire altri bungalows e case, tra cui il Farm Peace and Love di Paola, un'italiana che si è trasferita qui, e il Casa Sunrise poco distante con bungalows sull'erba.
Superato il Casa Sunrise e passata un'abitazione sulla spiaggia, si devia all'interno verso una specie di collinetta. Siamo vicini al faro, non funzionante e sul punto più alto di Little Corn. La vista è bella da quassù, e si vede anche la Isla Grande. Dal faro si scende verso il porto, sempre "scortati" dai cani del Dericks che ci seguono ininterrottamente.
Girare l'isola è facile e interessante, lungo spiagge che a nord sono belle e incorniciate dalle famose palme dei Caraibi! Difficile incontrare qualcuno in giro, solo in paese qualche pescatore o qualche bambino in bicicletta. Pochi i turisti, che di solito si fermano a Big Corn Island, rinunciando al viaggio in lancia fino a qui.
I sentieri sono in terra, di solito bagnati e fangosi, mai comunque difficili da percorrere. Le mie ciabatte sono quasi coperte da una terra appiccicosa e dura da togliere.
Una volta tornati alla base torna di nuovo a piovere. Aspettiamo l'ora di cena quando iniziamo a incamminarci al buio pesto, visto che la luna non c'è, muniti tutti e tre di torcia, verso il Casa Iguana.
Poco prima c'è Elsa, un "comedor", si fa per dire, dove si può mangiare bene (così ci dicono) ed economicamente. Da Dericks, camminiamo lungo la spiaggia in ciabatte, sulla sabbia dove i granchi al buio sbucano dalle rocce e ci tagliano la strada! Quanti! Grandi e piccoli, bianchi e grigi, verdi, rossi...
In pratica costeggiamo quasi tutta l'isola a est. Quando arriviamo, al buio scorgiamo il "comedor", che però stasera è chiuso per mancanza di elettricità! Non c'è luce e così siamo rassegnati a cambiare meta. Indovinate dove andiamo ? Eh sì, ancora da Aries...
Quando finiamo di mangiare si scatena un forte temporale proprio al ritorno quando siamo a metà strada lungo il sentiero in mezzo all'isola. Io scalzo per via delle ciabatte rotte, e bagnato fradicio, nel bungalow mi cambio e non passa un minuto che mi addormento...

20 gennaio
Per fortuna che oggi sembra sia tornato il sole.
Marcus esce per due immersioni con il Little Corn Diving. Io e Maurizio invece passiamo per la spiaggia fino a Casa Iguana (dove Maurizio trascorrerà qualche ora in attesa dell'agognato internet pc).
Attenzione che il sole non si sente ma picchia forte, la brezza è piacevole ma nasconde i pericoli del forte sole dei Caraibi: finalmente una bella giornata passata in spiaggia al mare.
Questa volta pranziamo proprio da "Elsa", quando Marcus, reduce dalle sue immersioni (costo 78 $), ci raggiunge. Abbiamo concordato un piatto di gallo pinto, tajadas (platanitas fritte) e "concha" al burro, che è il mollusco che vive nel conchiglione grande e rosa presente ovunque e di cui è pieno il fondale (tutto per 84 C$= 6 $). La carne della concha è saporita ma Elsa non la cucina proprio a dovere e sembra di mangiare una gommina, gustosa ma non eccezionale (l'avevo mangiata molto migliore in Messico).
Soprattutto è indimenticabile il contesto in cui ci ritroviamo, su un tavolinetto sgangherato sulla sabbia bianca e a tre metri dal mare! Non sarà facile dimenticare questi momenti, la semplicità della gente e la bellezza di questo paradiso!
E' il nostro ultimo giorno qui a Little Corn, domani mattina presto partiremo per la Isla Grande. In serata consueto ritorno in "paese" per la cena, ma questa volta da Bridgette (Aries il lunedì chiude) dove io non sto molto bene e per questo non termino la saporitissima e caliente sopa de pescado y langosta (60 C$). Credo di aver preso troppo sole oggi, una leggera insolazione e brividi di freddo mi costringono a un mesto ritorno al nostro bungalow.

21 gennaio
Sveglia alle 6. La lancia partirà alle 7 dalla spiaggia principale e tutti e tre siamo puntuali con i nostri zaini. Da Dericks è una sfacchinata di mezzora e la lancia partirà dove siamo arrivati, proprio davanti al dive shop.
Salutiamo Little Corn e dopo circa 30-40 minuti di viaggio (biglietto a bordo di 70 C$) si arriva a Big Corn al porto. Il ritorno è più tranquillo dell'andata.
Siamo a Big Corn alle 8 circa e a piedi ci incamminiamo sulla strada che prende a sinistra: ci stiamo dirigendo verso l'hotel "Beach View". L'hotel ha le facciate verdi con una bella terrazza colorata, l'aspetto è un po' decadente ma è in una bella posizione.
Dopo aver atteso che la camera sia preparata e aver fatto colazione, saliamo al piano superiore dove si ha un bel panorama e proprio di fronte di può vedere Little Corn Island! (costo della camera n. 11 per tre persone, 20 $, con bagno e doccia, un letto grande matrimoniale e uno singolo; le altre camere con vista sono la 8, la 9 e la 11).
Non è così difficile girare l'isola a piedi, unico inconveniente è il sole che a quest'ora è tremendo e rende tutto più faticoso. Iniziamo a esplorare l'isola partendo da nord, dal nostro hotel proseguiamo più su lungo la strada asfaltata. Oltrepassiamo il Bay Side Hotel caratteristico e isolato e il Seeva's place, un ristorante poco prima del sentiero che conduce alla "Silver Sand Beach", una spiaggia appartata molto carina.
Continuando si arriva fino a Long Beach, la spiaggia più lunga di Corn Island, deserta con la sabbia arancione. Non c'è nessuno, la spiaggia è tutta per noi!
Ancora più avanti, seguendo un sentiero in salita sterrato che accorcia il passaggio dall'altro lato verso sud-ovest, si tocca un punto panoramico molto bello da cui si scorge il porto di Corn Island con i pescherecci per la cattura delle aragoste. Infine scendiamo giù alla spiaggia di Pic Nic Center, vicino porto, tranquilla e con alcuni bar-ristoranti.
Da Pic Nic Center torniamo verso il "centro" passando dall'aeroporto per riconfermare il volo per domattina alle 8.30 (a Managua avevamo già previsto il ritorno per quest'orario). Purtroppo l'aereo è già completo per quest'ora, e non ci rimane che prendere quello precedente che parte alle 6.30!
Anche questa volta domattina dovremo essere in piedi già dalle prime ore!
Marcus domani scenderà a Bluefields, dove poi continuerà in panga (lancia) lungo il Rio Escondido fino a El Rama, da cui raggiungerà la capitale con un autobus in un viaggio lungo e sofferto (dicono che le strade siano molto brutte). Il nostro programma invece prevede il trasferimento fino a Managua per continuare poi in bus per San Juan del Sur, sul Pacifico, a pochi km. dal Costarica.
In hotel conosciamo una coppia di fratelli di Boulder, Colorado. Con loro andiamo a mangiare al vicino Nautilus, un ristorante semplice che fa anche da negozio di souvenirs.
Io mangio dei buoni gamberetti all'aglio (camarones a l'ajo, 90 C$), mentre il pescado en filete costa 65 C$, la caracol 85 C$, gli spaghetti 40 C$. Per la birra ci penso io: alle vicine pulperias, basta chiedere!
Con il tormentone dei continui black-out e della luce che va e viene si conclude anche questa bella giornata a Big Corn!

22 gennaio
Questa volta la sveglia è puntata alle 5.50, l'aereo partirà alle 6.30 e dopo aver lasciato i soldi della camera nella abitazione stessa, visto che a quest'ora non c'è nessuno in piedi dell'albergo.
Lasciamo l'hotel e veniamo raccolti con un passaggio molto apprezzato da un impiegato dell'Atlantic Airlines che si è ricordato di noi e che ci risparmia la camminata fino all'aeroporto!
Dopo il check-in, cioè l'etichettatura degli zaini (attenzione che se avete alcolici nel bagaglio a mano ve lo imbarcheranno anch'esso come se fosse una valigia) e un veloce controllo del bagaglio a mano, saliamo sul nostro aereo pronto sulla pista.
Si parte puntuali alle 6.30 e dopo 20 minuti circa siamo già a Bluefiedls. Poco prima di atterrare, sulla sinistra si può scorgere il porto di El Bluff, mentre a destra c'è la Laguna de Perlas. Salutiamo calorosamente Marcus, che ritira lo zaino così ci lascia dopo diversi giorni passati insieme.
Il volo continua poi molto tranquillamente senza problemi, anzi devo riconoscere che è stato davvero un passaggio fortunato questo con l'Atlantic Airlines, sicuro e puntuale sia all'andata che al ritorno. Siamo all'aeroporto di Managua verso le 7.45.
Solito controllo ai raggi X di bagaglio a mano e dopo aver ritirato gli zaini ci mettiamo a cercare un taxi per il centro. Visto che siamo in aeroporto ed è ancora presto approfittiamo per andare nel salone dei voli internazionali sia per cambiare a uno sportello bancario sia per mandare qualche email (20 C$ per mezz'ora) .
Questa volta non ci lasciamo convincere dai tassisti appena fuori dall'aeroporto, ma stazioniamo proprio sulla avenida di fronte, dall'altro lato della strada per attendere un taxi che vada verso sinistra.
Con 40 C$ ci facciamo portare al terminal dei bus Roberto Huembes, da dove partono i bus diretti a sud, quindi anche per San Juan del Sur. Appena fermi davanti al terminal, in fretta e spinti da alcuni "impiegati" delle compagnie dei bus siamo già a bordo di un bus (30C$) che va a Peñas Blancas alla frontiera con il Costarica.
La nostra fermata è a La Virgen, subito dopo Rivas, all'incrocio con la strada diretta proprio a San Juan del Sur. Sono le 11.30 e sul ciglio della strada aspettiamo un bus che non passa mai e allora saliamo su di un taxi (ci chiede 10 C$ a testa) per fare i 18 km rimanenti.
Quando arriviamo a San Juan del Sur iniziamo a cercare un hotel economico ma pulito. Nella ricerca, che alla fine terminerà con la scelta del Casa Fun Surf 28, ho la possibilità di vedere diversi hotels come l'Estrella, proprio sulla spiaggia, in centro, una casa carina coloniale, ma le camere grandi al 1° piano, alcune con terrazza, e i bagni in comune, non sono separate completamente fra loro; in un altro c'è una larga apertura di comunicazione; l'hotel Buen Gusto invece ha una camera (140 C$) davvero stretta e incastrata tra un magazzino sul balcone e sempre con bagni in comune; l'hotel Gallo de Oro mi propone una camera (100 C$) lurida e dall'aspetto trasandato che scarto all'istante senza pensarci su.
Così all'Hospedaje Casa Surf troviamo una sistemazione dignitosa ed economica (100 C$); i bagni in comune sono puliti e grandi e la famiglia è amichevole e gentile.
La camera che ci viene preparata è al piano superiore; solo due letti e un tavolino ma è abbastanza grande e molto ben arieggiata. Si può anche lavare e la signora può anche farvi da mangiare.
Proprio di fronte c'è un internet point, Ciber Leo's, di German, economico (20 C$ per un'ora) e moderno, e il comedor Soya.
Disfatti gli zaini e dopo la doccia di rito, siamo pronti per conoscere San Juan, forse la località balneare più conosciuta del Nicaragua. Ma abbiamo fame e al mercado ci sediamo a uno dei comedor all'interno (ce ne sono quattro). Scegliamo l' Angelita, dove mangiamo bene e a prezzi bassissimi, pescado intero (30C$) e il filete costa solo 25 C$, con gurnizioni di queso, cipolle, riso e maduros (un tipo di platano).
Il paese è piccolo, mi immaginavo una località più importante e grande, più turistica e affollata, ma non per questo sono dipiaciuto, anzi: San Juan è tranquilla e discretamente "contaminata" dal turismo, simile alle altre località turistiche del Nicaragua come Granada e Leon.
La baia è spettacolare, una spiaggia lunga e molto coreografica, una cornice meravigliosa a mezzaluna! Ci sono diversi ristoranti proprio davanti ma come sempre c'è pochissima gente sulla sabbia, la spiaggia è quasi deserta.
Il paese in fondo è piccolo e dopo pochi minuti lo si gira tutto per le strade vicino al mare o più su attorno al piccolo mercato e i pochi bus proprio di fronte. Mi immaginavo San Juan più grande, più importante, ma meglio così!
In serata mangiamo proprio come a casa, al nostro hospedaje, dove mi ero messo d'accordo con la signora per un piatto di filete di pesce empanizado (25 C$) con riso, davvero buono e abbondante!
Ma per il dopocena non c'è poi tanto da scegliere e finiamo la giornata in un bar, il Marie, per una cerveza e ascoltando musica, confusi tra gringos, suppongo di passaggio dal vicino Costarica...

23 gennaio
In mattinata decidiamo di visitare la vicina Rivas, in autobus (8C$), a circa 45 minuti di strada. Il bus si ferma al mercato poco distante dal parque e dalla cattedrale, che ricorda quella di Leon, anche se più piccola.
Acquisto finalmente il ron, naturalmente Flor de Caña, una bottiglia del Centenario 12 años (146 C$) e una bottiglia del 7 años (75 C$). Faccio acquisti, chili e salsine al mercato, salsa inglesa nicaraguense (6C$).
Mi piace Rivas, l'aria è quella di una città di frontiera, calma e tranquilla, forse simile al vicino Costarica. Una piacevole scoperta, anche se come sempre non ci sono molte cose da fare.
Troviamo una cartoleria nel parque dove internet costa meno di 1 dollaro per 60 minuti! E così "mi gioco" Maurizio che prende posizione davanti al monitor mentre io giro per le strade cercando solo di conoscere meglio Rivas. Per le strade si gira ancora in calesse e l'aria è vivace.
Facciamo colazione alla Soda Rayuela proprio di fronte alla polizia. Un delizioso gallo pinto con huevos revueltos, queso, crema acida e tortillas con cafè nero (tutto a 25 C$).
Insomma raccomando una visita a Rivas per diversi motivi, per conoscere una tipica città del Nicaragua, per la sensazione piacevole di città di frontiera, per la bella gente sorridente, la cattedrale interessante, una passeggiata al mercato e la vicinanza a San Juan del Sur.
Torniamo a San Juan per mezzogiorno circa. La baia di San Juan del Sur, a nord c'è uno sperone altissimo, sembra si possa arrivare fin lassù... ci sono alcune villette nascoste...
Così, convinti e sicuri partiamo lungo la spiaggia per cercare di salire fin su in cima alla montagnetta. Si superano alcuni scogli e lastre facilmente; poi si scopre una scalinata di cemento che inizia a salire. Insomma, non rischiando mai di perdersi ma seguendo un po' di logica ci si ritrova, dopo alcune scalinate che sono sempre più ripide, rampe e salite in cemento nella sterpaglia e costeggiando alcune ville in vendita, si può giungere fino alla cima, da cui si gode un spettacolare panorama di tutta la spiaggia: incredibile e bellissimo, ne vale veramente la pena! Penso che siamo a un'altezza di circa 150 metri rispetto alla spiaggia.
La discesa è sempre abbastanza agevole, passando nella zona residenziale, villette nuove, in vendita, molto curate. Quello che non capisco è come possano salire in macchina su queste rampe così ripide senza capovolgersi! Bisogna avere per forza una jeep 4X4. Io anche con una jeep non ci proverei a salire da qui, la pendenza sarà del 60%!
Sbuchiamo infine in paese appena prima del Ricardo's bar dove concludiamo la serata seduti sulla sdraio in spiaggia, con un panorama mozzafiato.
Andiamo a cena al ristorante Lago Azul su indicazione delle guide del Nicaragua (Footprint e Fuorithema). Il ristorante sul malecon facilmente rintracciabile (direccion: del Hotel Estrella 1 cuadra al sur) propone diversi piatti tra pesce e carne.
Io provo la sopa marinera (90 C$), abbondante e saporitissima, mentre Maurizio cede ai camarones all'ajillo (140 C$), cervezas (12 C$), per un totale di 270 C$ + 10 % di servicio.
Per il caffè invece andiamo fin su alla pizzeria O' sole mio, di Paolo, un italiano trasferitosi qui dal 1997, l'ultimo ristorante a nord lungo il malecon. Paolo, che propone diversi piatti a base di pesce senza disdegnare l'originalità italiana, ama San Juan del Sur e i dintorni; così ci consiglia per domattina un giro alle spiagge circostanti, per es. Majagual, Playa Hermosa, ecc.
Le spiagge a nord di San Juan del Sur sono Nacascolo, Marselle, Majagual, Ocotal,
quelle a sud Playa Sucia-El Remanso, Tamarindo, Hermosa, Escamequita, Yanke, Escameca, El Coco, La Flor, Ostional.
Per Ostional c'è un bus che parte alle 13.00 (28 km.) e uno di ritorno alle 16, oppure il mattino alle 7.30. Meglio andarci in taxi presto e tornare con il bus delle 16. A 4 km. da Ostional c'è la spiaggia di La Flor, un parco ecologico per la salvaguardia delle tartarughe, dove si può anche campeggiare (al Casa de Oro Hostel affittano le tende) e vedere di notte i piccoli di tartaruga che nascono e corrono in mare.

24 gennaio
Dopo colazione al mercado al Comedor Itxcel (buono il gallo pinto, 15 C$), contrattiamo un po' per un taxi che ci porti fino a El Remanso, la spiaggia da dove inizieremo una passeggiata attraverso altre fino a playa Hermosa.
Per 150 C$, un po' caro secondo me, accettiamo il passaggio che si svolge su una strada che subito da San Juan del Sur prende a sud, una strada che inizia asfaltata e ben presto è sterrata ma abbastanza regolare. Via via le condizioni peggiorano, soprattutto dopo il bivio che taglia verso il mare, verso El Remanso (ex playa Sucia, anche se sporca proprio non è). La strada è bruttissima, piena di avvallamenti e buche ed io non so come il taxi riesca a farcela!
Alle 9 siamo arrivati, ci mettiamo d'accordo per le 14 per il ritorno. Cinque ore bastano per arrivare fino a playa Hermosa e poi ritornare indietro fin qui a El Remanso. La spiaggia ha un colore scuro, quasi nero, un'aria tranquilla.
Si inizia ancora verso sinistra, a sud, in direzione Costarica, la cui costa si vede già sullo sfondo. Non c'è nessuno in giro a quest'ora, in tutto avremo incontrato 4-5 persone.
Dopo aver "scavalcato" il promontorio roccioso, su rocce aguzze ma con attenzione è facile, si arriva a una prima spiaggetta solitaria, la sabbia rosata, molto carina e con i cactus a colonna alle spalle. Si continua e ancora dopo scogli e pietre affilate, tra gusci di granchi morti, si arriva alla più grande playa Tamarindo, sempre solitaria e triste, la sabbia nera e dura, i pellicani che si tuffano a capofitto in acqua. Il paesaggio è molto bello, selvaggio e all'ombra fa quasi freddo. Si scorgono anche alcuni cactus tra le sterpaglia.
Da playa Tamarindo si prosegue oltre e questa volta si imbocca un sentiero che taglia il promontorio roccioso evitando così un'inutile sforzo, si arriva presto alla lunga e bellissima playa Hermosa.
Come le altre, anche questa spiaggia è deserta, solo noi e i pellicani che davanti si gettano in velocità in acqua. Con la bassa marea la spiaggia è ancora più grande. Le nuvole e la costa a sud danno un effetto stupendo. La spiaggia tutta per noi! Davvero raccomando a tutti la visita qui fino a Playa Hermosa, una delle spiagge più belle che ho visto in Nicaragua!
Dopo un paio di orette al sole a far niente, torniamo sui nostri passi. Sono le 12.30 e un'ora buona occorre per tornare a El Remanso. Ripassiamo per playa Tamarindo e playa "rosada".
Altro bagno a El Remanso, poi, puntuale alle 14 arriva il nostro taxi, anzi è un altro, un sostituto del nostro che è d'accordo per recuperarci.
Alle 13.30 circa siamo a San Juan. Al comedor Soya di fronte al Casa Surf, in un ambiente molto familiare, mangio un buon pollo arrosto, un piatto rico y sabroso!
In serata mangiamo di nuovo dalla signora del nostro hospedaje, al Casa Surf, un buon pescado con arroz (30C$).

25 gennaio
Visto che mancano solo tre giorni alla partenza da San Josè, decidiamo di lasciare San Juan del Sur e visitare la tanto proclamata Majagual, 18 km. a nord sulla costa, in una baia dove esiste un ecolodge di un australiano, Paul; un ritrovo per surfisti direttamente sulla spiaggia. Visto che abbiamo ancora un paio di giorni siamo curiosi e così decidiamo per questo spostamento.
Ma oggi è un giorno davvero fortunato! Dopo aver "prenotato" un passaggio in camionetta fino a Majagual, sono costretto a disdire scusandomi il passaggio in taxi perché incontriamo proprio in albergo i nostri tre amici italiani già conosciuti a Ometepe: Enrica, Claudia e Nello.
Per giunta sono in macchina, a noleggio, e sono appena arrivati questa mattina. Visto che ormai abbiamo già i bagagli pronti, d'accordo con i nostri tre amici lasciamo San Juan e partiamo alla volta di Majagual. Si prende una deviazione a sinistra, poco dopo un ponte uscendo dal paese, una strada sterrata ma in buone condizioni. Si oltrepassa un bivio che dà per Marsella e si continua fino alle indicazioni dell'"Ecolodge Majagual". La spiaggia deserta in una bella baia e niente più!
Il lodge è dotato di camere con bagno e di un ristorante-cafè. La camera per tre con bagno e doccia, è carina e funzionale e il costo di 8 $ a testa. Lasciamo un deposito in cambio di una tessera con il numero di camera che verrà utilizzato per il pagamento sia della camera che delle consumazioni al ristorante.
I prezzi sono un po' più cari della norma (cerveza 13, pollo con riso 30, dedos de pescado con arroz 50, ron y coca 10, lasagne 75, ecc.) ma non ci sono alternative qui a Majagual.
Il lodge è quasi esclusivamente occupato da giovani nordamericani e australiani...
La spiaggia è bella ma a mio parere inferiore a playa Hermosa. Ai lati della baia ci sono altre spiagge sia a destra che a sinistra, per es. Playones, Maderas e Maderitas. Certo che in compagnia è tutta un'altra cosa e passiamo una bellissima serata a cena tutti assieme.
E ricordatevi che se volete mangiare bene, almeno evitate le lasagne! Chiedete a Claudia!

26 gennaio
E' domenica e qui a Majagual continua a soffiare un vento forte e fastidioso. Per me è un peccato spendere un altro giorno e un'altra notte, qui senza tante alternative se non quella di dondolarsi sulle amache del lodge e passeggiare sulla spiaggia, anche se è impossibile stendersi sulla spiaggia. Siamo così tutti d'accordo di trasferirci di nuovo a San Juan, dove per me e Maurizio sarà l'ultimo giorno in Nicaragua, mentre per Enrica, Claudia e Nello il viaggio proseguirà in Costarica per altri 10 giorni.
Per l'alloggio, a me non dispiacerebbe tornare al Casa Surf, dove la signora mi ha preparato già la solita camera al piano superiore. I nostri amici però cercano qualcosa di meglio e al termine di una breve ricerca degli hospedajes di San Juan, si fermano proprio dietro di noi, la strada parallela a nord, all'hospedaje Las Flores, dove una camera tripla del costo di 150 C$ include bagno e doccia. A mio parere la camera è piuttosto "soffocante", chiusa, sofferta. Comunque siamo molto vicini, è difficile perdersi di vista!
E' il momento di una buona colazione e andiamo tutti al cafetìn di Daniela e Roberto, due italiani, al mercato.
Passiamo quindi a setacciare le poche vie di San Juan e spendendo qualche cordobas per alcuni oggetti souvenir, soprattutto al "Papagayo", un negozietto dove si possono trovare diversi articoli tipici, per es. le ceramiche di San Juan de Oriente.
Tutto il pomeriggio invece viene trascorso bighellonando in giro, e infine in spiaggia, davanti al Ricardo's bar, un locale famoso in tutto il Nicaragua, dove si possono mangiare sandwiches e piatti veloci, abbastanza americanizzato, con le tv sintonizzate sui canali sportivi statunitensi. Sulle sdraio si sta proprio bene, siamo tutti in attesa del tramonto, che qui a San Juan sono famosi.
Il Ricardo's bar è affollato, pieno pieno, c'è un gran trambusto che però si affievolisce quasi a spegnersi al momento decisivo: davanti a un tramonto così bisogna solo inchinarsi e ammirare, un tramonto inimmaginabile e indimenticabile per sempre!
Per cena siamo tutti concordi di andare da Paolo, alla pizzeria O' Sole Mio, sul malecon in fondo verso nord. Non c'è luce per strada, probabilmente un black out, che comunque in Nicaragua è all'ordine del giorno, e allora attentamente per non cadere in qualche buco sulla strada arriviamo al ristorante.
Questo bel ristorante è gestito da Paolo che con originalità prepara piatti di pasta con ingredienti nica, così come filetti di pesce sempre studiati con cura e senza stravolgere la cucina locale; un connubio riuscito tra le ricette italiane e i sapori nicaraguensi. Robalo al forno, king fish con pimienta, loro con hongos, pargo, gnocchi e ravioli e fettuccine fatte in casa con gamberi, e un buonissimo carpaccio di pesce. Sì, Paolo ci sa fare e devo fare veramente i complimenti. I prezzi sono accessibili, tra 80 e 100 C$, e ne vale veramente la pena. Insomma, nonostante non ami andare a mangiare in locali italiani all'estero, questo caso è l'eccezione alla regola! E mi raccomando, iniziate a mangiare dopo un aperitivi con ron y coca, e che il ron sia Flor de Caña, ok?
Anche questo giorno se n'è andato. Un altro bel giorno passato tranquillamente a San Juan, in Nicaragua. Domattina partiremo fino al confine per entrare in Costarica; il 28 abbiamo l'aereo di ritorno da San Josè.
Salutiamo in nostri te amici: Enrica che è davvero eccezionale, una viaggiatrice, una sognatrice, ricca di sentimenti; Claudia, spiritosa e gentile, di compagnia, che ti contagia sin dall'inizio con la sua verve; Nello pacato e riflessivo, attento e ottimo osservatore, il suo diario è irrangiungibile!
Buona continuazione, ci rivedremo in Italia!

27 gennaio
Sveglia alle 6, prendiamo un bus per Rivas che parte alle 7.30 e ci lascia al Cruce de la Virgin (5 C$), da dove continuiamo il viaggio salendo su un altro bus di passaggio (5 C$) diretto alla frontera di Peñas Blancas.
Quando arriviamo alla frontiera, verso le 8, una cosa mi viene da scrivere: non esiste un'organizzazione e una buona segnalazione di ciò che si deve fare per le formalità doganali. A piedi seguiamo il flusso delle persone e a un cancello paghiamo una prima tassa comunale di 1 $. Si continua poi in un piazzale e bisogna dirigersi, verso sinistra, alla migrazione nicaraguense per far apporre il timbro di uscita sul passaporto (non si paga niente e non bisogna compilare nessun modulo). Poi si entra quindi in Costarica, lungo la strada fino alla migraciòn del Costarica. In fila, si arriva agli sportelli dove con efficienza e ordine viene fatto riempire un modulo, dopodiché appongono il timbro di entrata sul passaporto. Appena fuori c'è già un bus pronto diretto a San Josè.
In banca cambio alcuni dollari in colones (382 colones= 1 $) (25 colones = 1 cordoba) e così pago il biglietto dell'autobus di 1835 colones (circa 5 $).
Prima di salire sul bus, al momento della partenza, si passa per il controllo del bagaglio.
Il bus è moderno e alle 9.30 si parte.
Dopo un viaggio durato circa 4 ore, arriviamo all'aeroporto dove scendiamo senza continuare fino alla vicina San Josè.
L'aeroporto è a soli due km da Alajuela, una città tranquilla sulla Meseta Central, più vicina all'aeroporto rispetto a San Josè che oltretutto sarà molto più trafficata e caotica. Per l'ultima notte siamo decisi a fermarci proprio qui, vicini all'aeroporto.
Con un autobus pubblico (150C$) andiamo fino in centro a Alajuela e grazie a una gentilissima ragazza del posto che ci fa vedere alcuni alberghi, raggiungiamo l'Hotel Alajuela a poche cuadras dal terminal dei bus sulla calle che scende dall'angolo sud occidentale del parque.
La pulita camera doppia con bagno costa 41 $, un prezzo alto rispetto agli standard nicaraguensi, ma il Costarica è più caro e per l'ultima notte si può fare.
Già dalla frontiera si notano le differenze tra i due stati, uno povero e arretrato ma familiare e sicuro, l'altro moderno e organizzato, con una forte impronta statunitense che si nota soprattutto per le catene alberghiere, i fast food, i prodotti nei supermercati. Il Costarica è anche chiamato la Svizzera del Centroamerica, l'ordine e la pulizia sono davvero importanti in questo stato.
Alajuela è una città tranquilla e abbastanza carina, dal clima eccezionalmente fresco e gradevole. Il parque central e la cattedrale dalle cupole rosso-amaranto. I supermercati sono fornitissimi, con tutti i prodotti più famosi, caffè, salse, frutta e verdura; cellulari, macchine di lusso, ecc.
Peccato che verso le 18 le attività chiudano lasciando il centro desolatamente vuoto e deserto, le strade senza gente con le case e i negozi chiusi, sbarrati dalle imposte e dalle serrande danno luogo a un'atmosfera irreale, "pericolosa".
Mangiamo qualcosa alla soda del mercato, da Hermanos Gonzalez, seguendo il consiglio del ragazzo alla reception del nostro hotel. Gallo al picadillo (350) cioè una piccola tortilla con carne e salsa, ottimi refrescos naturali di frutta, al tamarindo, mora (buonissimo), cebaya, piña, cocco,naranja, e trotas (tortilla con carne impanata...), sandwiches, ecc.
Per cena non sappiamo che fare, gironzoliamo per qualche oretta senza trovare niente che ci soddisfi, quando alla fine finalmente troviamo la soda Argo, dove in un ambiente greco, mangiamo bene due casados, cioè un piatto che compende riso, frijoles, insalata, pasta e carne o pesce (2500 C).
Andiamo a letto presto per due motivi: domani mattina andiamo in aeroporto in orario, e poi perchè non c'è niente da fare qui a Alajuela.

28 gennaio
In autobus arriviamo all'aeroporto già alle 8 in vista del nostro volo IB 6170 per Madrid via Miami. Arriveremo a Milano Malpensa domani mattina, 29 gennaio.
L'aeroporto Juan Santamaria di San Josè è un esempio di pulizia, ordine ed efficienza. Ci sono diverse tiendas per gli ultimi souvenirs.
Si parte...
Ancora prima di visitare questo paese pensavo che ci sarei ritornato. Confermo!

Un commento in “Nicaragua, insolito e coinvolgente
  1. Avatar commento
    drak-ula
    15/05/2004 17:41

    Sono diversi anni che mi reco in Nicaragua ed anche se la prima volta l'ho fatto con una certa riluttanza dovuta in special modo da inesistenti pregiudizi; riconosco che nella maniera spartana in cui il nostro amico ha girato è il miglior modo per assaporare l'essenza di un paese ma debbo sottolineare, e se veramente è intenzionato a ripetere l'esperienza gli consiglio questa volta di non tralasciare, che ha ignorato completamente la città di Managua e tutta la parte nuova della città, non ha visitato il lago di Granada e non ha visitato le isole all'interno del lago, non ha fatto la magnifica escursione sul fiume San Juan che scorre da Nord a Sud. Non so quanti anni ha il narratore di questo viaggio ma sicuramente ha dato la prova di essere un ottimo camminatore, purtroppo io so di queste escursioni ma purtroppo anche se un'ottima camminatrice non sono un ottimo esploratore ed incoraggio altri a fare ciò che io come donna non ho il coraggio di fare. Mi auguro di leggere su queste pagine che hai accettato il mio consiglio e di poter vedere attraverso i tuoi occhi ciò che ho perduto.

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