Singapore e Indonesia: splendori d’Oriente

Il mondo asiatico in tutte le sua sfaccettature

Si tratta di un viaggio effettuato nel 1999 dal sottoscritto Marco in compagnia dell’amico Massimo alla scoperta di alcune delle località più celebri dell’Estremo Oriente. L’itinerario ci ha consentito di entrare in contatto con i differenti aspetti del mondo asiatico: a Singapore la mescolanza fra tradizione e modernità, in Indonesia le bellezze naturali e il fascino dei luoghi della spiritualità più profonda.SINGAPORE
Per una persona che non ha mai visitato i Paesi dell'Estremo Oriente, Singapore rappresenta il migliore approccio iniziale, in quanto si rivela una perfetta sintesi tra il mondo occidentale e quello asiatico.
All'arrivo, sbucando tra le nuvole, l'aereo sorvola per lunghi minuti le interminabili foreste di palme della penisola malese. Ma la realtà di Singapore è quella di una città ordinata, disciplinata e pulita come neppure in Europa mi è mai capitato di osservare.
Il primo impatto con le ferree leggi di Singapore si ha già con la compilazione della carta di sbarco sull'aereo, dove viene amabilmente ricordato che il traffico di sostanze stupefacenti è punito con la pena di morte, anche se le notizie dei giornali riportano di punizioni "più miti", come la fustigazione tramite un ruvido scudiscio...
Meno note, ma altrettanto severe, sono le norme che regolano l'igiene pubblica: gettare per terra rifiuti di qualsiasi genere comporta multe di qualche milione di lire, e, per scoraggiare qualsiasi tentazione, è vietato mangiare, bere e fumare camminando lungo la strada; per togliersi qualche soddisfazione le principali vie sono costellate da tantissimi locali e bar dove fermarsi.
Il Changi Airport, suddiviso in due terminal collegati da una navetta gratuita, è un miracolo di ordine e pulizia, con un piccolo esercito di addetti che strofinano e lucidano ogni più remoto angolo. Soprattutto al ritorno non ci saranno problemi ad ingannare il tempo, dato che il duty free è immenso e particolarmente ben fornito.
Il personale dell'aeroporto è gentilissimo e io ne so qualcosa: al ritorno, la compagnia di bandiera indonesiana, la Garuda, ha smarrito il mio bagaglio nel tragitto tra Jakarta e Singapore (bagaglio mai recuperato, fra l'altro); ma al Changi tutti si sono adoperati con il massimo sforzo per cercare di rintracciarlo e per tenermi informato sullo svolgimento della ricerca.
Se già non ne siete provvisti, è conveniente dotarsi di Dollari di Singapore (S$) agli uffici di cambio dell'aeroporto (per la mia esperienza sono più convenienti i due dopo la dogana), dove cambiano anche le Lire italiane.
Camminando per le strade del centro di Singapore si direbbe più facilmente di trovarsi in una città americana o europea, per i grattacieli e l'architettura dei palazzi, se non fosse per la gente che si incontra: malesi, indiani, cinesi e solo in minima parte occidentali.
Di tanto in tanto, fra i grattacieli, i negozi di elettronica, le banche e gli uffici di compagnie aeree si inseriscono moschee, templi indù o buddisti, pagode cinesi, dai quali provengono le preghiere dei muezzin e forti odori di incenso, che ci ricordano, di tanto in tanto, che siamo pur sempre nel lontano e misterioso oriente. I passaggi pedonali sono dotati di una curiosità veramente particolare: insieme al normale rosso e verde per i pedoni, vi è un timer che indica quanto tempo manca al rosso e di conseguenza quanto tempo abbiamo per l'attraversamento.
Bisogna dire, cinicamente, che osservare una persona anziana attraversare la strada con questo conto alla rovescia ricorda una sorta di roulette russa finalizzata alla selezione naturale.
La zona più frequentata dai turisti, soprattutto la sera, è la famosa Orchard Road, la strada dove si trovano gli alberghi più lussuosi e i negozi più forniti ed eleganti (per gli appassionati di musica posso segnalare un fornitissimo negozio della catena HMV, particolarmente interessante per la grande selezione di titoli di musica australiana nonchè, ovviamente, orientale).
Per raggiungerla sarà sufficiente scendere alla fermata Orchard della MRT (ma almeno un altro paio di fermate vi condurranno senza problemi in questa strada). Non sarà certamente raro trovare volantini pubblicitari e pubblicazioni gratuite che informano sui divertimenti serali e notturni che la città offre. Una vista molto frequente lungo Orchard Road sarà anche quella di ufficiali e cadetti della marina americana in libera uscita e a caccia di bellezze locali (tutti rigorosamente in bianco stile "Ufficiale e gentiluomo").
L'altra zona più visitata di tutta Singapore è quella del Merlion Park e della Esplanade. Si scende alla fermata Raffles Place della MRT e poi si fa una breve passeggiata verso l'Esplanade.
Questo grande parco espone il monumento simbolo di Singapore: il Merlion, animale mitologico mezzo leone e mezzo pesce. L'originale si trova in questo parco, ma copie di vario genere si possono trovare ovunque in tutta la città. Ma non è solo il parco ad essere stupendo: notevole è anche il lungomare dal quale si possono ammirare ardite soluzioni architettoniche. L'unico problema è quello di riuscire a fare una bella foto, in quanto la concorrenza degli altri turisti è veramente asfissiante. Il grande numero di banche in questa zona si spiega con la presenza del quartiere finanziario.
E per finire un cenno sul grande parco dei divertimenti degli abitanti di Singapore e dei turisti: l'isola di Sentosa.
Il tragitto migliore per arrivare a Sentosa consiste nel raggiungere la zona del World Trade Center con l'autobus (la MRT si ferma molto lontano) e poi prendere la funicolare, che vi permetterà di avere un'incredibile veduta della baia di Singapore (soluzione altamente sconsigliata per chi soffre di vertigini). Una volta giunti al capolinea della funicolare, e dopo aver pagato il biglietto di ammissione, si aprono diverse possibilità. Io ho optato per il giro dell'isola col monorail: si tratta di un trenino monorotaia che esegue un giro a senso unico dell'isola in circa 40 minuti. Esegue varie fermate nei luoghi più interessanti dove è possibile scendere e risalire a piacimento.
Capiterà spesso di incontrare fra la vegetazione dei macachi che, ormai abituati alla presenza dei turisti, non mostreranno alcun segno di timore all'arrivo del monorail. I luoghi da vedere sono tantissimi (dalle ricostruzioni naturali a quelle storiche, dagli spettacoli ricchi di effetti speciali alle strutture sportive) e forse non basterebbero diversi giorni per poter vedere ogni cosa. Io ne ho visitato solo una (purtroppo sono andato a Sentosa al pomeriggio senza contare che all'equatore il sole tramonta inesorabilmente alle 18.00) e l'ho trovata degna della visita: l’Underwater World. Si tratta di un acquario non grandissimo, ma con una particolarità: un tapis roulant vi conduce lungo un tragitto costituito da un tunnel di vetro immerso nell'acquario, per cui capita spesso di trovarsi come accerchiati da squali e da coloratissimi pesci tropicali; l'attrazione più bella fra tutte è il beluga situato all'ingresso.

GIAVA
Premessa: l'Indonesia è un paese molto diverso al suo interno, per usi, religioni e anche razze. Ma tre cose resteranno sempre costanti. Sarete sempre attorniati da bambini che vi diranno sempre e solo "Misterrrrrrrr" (a uomini e donne) sorridendo; beh... sappiate che se risponderete a questi bambini dicendo anche a loro "Hi mister" li vedrete correre felicissimi da mamme e papà per fargli sapere che un occidentale li ha salutati... davvero un grande onore per loro. La seconda sarà che i tassisti o chiunque sappia parlare un po' di inglese, scoperto che siete italiani, non mancherà di farvi sapere la sua passione per il calcio italiano sciorinando intere formazioni di calciatori più o meno recenti, da Baggio (pronuncia indonesiana Bagghio) a Maradona, da Vieri (pronuncia indonesiana Fieri) a Van Basten, magari passando pure per Kempes (non c'entra niente lo so, ma con me l'hanno messo...). E gli indonesiani sono talmente creduloni che gli potrete far credere di conoscere i giocatori personalmente (se lo farete diventerete i loro idoli e vi ricorderanno per sempre). La terza sarà che lasciando mance ridicole (per noi occidentali) di 1.000 o 2.000 rupie (meno di 1.000 lire), otterrete da loro l'eterna gratitudine e servizi quasi inimmaginabili.
L'arrivo a Jakarta è quanto di più traumatico possa avvenire per un viaggiatore che non ha mai visitato l'Estremo Oriente: appena usciti dall'aeroporto Sukarno-Hatta troverete una folla di persone disposta ad offrirvi passaggi in città e alloggi a buon mercato (ma quantomeno di dubbia moralità...); se non siete disposti ad assecondare i loro desideri vi consiglio di tenere d'occhio la vostra valigia e di passare velocemente in direzione del parcheggio degli autobus e dei taxi.
Se siete solo di passaggio e non volete affrontare la grande metropoli (che dista circa 30 km. dall'aeroporto) potrete dormire presso l'unico hotel presente al suo interno: si tratta però di un albergo extra-lusso dove io ho pagato per una notte la bellezza di circa 250.000 lire (una fortuna in Indonesia)!!! Se invece siete disposti ad affrontare "l'avventura" di un viaggetto in città potrete cercare dei piccoli ma confortevoli alberghetti (losmen) in Jalan Jaksa, dove potrete trovare una camera per un decimo (!!) del prezzo che vi chiedono all'aeroporto. A Jakarta potrete fare un giro per la città sui buffi bajai, delle specie di motorette coperte per due persone... non farete certo fatica a trovare un guidatore disposto a offrirvi i suoi servigi (ma ricordatevi di chiedere sempre prima la tariffa e, se avete proprio del "pelo sullo stomaco", anche di contrattare...). Se invece siete desiderosi di recarvi al più presto nel luogo più bello di Giava, allora prendete il primo aereo per Yogyakarta, città situata nella parte centromeridionale dell'isola.
La città, in sé, non offre tantissimo, ma i suoi dintorni sono eccezionali. La vita cittadina ruota tutta attorno alla centralissima Jalan Malioboro, da visitare di giorno e di sera, per i suoi innumerevoli mercatini e per la folla che la anima. In fondo alla grande via, poi, c'è la principale attrazione di Yogyakarta: il Kraton (il palazzo del sultano). Personalmente non lo ho trovato straordinario, ma se vi affascina sapere come vivevano i sultani giavanesi questo è un ottimo esempio; in particolare merita una visita il castello d'acqua, il Taman Sari, anche se col tempo questo luogo di piacere ha perso molto del suo antico splendore. La visita al Kraton è consentita solo con abiti "decenti", per cui per gli uomini sono consigliati i pantaloni lunghi, mentre per le donne sono sconsigliate le minigonne e la magliette che scoprono le spalle. Nei vari negozi o nei mercatini di Jalan Malioboro e dintorni, si può cogliere l'occasione di acquistare i batik, tessuti tradizionali indonesiani.
Yogyakarta è poi la migliore base di partenza per le escursioni ai complessi monumentali di Borobudur e Prambanan.
Borobudur si trova a non molti chilometri a nord-ovest di Yogyakarta ed è consigliabile farsi organizzare dall'albergo un trasporto che vi attenderà sul luogo per tutto il tempo della vostra visita.
Questo antico tempio buddista è imponente e situato in un luogo meraviglioso. Dalla sua cima si può osservare un bellissimo panorama: un cielo azzurro, uno sfondo di vulcani, un oceano di palme nella valle. Dicono che l'atmosfera di questo luogo sia particolarmente intensa alle prime luci del mattino oppure al tramonto. L'area del tempio è completamente invasa da venditori di ogni genere, spesso particolarmente invadenti. La visita completa del tempio e del museo relativo occupano più di mezza giornata, per cui non credete a chi vi proporrà la visita in una giornata sia di Borobudur che di Prambanan: per fare questo dovrete fare tutto il tour in grande fretta, e non potrete assaporare la meraviglia e il misticismo di questi luoghi. A volte solo sedersi su uno dei terrazzi del tempio e contemplare il paesaggio vi farà ritrovare una sorta di pace interiore che nella frenetica vita di tutti i giorni spesso dimentichiamo...
Se avete tempo, a soli 3 km. da Borobudur vi è anche un altro piccolissimo tempio buddista, il Candi Mendut; non è eccezionale ma può valere la pena di visitarlo; se avete optato per un trasporto organizzato dall'albergo, non esitate a chiedere che vi accompagni in questo luogo.
L'altro complesso monumentale che caratterizza questa regione di Giava è Prambanan, situato a nord-est di Yogyakarta. Si tratta di un complesso di templi disposti su una vasta area. Il complesso principale è composto da otto templi indù disposti su una terrazza rialzata; sono dedicati alle tre principali divinità della religione induista, Siva, Vishnu e Brahma. Per quanto i templi siano fra loro molto simili non potrete resistere alla tentazione di entrare in ciascuno di essi e a ricercare le più ardite angolazioni per meglio fotografare queste meraviglie. A differenza di Borobudur, la magia di Prambanan non si coglie tanto nei templi in sé o nei paesaggi circostanti, bensì nei giardini fra i quali ci si muove per raggiungere ogni singolo tempio o museo che si trova nell'area. Ho avuto modo di assistere al tramonto in questi giardini... beh posso assicurare che si tratta di uno spettacolo da togliere il respiro.
Un altro complesso monumentale necessariamente da visitare all'interno dell'area di Prambanan è il Candi Sewu; si tratta di un gruppo di templi buddisti situato a nord del gruppo centrale di Prambanan ed è facilmente raggiungibile attraverso un comodo viottolo che attraversa i giardini.
L'ingresso del tempio è sorvegliato da due imponenti statue raksasa che proteggono il tempio dagli spiriti del male (e se vedeste quanto sono brutti questi raksasa, non oso pensare agli spiriti del male...). Con la visita di questi due templi si esaurisce la visita a Yogyakarta e anche la mia visita a Giava. Un viaggiatore incontrato successivamente mi ha detto che varrebbe la pena visitare anche la zona del monte Bromo, un parco naturale posto a sud-est di Giava. Ho letto che gli alberghi della zona organizzano comode escursioni al parco... beh, sarà per la prossima volta...

BALI
Difficile risulta spiegare il fascino di Bali. Esiste una Bali turistica e mondana, popolata di surfisti e da turisti da spiaggia e discoteca, piena di locali dove l'imperativo è semplicemente divertirsi il più possibile. C'è una Bali spirituale e storica, fatta di templi induisti antichissimi, da cerimonie religiose molto suggestive (magari ricreate ad arte per i turisti, ma certamente affascinanti) e dai piccoli cestelli di fiori e cose da mangiare lasciati davanti ad ogni casa nel caso ad un qualche dio/demone venisse voglia di visitare la dimora.
Ho dovuto combattere un po' con Massimo, il mio avventuroso compagno di viaggio per visitare quest'isola, ma ne è valsa la pena (lui stesso alla fine lo ha ammesso). L'arrivo a Bali avviene all'aeroporto di Denpasar, la capitale dell'isola. Questa città, situata in un luogo strategico per le visite dell'isola, non è certamente il posto più comodo per chi voglia principalmente godersi la Bali delle spiagge e delle discoteche; noi infatti ci siamo fermati lì...
La nostra visita a Bali è stata piuttosto breve ma certamente intensa, ed ha comportato la visita a 3 templi ed alla famosa spiaggia di Kuta. Come a Yogyakarta, per la visita ai templi conviene affidarsi agli hotel che vi metteranno a disposizione un pulmino per l'intera durata delle visita a prezzi molto contenuti. In una sola giornata è possibile visitare tre dei templi più belli dell'isola.
Partendo da Denpasar abbiamo prima raggiunto il tempio di Bukit Sari che emerge dalla foresta di Sangeh; il tempio è dedicato alle scimmie che aiutarono Rama nella sua lotta contro i demoni e l'area del tempio è popolata da centinaia di macachi (fate attenzione agli occhiali e agli oggetti che avete in mano) che si aspetteranno da voi tante noccioline (acquistabili all'ingresso del tempio); non siate tirchi se non volete rischiare morsi (vero Massimo??) o assalti dall'alto... Se non ve la sentite, state tranquillamente fuori dal tempio, perché a volte tutte queste scimmie sono davvero impressionanti; in ogni caso sappiate che i guardiani del tempio sanno come trattarle, per cui potete richiedere la loro assistenza per il giro del tempio (dietro, ovviamente, una adeguata mancia come ricompensa).
Riprendendo il pulmino e tornando verso sud si potranno osservare le ordinate e spettacolari coltivazioni di riso a terrazze che coprono circa il 70% della superficie dell'isola.
Proseguendo verso nord si raggiunge il lago Bratan, uno dei panorami più meravigliosi di Bali. Situato alle pendici delle montagne, di origine vulcanica, il lago è la dimora della dea delle acque e non sarà raro imbattersi in cerimonie religiose in suo onore. Sulle sponde del lago è posto il tempio dedicato alla dea, ma la vera meraviglia sono le due pagode che lo fiancheggiano, e che sembrano galleggiare sulle acque lacustri.
Il luogo è circondato da un'atmosfera mistica e non si potrà fare a meno di passeggiare sulle rive del lago e all'interno dei piccoli ma curatissimi giardini oppure di fermarsi per contemplare il lago e la magia che esso emana.
Sulla costa meridionale si innalza il monumento forse più famoso di tutta Bali: il tempio di Tanah Lot, dedicato alle divinità del mare e costruito su uno scoglio che si protende in mezzo al mare.
L'accesso è consentito solamente ai fedeli ma per meglio apprezzare questo suggestivo scenario conviene posizionarsi sulle scogliere intorno al tempio per osservare la costruzione dall'alto. Meglio ancora sarebbe avere la possibilità di contemplare il paesaggio al tramonto (tanto più che nelle posizioni più strategiche sono sorti alcuni ristoranti). Questo luogo è sicuramente uno dei più umidi di tutta l'isola e metterà duramente alla prova la vostra resistenza ai climi equatoriali.
Nel corso del nostro viaggio a Bali solamente una volta ci siamo concessi un'escursione in una delle celebri spiagge dell'isola: Kuta. Mi avevano detto che si trattava di un luogo affollato da turisti, paragonabile a certe spiagge del Mediterraneo... chissà, forse non era la stagione giusta, ma io questo affollamento non l'ho visto. La spiaggia è bianca e lunghissima e il mare, con le sue alte onde, è un paradiso dei surfisti. Dappertutto venditori ambulanti e massaggiatori da spiaggia. All'interno, lungo la via principale e nei vicoli periferici, è un affollamento di ristoranti, fast-food, negozi alla moda, cocktail bar e locali che si animeranno solamente alla notte. Se in un qualsiasi momento avrete nostalgia del mondo occidentale, ecco, Kuta è proprio il luogo che fa per voi.

SULAWESI
Sulawesi (o meglio Celebes, suo nome attuale) è un'isola molto varia sia dal punto di vista naturalistico che da quello delle popolazioni che la abitano. Purtroppo il tempo tiranno ci ha impedito di vedere quelle che sono considerate le due attrazioni principali di Sulawesi: la regione dei Toraja e le isole Togian. La nostra visita si è limitata alla zona più settentrionale di Sulawesi, e cioè il territorio dei Minahasa, con la sua città principale, Manado.
Manado è una città molto divertente e piena di vita (per gli standard indonesiani); in sè non offre particolari attrazioni (mentre l'interno, il territorio Minahasa, dicono essere di grande interesse, ma io non l'ho visitato). Il grande patrimonio turistico di Manado consiste nelle isole coralline che si trovano al largo della sua costa, un vero e proprio paradiso per i subacquei: Bunaken, Siladen, Manado Tua e Manehage. Io ho visitato Bunaken (dove si può anche dormire in cottage privi di qualsiasi confort, ma sicuramente affascinanti) e Siladen con la barca messa a disposizione dall'hotel Santika (compresa nel prezzo). Anche facendo solamente snorkelling lo spettacolo della barriera corallina è meraviglioso. Se decidete di andare al Santika chiedete di Ramsi come guida per la vostra barca... e salutatelo da parte mia.SINGAPORE - Posso consigliare un'accogliente guest house situata al confine fra il centro della città e il quartiere indiano. Si tratta del Perak Lodge. I prezzi erano sufficientemente contenuti, le camere pulite e le colazioni abbondanti (secondo tradizione anglossassone) con anche la possibilità di poter fare una colazione più vicina alle nostre abitudini. Non trascurabile il fatto che la proprietaria della guest house sia una graziosa fanciulla dai capelli biondi.
YOGYAKARTA - Consiglio di contattare la catena Batik Palace; in particolare cercate di alloggiare al Batik Palace Cottages, situato in una laterale di Jalan Malioboro (esattamente vicino a Jalan Dagen), oppure al New Batik Palace Hotel, in Jalan Mangkubumi 46, entrambi a ridosso della zona più centrale della città. In questa catena, 4 notti con colazioni e vari servizi (fra cui i viaggi a Borobudur e Prambanan) mi sono costati circa 80.000 lire (in tutto).
BALI - L'albergo prescelto è stato il Taman Suci, con prezzi al livello delle sistemazioni precedenti (meno di 30.000 lire a testa per notte) e tutti i confort; inoltre la sera rischierete di essere coinvolti in terribili serate di piano bar che possono trasformarsi in tragici karaoke (un'autentica ossessione per tutti gli orientali): a me infatti è toccata un'esibizione di "Nel blu dipinto di blu" di più di 10 minuti (grazie ancora Massimo per la tua "collaborazione").
SULAWESI – A Manado consiglio senza alcun minimo dubbio l'hotel Santika, lussuoso e perfettamente attrezzato per le escursioni alle isole coralline (certo, il prezzo rispecchia più gli standard occidentali, ma ne vale veramente la pena); affidatevi senza timore all'addetta delle relazioni con la clientela Lusy Joroh... saprà senza dubbio risolvere ogni vostro problema. Vi confesso, però, che l'anno dopo, Massimo e la sua fidanzata sono tornati al Santika e hanno trovato le cose molto cambiate, principalmente per il deterioramento della situazione politica interna indonesiana. Perciò forse è molto meglio trovare un posto in centro a Manado e non così lontano.SINGAPORE - I posti dove mangiare nella zona dell’Esplanade sono veramente numerosi, ma io ve ne consiglio uno in particolare (mi hanno detto che è quello dove mangiano gli operatori della borsa di Singapore durante la pausa pranzo, ma non so se è vero): si tratta di un grande edificio ad un unico piano fatto a forma di asterisco; lungo ciascuna delle otto gallerie vi sono piccoli banchi che vendono le cose più svariate, ciascuno specializzato in un particolare tipo di alimento (carni, pesce, frutta, bevende, ecc...) o in un tipo di cucina (cinese, malese, indiana, ecc...); al centro dell'edificio c'è una grande area con tavoli e sedie dove appoggiare i vassoi e consumare il pasto. Nonostante le apparenze il luogo è pulito e si può mangiare senza timori la frutta e la verdura (così come in quasi tutta la città). Il tutto rigorosamente accompagnato dalla birra nazionale di Singapore: la Tiger Beer. La frutta esotica che si trova a Singapore è quanto di più buono si possa trovare (e, per noi europei, anche di più raro); personalmente il voto più alto lo dò al "frutto della passione" (anche perchè con un nome così...).
YOGYAKARTA - Avrete solo l'imbarazzo della scelta, anche se personalmente consiglio almeno una volta di provare il Pesta Perak, in Jalan Tentara Rakyat Mataram 8, col suo esotico e meraviglioso buffet, dove potrete servirvi a volontà.
SULAWESI - Molto ampia è la scelta dei locali dove mangiare: il nostro preferito era il Green Garden: da provare lo special babi ketchup (maiale in salsa di soia) mentre per chi cerca il fascino del piccante lo special babi rica (maiale piccante) vi catapulterà in un vero e proprio girone infernale. Il ristorante più celebre di Manado è comunque l'Hilltop (cucina cinese in prevalenza).SINGAPORE - Per il trasferimento nel centro di Singapore si può tranquillamente optare per un autobus pubblico (la stazione è nel sotterraneo dell'aeroporto) piuttosto che per un carissimo taxi; i biglietti si fanno sul bus dall'autista, che molto probabilmente saprà darvi, in inglese, le indicazioni su come arrivare dove desiderate. I luoghi migliori dove farsi condurre sono comunque nel centro cittadino, in particolare in corrispondenza delle fermate della metropolitana (MRT) di Raffles Place e City Hall, in quanto da qui si può raggiungere qualsiasi punto dell'isola.
I biglietti per la metropolitana si possono ottenere presso i distributori automatici (ma bisogna essere provvisti di monete locali) o gli appositi sportelli.
La MRT è un vero e proprio spettacolo: dai bocchettoni per l'aria condizionata vengono difusi anche profumi floreali che la rendono l'unica metro non fetida al mondo. Inoltre delle parete scorrevoli separano le pensiline dalle rotaie, rendendo così impossibile qualsiasi tipo di incidente per i viaggiatori.

Un commento in “Singapore e Indonesia: splendori d’Oriente
  1. Avatar commento
    patussa
    18/07/2004 15:36

    Non posso ancora esprimere il mio commento visto che partirò a giorni per la stessa destinazione:ti posso dire che ho fatto questa scelta perchè la trovo una meta davvero interessante, soprattutto per noi occidentali. Di primo impatto al tuo viaggio darei un buon 110 e lode, ed è proprio per questo che ti chiedo un consiglio: prima di arrivare a bali facciamo uno stop a singapore di 2 notte e 3 giorni; oltre allo shopping quali sono le tappe primarie da non perdere?

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