CUBA: 1400 km in libertà

Exploring the Freedom and Beauty of the Cuban Landscape

Il titolo non è casuale, perché insieme ad una coppia di affiatati amici siamo riusciti a far combaciare le ferie di tutti e quattro e programmare il ritorno sulla Isla Grande dopo quasi 10 anni noi e quasi 20 loro. L’idea è nata un paio d’anni fà ma mai concretizzata per vari motivi in primis, come spesso accade, lavorativi. Invece questa volta ce l’abbiamo fatta ed abbiamo pensato di farlo in piena libertà girandola da sud a nord, percorrendo quasi 1400 km facendo tappe nelle località a nostro avviso più belle dal punto di vista storico/culturale  e, perché no, anche balneare. Naturalmente nella pianificazione dell’itinerario abbiamo dovuto fare i conti con i giorni a disposizione e a malincuore ci siamo visti costretti a tralasciare qualcosa, che però col senno di poi,  potrebbe essere uno stimolo per un eventuale ritorno.  
La maniera migliore per vivere e assaporare la realtà cubana è alloggiare nelle Case Particular dove sei a diretto contatto con la gente del posto, entri con rispetto nella loro quotidianità dalla mattina alla sera, scambi opinioni sulle diverse realtà di vita o semplicemente parli del più e del meno ma sempre con il sorriso e per il piacere di farlo, sopratutto in un periodo come questo, dove il volere di pochi tenta di dividere le persone, è una cosa bellissima. Durante l’attraversamento dell’isola da sud a nord abbiamo notato oltre a delle diversità  morfologiche e paesaggistiche molto suggestive anche un diverso approccio mentale dei cubani sempre positivo nei nostri confronti, ma la gente che abbiamo avuto la fortuna di frequentare nella parte meridionale dell’isola ha sicuramente una marcia in più sotto l’aspetto umano.
L’unica cosa che abbiamo fatto tramite agenzia è stato il volo intercontinentale con l’Air France/KLM che si è rivelato azzeccato sia come aeroporto di partenza (Venezia) che come orari e prezzo, tutto il resto l’abbiamo prenotato direttamente noi tramite internet, dal volo interno Avana-Santiago (sito della Cubana de Aviacion) al noleggio dell’auto (sito della Rex) ai pernottamenti nelle varie località in Case Particular autorizzate (sito Amor Cuba), al visto d’ingresso.  
Naturalmente sarebbe stato troppo bello che tutto fosse filato liscio e quindi come spesso accade bisogna pagare pegno e noi lo abbiamo pagato all’inizio e non alla fine….fortunatamente. La nota negativa è stato il volo interno per Santiago de Cuba che fra ritardi, annullamenti, trasferimenti in hotel nuovamente ad Avana per la notte (naturalmente a spese della compagnia aerea Cubana de Aviacion) senza sapere il perché, ci ha fatto perdere quasi 2 giorni di vacanza, non stò a descrivervi lo stato d’animo. Proprio in questa situazione ci siamo accorti che le cose stanno cambiando a Cuba, perché dopo il secondo giorno d’attesa con i consueti slittamenti dell’orario di partenza le persone presenti e non parlo di turisti (gli unici forse eravamo noi e un tour operator spagnolo) hanno iniziato a protestare in maniera molto forte e convinta contro una simile disorganizzazione che sinceramente non saprei dire quanto sia dolente o volente. Stà di fatto che noi siamo stati imbarcati sul volo per Holguin alle 22.00 e una volta sbarcati con una corriera siamo arrivati, dopo quasi 3 ore di viaggio, a Santiago. Succedeva al ritorno rischiavamo sicuramente di perdere l’aereo del rientro per l’Italia.
Ma veniamo al viaggio vero e proprio.
HAVANA (Casa Yosvanika Boyeros)
All’uscita dall’aeroporto ci aspetta, come promesso, un taxi che ci porta all’alloggio da noi prenotato nelle vicinanze dello stesso in modo da essere pronti per il volo interno del giorno dopo. Le stanze sono molto spaziose e curate e dalla graziosa terrazza iniziamo a respirare l’aria di Cuba. Il tempo di una cerveza fria (ci sono 32°), una doccia rigenerante e ci catapultiamo direttamente nel cuore dell’Avana Vieja dove non poteva mancare il primo aperitivo cubano con un buon mojito alla Bodeguita del Medio, accompagnato da musica cubana dal vivo. Sarà anche un classico ma dopo tanti anni ci sembrava giusto iniziare così la nostra avventura. L’ambiente è indubbiamente turistico e forse, per qualcuno, scontato, ma l’atmosfera che si respira è unica e coinvolgente a tal punto che ci stavamo quasi dimenticando che dovevamo ancora cenare e così appena fuori dal locale ci facciamo portare da dei ragazzi con il classico risciò in una Paladar nelle vicinanze (a fianco del Bilbao un locale molto vivace) dove ci gustiamo in tranquillità…forse anche troppa (la proprietaria stava quasi già dormendo) la prima di una serie di cene tipiche dell’Isla Grande. La mattina seguente dopo il sonno dei giusti, Giovanni il proprietario, ci fa trovare una succulenta colazione direttamente in terrazza e fra una chiaccherata e l’altra, una passeggiata nel piccolo mercatino rionale siamo pronti per il proseguimento del nostro viaggio.
SANTIAGO DE CUBA (Casa Carlos)
Del trasferimento aereo ne ho già parlato, quindi caliamo un velo di pietà e andiamo avanti.
L’alloggio scelto si trova proprio in centro a Santiago in una casa stile coloniale con delle belle camere con bagno privato e una terrazza da cui si può ammirare tutta la città. La simpatia di Carlos e le ottime colazioni ci hanno fatto subito dimenticare le disavventure precedenti ed apprezzare la calorosa cordialità della gente cubana che ci accompagnerà per tutto il nostro girovagare. La seconda tra le maggiori città di Cuba è giustamente orgogliosa del suo passato, le splendide piazze, la sua varietà architettonica e la sua vibrante tradizione musicale ci hanno colpito al di là di ogni rosea aspettativa. Anche l’incontro quasi casuale con il simpatico Holly (musicista jazz), divenuto poi il nostro cicerone, ha contribuito ad apprezzare Santiago e le sue bellezze. Grazie alla sua disponibilità siamo riusciti a visitare il castello El Morro, considerato dall’UNESCO Patrimonio dell’Umanità, la Basilica de Nuestra Senora de la Caridad del Cobre, il luogo di pellegrinaggio più sacro a Cuba, l’immancabile Piazza della Rivoluzione, piazza Cespedes Park e Plaza de Marte, il Mirador de Santiago, Il museo delle macchine d’epoca, la casa di Fidel Castro, il cimitero monumentale di Santa Ifigenia dove spicca il mausoleo di Josè Martìn padre della Patria con il folcloristico cambio della guardia d’onore e tanti altri personaggi famosi, dalla famiglia Bacardi alla tomba di Compay Segundo, voce e chitarra dei Buena Vista Social Club. Se a questo aggiungiamo anche una strepitosa mangiata di aragosta in un tipico ristorantino sulla pittoresca isola di Granma, un ottimo bicchiere di rhum Matusalem come digestivo direttamente dove lo producono, non puoi che ritornare alla sera nella tua casa particolar con il sorriso stampato. Prima di lasciare Santiago, insieme con l’amico Holly che ha tradotto perfettamente le nostre intenzioni, abbiamo voluto far visita ad una struttura che accoglie tanti bambini orfani e li aiuta a crescere come in una famiglia, anche sotto l’aspetto scolastico e sanitario, fino al 18° anno d’età per poi introdurli nel mondo del lavoro a seconda della specializzazione… anche questa è Cuba.
GUARDALAVACA (Casa Caballero)
Ritirata la macchina, una Renault Fluence mai sentita prima ma che si rivelerà molto comoda e affidabile, salutiamo Carlos e l’amico Holly ed iniziamo, cartina stradale in mano, il nostro itinerario verso la prima tappa che ci siamo proposti: Guardalavaca. Il viaggio risulta un po’ impegnativo per la mancanza di segnaletiche e perché molte strade risultano degli sterrati veri e propri, ma la natura che ci fa da cornice con palmeti, campi di canna da zucchero ed un infinità di cavalli e mucche allo stato brado, fanno trascorrere le 3 ore di viaggio in serenità. Appena arrivati ci accorgiamo subito che si tratta di una località turistica perché sul lungomare si trovano solo i resort uno dietro l’altro mentre il nostro alloggio non era in una casa ma risultava un’appartamento al piano terra in una palazzina un po’ così così al di là della via principale.
Ma questo passava immediatamente in secondo piano una volta arrivati in spiaggia…finalmente il mare. D'altronde questa era una delle tappa preventivate proprio per il relax e il divertimento e così è stato. Anche il piccolo incidente di una ruota bucata si è risolto, grazie all’interessamento della proprietaria Odelsa, in maniera veloce e senza problemi. Spiaggia e mare sono veramente belli e non molto affollati per cui viene facile rilassarsi. Ottimi sono risultati anche il localini scelti (un plauso alla Loney Planet) per le cene ed in particolare il Miremar (vicino al più conosciuto El Ancla) direttamente sul mare, dove abbiamo fatto una notevole scorpacciata di aragosta e gamberoni per un costo veramente contenuto. Essendo una località prettamente balneare non offre moltissimo dal punto di vista storico ma per i nostri due giorni di soggiorno andava bene così per ricaricare le pile in previsione dei tragitti dei giorni successivi.
CAMAGUEY (Casa Aleida)
Lasciamo Guardalavaca in direzione di Camaguey, individuata sul nostro itinerario solo come tappa intermedia (1 notte) ma rivelatasi una vera sorpresa. La località è situata nel centro-sud dell’isola, capoluogo dell’omonima provincia ed è considerata la terza città di Cuba. Il centro della città è molto carino, recentemente restaurato e dichiarato negli ultimi anni Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco. Se non siete troppo bravi con l’orientamento c’è da stare attenti perchè le strade del centro hanno una forma quadrata tanto da sembrare un labirinto…infatti all’arrivo e alla partenza abbiamo dovuto affidarci ad un ragazzo del posto sia per trovare la nostra casa che per ritornare sulla carretera principal.
La città non è molto grande e basta un giorno per visitarla magari a bordo di uno dei tanti risciò (contrattate i prezzo prima se non volete sorprese poi), risulta piacevole anche perché è molto pulita e ben curata. Il punto di ritrovo per tanti è la piazza centrale sia per i molti locali che per il fatto che c’è la zona migliore per utilizzare il wi-fi gratis (naturalmente devi prima aver acquistato la relativa sim). Ed è proprio in uno di questi locali (El Cambio), dopo un ottimo mojito, che abbiamo conosciuto un ragazzo del posto (Daniel) il quale fra una chiacchera e l’altra ci ha indicato un posto dove, a detta di molti, si potevano mangiare piatti tipici cubani e così, grazie alle sue indicazioni, siamo arrivati alla Meson del Principe e devo dire che la dritta è stata perfetta.
 
TRINIDAD (Casa La Smith)
 Dopo circa altre quattro ore di viaggio, con due tappe ristoratrici a Ciego de Avila e Sancti Spiritus, arriviamo a Trinidad e tutto quello di bello che avevamo letto nelle varie guide si concretizzava davanti ai nostri occhi. E’ facile capire perché Trinidad sia stata nominata Patrimonio dell’umanità e soprannominata “la città museo di Cuba”. La città, così meticolosamente preservata, apre una finestra sul passato, con i suoi palazzi coloniali, la Chiesa della Santissima Trinità, la casa della Trova e la splendida Plaza Mayor, sonnecchiante di giorno e super vivace di notte con la sua musica dal vivo che coinvolge tutti i presenti. Se poi, come noi, siete amanti del mare, appena fuori Trinidad, a circa 12 km dalla città, si trova la Penisola d’Ancon con la bella Playa Ancon. Non è molto turistica come zona (almeno nel periodo in cui eravamo noi) quindi se volete un pò di relax questa spiaggia potrebbe fare al caso vostro, perché oltre ad un mare favoloso alla sera si ha la fortuna di ammirare un tramonto mozzafiato…d’altronde siamo ai Caraibi. La casa che avevamo prenotato si è rivelata una bellissima sorpresa, forse la migliore in assoluto: vicina al centro, con un giardino interno notevole con piante dai fiori multicolori, bambù ed alberi di mango, una super terrazza con le immancabili sedie a dondolo, due camere con tutti i comfort e dei proprietari simpaticissimi e molto loquaci (grazie alla loro dritta risparmieremo circa 1 ora di macchina per raggiungere la tappa successiva Santa Clara). Forse anche per questo abbiamo deciso di rimanere un giorno in più. La città, fatta di sali e scendi, è facilissima da girare anche a piedi, anzi è la cosa migliore perché ogni angolo e ogni stradina offre delle sorprese, ed è proprio così che, alla sera, abbiamo trovato un paio di locali per cenare veramente pittoreschi tipo il Guitarra Mia o il San Josè, dove abbiamo mangiato benissimo accompagnati da musica tradizionale cubana dal vivo e gustandoci alla fine un sigaro, un rhum e anche un buon caffè…cosa non facile da trovare per noi italiani. L’ultima mattina, prima di riprendere il viaggio, ci facciamo ancora un giro in Plaza Mayor per salutare la proprietaria di uno dei nostri locali preferiti El Mojito (…il nome dice tutto), per i mercatini locali dove scattano i primi acquisti di souvenir vari e soprattutto i primi cd di salsa che faranno da colonna sonora nelle ore successive che passeremo in macchina.

SANTA CLARA (Casa Nelson)
Il percorso suggerito dai titolari di Casa Smith si è rivelato azzeccato. Abbiamo evitato Cienfuegos (…purtroppo) ma al contempo ci siamo ritrovati in piena montagna, circondati da paesaggi naturalistici mozzafiato senza quasi incrociare nessuno fino a quando ci è apparsa una scritta cubitale che ci ha fatto capire di essere arrivati a Santa Clara, la città del Che. Dopo aver visto le località precedenti si ha quasi l’impressione di qualcosa di strano. La città per certi versi appare più “fredda” e spartana, incasinata dal punto di vista urbano, infatti anche questa volta ci perdiamo fra le vie e per trovare la nostra abitazione dobbiamo affidarci ad un ragazzo del posto che per gli ormai classici 3 pesos ci porta a destinazione. Anche l’alloggio, ad un primo impatto, ci fa la stessa impressione della città ma il sorriso accogliente di Nelson ci tranquillizza immediatamente. Il proprietario parla molto bene l’italiano e ci accorgiamo subito di avere di fronte una splendida persona, molto colta e ben disposta nel raccontare con orgoglio il presnte ed il passato (documentato da libri e testi storici) della sua casa dove ha alloggiato anche il Che con sua moglie. Santa Clara è rinomata per essere sede del Mausoleo Che Guevara diviso in 2 due parti: la prima zona ospita, dall'agosto 1997, le tombe di Ernesto Guevara (forse) e di sei suoi compagni caduti in Bolivia e di 14 combattenti uccisi in Guatemala. La seconda zona è dedicata ad una cronostoria della vita del Che fin dai primi anni di vita, integrando le foto ad oggetti di proprietà del combattente e di uso comune durante la sua attività come medico. Una delle particolarità che salta subito all’occhio è che il mezzo di trasporto più in voga è il cavallo, soprattutto come taxi, e quindi non potevamo esimerci dall’utilizzare questo mezzo per visitare la città e tutti i punti di maggior interesse come il Treno Blindato, la statua del Che con il bambino, un bellissimo punto panoramico raggiungibile attraverso una scalinata e subito dopo rinfrescarsi sorseggiando una birra all’interno di un’ aereo ristrutturato completamente e trasformato in ristorante-pizzeria. Alla sera poi bastava arrivare a Parque Vidal, la piazza principale, per assaporare nuovamente il clima gioioso dei cubani con molti locali che propongono musica dal vivo talmente coinvolgente che non riesci proprio a stare seduto solo ad ascoltare. Ed è proprio attraverso la musica, il ballo e qualche moijto che abbiamo fatto simpatiche conoscenze con la gente di ogni posto in cui siamo stati facendoci sentire a nostro agio, trattandoci con rispetto ed amicizia…e non come turisti da “spennare”.

HAVANA (Casa Aida)
Dopo un’altra succulenta colazione, un ultimo giro per il centro di Santa Clara e la visita a un mercato locale, salutiamo il buon Nelson e ci immettiamo sulla famosa Autopista National in direzione della nostra tappa finale: Avana.
L’autostrada è un po’ impegnativa non tanto per il traffico, come magari siamo abituati sulle nostre, ma piuttosto per l’asfalto sconnesso, per strane rotonde utilizzate come aree di sosta e ristoro e la varietà di mezzi di trasporto che incroci (comprese biciclette e calessi trainati da cavalli dei campesinos) che, per cambiare direzione, ti possono tagliare la strada da un momento all’altro.
Se all’arrivo nelle altre città eravamo in difficoltà vi lascio immaginare all’Avana. Fortunatamente dopo un paio di giri a vuoto troviamo un ufficio della Rex per la consegna dell’auto e molto gentilmente ci offrono un passaggio per la nostra casa, scelta strategicamente in Avana Centro in modo da essere vicini a tutto: dal centro storico dell’Avana Vieja con la sua Cattedrale, al Parque Central con il Capitolio, a ristoranti e localini vari, a negozi, banche (Cadeca) e soprattutto a la Casa della Musica il tempio della salsa per antonomasia.
Onestamente, quando il taxista si è fermato dicendoci che eravamo arrivati, siamo rimasti un po’  delusi e titubanti sulla zona. Eravamo veramente ad “una quadra” da tutto quello che noi volevamo ma il quartiere era veramente malandato con tutto intorno condomini diroccati e strade distrutte. Fortunatamente la casa invece si è rivelata all’altezza delle aspettative come pure la simpatia dei proprietari e l’affettuosità di Simba, un bellissimo cane di razza chow chow che ci ha dato subito il benvenuto…nonostante soffrisse il caldo in maniera inequivocabile.
Le camere erano spaziose, dotate di aria condizionata, un bel bagno privato e una grande terrazza con le classiche sedie a dondolo, tutto allocato all’ultimo piano della casa e quindi totalmente indipendenti.
L’Avana resta sempre unica anche con le sue contraddizioni e va apprezzata ed amata proprio per questo: incasinata, caotica, rumorosa, fumosa…ma con un fascino inconfondibile. Nonostante non fosse la prima volta abbiamo scoperto degli angoli fino ad oggi a noi sconosciuti e affascinanti sempre però con un denominatore comune: la simpatia dei cubani.
La cosa migliore per avere un’infarinatura della capitale è salire a bordo di un bus turistico, che trovi in Parque Central, e fare il giro proposto che normalmente è Avana Città, il Vedado, il Vedado Nuovo e il Miramar. Se poi vuoi visitare altri posti d’interesse come il Castillo del Morro o il promontorio del Cristo de Habana si deve per forza prendere un taxi, magari una splendida Dodge del 1952. Per girare la città invece conviene appoggiarsi ai pittoreschi coco-taxi o ai molti risciò presenti, la sceltà dipenderà molto da quanta fretta avete ma se volete scoprire qualcosa al di fuori delle classiche rotte turistiche è la scelta migliore.
Infatti grazie ad uno di questi ragazzi abbiamo cenato al Gringo Viejo in Vedado, da Mama Ines in Avana Vieja e al Los Amigos ma la ciliegina sulla torta e stato cenare a El Guajirito accompagnati dalla musica inconfondibile dei Buena Vista Social Club dove alla fine abbiamo avuto la fortuna (o sfacciataggine) di salire sul palco a ballare con loro.
Ma Avana significa anche mare e spiaggia e con quasi 35° non potevamo non andare un paio di volte fino alla località turistica della capitale: Playa del Este e più precisamente a Santa Maria del Mar, la spiaggia più rinomata. Per raggiungerla ogni giorno abbiamo “affittato” un chofer di fiducia, Denis, che con la sua Chevrolet del ’42 un po’ sgangherata e la sua simpatia si era messo a nostra disposizione sia per l’andata che per il ritorno. Anche se sono passati quasi 10 anni Santa Maria è rimasta praticamente uguale come pure la vicina cittadina di Guanabo (solo la spiaggia è peggiorata ed è un vero peccato) dove avevamo trascorso le nostre vacanze precedenti e dove non potevamo esimerci da fare almeno un fugace saluto a Ana la proprietaria della casa particolar che ci aveva ospitato. L’incontro è stato molto commovente ed è bello sapere che non ci avevano dimenticato come noi non avevamo dimenticato loro.
Santa Maria dista circa una trentina di km da Avana e la spiaggia migliore e più attrezzata risulta quella antistante alcuni resort, in cui hai la possibilità di trovare ombrelloni con lettini e dei gazebo dove sorseggiare una birra fresca o mangiare un buon piatto di pesce per dei prezzi più che onesti. Durante la settimana è molto tranquilla ma è alla domenica che dà il meglio di se e si trasforma nella vera spiaggia caraibica con l’arrivo di molti cubani dalla capitale, i venditori ambulanti che ti propongono qualsiasi tipo d’acquisto e soprattutto i gruppi musicali dal vivo che trasformano l’arenile in una spontanea discoteca a cielo aperto… il tutto improntato al divertimento e nella sicurezza più totale.
 
Cuba potremmo paragonarla ad un famoso ristorante dove vengono proposte un’infinità di deliziose pietanze. Nelle nostre due settimane e mezza abbiamo gustato un paio di assaggini, tentando di scegliere quelli che meglio lo potevano rappresentare, consapevoli, per non fare indigestione, di dover rinunciare ad altre specialità …ma così facendo ci si può permettere di sognare anche un eventuale ritorno, per poter assaporare il resto del menù. 
Il bello di tutti i nostri viaggi sono i ricordi dei posti, delle varie situazioni, dei volti della gente che hai conosciuto per la prima volta o rivisto dopo tanto tempo e quest’anno, in particolare, di tutto ciò che abbiamo potuto condividere con dei veri amici. Un’avventura come la nostra è possibile solo se c’è un affiatamento, un adattamento, una sintonia perfetta, in una parola sola: Amicizia. Forse anche questo nostro modo di essere e di proporci ci ha resi simpatici a tutte le persone incontrate durante il nostro viaggio, perché per noi l’importante è essere viaggiatori e non turisti.
 
Hasta luego Cuba.
 

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