Copenhagen e dintorni…

Copenhagen e dintorni … nontrovato

Sono appena tornata da un viaggio in Danimarca e ho voglia di condividere le prime impressioni "a caldo". Purtroppo il tempo è stato un po’ inclemente in quanto la temperatura era molto bassa, del tutto invernale, il vento teso, gelido, che ti spogliava...Abbiamo anche trovato la neve a nord della Città, verso Helsingør, dove sorge il castello-fortezza di Kronborg, legato alla memoria di Amleto. Ma la bellezza di Copenhagen, dei castelli romantici e dei villaggi caratteristici dei dintorni mi ha riscaldato.
Ho apprezzato davvero molto questa capitale nordica a misura d'uomo, soprattutto perchè si respira tranquillità, si intuisce che lo stile di vita degli abitanti non è assolutamente stressante nè frenetico.
 Il centro è raccolto, si gira benissimo a piedi, il traffico automobilistico non è nemmeno paragonabile a quello di una nostra cittadina di provincia, non si ha proprio l’impressione di trovarsi in una capitale europea…Le auto in circolazione sono incredibilmente poche, mai sentito il suono di un clacson, si usa la bici con il sole, la pioggia, il vento e le ciclabili attraversano l'intera città giungendo fino all'aeroporto. I mezzi di trasporto pubblici, metropolitana, autobus, i vivaci rossi treni locali, sono efficienti e superpuntuali, predisposti anch’essi per il trasporto bici. Io che sono amante delle due ruote avrei voluto utilizzare questo mezzo ecologico, ma sono stata trattenuta dal freddo...non ce la potevo fare, mica sono danese!!!
Copenhagen è una città giovane, si vedono bambini ovunque: non solo nei passeggini, ma nelle "cargo bike" diffusissime, il sistema danese più popolare per spostarsi coi piccoli, e anche questo aspetto così differente dalla realtà delle nostre città offre molti spunti di riflessione...
I Danesi sono gentili, disponibili verso gli stranieri, sempre con un sorriso amichevole per i turisti italiani, che sono poco numerosi.
Insomma, Copenhagen mi ha conquistato, mi ha dato l'impressione di una città aperta, vivibile, che si impegna nella difesa dell'ambiente e che offre tanti servizi a chi vi abita. Per noi la vita è "cara", questa è una certezza, però è possibile non spendere un patrimonio per mangiare e dormire se si fanno scelte oculate.
Copenhagen, fiabesca e allo stesso tempo moderna, proiettata verso il futuro, vivace e accogliente: merita assolutamente una visita.
 

Giovedì 5 aprile l’aereo della SAS atterra puntualissimo alle 13.30 all’aeroporto di Kastrup, dopo due ore di volo tranquillo. Abbiamo pagato 351 euro per due biglietti (andata e ritorno): il volo è diretto, Bologna - Copenhagen. Quando l’aereo inizia a perder quota e sorvola la terra danese mi sento elettrizzata: il compenetrarsi di terra e acqua già mi affascina…
Ci accoglie l’azzurro intenso del cielo, luminosissimo. Perfetto!
L’aeroporto è ultramoderno, considerato uno dei migliori al mondo, indubbiamente funzionale ed efficiente. Dopo il ritiro celere dei bagagli ci fermiamo all’ Ufficio Turismo per acquistare la Copenhagen card della validità di 72 ore. Ho considerato il pro e il contro, alla fine ho deciso che vale la pena spendere 65 euro a testa ( 479 DKK): la card permette di utilizzare ogni mezzo di trasporto sia in città che nei dintorni in maniera illimitata inoltre consente l’accesso a 70 musei ed attrazioni dell’area. Compriamo anche una ten trip card a 145 DKK, circa 20 euro ( il tasso di cambio è pari a 7,43) poi, dopo questa indispensabile e iniziale botta di spese, ci avviamo verso la metro. Mi stupisce il fatto che ci sia così poca gente in giro: sono le 14.30, niente affollamento, massima tranquillità.
I treni sono frequenti, passano circa ogni 6 minuti, e sono con sistema driverless di automazione integrale.
In 10 minuti raggiungiamo la nostra fermata, Amagerbro. Appena sbuchiamo in strada  rimango sorpresa dal traffico sostenuto…di bici che sfrecciano incessantemente sulla pista ciclabile. Le auto? Poche. Mi domando: ”Su che pianeta siamo atterrati???”
A circa 400 metri troviamo l’hotel Amager, stesso nome dell’isola, prenotato tramite Booking.com http://www.hotelamager.dk. Una struttura semplice, essenziale, ma abbastanza accogliente: camere silenziose e pulite, cambio quotidiano degli asciugamani, colazione a buffet buona, rapporto qualità/prezzo soddisfacente. Spendiamo 86 euro al giorno, veramente poco per Copenhagen. L’hotel è leggermente decentrato, ma la posizione è comunque ottimale perché davanti all’edificio vi sono le fermate dei bus per il centro-città e la stazione.
Il tempo necessario per depositare i bagagli e siamo di nuovo fuori alla scoperta della Città.
Decidiamo di avviarci a piedi verso il centro, quindi attraversiamo un ponte e raggiungiamo l’isola artificiale di Christianshavn, dove si trova la città libera di Christiania. Non è nostra intenzione visitarla oggi, ci verremo domani.
Rimango piacevolmente stupita dal paesaggio caratteristico che offre lo specchio d’acqua, tra i resti delle fortificazioni portuali risalenti al 1600, vivacizzato dal volo di innumerevoli gabbiani.
A breve distanza svetta la favolosa guglia della Chiesa del Salvatore: la Vor Freslers Kirke. So che si può salire per la scala dorata esterna fino a raggiungere la sommità, a 90 metri di altezza. Mi emoziona pensare alla vista che indubbiamente si può godere da lassù. La chiesa è già chiusa alle visite per oggi, ma domani…
Più avanti incontriamo il pittoresco e animato canale di Christianshavns, sul quale prospettano caratteristiche alte case dai colori vivaci poi, giunti al ponte mobile di Knippelsbro, la nostra attenzione viene polarizzata dalla singolare, modernissima costruzione chiamata Diamante Nero, la parte di ampliamento della Biblioteca Nazionale. Il futuristico  e luccicante Black Diamond, costruito nel 1999 in vetro e granito, le cui superfici riflettenti interagiscono con cielo ed acqua, è un parallelepipedo imponente e d’effetto. Interessante, ma non mi esalta più di tanto. Preferisco decisamente l'antica Biblioteca reale ricoperta d'edera, a pochi passi di distanza, e il suo "giardino nascosto" dall'atmosfera romantica...
Siamo sull’isola di Slotsholmen, il cuore del potere di Copenhagen, circondata da canali. Qui sorge il severo Palazzo di Christiansborg, l’attuale Parlamento. Entriamo nell’ampio cortile interno dal Marmorbroen o Ponte di Marmo. Da qui si ha la vista più scenografica dell’edificio con al centro la torre di 106 metri, la più alta della Danimarca, fronteggiata dal monumento equestre del re Cristiano IX.
Ne usciamo dalla parte opposta, in Slotsplads, dove sulla destra attira la mia attenzione un edificio molto più vivace e leggiadro: la Børsen (Borsa vecchia), la più antica d'Europa. E' fantastica, decoratissima, con la sua originale guglia a spirale in rame verde composta dalle code intrecciate di quattro draghi.
Ora voglio arrivare fino al celebre Nyhavn! Ho ammirato foto su foto di questo porto non nuovo per noi, ma antico ( il re Christian V lo fece aprire nel 1670 per permettere alle navi di arrivare fino in centro a Copenhagen) ed è una tappa irrinunciabile, mi attira tantissimo, non voglio rimandare a domani il "primo incontro".
Gambe in spalla e via! Il centro della città è facilmente visitabile a piedi, è piccolo e per questo lo apprezzo ancor più.
Raggiungiamo la vasta piazza di Kongens Nytorv dove fervono i lavori di ampliamento della metropolitana per cui vedo solo un enorme cantiere. Peccato. Ma il canale è lì, bello e pittoresco come me lo aspettavo, con le vivaci case che lo affiancano e si specchiano nell’acqua offrendo riflessi suggestivi , le imbarcazioni ormeggiate, l'animazione dei locali e tanta gente sulla banchina.... Un dipinto di un pittore fiammingo!
Dietro l’angolo di Nyhavn è stato eretto nel 2008 il Teatro di Prosa ( vi risparmio il nome in danese, troppo complicato). Lo fronteggia l’imponente Operaen ( Teatro dell’Opera) del 2005.
Entrambi i modernissimi edifici rappresentano i nuovi simboli architettonici della Città e rientrano nei grandiosi progetti attuati per la valorizzazione della baia e dell’intera area portuale. I Danesi amano accostare stili tra loro molto distanti, ciò può piacere o meno, però queste ultime creazioni sono opere certamente sorprendenti.
Risaliamo il Nyhavn, gremito di persone, ci fermiamo a controllare gli orari dei battelli che effettuano il tour dei canali, per me imperdibile, poi prima di allontanarci faccio una visitina d’obbligo… alle toilettes pubbliche gratuite. Mai stata in bagni così eleganti e raffinati, con decori alle pareti, lampade in stile, accessori in ottone splendente.
Si sta facendo sera, sono le 19.00, è ora di cominciare a pensare alla cena.
I ristoranti danesi di un certo livello servono tutti ‘New Nordic cuisine’e sono carissimi, non meno di 80, 90 euro a testa. Non c'è dubbio che voglia spendere tanto. Ho in borsa alcuni indirizzi di ristorantini a buon prezzo, non avranno una cucina raffinata, ma mi auguro soddisfacente.
Ci incamminiamo per lo Strøget (letteralmente 'striscia'), la via pedonale lunga più di un chilometro, una delle più lunghe del mondo e indubbiamente la più famosa di Copenhagen: il vero centro della Città. Ai due lati della strada si susseguono eleganti negozi, tra i quali fanno la loro bella figura le firme dell'alta moda italiana, ma di persone a passeggio ce ne sono poche a quest'ora...che siano già tutte a tavola? So che i Danesi, come tutti i Nordici in generale, d'abitudine cenano presto. Difatti, quando arriviamo al ristorante scelto, Jensen's Bofhus in Gråbrødretorv (mamma mia, quanto è complicata questa lingua!), ci tocca attendere un quarto d'ora per guadagnarci un tavolo perchè il locale è affollatissimo, e sono solo le 19.30!
Infine la meritata cena: salmone al forno per due, verdure assortite alla griglia come contorno, un dolce "Queen delight" squisito, birra Tuborg classica alla spina e un caffè, se così si può chiamare (costo 378 Kr/ 51 euro). Ottimo, e la cena è stata davvero buona. Soddisfatti usciamo.
La piazzetta deliziosa dal nome impronunciabile è ora illuminata fiocamente, aleggia un'atmosfera suggestiva e magica.
E' incantevole questa piccola piazza, ma che freddo fa! Vogliamo fare quattro passi per riscaldarci? Decidiamo di farne anche otto cioè di tornare all'hotel a piedi. Sono circa due chilometri, in mezz'ora siamo a destinazione. Il cielo è luminoso, le stelle palpitano e sembrano vicinissime...tutto lascia presagire che domani sarà una bella giornata.
 Mi addormento di botto appena tocco il letto, cotta, ma felice di trovarmi in questo sogno danese.

Secondo giorno
Purtroppo il tempo è del tutto cambiato in poche ore: il cielo è grigio, minaccioso. Basta che non piova… Colazione a buffet poi, carichi di entusiasmo, montiamo sul bus 2 A, la cui fermata è a pochi passi dall’hotel e inauguriamo così la Copenhagen Card.
La prima tappa dell’itinerario previsto per oggi è Vor Freisers Kirke, sull’isola di Christianshavn. Per fortuna  ho fotografato ieri con lo sfondo di un cielo azzurrissimo la singolare alta guglia, che si vede da ogni angolo della città, perché le condizioni metereologiche odierne non consentono di sicuro belle foto. Alle 10.00 siamo davanti alla chiesa, ma scopriamo che l’accesso alla torre campanaria è consentito solo dalle 10.30.
Decidiamo di fare una capatina alla vicinissima Christiania. Credo che tutti conosciate la Città libera di Christiania che prese vita nel 1971 quando un gruppo di hippies occupò un’area costituita da edifici militari abbandonati. E’ un mondo a sè, diventato però anche un’attrazione turistica.
La via principale è “Pusher street”(un nome, un programma), sulla quale si affacciano negozietti tipici di artigianato e casette colorate con murales notevoli. Forse è presto, ma trovo la Città semiaddormentata, quasi deserta. Attirano la mia attenzione alcune piantine graziose in vendita, dalle foglioline moolto particolari…ne vorrei quasi acquistare una, ma N. saggiamente mi dissuade. Il regolamento interno proibisce di scattare foto ed io mi attengo a malincuore a queste disposizioni.
Ritorniamo alla Chiesa del Salvatore e iniziamo la conta dei gradini per la scalata alla guglia ( 25 Kr l’ingresso). Sono circa 400 e man mano si sale diventano più ripidi e faticosi. La prima parte è interna, poi si esce e ci si inerpica ancora e ancora per la spirale dorata fino a raggiungere la cima a 90 metri d’altezza… Il vento è pazzesco, ma il panorama è unico, vastissimo, dalla sommità della guglia dove c’è un globo dorato su cui poggia la statua del Cristo vittorioso.
Una vista mozzafiato, a 360 gradi: la vicina Christiania, i canali e l'area portuale, le casette dai tetti rossi e aguzzi che  sembrano costruzioni del Lego, il futuristico Diamante Nero, la rosseggiante Børsen, uno degli edifici più caratteristici della Città che spicca per il suo tetto verde, e ancora torri e campanili numerosi…
Tornati “a terra” leggermente frastornati, prendiamo un bus, poi un secondo per avvicinarci nuovamente  al canale di Nyhavn, mentre il cielo è sempre più plumbeo.
Questo luogo è bello sempre, è pittoresco sia col sole che con le nubi, anzi oggi con il cielo cupo acquista un fascino e un’atmosfera d’altri tempi.
Inizia a piovere. Il guaio è che le raffiche di vento in poco tempo mettono ko i nostri leggeri ombrellini da viaggio. Ma come fanno i Danesi a girare a testa scoperta, hanno i capelli impermeabilizzati???
La nostra meta è Amalienborg Slot dove si trova la residenza reale: l'attuale amatissima regina è Margrethe II. Frotte di persone si affrettano e ci fanno da guida verso la piazza ottagonale dove alle 12.00 avviene quotidianamente il cambio della guardia. La piazza è ampia, elegante, racchiusa tra quattro palazzine in stile rococò. La regina è in questi giorni nella residenza perché è issata la bandiera danese sul palazzo, me lo ha spiegato il gestore dell'hotel.
Arriviamo in tempo. A me sembrano piuttosto buffi i soldatini schiacciati da un colbacco gigantesco di stile britannico.
Per avere un attimo di tregua cioè per riscaldarci un po’ entriamo nell’Amalienborg Museet che si affaccia sulla Piazza. Non lo trovo particolarmente interessante, è costituito da stanze private e studi appartenuti alla famiglia reale. All’uscita colgo l’accostamento di stili architettonici antitetici tra il complesso di Amalienborg e il modernissimo Teatro dell’Opera che si erge proprio di fronte sulla sponda opposta del canale.
Di corsa o quasi, dato che la pioggia si è intensificata, raggiungiamo la vicina Marmorkirken, una basilica imponente a pianta circolare con una grande cupola ispirata a quella di San Pietro, rivestita in rame.
Accanto a questa, la chiesa russo-ortodossa Alexander Nevsky con una originale facciata e  tre cupole dorate a cipolla. Purtroppo la troviamo chiusa.
Percorriamo fino in fondo l'ampia, solenne Bredgade, una delle arterie principali della Città, poi entriamo nell'ampio parco che circonda la fortezza del Kastellet.
Siamo fortunati: ha smesso di piovere, anche se il cielo è pur sempre corrucciato. Mi immagino quanto sia bello questo luogo ricco di verde e di acqua in una giornata soleggiata, però l'anglicana St Alban's Church che occhieggia in lontananza permette comunque di godere di scorci particolarmente romantici.
Pochi passi ed eccoci alla maestosa, scenografica Gefionspringvandet (fontana di Gefion), la scultura pubblica più visitata della Città, che narra la leggenda della nascita della Zelanda ( l'isola su cui si trova Copenhagen).
E finalmente ci siamo, arriviamo alla Langelinie, passeggiata a mare lungo gli impianti portuali. E' qui che si trova la celeberrima Den Lille Havfrue, la Sirenetta icona nazionale della Danimarca, la statua in bronzo che ha viaggiato per il mondo, recentemente è stata in Cina per quasi tutto il 2010. E' minuta la famosa sirena della favola di Hans Christian Andersen, delicata, con un volto malinconico e dolcissimo.
C'è chi è rimasto deluso, invece a me piace moltissimo!
Ci dirigiamo ora verso la fortezza del Kastellet, ma riprende a piovere, il vento è teso per cui attraversiamo di buon passo quello che fu per molti anni il quartier generale dell'esercito danese. Singolari le case rosse a schiera per le truppe.
Scatto un'ultima foto alla St Alban's church poi ci avviamo verso un'altra meta: il Rosenborg Slot.
Camminiamo per circa un chilometro e mezzo prima di raggiungere questo splendido castello in stile rinascimentale olandese dai caratteristici mattoni rossi, costruito nel 1606 come residenza estiva di Christian IV. Lo visitiamo e mi colpisce in particolare la Sala Lunga con il trono costruito con corna di narvalo (povero narvalo), accanto al quale sono notevoli tre leoni in argento massiccio. Nei sotterranei è esposto il ricchissimo Tesoro della Corona. Il Palazzo è circondato da uno splendido parco, ma le impietose condizioni metereologiche odierne ci impediscono di apprezzarlo come merita.
All'uscita realizziamo che forse ce la possiamo fare...prendiamo un autobus che ci lascia vicino a Nyhavn ed arriviamo appena in tempo per salire sull'ultimo battello della giornata, quello delle 17.00. Il tour dei canali è raccomandabilissimo, non è il classico cliché da turista, offre scorci davvero particolari, prospettive diverse sulla città vista dall'acqua. Dura un'ora o poco più e costa 70 DKK, circa 9 euro per chi non possiede la Copenhagen card (ma non è il nostro caso!). Mi soddisfa pienamente questo percorso acquatico tra i canali interni e le acque del porto.
Infine, stanchissimi per la giornata molto intensa trascorsa, torniamo in hotel per riposarci un momento.
Più tardi usciamo per la cena e decidiamo di non allontanarci: nel quartiere di Christianshavn si trova il ristorante Noma, votato come Word's Best Restaurant, che ha ricevuto 2 stelle Michelin. Il menu meno caro per questa ‘New Nordic cuisine’ si aggira su 1.095 DKK ( 147 euro). Accipicchia, mi sono dimenticata di prenotare e so che occorre farlo con mesi di anticipo per trovare un tavolo! Va beh, per questa volta ripieghiamo su Spicey Kitchen, ristorantino indiano in Torvegade 56 che è consigliato dalla guida TimeOut nella stessa pagina di Noma...

 Terzo giorno
Ci alziamo presto perché è nostra intenzione visitare in mattinata Roskilde, antica cittadina un tempo capitale vichinga, famosa per la Cattedrale, la Westminster dei Danesi.
Autobus 5 A, poi treno regionale puntualissimo, che in venti minuti ci porta a destinazione.
A piedi ci avviamo verso la piazza principale, Rådhustorvet dove si erge il rosso significativo Rådhus (municipio) con l’alta torre gotica, antico campanile di una chiesa scomparsa a causa di un incendio nel 1537.
Oggi è giorno di mercato. Per il momento c’è poca animazione, sono rari i passanti infreddoliti che si fermano a fare acquisti…
Sulla piazza sorgono altri interessanti edifici storici, ma le affilate cuspidi gemelle delle torri della Domkirke e l’imponente campanile ci richiamano e ci guidano.
In pochi passi siamo nella piazza della Cattedrale, la principale attrazione di Roskilde, anch’essa in mattoni rossi, massiccia e imponente nella struttura. Per i Danesi è un vero e proprio luogo di pellegrinaggio perché vi sono ospitate ben trentotto tombe con le spoglie di tutti i re danesi. Dedichiamo più di un'ora alla visita di questo mausoleo della Famiglia Reale danese. E' molto suggestivo e  lo consiglio vivamente. La Cattedrale è iscritta nell'elenco dei monumenti di grande valore storico dell'Unesco dal 1995.
Tombe e sculture marmoree finemente scolpite suscitano ammirazione e profonda impressione.
Dietro l'altare è magnifico il sarcofago in marmo nero e alabastro della regina Margrethe I, la prima sovrana a ricevere qui sepoltura. Notevoli anche l'organo e il pulpito, antichi e preziosi.
Affacciano sul piazzale ad acciottolato, di fronte alla splendida Cattedrale, delle graziosissime  casette basse in stile danese, talmente gialle da infondere allegria. E come risaltano sul grigiore del suolo!
In lontananza scorgiamo l'acqua del fiordo: il porto è abbastanza vicino e là vogliamo dirigerci ora per ammirare le imbarcazioni vichinghe esposte al Museo.
Seguitemi!
Mentre scendiamo verso il porto lungo una stradina che attraversa il Byparken, incontriamo un delizioso autoctono che ci dà il benvenuto e si lascia fotografare tranquillamente senza mostrarsi intimidito.
E’ carinissimo questo scoiattolino che ci spia dall’alto.
Poi arriviamo al fiordo e all’interessante Museo delle navi vichinghe ricco di affascinanti e misteriosi reperti (il biglietto d’ingresso costa 115 Kr per gli adulti). Pensate che ospita le cinque navi che furono deliberatamente affondate nelle acque adiacenti, attorno all’anno 1000, per bloccare i più importanti canali e proteggere la capitale, che allora era Roskilde, dagli attacchi nemici via mare. Nel 1962 le navi furono riportate in superficie e dal 1969 sono esposte nel Museo. La visita è emozionante.
Ma il cantiere navale è in continua attività. Proprio in questo momento, nello specchio d’acqua prospiciente il Museo, avviene il varo di una imbarcazione vichinga ricostruita. Quanta animazione, che fermento, si respira un’atmosfera festosa dalla quale è piacevole lasciarsi coinvolgere. Diverse persone spingono la pesante e lunghissima barca verso l’acqua dove si trovano già altre imbarcazioni. Chi lo desidera può anche salire a bordo e navigare nel fiordo, come un Vichingo…
E’ contagiosa l’allegria che c’è nell’aria, inoltre, elemento non trascurabile, il vento sferzante è riuscito a sconfiggere le nubi così che ora possiamo godere, finalmente, del meraviglioso cielo terso nordico.
Prima di lasciare Roskilde facciamo un giretto per le vie che si diramano dalla piazza e notiamo che diversi negozi espongono...biciclette biciclette biciclette. Tutti ma proprio tutti in Danimarca usano la bici, è un mercato che non entrerà mai in crisi!
L'aria "frizzante" del mare ci ha stuzzicato l’appetito per cui, giunti alla stazione di Copenhagen, ci fiondiamo nel Lagkagehuset Bageri, locale rinomato per l'alta qualità dei prodotti, dove gustiamo due deliziose focacce... sì, vengono proprio denominate in questo modo.
Ci troviamo di fronte al famoso Parco Tivoli, la maggiore attrazione turistica della capitale, che purtroppo aprirà solo fra qualche giorno.
Proseguiamo verso l'ampia, animata piazza centrale della Città cioè Rådhuspladsen (Piazza del Municipio).
Il Palazzo è maestoso, severo, non particolarmente attraente.
Trovo magnifica invece la Fontana del Drago.
Una curiosità: in alto, all’angolo dell’edificio Unibank tra HC Andersen Boulevard e Vesterbrogade, si nota un barometro del 1936 che rappresenta una ragazza fornita di bicicletta (se il tempo è bello) o di ombrello (se piove). Oggi  la ragazza pedala!!!
Nei pressi di Rådhuspladsen incontriamo Lui, il più grande scrittore danese, Hans Christian Andersen, le cui fiabe sono conosciute in tutto il mondo...ricordato in questo luogo con una grande statua.
Ci incamminiamo per lo Strøget poi deviamo sulla sinistra per ritrovare la deliziosa piazzetta Gråbrødretorv che ho già fotografato di notte. E' la mia preferita. La zona in cui si trova viene chiamata un po’ pretenziosamente "Quartiere Latino": vi sorge l'Università, sono numerose le viuzze e le piccole piazze nascoste, si respira la vivacità della vita studentesca.
Poco distante si erge la Rundetårn che già intravvediamo, avvicinandoci.
Si tratta di una torre bizzarra, unica nell'architettura europea, per la sua rampa a spirale interna acciottolata così che in passato era possibile salire fino in cima a cavallo o addirittura in carrozza.
Non è altissima, solo 35 metri, ma la vista dalla sommità è grandiosa. La torre fungeva da osservatorio per l'Università.
Ed ora che fare? Incominciamo ad essere un po' stanchi, anche oggi non ci siamo certo risparmiati, però ho in mente un'ultima meta: la Ny Carlsberg Glyptotek, un Museo ricchissimo di opere d'arte, che deve la sua origine alla donazione alla Città fatta nel 1888 dal figlio del fondatore del famoso birrificio. Sono le 16.00 e purtroppo (ecco uno degli aspetti nordici che non condivido) la chiusura dei musei avviene prestissimo, alle 17.00, anche d'estate. In così poco tempo è impensabile visitare tutti i settori per cui ci concentriamo innanzitutto sulla pittura di Gauguin che sposò una Danese: sono esposte ben 35 sue opere. Scopriamo, poi, una serie molto interessante di dipinti di impressionisti, bellissime statue in bronzo di Degas e 30 sculture di Auguste Rodin, il mio scultore preferito.
Il tempo vola...un vero peccato dover lasciare la Glyptotek così presto!
E' sorprendente il Giardino d'inverno creato all'interno del Museo: una serra altissima e calda chiusa da una cupola di vetro, nella quale crescono lussureggianti piante subtropicali.
Ora sono davvero stesa, è necessario fare un salto all'Hotel per riprendere fiato.
A cena andiamo al ristorante Riz Raz che offre un ottimo buffet vegetariano, molto ricco. Lo gustiamo volentieri, accompagnato dalla birra più deliziosa che abbia mai bevuto in vita mia: l'organica CESKE BOHMER, aromatica, superlativa, vera ambrosia. Per il buffet, il dolce e la birra spendiamo in due 46 euro. 
E a questo punto...a nanna!

Quarto giorno
Il risveglio avviene di buon’ora, non sono ancora le 7.00, ma la luce penetra piuttosto intensamente nella stanza, niente persiane né tapparelle purtroppo, solo tende alquanto sottili…Sono di ottimo umore, comunque, perché il cielo è sereno. Evvai, oggi è giornata di castelli!!!
Alla stazione centrale zompiamo sul treno locale di color rosso vivo, linea E, che passa ogni 20 minuti e ne impiega 40 per giungere a Hillerød, dove sorge uno degli edifici reali più importanti della Danimarca: Frederiksborg Slot ( il castello di Federico, insomma).
La cittadina è deserta alle 9.30. Appena sbuchiamo in vista del lago, il primo colpo d’occhio mi lascia senza parole: ammetto di avere un debole per i castelli, ma questo è davvero splendido, fiabesco, pare che spunti dall’acqua, costruito com’è su tre isolotti. Senza esitazione prendiamo la stradina che costeggia il lago sulla destra, più lunga ma indubbiamente più panoramica.
E' molto fotogenico questo castello in stile rinascimentale olandese costruito all’inizio del XVII secolo: irto di torri, con le guglie ed il tetto in rame, è altamente scenografico oltre che romantico.
Ed eccoci arrivati all'imponente, elegante edificio...
Siamo i primi a presentarci alla biglietteria alle 10.00 in punto (ingresso: 60 Kr), sono riuscita a seminare un folto gruppo di giapponesi appena giunti con un pullman che si soffermano nel cortile così, incredibile ma vero, posso addirittura aprire personalmente le porte di accesso alle sale ancora deserte.
Che emozione, mi pare di essere una castellana che mostra la residenza agli ospiti.  E' impagabile questa sensazione. Prego, accomodatevi pure!
E’ permesso fotografare ed io non perdo di certo l’occasione.
Le chilometriche sale ( ve ne sono più di 70) sono sontuosamente arredate con mobili antichi e dipinti fiamminghi, i soffitti sono impreziositi da stucchi dorati ed intarsi raffinati. Un incanto.
Si aggira nel castello qualche graziosa fanciulla che veste splendidi abiti d’epoca, riproduzioni perfette di quelli che possiamo ammirare alle pareti nei ritratti di dame del Seicento. Questo tocco originale rende la visita ancora più suggestiva.
 Da non perdere la raffinata, incantevole Cappella rinascimentale dell'Incoronazione, dove furono incoronati i Re di Danimarca tra il 1671 e il 1840. L’antico organo, tutto in legno dipinto e intarsiato, è un capolavoro.
Occorrono più di due ore per la visita, tanto sono ricchi ed interessanti gli interni... quando usciamo dal castello facciamo sosta presso i giardini barocchi nei quali le siepi ornamentali sono curatissime.
Un ultimo scatto al fiabesco Frederiksborg Slot che mi ha tanto affascinato, poi si torna a piedi in stazione. C'è un Principe che mi attende ad Elsinore!
Il trenino locale di sole due carrozze ci porta a Helsingør in circa mezz’ora. Durante il piacevole tragitto rimango sorpresa di scorgere chiazze bianche sul terreno e sui tetti, residui di una leggera nevicata notturna.
Helsingør o Elsinore, come la chiamava Shakespeare, situata nella Sjælland settentrionale, è una cittadina vivace in felice posizione perché fronteggia la costa svedese sull’Øresund, che qui è largo appena 5 Km…20 minuti di traghetto per essere a Helsingborg, in Svezia.
Mi sorprende l’interno della stazioncina di Helsingør, pare di trovarsi in una sala di un palazzo nobiliare: decori alle pareti, due maestosi lampadari in ferro battuto che pendono dal soffitto…Che sciccheria!
Kronborg Slot, la residenza del mitico Amleto, dista all'incirca un chilometro dal porto che percorriamo con lo sguardo sempre puntato là. Ingresso: 60 Kr
Anche questo magnifico edificio, costruito quasi a picco sul mare, è in stile rinascimentale olandese, ma più che un castello è una fortezza, una imponente fortezza militare inespugnabile tanto è protetta da fossati, bastioni e rivellini.
Un grande  plastico mostra l'insieme del castello e delle notevoli opere di difesa e fortificazione.
La fortezza è severa e un po' tetra, ben differente dal leggiadro castello di Frederiksborg. Gli interni sono  molto spogli, si visitano in fretta, l’unica attrazione particolare è la sala da ballo più lunga del Nord Europa.
Nei sotterranei riposa Holger Danske, gigante eroe vichingo raffigurato in una enorme statua, il quale, secondo la leggenda, si risveglierà per difendere la sua Danimarca qualora si dovessero verificare situazioni di grave pericolo.
Purtroppo, mio malgrado, ci siamo trovati invischiati in un gruppo guidato che, dopo aver ammirato la statua del Vichingo, si è avventurato all'interno dei cunicoli bui e stretti delle casematte, illuminati solo da lampade ad olio... Io soffro di claustrofobia e dopo un po' ho iniziato a sentirmi male. Per fortuna siamo riemersi alla luce in breve tempo!
Forse leggermente provata dall'esperienza negativa, non ho goduto pienamente della visita agli appartamenti reali, in ogni caso ho apprezzato maggiormente il castello di Frederiskborg. Qua Il fascino degli interni è dato principalmente dall'impressione di vedere vagare l'inquieto Principe Amleto tra sale e torri...
E’ splendido il panorama sul golfo dell’ Øresund, con le coste svedesi vicinissime. Attracca proprio in questo momento il traghetto della Scandlines che fa la spola tra Svezia e Danimarca. Ci facciamo un pensierino, poi decidiamo che la Svezia sarà per un'altra volta...
Torniamo in stazione, prendiamo il treno regionale fino a Hellerup, poi si cambia con il locale della linea C.
Più tardi ceniamo da Jensen's Bofhus, dove siamo stati la prima sera ed anche questa volta ne usciamo soddisfatti.

Ultimo giorno
E’ la triste verità: le cose belle finiscono troppo presto. Nel pomeriggio, alle 17.30, dovremo volare via… voglio gestire al meglio le ore che rimangono.
Una collega mi ha parlato con toni entusiastici di Dragør, un villaggio sulla costa est dell’isola di Amager, a pochi chilometri di distanza dall’aeroporto. Ci andiamo? A 400 metri dall’hotel saliamo sul bus 350 che ha il capolinea proprio a Dragør: sono solo 13 chilometri.
Arriviamo in 20 minuti circa a destinazione, dato che il traffico è quasi inesistente.
Piove, e come piove! Capisco immediatamente, però, che il villaggio merita un piccolo sacrificio.
Ho l'impressione di essere entrata in una fiaba di Andersen... E' delizioso questo villaggio con le casette dipinte di giallo, i tetti di paglia, le stradine acciottolate, davvero idilliaco, è un’oasi di silenzio e pace. Raggiungiamo il porticciolo del pittoresco borgo marinaro dove sono ancorate numerose piccole imbarcazioni. Sopra di noi passa in volo uno stormo di oche selvatiche, sagome nere che si stagliano sullo sfondo grigio del cielo, grossi gabbiani stridono inquieti al vento che ci porta il profumo acre e penetrante di salsedine. Come mi piace questo villaggio fiabesco, si respira un'atmosfera di serenità indicibile. Ancora un giro per il dedalo di stradine... poi ce ne andiamo, ma lascio a Dragør un pezzetto di cuore.
Torniamo in città e guarda guarda che vetrina allettante…smørrebrød, la tipica tartina danese. Non possiamo lasciare la Danimarca senza averla provata! Entriamo nel locale...si tratta di una fetta di pane di segale imburrata, condita con pesce o salumi e qualche guarnizione. Pare che richieda una preparazione semplice, ma i Danesi la considerano un'autentica arte, una disciplina culinaria vera e propria. Ne scegliamo tre: ai gamberetti e all'aringa affumicata. Devo dire che non mi entusiasmano, le trovo troppo cariche di sapore, poco digeribili. Costano 6, 7 euro l'una, davvero carucce!
Prima di partire desidero fare ancora quattro passi in centro.
Højbro Plads è una bella piazza elegante e sobria, dove si trova la statua equestre del Vescovo Absalon, fondatore di Copenhagen. Adiacente è Amagertorv, lungo lo Strøget: è d'obbligo una foto alla mitica Royal Copenhagen con le sue preziose creazioni di porcellana dipinta a mano. I prezzi sono da capogiro, però, non ci si può avvicinare…
E per finire in bellezza si va per canali.
Dedichiamo il tempo che ci rimane e le ultime foto al Christianshavn Kanal, anch'esso ricco di fascino, che offre innumerevoli scorci pittoreschi.
 
 Arrivederci, splendida Copenhagen, è stato un vero piacere conoscerTi. Sono convinta che Copenhagen non si dimentichi facilmente, perché è un’incantevole piccola grande città, un gioiello di città.

 
 
 
 

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