Uganda, la Perla d’Africa

Un avventuroso viaggio nell’Africa più profonda

 

 

Era molto tempo che desideravamo andare in Uganda: quale occasione migliore se non la Luna di Miele´
Una Luna di Miele on the road nel paese diviso dall’Equatore, chiamato da Churchill e riconosciuto da tutti come: LA PERLA D’AFRICA!
L’avventura comincia a Roma per alcune agenzie di viaggio che ci guardano smarriti al nome di “Uganda”.
Riusciamo a fatica ad avere 2 preventivi, piuttosto esosi e per pochi giorni, insieme ad offerte sugli onnipresenti: Sud Africa, Kenya e Tanzania. Alcune cercano di terrorizzarci sulla stagione in cui vogliamo affrontare il viaggio, senza considerare che, a fine maggio, la stagione delle piogge è alla sua conclusione.
Non molliamo ed entriamo in contatto con altri viaggiatori che ci raccontano la loro esperienza con un’agenzia locale, dimostratasi seria e professionale.
Inizia l’avventura!

Per cominciare alcune valutazioni.
Come detto, siamo stati alla fine della stagione delle piogge, che comincia a marzo e finisce a maggio. Questo ci ha offerto alcuni vantaggi:
natura rigogliosissima e dalle diverse tonalità di verde;
pochi turisti, anzi pochissimi: natura solo per noi o comunque per pochi…in due lodges eravamo gli unici clienti;
clima: il tempo è stato molto variabile. Le piogge erano di non più di 30 minuti, per lo più sempre il pomeriggio e il cielo nuvoloso permetteva di non soffrire il bruciore del sole torrido. Quando il cielo si apriva la pelle cominciava a bruciare… Panorami fantastici, luce perfetta per foto e video, cielo mutevolissimo.
In ogni caso, in aprile le piogge sono incessanti: quello è il mese in cui non andare (a detta della nostra guida).
Sicurezza: A febbraio e marzo 2011 ci sono state le elezioni politiche e amministrative. Noi abbiamo monitorato costantemente la situazione nel paese attraverso i giornali locali e la BBC world. Quando siamo arrivati ci siamo tranquillizzati: gli Ugandesi sono pacifici, gentili e disponibili e non abbiamo mai avuto la sensazione di essere in pericolo.

Periodo di soggiorno: 19 - 31 maggio 2011;
Organizzazione: Agenzia molta seria e professionale di Kampala www.ugandawildlifescene.com
Volo A/R: Roma – Entebbe via Brussel (euro 800 a persona).
Noi abbiamo scelto la Brussels Airlines ma ce ne sono altre più economiche come la Turkish o la Egypt Air.
Le tappe: Entebbe – Masindi – Santuario dei Rinoceronti a Ziwa -Murchison Falls National Park – Fort Portal – Kibale Forest N. P. – Queen Elisabeth N.P. – Bwindi Impenetrable Forest N. P. – Lake Bunyonyi – Entebbe.
Alloggi: beh, siamo in luna di miele…abbiamo scelto il comfort:
Paraa Safari Lodge; Mountains of the Moon Hotel; Mweya Safari Lodge; Savannah Resort; Engagi Lodge; Arcadia Cottages.
Budget a persona: circa euro 2.700 (escluso il volo)- comprensivi di permessi per la visita ai Gorilla (USD 500 a persona) ed entrate nei parchi, pensione completa in tutti i lodges, benzina, acqua minerale per tutto il viaggio, assicurazione auto, jeep, driver/guida esclusiva per noi due 24h (Michael, gentilissimo, professionale, amante del suo lavoro e grande conoscitore di ogni animale).
Risparmio rispetto ad agenzia italiana: circa Euro 1000-1500 a persona, oltre a considerare che il nostro viaggio è stato più lungo di 4gg rispetto a quello propostoci in Italia.

Itinerario

Diario di viaggio
19 maggio 2011
10 ore di aereo e arriviamo a Entebbe, dopo uno scalo a Kigali – Rwanda e all’uscita troviamo due sorridenti ragazzi con un cartello azzurro con su scritto : “Gaetano e Anita”. Allora è vero: siamo in Uganda!
Michael, la nostra guida, e Tom, il direttore dell’agenzia di Kampala con il quale abbiamo organizzato il nostro viaggio via e -mail, sono subito cordiali e sorridenti. Ci accompagnano al primo albergo della vacanza, prenotato all’ultimo a seguito della nostra decisione di non andare più a Kampala, per i disordini avvenuti qualche giorno prima nella città.
Dormiamo e la mattina dopo partiamo per la prima tappa: Murchison Falls National Park.

20 maggio 2011
Con la nostra Land Cruiser attraversiamo i sobborghi della città a ridosso del lago Vittoria.
Una larga strada un tempo di asfalto, adesso di buche e un po’ di asfalto, si apre ai nostri occhi e sui lati si affastellano casette diroccate, capanne di lamiere, mercatini spontanei, improvvisati, bambini a piedi nudi, bici, donne e uomini, alcuni vestiti di stracci, altri ordinati e puliti, caprette, qualche gallo.
Superiamo pulmini usati come taxi collettivi, che viaggiano a velocità iperboliche, stracolmi di gente pressata all’interno. Non mancano le moto, chiamate “Boda Boda”, caricate anche con tre o quattro persone. Anche questa è una forma di taxi collettivo ma ben più economico.
Raggiungiamo la nostra prima tappa naturalistica: il santuario dei rinoceronti: Ziwa Sanctuary. Facciamo salire in auto la guida armata che ci accompagnerà e cominciamo la ricerca. Appena individuati, fermiamo l’auto in un punto nascosto e, non ci posso credere: Scendiamo dall’auto per andargli vicino! E’ molto emozionante. Avviciniamo una mamma con il suo cucciolo che si lasciano guardare da circa 20 mt di distanza. Sono enormi e bellissimi, non finiamo di scattare foto e di girare il nostro video e piano, piano gli giriamo intorno. La guida si sofferma a lungo con i rino e così, ammiriamo la parte di savana che ci circonda. Alberi di acacia, uccelli di tutte le dimensioni, cespugli fitti, piccoli laghetti e il cielo immenso, schiacciato che sembra avere una profondità in più rispetto al nostro.
Torniamo in auto euforici e nel tragitto incontriamo anche tantissime e coloratissime farfalle… le foto continuano!
Proseguiamo verso Masindi.
Ora “l’asfalto” ci ha lasciato per lasciare spazio a una lunghissima strada di terra rossa imperversata da buche, veri e propri fossi ma ora i villaggi sono più radi e le case sono capanne di fango! Incontriamo la gente andare a piedi da un villaggio a un altro fino a che non raggiungiamo Masindi, polverosa e affollata di gente per le strade. Ci fermiamo in un ristorantino sulla strada che scopriamo gestito da una signora Inglese stile Agatha Cristie.
Mentre ci godiamo il venticello fresco e le nostre bibite, arrivano due ragazzi bianchi in perfetta tenuta da ciclisti professionisti…….non possiamo fare a meno di ridere, è una scena surreale.
Riprendiamo la strada rossa, interminabile ma in discrete condizioni e arriviamo al Murchison Falls N.P..
Qui siamo accolti dalla pioggia e dai babbuini che non amano sporcarsi nella foresta con l’acqua ed escono per le strade. Famiglie intere si riversano sulla strada e riusciamo a vedere anche i cuccioli più giovani ben attaccati in un forte abbraccio con la loro mamma.
Attraversiamo il Nilo su una chiatta. Il nostro lodge è sulla sponda opposta che poi scopriamo essere la sponda “giusta” per i games drive e le altre attività. In poche parole ci risparmieremo questo attraversamento ogni mattina ed ogni sera.
Il lodge è in perfetto stile coloniale. Ci accolgono con succo di frutta e manopole inumidite per rinfrescarci dal viaggio.
Dalla stanza vediamo il Nilo e la foresta.
La sera scopriamo il fantastico chef che cura il cibo dell’albergo e ogni giorno mangiamo prelibatezze, quasi sempre di stile indiano.
Nota simpatica: la sera ceniamo con i pipistrelli che ci svolazzano sopra le teste: buffissimo! Un metodo ecologico anti zanzare.

21 e 22 maggio 2011
Questi due giorni li dedichiamo ai games drive mattutini e alla risalita del Nilo fino alle cascate di Murchison.
Avvistiamo tantissimi animali, alcuni anche molto vicini, come gli elefanti, le giraffe, i bufali, i waterbuchs, i fagoceri, i coccodrilli, gli ippopotami e i leoni!
…manca solo il leopardo…non siamo fortunati ma sembra sia un timido ;)
E’ piena di uccelli coloratissimi l’Uganda, un paradiso per i birdwatchers.
Dopo la risalita del Nilo, scendiamo nella foresta e cominciamo un trekking di circa un’oretta per raggiungere la top of the falls. Il rumore dell’acqua si fa sempre più forte, siamo circondati dalla nebulizzazione delle onde, sembra quasi nebbia ma è piacevole e rinfrescante.
Siamo al top: che spettacolo! Circondati dalla massa d’acqua che si scontra e scende giù in caduta per poi tranquillizzarsi nel bacino largo del fiume. Michael ci aspetta e riprendiamo la jeep per tornare in albergo. A causa della pioggia che ci ha accompagnati per una ventina di minuti, la strada di terra è scivolosa, fangosa e dobbiamo fare attenzione. Incontriamo un pulmino di ragazzi americani che è uscito di strada e sta cercando di tirare fuori dal fango il veicolo: impossibile! Scivolano, pattinano nel fango che sale su per le loro gambe…uno sforzo inutile. La strada si è ristretta, non è facile passare…..anche noi slittiamo e bang! Fuori strada, inclinati da un lato. Dobbiamo sbrigarci ad uscire dal pantano se vogliamo riuscire a prendere la chiatta per portarci all’albergo…Michael è calmissimo, si guarda intorno, guarda dagli specchietti e pensa a come affrontare il problema. Bisogna scendere dalla jeep! Ci avverte che il punto in cui ci siamo fermati è infestato dalle mosche zezè! Forse è questa la parte peggiore. Mi armo di spry repellente per insetti tropicali, ci spalmiamo tutti quanti e poi, mentre Gae e Michael scendono dalla jeep io sono pronta a “fare fuori” ogni mosca che entra. E’ una lotta dura, hanno un volo isterico e in pochissimo ne entrano 5 o 6. Ne faccio secca una alla volta con lo spry ma a forza di spruzzare comincio a tossire, starnutire…l’aria è irrespirabile. Mi fermo e aspetto, guardando con circospezione ogni angolo della jeep. Per fortuna sembra che siano tutte stecchite! Michael risale in auto seguito da Gae e da altre mosche zezè……riprende la lotta furiosa; Michael con tranquillità e impassibile mi indica gli insetti e io parto con la missione di cecchino, anche questa è fatta! Riusciamo a liberarci del fango, il “nostro” cuoco ci aspetta! Credo che un bel dolcetto al cioccolato, che qui è fantastico, ce lo siamo proprio meritato.

23 maggio 2011
All’alba lasciamo il lodge e cominciamo la nostra strada che ci porta via dalla savana per raggiungere le montagne vicino alla catena del Rwenzori che divide l’Uganda dal Congo, i monti della luna, così come chiamati da Tolomeo. Pensate, aveva già intuito che l’acqua del Nilo dovesse scendere da lì….ed è proprio così! Le sorgenti del Nilo si alimentano dalle acque dei ghiacciai di quei monti e dall’Equatore, attraversano l’Africa fino al Mediterraneo.
La strada rossa è ormai una compagna fedele e, lungo il percorso, attraversiamo tanti piccoli villaggi e tante scuole gestite da missioni di tantissime religioni.
I bambini indossano allegri le loro divise coloratissime. Sono puliti e precisi ma penso di aver visto solo un bambino con un paio di scarpe ai piedi. Centinai di bimbi camminano scalzi ai bordi delle strade per andare a scuola. Ci salutano sempre dicendo How are you Mozumbu´(che significa uomo bianco).
Ogni tanto incrociamo qualche tir e un cantiere edile.
Avvicinandosi alle montagne i tir aumentano e i pulmini cinesi stracolmi di gente scendono a rotta di collo verso la savana. Qui tutti corrono come pazzi, in molti casi ci siamo chiesti se avessero il controllo del veicolo…anche i tir non sono da meno.
Il panorama cambia.
Ora le colline si avvicendano, il verde è intenso e umido e cominciamo ad attraversare piantagioni di te.
Grazie a questa coltivazione la regione della città di Fort Portal è molto ricca, rispetto ad altre parti del paese. Il clima è molto più mite e i villaggi sono molto più grandi e popolati.
La gente è sempre tantissima ma i bambini credo siano a migliaia.
Anche qui tutti camminano ai bordi delle strade, precisi e puliti nelle loro divise e tutti, dico tutti, hanno le scarpe!
Fort Portal è una vivace cittadina. Noi siamo stanchissimi dopo il viaggio ma dopo aver lasciato i bagagli in albergo facciamo un giro per l’orto botanico.
Dei Boda boda ci chiedono se vogliamo un passaggio.

24 maggio 2011
Oggi è il giorno della giungla e degli scimpanzé.
Purtroppo il tempo è piovoso e questo non ci aiuterà nel trekking, soprattutto perché gli scimpanzé, quando piove, rimangono sugli alberi.
In ogni caso è una bellissima esperienza. La luce, gli alberi altissimi, le grida delle innumerevoli scimmie che popolano la giungla hanno un effetto magico su di noi.
Siamo contenti e dopo il trekking visitiamo il villaggio Bigodi.
Siamo ospiti di una famiglia del villaggio, mangiamo nella capanna con il capo famiglia e altri ospiti, tra cui una ragazza del North Caroline lì da due anni per insegnare ai rangers del parco la cura degli animali selvatici.
Anche qui è pieno di bambini curiosi, vogliono essere fotografati, ci salutano, sono eccitati dalla nostra presenza.
Facciamo un giro per il villaggio: carne appesa fuori da una casetta di legno con sopra scritto: macelleria, gente davanti alle case che ci guarda, una cooperativa di donne del villaggio che produce burro di arachidi e lo vende ai supermercati di Fort Portal e della regione, la scuola, lo stregone e la sua capanna piena di amuleti e pozioni, bambini, bambini, bambini, bambini……
Abbiamo delle penne con noi, sono appena 50.
A Roma ci sembravano tante ma qui ci rendiamo conto della magra figura.
Comunque facciamo felici alcuni di loro e i sorrisi ci ripagano di tutta la polvere mangiata fino ad allora sulle strade del paese.

25 maggio 2011
Il viaggio prosegue per il Queen Elisabeth N.P.
Riprendiamo la strada rossa, piena di buche, dossi, animali che attraversano, auto contromano, tir, pulmini, boda boda e arriviamo all’Equatore! Foto turistica d’obbligo e arrivo diretto nel parco.
Anche qui tantissimi games drive, tantissimi uccelli, leoni, elefanti e con sorpresa troviamo due leoni maschi arrampicati su un albero a fare la siesta.
Siamo vicinissimi e loro ci guardano come farebbe il mio micio dal divano di casa.
Michael ci spiega che è insolito trovare i climbing lions in questo settore del parco. Il settore di Ishasha, nel sud del Queen Elisabeth è l’unico posto al mondo, oltre a un altro in Tanzania, dove i leoni sono soliti arrampicarsi.
Siamo elettrici per la vicinanza con i felini. E’ incredibile, non si curano affatto di noi, ci guardano e sonnecchiano.
Sono enormi e sembrano dei peluche!
Ma altro che peluche…passa un camion di locali che ci vedono contromano, con i nasi all’insù e si incuriosiscono.
Si accorgono dei leoni e si fermano a circa 30 mt dall’albero……scendono dal camion…..
In un attimo uno dei leoni si alza di scatto, li punta….Michael suona il clacson e i due uomini risalgono sul camion. Il leone rimane in posizione di attacco fino a che il veicolo non scompare all’orizzonte.
E’ stato rapidissimo. Un attimo in più e sarebbe saltato giù dal ramo.

26 maggio 2011
Ci spostiamo a Ishasha e la savana è completamente diversa. Molto più pianeggiante, alberi bassissimi, panorami a perdita d’occhio.
Sulla strada ci fermiamo in un villaggio di pescatori e rimaniamo bloccati sulla strada a causa di un tir uscito di strada.
Qui i tir sono tantissimi. Siamo vicini al confine con il Congo e i commerci sono intensi. Incontriamo tir in condizioni drammatiche e non ci stupisce che uno sia uscito di strada.
Per fortuna l’incidente non ha feriti e accade vicino a un cantiere per il rifacimento di un ponte. Grazie all’escavatrice, il tir viene rimesso in carreggiata e alla fine l’attesa è stata di solo un’ora, nulla di grave. Se non fossimo potuti andare avanti, ci saremmo trovati a dover tornare indietro (ripercorrere 2 ore di strada) e deviare per le montagne, facendo un giro a parabola fino alla meta: totale altre 5/6 ore di viaggio!!!!!!
Superando il cantiere guardo gli operai. Tutti ragazzi in jeans arrotolati sopra le ginocchia, a piedi nudi, a torso nudo…….sicurezza´´ Cos’è la sicurezza´
Dormiamo in un albergo gestito da locali. Le stanze sono le tipiche capanne: le bandas, romantiche e curatissime nella loro semplicità. Il tetto è altissimo a forma di cono, sostenuto da pali di legno intagliati ed intrecciato di paglia e foglie di piante in perfetto ordine. Mi incanto ad osservarlo dal nostro letto piccolo ma comodo, cosparso di petali di buganvillea come il resto dell’appartamento: una pensata di una delle ragazze dell’hotel per la nostra luna di miele.
In questi giorni abbiamo potuto apprezzare gli Ugandesi. Sono socievoli, tranquilli, parlano tutti a voce e con toni pacati, non ridono in modo sguaiato e sono tutti gentilissimi. Hanno una naturale dolcezza anche nei movimenti. Spesso si dice che gli Africani sono lenti ma scopro che non è così. Hanno la loro cadenza, conoscono perfettamente il ritmo delle cose, non sono frenetici ma non ti annoi ad aspettare; tutto arriva quando deve arrivare.

27-28-29 maggio 2011
Partiamo alla volta del Bwindi!
Il nostro viaggio ci emoziona ogni giorno di più. Abbiamo gli occhi, il cuore e la mente pieni d’immagini coloratissime, della gente, della natura, tutto caloroso e avvolgente.
Prima di arrivare a Bwindi attraversiamo altri villaggi dediti non solo alla coltura del te ma anche del caffè e ci fermiamo in una piccola industria di te per alcuni acquisti.
Anche qui le condizioni sembrano migliori del resto del paese.
Arriviamo a Bwindi, non lontani dal confine con il Rwuanda.
Un panorama ancora diverso da quello incontrato fino ad oggi.
La foresta è fittissima e ricopre uniformemente le montagne dolci davanti a noi. Arriviamo al lodge, probabilmente il più spettacolare visto fino ad ora. La dinning room è una terrazza in pietre a secco perfettamente integrata nella giungla. Davanti a lei si aprono le montagne di giungla e siamo completamente circondati dalla natura. E’ un panorama mozzafiato a perdita d’occhio. Qui, nella vegetazione davanti ai nostri occhi, si nascondono i gorilla che domani dovremmo trovare nel nostro trekking.
Dormiamo eccitati nell’attesa dell’alba e alle 7:45 siamo puntuali davanti al cancello del parco nazionale pronti per conoscere i compagni di trekking e la nostra guida. E’ una bella giornata, per fortuna. Partiamo da Buhoma per il trekking. Abbiamo gli zaini con il pranzo e ascoltiamo i rangers che ci descrivono il tipo di trekking che affronteremo. La foresta è impenetrabile, possiamo andare avanti solo con il macete e ci facciamo strada nel fango tra salite e discese ripidissime ma siamo fortunati! Incontriamo la nostra famiglia, Rushegura, dopo 10 minuti e non solo: il gruppo è al completo. Tutti e 20 i membri della famiglia sono davanti a noi. E’ emozionante. Gorilla che scendono dagli alberi, il silver back un pochino distante che mangia e si guarda intorno, i cuccioli che si rotolano intorno a lui e piano, piano si avvicinano a noi spinti dalla curiosità. Sono buffi, divertenti, simpatici, giocherelloni, sembrano dei bambini. C’è anche la mamma che allatta il suo cucciolo di appena 1 mese. E’ indescrivibile la gioia nel vederli. Siamo a meno di 2 mt di distanza e ogni tanto ci dobbiamo spostare per non permettergli di toccarci. L’ora a nostra disposizione passa velocemente, vorremmo stare molto di più ma dobbiamo andare. Per noi è stata una passeggiata trovare i gorilla ma per l’altro gruppo, partito questa mattina per avvicinare l’altra famiglia, non è stato così semplice. Alle 2 del pomeriggio, quando Gae e io chiediamo di una guida per un breve trekking nella giungla, non sono ancora tornati e non si sa bene dove siano…….
Avevamo già ricevuto tantissimo dall’Uganda, l’esperienza di oggi sembra aver moltiplicato tutto il resto. Siamo pieni di emozioni, bellissime e ripenso alle lotte con le agenzie a Roma per far capire perché volevamo andare in Uganda e non altrove, penso ai momenti di sconforto prima di trovare l’“uganda wild life scene”, che ci ha permesso di realizzare il nostro sogno e di ritagliare questo viaggio sulle nostre esigenze e necessità. Mi sento privilegiata, felice….
Condividiamo con Michael la nostra esperienza nella giungla e il giorno dopo partiamo per il lago Bunyonyi.

29 maggio 2011
Sveglia all’alba e ripresa del viaggio. Tre ore di curve, salite in montagna, dirupi a ridosso della strada, piantagioni di ogni sorta di vegetale in colture terrazzate fino alla città di Kabale. Polverosa e caotica come le altre incontrate. Proseguiamo la salita fino al nostro albergo posto in cima alla montagna con una vista fantastica sul lago Bunyonyi. E’ bellissimo, anche questo. Il lago è costellato d’isolette di ogni dimensione e forma. Alcune sono abitate dalle popolazioni locali che per raggiungere la terra ferma usano delle canoe -taxi intagliati nei tronchi d’albero. Anche noi ci facciamo un giro, un po’ di trekking ma poi siamo troppo stanchi e ritorniamo in albergo. Anche qui, come al Bwindi, siamo gli unici ospiti del lodge e il cuoco è davvero di gran classe.
La nostra luna di miele attraverso l’Uganda finisce qui…o meglio, il giorno dopo, in un viaggio di 8 ore in auto per tornare ad Entebbe. Parliamo poco e guardiamo molto dai finestrini. Non c’è tempo per fermarci nei villaggi…purtroppo.
Salutiamo Michael, che ha contribuito a rendere questo viaggio perfetto e speciale e Tom che è voluto venire a salutarci all’aeroporto prima della partenza. Si è dimostrata la persona cordiale, amichevole e seria che avevamo conosciuto via e- mail.
Questa la nostra esperienza. Se avete bisogno d’nformazioni potete contattarci a questa e- mail: anitagb8@libero.it
Non perdetevi l’Uganda!

 

 

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