Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese

Visitiamo un insieme di edifici straordinari, un luogo dove secoli di storia hanno lasciato la loro impronta

Non tutti sanno che, nel cuore di quelle che furono, nel 2006, definite le montagne olimpiche, è celato un tesoro di inestimabile bellezza, a cui è stato dato l’appellativo di Grande Muraglia Piemontese. Un enorme patrimonio culturale che testimonia il glorioso passato di questa zona e l’importanza che la val Chisone ha rivestito nel corso della storia.
Ed è proprio ad una settantina di chilometri da Torino, nel cuore della Val Chisone, che si erge questo maestoso esempio di architettura militare: la Fortezza di Fenestrelle.La Fortezza di Fenestrelle, la più grossa fortezza non solo in Italia ma anche d’Europa, con i suoi 635 metri di dislivello e i suoi 3 km di lunghezza si è meritata giustamente l’appellativo di Grande Muraglia Piemontese. Basta vederla per capire come questo nome la descriva pienamente.
Descriverne la sua grandezza non è facile, i numeri parlano ma non sono nulla in confronto alla vastità di questa fortezza che a quello che i nostri occhi possono vedere. Si estende su ben 1.300.00 metri quadrati di terreno, ed composta da tre forti, da 7 ridotte e ben 28 risalti.
Particolare ed unica la scala coperta che conta ben 4000 scalini, a tutt’oggi visitabile, e la scala reale che ne conta invece 2500 scalini, scala a cielo aperto da cui, tra l’altro, si gode di un bellissimo panorama.
Al suo interno ci sono 5 ponti levatoi, ben 14 ponti di collegamento e ci sono voluti 122 anni per la costruzioni di questo imponente colosso difensivo.

Fu Luigi XIV, il re Sole, nel 1694 ad ordinare la costruzione del primo forte che componeva l’intera fortezza, il forte Mutin ora parzialmente distrutto. Lo scopo era quello di difendere questi territori, allora francesi, dalle armate sabaude di Vittorio Amedeo II.
Nel 1713 con il trattato di Utrecht l’alta val Chisone (Fenestrelle e Pragelato) e quindi anche il forte passano sotto il regno di Sardegna che reputa la fortezza fatta costruire dal Re Sole insufficiente per il ruolo difensivo che doveva avere. Viene così commissionata la costruzione di una fortezza più grande ma soprattutto che fosse inespugnabile. Vengono così edificati gli attuali forti di San Carlo, Tre Denti e delle Valli, delle ridotte di Santa Barbara, di Carlo Alberto e di Porte. Tutti questi edifici erano e sono collegati da una scala coperta dove gli uomini potevano muoversi velocemente anche in caso di assedio senza correre grossi rischi.
Molti gli ingegneri dell’epoca e gli uomini che si avvicendarono nei lavori per costruire quest’enorme opera difensiva.

Il forte San Carlo, quello oggi maggiormente visitato è anche il meglio conservato. È il forte che si trova a valle di tutto il complesso. Sulla sua Piazza d’Armi, che è anche primo luogo in cui li visitatore viene proiettato appena entrato nel complesso, si affacciavano quelli che erano importanti edifici dell’epoca: il Palazzo del Governatore, il padiglione degli ufficiali e la chiesa.poco lontano ci sono le polveriere, la torre dell’orologio, i laboratori degli artigiani, i magazzini e i depositi della armi. Ci sono anche le prigioni.
Immaginarsi la vita a quei tempi non è cosa facile, immaginarsi poi la vita di un soldato semplice, il freddo patito nell’inverno, gli edifici poco riscaldati, gli abiti inadatti dell’epoca, i duri turni di guardia a confronto degli alloggi degli ufficiali che potevano sembrare, addirittura un lusso. Ma ancora più difficile è amaro è immaginarsi la vita dei prigionieri che in molti trovarono la morte in questi luoghi. Anguste stanze fredde, umide, sovraffollate, dove spazio era insufficiente per ospitare i prigionieri dove lo spazio in cui muoversi era talmente poco da non avere nemmeno la possibilità di sdraiarsi, di riposarsi; la fame, il freddo, è difficile immaginare tutto quello che delinquenti, disertori o prigionieri politici patirono e spesso pagarono con la morte in questi luoghi.

Per la precisione gli scalini che compongono la scala coperta sono esattamente 3996 e questo la rende unica nel suo genere non solo in Italia ma in tutta Europa. Si snoda per ben 2 km con piccole feritoie che ne garantiscono il passaggio della luce ed il ricambio dell’aria. Percorrerla nella penombra che vi regna è qualcosa di particolare, immaginare uomini in armature pesanti, cavalli e muli salire e scendere questi scalini, immaginare il rumore dei loro passi, dei loro armamenti, un piccolo tuffo in un passato che conosciamo solo dai libri di scuola. Curiosi sono i trabocchetti che si incontrano al suo interno, vi vengono mostrati dalla guida che vi accompagnerà lungo tutto il percorso della visita. Scopo di questi trabocchetti era, ancora una volta, annientare il nemico nel caso fosse riuscito ad entrare nella scala coperta.

Due i musei permanentemente ospitati all’interno del forte: il museo del 3° Alpini e quello degli animali del governatore. Il forte spesso ospita mostre temporanee o rievocazioni storiche. Sul sito sono pubblicizzati gli eventi che di volta in volta trovano posto al forte (www.fortedifenestrelle.com).

Tre le tipologie di visita che vengono offerte. Una visita breve di un’ora, per chi ha poco tempo a disposizione, una veloce conoscenza di questo maestoso luogo, una visita invece più approfondita del forte San Carlo che percorre un pezzo della scala coperta fino ad arrivare alla Garitta del Diavolo della durata di 3 ore ed infine un’affascinante viaggio all’interno del forte della durata di un giorno intero. Dal forte San Carlo, passando per la garitta del Diavolo fino al Forte della Valle. Una visita che percorre i 635 metri di dislivello del forte, dove non solo si percorre la scala coperta ma anche la scala reale; un viaggio alla scoperta dei luoghi e degli edifici che compongono questa grossa fortezza, della sua storia e dei suoi segreti. Il ritorno si svolge sulla mulattiera che costeggia il forte, in un suggestivo bosco. Veramente un itinerario e una gita che vi avrà fatto conoscere questa fortezza, la sua storia, i suoi aneddoti e per un giorno esserne stato anche un pochino parte.
Per ovvie ragioni l’inverno limita la visita del forte al solo forte San Carlo ma la sola vista dell’intera fortezza innevata è di altrettanta suggestiva bellezza.

Innumerevoli interventi di ristrutturazione hanno ridato luce e splendore a questo immenso e prezioso complesso. Di lavori da fare, per impedire che il tempi deteriori e porti via con se l’enorme patrimonio architettonico e cultura di questi luoghi, ce ne sono ancora tanti. In Italia sappiamo che i fondi per questo genere di interventi non piovono di certo dal cielo e cercare di far tornare tutto questo enorme complesso di edifici al loro originale splendore se da un lato è auspicabile dall’altro è forse utopistico, ma credere e sognare che ciò possa avvenire è dato a tutti di farlo e magari, con la nostra visita e un po’ di passa parola possiamo aiutare questa fortezza a vivere e a fare i modo che questo patrimonio tramandato e conservato per le generazioni future.

Edmondo de Amicis disse “Uno dei più straordinari edifizi che possa aver mai immaginato un pittore di paesaggi fantastici: una sorta di gradinata titanica, come una cascata enorme di muraglie a scaglioni, un ammasso gigantesco e triste di costruzioni, che offriva non so che aspetto misto di sacro e di barbarico, come una necropoli guerresca o una rocca mostruosa, innalzata per arrestare un'invasione di popoli, o per contener col terrore milioni di ribelli. Una cosa strana, grande, bella davvero. Era la fortezza di Fenestrelle”.
La fortezza di Fenestrelle è esattamente questo: un insieme di edifici straordinari, un luogo dove la storia ha lasciato la sua impronta, dove la vita e la morte spesso si sono mescolati, un luogo in cui non andarci sarebbe un peccato!

Un commento in “Fenestrelle, la Grande Muraglia Piemontese
  1. Avatar commento
    GHiBLI
    16/05/2012 18:24

    E' la fortezza dove hanno sterminato migliaia di prigionieri, SOLDATI BORBONICI, per l'esattezza. Che vergogna, nemmeno un cenno storico per quelle povere anime. W i Savoia, w il primo campo di concentramento della nostra Storia contemporanea.

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