La Madonna che scappa!

La domenica di Pasqua a Sulmona

Sulmona è senz'altro una delle cittadine più sorprendenti del Centro Italia.
Ai più è nota per essere patria di Ovidio e per la produzione, famosa in tutto il mondo, dei deliziosi confetti.
Oggi tuttavia vogliamo raccontarvi di una manifestazione che sta particolarmente a cuore ai Sulmonesi e che si svolge regolarmente nella domenica di Pasqua (quest'anno sarà il 31 marzo): la "Madonna che scappa in piazza".
Prima facciamo però un breve sunto di quelle che sono le attrattive di questa affascinante città.
La posizione, innanzitutto: posta praticamente ai piedi del massiccio della Maiella, dove confluiscono i fiumi Gizio e Vella, la città è un luogo ideale per accedere appunto al Parco della Maiella, che offre innumerevoli attrattive sia invernali che estive; Sulmona vanta anche dintorni assai interessanti come il borgo medioevale di Pacentro, uno dei meglio conservati dell'intero Abruzzo, dove da non perdere sono il castello, risalente al XV secolo, e le Chiese di Santa Maria Maggiore, dell'Immacolata e di San Marcello.
Storicamente le prime tracce di Sulmona si hanno nella menzione che ne fa Tito Livio a proposito della distruzione che ne operò Annibale nel 211 A.C., anche se la data cui tutti fanno riferimento è quella della nascita di Publio Ovidio Nasone, grande ed ancor oggi amatissimo poeta Sulmonese: stiamo parlando del 43 A.C.
Proprio ad Ovidio si deve la leggenda secondo cui Sulmona venne fondata da Solimo, uno dei compagni di Enea.
Una "diatriba storica" riguarda l'origine dei famosissimi confetti di Sulmona: secondo alcuni risalgono al 14 D.C., in epoca romana, periodo in cui i confetti venivano considerati dolci estremamente preziosi e rari; secondo altri, e sono i più, la nascita dei confetti si deve alle Clarisse, suore di clausura, che per prime,in epoca medioevale, confezionarono in meravigliosi cestini i confetti.
A noi rimane la certezza di questi dolci, che trovate in ogni confetteria, in ogni pasticceria di Sulmona; il nome "confetti" non sia riduttivo e non vi porti ad immaginare solamente i classici confetti da sposa bianchi: qui è un trionfo di colori, di abbinamenti, di sapori diversi che non mancheranno di sorprendervi e di esaltarvi.
Non mancate una visita anche alle fabbriche; tra le tante segnaliamo la "Fabbrica di confetti Ovidio" in Via Gennaro Sardi, 24 (Tel.0864.34147, Fax. 0864.34188) e la fabbrica "Confetti Pelino" posta in Via Stazione Introdacqua, 55 (Tel.0864 210047; Fax 0864 55203).
Quest'ultima soprattutto merita una visita anche per lo splendido Museo, dove sono visibili reperti storici di grande fascino ed interesse e tutte le indicazioni sulla storia della lavorazione dei confetti in Sulmona.
Un altro indubbio richiamo di Sulmona riguarda l'arte orafa, che qui si sviluppò ed esaltò in maniera particolare: gli antichi gioielli Sulmonesi, recanti il "marchio di fabbrica" SUL, sono presenti nei Musei Vaticani ed in tutte le principali raccolte orafe nel mondo.
Le attrattive turistiche di Sulmona comprendono edifici come la medioevale Cattedrale (che ospita sarcofaghi quattrocenteschi ed un bassorilievo romanico­bizantino della Madonna col Bambino) od il Complesso dell'Annunziata (con facciata in stile romanico­gotico) comprendente il Museo Civico e la Chiesa dell'Annunziata, con il bel campanile. Da non perdere sono poi Palazzo Tironi, Palazzo Tabassi, Piazza XX Settembre (con la statua di Ovidio in bronzo), l'acquedotto Medioevale e Piazza Garibaldi considerata da molti come una delle più belle piazze del Centro - Sud.
E proprio Piazza Garibaldi ci porta al punto di partenza: la festa della "Madonna che scappa in piazza".
Il rituale di questa festa, molto sentita da tutti gli abitanti della città, è la rappresentazione dell'annuncio fatto alla Madonna della Resurrezione di Cristo.
La Processione prende il via dall'antica Chiesa medioevale di Santa Maria della Tomba, da cui si avvia il corteo composto dalle statue di Cristo risorto, di S. Giovanni e di S. Pietro, portate in spalla dai confratelli del Sodalizio della Madonna di Loreto,vestiti col tradizionale mantello verde.
La statua del Cristo Risorto viene poi fermata sotto l’arco centrale dell’antico acquedotto,posto al limitare di Piazza Garibaldi.
Le statue di S. Giovanni e di S. Pietro vengono invece fatte proseguire e, assai lentamente, si dirigono verso la chiesa di S. Filippo Neri, in cui è custodita la Statua della Vergine Maria vestita a lutto per il dolore della morte del Figlio.
A turno i due Santi "bussano" al portale della Chiesa, per dare l'annuncio gioioso della Resurrezione del Cristo, ma la porta rimane inesorabilmente e tristemente serrata.
Al terzo tentativo, fatto da S. Giovanni, finalmente il portale della Chiesa si apre ed appare la Statua della Vergine, vestita con un manto nero e stringente nella mano un fazzoletto bianco.
La statua si avvia, lentissima, triste ed esitante lungo la piazza, seguita dalle statue dei Santi.
L'incedere è quello lento di chi ha ricevuto una notizia ma vi si accosta in maniera incredula, timorosa che la dura realtà prenda nuovamente il sopravvento.
Giunta più o meno a metà piazza la statua si ferma, ed i portantini la innalzano brevemente sulle loro spalle, come a mimare il movimento di chi, alzandosi sulle punte dei piedi, vuole scrutare una situazione che si svolge lontano da sè.
Il momento è magico, la tensione e la partecipazione popolare sono palpabili nell'aria: nell'atmosfera tesa, quasi rarefatta, ad un certo punto l'esplosione di gioia; ora la Vergine è sicura della Resurrezione del Figlio, lascia il manto nero, sotto cui appare una splendida veste verde, mentre la mano che prima reggeva il fazzoletto ora porta un fiore rosso.
In un tripudio di gioia e di emozioni che fluiscono in maniera liberatoria la Statua viene lanciata in una corsa sfrenata mentre in cielo volano dodici colombe bianche e la folla partecipa festante: le campane vengono sciolte ed inondano il cielo di Sulmona di festosi scampanii.
L'allegoria che si vuole rappresentare, il trionfo della vita sulla morte, è fin troppo evidente ed il colore verde dello sfavillante vestito della Madonna rappresenta nella maniera migliore il colore della speranza; al di là degli indubbi e pregnanti significati religiosi, colpisce la festa di popolo e la partecipazione, commossa prima e poi festosa, di tutti gli abitanti di Sulmona.

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