Alla scoperta del Giappone

Un viaggio intenso tra le molteplici attrattive del Paese del Sol Levante

C'e una stagione - oltre alla primavera - in cui i giapponesi impazziscono e si riversano nei templi e nei santuari. Si tratta della stagione "momiji", che è tecnicamente l'autunno ma che praticamente corrisponde a quelle settimane tra novembre e dicembre in cui gli aceri si tingono di rosso. Ebbene questa è la stagione che abbiamo scelto per il nostro primo viaggio in Giappone.
Questo racconto non vuole essere una guida per nessuno, ma solo un ricordo per noi e un piccolo aiuto per i TPC. Crediamo fortemente nel pensiero di Pessoa: il viaggiatore è il viaggio. Ciò che vediamo non è ciò che vediamo, ma quello che siamo.
Quest’anno dopo molti rinvii abbiamo deciso di seguire il consiglio datoci molte volte da un nostro affezionato cliente giapponese, che ci invitava a visitare il suo paese nel periodo autunnale, a suo dire molto interessante e suggestivo, al pari della fioritura dei ciliegi, peraltro la fioritura dei ciliegi avviene in una stagione in cui il nostro mestiere non ci permette di viaggiare inoltre, a suo dire, in questa stagione non ci sono pericoli di terremoti. Abbiamo acquistato tre guide, NATIONAL GEOGRAPHIC ce nè siamo serviti per la costruzione del viaggio ma non l’abbiamo portata con noi -rientrati però nè abbiamo riconosciuto il valore- delle tre è l’unica che “sottolinea” il santuario di Fushimi Inari. MONDADORI che ha molte utili fotografie, un’impostazione di base sull’architettura e una bella sezione dedicata alla culinaria, è venuta in viaggio con noi ed è stata abbastanza precisa e utile. LONELY PLANET un mattone che non poteva mancare nel nostro zaino, con cui ho un rapporto di amore/odio, in quanto alcune volte nei nostri viaggi l’abbiamo trovata polemica e inesatta. La vera guida sono stati i diari dei viaggiatori che ci hanno preceduto sia italiani che stranieri, per questo per la seconda volta (la prima è L'Argentina di Maura e Leonardo 2008) dopo tanti anni di viaggi abbiamo deciso di scrivere la nostra esperienza.Il nostro intinerario:
(VOLO) FIRENZE-PARIGI / PARIGI-NARITA
TOKIO 5 NOTTI (visita a Kamakura e Nikko)
(Shinkansen) TOKIO-KYOTO
KYOTO 4 NOTTI (visita a Nara)
(Shinkansen) KYOTO-HIMEJI
(Shinkansen) HIMEJI-HIROSHIMA
HIROSHIMA 2 NOTTI
BEPPU 2 NOTTI
YUFUIN 1 NOTTE
NARITA 1 NOTTE

(VOLO) NARITA-PARIGI / PARIGI- FIRENZE
Il volo Firenze-Narita: un’odissea. Dopo molte ricerche e confronti per trovare la tariffa più conveniente la scelta è ricaduta su di un volo air France in partenza da Firenze per noi molto comodo. Fatale dimenticanza! Mai partire o arrivare su Firenze in autunno/inverno,(in passato avevamo già avuto esperienza).Trenta minuti prima della partenza fissata per le 10:15 ci avvisano che non decolliamo da Firenze ma da Pisa, quindi venti minuti di attesa per il pullman che ci porterà a Pisa, 100 km di super strada perennemente incasinata. All’arrivo a Pisa (11:30) gli addetti ai bagagli ci dicono che nell’aeroporto di Firenze sarebbe meglio ci facessero un bel campo di patate, visto che questa storia è “quotidiana”; in verità a Pertola Ligresti aspetta,da tempo,che gli facciano costruire un “bel quartierino”. Dpo l’imbarco immediato air France ci tiene chiusi in aereo fino alle (17:00) senza nessuna comunicazione.
Alle 17:00 ci trasferiscono su un altro volo e finalmente partiamo per Parigi, naturalmente il nostro volo per Narita è perso, fortunatamente riusciamo a prendere l’ultimo delle 23:00 ma abbiamo perso un giorno di agognate vacanze. La prossima volta cercheremo di cambiare compagnia e non partiremo più da Firenze, nemmeno se ci regalano il volo.

TOKIO 5 NOTTI
Per il soggiorno a Tokio abbiamo scelto l’Hostel Anne Asakusabashi 2-21-14, Yanagibashi, Taito-ku, 111-0052, Tokio. Situato a circa 600 mt. dalla stazione Asakusabashi dove parte sia la subway che la JR di superficie, questo permette di visitare tutta Tokio senza difficoltà e in breve tempo. Ottimo anche il giudizio sull’ostello, la scelta era ricaduta su questa struttura anche perchè di nuova apertura. Unico neo è che la nostra camera vicina ad una delle postazione internet attiva 24 ore su 24 e un gruppetto di francesi maleducati ha disturbato le ultime due notti di soggiorno, schiamazzando.

PRIMO GIORNO -18 km a piedi- abbiamo visitato il mercato del pesce. Oedo line fermata E18 TSUKIJISHIJO. La sveglia non è stata un problema grazie al cambio di fuso alle 7:00 circa eravamo sul posto. Esperienza consigliata, stupefacente le quantità e la varietà del prodotto, interessante la lavorazione del tonno, un po’ di attenzione ai carrelli motorizzati che in gran numero e apparentemente indisciplinati sfrecciano sbucando da ogni angolo. Abbiamo fatto l’esperienza di una colazione a base di pesce crudo freschissimo innaffiato da bollente tè verde denso, personalmente non entusiasmante, come prima volta. Cercando di percorrere il più possibile strada a piedi ci siamo spostati nella zona di ROPPONGI sucessivamente con la subway linea Oedo abbiamo raggiunto il quartiere di SHINJUKU per godere del panorama che regala “gratuitamente” la sede del Metropolitan Governament Office. A conclusione della giornata sempre con la subway Marunouchi line fermata M 17 abbiamo visitato la zona di GIZA.

SECONDO GIORNO -25 km percorsi a piedi- sempre con la filosofia del camminare il più possibile a piedi, dalla nostra stazione Asakusabashi ci siamo diretti verso il fiume per poi proseguire in direzione di ASAKUSA ma, il mio “infallibile” orientamento mi ha fregato e ci siamo ritrovati a AKIHABARA, cambio di programma e proseguiamo per UENO, attraversando il pittoresco mercato Ameyoko arriviamo al parco di Ueno lo visitiamo (niente di che). Attirati da quanto scritto nella guida Mondadori ci dirigiamo verso il quartiere di YANAKA, le illustrazioni e la spiegazione del luogo dicono “il quartiere conserva l’atmosfera dell’antica Shitamachi è un intrigo di piccole strade e un susseguirsi di cimiteri molto caratteristici…”. Oggettivamente il quartiere è molto pittoresco, ci sentiamo di consigliare la visita. Con la subway raggiungiamo ASAKUSA e la visitiamo, il tempio e le vie limitrofe fanno da sfondo al finire della giornata.

TERZO GIORNO -17,85 km percorsi a piedi- destinazione KAMAKURA, convalida dell’JR pass per 21 giorni. Città di mare e collina, che accoglie 19 santuari e 65 templi, visitiamo quelli che col tempo e il percorso che abbiamo scelto ci confacevano di più. Decidiamo di scendere alla stazione di KITA KAMAKURA e ci accorgiamo in seguito di aver fatto bene, poiché il sito si articola su una serie di colline, ognuna ha templi o santuari da visitare,il sito degrada con pendenze non trascurabili fino a KAMAKURA, che si trova sul livello del mare, il tutto è collegato da vari chilometri di sentieri che si snodano nei boschi; fare la visita all’incontrario è sicuramente una grande sfaticata. Visitiamo il Tempio Engaku-ji, un tempio zen costruito nel 1282 e il Tempio Meigetsu-in. Imbocchiamo il sentiero del Grande Budda a nordovest e a metà del percorso nel mezzo del bosco troviamo e visitiamo il Santuario Zeniarai Benten Shrine, bell'esempio di fusione di Buddismo e Shintoismo. Consigliamo la visita, si tratta di un sacrario popolare dove la gente lava i propri soldi, nella speranza della ”moltiplicazione”. La parola Zeniarai significa "moneta di lavaggio". Proseguendo arriviamo a valle dove si trova il Daibutsu (Grande Buddha) presso il tempio Kotokuin. Costruito nel 1252 la sua altezza compreso il basamento è 13,35 metri e pesa 121 tonnellate. Molto bello. Arrivati a KAMAKURA visitiamo il Tempio Hase Dera da dove si gode del panorama sul mare, benché sia collocato in città è ben integrato con la natura. Di seguito passeggiata sulla spiaggia di Yui-ga-hama, non prima di aver letto le istruzioni in caso di maremoto e poi l’immancabile scoperta della KAMAKURA commerciale.

QUARTO GIORNO -km percorsi a piedi 15- destinazione NIKKO. Con il nostro Japan Rail Pass siamo partiti da Tokyo Station fino a Utsunomiya, dove si cambia treno per prendere un regionale per Nikko. Ci siamo procurati una mappa e abbiamo individuato il percorso, la strada fino al complesso dei templi è un paio di km. All’uscita dalla stazione, procedere sulla destra, lungo la 119 fino a raggiungere il famoso ponte Shinkyo (il ponte sacro); la passeggiata non è un granchè, e francamente a me delude anche il ponte perché per salirci sopra devi pagare alla fine c’è una sbarra,inoltre è affiancato da un ponte anni 70 e da un incrocio con traffico sostenuto; per fare una foto, si deve prestare attenzione a non immortalare qualche tir. La Lonely Planet descrive il luogo con un eccesso di romanticismo. Impressioni: pur essendo un sito di gran richiamo con templi degni di nota la cittadina è piuttosto trascurata. La visita dei templi inizia con Taiyuin-byo, complesso di edifici con un percorso attraverso sei porte, fino ad arrivare alla tomba di Taiyuin, il nome buddhista di Iemitsu. La prima porta è la Porta Nio Mon, con due guerrieri Nio ai lati che fanno da guardiani al tempio. Pur trovandosi nel pieno della macchina del turismo di Nikko il silenzio regna sovrano. Tra i templi di Nikko è quello che ci è piaciuto di più. Di seguito visitiamo i santuari Futura-san e il Tosho-gu per intendersi quello che contiene la scultura delle tre scimmiotte: non vedo, non sento, non parlo. A causa dei lavori di ristrutturazione in corso e il gran affollamento non lo abbiamo trovato particolarmente affascinante. Finita la visita del sito ci siamo messi alla ricerca delle statue di "Bake Jizo", una fila di circa 70 statue di pietra detti “Buddini” vestite con un cappello e bavagliolo rosso; si trovano nel Stone Park BakeJizo, dislocate in un sentiero che corre lungo il fiume sulla riva opposta di dove si trova il Nikko Botanical Garden. Consigliamo la visita. A Nikko consigliamo anche noi di mangiare al HIPPARI ODAKO, 4 tavoli in una stanza letteralmente rivestita da dediche dei clienti che negli anni si sono succeduti, cucina familiare buonissima. Lo troverete alla vostra destra tornando alla stazione, circa 500 mt. dopo il ponte, sulla strada 119, fate attenzione alla scritta sui vetri.

QUINTO GIORNO trasferimento a Kyoto.
KYOTO 4 Notti
Per soggiornare a Kyoto abbiamo scelto una ryokan tradizionale la Guest house WARAKU-AN.
Potete visionare il sito in Inglese http://gh-project.com/e/home.html ma secondo noi non le rende giustizia. Per raggiungerla è semplice basta prendere il bus 206 alla stazione e scendere alla fermata di Kumano Jinja-mae, che si trova 20 mt dopo l'incrocio, si attraversa la strada si ritorna sull'incrocio, si passa davanti al supermercato aperto am-pm (24 su 24) e dopo il post office riconoscerete la porta che si vede su internet.
Per questa ryokan su tripadvisor avevamo trovato alcuni giudizi negativi ma in realtà ci siamo trovati bene, in tutto e per tutto, del resto le recensioni oltre ad essere soggettive molte volte sono “pilotate”; per cui è sempre bene leggerle con una certa criticità e sospettare soprattutto dei luoghi dove le recensioni sono spot pubblicitari….
Un consiglio sui mezzi pubblici: cercate di avere già le vostre idee piuttosto chiare perché con noi l’addetto alla salita sui bus della stazione di Kyoto ha avuto un atteggiamento a dir poco curioso. Fatta la fila quando è stato il nostro turno ci ha stoppato e ha dato la precedenza ad alcuni che si trovavano alla fine della coda… il risultato ottenuto è che non essendoci più posto per noi ci ha fatto salire su un altro bus dicendoci che andava comunque nello stesso posto. In realtà strada facendo ci siamo accorti tramite la mappa stampata da internet, che non solo non andava alla nostra fermata ma ci portava completamente fuori strada, alla deviazione siamo scesi “maledicendolo”.
Il giorno dell’arrivo, per ottimizzare i tempi, visto la vicinanza abbiamo percorso la passeggiata del filosofo, sulla quale avevamo letto in alcuni racconti che non era entusiasmante; anche per noi -giudicandola in autunno- è risultata piuttosto anonima; si cammina lungo una strada lastricata da una parte c’è un canale dall’altra una fila di abitazioni con moto e macchine parcheggiate nei propri cortiletti. In quest’area abbiamo visitato: il Ginkakuji, il Tempio dal Padiglione d’Argento, all'interno si trova un bel giardino giapponese che alterna boschetti ricoperti da muschi e un giardino zen, la sabbia è lavorata per formare geometriche figure, tra queste un monte che dovrebbe simboleggiare il Monte Fuji. Bello e scenografico. Raggiungiamo poi Il Tempio Eikando. Per la cena ci dirigiamo nel quartiere di Gion, visitiamo la parte che si trova a est del fiume Kamo; inizia un “diluvio universale” ma incredibilmente gioca a nostro favore, le strade sono deserte, le uniche persone che si aggirano nei vicoli sono geshe, nè seguiamo qualcuna e scattiamo molte foto, infine entriamo in un caratteristico locale dove si ordina tramite distributore automatico: si inseriscono i soldi, si sceglie il piatto, si ritira lo scontrino, ci si siede e poco dopo arriva la cameriera con quanto ordinato; mangiamo Udon e del Misoshiru incredibilmente buoni ed economici. Km percorsi a piedi 14,60.

SECONDO GIORNO, piove ancora, ma abbiamo preso comunque a noleggio due biciclette per 1000 yen al giorno di proprietà della stessa Ryokan. Kyoto è percorsa da piste ciclabili per cui gli abitanti vanno tutti in bici. Come tutti i locali, con una mano si guida e con l’altra si tiene l’ombrello, siamo partiti per nuove avventure…individuando una boulangerie (né troverete molte in Giappone) acquistiamo del dolce e del salato, al distributore automatico prendiamo del buonissimo caffelatte caldo e via al parco del palazzo reale per gustarci la nostra colazione visto che nel frattempo è uscito un po’ di sole. Consigliamo vivamente la bicicletta, mezzo efficace per scoprire una regione o un paese, a due camminatori come noi, con spirito vagabondo, ha permesso di coprire grandi distanze in breve tempo; qualche difficoltà l’ho trovata dovendo utilizzare l’unica mappa che avevamo -quella dei bus- poiché l’ufficio del turismo della stazione di Kyoto era chiuso. In questa mappa sono indicate solo le arterie principali, ma con l’aiuto della bussola abbiamo sempre raggiunto gli obbiettivi senza troppi errori, così facendo ci siamo intrufolati nei meandri della città con piacevoli sorprese. Questo giorno è stato dedicato alla visita della parte nord-ovest di Kyoto, abbiamo dovuto affrontare un po’ di salite, ma fattibili. Siamo riusciti a vedere il Kinkaku-ji, comunemente noto come il Padiglione Dorato grazie alla pioggierellina scoraggiante per le ondate di turisti asiatici e scolaresche, ci ha regalato forti ed intime emozioni: vale un viaggio insieme all'immancabile giardino giapponese che lo circonda che non sappiamo come sia in primavera ma in autunno è fantastico. Ryoan-ji Temple che ospita il più noto dei giardini zen, dove gli elementi (acqua, piante, pietre) sono rappresentati in maniera simbolica da pietre e ghiaia. L'acqua viene rappresentata da "fiumi" di ghiaia il cui moto si scontra con grosse pietre emergenti dalle forme naturalmente disordinate, allo scopo di simboleggiare il dinamismo delle forme della natura. Questi giardini sono “usati” dai monaci zen durante la meditazione. Francamente ci ha lasciati un po’ perplessi e abbiamo gradito di più quello che si trova nel Tempio di Ginkakuji, (Padiglione d’Argento). Nella zona di Arashiyama e Sagano in prossimità della porta nord del Tempio Tenryuji, si trova la foresta di bambù, dove sono state girate alcune scene del film La tigre e il dragone: bella. Al rientro siamo passati dal quartiere di Gion per visitare il lato ovest e il Tempio Chionin.

TERZO GIORNO di buon’ora partiamo con le nostre biciclette, ci gustiamo la solita colazione. La giornata è splendida questo giorno lo dedichiamo alla visita del Kyoto Imperial Palace e i suoi giardini, poi proseguiamo per il Nijo Castle, dopo puntiamo decisamente a sud di Kyoto e visitiamo il Toji Temple con la sua pagoda, finiamo le ore di luce nel quartiere intorno alla stazione centrale, in parte questa visita ci è servita anche per “prendere le misure” per il giorno successivo per non perdere troppo tempo nel trovare la piattaforma JR che ci porterà a Nara. Questo è necessario perché solitamente le stazioni giapponesi sono talmente vaste che è facile perdersi o non trovare alla prima quello che si cerca; normalmente partono più compagnie di treni di superficie e ognuna ha una sua piattaforma, poi ci sono le subway e come se non bastasse ci sono vari centri commerciali, vale a dire che se senza accorgerti ti ritrovi al loro interno, e cominci a prendere gli ascensori non nè esci più. Al rientro poiché altrimenti ci aspetta una lunga salita, pensiamo di passare lungo il greto del fiume, che ha una pendenza continua, e a differenza di tanti nostri fiumi, lì tutto è curato e vissuto, anche di notte. In questa maniera si evitano i pedoni e tutti i semafori, oltre ad essere più piacevole. Cosi facendo arriviamo a Gion, che ci è talmente piaciuta che decidiamo di fermarci di nuovo, con l’occasione “spulciamo” nuovamente la zona di Higashiyama che regala sempre nuovi scorci. Questa sera vogliamo imitare i giovani locali ci prendiamo vari manicaretti e bevande al Seven, un ottimo AmPm, e consumiamo il tutto sul greto del fiume di fronte alla rinomata Pontocho dori. Grazie alla solita qualità dei prodotti usati e alla maniacale cura nella presentazione della pietanza, facciamo un ottimo pasto al chiaro di luna con la temperatura di una serata estiva.

QUARTO GIORNO -km percorsi a piedi 15- Visita di Nara, partenza alle 8:00 pensavamo di fermarci alla stazione di Inari per vedere il santuario Fushimi, che è situato a circa 2 km a sud-est dalla stazione di Kyoto (mannaggia se avessimo capito prima, che era così vicino alla stazione di Kyoto lo avremmo raggiunto con la bici). Il Fushimi Inari è il santuario più famoso di tutto il Giappone tra quelli dedicati a Inari. Inari è un dio Shintoista e le volpi sono considerate i suoi messaggeri, ed è per questo che al suo interno si trovano molte statue raffiguranti la volpe. La caratteristica che in noi ha fatto scattare la voglia di visitarlo sta nei suoi 10.000 torii che si estendono in un percorso di circa 5 km; la visita completa richiede circa due ore di cammino; ma sbagliando abbiamo preso un treno espresso che non si è fermato a Inari e il programma è cambiato. Arriviamo a Nara, nota per ospitare il più grande Budda al coperto del Giappone ed essere la città dei cervi. Abbiamo visto il Tempio Todai ji -che è quello che ospita il grande budda-, e templi minori che non mancano di regalare occasioni per scattare bellissime fotografie, (complessivamente ne abbiamo scattate 480 oltre a quasi due ore di film). Durante il viaggio, abbiamo notato più volte che i ragazzi che trainano i turisti sui tipici calessini, i tuk-tuk, sono vestiti come i ninja, indossando dei bei e particolari stivaletti, considerato l’uso gravoso che ne facevano l’impressione è stata che fossero estremamente comodi oltre che robusti, ma non ne avevamo mai visti in vendita, ebbene sappiate che se anche a voi piacciono li troverete proprio lì a Nara, il negozio specializzato si chiama Shop TABI-JI (http://www.waryu-so.jp/tabiji/ ) nè ha di tutti i colori. Al rientro questa volta utilizzando doverosamente un treno locale, siamo scesi alla stazione Inari e proprio di fronte c’è il Fushimi Inari Strine. Benché ormai fosse rimasto poca luce abbiamo goduto dello spettacolo che offre questo posto, scattando anche qui delle foto bellissime, l’unico rammarico, non aver avuto il tempo per vederlo con la dovuta calma. Ci piace pensare che le volpi che abitano questo posto e che la leggenda vuole che in alcuni casi portino fortuna, siano le artefici della sorpresa che abbiamo poco dopo. Torniamo a Kyoto per visitare il tempio Kiyomizu-dera che ormai è buio, ma del resto benché in questa zona ci siamo passati tutte le sere, stavamo per lasciare Kyoto senza averlo visto, perdendoci sicuramente uno dei più belli. Visitiamo velocemente il sito poco prima della chiusura, si intuisce che è molto bello, anche se l’illuminazione è veramente scarsa, nel proseguire la visita notiamo che andando avanti non è possibile tornare indietro perché il personale prontamente chiude i passaggi. Quando siamo quasi all’uscita ci accorgiamo che l’aria è impregnata da intenso profumo d’incenso. Usciti vediamo all’ingresso una fila kilometrica di asiatici, ci fermiamo per capire cosa succede, pensiamo a un concerto o che so una “messa”!…vediamo dei cartelli, ma sono rigorosamente in giapponese. Dopo un quart’ora di attesa ci decidiamo ad andarcene ma la nostra attenzione è attirata dallo stupore che le persone in fila hanno, ci voltiamo: un’emozione che anche oggi che scriviamo ci fa venire i brividi. Il sito è completamente illuminato, fasci luminosi attraversano i vari edifici, il profumo d’incenso si fa più persistente: siamo rapiti dall’atmosfera mentre la fila comincia ordinatamente ad entrare, ma noi possiamo rientrare visto che notiamo in mano agli asiatici una specie d’invito? Chiediamo e come sempre con la massima cortesia, ci accompagnano ad un piccolo banchetto dove per una cifra simbolica si riaprono per noi i cancelli del Kiyomizu-dera per godere di uno spettacolo indescrivibile. Dopo abbiamo saputo che questo eccezionale evento avviene una volta all’anno, ha una durata di una settimana, l’occasione che lo determina è il momento del massimo splendore dell’autunno. Che c…!

KYOTO-HIROSHIMA. Partenza per Hiroshima alle 7:30 -con lo Shinkansen- tappa al Castello di Himeji, conosciuto anche come il castello dell’airone bianco per la forma della sua pianta. Edificato per scopi militari è una delle più vecchie strutture del periodo Sengoku che siano giunte fino a noi, dal 1993 è stato inserito nell'elenco dei Patrimoni dell'umanità. La giornata è bellissima e calda, arrivati in stazione facciamo la prima esperienza con i coin lockers,nè cerchiamo uno capiente, con 400 yen riponiamo i nostri zaini e tutto il superfluo, ci dirigiamo al centro informazioni per recuperare una mappa. Il castello esternamente è bellissimo, i giardini non sono un gran che, forse per i lavori di manutenzione. Nel primo pomeriggio arriviamo a Hiroshima, per questa destinazione abbiamo prenotato l’ostello, K's House, struttura nuova, camera matrimoniale con bagno, consigliato. Facciamo anche noi l’esperienza con i giapponesi che pur di non dirti di no ti “ingarbugliano” le tue già poco chiare idee. Chiediamo ad un vigile dove si trova la via dell’ostello, ci manda al lato opposto, verso nord, qui chiediamo ad un altro omino in divisa e ci rispedisce verso la strada da cui arrivavamo, morale meglio non chiedere e fare di testa propria. L’ostello si trova a 10 minuti a piedi dalla stazione. Con una bella passeggiata in mezzo ai negozi, si raggiunge facilmente il Memorial Park, dove si trova l'Hiroshima Peace Memorial Museum, ricco di oggetti, foto, plastici, filmati del prima e del dopo bomba. Per tutto il dolore e l’orrore che il bombardamento atomico ha procurato non ci sono parole, andando in Giappone questa è una meta doverosa. Il costo per l’entrata è simbolico, 50 yen, più è possibile prendere, a pagamento, l’audioguida in lingua italiana, vivamente consigliata. Dopo lo stordimento per quello che abbiamo visto e sentito ci dirigiamo per la cena verso una delle istituzioni di Hiroshima, l’Okonomi-mura, un palazzo nella piazza dietro il Parco Store costituito da una serie di ristorantini che cucinano sul tappen (piastra) la Hiroshima-yaki; da provare, è una sorta di frittata con verza, uova, udon, carne ecc. che può essere arricchita con diversi ingredienti; attenzione se non amate la soia stoppateli in tempo, tanto il tutto è cucinato davanti a voi. Il giorno successivo è stato dedicato alla scoperta dell’isola di Miyajima, che al contrario di quello che pensavamo è stata facile, comoda e veloce da raggiungere. Dal ferry terminal facendo una passeggiata sul lungo mare siamo arrivati al Itsukushima Shrine, un santuario shintoista situato sull'isola dichiarato patrimonio dell'umanità dall'UNESCO, nonché tesoro nazionale del Giappone, è costituito da una serie di strutture a palafitta edificate sulla baia. All'arrivo era ancora presente l'alta marea che rendeva il tutto molto scenografico. In attesa che il mare si ritirasse abbiamo scelto di salire fino al punto più alto dell’isola (Shishiiwa station) utilizzando la funivia. Si arriva dal sentiero che attraversa il Momijidani Park, viene dato un numero in ordine di arrivo e ti avvertono sul tempo di attesa, nel nostro caso 40 minuti, nel frattempo compri i biglietti,aspetti il tuo turno, ma piccolo problema non c’era il display, ma una persona che ti chiamava in giapponese! L’unico modo è individuare un giappo con un numero vicino al tuo e stargli alle calcagne. Dall’alto si gode di un bel panorama sul mar del Giappone, siamo scesi a piedi passando dal Daisho-in biking Trail che scende in 4 km di gradini fino al Daisho-in Temple. Qui era in corso una cerimonia forse anche per questo, ci sentiamo di inserirlo tra quelli più autentici, senza levare niente ad altri che però ci hanno offerto il loro lato turistico. Arrivati sul mare la marea si era ritirata e ci ha permesso di raggiungere il grande torii via spiaggia, foto di rito e via ad assaggiare le famose ostriche grigliate e altre prelibatezze tipiche del luogo. Una considerazione sul commercio dell’isola: “fa paura” qui la crisi non sanno cosa sia.

HIROSHIMA-BEPPU Per ultimare questo viaggio in Giappone, essendo amanti delle terme e trovandoci in un paese geotermale, non potevamo fare a meno di visitare la prefettura di Oita, considerata una delle maggiori zone vulcaniche di tutto l'arcipelago nipponico. Abbiamo dedicato tre giorni tra Beppu con le sue 3750 sorgenti termali, 168 bagni pubblici e i suoi inferni bollenti e Yufuin caratterizzata da un lago caldo che sprigiona una nebbiolina, ma conosciuta anche per essere una stazione termale più raffinata rispetto a Beppu. A Beppu abbiamo scelto di fermarci due notti una all’arrivo e una alla partenza. La struttura scelta è stata l’ostello Khaosan , situato non lontano dalla stazione, con al suo interno una onsen. Il personale è molto disponibile e simpatico, ci sono molte postazioni internet gratuite, abbiamo prenotato camera con il bagno, camera niente da ridire, bagni invece sono un po’ fatiscenti però puliti. Il primo giorno abbiamo visitato gli inferni, sono come tutti i maggiori siti di interesse del Giappone una gran macchina turistica, ma sapendo selezionare la visita l’attrazione originale merita. Sono sorgenti di acqua geotermica che formano dei laghetti ognuno con colori propri. Le acque che provengano da 250-300 metri sotto terra sono accompagnate da vapori scaturiti dell'ebollizione che fanno pensare all'inferno (Jigoku). Si passa dalle luminose acque rosse di "chi-no-Ike Jigoku" (pozzo di sangue), alle apparenti fredde acque blu-cobalto dalla temperatura di 98 gradi di "Umi Jigoku" (pozzo dell'oceano), alle bollenti acque che spruzzano aria a 20m dalla bocca di Tatsumaki Jigoku (pozzo di ciclone), ogni pozzo e' unico nella propria tipologia. Vedendo le pozze di fango abbiamo pensato di farci il bagno in un centro termale dove ci fossero le vasche di mud, e guardando la mappa ci siamo resi conto che c’e n’era solo una in tutta Beppu, a circa 1 km da Umi Jigoku, dove ci trovavamo, anche se disponevamo di una mappa molto approssimativa ci siamo incamminati con entusiasmo, ma dopo 1 km e alcune indicazioni nettamente contrastanti, ci siamo ritrovati in una zona artigianale, grazie alla testardaggine che mi contraddistingue (Leonardo) e con l’aiuto della bussola, pur percorrendo 3 km siamo comunque “celermente” arrivati alla meta. Il centro termale è molto “originale e casereccio” con un asciugamano di 25X60 cm (che è diventato nero dopo la prima immersione) abbiamo passato delle ore veramente piacevoli che ci hanno fatto passare velocemente tutte la stanchezza accumulata. L’entrata è separata tra uomini e donne (questo in quasi tutte le onsen) ma la piscina di fango è divisa solamente da una sbarra per cui alla fine è come se fossimo insieme. Al rientro sentendoci in piena forma abbiamo scelto di tornare all’ostello a piedi ma facendo un errore di calcolo siamo scesi dal lato sbagliato della baia e come risultato abbiamo dovuto percorrere 10 km per concludere il tragitto. km percorsi nell’intera giornata 20.

SECONDO GIORNO YUFUIN. Abbiamo lasciato i nostri pesanti zaini e tutto il superfluo a Beppu, per dedicare un giorno e una notte a Yufuin. Questa data è stata pianificata fin dall’inizio della costruzione del viaggio perché volevamo goderci una tipica giornata Giappo, volevamo un luogo più intimo rispetto a Beppu, dove soggiornare in una ryokan di charme con onsen interna, possibilmente fornita di rotemburo (vasca all’aperto) e giardino giapponese, il tutto con la coscienza di spendere un po’ di più. In un primo momento la nostra scelta era ricaduta su KUROKAWA, ma poi ci siamo resi conto che per raggiungere questa località, considerando che ci stavamo solo un giorno, perdevamo un sacco di tempo, così la nostra attenzione è ricaduta su YUFUIN che è collegata benissimo con Beppu. Presa la decisione si è presentato un problema, nessuno accettava la prenotazione, nessuno rispondeva nè per fax nè per mail. Demoralizzati abbiamo contattato il nostro cliente giapponese, un architetto di Tokyo, che molto gentilmente ci ha presentato e tutto è andato a buon fine. Ci ha spiegato che nelle zone meno frequentate dai turisti occidentali, le ryokan non accettano volentieri gli occidentali perché la nostra cultura è più “sfacciata”: siamo rumorosi, non rispettiamo le regole insomma siamo sinonimo di problemi. E’ difficile dare loro torto, gira una grossa fetta di maleducati… Yufuin e il suo rinomato lago, secondo noi è sopravvalutata dalle guide, anche se dobbiamo ammettere che il tempo da lupi a contribuito a rendere tutto meno ospitale. Raggiunta La Ryokan http://www.saigakukan.co.jp/en/hotspring/index.html siamo entrati in un sogno, tutto pensato e studiato nei minimi particolari. Ci accolgono nella sala con vista su Yufuin dandoci il benvenuto con tè verde e un dolce tipico del luogo. Ci consegnano la nostra camera ampia e rigorosamente giapponese con vista sul vulcano Yufuin, che però è avvolto dalle nubi. La cameriera ci mostra il contenuto di una cesta dove c’è tutto il necessario per vestirci da veri Giappo, vale a dire gli Yukata, verde per gli uomini e porpora per le donne, gli haori, i calzini per infradito e appunto gli immancabili infradito; questi saranno gli indumenti che vestiremo per tutto il nostro soggiorno; per la notte sono poi a disposizione degli altri Yukata color blu. Incomincia la giornata dedicata al nostro spirito. Alla prenotazione il nostro cliente/amico giapponese ha fatto in modo che nel prezzo ci fosse compreso, l’utilizzo privato di una vasca termale esterna, ed è da lì che inizia la nostra esperienza. Ci viene chiesto se preferiamo la vasca in roccia o quella in legno; su suggerimento della ragazza della reception scegliamo quella in legno e fissiamo l’orario desiderato per “l’immersione”. Giunta l’ora ci consegnano le chiavi ed entriamo in un camerino con tantissimi prodotti per il corpo e per i capelli c’è poi una stanza con docce e vasca con acqua termale a 30° e anche qui tanti tipi di trattamento da poter utilizzare, per finire ecco la vasca esterna di legno con acqua a 45°, benché piove e l’acqua fresca dovrebbe contribuire a rinfrescare, l’immersione in questa vasca è una sensazione infuocata non si riesce a starci più di cinque minuti, come ti muovi sembra che ti prendano fuoco i peli. Comunque col passare del tempo riesci ad apprezzarla e a rimanerci anche 10 minuti per volta, forse siamo stati un po’ precipitosi, la giornata è uno spasso. La sera ci rechiamo nella sala ristorante che ha una vetrata con un panorama fantastico, tutti gli ospiti sono rigorosamente con lo yukata, compreso noi, ci viene servita una cena giapponese con molte portate, per ogni piatto il cameriere ci spiega in inglese “stentato” il contenuto. Prima di andare a letto, verso le 22.00, ci siamo concessi nuovamente un bel bagno ristoratore, questa volta nelle piscine comuni, che si possono utilizzare fino alle 24, qui l’entrate sono divise tra uomini e donne, sia io che mia moglie però eravamo gli unici frequentatori dei rispettivi rotemburo. La pioggia continua a cadere, la nebbiolina crea un’atmosfera magica che vorresti non finisse, ci sentiamo estremamente coccolati, peccato essere separati. Ci ritroviamo nella stanza del relax, veramente bella con una parete interamente in vetro che si affaccia su un illuminato giardino con piante potate superbamente e giochi di acqua. La mattina sempre nel salone comune davanti al bellissimo panorama, è servita una abbondante colazione giapponese, che sembra un pranzo. Approfittiamo per rifarci un bagno, verso mezzogiorno ci accompagnano alla stazione, dove un treno ci attende e dopo un’ora ci troviamo di nuovo a Beppu.

TERZO GIORNO BEPPU. Il primo giorno che siamo arrivati all’ostello Khaosan ci eravamo iscritti, su suggerimento del ragazzo dell’accoglienza, a una lista per una gita offerta da ragazzi volontari, i quali ci portavano a fare il bagno in alcuni rotemburo naturali situati all’interno dei boschi circostanti. Al rientro da Yufuin abbiamo quindi fatto conoscenza dei nostri compagni di gita, due ragazzi, un californiano e un catalano in Giappone per la decima volta, per seguire una specializzazione sull’arte marziale Ninja, e una coppia lei di Barcellona lui, londinese. Conosciamo il nostro simpatico volontario che con la sua macchinina ci accompagna alla scoperta dei dintorni di Beppu. La gita è veramente carina ci porta in diversi luoghi dove si trovano una variegata tipologia di vasche, in ognuna ci concediamo un bagno, “questi giappo sono veramente ingegnosi”, si sono organizzati costruendo delle specie di pensiline, dove riporre gli abiti all’asciutto nel caso piova, dotate di specchio, orologio, spogliatoio, un vecchietto locale mi insegna come fare per regolarmi la temperatura desiderata, hanno incanalato l’acqua bollente in un tubo “mobile”di pvc per cui se ti fa caldo sposti il tubo fuori dalla vasca, “questi giappo sono veramente uno spasso” Quando ormai è buio ci incamminiamo per il rientro, ma prima, sosta al centro commerciale, specializzato in elettronica, andiamo in un’area dedicata al fitness dove ci sono molti tipi di poltrone supersoniche che fanno ogni tipo di massaggio, dalla punta dei piedi fino al collo. Il volontario ci fa accomodare e regola per ognuno di noi una poltrona secondo le nostre richieste, ci concediamo 30 minuti di massaggi, dopo un bel bagno caldo è proprio quello che ci voleva, “questi giappo ne sanno una più del diavolo”, ci accorgiamo poco dopo che quest’uso è praticato tranquillamente dalla gente del posto. Ripartiamo nel tragitto mentre guardiamo alla tv i lottatori di sumo, scopriamo che il giappo è un grande appassionato di karaoke, ci tempesta di domande su il significato delle parole volare, cantare…e altre canzoni spagnole cui provvede il simpaticissimo Jordi, (albergatore catalano) ci dirigiamo in un altro centro commerciale, questa volta sul mare, dove gustiamo una tipica e buonissima cena sushi, con i piattini che passano sul nastro. Considerazioni: rimaniamo stupiti dalla disponibilità e dedizione di queste persone, che volontariamente e senza scopo di lucro, si mettono a nostra disposizione con la loro macchina in strade accidentate rischiando di danneggiarle. Anche se nè eravamo informati, rimaniamo comunque colpiti da questa gentilezza spontanea, sottolineo spontanea. Abbiamo provato a dargli una sorta di mancia ma non ha voluto assolutamente a accettato solo un simbolico rimborso per la benzina.

BEPPU-TOKYO-NARITA. Questo è il giorno del grande viaggio 1090 km, in Italia, se va bene, ci vuole un giorno, per arrivare distrutti. Dall’aeroporto Firenze-Peretola a Pontassieve che sono 28 km tra navetta e treno abbiamo impiegato 2 ore… Pensavamo di interrompere questo viaggio di rientro a Narita con una sosta intermedia per visita veloce a Osaka. Considerato la disavventura della partenza, abbiamo pensato di andare diretti a Tokyo per recuperare la mezza giornata persa all’arrivo. Siamo partiti da Beppu alle 7:00 e alle 14:00 eravamo a Tokyo-Shinagawa grazie a quel mostro che è lo Shinkansen. Riponiamo ancora una volta, nei comodissimi coin lockers gli zaini e andiamo per un approfondimento nella zona Shibuya, alle 19.00 torniamo alla stazione di Shinagawa e ci fermiamo nel tipico ristorante della stazione per l’ultimo sushi su nastro, anche qui ottimo. Alle 21 siamo nel nostro albergo di Narita –U-city- prenotato grazie ad uno sconto con Expedia, ci aspettavamo un posto un pò “stantito”, ma comunque l’avevamo scelto per essere vicini all’aeroporto. In realtà, è stato ottimo e comodissimo visto che con la sua navetta gratuita la mattina dopo in pochi minuti eravamo all’aeroporto internazionale di Narita.
Consigli/considerazioni di viaggio:
Scaricatevi da http://www.japanrail.com/index.php?page=JR-timetable- le tabelle con gli orari dei treni che sono precisissime. Se non avessimo avuto questi timetable il personale JR del centro prenotazioni di Tokyo nel tragitto Beppu-Narita, ci avrebbero fatto impiegare due ore in più di viaggio.
Se viaggiate in autunno, tranne la tratta Tokyo-Kyoto, non è necessaria la prenotazione dei treni, troverete tranquillamente posto anche nelle carrozze non fumatori. Normalmente le carrozze senza prenotazione sono in coda. Comunque troverete scritto nei tabelloni della piattaforma, dove sono dislocate e se sono vietate ai fumatori.
Non è vero che i dolci giapponesi sono tutti con il ripieno di crema di fagioli. In verità c’è una gran varietà di dolci purtroppo buonissimi. Sono molto attenti alla qualità del prodotto, normalmente il cioccolato utilizzato è belga. La qualità degli ingredienti non è solo prerogativa dei dolci, ma è alla base di tutto il settore l’alimentare. Non rinunciate ad assaggiare, la varietà è ampia e sicuramente troverete cose che vi piacciono. Il sushi non ha niente a che fare con quello che si trova in Italia, come prima esperienza fare colazione a base di sushi al mercato del pesce di Tokyo è forse stata un po’ azzardata e non mi ha entusiasmato ma nei ristoranti in cui i piattini di sushi scorrono sui nastri ho trovato tante cose che mi sono piaciute. La frutta e i succhi freschi sono buonissimi. Nei negozi aperti 24 ore potrete assaggiare a prezzi economici piccole porzioni di quello che vi incuriosisce. Anche il cibo è cultura.
Se potete attivare il JR pass, utilizzando la JR-EAST Railway Lines che è la linea di superficie potete visitare tutta Tokyo senza problemi se no il biglietto giornaliero per la metro costa 1000 Yen è molto conveniente e in questo caso potete visitare Tokyo senza problemi utilizzando la subway.
Il JR Pass è uno spasso per tutto il periodo di validità, basta mostrarlo anche da lontano e tutte le porte del trasporto su rotaia (JR) si aprono, sembra di essere un ministeriale italiano.
I giapponesi confermo in tutto per tutto quello scritto da altri TPC sono persone “speciali” e impazziscono letteralmente per l’Italia e la Francia.
L’organizzazione, la sicurezza, la pulizia, l’educazione sono cose che purtroppo ci hanno colpito perché purtroppo per noi non sono scontate.
Concedetevi almeno una notte in una ryokan che sia di tipo economico o di lusso né vale la pena per entrare nell’atmosfera giapponese. Nelle ryokan di lusso la qualità del servizio è molto alta.
Il Giappone è un viaggio per tutti e in questi tempi non è più costoso, ci sentiamo di consigliarlo soprattutto a chi è scettico verso il modo orientale è un buon punto di partenza per incominciare ad apprezzare questa parte di mondo tanto diversa dalla nostra, ma di grande fascino; fidatevi.
Tanti viaggi per tutti!

Leonardo & Maura
http://www.communitywalk.com/kyoto_map?hc[]=1627350&hc[]=1627351&hc[]=1627356&hc[]=1627357&hc[]=1627358&hc[]=1632515&hc[]=1722432#101=04:<Q210635.8c88135.33;310

2 commenti in “Alla scoperta del Giappone
  1. Avatar commento
    kamakura
    12/09/2010 11:15

    Buongiorno Giorgio, per l'itinerario forse, ma dico forse, si poteva evitare di andare fino a Beppu e poi Yufuin ma era nostra intenzione visitare alcuni onsen e la zona di Beppu è una delle più famose e facile da raggiungere con il treno. Probabilmente sarebbe stato bello andare nella zona di Hakone, visto che era autunno ma alla fine devi fare delle scelte dettate da più componenti e il tempo è sempre tiranno. Per gli alberghi noi quando facciamo viaggi itineranti ci basta un buon letto e la pulizia; il grado di pulizia è molto alto, avendo un B&B abbiamo "l'occhio clinico" e abbiamo comunque trovato ostelli e ryokan molto carini e nuovi. E' vero abbiamo camminato molto a piedi e in bicicletta ma questo perchè amiamo fare così; sul prezzo dei taxi non ci siamo interessati ma i mezzi pubblici, bus e metro, sono molto efficienti e non sono cari. Secondo me -ma vale per tutti i viaggi- è opportuno informarsi il più possibile per evitare perdite di tempo questo ormai grazie ad internet è possibile comunque il Giappone è un Paese facile da visitare anche se può sembrare il contrario. Se avete altre domande, non preoccupatevi, siamo qua. Maura

  2. Avatar commento
    giorgio
    11/09/2010 21:32

    Il tuo commento a questo viaggio! Ho letto il resoconto del Vostro viaggio in Giappone e vorrei andarci a meta' di ottobre ( siamo in quattro aver 65 anni ) e vorrei sapere se consigliate " in toto" il giro che avete fatto o se mi consigliate qualche modifica. Gli alberghi sono andati tutti come da aspettativa ? Ho visto che avete camminato molto, si puo' ridurre usuffruendo dei mezzi pubblici ? I taxi sono cari ? Grazie per le informazioni Giorgio

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