I castelli, ricchezza del mondo dolomitico

Questa volta niente capolavori della natura; ammiriamo quelli dell’uomo!

A chi frequenta, sia d'estate che in inverno, l'area dolomitica, capita con facilità di scorgere lungo le strade castelli in più o meno buono stato di conservazione, anche se spesso ci si limita a uno sguardo di sfuggita dall'auto e di rado se ne conosce il nome. Solo a una ristretta cerchia di quelli più noti viene in mente di dedicare una visita, magari per occupare qualche ora di giornate in cui il tempo sfavorevole sconsiglia le escursioni a piedi o la pratica sciistica.
In realtà si tratta di un patrimonio storico, architettonico e ambientale di valore inestimabile, anche perché in tutto il Trentino e Alto Adige viene lodevolmente dedicata, da parte di pubbliche amministrazioni, enti locali, consorzi di tutela o semplici gruppi di volontari appassionati, la massima attenzione al suo mantenimento.
Ciascun castello, grande o piccolo che sia, nasconde dietro le proprie mura una storia irripetibile, che svaria tra le esigenze difensive a quelle di dimora signorile o sede di un potere; nel corso dei secoli si susseguono poi alternanze di sfarzi e decadenza, tra rivalità, alleanze, assedi, battaglie, rifacimenti, distruzioni, restauri, ricostruzioni, il tutto a far sì che oggi si presenti ai nostri occhi, a seconda delle differenti sorti, un ammasso di rovine o un edificio che conserva gli antichi splendori.
Più che un elenco (tutto sommato arido e fine a se stesso) di castelli da visitare, tra le centinaia ubicati nell'area sudtirolese, mi sembra più funzionale proporre dei fili conduttori riferiti a determinate caratteristiche, citando di volta in volta qualche esempio nel quale esse si possano riscontrare. Al visitatore serviranno poi una mappa per individuare le rispettive ubicazioni e guide dettagliate per apprendere le note architettoniche e storiche dei vari complessi, cosa irrealizzabile in uno spazio come questo che vuole piuttosto essere una serie di spunti che invitino alla scoperta.
Può essere interessante, ad esempio, analizzare le differenti conformazioni delle torri che quasi sempre sormontano un castello caratterizzandone la linea architettonica, che in certi casi intervallavano cinte di mura con la funzione di punto elevato di osservazione. E' il caso della Torre Druso nei pressi di Bolzano, cilindrica come le numerose presenti a Malles Venosta e come quelle di Castel Pietra / Sprechenstein a Vipiteno (queste con copertura conica), le quattro d'angolo di Castel Ganda / Schloss Gandegg presso San Michele Appiano, analogamente a Castel Coldrano (Schloss Goldrein) in Val Venosta.
Più diffusa la torre a pianta quadrata, talvolta mozza, come nel castello di Appiano / Höheppan o Castel Firmiano / Sigmuskron sulle alture di Bolzano; spesso la sommità è contornata da merli, semplici o a coda di rondine, di cui sono ottimi esempi Castel Naturno / Burg Hochnaturns e Castel Coira / Churburg in Val Venosta, Castel Garnsten a Lazfons o Castel Fontana / Brunnenberg presso Tirolo. Ma più spesso il tetto termina a piramide più o meno acuta coperta con tegole ed è la tipologia più comune, seppure con piccole varianti.
Essendo poi il castello un edificio abitato e spesso un organismo che, in tempi "scomodi" e talvolta irti di pericoli, doveva essere autosufficiente per lunghi periodi e possibilmente vivendoci con una certa comodità, altre chiavi di lettura possono essere ad esempio la destinazione dei vari locali, i materiali costruttivi, gli arredi interni, le decorazioni, ma anche le suppellettili di cucina o le attrezzature degli ambienti di lavoro, oppure gli apparati difensivi, di solito costituiti di fornite armerie, ed infine gli spazi all'aperto, a seconda dei casi parchi alberati, cortili, giardini, frutteti, orti o vigneti.
Passando ad esaminare alcuni esempi significativi di quanto sopra, terrò conto di alcuni castelli che mi sembrano adatti ad una "lezione" che possa appassionare chi voglia dedicare un po' di tempo a questa parte del mondo dolomitico.

** Partendo idealmente dal capoluogo Bolzano, non serve fare molta strada per imbattersi in un gioiello indiscusso. Su uno sperone di roccia a picco sul fiume Talvera, all'imbocco della Val Sarentina, domina la mole di CASTEL RONCOLO (Runkelstein), ottimamente conservato nonostante risalga al 1237. La curiosità sta nell'essere composto, per volontà dei fratelli Beraldo e Federico Vanga che ne commissionarono la costruzione, da due corpi distinti separati da un vasto cortile interno. Senza nulla togliere alle altre attrattive esterne e interne, proprio il cortile è una delle parti più peculiari, in specie la balconata del piano superiore mirabilmente affrescata con il cosiddetto "ciclo delle triadi": si tratta di gruppi di personaggi a tre a tre, i condottieri, gli eroi, i cavalieri, le dame, gli innamorati. Non meno splendide la "sala del torneo", decorata con scene di vita cortigiana e cavalleresca, e la "stanza da bagno", con il "trompe-l'oeil" di una galleria dalla quale si affacciano singolari figure di uomini, donne e animali. Quanto sopra ha fatto sì che Castel Roncolo sia anche noto come "il maniero illustrato". Valore aggiunto è attualmente l'originale mostra "Il rullo dei tamburi - Lo strumento ed il suo uso in guerra, nella tradizione e nella vita quotidiana", visitabile fino al 12 settembre 2004.
** Altro esempio eccellente di pittura ad affresco è dato, lungo la celebre "Strada del Vino", dal CASTELLO DI APPIANO (Höheppan), aspetto insospettabile dalla struttura severa ed essenziale dell'impianto esterno, conseguente alla funzione prettamente difensiva su un colle a dominio della valle. L'interno della cappella di Santa Maddalena regala invece un vero capolavoro di decorazione murale magnificamente conservata, con raffigurazioni sacre e profane tra le quali spicca il ciclo delle vergini sagge e delle vergini folli, nonché quello delle Storie del Redentore.
** CASTEL TIROLO (Schloss Tirol) è un vastissimo complesso, a poca distanza da Merano, fin dalla sua costruzione (circa 1140) di grande importanza strategica. Non a caso quello che era il nome della più potente casata dell'epoca sta a definire anche l'intera regione. Oggi è una meta di assoluto rilievo, soprattutto da quando, nel giugno 2003, vi è stato insediato il bellissimo Museo storico-culturale, un percorso espositivo di grande funzionalità. Il museo non deve però sminuire le ricchezze del castello, che oggi si presenta sufficientemente conforme alla struttura originaria dopo i lavori che hanno ovviato a interventi e manomissioni otto-novecenteschi arbitrari e fantasiosi. Meritano una citazione i magnifici portali in legno inquadrati in arcate in pietre scolpite con raffigurazioni umane e grottesche, il camminamento di ronda in legno perfettamente ricostruito, soprattutto la piccola ma suggestiva cappella, impreziosita da affreschi, vetrate, dall'altare dorato a portelle e dello splendido gruppo della Crocifissione, vero capolavoro della scultura in legno. Vivamente consigliabile per approfondire questo magnifico complesso è il relativo sito. Clicca qui per visitare Castel Tirolo.
** Anch'esso tanto ricco di attrattive da poter essere considerato alla pari di un museo è il CASTELLO DI TURES (Burg Taufers), alla sommità dell'omonima valle. Edificato all'inizio del 1300 e passato attraverso vari rimaneggiamenti, non ne è stato però snaturato come spesso accade. Oggi denota un sostanziale equilibrio esterno, in un insieme di cammini di ronda, ponti levatoi, torrioni, portoni massicci. L'interno, visitabile per circa un terzo, è composto di 64 ambienti abitabili, tutti ben arredati e in parte rivestiti in legno di cembro, accorgimento reso necessario dai rigori invernali. L'ottimo stato di conservazione consente un'idea istruttiva della vita quotidiana all'interno dei castelli, grazie agli arredi gotici e rinascimentali, gli armamenti, i ritratti di famiglia, le artistiche stufe in maiolica, la ricca biblioteca con i pregiati libri e l'elaborato soffitto a cassettoni.
** Sicuramente meno famoso degli altri qui citati, anche perché l'aspetto esterno che poco ha del castello lo fa passare facilmente inosservato, è CASTEL VELTURNO (Schloss Velthurns), in Val d'Isarco a pochi chilometri da Chiusa ed un tempo residenza estiva dei Principi Vescovi di Bressanone. La perplessità lascia però posto allo stupore al cospetto degli interni, con il capolavoro assoluto della Sala Principesca. In essa, non un solo centimetro quadrato è libero da decorazioni, vero esempio di horror vacui, vale a dire la tecnica per la quale, nell'architettura medioevale, non erano lasciati spazi di vuoto, ritenuto prerogativa del diavolo; non si può non restare ammirati dalle finissime lavorazioni a intarsio delle porte e degli stipiti, dal soffitto a cassettoni, dalle meravigliose stufe in maiolica bianca e celeste, dalle nicchie e dagli armadietti che si aprono lungo le pareti, perfino dalle serrature cesellate che sembrano più opere di oreficeria che strumenti funzionali.
** Si è accennato anche alle armerie, aspetto di importanza fondamentale per edifici che nel corso dei secoli hanno spesso attraversato vicende belliche. Anche nei castelli citati non ne mancano, ma l'esempio più straordinario è quello di CASTEL COIRA (Churburg), nei pressi di Sluderno in Val Venosta. L'armeria è considerata la più importante collezione privata nel genere in Europa, in particolare per armature del XIV e XV secolo che sono vere e proprie opere d'arte: una per tutte, vero fiore all'occhiello della raccolta, è quella a cavallo di Ulrich Matsch (la famiglia che tenne il castello prima che nel 1577 passasse ai Trapp), 46 chilogrammi e 210 cm. di altezza!
Il castello, tuttora proprietà della famiglia Trapp che ne ha amorevole cura, presenta altre interessantissime attrattive: la cappella con affreschi gotico-romanici, pregevoli arredi e opere d'arte d'epoca medioevale, un prezioso organo decorato a intarsio, soprattutto il luminoso cortile interno con due ordini di logge: quella inferiore si svolge su archi sostenuti da eleganti colonnine con le volte a crociera che riportano l'albero genealogico dei Matsch e dei Trapp, mentre le pareti sono affrescate con scene ispirate alle favole di Esopo.
Clicca qui per visitare Castel Coira.

In conclusione, indipendentemente dalla loro condizione odierna, i castelli dell'Alto Adige, oltre la connotazione turistica che spesso rivestono, sono elemento irrinunciabile del paesaggio, del patrimonio culturale, storico e artistico della regione (e non solo): un ottimo spunto per un itinerario tematico di grande soddisfazione. Mi auguro che questa (per quanto sintetica) trattazione invogli ad intraprenderlo!

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