Lampedusa: la marcia del carapace

Insieme ai volontari per proteggere le tartarughe

Scritto da Marco D'Auria
da "La nuova ecologia"

Più che tartarughe, stars. Sfilano zampettando sulla battigia, tra due ali di bambini eccitati e genitori con la fotocamera in mano, fino a immergersi nelle piccole onde che si infrangono sulla spiaggia di Lampedusa.
Sono simpatiche, le tartarughe. Rappresentano quasi il simbolo di questa isola delle Pelagie, ampia poco più di 20 kmq., dove Legambiente gestisce una Riserva Naturale Regionale che si estende per circa 320 ettari lungo un tratto incontaminato della costa meridionale prescelto dalle tartarughe per deporre le uova.
La loro immagine come pilastro dell'universo è diffusa nella cultura e nel folklore di molti Paesi. Ancora oggi in Oriente c'è la tradizione di regalare agli sposi una tartaruga come augurio di felicità, prosperità e lunga vita. "Il mondo, in realtà – affermano alcuni miti – è un disco piatto che poggia sul dorso di una gigantesca tartaruga".
E anche qui, nel punto più meridionale d'Europa, la gente impazzisce: se fosse possibile, qualcuno arriverebbe a chiedere loro un autografo. Segno che c'è una sempre maggiore consapevolezza dei rischi di estinzione della specie.
Ma vivere come un autentico evento l'osservazione di un animale un tempo molto più comune conferma quanto sia raro, ormai, assistere a fatti "normali". Come la deposizione delle uova: quasi un miracolo della natura, oggi. Sebbene segni di nidificazione siano stati registrati nella Sicilia meridionale e in Calabria, le isole Pelagie sono attualmente l'unico sito regolarmente utilizzato per la riproduzione.
Ancora oggi le tartarughe vengono a deporre le uova sulla bellissima e isolata Spiaggia dei Conigli. Qui i turisti sembrano camminare in punta di piedi attorno alla recinzione del luogo dove gli animali hanno deposto le uova. I volontari di Legambiente, che ogni estate giungono qui da tutto il mondo, l'hanno recintato per segnalare la presenza dei futuri tartarughini ed evitare danni accidentali. Vigilano, insieme con il personale della Riserva, 24 ore su 24 perché i turisti, che si comportano come su qualsiasi altra spiaggia, non disturbino la deposizione. Allontanano a bordo di canoe le imbarcazioni che violano i limiti dell'area protetta e tengono pulito questo habitat affascinante ma estremamente delicato.
Tra qui e la spiaggia di Pozzolana di Ponente a Linosa vengono deposti ogni anno dai tre ai sette nidi. Le tartarughe lo fanno di notte; ogni femmina può deporre più volte nella stessa stagione ma si riproduce ogni due o quattro anni soltanto. Le uova, simili a palline da ping-pong, sono da ottanta a cento e vengono deposte in una buca che la tartaruga scava dopo avere risalito la spiaggia di notte. È poi il calore del sole a portare a termine l'incubazione.
I piccoli escono dai gusci dopo due mesi, aprendosi tutti insieme la strada verso la superficie; sono lunghi meno di cinque centimetri e la maggior parte finirà preda di uccelli e pesci, fino a quando diventeranno abbastanza grandi. Solo pochi raggiungeranno l'età adulta.
A parte lo squalo, da grandi, l'unico nemico è l'uomo. Ogni anno nelle pescose acque delle Pelagie a centinaia le tartarughe restano intrappolate nelle reti e negli ami usati per la pesca professionale. Quelle ferite o in difficoltà possono essere consegnate per ricevere le cure necessarie presso il Centro Recupero Tartarughe Marine del CTS, collocato nella vicina isola di Linosa: un vero e proprio ospedale dotato di studio veterinario con annessa camera operatoria, apparecchio per raggi X, camera oscura, microscopio e vasche per contenere gli animali convalescenti. Grazie al progetto "Caretta caretta", realizzato in collaborazione con la Provincia di Agrigento, agli esemplari riabilitati viene poi applicata una targhetta per seguirne le rotte.
Ma il problema oggi è conservare la specie. Solo fino a pochi anni fa infatti le tartarughe finivano ancora sulle tavole dei lampedusani, mentre oggi, dopo una lunga e paziente opera di sensibilizzazione, sono i pescatori stessi a collaborare, segnalando gli esemplari in difficoltà.
Un cambio di mentalità che si riflette anche sulle forme di turismo da adottare: sono sempre di più i pescatori che in un mare sempre meno ricco di fauna ittica si convertono alla nuova attività del pescaturismo.
C'è però ancora molto da fare. La mancanza di piano regolatore è stata l'alibi che ha consentito la costruzione di una settantina di case abusive negli ultimi tempi. Tutto ciò in un territorio super controllato e facilmente osservabile, vista la quasi totale assenza di verde; segno di un certo lassismo nei confronti di chi si costruisce una casa abusiva "di necessità". Qui d'estate tutti affittano tutto, compreso il più piccolo appartamento, cercando di approfittare della fame di posti letto nel periodo di punta.
A un mare stupendo fa da contraltare un entroterra sporco e malcurato. Un paesaggio di semiabbandono che l'attuale amministrazione comunale si è impegnata a cambiare radicalmente. A tutto vantaggio dello sviluppo di una terra baciata dalla presenza di risorse naturali che non temono confronti.

4 commenti in “Lampedusa: la marcia del carapace
  1. Avatar commento
    ozbg salvuckw
    29/06/2007 09:23

    aitpxr wahzosm ujopwgf brdupy gvyokb wzyavmpe tgoenfdlw

  2. Avatar commento
    monica
    23/06/2006 10:50

    Approvo pienamente quanto scritto su Lampedusa: mare a dir poco stupefacente, straordinarie risorse naturali ma entroterra sporco e mal tenuto. Attenzione però, le Pelagie sono due (e uno scoglio, Lampione). Linosa è MOLTO diversa da Lampedusa: stesse acque cristalline, anche se il fondale è scuro, più verde (è vulcanica), più pulita e con un paese che gli isolani curano nei minimi dettagli. Pare poi che negli ultimi anni persino le tartarughe preferiscano Linosa a Lampedusa. Quindi, se qualcuno dovesse scegliere le Pelagie come meta per le vacanze non tenga in considerazione solo l'isola maggiore, sarebbe un errore.

  3. Avatar commento
    Lo Staff
    22/03/2005 21:02

    Ciao Sabrina, questo è uno dei contributi che periodicamente pubblichiamo a cura di Legambiente. Se sei interessata alle tante iniziative dell'Associazione nell'ambito del volontariato, trovi i contatti con il sito e il recapito e-mail nel riquadro "Navigatore" in alto a destra.

  4. Avatar commento
    sabrina
    22/03/2005 18:53

    vorrei andare come volontaria a lampedusa x la salvaguardia dele uova di tartaruga.

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