Obernberger See, incanto tirolese

Una breve puntata oltre confine per scoprire un magnifico angolo di Austria

Diciamolo chiaramente, e non me vogliano i residenti: il termine “Passo del Brennero” o, più in sintesi, “il Brennero” non è tra quelli che più ispirino la voglia di vacanza.
Il pensiero va a un valico di frontiera, anche se ormai non più tale dopo i patti di Schengen, a temperature invernali rigidissime, a un luogo un po' triste e “burocratico” di scarsa attrattiva, al traffico stradale e ferroviario intensissimo: addirittura, un tempo il Brennero era considerato per finanzieri, agenti di polizia, ferrovieri inviati in trasferta una destinazione disagiata, se non punitiva.
Invece, a ben vedere, con la valorizzazione del turismo montano degli ultimi decenni, basta allontanarsi dal valico di pochi chilometri per ammirare vallate, sia sul versante italiano che su quello austriaco, che sono un vero trionfo della natura: un paradiso per escursionisti, alpinisti, mountain-bikers, buongustai, semplici estimatori della bellezza.
Riservata a un altro resoconto la descrizione delle valli altoatesine quali quelle di Vizze, di Fleres, di Giovo, Ridanna, d’Isarco, visitate nel corso della vacanza, è qui la volta di un gioiellino austriaco tutto da scoprire.
Né io né i miei compagni di vacanza avevamo mai sentito parlare, in fase di programmazione, di un Obernberger See, ma era destino che diventasse la meta di un’escursione, proprio l’ultima del soggiorno e una delle più gradite.Scendendo a valle con la seggiovia di Ladurns in Val di Fleres eravamo stati attratti, sul versante opposto (nord) della valle, da un sentierino ripidissimo a infiniti tornantini in partenza del fondovalle che, dopo avere vinto una vertiginosa scarpata di roccia e mughi, spianava in una bella conca erbosa sotto il filo di cresta per poi sparire, evidentemente sull’opposto versante, in una minuscola insellatura. Curiosità, e consultazione serale della mappa: il sentiero sconfina in Austria alla quota 2109 della Forcella di Porto / Portjoch per scendere dolcemente, fra prati e conifere, fino a un pianoro dominato da un lago.
Il caso vuole che il giorno dopo alcuni ospiti dell’albergo ci raccomandino vivamente la gita all’Obernberger See, che rientra, come se non bastasse, fra le Top Ten della zona citate nel libretto allegato alla mappa escursionistica Kompass.
Era destino, appunto, ed eccoci pronti approfittando di una giornata di splendido sole.
L'avvicinamento è semplice. Lasciata Mareta, dove siamo alloggiati, in quattro chilometri si raggiunge Vipiteno, da dove ulteriori 15 lungo la statale n. 12 salgono ai 1375 metri del Passo del Brennero. La località è tutta un cantiere, si ha quasi la sensazione che con la liberalizzazione dei varchi doganali ci sia voglia di lasciare alle spalle il passato riconvertendo ad altro uso (probabilmente ad orientamento commerciale o turistico) quelli che erano gli edifici istituzionali.
Si scollina in territorio austriaco e si scende per 5 km. fino a Gries (m. 1165), paesino dal quale una deviazione a sinistra (ovest) sale verso la Obernberger Tal, piccola valle verdeggiante che va via via allargandosi fino a raggiungere le poche case che compongono il grazioso abitato di Obernberg. Siamo a quota 1395: ancora poche centinaia di metri e la strada finisce in un parcheggio sul quale prospettano due alberghetti / posti di ristoro.
Occorre prelevare un ticket da un distributore automatico: 2 euro garantiscono 5 ore di sosta, ai quali vanno aggiunti ulteriori 20 centesimi per ogni ora in più, nel caso si preveda di effettuare un'escursione più lunga. Come descritto da una serie di cartelli escursionistici, questo è infatti il punto di partenza di numerosi itinerari, dalla passeggiata per famiglie alle traversate in quota - anche di più giorni - che portano ai rifugi e alle cime del gruppo del Tribulaun.
Essendo il nostro ultimo giorno di vacanza e avendo effettuato nei giorni scorsi percorsi impegnativi, le nostre velleità si limitano a una giornata di relax con raggiungimento del Lago di Obernberg (Obernberger See, 30 minuti), giro del medesimo e ritorno: una gita facile, ma di soddisfazione in quanto prodiga di panorami magnifici.
Una strada forestale porta ai 1595 metri della Alpengasthof sulla riva settentrionale. Bisogna dire che il primo colpo d'occhio sul lago è piuttosto deludente: dopo le descrizioni entusiastiche avute, lo specchio d'acqua sembra piccolo, sensazione che si rivela però errata non appena ci inoltriamo sul sentiero che si sviluppa lungo il periplo. Quello che vediamo dal rifugio è infatti meno di una terza parte del lago: il resto rimane nascosto da una strozzatura, scavalcata da un romantico ponticello che porta a una suggestiva chiesetta, dal quale si ammirano bellissimi scenari su entrambi i versanti.
Il giro completo del lago, che impegna circa un'ora e un quarto a passo turistico, invoglia a soste frequenti per i continui mutamenti del panorama circostante e dei riflessi sull'acqua che regalano una gamma incredibile di sfumature di colore: in certi punti la limpidezza è tale da dare l'impressione che le barchette a remi siano sospese a mezz'aria!
La conca del lago è dominata a ovest dalle creste dell'Obernberger Tribulaun (m.2780) e del Kleiner (piccolo) Tribulaun (m.2492), una sorta di "figli minori" del possente Tribulaun di Fleres (m.3097, da qui non visibile) che ammirammo pochi giorni fa al termine della durissima escursione che ci portò al Rifugio Calciati.
Raggiunta l'estremità meridionale, un cartello indica a un'ora e 45 minuti la famigerata Forcella di Porto / Portjoch individuata due giorni fa ed è impressionante il contrasto fra la ripidezza del versante italiano e il pendio su quello austriaco, talmente moderato da essere percorribile anche dalle mountain-bikes. La visuale da lassù deve essere spettacolare e la tentazione è forte… ma dobbiamo ancora ultimare il giro del lago, pranzare, tornare alle auto, rientrare in hotel, preparare le valigie: sarà per la prossima volta, le montagne non scappano e le ritroveremo tali e quali quando vorremo!
Il sentiero di ritorno si svolge in sottobosco, non sempre ben segnalato (si ha comunque il lago sempre vicino e in vista) e leggermente più accidentato della forestale sulla riva orientale per via di qualche tratto fra massi e radici affioranti. Nessun problema, comunque.
Il pranzo alla Alpengasthof non delude: tutto quando mangiamo - canederli in brodo, gulasch di finferli, kaiserschmarren (omelette sminuzzata con marmellata di mirtilli), strudel - è ottimo e abbondantissimo. Abbiamo anche la conferma di quanto riscontrato in precedenti puntate oltreconfine, che cioè per analoghe portate i prezzi in Austria sono inferiori ai corrispondenti italiani, nonostante questa sia, per la facilità di accesso, una meta di forte flusso turistico.
Una ragione in più per lasciare soddisfatti questo luogo che fino a due giorni fa ignoravamo e raccomandarlo al lettore, con una considerazione, magari scontata ma profondamente vera: questa terra non tradisce mai!

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