Splendori della natura nel Parco del Casentino

Un parco nazionale poco conosciuto ma che offre una grande varietà di attrattive

Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Che nome! Fino a non molto tempo fa ne ignoravo completamente l’esistenza. Poi, per puro caso, lessi un articolo su una rivista. Descriveva una zona ricca di natura e di mete storico artistiche. Possibile non aver mai sentito prima parlare di questo luogo? Così sono iniziate le prime ricerche su internet e qualche sondaggio presso amici e conoscenti.
In effetti, e stranamente, non è una meta molto conosciuta, ma più riuscivo a racimolare informazioni, più mi convincevo che questo parco avrebbe fatto proprio al caso nostro.
Uno dei motivi che ci ha convinto a sceglierlo come meta della nostra vacanza estiva, è che nel parco sono presenti i “Sentieri Natura”. Si tratta di nove percorsi, circolari, poco impegnativi, che vanno da 2 a 4 km, situati nelle zone più caratteristiche del parco. Caratteristica non trascurabile, se pensate che è difficile immaginare escursioni e camminate montane con una figlia di meno di 2 anni al seguito!
Altra peculiarità dei sentieri natura è che presso ognuno di essi vi è un centro accoglienza, ossia uffici dove vengono fornite informazioni sul luogo ed a quel percorso in particolare. Naturalmente sono disponibili mappe e materiali esplicativi, in modo di rendere massima la fruizione consapevole dell’area protetta. Alcuni sono dei semplici uffici, altri sono locali più ampi, dotati di sale didattiche rivolte soprattutto... agli utenti più piccini!
Chiaramente, oltre ai facili percorsi dei sentieri natura, non mancano le possibilità di fare trekking seri. Questo parco rappresenta una delle realtà forestali più interessanti a livello europeo, l’area occupata non è immensa, ma vanta un manto boschivo alquanto fitto e compatto. Istituito nel 1993, si estende su una superficie di 110 km quadrati, divisa tre le province di Firenze, Arezzo e Forlì, nel cuore dell’appennino tosco-romagnolo. Caratteristica del Parco? Le foreste, naturalmente. Popolate principalmente dall’abete bianco, simbolo delle foreste casentinesi, ma anche da faggi ed aceri. Poi, il Casentino, oltre ad avere questo stupendo parco di cui parlo, è anche una zona ricca d’arte, di pievi, castelli e non è molto distante da Arezzo. Quindi, in caso di tempo avverso, non adatto ad andare per boschi, ci si potrebbe più dedicare alla visita di luoghi d’arte.

Come spostarsi

Ci si arriva da sud con l’A1; uscita Arezzo e poi statale 71 per Bibbiena. Da nord ovest attraverso il passo della Consuma (FI). Da nord est con la E45 per Roma, uscita Bagno di Romagna, attraverso il valico Mandrioli.

Dove alloggiare

Abbiamo alloggiato all’hotel “La Torricella” (3 stelle), un bel casale d’epoca, ristrutturato, in località Ponte a Poppi, ad una manciata di km da Poppi. E’ situato in cima ad una collinetta dalla quale si gode una piacevole veduta del borgo e del castello. Dispone di giardino, di un pergolato ed una spaziosa sala da pranzo panoramica. Le camere sono piccole ma molto accoglienti. Tutto sapientemente arredato in stile. In alta stagione (una settimana dal 13 al 20 agosto), abbiamo pagato 46 € a testa al giorno, in trattamento di mezza pensione in camera matrimoniale. Vi è disponibilità di camere singole ed il prezzo, sempre in trattamento di mezza pensione, è in questo caso di 56 € al giorno. Ci è stata concessa gratuità piena per la bambina, nonostante fosse di buon appetito ;-) ed i gentilissimi cuochi preparavano per lei tutto ciò che i genitori chiedevano. In più, la buona cucina, la grande disponibilità e cortesia della signora Carolina, dei suoi figli e di tutto il personale di servizio a “La Torricella”, hanno reso il nostro soggiorno estremamente piacevole. Chiaramente, il rapporto qualità prezzo è stato eccellente.
Volendo spendere una parola riguardo potenziali altre sistemazioni, ho notato una buona attenzione per i camperisti. Su un ampio spiazzo in cima al Passo della Calla, a Campigna, e poco distante dal sentiero natura di Badia Prataglia esistono aree attrezzate. E poi, (non ho visto personalmente, ma mi è stato riferito) le zone di Santa Sofia e San Godenzo (versante romagnolo) possono vantare aree ancor meglio organizzate. Tornando alle più tradizionali strutture ricettive, non mi hanno fatto una buona impressione gli alberghi situati a Badia Prataglia, mentre mi hanno fatto un’ottima impressione i due alberghi di Campigna, “Lo Scoiattolo” e “Il Granduca” (presso il ristorante de “Lo Scoiattolo” abbiamo pranzato; si mangia benissimo!).

Itinerario

Chiusi della Verna (1100 m.)
È uno tra i più importanti santuari della cristianità, legato principalmente alle vicende di San Francesco ma che fu meta anche di altri mistici, quali Sant'Antonio e San Bonaventura. Il complesso, edificato a partire dal XII secolo, è composto da un insieme di costruzioni risalenti ad epoche diverse, ma che conferiscono comunque alla struttura una buona armonia architettonica. L’immagine più diffusa di questo sito, è quella raffigurante uno sperone di roccia nel quale sembra fondersi parte della struttura di questo complesso. Nella chiesa di Santa Maria degli Angeli e nella Basilica, oltre a reliquie francescane, si possono ammirare stupende opere della bottega dei Della Robbia.
Esistono punti ristoro per i pellegrini, due ristoranti ed una foresteria che mette a disposizione un buon numero di camere per chi volesse pernottare o addirittura soggiornare presso quest’eremo. Il sentiero natura, che va dal centro accoglienza al santuario, è il più breve e senza dubbio il meno bello tra quelli percorsi, ma, in questo caso poco importa; è la visita al santuario che conta!

Pratovecchio (420 m.)
La cittadina in sè non offre nulla di particolare, ma a breve distanza s’incontra Porciano, minuscola frazione, con il suo piccolo borgo ed il castello (una grossa torre fortificata) del X secolo, uno dei primi insediamenti dei conti Guidi in Casentino.
A non più di 10 minuti d’auto si raggiunge Romena. Del castello di Romena non resta molto, l’accesso alle rovine è proibito in quanto pericolanti, ma vi assicuro che anche se visto dal perimentro esterno, ciò che è rimasto, (torre e cinta muraria) sprigiona un suo fascino. Fu eretto intorno all’anno 1000 ed ospitò addirittura Dante Alighieri.
L’ubicazione di questo sito è senza dubbio molto felice, si gode di un bel panorama, grazie al paesaggio mosso da collinette, alberi e prati fioriti. E’ tutto molto fotografico, come il caseggiato di mattoni, ricoperto d’edera, pochi metri sottostante alle rovine del castello. Qui soggiornò per 4 mesi D’Annunzio e vi compose l’Alcyone.
Chiudo la descrizione di questo piacevole luogo con il ricordo di una stupenda strada bordata di bei cipressi, alti, fitti, allineati, che accompagnano il visitatore nelle ultime centinaia di metri prima di giungere al castello.
Poco più in basso s’incontra la pieve di San Pietro di Romena, dell’XI secolo. La visita di questa chiesa ha suscitato in noi una suggestione profonda. Era in corso una funzione religiosa, tenuta da un prete, diciamo, senza dubbio al di fuori dai clichè classici. Suggestione generata forse dalla particolare musica di sottofondo, dall’essenzialità delle suppellettili e degli arredi, dal carisma del sacerdote, da come parlava ai presenti.
Anche sotto l’aspetto architettonico questa pieve ci è piaciuta tantissimo; è uno dei più alti esempi di arte romanica in Casentino.
Lì corre un’altra strada per mezzo della quale si può raggiungere Poppi, quella che passa per Campaldino, teatro della famosa battaglia del 1289. Panorami di toccante bellezza ci accompagnano lungo il tragitto. Morbide colline, cipressi, olivi, prati e balle di fieno caratterizzano il paesaggio, classico nella sua bellezza, di questa parte di Toscana. Contribuisce a rendere indimenticabile questo tragitto, la limpidissima luce di un pomeriggio di sole, dopo la pioggia mattutina.

Stia (450 m.)
A differenza di Pratovecchio, c’è un piccolo centro storico raccolto intorno alla caratteristica piazza porticata, distesa su un piano in pendenza (set di alcune scene del film “Il Ciclone”) e dove s’affaccia la pieve di Santa Maria Assunta. La facciata di questa chiesa non desta particolare interesse, ma l’interno colpisce per il grigio deciso della pietra viva e per i bei capitelli scolpiti su colonne monolitiche. Interessanti i dipinti e l’immancabile (in terra casentina) terracotta di Andrea della Robbia.

Bibbiena, Basilica di S.Maria del Sasso
Ad un paio di chilomentri dall’abitato di Bibbiena, è un esempio di architettura rinascimentale in Casentino (in mezzo a tanta arte medievale!) edificata sul luogo in cui la tradizione vuole che sia comparsa la Madonna.

Poppi (430 m.)
Gradevole borgo, (la parte antica) caratterizzato dai due corsi porticati. Nel centro storico si trovano le tre chiese più antiche, ma il vero punto di forza di Poppi è quella che fu la roccaforte più importante della famiglia dei conti Guidi e che domina austera le valli circostanti. La visita è d’obbligo, vuoi per il bel panorama che da qui si gode, vuoi per quello che il castello racchiude; una bella e scenografica scalinata interna, una biblioteca, una stanza affrescata da Taddeo Gaddi, ma specialmente, un magnifico tondo del pittore Iohannes Hispanus, geniale artista del quale sono giunte a noi solo pochi ma stupendi capolavori.

Camaldoli (900 m.)
Assieme a Chiusi della Verna, rappresenta il luogo di fede più importante del Casentino. Fondato da San Romualdo poco dopo l’anno 1000, è composto dal monastero cinquecentesco (nel quale è presente anche una foresteria) e pochi chilometri più in alto, dal suggestivo eremo. E’ aperto alle visite solo in parte, in quanto sede di monaci anacoreti. Essi vivono in piccole dimore in pietra, disposte su poche file ordinate, circondate da brevi spazi erbosi e da vialetti in sasso.
Le zone boschive intorno a Camaldoli sono tra le più fitte e le più belle. Il sentiero natura inizia a pochi passi dello sparuto caseggiato che cinge il monastero. In questo tratto di foresta, è l’abete bianco a farla da padrone. Osservando questi alti e drittissimi fusti, è facile capire come mai l’abete bianco è stato, un tempo, il tipo di pianta prediletta da cui ricavare le alberature per i velieri.

Badia Prataglia (800 m.)
Il paese in sè non stupisce certo per bellezza, ma è situato proprio all’interno del parco, sul versante toscano. Vi si trovano una mezza dozzina di alberghi. Il centro accoglienza è il più grande ed il più ricco di materiale, tra quelli visitati. Al suo interno, ad un piano dedicato, si trova un museo didattico con un bel plastico del parco ed una struttura in legno a cassettiera, dove aprendo ogni cassetto si sentono i rumori del bosco, uccelli, insetti, natura, il tutto accompagnato da immagini e reperti. Lascio immaginare di quanto possano essere attratti i bambini, da un’idea del genere!
A pochi passi dal centro accoglienza si trova una pieve romanica risalente all’anno 1000 e l’arboreto Carlo Siemoni, che raccoglie decine e decine di piante endemiche e non.
Il sentiero natura di Badia Prataglia dista 4 km dal paese. Anche questo è un bel percorso, ed anche qui incontriamo pannelli esplicativi descriventi fauna e flora del parco. Un gorgogliante ruscello ci accompagna per buona parte del cammino.
Altro bel sentiero si trova a 5 km dal paese, direzione Passo dei Mandrioli. in località Cancellino. E’ una carreggiata in ghiaia, ad uso della Guardia Forestale, chiusa da un cancello per impedire l’entrata di autoveicoli privati. L’accesso a piedi o in bicicletta è consentito. Si addentra nel bosco per molti chilometri; noi naturalmente ci siamo limitati al tratto iniziale. E’ l’unico percorso in zona transitabile con passeggino. Altra caratteristica di questo sentiero è che attraversa un bosco misto di faggio, abete bianco, acero e rovere.

Campigna (1050 m.)
Unica località del versante romagnolo da noi visitata. La si raggiunge dal Passo della Calla (1200 m.), spartiacque tra versante toscano e romagnolo. Appena arrivato, mi è sembrato di trovarmi innanzi ad un’immagine uscita da un libro di fiabe. Vi sono due alberghi molto discreti, in stile chalet. La sede della guardia forestale ed un paio di edifici, immagino di servizio, per la forestale stessa. Campigna è questo.
Tutto intorno boschi, boschi ed ancora boschi. Il tratto antistante i caseggiati non coperto da alberi, lascia spazio ad un bel prato fiorito, rallegrato dal volo di numerose, piccole farfalle gialle. Completa il paesaggio un vialetto che mette in comunicazione i pochi edifici, accompagnato da alberelli anch’essi fioriti e da una fila di panchine. Credetemi, uno scorcio da sogno.
Al termine del vialetto appena citato, inizia il... sentiero per tutti i sensi, frutto di un’iniziativa dell’ente parco di istituire percorsi facilitati per permettere ai portatori di handicap di entrare il più possibile in contatto con ciò che il parco offre. A questo scopo, lungo questo percorso di 350 metri, sono state allestite svariate postazioni composte da pannelli descrittivi (anche in braille), tronchi, cortecce, calchi di tracce, rocce e altri elementi da vedere da vicino e da toccare.
Da Campigna partono svariati sentieri, che si inoltrano nei boschi. Noi abbiamo naturalmente optato per il sentiero natura. Bellissimo cammino, immerso in infinite abetaie e accompagnato a tratti da un piccolo ruscello. Peculiarità di questo percorso è l’incontro di circa una decina di enormi formicai (d’aspetto simili ai termitai africani, di forma conica, alti mediamente un metro e mezzo) dimora della formica rufa, specie protetta e molto presente in questo tratto di foresta.

Parco Faunistico di Poppi
Per mia figlia: il massimo trovarsi a tu per tu con struzzi, pavoni, asinelli e bufali. Per i genitori: il massimo cogliere nei suoi occhi tanto stupore. Occupa una superficie ampia, immersa tra gli alberi. L’ingresso è di 5 € a persona. C’è un’area picnic, con tavoli e panche di legno dove sostare in assoluta libertà. C’è un piccolo ristorante ed un bar ove sono in vendita bevande e panini. Il tutto a prezzi ragionevoli. Al di là della presenza degli animali, è comunque una passeggiata molto piacevole.

Da non perdere

Se dovessi selezionare per un amico con pochi giorni a disposizione il meglio di ciò che ho visto, citerei:
* Il santuario di Chiusi della Verna
* Campigna con il suo Sentiero Natura
* Il Castello e la Pieve di Romena.

Per i più piccoli

E’ stata un’idea molto indovinata, quella di individuare nei sentieri natura una pratica modalità per godere del parco assieme a nostra figlia. Due anni di età sono pochi per affrontare camminate impegnative, e sono tanti per poter pensare di caricarsi una bimba vivace negli appositi zaini. Percorsi circolari di 2-4 chilometri, situati nelle zone più belle del parco, con le caratteristiche sopra descritte, hanno rappresentato indubbiamente un’ottima soluzione.

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