La magia del posto è accresciuta dal fatto che nella seconda ci sono un paio di colonne riverse da duemila anni, appartenute ad un antico tempio di Artemide.
Noi comunque giungiamo alla terza ed ultima lunetta di sabbia, dove, all'ombra di un tamerice, attendiamo la sera. Nelle successive due ore nessuno viene a turbare la nostra solitudine. Poco più in alto passano 2 persone sul sentiero E4, ma facciamo la riflessione che i camminatori su quell' itinerario erano stati più frequenti in maggio due anni fa quando eravamo a Kedrodasos, (che in linea d'aria è a pochi km) probabilmente perché gli escursionisti rifuggono dalla canicola della piena estate.
Torniamo non troppo tardi a Paleochora,
facendo un tenero incontro (che ti spiega perché in certe zone la Grecia è semidesertificata...) per ritirare i biglietti prima che l'agenzia chiuda.
Biglietti passeggeri presi. Quelli auto si fanno sul traghetto. Gelato e bibita sul lungomare. Rientro in albergo. Gentilmente ci fanno usare le loro toilettes per rinfrescarci e cambiarci: di notte in mare aperto su un traghetto può fare anche parecchio fresco...
Poi torniamo in centro, ceniamo allo stesso ghiropita, ma con qualcosa di più sostanzioso. Infine alle 21:00 siamo sul molo.
Raccomandazione utile per tutti. Questo ferry per Gavdos NON parte dal porto nuovo in cima al promontorio (per lo meno, non in estate quando il mare è calmo, perchè con mare mosso questo vecchio moletto senza diga foranea mi sembra un po' esposto perlomeno a scirocco), ma dal porto vecchio all'altezza del paese sul versante est dell'istmo, dove finisce il lungomare.
Il mitico Daskalogiannis è in ritardo. Arriva alle 21:30, attacca con una manovra del tipo di quelle descritte da EraOra in altra parte del forum, anzi, questo non ormeggia e non stabilizza nemmeno, cala il portello di prua (che ha iniziato ad aprire a 100 m dal molo) sul molo e basta.
Molto istruttive le operazioni di carico. I pedoni salgono autonomamente (in quel momento ci sono cinque o sei persone fra cui due saccopelisti, lei coi capelli rasta, lui con una barbetta un po' no global che guardano maluccio noi turisti imborghesiti che vanno a Gavdos in macchina.... Evabbè, trent'anni fa lo facevo anch'io il campeggio libero!
Poi salgono dei pickup con merci (acqua minerale, birra, cassette di pesche, cemento...), che un muletto scarica; i pickup scendono. Infine fanno frettolosamente cenno di salire a noi tre macchine di turisti (due di italiani, una di danesi); pressato dal gesto rapido del marinaio parto di scatto, ma un secondo marinaio urla un perentorio SIGA', SIGA' che mi fa istantaneamente rallentare. Come Dio vuole siamo a bordo, facciamo il biglietto (N.B. 14 E a persona, 37 E una macchina di classe 1). Alle 21:30 si salpa e si fa rotta verso l'ultimo lembo di Europa. Il buio della notte ci inghiotte, le luci di Paleochora si allontanano, compaiono e si vedono sempre più lontane quelle di Soughia, di Aghia Roumeli, di Loutro e Sfakia e più ad est forse Plakias e lontane lontane nella notte forse quelle di Aghia Galini e di Matala.
Sul ponte superiore le luci sono spente ed abbiamo un primo assaggio delle stellate clamorose che ci aspetteranno a Gavdos. L'assenza di inquinamento luminoso e l'aria tersa saranno una delle cose che ricorderemo di più di questa vacanza. E per tutta la prima ora sul traghetto ce ne stiamo abbracciati in silenzio a guardare la via lattea e le costellazioni. Chissà perché mi torna in mente una vecchissima canzone, credo di Rabagliati, che mi faceva sentire mia nonna su dischi a 78 giri in vetro, che faceva "...Io e te soli soli nella notte... chi lo sa che tante stelle non ci porteran fortuna..."
Verso le undici tutti dormono. Verso mezzanotte si cominciano a vedere - come misteriosi segnali di indiani nel buio della prateria - le prime luci di Gavdos, alcune tremolanti, forse alimentate da generatori, forse falò sulla spiaggia. Qualcuno con una forte lampada scruta il buio delle onde per vedere qualche cetaceo, ma infruttuosamente.
Infine alle 01:10 attracchiamo a Karave. Il molo è popolato di alcuni gestori di strutture con mezzi vari, che vanno dal minibus Mercedes anni 70 allo scooter sgangherato, venuti ad accogliere i turisti.
C'è anche la Polizia, che da un'occhiata comunque a chi sbarca. Incredibilmente la taverna ed il minimarket sul porto sono aperti. Scopriremo dopo che tre giorni alla settimana questo è l'unico collegamento e questo è il momento in cui il porto è frequentato, dato che la nave pernotta qui (si fa per dire) e riparte alle 04:00.
Altri tre giorni alla settimana arriva alle 22:30, pernotta qui e riparte alle 07:30 del mattino dopo. In sostanza credo facciano così perché di notte ed all'alba il mare è comunque più calmo, così diminuisce il rischio di annullare le corse. Infatti il porto è investito in pieno dallo scirocco, ad anche col libeccio non se la deve passare bene.
Riconosciamo il pulmino con scritto Consolas, e l'autista ci dice di seguirlo. Dopo neanche 10 minuti siamo agli studio. Doccia e nanna entro le 02:00.
Segue sul topic di Gavdos.